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1 In cammino con lo PSIR Focus sulla filiera minori: percorso partecipato con il territorio, innovazioni, aspettative e ripercussioni Genova, 11 giugno 2015 Servizio Famiglia, Minori e Pari Opportunità

2 D.G.R. 535/2015 «Delibera quadro sistema socioeducativo di promozione, prevenzione e tutela per bambini e adolescenti»

3 Da dove partiamo: Legge regionale 6/09 disciplina delle singole tematiche frammentata in provvedimenti diversi; alcuni di essi molto datati e non più coerenti con indirizzi nazionali e pianificazione regionale necessità di disciplinare tematiche e servizi ancora non previsti nella normativa regionale

4 La D.G.R. 535/2015 approva: Allegato A: Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitorebambino ; Allegato B: Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare ; Allegato C: Linee di indirizzo regionali in materia di adozione nazionale ed internazionale ; Allegato D: Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare ; Allegato E: Linee di indirizzo in materia di partecipazione e ascolto dei minorenni ; Allegato F: "Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori".

5 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Sostituiscono il Regolamento regionale 2/2005, definitivamente abrogato ai sensi dell art. 54 e 56 della l.r. 6/2009. Disciplinano: Le strutture residenziali, che accolgono bambini/preadolescenti e adolescenti che presentano una situazione familiare non idonea e pregiudizievole per la loro crescita, tale per cui si sia reso necessario un allontanamento temporaneo dal nucleo di origine. Le strutture semi residenziali, che accolgono bambini/preadolescenti e adolescenti per i quali si renda necessario un supporto diurno alla famiglia in difficoltà, anche al fine di prevenire l allontanamento del minorenne dal nucleo o favorire il suo rientro graduale nella propria famiglia I centri di aggregazione, che offrono un sostegno nella gestione del tempo libero attraverso la proposta di attività ludico ricreative, sociali, educative, culturali e sportive.

6 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Percorso partecipato con il territorio Gruppo di lavoro ristretto composto da 1 referente esperto ogni conferenza dei Sindaci + referenti regionali: Analisi regolamento 2/2005: criticità e aspetti «da salvare»; Analisi della realtà regionale delle strutture e dei servizi per minori: sperimentazioni con esiti positivi e problematiche emerse; Confronto sul tema «accreditamento» Redazione bozza del nuovo documento. Momenti di confronto con i gestori: attraverso gli organismi di rappresentanza/in riunioni allargate/per gruppi tematici/con singoli gestori su richiesta Momenti di confronto con ASL, Tribunale per i Minorenni e Procura presso il Tribunale per i Minorenni

7 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Innovazioni Autorizzazione al funzionamento per tutte le strutture (modifica art.44 L.R.12/06) Profili professionali (educatore, TASE) Inserite nuove tipologie di strutture e servizi precedentemente non specificamente normate (CET, centri estivi, ludoteche) Maggior attenzione agli aspetti di integrazione sociosanitaria (CEAS, centri diurni sociosanitari) Accreditamento e maggiore attenzione ad aspetti qualitativi

8 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Strutture residenziali Comunità educative di accoglienza CEA Comunità educative di accoglienza con interventi ad integrazione sociosanitario CEAS Comunità educative territoriali CET Comunità educative di accoglienza per minorenni da 0 a 6 anni Strutture residenziali di pronta accoglienza Comunità per minorenni stranieri non accompagnati Hub per minorenni stranieri non accompagnati Case famiglia per minorenni Comunità Genitore Bambino Alloggi per l autonomia

9 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Strutture semiresidenziali Centro Socio Educativo Diurno CED Centro Diurno con interventi ad integrazione sociosanitaria CEDIS Centri di aggregazione Centri di aggregazione Ludoteche Centri estivi diurni

10 Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi e delle strutture per minorenni e nuclei genitore bambino Aspettative Adeguamento delle strutture esistenti ai nuovi standard entro 180 giorni (settembre) Maggiori garanzie: tutte le strutture sono sottoposte a verifica e vigilanza Progressivo miglioramento della qualità delle strutture e dei servizi Miglioramento degli aspetti legati all integrazione sociosanitaria Diffusione dell accreditamento su tutto il territorio regionale

