FONDAMENTI DI AUTOMATICA / CONTROLLI AUTOMATICI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "FONDAMENTI DI AUTOMATICA / CONTROLLI AUTOMATICI"

Transcript

1 FONDAMENTI DI AUTOMATICA / CONTROLLI AUTOMATICI Guida alla soluzione degli esercizi d esame Dott. Ing. Marcello Bonfè Esercizi sulla scomposizione di modelli nello spazio degli stati: Gli esercizi nei quali viene dato un modello matematico del tipo: con le relative matrici A,B,C di opportune dimensioni, e che richiedono di calcolare gli autovalori della parte raggiungibile-controllabile OPPURE della forma minima (ricordando che quest ultima corrisponde alla parte osservabile-ricostruibile) del sistema, devono essere risolti anzitutto calcolando la matrice di raggiungibilità: per il primo caso OPPURE la matrice di osservabilità: per il secondo caso (n è in entrambi i casi la dimensione della matrice quadrata A). Suggerimento: Il calcolo di P o di Q T richiede il calcolo di potenze successive della matrice A o A T, le quali devono poi essere post-moltiplicate per B o C T. Se queste ultime matrici hanno molti elementi nulli, si può osservare che il risultato del prodotto tra esse e le potenze di A o A T corrisponde alla selezione di alcune delle colonne di A o A T e delle loro potenze. Si può pertanto ridurre notevolmente la quantità di calcoli da svolgere, limitandosi al calcolo delle sole colonne di A o A T (e potenze) che effettivamente compariranno nella matrice P o Q T. Si consideri ad esempio l esercizio N. 4 della PROVA 1 della raccolta manoscritta di esercizi pubblicate dal Prof. Sergio Beghelli (docente del corso in oggetto fino al 2011) 1, il cui testo richiede di calcolare gli autovalori della parte raggiungibile-controllabile ed indica le matrici: 1 Salvo alcuni riferimenti a testi d esame specifici, tutti gli esempi numerici forniti nel seguito della guida faranno riferimento a tale raccolta di esercizi, scaricabile dal sito web del corso in oggetto, nella parte finale della pagina della pagina web relativa al materiale didattico.

2 Calcolando il prodotto A B: Come si può notare, tale matrice risulta essere la seconda colonna di A. Qualora fosse stata data la matrice B: si sarebbe ottenuto un risultato costituito dalla seconda e dalla quarta colonna di A. Tornando al testo proposto dall esercizio, il procedimento richiede di calcolare il prodotto A 2 B:

3 Ovviamente, il risultato ottenuto è ancora la seconda colonna di A 2. Si può quindi evitare di calcolare per esteso tutta la matrice A 2 e di conseguenza anche le successive potenze di A, ma è sufficiente calcolare la colonna di interesse. Quest ultima è costituita dai seguenti elementi: - Prodotto della prima riga di A per seconda colonna di A - Prodotto della seconda riga di A per seconda colonna di A - Prodotto della terza riga di A per seconda colonna di A - Prodotto della quarta riga di A per seconda colonna di A Il risultato finale richiesto dall esercizio è quindi completato dal calcolo di A 3 B, analogo a quello di A 2 B, e di P: Una volta calcolata la matrice P o Q T, si può osservare che se questa ha rango r < n, significa che si possono determinare r colonne linearmente indipendenti ed ortonormali, sulla base delle r colonne indipendenti di P, eventualmente ortonormalizzate (ad esempio applicando il metodo di Gram-Schmidt). A queste r colonne se ne devono poi affiancare altre n r, linearmente indipendenti tra loro e rispetto alle r ottenute da P o Q T, in modo da ottenere una matrice di trasformazione T che permette di scomporre il sistema nelle parti raggiungibile-controllabile OPPURE osservabile-ricostruibile (forma minima) e non. Si consideri ancora come esempio l esercizio N. 4 della PROVA 1. La matrice P ottenuta in precedenza ha rango 2, in quanto la terza colonna e la quarta colonna sono dipendenti dalle prime due (la terza colonna è infatti = B*6 A B, cioè la prima colonna moltiplicata per 6 meno la seconda colonna, mentre la quarta è = (A B)*7 B*6), mentre le prime due colonne sono linearmente indipendenti e possono essere ricondotte per ortonormalizzazione a quelle della seguente matrice: NOTA: questo risultato non richiede l applicazione esplicita del metodo di Gram-Schmidt (peraltro NON oggetto del corso di Fondamenti di Automatica / Controlli Automatici), ma risulta evidente dall osservazione degli elementi non nulli sulle prime due colonne di P.

4 Per ottenere una matrice di trasformazione coerente occorre affiancare alla T 1 ottenuta, la matrice: con la quale si ottiene: Applicando tale matrice di trasformazione alla matrice originaria A si ottiene la parte raggiungibile-controllabile di ordine 2. Senza svolgere esplicitamente i calcoli, si può anche facilmente osservare che tale sotto-parte del sistema si ottiene eliminando dalla equazione di stato originaria le variabili di stato x 1 e x 3, in quanto sono solo gli elementi in prima e terza posizione delle colonne di T 2 (la sotto-matrice di trasformazione che identifica la parte NON raggiungibile-controllabile) ad essere diversi da zero. Si ottiene pertanto che la matrice di stato di questa sotto-parte è (sono evidenziate le parti eliminate inerenti alla prima e terza variabile di stato, NON raggiungibili-controllabili): Il testo richiede di determinare gli autovalori della parte raggiungibile-controllabile, perciò rimane da analizzare la matrice A c1 : come si può notare, essendo triangolare inferiore gli autovalori sono gli elementi sulla diagonale, quindi 2 e -3, e si è quindi ottenuta la risposta finale richiesta dall esercizio: Autovalori = [ 2-3 ] ESERCIZI ANALOGHI:

