EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELL INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA

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1 Roberto Ravazzoni Università di Modena e Reggio Emilia e CERMES Bocconi EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DELL INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA Roma, 13 Aprile aprile

2 Alcune caratteristiche strutturali dell Industria Alimentare italiana E il secondo settore manifatturiero del Paese, dopo quello metalmeccanico Offre lavoro a persone nella fase industriale, mentre l occupazione totale dell intera filiera agro-alimentare è di circa addetti Realizza un giro d affari di 110 Mld di Euro ( +2,8% rispetto al 2005 a valori correnti) 2

3 La dinamica del fatturato totale dell Industria Alimentare italiana + 3,0% Valori in miliardi di Euro + 1,9% ,9% ,8% Fonte: Federalimentare (2007) 3

4 Alcune caratteristiche strutturali dell Industria Alimentare italiana Prevale ancora una spiccata frammentazione sia a livello di filiera che di settore industriale solo il 20% dell universo produttivo di imprese è formato da imprese con più di 9 addetti e solo 200 di queste danno lavoro a più di 50 persone Piccolo non è più bello nelle nuove dimensioni della competizione internazionale: i proverbiali vantaggi della piccola taglia ( originalità, velocità, cura del particolare, ) vengono ormai controbilanciati da svantaggi ( meno investimenti sulla Marca, meno R&S e meno controllo sui canali distributivi ) 4

5 L evoluzione della produzione dell Industria Alimentare italiana Indici Grezzi 2000 = ,9 107,9 107,4 109,4 110, ,7 105, ,4 97,8 96,8 97,3 95,5 97,5 99, (*) Ind. Alimentare Totale Industria (*) Stime Fonte: elab. Federalimentare su dati Istat (2007) 5

6 La congiuntura 2006 La produzione 2006 ha mantenuto un trend prossimo a quello del 2005 a parità di giornate lavorative (+1,5% vs +1,7%), mentre l avvio del 2007 è stato un po meno brillante In linea generale, si conferma la persistenza di una stagnazione dei consumi interni, che trova un efficace riscontro anche nella dinamica delle vendite della distribuzione, e che non viene compensata dal pur importante sviluppo dell Export 6

7 La dinamica del V.A. e delle retribuzioni lorde nel periodo ,0 112,0 N. Indici 2000 = 100 V.A. N. Indici 2000 = 100 Retribuzioni 115,6 108,0 106,5 106,5 105,5 109,3 105,5 104,0 100,0 100,0 100,9 100,3 102,6 104, Fonte: elab. Federalimentare su dati Istat (2007) 7

8 La dinamica del Valore Aggiunto per occupato 106,0 Valori concatenati N.I = ,0 104,3 102,0 100,0 100,0 98,0 98,6 99,6 98,6 98,0 96,9 97,8 97,7 96,0 97,9 95,2 97,5 96,6 94,0 94,9 93,8 94,0 92,0 90, Industria Alimentare Industria Manifatturiera Totale Economia Italia Fonte: elab. Federalimentare su dati Istat (2007) 8

9 L Industria Alimentare italiana La dinamica dei prezzi Andamento prezzi e inflazione 130,0 125,0 120,0 115,0 Prezzi alla produzione Prezzi al consumo (*) Inflazione nazionale 112,1 120,8 113,5 127,8 121,6 112,2 110,0 105,0 100,0 95,0 100,0 105,7 104,7 101,3 108,6 103,2 111, (*) Con esclusione dei prodotti freschi Fonte: elab. Federalimentare su dati Istat (2007) 9

10 I consumi alimentari in Italia nel 2006 Il 2006 è stato un anno che ha evidenziato aspetti e dinamiche importanti dal lato della domanda di prodotti alimentari Innanzitutto, si è assistito ad una leggera diminuzione in volume ( nuovi modelli di consumo e ridotto potere d acquisto delle famiglie) e ad un piccolo aumento in valore ( lieve rialzo dei prezzi al consumo) 10

11 I consumi alimentari in Italia nel 2006 A fronte di una domanda interna quasi stagnante, l Industria Alimentare italiana deve puntare, da un lato, sullo sviluppo nei mercati esteri e, dall altro, sulla ricerca di nuovi canali luoghi di consumo vendita in Italia Questo auspicabile riorientamento competitivo e di mercato richiede la dotazione di adeguate risorse di competenza e di una discreta flessibilità strategica, ma soprattutto necessita della disponibilità dell impresa o meglio dell imprenditore a crescere in autonomia e/o con altri 11

