Filiere Agroalimentari: definizioni, organizzazione e protagonisti (e problemi nella realtà italiana)

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1 Filiere Agroalimentari: definizioni, organizzazione e protagonisti (e problemi nella realtà italiana) Economia del Settore Agroalimentare Prof. Anna Carbone

2 Argomenti della lezione 1. Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze 3. Filiere e non solo: fattori che spingono a mettersi in relazione 4. Fare sistema: obbiettivi e limiti 5. Obbiettivi e strumenti delle politiche di filiera

3 1. Il concetto di filiera agroalimentare e le sue diverse accezioni (e utilizzi)

4 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Definizione di filiera agroalimentare L insieme di tutte le imprese che partecipano alla realizzazione di un bene. Le fasi più a monte includono l apporto delle materie prime e quelle più a valle includono l approdo al consumatore finale Nel gergo di analisti e studiosi i soggetti (non solo imprese) che partecipano ad una filiera si chiamano anche stakeholders a sottolineare che si tratta di portatori di interessi Le filiere possono essere più o meno lunghe e complesse, nel senso che vi possono partecipare un numero maggiore o minore di imprese poste in sequenza

5 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Le filiere dell agroalimentare Possono includere: Produttori di materie prime Commercianti/grossisti Trasformatori di I livello Imprese di servizio Trasformatori di II livello Altri trasformatori.. Commercianti/grossisti/esportatori-importatori Imprese di servizio Imprese della logistica Venditori al dettaglio NB: il termine FILIERA di per sé ha valenza NEUTRALE

6 Diverse configurazioni di filiere AA Filiere lunghe Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Filiere corte (piccole imprese locali vs MN globali) Filiere nazionali/regionali Filiere globali/multilocalizzate (delocalizzazione) Filiere incomplete filiere con livelli di concentrazione variabili ai diversi stadi Filiere a composizione stabile Filiere a composizione e relazioni variabili.

7 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Come si identifica, dove comincia e dove finisce una filiera? Criterio del prodotto finale vs criteri settoriali/tecnologici/localizzazione/ Tavole input/output dalla Contabilità Nazionale/Regionale: intensità/valore dei flussi in entrata ed in uscita Al limite, tutta l economia mondiale può risultare connessa da flussi tra settori/comparti/paesi ma si tratta di definire le relazioni significative

8 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Soggetti singoli senza connessioni? La loro somma non è propriamente una filiera

9 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Sono le relazioni tra gli stakeholders che generano/qualificano la filiera

10 Spot sul mercato Consuetudinarie su base locale Fiduciarie per conoscenza diretta Contrattuali di varia durata Istituzionali Corresponsabilità Condivisione rischio Carenti/Assenti Asimmetriche Cooperazione Rigide/flessibili.. Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Le relazioni/ i flussi/ gli scambi/ le transazioni/le conoscenze/l e interazioni possono avere diversa natura e finalità:

11 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Le ragioni del successo del termine FILIERA Dal lato del sistema produttivo Dal lato della domanda di conseguenza anche le istituzioni iniziano a guardare le imprese anche in termini di relazioni

12 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Le ragioni del successo del termine Dal lato del sistema produttivo: Si inizia a comprendere l importanza della strutturazione delle filiere ai fini della competitività delle singole imprese e dei loro prodotti/servizi Le imprese agricole tendono ad integrare le fasi a valle nel tentativo di appropriarsi/riappropiarsi di Quote di VA e di spuntare condizioni migliori nelle contrattazioni

13 Concetto di filiera agroalimentare e sue diverse accezioni e utilizzi Le ragioni del successo del termine Dal lato della domanda: Si è diffusa la consapevolezza della complessità dell organizzazione della produzione e di come questa complessità e molteplicità di soggetti riduca (o annulli) la possibilità di conoscere/controllare la natura del processo produttivo e le caratteristiche del prodotto DUNQUE conoscere la filiera diviene un passo necessario>>>>tracciabilità di F.