5 - PROVA 2 N. 1: è richiesta la forma minima = parte osservabile-ricostruibile, matrice C = [ ]. Il rango di Q T è 3, le variabili di stato da eliminare per ottenere la forma minima sono la terza e la quinta. La matrice A o1 ottenuta dall eliminazione di queste variabili è ancora triangolare inferiore e ha autovalori: -4, -2, PROVA 3 N. 6: analogo a quello descritto in precedenza, variabili di stato NON raggiungibili-controllabili: prima e terza, autovalori della parte raggiungibilecontrollabile: 1, - 2, -3 - PROVA 4 N. 3: analogo a quello descritto in precedenza, variabili di stato NON raggiungibili-controllabili: seconda e quarta, autovalori della parte raggiungibilecontrollabile: -3, 2, -1 - PROVA 5 N. 2, ecc.. Esercizi sul progetto di retroazioni stato-ingresso, uscita-ingresso o osservatori Gli esercizi nei quali viene dato un modello matematico del tipo: e viene richiesto di progettare una retroazione stato-ingresso OPPURE uscita-ingresso OPPURE un osservatore dello stato, in modo da assegnare ad un determinato valore il massimo numero di autovalori, vanno risolti anzitutto calcolando la matrice del sistema ad anello chiuso OPPURE dell osservatore. Per i tre possibili casi, si ottiene: - A + B H per la retroazione stato-ingresso, con H di dimensione opportuna in modo che il prodotto B H sia una matrice quadrata della stessa dimensione di A - A + B K C per la retroazione ingresso-uscita, con K di dimensione opportuna in modo che il prodotto B K C sia una matrice quadrata della stessa dimensione di A - A + K C per l osservatore dello stato, con K di dimensione opportuna in modo che il prodotto K C sia una matrice quadrata della stessa dimensione di A NOTA: La retroazione stato-ingresso modifica solo gli autovalori della parte raggiungibilecontrollabile del sistema, quella uscita ingresso solo gli autovalori della parte raggiungibilecontrollabile E osservabile-ricostruibile, mentre nell osservatore dello stato sono assegnabili solo gli autovalori della parte osservabile-ricostruibile (forma minima). TUTTAVIA, non è in generale necessario scomporre esplicitamente il sistema di partenza nelle varie sotto-parti per poter risolvere questo genere di esercizi. Una volta calcolata la matrice ad anello chiuso, essa risulterà avere degli elementi dipendenti dai coefficienti incogniti delle matrici di retroazione H o K. Pertanto, alcuni degli autovalori della matrice risulteranno dipendenti da questi coefficienti, sebbene in generale non da TUTTI i coefficienti incogniti. Qualora ciò avvenga, cioè vi siano coefficienti della matrice H o K che NON influenzano gli autovalori del sistema ad anello chiuso, tali coefficienti verranno indicati come arbitrari nella soluzione dell esercizio. Si consideri ad esempio l esercizio N. 3 della PROVA 1, il cui testo impone:

6 e richiede di progettare una retroazione uscita-ingresso. La matrice incognita della retroazione deve essere di dimensione 1 x 2 (una riga e due colonne), in modo tale che pre-moltiplicata per B risulti una matrice 4 x 2, la quale poi post-moltiplicata per C diventa una 4 x 4. La matrice B K C, con K = [ k 1 k 2 ], risulta: e pertanto: Come si può osservare, tale matrice ha una struttura triangolare a blocchi. Gli autovalori sono pertanto quelli delle due sotto-matrici 2 x 2 sulla diagonale, una delle quali indipendente dai coefficienti della matrice K, cioè quella indicata con 1-1, i cui autovalori sono -3 e -1. Per assegnare al valore -3 il massimo numero di autovalori, come richiesto dall esercizio, è necessario quindi analizzare solo la sotto-matrice 2 x 2 in basso a destra, indicata con 2-2. Calcolando il polinomio caratteristico di tale sotto-matrice, cioè il determinante di:

7 2x2 2-2 ed uguagliandone i singoli coefficienti a quelli del polinomio del secondo ordine che, uguagliato a zero, ha due soluzioni corrispondenti a -3, cioè: si ottiene il seguente sistema di equazioni: Risolvendo tale sistema nelle incognite k 1 e k 2 si ottiene il risultato finale: K = [ -1-4] NOTA: E di particolare importanza per lo svolgimento di questo tipo di esercizi osservare correttamente il partizionamento in blocchi di una matrice (normalmente fornita triangolare dal testo per agevolare i calcoli) e riconoscere i blocchi sulla diagonale. Non è detto che i blocchi siano sempre della stessa dimensione. Ad esempio, si consideri l esercizio 3 del compito di CONTROLLI AUTOMATICI del 25 gennaio 2012, che fornisce la seguente matrice: In tal caso, la matrice è scomponibile come evidenziate dalle righe orizzontali e verticali e le sottomatrici sulla diagonale sono evidenziate in rosso. Quella 2x2 al centro è anche l unica che è influenzata dai coefficienti della matrice di retroazione K. ESERCIZI ANALOGHI:

8 - PROVA 2 N. 3: analogo a quello descritto in precedenza, ma la matrice K risulta uno scalare, inoltre la struttura della matrice A + B K C triangolare a blocchi è tale che solamente la sottomatrice 2x2 in basso a destra è influenzata dalla retroazione. Infine, anche tale sottomatrice 2x2 è triangolare inferiore. L unico autovalore modificabile è quindi quello nella quarta posizione sulla diagonale della A + B K C, che risulta essere 3 k1 3. Pertanto, la riposta finale è : K = [ -1] - PROVA 3 N. 4: analogo a quello descritto in precedenza, la matrice K è una 2x2. La struttura della matrice A + B K C è triangolare a blocchi e dei blocchi sulla diagonale solamente la sottomatrice 2x2 in basso a destra è influenzata dalla retroazione. Anche la sottomatrice in alto a destra è influenzata da K, ma NON essendo sulla diagonale non ha interesse per il calcolo degli autovalori. Infine, anche la sottomatrice 2x2 in basso a destra è triangolare inferiore. L unico autovalore modificabile è quindi quello nella quarta posizione sulla diagonale della A + B K C, che risulta essere k1 4. Pertanto, la riposta finale è : K = [ -1] - PROVA 3 N. 9: il testo richiede di progettare un osservatore identità. Si deve quindi calcolare A + K C, con K di dimensione 2 x 1 (due righe e una colonna). Uguagliando i coefficienti del polinomio caratteristico, in funzione di K, a quelli del polinomio che uguagliato a zero ha due soluzioni in -5, si ottiene come risultato finale: K = [ ] - PROVA 4 N. 1: il testo richiede di progettare una retroazione stato-ingresso. Sebbene il testo fornisca anche la matrice C, questa non è di interesse per la soluzione dell esercizio, in quanto la matrice del sistema ad anello chiuso è A+B H. La matrice H deve quindi essere una 1 x 4 (una riga con quattro elementi). La matrice A+B H risulta essere una triangolare a blocchi nella quale solo il blocco 2x2 in alto a sinistra risulta essere influenzato dai coefficienti di H e, tra questi, solamente dai coefficienti h 1 e h 2. Applicando a tale sottomatrice il metodo basato sull uguaglianza dei coefficienti del polinomio caratteristico con quelli del polinomio con due soluzioni in -3, il risultato finale è: H = [-1-2 arb. arb.] - PROVA 5 N. 1: ecc. Esercizi su esponenziale di matrice, modi e risposte: In molti esercizi viene richiesto, anche se non esplicitamente, di calcolare l esponenziale di una matrice quadrata, che come noto descrive i modi delle variabili di stato di un sistema dinamico lineare: Ad esempio, può essere in genere richiesto di calcolare lo stato ad un certo istante di tempo, dato il valore dello stato ad un altro istante di tempo (sia precedente che successivo). Il calcolo della esponenziale di matrice si effettua applicando il metodo del polinomio interpolante, come mostrato nell esempio a pagina 56 e successive della dispensa FdA-1.3-Analisi_2015.pdf. Nei casi particolari in cui gli autovalori abbiano molteplicità non unitaria, il procedimento si modifica leggermente, come mostrato nella pagina 52 della stessa dispensa e nell esempio di pagina 59. Si consideri ad esempio l esercizio N.1 della PROVA 6, il cui testo definisce la matrice:

