SISTEMA CON CERTIFICAZIONE ISO 9001:2000 GN-008
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1 SISTEMA CON CERTIFICAZIONE ISO 9001:2000 GN008
2 Piano economicofinanziario ATO Interregionale del Lemene Studio predisposto da Antonio Massarutto (DIES, Università di Udine) 5 maggio Premessa Ai sensi dell art.149 del D.Lgs. n.152/2006, il Piano d Ambito deve essere corredato di un piano economico finanziario (PEF) chiamato ad illustrare l andamento dei costi di gestione e di investimento, al netto di eventuali finanziamenti pubblici a fondo perduto, e dovrà garantire il raggiungimento dell equilibrio economicofinanziario e, in ogni caso, il rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità della gestione, anche in relazione agli investimenti programmati. Tali disposizioni vengono integrate dal combinato disposto del D.L. n.133/2014 ( Sblocca Italia ) e della Legge di Stabilità per il 2015 (l.190/2014), che introducono una serie di significative novità per quel che riguarda l organizzazione della gestione e la regolazione del servizio idrico integrato, sotto diversi profili: accelerazione e completamento della transizione verso un modello di gestione industriale; rafforzamento della spinta verso l unicità della gestione all interno di ciascun ambito territoriale ottimale (ATO), attraverso la previsione che alla scadenza naturale degli affidamenti in essere le gestioni vengano integrate in capo al medesimo soggetto gestore; rafforzamento dei presidi e delle garanzie a tutela dell equilibrio economicofinanziario delle gestioni, in particolare prevedendo che i piani economicofinanziari redatti ai sensi del D.Lgs. n.152/2006 siano asseverati da un Istituto Bancario o da una società di revisione. Entro questo quadro, la scelta del modello di gestione tramite affidamento diretto ad imprese interamente partecipate dagli enti locali (c.d. inhouse providing) viene annoverata tra quelle possibili, purché sussistano determinati requisiti, che l ente di governo dell ATO è chiamato a certificare in una relazione redatta all uopo. La relazione deve in particolare: verificare la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa comunitaria per la forma di affidamento prescelto, in particolare quelli relativi al controllo analogo ; esplicitare le motivazioni che hanno condotto a preferire una determinata opzione; redigere un piano economicofinanziario per il periodo della durata dell affidamento, che contenga una proiezione dei costi e dei ricavi, degli investimenti e dei relativi finanziamenti, in modo tale da attestare la capacità del gestore di realizzare il piano di investimenti previsto, mantenendo un soddisfacente equilibrio economico e finanziario. La CATOI Lemene, ente di governo d ambito, ha individuato nel modello gestionale in house quello più idoneo a fornire il servizio idrico integrato nel territorio di competenza e nella società Livenza Tagliamento Acque S.p.A. (di seguito LTA S.p.A.) il soggetto cui affidare la gestione. Con deliberazione assembleare n.5 di data , la CATOI Lemene ha adottato il progetto di piano da sottoporre a valutazione ambientale strategica (VAS). Tale proposta aveva utilizzato come base la disciplina tariffaria vigente nel primo periodo regolatorio (c.d. MTI1).