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15 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze Alcuni dati recenti dal Sistema Agroalimentare italiano

16 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze Per ogni euro speso dal consumatore. 42% 47% 51% 28% 31% 30% commercio e servizi industria alimentare agricoltura 30% 22% 19% * Fonte Nomisma, elaborazione Coldiretti

17 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze FILIERA CEREALI 91% Costi filiera Costo grano 9% Pasta Composizione del prezzo della pasta al dettaglio Dati ed elaborazione Coldiretti

18 FILIERA CEREALI Si possono avere fino ad 8 passaggi dal produttore al consumatore

19 FILIERA CEREALI IMPRESE CEREALICOLE COOPERATIVE/ CONSORZI AGRARI INTERMEDIARI GROSSISTI MOLINI PANIFICI/ PASTIFICI INDUSTRIALI PANETTERIE/ PASTIFICI DETTAGLIO LIBERO SERVIZIO VENDITA DIRETTA ALTRI CANALI DISCOUNT DETTAGLIO TRADIZIONALE CONSUMATORE GDO - SUPER E IPERMERCATI

20 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze FILIERA OLIO 71% Costi filiera Costo olive 29% Olio extravergine Composizione del prezzo dell olio al dettaglio Dati ed elaborazione Coldiretti

21 FILIERA OLIO Si possono avere fino ad 9 passaggi dal produttore al consumatore

22 FILIERA OLIO IMPRESE OLIVICOLE COOPERATIVE FRANTOI/ SANSIFICI RAFFINATORI/ IMBOTTIGLIATORI /CONFEZIONATORI INTERMEDIARI/ GROSSISTI DETTAGLIO LIBERO SERVIZIO AMBULANTI ALTRI CANALI DISCOUNT DETTAGLIO TRADIZIONALE CONSUMATORE SUPER E IPERMERCATI VENDITA DIRETTA

23 FILIERA SUINI 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze 81% Costi filiera Costo maiale 19% Derivati suino Composizione del prezzo dei derivati al dettaglio Dati ed elaborazione Coldiretti

24 FILIERA SUINI Si possono avere fino a 10 passaggi dal produttore al consumatore

25 FILIERA SUINI IMPRESE SUINICOLE MEDIATORI CAPI DA INGRASSO COOPERATIVE MACELLI/ INDUSTRIA 1-2 LAVORAZIONE/ STAGIONATORI/ CONFEZIONATORI INTERMEDIARI/ GROSSISTI DETTAGLIO LIBERO SERVIZIO AMBULANTI ALTRI CANALI DISCOUNT DETTAGLIO TRADIZIONALE CONSUMATORE SUPER E IPERMERCATI VENDITA DIRETTA HOTEL/ RESTAURANT/ CATERING/ BAR

26 2. Struttura del settore, organizzazione della produzione e debolezze/inefficienze Il tessuto produttivo si compone di una pluralità di soggetti spesso caratterizzati da: polverizzazione forte segmentazione dei processi poca coesione/ relazioni precarie scarsa efficienza forte asimmetria negli scambi:

27 3. Filiere e non solo: fattori che spingono a mettersi in relazione

28 la configurazione di una filiera (o sistema produttivo o distretto) dipende da diversi fattori: Scomponibilità tecnica dei processi Economie di scala e/o di scopo Costi di transazione Caratteristiche della domanda Concentrazione/radicamento territoriale della domanda e dell offerta e costi di trasporto Quadro normativo. 3. Filiere e non solo: fattori che spingono a mettersi in relazione

29 3. Non solo filiere: fattori che spingono le relazioni Le piccole* imprese non inserite in un sistema di relazioni soffrono di: Struttura e livello dei costi di produzione Potere di mercato/posizione contrattuale Investimenti: accesso al credito e sunk cost Capacità innovazione Capitale umano interno e/o accessibile Visibilità/comunicazione/reputazione (*Dimensioni imprese vs dimensioni mercato)

30 3. Non solo filiere: fattori che spingono le relazioni Come superare queste limitazioni? Crescere (acquisizioni, fusioni, joint ventures, ecc., in verticale e in orizzontale) Crescere/ Diversificare Ma non sempre crescere è possibile e/o conviene: Fare sistema/rete/aggregare Operare su piccoli mercati locali /di nicchia Strategie che possono anche coesistere ed essere sinergiche oppure si pongono come alternative

31 Aggregarsi per: 4. Fare sistema: obbiettivi e limiti Abbattere costi di produzione, commercializzazione, ecc. (economie di scala, di scopo, localizzative) Migliorare posizione contrattuale sul mercato fattori/prodotti Accedere credito/finanziamenti Investire in innovazione/conoscenza mercato Aumentare visibilità/costruire reputazione Costruire canali di comunicazione con clienti (standard, certificazioni, marchi, ecc.) Acquisire/formare/aggiornare competenze/capitale umano.