9 La quale essendo triangolare ha un autovalore con molteplicità doppia = -4. La matrice esponenziale va calcolata come segue: I coefficienti funzionali incogniti equazioni espresso come segue: si ottengono dalla soluzione del sistema di Risolvendo il quale si ottiene: E quindi: Il calcolo della matrice esponenziale serve anche per determinare la matrice di risposta impulsiva, dato un sistema LTI completo: per il quale la risposta impulsiva è:

10 Per lo stesso tipo di sistema, può essere spesso richiesto di calcolare la funzione di trasferimento. Il problema in questo caso non si risolve calcolando la matrice esponenziale, ma piuttosto l inversa della matrice (si A), la quale è collegata alla matrice esponenziale solo perché ne è la trasformata di Laplace. La funzione di trasferimento è infatti: Per tale tipo di problema si può fare quindi riferimento all esempio a pagina 37 della dispensa FdA-2.1-FunzioniTrasferimento_2015.pdf. Esercizi su trasformate di Laplace, funzioni di trasferimento e risposte: In alcuni esercizi viene richiesto di calcolare la trasformata di Laplace DI UN SEGNALE, descritto in modo grafico come diagramma temporale. Per risolvere tale tipo di esercizi si può fare riferimento agli esempi di pagina 25 e 27 della dispensa FdA-2.1- FunzioniTrasferimento_2015.pdf. Si ricorda di osservare attentamente, nei diagrammi forniti dal testo degli esercizi sul tale argomento, le discontinuità del segnale (dovuti all introduzione di un gradino nell istante di tempo corrispondente alla discontinuità). In altri esercizi invece, è richiesto (seppure in generale NON in modo esplicito) di calcolare l anti-trasformata di Laplace di una funzione di trasferimento, data dal testo. Esempi di questa tipologia di esercizi sono: Quelli che richiedono di calcolare la risposta impulsiva di un sistema data la sua funzione di trasferimento, come ad esempio l esercizio N. 10 della PROVA 2. Infatti, la risposta impulsiva è l anti-trasformata della G(s), in quanto: Quelli che richiedono di calcolare la riposta di un sistema data la sua funzione di trasferimento e la trasformata di Laplace dell ingresso, come ad esempio l esercizio N. 2 della PROVA 6. In questo caso, infatti: Y(s) = G(s) U(s) y(t) = anti-trasformata di Y(s) Per il calcolo dell anti-trasformata di una trasformata di Laplace si può fare riferimento al metodo della scomposizione in fratti semplici descritto nelle pagine 4-9 (con esempi alle pagine 10-12) della dispensa FdA-2.2-RispostaSistemiElementari_2015.pdf facendo attenzione al caso particolare di poli complessi e coniugati. ESEMPIO 1:

11 ESEMPIO 2: ( ) NOTA: In una ulteriore e differente tipologia di esercizi si richiede di calcolare la risposta di un sistema data la sua funzione di trasferimento e dato un ingresso sinusoidale. Tali esercizi

12 si riferiscono invece al calcolo del regime sinusoidale determinato dalla funzione di risposta armonica corrispondente alla funzione di trasferimento (vedi pagine 7 e della dispensa FdA-2.3-DiagrammiBode_2015.pdf). In questi casi quindi è necessario calcolare il modulo e l argomento della F( ω) G( s) G( jω) ω = = s = j alla pulsazione corrispondente a quella della sinusoide d ingresso. Da questi due valori, si ottengono poi le caratteristiche della risposta sinusoidale come appunto descritto dalla pagina 7 citata, cioè l ampiezza della sinusoide va moltiplicata per il modulo della F(ω), calcolata nel valore di ω corrispondente alla pulsazione della sinusoide di ingresso (es. se sin(3 t), allora ω=3) e nella funzione seno ad ωt va sommato l argomento della F(ω), sempre calcolata nel valore di pulsazione della sinusoide di ingresso. Esercizi sulla riduzione di diagrammi a blocchi: Per determinare la funzione di trasferimento di un sistema descritto da un diagramma a blocchi si possono applicare le regole grafiche descritte sulle dispense (vedi FdA-2.1- FunzioniTrasferimento_2015.pdf). Poiché il problema è intrinsecamente legato all aspetto grafico del diagramma specifico e poiché ogni esercizio può in genere essere risolto correttamente in più di un modo (es. spostando prima una certa diramazione, o un nodo sommatore, a monte o a valle piuttosto che un altra, o altro), non è possibile fornire una singola regola generale valida per tutti gli esercizi. E tuttavia possibile fornire alcuni suggerimenti ragionevoli : 1. Gli schemi con rami in retroazione richiedono l applicazione della regola di riduzione dell anello. Se sono presenti più rami di retroazione, i relativi anelli possono essere ridotti solo se sono in serie (e quindi indipendenti) tra loro, oppure l uno annidato nell altro, nel qual caso dovranno essere risolti in sequenza partendo da quello più interno. Se invece vi sono rami che rendono gli anelli intrecciati tra loro, come nell esempio seguente (esercizio N.4 PROVA 4) gli anelli aventi rami di retroazione con i blocchi B ed E: la riduzione immediata degli anelli intrecciati non è possibile. Nel caso particolare di tale esempio (altri andranno analizzati in modo specifico), è sufficiente spostare la diramazione che si trova dopo il blocco C a valle dell anello che include D (che può essere immediatamente risolto sostituendolo con un blocco D/(1+D), non essendo influenzato da altri rami), rispettando la regola relativa (cioè moltiplicando il ramo spostato per (1+D)/D), per ottenere uno schema in cui tutti gli anelli residui (cioè tre) sono annidati tra loro e quindi possono essere risolti uno dopo l altro, partendo da quello più interno.