11 TRE PASSAGGI Dall autorizzazione al funzionamento all accreditamento Dall accreditamento alla valutazione Dalla valutazione al miglioramento continuo 11

12 L'ACCREDITAMENTO È. (LN 328/00) A) un processo che a seguito di un procedimento ad evidenza pubblica cambia lo stato del richiedente da soggetto autorizzato ad esercitare determinate attività socio sanitarie a quello di idoneo a prestare tali attività e pertanto potenziale erogatore; solo in seguito alla stipula di precisi accordi contrattuali il soggetto è abilitato a fornire prestazioni. B) uno strumento con natura di concessione di pubblico servizio che si concretizza in un impegno dinamico del soggetto accreditato ad un percorso di continuo miglioramento della qualità per promuovere un gruppo tendenzialmente aperto di soggetti concessionari, tutti potenziali fornitori di servizi corrispondenti agli standard di qualità definiti dall'amministrazione Da applicarsi prioritariamente a servizi di natura residenziale 12

13 LEGGE REGIONALE 6 DICEMBRE 2012 N. 42 «TESTO UNICO DELLE NORME SUL TERZO SETTORE». BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LIGURIA PARTE I ANNO XLIII N. 22 PAG. 15 Articolo 33 (Accreditamento dei servizi e dei presidi sociali) 1. In conformità a quanto previsto dalla normativa regionale, ai fini della promozione del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari,isoggettidelterzosettorepossonodivenirefornitoridiservizipubbliciattraversoilprocessodiaccreditamento previsto dall articolo 48 della L.R. 12/2006 e successive modificazioni ed integrazioni. 2. L accreditamento per i servizi ed i presidi sociali è di competenza dei comuni singoli o associati a livello distrettuale ai sensi di quanto disposto dalla L.R. 12/2006 e successive modificazioni ed integrazioni Per i Distretti in cui è articolato il Comune di Genova, l accreditamento è di competenza del Comune capoluogo per il proprio territorio e dei restanti diversi comuni associati nei rispettivi Distretti. 3. La Giunta regionale, in collaborazione con il Coordinamento regionale con i comuni e il Terzo Settore istituito ai sensi dell articolo 23, sentite le organizzazioni sindacali, stabilisce le tipologie di servizi sociali accreditabili, i relativi standard quantitativi e qualitativi i contenuti fondamentali dell accordo di accreditamento e quelli relativi al rapporto contrattuale di cui al presente articolo, nonché le modalità relative alla presa in carico professionale degli utenti al fine di assicurare che la loro ammissione al servizio avvenga nell'ambito di un percorso assistenziale attivo per l integrazione o la reintegrazione sociale dei soggetti beneficiari, ai sensi dell articolo 17, comma 2, della l. 328/2000 con la garanzia della tutela dei loro diritti, della costante adeguatezza e della qualità dei servizi. 4. L accreditamento ha efficacia a tempo indeterminato edècondizionatoalrispettodell accordodiaccreditamento, al permanere in capo al titolare del servizio dei requisiti previsti dalle leggi e dalle altre norme nazionali e regionali e all adesione dello stesso soggetto accreditato alle variazioni dell accordo di accreditamento ritenute opportune da parte del soggetto pubblico. (omissis..) 13

