Lenti sottili/1. Menisco convergente. Menisco divergente. Piano convessa. Piano concava. Biconcava. Biconvessa. G. Costabile
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- Saverio Paolini
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1 Lenti sottili/1 La lente è un sistema ottico costituito da un pezzo di materiale trasparente omogeneo (vetro, policarbonato, quarzo, fluorite,...) limitato da due calotte sferiche (o, più generalmente, da due superfici non piane, e.g., cilindriche o gaussiane). A differenza dei sistemi diottrici piani, essa può formare immagini reali. Nel seguito, considereremo solo lenti sferiche. Biconvessa Piano convessa Lenti convergenti Menisco convergente Menisco divergente Piano concava Lenti divergenti Biconcava Una lente sottile è definita come una lente il cui spessore è considerato piccolo rispetto alle distanze generalmente associate alle sue proprietà ottiche (raggi di curvatura delle calotte, distanze focali, distanze degli oggetti e delle immagini). Dal punto di vista geometrico, la lente sottile è assimilata ad un piano.
2 Lenti sottili/2 d d f f Asse r 2 r 1 F fuoco secondario F fuoco primario Asse Lente positiva (convergente) d d f f F Asse F Asse r 2 r 1 Lente negativa (divergente) Il fuoco primario F è un punto assiale tale che ogni raggio proveniente da esso o diretto in esso si propaga parallelamente all asse a seguito della rifrazione. Il fuoco secondario F è un punto assiale tale che ogni raggio propagantesi parallelamente all asse è diretto in esso o appare provenire da esso a seguito della rifrazione.
3 Lenti sottili/3 Indicando con f ed f rispettivamente le distanze di F ed F dalla lente, dal principio di reversibilità segue: f = f (a differenza di quanto si verifica nel diottro sferico). Costruzione dell immagine s s Q f S f f f Q T Q T y M raggio principale F A F M Asse y M F M A raggio principale F Asse S Q s s Nell approssimazione parassiale il raggio passante per il centro della lente A è indeviato perché attraversa superfici parallele con piccolo angolo di incidenza. Applicando il principio di reversibilità, il ruolo dell oggetto e dell immagine si invertono. Come per il diottro sferico, M ed M sono coniugati, e così pure i piani per essi perpendicolari all asse.
4 Lenti sottili/4 Q M T y F A F M y S x f f x s s Q Dalla proporzionalità fra i triangoli F AS seguono, rispettivamente: y y s = y f e Q T S ed F T A e fra i triangoli QT S ed y y s = y f Sommando membro a membro e ponendo f = f, si ottiene nella forma gaussiana la formula dei punti coniugati: 1 s + 1 s = 1 f
5 Lenti sottili/5 Dalla proporzionalità fra i triangoli F M Q, rispettivamente (f = f ): y x = y f QMF ed F AS e fra i triangoli e y x = y f T AF ed Moltiplicando membro a membro si ricava la forma newtoniana della formula dei punti coniugati: xx = f 2 Nella forma gaussiana le distanze sono misurate rispetto alla lente, in quella newtoniana esse sono misurate rispetto ai fuochi. La seconda viene semplicemente generalizzata quando i mezzi ai lati della lente hanno indice di rifrazione diverso: xx = ff L ingrandimento lineare m nella forma newtoniana si ricava direttamente dalle prime due equazioni: m = y y = f x = x f
6 Lenti sottili/6 Ingrandimento lineare Poiché i triangoli rettangoli QMA e Q M A sono simili, sostituendo y = MQ e y = M Q M Q MQ = AM AM m = y y = s s Quando s ed s sono entrambe positive, il segno negativo indica l inversione dell immagine. Formula del costruttore di lenti Noto l indice di rifrazione del materiale della lente (generalmente specificato per la riga D del sodio), si possono calcolare i raggi di curvatura delle superfici sferiche di una lente per ottenere una specifica distanza focale f per una lente sottile a : ( 1 1 = (n 1) 1 ) f r 1 r 2 Nella formula, la propagazione dei raggi è da sinistra a destra, e le superfici attraversate in questo verso sono considerate aventi raggio positivo se convesse, raggio negativo se concavo. a Per la dimostrazione, cfr. F.A. Jenkins, H.E. White, Fundamentals of Optics, McGraw-Hill, 1976, par. 4.9
7 Lenti sottili/7 Combinazione di lenti sottili La formazione delle immagini si calcola applicando la formula dei punti coniugati ad ogni lente e considerando come oggetto per ogni lente l immagine formata dalla lente precedente, prendendo cura di rispettare le convenzioni sui segni (notando, cioè, se gli oggetti considerati sono reali o virtuali) Potere di una lente sottile Il potere di una lente sottile è misurato in diottrie se la distanza focale f è misurata in metri, ed è definito come P = 1 f oppure ( 1 P = (n 1) 1 ) r 1 r 2 Es., P = 2 D è il potere diottrico di una lente divergente avente f = 50 cm.