32 Forme aggregative/reti Coordinamento verticale Coordinamento orizzontale Forme consortili Associazione in cooperative Associazioni temporanee e/o altrimenti limitate (scopi, funzioni, ecc.) Distretti, Sistemi locali/territoriali Marchi qualità, tipicità, ecc.. 4. Fare sistema: obbiettivi e limiti

33 Impariamo dalle grandi imprese. La strategia di integraz./coordinam. orizzontale La strategia di integrazione orizzontale ha come obiettivi principali: rafforzare la posizione concorrenziale tramite l assorbimento o il controllo di certi concorrenti; migliorare la posizione contrattuale verso le controparti negli scambi. Le motivazioni possono essere di varia natura: neutralizzare un concorrente ingombrante, raggiungere il volume critico per ottenere economie di scala, beneficiare della complementarietà della gamma dei prodotti, avere accesso a reti di distribuzione o a segmenti di acquirenti, ecc.

34 Impariamo dalle grandi imprese. La strategia di integraz./coordinam. verticale a monte La strategia di integrazione a monte è guidata soprattutto dalla preoccupazione di consolidare o difendere una fonte di approvvigionamento di importanza strategica, che si tratti di mat. prime, semilavorati, componenti, ecc. In certi casi è necessaria perché i fornitori non dispongono delle risorse e delle competenze tecnologiche necessarie a fabbricare componenti indispensabili all attività dell impresa; Un altro obiettivo può essere quello di assicurarsi l accesso a una nuova tecnologia essenziale al successo dell attività di base;

35 Impariamo dalle grandi imprese. La strategia di integraz./coordinam. verticale a valle La strategia di integrazione a valle ha come obiettivo quella di assicurare all impresa il controllo degli sbocchi vitali per la sua stessa esistenza (Es. franchising, contratti d esclusiva, sviluppo di una rete di punti di vendita propri); In certi casi l integrazione a valle si pone come obiettivo semplicemente una migliore comprensione dei bisogni dei clienti. In questo caso l azienda crea/acquisisce una filiale che svolge un ruolo di unità pilota: comprendere la problematica dei clienti privati o industriali per andare incontro più efficacemente alle loro esigenze. Acquisire più fasi del processo, maggiore quota di VA,

36 Tuttavia, se i centri decisionali sono molti mettersi in rete presenta SERIE difficoltà: Perdita di autonomia decisionale Complessità rapporti/decisioni Relazioni ambigue: competizione/cooperazione Disomogeneità strutturale >>>>Influenza asimmetrica Comportamenti scorretti ( es: Azzardo morale, Free riding) >>>e selezione avversa >>> Necessità di controllo Possibili costi iniziali e benefici posticipati. 4. Fare sistema: obbiettivi e limiti

37 Difficoltà comuni anche nell AA italiano: Scarso sviluppo e attuale crisi della cooperazione Distretti sviluppati ma solo in alcune aree Filiere lunghe, incomplete e poco coordinate Trasporti e logistica inadeguati e non uniformemente diffusi Azioni collettive scarse e frammentarie 4. Fare sistema: obbiettivi e limiti Marchi collettivi e certificazioni esistenti più sulla carta che nel mercato

38 7. Obbiettivi e strumenti delle politiche di filiera Qualche cenno sul ruolo delle politiche Obiettivi GENERALI: competitivita prodotti, vitalita economia Obiettivi SPECIFICI: Rafforzamento relazioni Equilibrio relazioni Fallimenti mercato (beni pubblici servizi, conoscenza, esternalità.) Aggiustamento strutturale, rigidità Completamento filiere x valore aggiunto Nuovo contesto competitivo AA (riforma PAC e mercati)

39 7. Obbiettivi e strumenti delle politiche di filiera strumenti Tavoli di filiera Presiedere stipula accordi Politiche innovazione Partenership pubblico-privato per servizi Infrastrutture x trasporti, logistica Finanziamenti selettivi per gruppi di imprese che creano consorzi, associazioni temporanee di scopo, marchi, Individuazione/sostegno distretti Informazione e promozione

40 Trasformazione aziendale dei prodotti e vendita diretta. Ovvero: le aziende agricole nelle filiere corte

41 Tratteremo di filiera corte nella accezione riferita al numero degli operatori, ovvero: filiera a cui partecipa un numero limitato di operatori, vale a dire: una filiera nella quale il bene in questione compie un percorso con un numero limitato di passaggi

42 Esempi di filiere AgroAlimentari corte Vendita attraverso spaccio aziendale vendita in fiere, mercatini rurali, farmers market domenicali in città, ecc.. Presenza in negozio esterno (punto vendita solo aziendale o anche collettivo) consegne dirette a domicilio,nei luoghi di lavoro, scuole, ecc. Vendita a Gruppi di Acquisto Solidali (con consegna o meno) e-commerce (attraverso sito web dell azienda o attraverso altri siti) Vendita a ristoranti, locali e/o agriturismi in zona Vendita diretta GDO (tipo dispenser latte del produttore)..