12 L Export dell Italian Food & Drink Valori in miliardi di Euro 14,2 14,18 13,22 14,61 15,16 16,65 10,09 10,33 10,96 11,4812, Fonte: ns elab. su dati Federalimentare (2007) 12

13 L Export dell Italian Food & Drink In definitiva, è stato proprio l aumento dell Export che ha consentito alla produzione 2006 dell Industria Alimentare italiana di mantenere un tasso espansivo, pur in presenza di una leggera erosione dei consumi interni Oltre 3/4 del Fatturato Estero realizzato dall Industria Alimentare italiana è generato da prodotti di Marca Industriale La quota residua è invece rappresentata dalle vendite all Estero dei prodotti artigianali e dei prodotti freschi 13

14 La dinamica del saldo commerciale Il saldo commerciale 2006 ha fatto registrare un miglioramento del 20% circa, raggiungendo circa i 3 miliardi di Euro L Export del Made in Italy, quindi, è tornato ad essere performante e redditizio, nonostante l attuale, sfavorevole rapporto Euro/Dollaro 14

15 L Export dell Italian Food & Drink La UE a 25 concentra i 2/3 del Fatturato Estero dell Italian Food & Drink (+4,6% dal 2005) ma si conferma in progressiva discesa ciò dimostra una graduale maggiore apertura dei mercati internazionali verso la nostra più qualificata offerta eno-gastronomica 15

16 L Export 2006 dell Italian Food & Drink Valori % sul totale Export 72,54 81,57 57,15 Germania 17,70 Stati Uniti 13,43 Francia 11,98 Regno Unito 9,73 Svizzera 4,31 Spagna 3,98 Austria 3,00 Paesi Bassi 2,91 Belgio 2,88 Giappone 2,62 Canada 2,53 Grecia 2,11 Svezia 1,53 Russia 1,46 Australia 1,40 Primi 5 paesi Primi 10 paesi Primi 15 paesi Fonte: ns. elab. su dati Federalimentare (2007) 16

17 Le dinamiche dell Export Agroalimentare Italiano nei primi 15 Mercati-Paese I primi 15 mercati Paese (Var. % ) Germania USA Francia Regno Unito Svizzera Spagna Austria Olanda Belgio Giappone Canada Grecia Svezia Russia Australia 0,94-1,70 3,97 5,80 4,66 3,99 3,92 6,61 7,00 8,28 8,14 17,22 16,28 22,02 24,88 Fonte: ns. elab. su dati Federalimentare (2007) 17

18 L Export 2006 dell Italian Food & Drink: il contributo dei primi 10 comparti TOP 5 = 56,1% Acquaviti e liquori 2,8% Caffè 3,2% Altri comparti 21,2% Vino 20,3% Dolciario e prod. da forno 12,1% Conserve e succhi di frutta 4,5% Salumi e carni preparate 5,1% Formaggi Conserve vegetali 7,3% 7,1% Olio d'oliva 8,1% Pasta 8,3% Fonte: ns. elab. su dati Federalimentare ( 2007 ) 18

19 L Export dell Italian Food I prodotti italiani più venduti all estero sono quelli della tradizione mediterranea Ma l immagine del Made in Italy da sola non basta più; per sconfiggere i concorrenti diretti e, soprattutto, gli imitatori stranieri bisogna continuamente insistere su: QUALITÀ INNOVAZIONE SERVIZIO MARCA 19

20 L internazionalizzazione dell Italian Food: alcune questioni aperte Handicap e attualità delle proposte (alimentari) ad alto contenuto di tipicità Tanto più un prodotto è tipico, tanto più è faticoso valorizzarlo al di fuori della zona di produzione e di consumo originario e soprattutto all estero Un opportunità: il modello eno-gastronomico italiano si afferma nel mondo... L affermazione del modello alimentare italiano nel mondo aiuta le produzioni nazionali, ma può far poco per quelle locali 20

