CORSO FORMAZIONE FOR O MA M TOR O I

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1 CORSO FORMAZIONE FORMATORI

2 LA GESTIONE DELL AULA

3 Parlare in pubblico può essere molto difficile o molto facile, dipende da molti elementi e da una serie di combinazioni del tipo personalità e carattere di colui che deve presentarsi davanti a un gruppo di persone più o meno conosciute da quello che il relatore rappresenta volontariamente o involontariamente agli occhi dell uditorio dagli umori e aspettative del pubblico che va ad ascoltarlo dal contenuto del discorso che l oratore può o deve formulare nel tempo a sua disposizione

4 Progettare una presentazione Per iniziare a dare forma ad un messaggio è utile ricordare che: La comunicazione ha sempre una finalità: rendere espliciti gli obiettivi la comunicazione ha sempre un destinatario: analizzare il pubblico che ci verrà ad ascoltare La comunicazione ha sempre una fonte ed una struttura: costruire la scaletta del discorso (apertura, contenuti, chiusura)

5 LA MEMORIA DEL CERVELLO Il cervello ricorda di avere ricordato; non tutti gli elementi passeranno, ma solo quelli che suscitano emozione, perché il cervello RITORNA sempre alle emozioni

6 IN PRATICA QUANTO VIENE RICORDATO DEL MESSAGGIO ASPETTI IMPORTANTI = 20% Memoria a breve termine Memoria a medio/lungo termine DETTAGLI = 80% Come possiamo fare per far ricordare il 20% giusto?

7 COSA AIUTA IL CERVELLO DEL PUBBLICO A RICORDARE FISSARE PRIORITA : EVIDENZIARE RIPETERE: REPETITA JUVANT USARE METAFORE: INCORPORARE DIRE LE COSE IN MODO DIVERSO: RIDEFINIRE

8 Il linguaggio verbale e non verbale In genere è bene sapere che si trasmette: il 55 % dell informazione con il corpo (specie espressioni facciali) il 38% dell informazione con la voce (volume, tono, timbro) il 7% dell informazione con le parole Ciò significa che il modo per trasferire il messaggio è importante tanto quanto il messaggio stesso.

9 APERTURA DEL DIALOGO AUTOPRESENTAZIONE PREMESSA MOTIVANTE In tre cose consiste la qualità delle parole: nel gesto, nel suono e nel significato Proverbio popolare AGENDA ELEMENTI CHE INFLUENZANO IL NOSTRO LINGUAGGIO DEL CORPO MIMICA MOVIMENTO PROSSEMICA VOCE ABBIGLIAMENTO MANI (DOVE NON METTERLE)

10 LE MANI (DOVE NON METTERLE) A CALCIO DI PUNIZIONE A PLOTONE D ESECUZIONE A CAFFETTIERA IN TASCA CONSERTE

11 Una volta individuato l obiettivo Argomenti da trattare DARE STRUTTURA ALLA PRESENTAZIONE Tempi Conclusioni Metodi e sussidi che possono migliorare lo scopo

12 I SUSSIDI/ AUDIOVISIVI DEVONO ESSERE USATI COME RINFORZO E NON COME BASE DEVONO ESSERE PREPARATI IN FUNZIONE DEGLI OBIETTIVI E DEI DESTINATARI HANNO LA FUNZIONE DI ATTIRARE E CONCENTRARE L ATTENZIONE

13 GLI ATTEGGIAMENTI DEGLI ASCOLTATORI ASPETTATIVE ATTEGGIAMENTI VALUTATIVI POSIZIONI DIFENSIVE /RESISTENZA IL RELATORE DEVE VINCERE LE RESISTENZE EMOTIVE DEL GRUPPO IN ASCOLTO

14 CASISTICHE DI PARTECIPANTI CHE FANNO OBIEZIONI Il SAPUTELLO IL RIBELLE IL COLEADER L ACCURATO

15 L ORIGINE DELL OBIEZIONE DESIDERIO DI METTERSI IN MOSTRA DESIDERIO DI VEDERE RICONOSCIUTA LA PROPRIA IMPORTANZA OPPOSIZIONE PER UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO CARENZA DI INFORMAZIONI

16 COME GESTIRE L OBIEZIONE Es: CON LA TRASFORMAZIONE IN DOMANDA NON RINVIARE L ANALISI DELL OBIEZIONE TRATTARE CHI OBIETTA CON RISPETTO EVITARE LA DISCUSSIONE POLEMICA

17 LE DOMANDE: COME RISPONDERE Lasciar finire la domanda Breve pausa Eventuale riformulazione Risposta di contenuto COSA EVITARE: Ogni valutazione negativa sulla domanda Ogni interpretazione Ogni polemica

18 RIASSUMENDO, LA BUONA GESTIONE AULA, STA NEL COLPIRE LA TESTA informare far capire ESSERE ORGANIZZATI COMUNICAZIONE RAZIONALE COLPIRE IL CUORE com-muovere motivare COLPIRE LA PANCIA allarmare scuotere ESSERE MEMORABILI ESSERE TEATRALI COMUNICAZIONE EMOTIVA

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