3 In tale proposta venivano in particolare esaminati tre diversi scenari: scenario massimale, che include tutti gli interventi che sono stati individuati come desiderabili, con investimenti complessivi di circa 1 miliardo di dal al 2045; uno scenario bilanciato, che riduce ulteriormente il volume di investimenti onde contenere l incremento tariffario entro i limiti di una spesa annua non superiore ai 300 /famiglia, con investimenti complessivi pari a 420 milioni di ; uno scenario minimale, limitato ai soli interventi obbligatori in base alla normativa vigente e alla manutenzione e rinnovo delle infrastrutture esistenti, con investimenti complessivi pari a 250 milioni di. A seguito dell approvazione del Metodo Tariffario Idrico per il secondo periodo regolatorio (MTI2), e in pendenza della conclusione dell iter di VAS, CATOI Lemene ha provveduto a predisporre la proposta tariffaria per il 2019, prendendo come riferimento lo scenario bilanciato. Tale proposta è stata approvata da AEEGSI con deliberazione n.408//r/idr del 14 luglio. A conclusione del citato processo di VAS, si rende, pertanto, necessario, anche a seguito delle specifiche richieste formulate dalla società incaricata dell asseverazione del PEF, aggiornare la relazione del piano economicofinanziario, adottando per i tre scenari esaminati le disposizioni previste dal MTI2. 2. Ipotesi alla base delle elaborazioni Le elaborazioni sono state effettuate utilizzando il quadro definito in sede di elaborazione del metodo tariffario per il secondo periodo regolatorio (MTI2, ex deliberazione AEEGSI n.664/2015/r/idr). L elaborazione del PEF consiste nell elaborazione dei seguenti documenti: piano tariffario, con lo sviluppo temporale delle componenti della tariffa, del VRG e del moltiplicatore theta (che misura il tasso di incremento cumulato della tariffa rispetto al valore base iniziale); conto economico previsionale per tutta la durata del piano; stato patrimoniale previsionale per tutta la durata del piano; rendiconto finanziario, con l evidenziazione dei flussi di cassa generati dalla gestione e dal piano di investimenti e del fabbisogno netto da finanziare ogni anno. In aggiunta a tali documenti obbligatori, la presente elaborazione sviluppa anche un modello che, sulla base di ipotesi concordate in merito alle modalità di finanziamento, ricostruisce i flussi di restituzione dei debiti e il pagamento degli interessi; in questo modo è possibile valutare anche gli indicatori finanziari che permettono un analisi dei profili di sostenibilità ed equilibrio finanziario della gestione. Secondo quanto prescritto dal MTI2, il PEF assume come dato l assetto patrimoniale presente nell ultimo bilancio approvato dal gestore (2015), integrato dalle evidenze contenute nei conti anche previsionali per il. Le poste a bilancio vengono supposte costanti nel tempo, fatta salva la dinamica delle poste interessate dalla gestione. Si ipotizza altresì la costanza delle regole tariffarie lungo la durata dell affidamento. Per il finanziamento degli investimenti, si è fatta l ipotesi che questi siano finanziati con mutui della durata di 25 anni, a un tasso pari al 4,5%. Tale valore deriva dall ipotesi di un tasso costruito a partire dall EURIRS a 25 anni maggiorato di uno spread del 2%. Non vengono considerati per semplicità costi upfront per i finanziamenti. Per i primi anni si è ipotizzato che il tasso base corrisponda all attuale valore di mercato (1,57%), ma cautelativamente si è previsto che esso risalga al 2,50% successivamente al 2017.