43 Limiti dei canali distributivi convenzionali dal punto di vista delle imprese agricole: -agricoltura come settore concorrenziale e price taker -Limitata disponibilità dei buyers a pagare per prodotti/materie prime standardizzati -Scarso e indiretto contatto col consumatore finale>> scarsa conoscenza tendenze della domanda -maggiore visibilità IAA e distribuzione..

44 Per le aziende agricole accorciare la filiera-trasformare e/o vendere prodotti direttamente al consumatore vuol dire: Catturare un segmento della domanda in espansione e con buona disponibilità a pagare Valorizzare meglio materie prime prodotte >>> aumentare VA generato Aumentare le possibilità occupazionali poter trattenere una maggiore quota del valore finale del prodotto (>>VA ) Poter aumentare la propria efficienza economica mediante realizzazione di sinergie, complementarità >> economie di scopo Poter migliorare le condizioni a cui avvengono gli scambi Diversificare le fonti di ricavi (>>stabilità del reddito) Aumentare visibilità quale soggetto economico e sociale

45 Per i consumatori accorciare la filiera o comprare prodotti direttamente al produttore vuol dire: Spuntare prezzi migliori, migliore rapporto Q/P Accorciare i tempi tra produzione e consumo (freschezza, nutrizione, ) Avere maggiori opportunità di comprare prodotti genuini, trasformati artigianalmente Conoscere meglio il produttore ed il luogo di produzione>>>il prodotto Sostenere l economia locale Aumentare la propria visibilità quale soggetto economico e sociale Riscoprire le condizioni di produzione e vita nelle campagne

46 Filiere corte e. Spesso la vendita diretta è il naturale complemento di altre attività di diversificazione attuate in azienda: trasformazione, agriturismo, servizi ricreativi, didattica, ecc. La vendita diretta presenta infatti sinergie e complementarità con queste altre attività. Anche quando riguarda solo una parte piccola della produzione aziendale tende a diventare di importanza primaria sia in termini di ricavi che di fabbisogni di manodopera ed altri fattori che di necessità di riorganizzazione complessiva delle attività.

47 Ma quanto sono diffuse le filiere corte? Si sente molto parlare di FC e spesso si sente dire che si tratta di segmenti dinamici della domanda, in rapida crescita soprattutto in alcune aree edin alcuni comparti (Comunity Supported Agriculture; Jardin de Cocagne; GAS, ecc); effettivamente negli ultimi anni il numero di aziende agricole che immettono direttamente il prodotto, almeno una parte, nel mercato finale è cresciuto notevolmente Ma quanto realmente sono diffuse? Si tratta ancora di nicchie di mercato esigue rispetto al valore complessivo degli scambi AA che avviene nei canali tradizionali ma importante rispetto alla relata agricola di molte aree del paese.

48 Esistono elementi di freno che ostacolano e/o rallentano la vendita diretta dal produttore al consumatore o forme simili di interazione diretta (o quasi)?.. *********** Difficoltà e limiti allo sviluppo delle Filiere Corte 1) Caratteristiche delle Aziende Agricole 2) Comportamento dei consumatori >>>>>> Comportamenti di aggregazione sia dal lato della domanda che dell offerta

49 1) Caratteristiche delle Aziende Agricole Imprese di piccole dimensioni e spesso multiprodotto >>>>>Producono quantità limitate, ad una scala spesso inefficiente Sono sparpagliate sul territorio >>>lontane dai consumatori (non solo in senso fisico ) Nascono come produttrici di materie prime indifferenziate, spesso con specifiche qualitative predeterminate >>>> molto diverso da prodotti di qualità, differenziati ed in veloce evoluzione La gestione manageriale/commerciale (prima assente) non è consolidata >>>>carenze professionalità, conoscenza,ecc.