13 2. In altri casi, ciò che impedisce la riduzione di un anello è la presenza di una diramazione uscente da un punto interno dell anello e che raggiunge un nodo sommatore esterno all anello. Un tipico esempio è quello dell esercizio N. 1 di PROVA 8: Qui è l anello con retroazione D che non può essere risolto se prima non viene liberata la diramazione entrante in F. Tale diramazione può essere spostata a valle di E, ottenendo così uno schema in cui l anello citato e il parallelo tra un ramo unitario e il blocco F/E sono in serie tra loro. 3. In altri casi ancora, gli intrecci tra anelli o diramazioni in parallelo sono solo apparenti. Talvolta invertendo l ordine nodi sommatori immediatamente in serie tra loro (operazione che di fatto NON modifica il diagramma, visto che cambiando l ordine di addendi la somma non cambia) OPPURE l ordine di due diramazioni, sempre se queste sono l una immediatamente dopo l altra (cioè in pratica tali rami prelevano sempre lo stesso segnale!), il diagramma ridisegnato (ma non sostanzialmente modificato) evidenzia l assenza di anelli intrecciati. Un esempio, NON tratto dalla raccolta di esercizi del Prof. Sergio Beghelli, è il seguente: In tal caso, invertendo l ordine dei due nodi sommatori indicati con 1 e 2, risulta più evidente che il parallelo tra B e C e l anello tra un ramo unitario e D sono assolutamente indipendenti (i.e. in serie tra loro). NOTA 1: Una utile raccolta di esempi focalizzata sulla riduzione per via grafica dei diagrammi a blocchi si può scaricare a questo link, per gentile concessione della Prof.ssa Mariagrazia Dotoli del Politecnico di Bari: NOTA 2: Il suggerimento in casi di difficoltà della risoluzione con il metodo grafico è quello di fare una controprova con il metodo alternativo basato sulla risoluzione di un sistema di

14 equazioni, come descritto a pagina 91 della dispensa FdA-2.1- FunzioniTrasferimento_2015.pdf. Si consideri infine che non è necessario che il risultato venga fornito con la semplificazione completa del numeratore e del denominatore della funzione di trasferimento complessiva, ma è sufficiente che venga evidenziato il modo con cui è stata considerata l interconnessione dei vari blocchi. Esercizi sui diagrammi di Bode: Gli esercizi sui diagrammi di Bode richiedono normalmente di determinare la funzione di trasferimento compatibile con un diagramma delle ampiezze approssimato fornito nel testo dell esercizio. Il testo dell esercizio specifica normalmente che si suppone che il sistema sia a fase minima, cioè con tutti i poli e gli zeri a parte reale negativa. La funzione di trasferimento cercata è quindi del tipo descritto alle pagine 19 o 20 della dispensa FdA-2.3-DiagrammiBode_2015.pdf, che si può ottenere in modo relativamente semplice applicando le considerazioni di pagina della stessa dispensa. Per risolvere tale esercizio occorre anzitutto determinare i valori dei poli e degli zeri e la loro molteplicità. Ciò risulta pressochè immediato analizzando i punti di rottura del diagramma e la pulsazione corrispondente, ricordando che tali punti di rottura si trovano in corrispondenza di: ω = 1 τ per i contributi del tipo (POLO o ZERO) La molteplicità del polo o dello zero corrispondente dipende dalla pendenza che assume il diagramma approssimato in quel punto di rottura: per ogni polo la pendenza cala di 20 db/decade (pendenza = -1 su un diagramma logaritmico), per ogni zero aumenta di 20 db/decade (pendenza = +1 su un diagramma logaritmico). Per determinare il coefficiente K della funzione di trasferimento, ciò è semplice se il diagramma non ha poli/zeri nell origine (pendenza nulla per ω 0 ), mentre se il diagramma ha una pendenza iniziale diversa da zero (presenza di uno o più poli/zeri nell origine) occorre ricordare l osservazione di pagina 54 della dispensa FdA-2.3- DiagrammiBode_2015.pdf: si deve cioè determinare il guadagno K dal punto di intersezione tra il prolungamento del tratto iniziale e l asse delle ordinate in. Si consideri ad esempio l esercizio N. 5 della PROVA 8: ( sτ +1)

15 10 3 log( G(jω) ) log(ω) Come si può notare la figura ha una pendenza iniziale -1 (20 db/decade) ed il prolungamento del tratto iniziale passa per il punto (,. G = 10). Il coefficiente K è quindi = 10. Osservando il cambiamento della pendenza a pulsazione = 0,1 (un polo), = 1 (uno zero doppio, in quanto la pendenza passa da -2 a 0) e = 100 (un polo), la funzione di trasferimento cercata è (nella forma descritta a pagina 20 di FdA-2.3- DiagrammiBode_2014.pdf): Esercizi di progetto del guadagno di un controllore (con criterio di Routh o SENZA): L applicazione del criterio di Routh non è in genere richiesta esplicitamente dal testo di un esercizio. Tuttavia, TUTTI gli esercizi che richiedono di determinare i valori di un certo parametro (solitamente il guadagno K) tali per cui un sistema in retroazione risulta stabile, richiedono l applicazione di tale criterio. La tabella di Routh ottenuta in questi casi è espressa in modo simbolico dipendente dal parametro. Pertanto, la necessità di garantire la persistenza del segno dei termini nella prima colonna della tabella di Routh impone dei vincoli di disuguaglianza, che possono determinare un intervallo di valori ammissibili per il parametro, come appunto richiesto dal testo dell esercizio. Un esempio di tale tipo di problema è esposto anche a pagina della dispensa FdA- 2.4-StabilitaFdT-LuogoRadici_2015.pdf. NOTA 1: In alcuni esercizi, come ad esempio l esercizio N. 8 di PROVA 3, è richiesto di calcolare il valore di K per cui due poli sono sull asse immaginario. Tale condizione corrisponde alla stabilità marginale del sistema, per cui si può determinare applicando il criterio di Routh ed

16 imponendo che i termini della prima colonna dipendenti da K, anziché avere lo stesso segno dei termini noti nelle righe precedenti o successive, siano NULLI. In tal caso infatti, il sistema avrà appunto dei poli a parte reale nulla (puramente immaginari). Fissato il valore di K ottenuto, il denominatore della funzione di trasferimento AD ANELLO CHIUSO risulta assegnato e pertanto sarà possibile calcolarne esplicitamente i poli. In particolare, nell esercizio considerato (PROVA 3 N.8) con K = 8 (vi sarebbe un altra soluzione ottenuta dalla tabella di Routh, K = 0, ma non ammissibile) il denominatore del sistema uguagliato a zero diventa: s s s + 8 = 0 Si può osservare che è possibile raccogliere un fattore (s+4): s 2 (s + 4) + 2(s + 4) = 0 (s 2 + 2)(s + 4) = 0 Pertanto i due poli complessi coniugati sono NOTA 2: Altri esercizi, come ad esempio l esercizio N. 4 di PROVA 8, richiedono di calcolare il valore di K in modo che il sistema in retroazione sia in una condizione più generica di quella di avere due poli sull asse immaginario. In particolare, l esercizio considerato richiede di calcolare K in modo che il sistema abbia due poli coincidenti. In questo caso NON va applicato il criterio di Routh, ma semplicemente occorre considerare che il denominatore del sistema chiuso in retroazione deve essere compatibile con il seguente, espresso in modo simbolico in funzione del valore incognito del polo duplice: (s - a) 2 = s 2-2 a s + a 2 Poiché il denominatore del sistema in retroazione in funzione di K è: s s K E facile calcolare che il parametro incognito a deve valere 5/2, di conseguenza K = 1/4. ESERCIZI ANALOGHI (senza l uso del criterio di Routh: In generale tutti gli esercizi in cui è richiesto di calcolare il valore del guadagno K e/o di un altro parametro, in modo che il sistema in retroazione abbia un determinato coefficiente di smorzamento e/o pulsazione naturale e/o tempo di assestamento e/o valori specifici dei poli desiderati (v. PROVA 2 N. 8, PROVA 4 N. 9, PROVA 5 N. 8, PROVA 6 N. 4 ecc.). In tali esercizi, si deve considerare come riferimento il denominatore di un generico sistema del secondo ordine:

17 e ricordare che è il coefficiente di smorzamento, è la pulsazione naturale e che il tempo di assestamento di questo tipo di sistema è: Esercizi sull errore a regime o sul valore a regime della riposta: Negli esercizi sul calcolo dell errore a regime può essere necessario applicare le considerazioni delle pagine della dispensa FdA-2.4-StabilitaFdT- LuogoRadici_2015.pdf, in quanto gli schemi a blocchi proposti dal testo spesso presentano funzioni di trasferimento NON unitarie nel ramo di retroazione. Si consideri ad esempio l esercizio N. 8 di PROVA 5, che propone uno schema a blocchi riconducibile a quello di pagina 43 della dispensa considerando: Applicando il teorema dell errore a regime, come da ultima riga della pagina 52, si ottiene: Con le opportune semplificazioni ed uguagliando l errore a regime a 0,01 (o 1/100) si ottiene K = 99 / 11 = 9. NOTA 1: In alcuni esercizi, come ad esempio l esercizio N. 10 di PROVA 4, è richiesto di calcolare l errore a regime con un ingresso di riferimento = 0 e con un gradino applicato al segnale di disturbo d(s), entrante nell anello subito prima del blocco che solitamente rappresenta il plant (sistema da controllare). Un altro esercizio simile è quello N. 10 di PROVA 10, che differisce dal precedente in quanto richiede di calcolare l uscita y(t) a regime, anziché l errore. In entrambi i casi è necessario applicare una opportuna riorganizzazione dello schema a blocchi, al fine di ricondursi allo schema di pagina 43 della dispensa FdA-2.4-StabilitaFdT- LuogoRadici_2015.pdf per il calcolo dell errore a regime, oppure al fine di calcolare la funzione di trasferimento (ad anello chiuso) tra Y e D per il calcolo della risposta a regime Y.

18 Si consideri ad esempio l esercizio PROVA 10 N. 10: Considerando che u(t) = 0 si può eliminare la giunzione sommante a sinistra del diagramma, CONSIDERANDO PERO che il segno del ramo di retroazione è negativo. Per tenerne conto si può aggiungere in posizione opportuna un blocco con funzioni di trasferimento = 1. Riorganizzando il diagramma in modo da evidenziare la relazione tra Y e D si ottiene: Riducendo l anello di retroazione in modo da ottenere la funzione di trasferimento ad anello chiuso tra Y e D (NOTANDO che l anello così ristrutturato ha retroazione POSITIVA) sarà poi possibile applicare ad esso il teorema del valore finale (considerando come richiede il testo che d(s) = 1/s) per il calcolo del valore di regime di Y, imponendo che esso sia = 0,5, in funzione di K. La soluzione finale dell esercizio è quindi K = 6. NOTA 2: Infine, è utile considerare anche il caso in cui venga richiesto di applicare un segnale NON NULLO sia all ingresso di riferimento che al segnale di disturbo. In questo caso, occorre applicare la proprietà della sovrapposizione degli effetti tipica dei sistemi lineari. Un esempio di tale tipologia di esercizio NON è presente nella raccolta di esercizi preparata dal Prof. Sergio Beghelli, ma è contenuto nel testo dell esame del 16 luglio 2014 (Esercizio N. 4 sia nel testo da 9 crediti che in quello da 6). Nell esercizio è dato il sistema descritto dal seguente diagramma a blocchi:

19 e si richiede di calcolare il valore di K tale per cui risulti qualora sia ad u che a d siano applicati dei gradini unitari:. Applicando la sovrapposizione degli effetti di u e d: nella quale G 1 (s) è la funzione di trasferimento dell anello avente come ramo di retroazione il blocco (s+6)/(s+4), mentre G 2 (s) è la funzione di trasferimento dell anello avente come ramo diretto K/(s+3) e gli altri due blocchi come retroazione. Sostituendo all espressione ottenuta per y(s) le funzioni di Laplace dei segnali di ingresso u(s) e d(s), applicando il teorema del valore finale: ed imponendo il vincolo di progetto si ottiene: K = 1/9

20 Esercizi sul luogo delle radici: Gli esercizi sul luogo delle radici richiedono di disegnare il luogo in modo qualitativo. A tale scopo dovrebbe essere ampiamente sufficiente ricordare le regole descritte nelle pagine della dispensa FdA-2.4-StabilitaFdT-LuogoRadici_2015.pdf e soprattutto la procedura riepilogata a pagina 61. Si noti anche che sulla dispensa tutte le figure mostrate negli esempi si riferiscono al luogo DIRETTO, mentre negli esercizi d esame è richiesto di disegnare sia il luogo diretto che quello INVERSO. Per il calcolo del centro degli asintoti si può applicare una stima qualitativa sul valore numerico dei poli e degli zeri, in base alla distanza tra essi nella figura. Non è però necessario che venga definito un valore preciso, non generalmente fornito nel testo.

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Fondamenti di Controlli Automatici - A.A. 7/8 4 Dicembre 7 - Esercizi Compito A Nr. Nome: Nr. Mat. Firma: a) Determinare la trasformata di Laplace X i (s) dei seguenti segnali temporali x i (t): x (t)

Dettagli

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L.

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010 Parte 3, 1 Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento Prof. Lorenzo Marconi DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093788 Email: lmarconi@deis.unibo.it URL:

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento: stabilità, errore a regime e luogo delle radici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail:

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Risposte canoniche e sistemi elementari Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete.