4 Si fa, inoltre, l ipotesi che gli utili non siano mai distribuiti agli azionisti, ma vengano sistematicamente accantonati a riserve di capitale. Si rammenta che questa ipotesi risulta assai determinante ai fini degli indicatori di equilibrio finanziario, e dovrà quindi essere oggetto di attenta valutazione in sede di asseverazione. Per la contabilizzazione del FoNI, si utilizza il c.d. metodo ACEA, che consiste nel considerare i ricavi derivanti dalle componenti FoNI (e analogamente i nuovi contributi a fondo perduto e i contributi di allacciamento) interamente di competenza dell esercizio, destinando tuttavia la quota di utile ad essi attribuibile come riserva non disponibile nel passivo patrimoniale I piani di ammortamento e i risconti dei contributi percepiti in passato proseguono in base ai piani di ammortamento originario, mentre quelli dei nuovi investimenti seguono le vite utili previste dal MTI. 3. Gli indicatori calcolati Insieme ai prospetti di conto economico, stato patrimoniale e rendiconto finanziario, vengono calcolati gli indici finanziari descritti nella tab. 3.1, che ne fornisce una sintetica descrizione e un criterio per interpretarne il valore. Tabella 3.1 Gli indicatori considerati nell analisi del PEF DSCR ADSCR LLCR Fabbisogno finanziario Debito residuo PFN/EBITDA PFN/PN Ebitda/interest Coverage Ratio Che cos è E il rapporto tra il servizio del debito e il flusso di cassa libero (ossia ciò che resta dei ricavi una volta pagati i costi operativi) E il valore medio di DSCR lungo tutta la durata del piano E il rapporto tra il valore attuale dei flussi di cassa liberi a partire da un certo anno e il valore del debito residuo in quell anno Misura la differenza tra entrate e uscite di cassa E l importo, in valore assoluto, del livello di indebitamento nell anno in cui termina l affidamento E il rapporto, in ogni anno, tra il livello di indebitamento complessivo e il margine operativo lordo E il rapporto, in ogni anno, tra il livello di indebitamento e il patrimonio netto. Un valore più elevato di questo indicatore mostra un elevato impiego della leva finanziaria, e un maggiore rischio per il finanziatore E il rapporto tra margine operativo lordo e spesa per interessi Che cosa indica Esprime la capacità della gestione di ricavare i flussi di cassa necessari per assicurare il servizio del debito. Di solito le banche richiedono un valore prudenzialmente superiore all unità. Per settori caratterizzati da elevati investimenti e lunghi periodi di ritorno, come quello idrico, si richiedono in genere valori minimi di 1,2 1,3 Il significato è simile a quello dell indicatore precedente Un profilo equilibrato richiede che il fabbisogno non cresca nel tempo: gli avanzi futuri devono servire per coprire il rimborso dei debiti contratti nei periodi in cui il fabbisogno è positivo Tendenzialmente, l equilibrio finanziario richiede che alla scadenza dell affidamento il gestore sia in grado di estinguere i debiti contatti; il valore delle attività accumulate, compreso l indennizzo spettante al termine dell affidamento per gli investimenti non ancora ammortizzati, devono essere sufficienti a ripagarne l importo. E altresì importante che il valore del debito decresca nel tempo, almeno per un numero di anni significativo, prima del termine dell affidamento, e che il debito non mostri tendenze esplosive Sebbene tale valore non sia univoco e dipenda dal tipo di attività, in generale il mercato finanziario richiede che il livello di indebitamento non sia superiore a 4 volte il MOL Sebbene tale valore non sia univoco e dipenda dal tipo di attività, in generale il mercato finanziario richiede che il livello di indebitamento non sia superiore a 2 volte il patrimonio netto Misura la capacità della gestione di rimborsare almeno il costo degli interessi passivi (eventualmente sospendendo gli
