DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
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- Marilena Angela Valentini
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1 DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO AGGIORNAMENTO: OLTRE I DISTURBI DELL APPRENDIMENTO Corso di formazione per docenti Scuole Cattoliche Scuole Primarie e Secondarie di I grado Dott.ssa Michela Rampinini Psicologa Centro Cospes Novara cospesnovara@gmail.com 1
2 Le esigenze educative speciali sono tutte le possibili difficoltà: nell ambito dell apprendimento e dello sviluppo delle competenze nella sfera delle relazioni nell ambito motivazionale Derivano da qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativa e apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico e che necessitano di educazione speciale individualizzata e personalizzata. E auspicabile predisporre un piano personalizzato (PEI-PDP), per rendersi conto delle difficoltà rilevate e sapervi rispondere in modo adeguato, con interventi mirati e tagliati sulla situazione di difficoltà. Legge Regionale 28 del 28 dicembre 2007 Art.15 distinzione fra EES e allievi disabili. Comma 1 : realizzazione di un programma coordinato di attività scolastiche con quelle sanitarie Comma 4b: Asl partecipano definizione del progetto personalizzato Nota 16: Progetto personalizzato Sono allievi con Esigenze Educative Speciali gli allievi che presentano una o più delle seguenti patologie, individuate dalla D.G.R. della Regione Piemonte n del 9/02/2009 "Modalità individuazione studenti con Esigenze Educative Speciali" modificata con D.G.R. n del 02/03/2009, e precisamente: 2
3 Informazioni da diagnosi specialistica Informazioni da osservazione sistematica dell alunno LETTURA a.velocità, correttezza. b.comprensione (letterale, inferenziale, costruttiva, interpretativa, analitica, valutativa) SCRITTURA a. Tratto grafico (velocità, qualità del tratto, corsivo /stampato) b. Ortografia (tipologia errore) c. Produzione del testo CALCOLO(assimilazione e automatizzazione dei fatti numerici, accuratezza e velocità nel calcolo a mente e scritto, capacità di comprensione e produzione dei numeri, capacità di incolonnarli correttamente) MEMORIA (uditiva, visiva, difficoltà per le sequenze, procedurale) Molto scarsa è la ricerca sul funzionamento intellettivo limite (FIL). Si tratta di una specie di limbo tra normalità e ritardo mentale. QI è fra 71 e 84 Questo significa che non è un ritardo mentale, perché il suo QI non è inferiore a 70 e quindi non cade significativamente sotto la media, ma neppure un intelligenza normale poiché questa, per definizione, si colloca tra 85 e 115. Con riferimento alla curva normale dovrebbero trovarsi in questa situazione molti individui: circa il 13,6% (cioè un individuo su 7). Una diagnosi di FIL dovrebbe essere effettuata non solo con riferimento al criterio del QI fra 71 e 84, ma anche con riferimento al criterio della presenza di difficoltà di adattamento (utilizzando le stesse categorie del ritardo mentale) e della insorgenza prima dei 18 anni. 3
4 Le prove selezionate sono molto eterogenee per rispondere alle molteplici sfaccettature dell intelligenza, concetto tutt altro che riconducibile ad un unica definizione. Per tanto, si hanno prove verbali, di ragionamento, di risoluzione di problemi pratici, di memoria e tutte, nel loro complesso, concorrono nel fornire un valore rappresentativo delle capacità intellettive generali. LEGGERE IL QUOZIENTE INTELLETTIVO NELLE DIAGNOSI 4