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Le equazioni Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Definizione e caratteristiche Chiamiamo equazione l uguaglianza tra due espressioni algebriche,

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

Lezione 5. Schemi a blocchi

Lezione 5. Schemi a blocchi Lezione 5 Schemi a blocchi Elementi costitutivi di uno schema a blocchi Gli schemi a blocchi costituiscono un formalismo per rappresentare graficamente le interazioni tra sistemi dinamici. Vediamone gli

Dettagli

LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO

LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO LA FUNZIONE DI TRASFERIMENTO Può essere espressa sia nel dominio della s che nel dominio della j Definizione nel dominio della s. è riferita ai soli sistemi con un ingresso ed un uscita 2. ha per oggetto

Dettagli

Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A

Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A Prova scritta di Controlli Automatici - Compito A 21 Marzo 27 Domande a Risposta Multipla Per ognuna delle seguenti domande a risposta multipla, indicare quali sono le affermazioni vere. 1. Si consideri

Dettagli

Nome: Nr. Mat. Firma:

Nome: Nr. Mat. Firma: Controlli Automatici - A.A. 1/11 Ingegneria Gestionale 13 Settembre 11 - Esercizi Nome: Nr. Mat. Firma: Rispondere alle seguenti domande. a) Calcolare la trasformata di Laplace X(s) dei seguenti segnali

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Cenni su Matlab (e toolbox Control Systems + Symbolic) Dott. Ingg. Marcello Bonfè e Silvio Simani Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 / 974844

Dettagli

ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli

ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli FONDAMENTI di AUTOMATICA ESERCITAZIONE (7-11-13) Ing. Stefano Botelli NB in presenza di matrici 3x3 bisogna intuire che esiste un metodo risolutivo particolare perchè non verrà mai richiesto a lezione

Dettagli

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo:

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo: .5 Stabilità dei sistemi dinamici 9 Risulta: 3 ( s(s + 4).5 Stabilità dei sistemi dinamici Si è visto come un sistema fisico può essere descritto tramite equazioni differenziali o attraverso una funzione

Dettagli

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva.

Una definizione di stabilità più completa di quella precedentemente introdotta fa riferimento ad una sollecitazione impulsiva. 2. Stabilità Uno dei requisiti più importanti richiesti ad un sistema di controllo è la stabilità, ossia la capacita del. sistema di raggiungere un stato di equilibrio dopo la fase di regolazione. Per

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26 Indice L attività di recupero 6 Funzioni Teoria in sintesi 0 Obiettivo Ricerca del dominio e del codominio di funzioni note Obiettivo Ricerca del dominio di funzioni algebriche; scrittura del dominio Obiettivo

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

Trasformate di Laplace

Trasformate di Laplace TdL 1 TdL 2 Trasformate di Laplace La trasformata di Laplace e un OPERATORE funzionale Importanza dei modelli dinamici Risolvere equazioni differenziali (lineari a coefficienti costanti) Tempo t Dominio

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Analisi armonica e metodi grafici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 053 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. Analisi

Dettagli

Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino

Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino Richiami: funzione di trasferimento e risposta al gradino 1 Funzione di trasferimento La funzione di trasferimento di un sistema lineare è il rapporto di due polinomi della variabile complessa s. Essa

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2

Funzioni di trasferimento. Lezione 14 2 Lezione 14 1 Funzioni di trasferimento Lezione 14 2 Introduzione Lezione 14 3 Cosa c è nell Unità 4 In questa sezione si affronteranno: Introduzione Uso dei decibel e delle scale logaritmiche Diagrammi

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Progetto di controllo e reti correttrici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 053 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1

Dettagli

Parte 2. Determinante e matrice inversa

Parte 2. Determinante e matrice inversa Parte. Determinante e matrice inversa A. Savo Appunti del Corso di Geometria 013-14 Indice delle sezioni 1 Determinante di una matrice, 1 Teorema di Cramer (caso particolare), 3 3 Determinante di una matrice

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE

ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE CONTROLLI AUTOMATICI Ingegneria della Gestione Industriale e della Integrazione di Impresa http://www.automazione.ingre.unimore.it/pages/corsi/controlliautomaticigestionale.htm ANALISI FREQUENZIALE E PROGETTO

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento: robustezza e prestazioni Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

La trasformata Zeta. Marco Marcon

La trasformata Zeta. Marco Marcon La trasformata Zeta Marco Marcon ENS Trasformata zeta E l estensione nel caso discreto della trasformata di Laplace. Applicata all analisi dei sistemi LTI permette di scrivere in modo diretto la relazione

Dettagli

Rappresentazione nello spazio degli stati

Rappresentazione nello spazio degli stati Chapter 1 Rappresentazione nello spazio degli stati La modellazione di un sistema lineare di ordine n, fornisce un insieme di equazioni differenziali che una volta trasformate nel dominio discreto, possono

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO

SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO INGEGNERIA E TECNOLOGIE DEI SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccatronica SPECIFICHE DI PROGETTO DI SISTEMI DI CONTROLLO Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: secchi.cristian@unimore.it

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA

CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA SISTEMI DI CONTROLLO Ingegneria Meccanica e Ingegneria del Veicolo http://www.dii.unimore.it/~lbiagiotti/sistemicontrollo.html CONTROLLO NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA Ing. Luigi Biagiotti e-mail: luigi.biagiotti@unimore.it

Dettagli

Risposta temporale: esercizi

Risposta temporale: esercizi ...4 Risposta temporale: esercizi Esercizio. Calcolare la risposta al gradino del seguente sistema: G(s) X(s) = s (s+)(s+) Y(s) Per ottenere la risposta al gradino occorre antitrasformare la seguente funzione:

Dettagli

Anno 3. Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza

Anno 3. Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza Anno 3 Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza 1 Introduzione In questa lezione parleremo delle funzioni. Ne daremo una definizione e impareremo a studiarne il dominio in relazione alle diverse

Dettagli

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure

Dettagli

La funzione di risposta armonica

La funzione di risposta armonica 0.0. 3.1 1 La funzione di risposta armonica Se ad un sistema lineare stazionario asintoticamente stabile si applica in ingresso un segnale sinusoidale x(t) = sen ωt di pulsazione ω: x(t) = sin ωt (s) =

Dettagli

FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE e CONTINUITA Roberto Argiolas

FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE e CONTINUITA Roberto Argiolas FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE e CONTINUITA Roberto Argiolas.8.6.. - -.5.5 -. In questa dispensa ricordiamo la classificazione delle funzioni elementari e il dominio di esistenza delle stesse. Inoltre

Dettagli

MAPPE DI KARNAUGH. Nei capitoli precedenti si è visto che è possibile associare un circuito elettronico o elettrico ad una funzione logica.

MAPPE DI KARNAUGH. Nei capitoli precedenti si è visto che è possibile associare un circuito elettronico o elettrico ad una funzione logica. MAPPE DI KARNAUGH 1. Generalità Nei capitoli precedenti si è visto che è possibile associare un circuito elettronico o elettrico ad una funzione logica. E ovvio che più semplice è la funzione e più semplice

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Limiti e continuità delle funzioni reali a variabile reale

Limiti e continuità delle funzioni reali a variabile reale Limiti e continuità delle funzioni reali a variabile reale Roberto Boggiani Versione 4.0 9 dicembre 2003 1 Esempi che inducono al concetto di ite Per introdurre il concetto di ite consideriamo i seguenti

Dettagli

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C

Capitolo. La funzione di trasferimento. 2.1 Funzione di trasferimento di un sistema. 2.2 L-trasformazione dei componenti R - L - C Capitolo La funzione di trasferimento. Funzione di trasferimento di un sistema.. L-trasformazione dei componenti R - L - C. Determinazione delle f.d.t. di circuiti elettrici..3 Risposta al gradino . Funzione

Dettagli

Laboratorio di Fondamenti di Automatica Ingegneria Elettrica Sessione 2/3. Danilo Caporale [caporale@elet.polimi.it]

Laboratorio di Fondamenti di Automatica Ingegneria Elettrica Sessione 2/3. Danilo Caporale [caporale@elet.polimi.it] Laboratorio di Fondamenti di Automatica Ingegneria Elettrica Sessione 2/3 Danilo Caporale [caporale@elet.polimi.it] Outline 2 Funzione di trasferimento e risposta in frequenza Diagrammi di Bode e teorema

Dettagli

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati

Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Metodi Frequenziali per il Progetto di Controllori MIMO: Controllori Decentralizzati Ingegneria dell'automazione Corso di Sistemi di Controllo Multivariabile - Prof. F. Amato Versione 2.2 Ottobre 2012

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0.