21 L internazionalizzazione dell Italian Food: alcune questioni aperte L internazionalizzazione non deve essere una scelta di ripiego ma va ricercata solo nel momento in cui ci si sia affermati sul mercato di origine e soprattutto va perseguita con un approccio sistemico ( in particolare per le PMI) Le imprese italiane non hanno saputo sfruttare appieno l opportunità offerta dalla diffusione del nostro modello eno-gastronomico perché si sono sempre mosse da sole, mentre sarebbe necessario uno sviluppo integrato 21

22 L internazionalizzazione dell Italian Food: alcune questioni aperte Non vi può essere sviluppo internazionale senza la presenza di una marca forte e un significativo presidio dei canali distributivi condizioni essenziali che le PMI non possono perseguire da sole L impresa italiana è piccola ma piccolo non è bello nella competizione internazionale: per esportare con efficacia bisogna raggiungere una sufficiente massa critica anche in rete Il prodotto da solo non basta (anche se innovativo, tipico, ). Anzi, tanto più il prodotto è tipico, tanto più è faticoso valorizzarlo all estero La strada da percorrere è quella della ricerca di accordi interaziendali, orizzontali e verticali (di Filiera), e della creazione di nuove marche-ombrello (mono( vs. multi-prodotto/del territorio) oggi, queste possibili strategie pongono però problemi a livello di governance e di modelli organizzativi 22

23 Alcune specificità delle PMI italiane... Spesso unbranded (o quasi ) Orientate al sell-in e al contoterzismo L importante per loro è vendere ( non importa a quali condizioni) Sono dominate dagli importatori e dalla grande distribuzione straniera 23

24 Il processo di internazionalizzazione del retailing: una minaccia o un opportunità per l Italian Food? La distribuzione moderna rappresenta un partner molto interessante ma anche temibile grandi volumi assorbiti LE RAGIONI: supercentrali europee come centri di valorizzazione dei prodotti tradizionali (EMD, Coopernic, ) laddove il Progetto di Marca industriale è debole, la GDO internazionale anticipa i produttori piccoli e lenti le marche private si sviluppano ovunque 24

25 L assenza della GDO italiana dai Mercati Esteri La GDO italiana è quasi del tutto assente dai mercati esteri: sono note le cause legislative e aziendali, così come anche i riflessi di Filiera di questo fattore critico di debolezza del nostro Sistema L Italian Food & Drink risente di questa assenza distributiva e non può sviluppare a pieno tutto il proprio potenziale 25

26 Alcune proposte per un piano di sviluppo dell Italian Food nel mondo Rinforzare il ruolo e le funzioni dell ICE e Buonitalia nella promozione del Prodotto Alimentare Italiano Utilizzare i Grandi Gruppi Industriali come apri-pista e poli catalizzatori Educare ad una corretta preparazione e ad un consumo originale del Made in con delle campagne sui principali mercati Stimolare aggregazioni dell offerta ( Consorzi, ) e la creazione di marche collettive ( mono versus multi-prodotto/del territorio ) 26

27 Quale ruolo per le Fiere nel nuovo contesto di mercato internazionale? Non più solo exhibition domestiche di prodotti italiani Sempre più Centro Servizi Avanzati per le imprese italiane nelle loro relazioni con il mercato interno ( rapporti con la distribuzione) e nei loro processi di internazionalizzazione In prospettiva, le Fiere dovranno essere concepite e realizzate anche nei nuovi mercati-obiettivo per le nostre imprese ( opportunamente valutati e selezionati ) 27

28 Cosa deve fare l Industria Alimentare italiana? Le parole - chiave della Sfida Insistere sui fondamentali della Marca (R&S e Comunicazione) Ricercare la massima multi-canalità possibile ( tutti i luoghi ) Sviluppare i mercati esteri con approcci Glocal e modelli multi-nazionali Riorganizzarsi per singolo Grande Cliente Mantenere un presidio costante sui punti vendita e i luoghi d incontro Rispettare l equilibrio negli investimenti di marketing ( Consumer Marketing versus Trade Marketing) 28

29 Verso un impresa senza confini non solo crescita interna e autonoma non solo sviluppo nei canali distributivi classici non solo crescita domestica Collaborare è da molti anni un nuovo modo di competere! Multi-canalità e sviluppo internazionale sono oggi due vie obbligate per resistere alle difficoltà incontrate nel mercato interno ( nei punti vendita della GDO ) 29

30 Nel nuovo scenario di mercato Grazie dell attenzione e Buon 2007! se è tutto sotto controllo, stai andando troppo piano - Mario Andretti - 30

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