5 Si tratta di disturbi nei quali la normale acquisizione del linguaggio è alterata fin dalle prime tappe dello sviluppo. I deficit del linguaggio non sono attribuibili ad anomalie neurologiche o dei meccanismi della produzione della parola, né a disturbi sensoriali, ritardo mentale o a fattori ambientali (socio - culturali ed economici). I disturbi specifici dell acquisizione dell eloquio e del linguaggio presentano come sequele dei disturbi associati, quali ad esempio la difficoltà nella lettura e scrittura, problemi nelle relazioni interpersonali e disturbi comportamentali ed emozionali. DS DELL ARTICOLAZIONE E DELL ELOQUIO DS DEL LINGUAGGIO ESPRESSIVO DSL DS DEL LINGUAGGIO RECETTIVO - COMPRENSIONE AFASIA ACQUISITA CON EPILESSIA INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF DISEASES (ICD-10) 5
6 E un disturbo nell acquisizione del linguaggio nel quale il bambino utilizza dei suoni per l espressione delle parole che sono al di sotto del livello appropriato per la sua età mentale, mentre è nella norma per quanto riguarda tutti gli altri compiti linguistici. La comprensione e l espressione del linguaggio, valutate con test standardizzati, sono adeguate per l età del bambino. I DSL sono considerati i più comuni disturbi dello sviluppo (la prevalenza nei bambini prescolari si stima intorno al 7,6% della popolazione; di questi il 37% hanno una persistenza del disturbo oltre i 7 anni). Difficoltà: Lettura, Scrittura ma anche Calcolo e Problem solving matematico Difficoltà nell operare nell area linguistica (esposizioni orali, riassunti, studio della grammatica, lingue straniere..) ANALISI DELLA SITUAZIONE CLINICA PDP SECONDO LE ESIGENZE DI OGNI SINGOLO CASO ATTENZIONE ALL AREA EMOTIVO RELAZIONALE 6
7 Il ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo di origine neurobiologica che interferisce con il normale svolgimento delle comuni attività quotidiane: andare a scuola, giocare con i coetanei, convivere serenamente con i genitori e, in generale, inserirsi normalmente nella società. Il Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD) si caratterizza per la presenza di tre gruppi fondamentali di sintomi: DISATTENZIONE IPERATTIVITA COMPROMISSIONE PERVASIVITA DURATA IMPULSIVITA DISATTENZIONE:intesa come incapacità nel mantenere per un periodo sufficientemente prolungato l attenzione su un compito. IPERATTIVITA ossia un eccessivo ed inadeguato livello di attività motoria. IMPULSIVITA, cioè incapacità ad aspettare o ad inibire comportamenti che in quel momento risultano inadeguati. 7
8 I sintomi devono: Essere presenti prima dei 7 anni di età; Provocare una compromissione clinicamente significativa del funzionamento scolastico e sociale Manifestarsi in almeno due contesti (ad esempio, a scuola e in famiglia) Disattento: prevalenza di comportamenti disattenti. Iperattivo: prevalenza di comportamenti impulsivi-iperattivi Combinato: comportamenti impulsivi e iperattivi in egual misura. 8
9 La frequenza è del 3-5 % della popolazione infantile, anche se questi valori possono variare molto da Paese a Paese. E più frequente nei maschi che nelle femmine con una rapporto di 3:1. L età di insorgenza è molto precoce. Si fa diagnosi dai 7 anni in poi, ma si possono avere evidenze della presenza del disturbo già dai 3 anni. Spesso i primi problemi si manifestano a tre anni di età, con una evidente iperattività Le difficoltà aumentano con l ingresso nella scuola elementare in cui al bambino si richiede il rispetto di regole e prestazioni cognitive Verso gli ultimi anni della scuola elementare l iperattività motoria si attenua mentre può persistere l impulsività e la disattenzione. Con l ingresso nelle scuole medie alcuni bambini con DDAI sviluppano delle strategie di compensazione con cui riescono a colmare le difficoltà, sebbene persistano difficoltà di concentrazione soprattutto nello studio orale In età adolescenziale e adulta possono perdurare difficoltà nelle relazioni sociali, incapacità a mantenere un lavoro, ad avere relazioni coniugali stabili. Permane anche una certa disorganizzazione nell intraprendere azioni e fare scelte di vita. 9
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