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0. EQUAZIONI E DISEQUAZIONI Le uguaglianze fra espressioni numeriche si chiamano equazioni. Cercare le soluzioni dell equazione vuol dire cercare quelle combinazioni delle lettere che vi compaiono che la

Dettagli

Prova scritta di Controlli Automatici

Prova scritta di Controlli Automatici Prova scritta di Controlli Automatici Corso di Laurea in Ingegneria Meccatronica, AA 2011 2012 10 Settembre 2012 Domande a Risposta Multipla Per ognuna delle seguenti domande a risposta multipla, indicare

Dettagli

Catene di Misura. Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/

Catene di Misura. Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/ Catene di Misura Corso di Misure Elettriche http://sms.unipv.it/misure/ Piero Malcovati Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell Informazione Università di Pavia piero.malcovati@unipv.it Piero Malcovati

Dettagli

Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati

Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati Tesina di Identificazione dei Modelli e Analisi dei Dati Ceccarelli Egidio e Papi Alessio 19 Luglio 2000 1 Indice 1 Introduzione 3 2 Valutazioni relative all identificazione 3 3 Prove 4 4 Conclusioni 5

Dettagli

IL PROBLEMA DELLE SCORTE

IL PROBLEMA DELLE SCORTE IL PROBLEMA DELLE SCORTE Un problema di Ricerca Operativa, di notevole interesse pratico, è il problema della gestione delle scorte, detto anche di controllo delle giacenze di magazzino. Esso riguarda

Dettagli

LEZIONE DI ELETTRONICA per la classe 5 TIM/TSE

LEZIONE DI ELETTRONICA per la classe 5 TIM/TSE LEZIONE DI ELETTRONICA per la classe 5 TIM/TSE MODULO : Analisi dei circuiti lineari in regime sinusoidale PREMESSA L analisi dei sistemi elettrici lineari, in regime sinusoidale, consente di determinare

Dettagli

Politecnico di Milano. Fondamenti di Automatica (CL Ing. Gestionale) a.a.2014-15 Prof. Silvia Strada Prima prova intermedia 28 Novembre 2014 SOLUZIONE

Politecnico di Milano. Fondamenti di Automatica (CL Ing. Gestionale) a.a.2014-15 Prof. Silvia Strada Prima prova intermedia 28 Novembre 2014 SOLUZIONE Politecnico di Milano Fondamenti di Automatica (CL Ing. Gestionale) a.a.014-15 Prof. Silvia Strada Prima prova intermedia 8 Novembre 014 SOLUZIONE ESERCIZIO 1 punti: 8 su 3 Si consideri il sistema dinamico

Dettagli

Lezione 9: Cambio di base

Lezione 9: Cambio di base Lezione 9: Cambio di base In questa lezione vogliamo affrontare uno degli argomenti piu ostici per lo studente e cioè il cambio di base all interno di uno spazio vettoriale, inoltre cercheremo di capire

Dettagli

Esercizi svolti di Elettrotecnica

Esercizi svolti di Elettrotecnica Marco Gilli Dipartimento di Elettronica Politecnico di Torino Esercizi svolti di Elettrotecnica Politecnico di Torino TOINO Maggio 2003 Indice Leggi di Kirchhoff 5 2 Legge di Ohm e partitori 5 3 esistenze

Dettagli

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4

Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 Esercizi proposti di Fondamenti di Automatica - Parte 4 2 Aprile 26 Sia dato il sistema di controllo a controreazione di Fig. 1, in cui il processo ha funzione di trasferimento P (s) = 1 (1 +.1s)(1 +.1s).

Dettagli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli A. Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Rango di una matrice, 2 Teorema degli orlati, 3 3 Calcolo con l algoritmo di Gauss, 6 4 Matrici

Dettagli

Esponenziali elogaritmi

Esponenziali elogaritmi Esponenziali elogaritmi Potenze ad esponente reale Ricordiamo che per un qualsiasi numero razionale m n prendere n>0) si pone a m n = n a m (in cui si può sempre a patto che a sia un numero reale positivo.

Dettagli

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI 119 4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI Indice degli Argomenti: TEMA N. 1 : INSIEMI NUMERICI E CALCOLO

Dettagli

FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI ANALISI MATEMATICA I - A.A. 0/0 FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI ESERCIZIO. Data la funzione f () = determinare l insieme f (( +)). Svolgimento. Poiché f (( +)) = { dom f : f () ( +)} = { dom f : f () > } si

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Analisi dei sistemi dinamici Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1 Analisi dei

Dettagli

Anno 4 Grafico di funzione

Anno 4 Grafico di funzione Anno 4 Grafico di funzione Introduzione In questa lezione impareremo a disegnare il grafico di una funzione reale. Per fare ciò è necessario studiare alcune caratteristiche salienti della funzione che

Dettagli

Diagrammi di Bode. delle

Diagrammi di Bode. delle .. 3.2 delle Diagrammi di Bode La funzione di risposta armonica F(ω) = G(jω) può essere rappresentata graficamente in tre modi diversi: i Diagrammi di Bode, i Diagrammi di Nyquist e i Diagrammi di Nichols.

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE

RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE RETTE, PIANI, SFERE, CIRCONFERENZE 1. Esercizi Esercizio 1. Dati i punti A(1, 0, 1) e B(, 1, 1) trovare (1) la loro distanza; () il punto medio del segmento AB; (3) la retta AB sia in forma parametrica,

Dettagli

Esercizi svolti sui numeri complessi

Esercizi svolti sui numeri complessi Francesco Daddi - ottobre 009 Esercizio 1 Risolvere l equazione z 1 + i = 1. Soluzione. Moltiplichiamo entrambi i membri per 1 + i in definitiva la soluzione è z 1 + i 1 + i = 1 1 + i z = 1 1 i. : z =

Dettagli

a) Il campo di esistenza di f(x) è dato da 2x 0, ovvero x 0. Il grafico di f(x) è quello di una iperbole -1 1

a) Il campo di esistenza di f(x) è dato da 2x 0, ovvero x 0. Il grafico di f(x) è quello di una iperbole -1 1 LE FUNZIONI EALI DI VAIABILE EALE Soluzioni di quesiti e problemi estratti dal Corso Base Blu di Matematica volume 5 Q[] Sono date le due funzioni: ) = e g() = - se - se = - Determina il campo di esistenza

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi risolti. Determinare kπ/ [cos] al variare di k in Z. Ove tale ite non esista, discutere l esistenza dei iti laterali. Identificare i punti di discontinuità della funzione

Dettagli

MATEMATICA 2001. p = 4/6 = 2/3; q = 1-2/3 = 1/3. La risposta corretta è quindi la E).