5 Ebit/Interest Coverage Ratio E il rapporto tra margine operativo netto e spesa per interessi investimenti) Misura la capacità della gestione di rimborsare almeno il costo degli interessi passivi, anche a valle degli investimenti 3.1 Piano tariffario Il piano tariffario è stato redatto avvalendosi di un tool di calcolo appositamente sviluppato, che incorpora le disposizioni in materia contenute nel MTI2, utilizzando come dati di input quelli già utilizzati per la predisposizione tariffaria che è stata definitivamente approvata da AEEGSI con deliberazione n.408//r/idr del 14 luglio. Nel frattempo, tuttavia, un importante innovazione si è verificata, con l incorporazione da parte del gestore LTA S.p.A. delle società patrimoniali degli enti locali, fino al proprietarie di una parte significativa delle infrastrutture del servizio idrico. Il piano tariffario qui considerato per lo scenario bilanciato coincide con quello approvato fino al ; oltre tale anno, gli incrementi tariffari sono lievemente maggiori rispetto a quelli previsti dal PEF approvato, in quanto, pur riducendo a 0 l impiego del FoNI, la componente Capex (derivante dai cespiti precedentemente in capo alle patrimoniali) è comunque più elevata. Anche per gli scenari massimale e minimale si è cercato di mantenere lo sviluppo del moltiplicatore tariffario il più vicino possibile al valore già determinato in sede di adozione del progetto di piano da sottoporre a VAS. Per quanto riguarda la scelta del quadrante regolatorio, il tool replica ad ogni quadriennio regolatorio la scelta del quadrante, secondo modalità analoghe a quelle stabilite per il biennio , e cioè (a) confrontando gli investimenti attesi per il quadriennio con il valore della RAB dell ultimo anno del quadriennio precedente; (b) valutando eventuali cause di scostamento del costo operativo. Di conseguenza, una volta individuato il quadrante, si è proceduto a decidere se e in che misura avvalersi delle opzioni decisionali relative alle componenti del FoNI e all ammortamento finanziario. Tutte le variabili necessarie al calcolo sono state proiettate al futuro mantenendo costanti i valori rispetto all ultima rilevazione contabile disponibile, con l unica eccezione degli investimenti, che seguono il piano previsto. Ciò vale in particolare per i ricavi e i costi delle altre attività idriche, per i costi di energia elettrica e di acquisto da grossisti, per le voci di conto economico, per i fondi di accantonamento. Il CCN è stato calcolato sulla base dei volumi di ricavo derivanti dallo sviluppo tariffario. Per la determinazione dei costi operativi endogeni, è stata considerata la somma degli importi riconosciuti ai due gestori ABL S.p.A. e CAIBT S.p.A. prima della fusione. Ai fini del PEF questa ipotesi incide solo marginalmente, in quanto si può ipotizzare che eventuali riduzioni dei costi operativi riconosciuti in futuro si accompagnino con un analoga riduzione dei costi effettivi, non andando quindi ad incidere sui margini operativi. Si rammenta peraltro che il MTI2 prevede che i costi operativi efficientabili riconosciuti siano esattamente uguali a quelli riconosciuti per il 2014 (che nel nostro caso sono largamente cautelativi, non contemplando il possibile effetto di economie di scala). È pertanto possibile che i costi effettivi siano inferiori a quelli riconosciuti in tariffa, con un effetto positivo sui margini operativi. Per i CFP si sono considerati (oltre alla frazione della componente FoNI che va considerata CFP ai sensi del comma 23.3 del MTI) gli importi dei contributi già stanziati dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, il cui dettaglio è offerto nella tabella 3.2, dove viene approfondito lo scenario bilanciato.
