marzo 2017 Lavoro notturno: i rischi per la salute

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1 marzo 2017 Lavoro notturno: i rischi per la salute

2 LAVORO NO I RISCHI PER Muratori, panettieri, forze dell ordine, giornalisti, medici, infermieri, autotrasportatori: sono questi i lavoratori che, più di frequente, effettuano turni di lavoro notturno. È noto che questa tipologia di impiego, specialmente se comprende anche la notte, costituisce una fonte di stress fisico e mentale: la drastica alterazione dell equilibrio sonno/ veglia e la mancanza di un riposo adeguato influiscono negativamente sulle funzioni biologiche e determinano a lungo andare sonnolenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione e irritabilità, che possono compromettere la capacità di svolgere le attività quotidiane in modo efficiente. Scientificamente questo stato di salute corrisponde ad una vera e propria malattia, la cosiddetta sindrome del turnista, che colpisce il 10-15% dei lavoratori. L opinione che il lavoro notturno comportasse dei rischi per la salute ha iniziato a farsi largo già dagli anni Trenta del Novecento 2

3 TTURNO: LA SALUTE quando, con l avvento dell attività industriale su larga scala e della relativa alternanza dei lavoratori, si è iniziato a notare un aumento dell incidenza dei tumori nei lavoratori che effettuavano turni di notte. A partire dagli anni Ottanta, alcune ricerche hanno ammesso l esistenza di una correlazione tra il lavoro notturno e l insorgenza di alcune neoplasie come, ad esempio il tumore al polmone ed il carcinoma del colon. Tale dato è stato confermato anche in anni più recenti da indagini epidemiologiche condotte su alcune categorie di lavoratori su rotazione, quali assistenti di volo e operatori di call center. Le malattie professionali più diffuse tra i lavoratori turnisti In Europa, 1 lavoratore su 5 svolge una prestazione lavorativa articolata in turni. La condizione di turnista implica per l individuo una serie di 3

4 INAS CISL - numero verde modifiche sostanziali delle abitudini di vita, dall alternarsi delle fasi di attività e riposo non più regolari agli orari di assunzione dei pasti. In particolare, le alterazioni del ciclo sonno/veglia (cosiddetta variabilità circadiana) comportano effetti negativi di lungo periodo sull organismo, che aumentano in modo proporzionale al numero di anni spesi adottando ritmi sfasati. Infatti, la mancanza di sonno e di un riposo adeguato e l esposizione prolungata alla luce artificiale, anche se per un periodo limitato di 5 anni, accrescono il rischio di cancro al polmone e di malattie cardiovascolari con un aumento complessivo della mortalità dell 11%. Per spiegare i meccanismi alla base della maggior vulnerabilità alle malattie oncologiche e cardiovascolari dei turnisti si deve fare riferimento alla melatonina, ormone dalla funzione protettiva per l organismo e coinvolto nella regolazione del ciclo sonno/veglia, i cui livelli vengono alterati nel caso di lavoro notturno. La melatonina è un antiossidante che contrasta i fenomeni di danneggiamento del dna che possono portare allo sviluppo dei tumori ed ha un effetto stabilizzante sulla membrana dei vasi sanguigni che determina una riduzione della reazione infiammatoria alla base della produzione delle placche endovasali, tra cui quelle coronariche che portano alle patologie ischemiche cardiache. Ai problemi connessi al deficit di sonno si aggiungono quelli digestivi che, se trascurati, possono sfociare in malattie gastrointestinali più gravi (quali gastrite cronica, gastroduodenite, ulcera peptica e colite).

5 Più in generale, il lavoro notturno comporta un peggioramento nelle prestazioni delle principali facoltà cognitive, come memoria, attenzione, velocità di reazione. Il lavoro a turni ha effetti sulla salute mentale con una più alta propensione al manifestarsi di patologie neuropsichiche come disturbi del tono dell umore, ansia e nervosismo. I turnisti hanno maggiori difficoltà nel mantenere i normali rapporti di vita sociale, con notevoli ripercussioni nel rapporto di coppia e sull educazione e l accudimento dei figli. L impatto negativo, inoltre, pur reversibile, persiste per almeno 5 anni dopo la fine del lavoro a turni. Il lavoro notturno, causa di tumore professionale Lavorare di notte e restare svegli quando non c è la luce naturale può mandare in tilt l orologio biologico, spezzando il naturale ritmo circadiano. Questa condizione, specie se protratta nel tempo, secondo gli scienziati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, può provocare l insorgenza di un tumore. Nello specifico, secondo gli esperti, l eccessiva esposizione alla luce artificiale compromette il meccanismo di crescita delle cellule, condizionato dai ritmi della giornata, scanditi proprio dall alternanza naturale tra luce e buio. È evidente quanto sia necessario attuare l ottimizzazione delle condizioni di lavoro dei lavoratori notturni, sia in funzione dei problemi di salute già noti che del probabile rischio di cancro. La questione, in sostanza, riguarderebbe, secondo gli studiosi, la quantità e la distribuzione dei turni di lavoro: rotazioni ben programmate ed avvicendamento del personale limiterebbero, nel lungo termine, le ripercussioni negative sulla salute generale dei lavoratori turnisti. INAS CISL - numero verde