MATEMATICA 2001. p = 4/6 = 2/3; q = 1-2/3 = 1/3. La risposta corretta è quindi la E). MATEMATICA 2001 66. Quale fra le seguenti affermazioni è sbagliata? A) Tutte le funzioni ammettono la funzione inversa B) Una funzione dispari è simmetrica rispetto all origine C) Una funzione pari è simmetrica

Dettagli

La funzione di trasferimento

La funzione di trasferimento Sommario La funzione di trasferimento La funzione di trasferimento Poli e zeri della funzione di trasferimento I sistemi del primo ordine Esempi La risposta a sollecitazioni La funzione di trasferimento

Dettagli

Matematica e Statistica

Matematica e Statistica Matematica e Statistica Prova d esame (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie - A.A. 0/3 Matematica e Statistica Prova di MATEMATICA (0/07/03) Università di Verona - Laurea in Biotecnologie

Dettagli

STUDIO DI UNA FUNZIONE

STUDIO DI UNA FUNZIONE STUDIO DI UNA FUNZIONE OBIETTIVO: Data l equazione Y = f(x) di una funzione a variabili reali (X R e Y R), studiare l andamento del suo grafico. PROCEDIMENTO 1. STUDIO DEL DOMINIO (CAMPO DI ESISTENZA)

Dettagli

0 < a < 1 a > 1. In entrambi i casi la funzione y = log a (x) si può studiare per punti e constatare che essa presenta i seguenti andamenti y

0 < a < 1 a > 1. In entrambi i casi la funzione y = log a (x) si può studiare per punti e constatare che essa presenta i seguenti andamenti y INTRODUZIONE Osserviamo, in primo luogo, che le funzioni logaritmiche sono della forma y = log a () con a costante positiva diversa da (il caso a = è banale per cui non sarà oggetto del nostro studio).

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t) CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti 1. Determinare lim M(sin) (M(t) denota la mantissa di t) kπ/ al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l esistenza dei limiti laterali. Identificare

Dettagli

Principali comandi MATLAB utili per il corso di Controlli Automatici

Principali comandi MATLAB utili per il corso di Controlli Automatici Principali comandi MATLAB utili per il corso di Controlli Automatici In questo documento sono raccolti i principali comandi Matlab utilizzati nel corso; per maggiore comodità, sono riportati facendo riferimento

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

la funzione è definita la funzione non è definita Si osservi, infatti, che la radice di un numero negativo non esiste nel campo dei numeri reali.

la funzione è definita la funzione non è definita Si osservi, infatti, che la radice di un numero negativo non esiste nel campo dei numeri reali. 1 y 4 CAMPO DI ESISTENZA. Poiché data è una irrazionale con indice di radice pari, il cui radicando è un polinomio, essa risulta definita solo per i valori della per i quali il radicando è positivo, ovvero

Dettagli

Università degli Studi di Messina

Università degli Studi di Messina Università degli Studi di Messina Guida alla Rendicontazione on-line delle Attività del Docente Versione della revisione: 2.02/2013-07 A cura di: Fabio Adelardi Università degli studi di Messina Centro

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere

Dettagli

Introduzione al MATLAB c Parte 2

Introduzione al MATLAB c Parte 2 Introduzione al MATLAB c Parte 2 Lucia Gastaldi Dipartimento di Matematica, http://dm.ing.unibs.it/gastaldi/ 18 gennaio 2008 Outline 1 M-file di tipo Script e Function Script Function 2 Costrutti di programmazione

Dettagli

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche:

Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: 3. Specifiche dei Sistemi Un sistema di controllo può essere progettato fissando le specifiche: nel dominio del tempo (tempo di salita, tempo di assestamento, sovraelongazione, ecc.); nel dominio della

Dettagli

Controllo di velocità angolare di un motore in CC

Controllo di velocità angolare di un motore in CC Controllo di velocità angolare di un motore in CC Descrizione generale Il processo è composto da un motore in corrente continua, un sistema di riduzione, una dinamo tachimetrica ed un sistema di visualizzazione.

Dettagli

Percorsi di matematica per il ripasso e il recupero

Percorsi di matematica per il ripasso e il recupero Giacomo Pagina Giovanna Patri Percorsi di matematica per il ripasso e il recupero 2 per la Scuola secondaria di secondo grado UNITÀ CAMPIONE Edizioni del Quadrifoglio à t i n U 1 Sistemi di primo grado

Dettagli

Metodi risolutivi per le disequazioni algebriche

Metodi risolutivi per le disequazioni algebriche Metodi risolutivi per le disequazioni algebriche v.scudero Una disequazioni algebrica si presenta in una delle quattro forme seguenti: () P( () P( (3) P( () P( essendo P( un polinomio in. Noi studieremo

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA...

15 febbraio 2010 - Soluzione esame di geometria - 12 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 2009-2010 COGNOME... NOME... N. MATRICOLA... 15 febbraio 010 - Soluzione esame di geometria - 1 crediti Ingegneria gestionale - a.a. 009-010 COGNOME.......................... NOME.......................... N. MATRICOLA............. La prova dura

Dettagli

Fondamenti di Automatica

Fondamenti di Automatica Fondamenti di Automatica Funzioni di trasferimento Dott. Ing. Marcello Bonfè Dipartimento di Ingegneria - Università di Ferrara Tel. +39 0532 974839 E-mail: marcello.bonfe@unife.it pag. 1 Funzioni di trasferimento

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA BANCARIA FINANZIARIA ED ASSICURATIVA (Classe 7) Corso di Matematica per l Economia (Prof. F. Eugeni) TEST DI INGRESSO Teramo, ottobre 00 SEZIONE

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione Capitolo 2 MATRICI Fra tutte le applicazioni su uno spazio vettoriale interessa esaminare quelle che mantengono la struttura di spazio vettoriale e che, per questo, vengono dette lineari La loro importanza

Dettagli

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Automazione industriale dispense del corso 10. Reti di Petri: analisi strutturale Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Analisi strutturale Un alternativa all analisi esaustiva basata sul grafo di raggiungibilità,

Dettagli

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA BOZZA 23/07/2008 INDICE 1. PERCHÉ UNA NUOVA VERSIONE DEI MODULI DI RACCOLTA DATI... 3 2. INDICAZIONI GENERALI... 4 2.1. Non modificare la struttura dei fogli di lavoro... 4 2.2. Cosa significano

Dettagli