6 Si può vedere che dei 420 M di investimenti pianificati il 95% in media viene finanziato a carico della tariffa, con un valore che cresce nel tempo. Il piano degli investimenti riprende quanto già stabilito in sede di adozione del Piano d Ambito, con l ulteriore estensione di due anni. La fig. 1a e 1b illustrano l andamento degli investimenti annui (totali e procapite) nei tre scenari. L impiego del FoNI è stato dosato con l obiettivo di consentire un profilo di dinamica tariffaria il più lineare possibile, anche al fine di non eccedere i limiti fissati all incremento annuo decisi da AEEGSI. È importante notare che, nei tre scenari considerati, la dinamica della tariffa, per effetto degli investimenti richiesti dal piano nelle tre ipotesi, è assai differente. Tabella 3.2 Investimenti programmati e fonti di finanziamento: CFP, FoNI e indebitamento sostenuto da tariffa scenario Bilanciato Anno importo a collaudo cfp_rfvg CFP da FoNI CFP Totali CFP % Investimenti a carico tariffa M M M M % M % 19,27 4,19 4,15 8,34 43% 10,93 57% ,86 0,15 0,36 0,51 3% 16,35 97% 13,58 1,15 1,25 2,40 18% 11,18 82% ,67 0,55 0,67 1,22 8% 13,45 92% 14,13 0,55 0,55 4% 13,58 96% ,13 0,55 0,55 4% 13,58 96% 14,63 0,55 0,55 4% 14,08 96% ,13 0,55 0,55 4% 13,58 96% 14,63 0,55 0,55 4% 14,08 96% ,63 0,55 0,55 4% 14,08 96% 14,63 0,55 0,55 4% 14,08 96% ,41 0,55 0,55 4% 12,86 96% 13,41 0,55 0,55 4% 12,86 96% ,41 0,55 0,55 4% 12,86 96% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% 13,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% ,41 0,15 0,15 1% 13,26 99% Totale 420,00 13,95 6,43 20,37 5% 399,63 95%
7 La fig. 2 illustra la dinamica della spesa familiare per un consumo standard di 150 m 3 /anno. Si evidenzia che lo scenario massimale comporterebbe un incremento tariffario estremamente elevato (circa 4 volte la tariffa attuale, con una spesa annua per famiglia superiore ai 1100 ; tale scenario non è peraltro ipotizzabile stanti le regole tariffarie, poiché l incremento tariffario sarebbe ben presto superiore al massimo consentito. Gli altri due scenari comportano una dinamica sempre sostenuta, con una spesa massima che raggiungerebbe un valore tra i 400 e i 530 /anno. Nella fig. 3 si illustra l andamento dell incremento cumulato (theta) rispetto al valore base del La fig. 4 illustra l andamento del VRG, mettendolo in relazione con gli importi degli investimenti nei 3 scenari. Entrambe le dinamiche mostrano un andamento comprensibilmente parallelo a quello della spesa annua. Si può osservare, in particolare, che lo scenario massimale comporta una crescita della spesa familiare e della tariffa in termini reali di 4,5 volte rispetto al valore corrente, con una spesa standard intorno ai /anno per un consumo di 150 m 3. Lo scenario bilanciato consente incrementi decisamente più contenuti, sebbene non trascurabili, con una spesa annua che, a regime (nella fase finale), raggiunge i 530 /famiglia. Dal canto suo lo scenario minimale consente di contenere la spesa totale al di sotto dei 400 /anno, ma al prezzo di un drastico ridimensionamento degli investimenti, che non consentirebbe di portare a soluzione le molte criticità. Figura 1 Investimenti totali (M /anno), procapite ( /ab/anno) e cumulati (M totali) 40,00 30,00 20,00 10,00
8 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,
9 Figura 2 Dinamica della spesa familiare per un consumo standard di 150 m 3 /anno ( /anno) Figura 3 Incremento cumulato delle tariffe (2011 = 100)
10 Figura 4 Dinamica del VRG (milioni di ) 90,00 80,00 70,00 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10, Indicatori finanziari Gli indicatori finanziari calcolati (tabella 3.3) evidenziano un sostanziale equilibrio finanziario, seppure a fronte di un elevato volume di indebitamento che a regime si rende necessario per sostenere lo sforzo di investimento. Lo scenario massimale evidenzia tuttavia una serie di criticità legate all elevata esposizione nella parte centrale del periodo di piano, che porta a livelli di alcuni indicatori palesemente oltre quelli accettabili. Il DSCR, comunque sempre abbondantemente al di sopra dell unità, tocca un minimo di 1,16 nel, restando sotto la soglia dell 1,3 tra il 2025 e il 2035; esso comunque mostra una tendenza all aumento negli ultimi 10 anni di affidamento; il valore medio (ADSCR) è pari a 1,71. I tassi di rendimento interno sono estremamente elevati (di qualche ordine di grandezza superiori al 100%), permettendo di affermare con ampi margini di tranquillità la sostenibilità del piano. Tabella 3.3 Indicatori di equilibrio economicofinanziario BILANCIATO MASSIMALE MINIMALE INDICATORI FINANZARI DSCR minimo 1,16 1,46 2,01 ADSCR 1,71 1,94 3,53 TIR unlevered > 100% > 100% n.d. TIR levered 11,0% 76,4% n.d. PFN/EBITDA medio 4,20 6,44 3,13 PFN/PN medio 0,86 2,56 0,60