6 INAS CISL - numero verde Lavoro notturno e tumore al seno Le donne che svolgono professioni che prevedono turni occupazionali notturni potrebbero essere esposte a un rischio più elevato di sviluppare il tumore al seno: è la conclusione a cui sono pervenuti alcuni studi epidemiologici che hanno dimostrato una maggiore incidenza di questo tipo di cancro, con un rischio più elevato del 50% rispetto alla popolazione generale. In particolare, molte ricerche hanno dimostrato un aumento del rischio del 30% tra le infermiere che hanno svolto turni di notte per un periodo di almeno 4 anni. Inoltre, l associazione tra questa patologia e questo tipo di lavoro diventa più significativa se i turni di notte sono svolti in un periodo precedente alla prima gravidanza, con un rischio che, in questo caso, si attesta tra il 40% ed il 50%. Secondo i ricercatori, l aumento di casi di tumore alla mammella andrebbe fatto risalire, anche in questo caso, alla mancanza di melatonina i cui livelli calano in corrispondenza di cambiamenti drastici del ritmo biologico. In questo caso, il meccanismo è basato sul fatto che lo sviluppo di alcuni tumori al seno sono favoriti da alti livelli di estrogeni prodotti dall organismo. La riduzione della produzione di melatonina, a causa dell alterazione dei ritmi naturali, contrasta l estradiolo, uno degli estrogeni più importanti. 6 La tutela Inail La malattia professionale è un evento dannoso che agisce sulla capacità lavorativa della persona e trae origine da cause connesse allo svolgimento della prestazione lavorativa; ovviamente, la patologia deve risultare in diretta relazione con l esercizio di determinate attività. L Inail eroga prestazioni economiche, ma anche sanitarie e integrative, ai lavoratori che hanno contratto una malattia professionale (o subìto un infortunio sul lavoro). Ricevuta la denuncia di malattia professionale, l ente avvia un procedimento amministrativo per rilevare l effettiva sussistenza della malattia e delle condizioni di assicurabilità del lavoratore e, in caso di accoglimento dell istanza, procede all erogazione dei benefici economici previsti.

7 Le principali prestazioni economiche riconosciute al lavoratore affetto da malattia professionale sono: l indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta; l indennizzo in capitale del danno biologico; la rendita diretta per inabilità permanente. Indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta Il danno biologico è la lesione dell integrità psicofisica suscettibile di valutazione medico-legale della persona ed è indennizzato per gli infortuni verificatisi dal 25 luglio 2000 e per le malattie professionali denunciate dalla stessa data. Nel caso in cui il grado di menomazione subita dal lavoratore risulti compreso tra il 6% ed il 15%, l indennizzo avviene in capitale ed è determinato sulla base di un apposita tabella che tiene conto del sesso, dell età e del grado di menomazione subita. INAS CISL - numero verde Nel caso in cui il danno a seguito di infortunio o malattia professionale comporti l astensione dal lavoro per più di 3 giorni, l Inail è tenuto a pagare al lavoratore un indennità giornaliera, pari al 60% della retribuzione media giornaliera fino al 90 giorno, ed al 75% dal 91 giorno fino alla guarigione clinica del lavoratore. La retribuzione media giornaliera va calcolata in base a quella effettivamente corrisposta nei 15 giorni antecedenti l evento. Indennizzo in capitale del danno biologico Rendita diretta per inabilità permanente Per i danni valutati tra il 16% ed il 100%, l Inail eroga una rendita vitalizia costituita da due quote: la prima relativa al danno biologico, determinata secondo un apposita tabella con indicazione degli importi in corrispondenza dei diversi dati percentuali di menomazione, la seconda, relativa al danno patrimoniale, calcolata sulla base della retribuzione percepita dal lavoratore nell anno precedente il giorno dell evento, del grado di menomazione e del corrispondente coefficiente stabilito secondo un apposita tabella. 7

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