8 Lenti sottili/8 Lenti sottili addossate I raggi paralleli che incidono sulla prima lente L 1 convergerebbero nel fuoco secondario F 1 posto alla distanza f 1. Esso costituisce l oggetto (virtuale) per la seconda lente L 2, caratterizzata dalla distanza focale secondaria f 2. Il punto in cui si forma l immagine finale è (per definizione) il fuoco secondario del sistema F, e la sua distanza dalle lenti, f, si calcola applicando la formula dei punti coniugati: 1 f f = 1 f 2 1 f = 1 f f 2. Se le lenti sono in aria, le distanze focali primarie e secondarie sono uguali, gli apici possono essere soppressi, e si ricava P = P 1 + P 2 Il potere diottrico di lenti sottili a contatto è dato dalla somma dei poteri diottrici delle singole lenti.
9 Lenti spesse/1 Se lo spessore di una lente d (distanza tra i vertici delle superfici) non è trascurabile rispetto alle lunghezze caratteristiche (ed in particolare alla distanza focale), essa si dice spessa. In questa categoria si può far rientrare, più in generale, ogni sistema ottico centrato, considerandolo come tutt uno. Nel seguito questo è implicitamente assunto, anche se, per semplicità ci si riferisce ad una singola lente spessa. Si considerino due superfici sferiche coassiali di raggio r1 ed r 2 delimitanti un mezzo con indice n posto tra due mezzi aventi indice n ed n, rispettivamente, e sia M un punto immagine sull asse ottico posto nel mezzo 1 a distanza s 1 dal vertice A 1. Riapplicando il procedimento già adoperato in precedenza: si calcola la distanza s 1 da A 1 dell immagine M formata dal primo diottro; rispetto al secondo diottro, si considera M come un oggetto posto a distanza s 2 = s 1 d dal vertice A 2; si calcola la distanza s 2 dell immagine M da A 2. Nell approssimazione di raggi parassiali, M ed M sono punti coniugati. Le formule da adoperare (rispettando le convenzioni) sono: n s 1 + n s 1 = n n r 1 n s 2 + n s 2 = n n r 2
10 Lenti spesse/2 Piano principale primario Piano principale secondario n n n n n n F A 1 H A2 A H A 1 2 F f f La figura mostra il fuochi di una lente spessa. I piani passanti per le intersezioni dei raggi incidenti con i raggi rifratti costituiscono il piano principale primario ed il piano principale secondario, e le loro intersezioni H ed H con l asse sono dette punti principali. Tra i due piani principali c è corrispondenza punto a punto: I piani principali sono due piani caratterizzati da ingrandimento lineare unitario positivo. Le distanze focali sono misurate dai fuochi F ed F ai rispettivi punti principali H ed H (e non dai fuochi ai vertici A 1 ed A 2 ). Se n = n, allora f = f. Se n n, allora n /n = f /f.
11 Lenti spesse/3 La conoscenza dei fuochi e dei punti principali consente di costruire graficamente le immagini con le stesse procedure adoperata per diottro e lente sottile. É anche possibile applicare, nell approssimazione di raggi parassiali, le formule dei punti coniugati, se anche le distanze s, s sono misurate rispetto ai punti principali: n s + n s = n f = n f (n n ) 1 s + 1 s = 1 f = 1 f (n = n ) Dalla geometria è possibile ricavare una serie di relazioni tra le distanze caratteristiche del sistema: n f = n A 1 F = f A 2 F = +f f 1 + n f 2 ( 1 d f 2 ( 1 d ) f 1 ) dn f 1 f 2 = n f A 1 H = f d f 2 A 2 H = f d f 1
12 Lenti spesse/4 Dato un punto oggetto fuori asse, si consideri quello tra i raggi incidenti che emerge dalla lente parallelo a sé stesso. I due punti di intersezione, N ed N, dei suoi prolungamenti con l asse sono detti punti nodali. Fuochi, punti principali e punti nodali costituiscono i punti cardinali. Se n = n, allora i punti nodali coincidono con i punti principali. Comunque, in generale, vale la proprietà NN = HH L interesse per i punti nodali sta nel fatto che la loro posizione può essere determinata sperimentalmente a, e dalle relazioni N F = F H f NF = H F f avendo pure individuato sperimentalmente la posizione dei fuochi primario e secondario, si ricava la posizione dei punti principali. La distanza HN può anche essere calcolata dalla formula HN = f (1 n/n ); essa è utile per calcolare l ingrandimento lineare: a F.A. Jenkins, H.E. White, op. cit. m = y y = s HN s + HN
13 Aberrazioni Quando l approssimazione parassiale non è sufficiente: Aberrazione di sfericità Crown Flint Doppietto acromatico Aberrazione cromatica
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