11 LLCR medio 3,26 4,03 3,63 Σ Fabbisogno finanziario (M ) Tabella 3.4 Valori a fine affidamento BILANCIATO MASSIMALE MINIMALE Debito residuo (M ) 53,9 332,8 9,6 Debito residuo netto (M ) 53,9 332,8 7,9 Valore residuo ex MTI Aeegsi 221,56 516,28 114,60 Tabella 3.5 Variabili di piano d ambito BILANCIATO MASSIMALE MINIMALE Investimenti totali (M ) Investimenti procapite totali ( /ab) Investimenti prcapite medi ( /ab/anno) 100,7 242,6 59,6 Spesa annua max Spesa annua media Il debito residuo viene calcolato al netto delle attività finanziarie generate negli anni di cassa attiva (fig. 5). Il debito raggiunge un livello massimo tra i 50 e i 100 M, valore piuttosto elevato considerando le dimensioni del gestore; tuttavia l importo poi diminuisce sensibilmente e molto rapidamente. Pur non azzerandosi nell ultimo anno di affidamento, risulta comunque ampiamente inferiore al valore delle attività finanziarie e dell indennizzo calcolato in base a quanto previsto da MTI2. Ancora una volta lo scenario massimale si rivela molto problematico, raggiungendo un livello di debito di oltre 300 M e mantenendo un elevata esposizione al termine dell affidamento, pur con un valore residuo necessariamente altrettanto alto. Il DSCR, inizialmente vicino, anche se superiore, alle soglie di criticità, nella fase centrale assume valori al limite (tra 1,2 e 1,3), aumentando in seguito in modo lento all inizio e poi più pronunciato. Ancora una volta, lo scenario massimale evidenzia valori assai più critici (fig. 6). Ampiamente soddisfacenti anche gli indicatori di redditività (fig. 7). Il reddito netto oscilla tra i 2 e i 10 M ; è appena il caso di ricordare che questo risultato è ampiamente determinato dalla componente FoNI, che in pratica rappresenta una voce di utile destinata automaticamente all autofinanziamento degli investimenti (fig. 8). Altrettanto importante notare come l equilibrio finanziario della società sia criticamente condizionato dal fatto che questi utili siano destinati all autofinanziamento e non vengano distribuiti ai comuni proprietari. L EBIT in rapporto alla spesa per interessi, inizialmente compreso tra 1 e 2, aumenta poi stabilmente fino a 6 volte il servizio del debito, mentre per l EBITDA tale rapporto è compreso nella banda da 5 a 10 volte fino al, per poi salire negli ultimi anni di piano fino a 13 volte. Questo indicatore esprime quindi un buon grado di affidabilità (figg. 910), con la solita eccezione dello scenario massimale. La posizione finanziaria netta raggiunge un picco nel 2025, ma non supera in media il quadruplo dell Ebitda e le 1,5 volte il patrimonio netto, mostrando dopo il picco una chiara tendenza alla diminuzione
12 (fig. 11). Anche il valore di LLCR è sufficientemente elevato (fig. 12). Anche in questi casi come sempre fa eccezione lo scenario massimale. Nella fig. 13 si illustra il profilo del fabbisogno finanziario. Esso risulta piuttosto consistente negli scenari bilanciato e massimale, mentre risulta di fatto azzerato nello scenario minimale, che addirittura nella parte finale genera cassa attiva. Concentrandoci sullo scenario Bilanciato, esso evidenzia un fabbisogno di finanziamenti notevole, soprattutto in relazione alle dimensioni del gestore. Ovviamente ciò è ancora più vero per lo scenario massimale. Figura 5 Andamento del debito residuo, al netto delle attività finanziarie 400,00 350,00 300,00 250,00 200,00 150,00 100,00 50,00 (50,00) Figura 6 Andamento del DSCR 10,00 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,