50 Verifiche, adattamenti, trasformazioni necessari x il punto di partenza da non sottovalutare è la necessità di una ricognizione delle produzioni realizzate in azienda: Le tipologie dei prodotti le quantità di ciascun tipo il calendario delle disponibilità (raccolta, preparazione, maturazione, ecc.) la deperibilità/conservabilità di ciascuno Modalità di stoccaggio / quantità e qualità delle scorte

51 Ma occorre anche effettuare una ricognizione delle caratteristiche qualitative delle produzioni: Biologico? sociale? Tipico? valutazione delle caratteristiche organolettiche, delle peculiarità, dei punti di forza e di debolezza qualitativi Altro

52 E: -ricognizione della disponibilità di risorse umane da dedicare alla trasformazione/commercializzazione: quantità di lavoro disponibile, quotidianamente, settimanalmente, nell anno qualità di lavoro: capacità organizzazione calendario raccolta, capacità gestione magazzino, capacità gestione informatica/telefonica ordini, capacità interazione con il pubblico, lingue parlate (italiano (!), inglese, ecc.) capacità guida furgone, ecc.

53 ricognizione disponibilità risorse immobiliari e finanziarie da dedicare alle funzioni legate alla commercializzazione, a)ambienti ed eventuali macchinari e veicoli: Stoccaggio lavorazione, confezionamento, vendita prodotti -ubicazione rispetto alla produzione ed agli sbocchi commerciali b) Risorse finanziarie (anticipazioni spese, finanziamento acquisti, comunicazione, promozione, sperimentazione)

54 ricognizione delle condizioni locali della domanda e dell offerta (analisi del mercato) Chi consuma cosa, come e perché Flussi turistici, pendolarismo giornaliero, settimanale, ecc. gruppi di acquisto: quanti sono, come sono organizzati, cosa comprano, sono raggiungibili, ecc. altre aziende che fanno vendita diretta: esistono, sono organizzate in rete, hanno alcune caratteristiche simili e /o complementari (concorrenza-collaboraz.) altre forme di filiera corta: esistono,?quali prodotti vi si vendono più facilmente? quali sono le modalità prevalenti? >>> sintesi finale: valutazione dei pro e dei contro di canali diversi, complementari e/o alternativi

55 Difficoltà e limiti allo sviluppo delle Filiere Corte 1) Caratteristiche delle Aziende Agricole 2) Comportamento dei consumatori

56 Dall interesse generico alla domanda di mercato Esiste un GAP tra manifestazioni di interesse da parte dei consumatori e comportamenti di acquisto: Molti manifestano sensibilità, interesse, intenzioni. molti meno sono quelli che acquistano e che lo fanno con continuità Le ragioni sono molte: Irrazionalità comportamenti (anche di acquisto) Complessità delle scelte Carenza/sovrabbondanza informazione Affidabilità/garanzia Molteplicità aspetti rilevanti Limitazioni offerta (prodotti, servizi, distribuzione, ecc.)

57 Per superare il GAP: Alcuni studi mostrano come un generico interesse si traduca in acquisto sotto due condizioni: Forte motivazione Molta informazione, sia generica che specifica...

58 I risultati di una indagine: 90 Famiglie appartenenti a Gruppi di Acquisto (GA): Forte disaffezione/sfiducia verso canali tradizionali per molte ragioni: Commercio internazionale Potere economico/politico grandi imprese (multinazionali) Prodotto come scatola nera >>sfiducia qualità Lievitazione prezzi Desiderio di sostenere economia piccole imprese locali Necessità uscita mercati convenzionali per mancanza di voce, collocarsi su canali dove si ha voce (Exit-voice)

59 Motivazioni per unirsi ad un GAS 59.3%: per essere un consumatrore responsabile (ambiente e società) (70% fa volontariato regolarmente, 85% compra prodotti CES) 51.2% : per comprare prodotti di migliore qualità

60 Criteri per selezionare le aziende: Qualità (bio, sapore, freschezza, ) Localizzazione: 65-70% interna regione 50% interna provincia Fiducia: le relazioni personali dirette sono necessarie affinchè si possa instraurare un rapporto di fiducia (59%) Le visite in azienda sono più importanti di qualsiasi certificazione (90% si dichiara soddisfatto con le info che ha sui prodotti)

61 Le valutazione sono molto positive: Qualità 83% molto soddisfacente 95% trova questi prodotti migliori di quelli acquistati attraverso canali diversi prezzo 20% are molto soddisfacente, 77.4% soddisfacente Organizazione ordini e consegne 19% are molto soddisfacente, 65.5% soddisfacente, 15.5% non soddisfacente

62 Abitudini di acquisto e organizzazione In media, circa il 20% edgli acquisti di cibo è fatto tramite il GAS 50% settimanale o quindicinale, 50% mensile o meno 100% comprano prodottti freschi; due terzi anche prodotti trasformati e conservati Tutti comprano regolarmente anche negli altri canali La filiera corta è complementare e non sostitutiva di altri canali

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