13 Figura 7 Andamento di ROE (in alto a sinistra), ROI (in alto a destra, ROS (in basso a sinistra) e ROA (in basso a destra) 8,0% 6,0% 4,0% 8,0% 6,0% 2,0% 4,0% 0,0% 2,0% 4,0% Scenario BILANCIATO Scenario MINIMALE Scenario MASSIMALE 2,0% 0,0% 40,0% 4,0% 30,0% 3,0% 20,0% 10,0% 2,0% 1,0% 0,0% 0,0% Scenario BILANCIATO Scenario MINIMALE Scenario MASSIMALE 1,0% Figura 8 Andamento del risultato economico (al lordo del FoNI) 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 2,
14 Figura 9 EBIT/Interest coverage 20,00 18,00 16,00 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2, Figura 10 EBITDA/Interest coverage 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,
15 Figura 11 Posizione finanziaria netta (PFN, destra) in rapporto a EBITDA e Patrimonio Netto (PN, sinistra) 9,00 8,00 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 4,00 3,00 2,00 1,00 Scenario BILANCIATO Scenario MASSIMALE Scenario MINIMALE Figura 12 Andamento di LLCR 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00
16 Figura 13 Andamento del fabbisogno finanziario (M ) 20,0 10,0 10,0 20,0 30,0 40, Conclusioni Gli scenari analizzati rappresentano un ottima combinazione delle alternative a disposizione. Si è evidenziato che lo scenario massimale, comprensivo di tutti gli interventi astrattamente desiderabili, comporterebbe un volume di investimenti assolutamente fuori dalla portata del sistema di gestione, andando ad incidere in maniera non sostenibile sia sulle dinamiche tariffarie che su quelle finanziarie. Gli altri scenari sono finanziariamente più equilibrati; al crescente impegno finanziario corrisponde una dinamica tariffaria maggiore, ma del resto abbastanza in linea con analoghe dinamiche osservate a livello nazionale e macroregionale. Le dimensioni limitate dell ATO, unitamente a parametri strutturali certamente penalizzanti (bassa densità di utenza, elevato rapporto tra infrastrutture e utenti), costituiscono del resto un limite ineludibile, che potrebbe essere superato, ad esempio, ipotizzando di confluire in ambiti gestionali di maggiore dimensione e concentrazione media. Una volta scartato lo scenario massimale, occorre peraltro considerare che quello minimale contempla solo il minimo indispensabile per risolvere le criticità più immediate (procedure di infrazione, messa a norma) e a tamponare qualche esigenza di rinnovo e manutenzione straordinaria, ma non di affrontare in modo adeguato le esigenze di miglioramento strutturale che il sistema ha evidenziato. Si ritiene quindi che il maggiore sforzo richiesto dallo scenario intermedio (bilanciato) valga senz altro la pena di essere sostenuto. Esso consente di garantire l equilibrio economicofinanziario del gestore, risultando tutti gli indicatori ampiamente entro i valori di riferimento accettati dalla comunità finanziaria. Lo scenario prescelto comporta certamente un fabbisogno finanziario elevato; la sostenibilità finanziaria di un simile sforzo da parte del gestore sembra garantita, essendo gli indicatori finanziari sostanzialmente in linea con quanto solitamente richiesto in sede di asseverazione; alcuni indicatori sono tuttavia prossimi al limite di accettabilità. Va peraltro segnalato che, qualora nel seguito del periodo di affidamento dovessero manifestarsi elementi di tensione, si dispone in ogni caso di margini di manovra sufficienti a rimediare, essendo in particolare la
17 componente FoNI utilizzata in maniere inferiore al massimo consentito. Successive revisioni della tariffa, perdurando l attuale quadro regolatorio, potranno eventualmente compensare eventuali riduzioni dei flussi di cassa liberi a disposizione del gestore per il servizio dei debiti. Considerata questa possibile clausola di salvaguardia, si ritiene che lo scenario bilanciato possieda le caratteristiche per poter essere finanziato sul mercato.
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