14 REGIONE LIGURIA DGR 535 DEL 27/03/2015 DELIBERA QUADRO SISTEMA SOCIOEDUCATIVO DI PROMOZIONE, PREVENZIONE E TUTELA PER BAMBINI E ADOLESCENTI Accreditamento delle strutture e dei servizi sociali per minorenni Ai fini dell accreditamento, i soggetti titolari dei servizi e delle strutture, oltre a possedere i requisiti richiesti per l autorizzazione al funzionamento, devono soddisfare almeno gli ulteriori requisiti di qualità che devono essere specificati per ogni tipologia di servizio dalla Regione. L accreditamento è di competenza dei comuni singoli o associati, secondo quanto disposto dalla L.R. 42/2012 art. 33. I Comuni possono individuare ulteriori criteri, modalità e strumenti per l accreditamento dei servizi e delle strutture insistenti sul proprio territorio. Al fine del raggiungimento del comune obiettivo dell innalzamento progressivo e continuo della qualità dei servizi e dell omogeneità dell applicazione del sistema su tutto il territorio ligure è comunque indispensabile operare in un ottica di collaborazione interistituzionale, fermo restando, per la Regione, la possibilità di effettuare verifiche a campione o su segnalazione sui soggetti accreditati. L accreditamento costituisce condizione necessaria per l accesso ai finanziamenti pubblici e/o al convenzionamento senza tuttavia comportare in nessun caso l automatica assunzione di oneri economici da parte delle amministrazioni interessate. Sono accennati alcuni criteri per l accreditamento di strutture residenziali per minorenni, intesi come dimensioni della qualità e aree da sottoporre a valutazione 14

15 L ACCREDITAMENTO COME STRUMENTO FINALIZZATO AL MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA QUALITÀ (DALLA MURA 2010) L accreditamento «si concretizza in un impegno dinamico del soggetto accreditato ad un percorso di continuo miglioramento della qualità» (LN 328/00) In tal senso si va oltre l identificazione di un sistema dinamico di requisiti crescenti da rivedere periodicamente autorizzazione al funzionamento e accreditamento istituzionale; Per massimizzare l utilità dell accreditamento occorre applicare con rigore nei singoli servizi il rispetto dei requisiti e nel contempo gestire flessibilmente i modelli d intervento, sia diversificando l offerta sia modulando in condivisione con i diversi soggetti produttori e fruitori gli stessi modelli di servizio perché meglio si adattino anche progressivamente ai differenti bisogni cui debbono rispondere. Lavalutazioneèprincipalmente(ma non esclusivamente) un attività di ricerca sociale applicata, realizzata nell ambito di un processo decisionale, in maniera integrata tra le fasi di programmazione, progettazione ed intervento, avente come scopo la riduzione della complessità decisionale, attraverso l analisi degli effetti diretti e indiretti, attesi e non attesi, voluti e non voluti, dell azione, compresi quelli non riconducibili ad aspetti materiali (Claudio Bezzi, 2001). Lavorare in un ottica progettuale efficace significa progettare, valutare e riprogettare sulla scorta delle valutazionirealizzate, tenendo sotto osservazione gli esiti dei propri interventi e i processi che conducono a determinati esiti. Attraverso questa strada è possibile realizzare un miglioramento continuo degli interventi. 15

16 L ACCREDITAMENTO SOCIALE DI TIPO VALUTATIVO La valutazione: è un'espressione di giudizio rispetto ad azioni di interesse collettivo (Stame); è svolta attraverso attività di ricerca realizzate con metodi rigorosi e codificabili (Palumbo); valorizza gli aspetti inattesi e contraddittori (S. Bassanini); È un processo partecipato orientato all attribuzione di senso (condiviso) deve essere comunicata a terzi in modo esplicito e trasparente (Bertin, Porchia); avviene all'interno di un processo nel quale valutazione e progettazione sono percorsi integrati (Bezzi); ha l'intento di migliorare gli interventi e le politiche pubbliche (Martini); 16

17 Un possibile percorso per l accreditamento di tipo valutativo Analisi del contesto: approfondimento conoscenza dei bisogni dei fruitori e delle caratteristiche dell offerta di servizio Descrizione del modello (disciplinare), individuando i requisiti necessari a garantire prestazioni di qualità Definire gli obiettivi del servizio Definire chi fa, cosa, con quali risorse e con quali competenze (processi di lavoro e professionalità) Individuare i requisiti (obiettivi, struttura, processi, strumenti) Costruzione di strumenti (individuazione indicatori e standard) Accreditamento provvisorio, contratto e sperimentazione (condivisione) (richiamo al percorso di accreditamento DGR 535/15 art 6 allegati) Rilevazione, analisi e valutazione dei risultati Definire i livelli di responsabilità (tecnico, decisionale, di regia, di partecipazione) Attivazione azioni di miglioramento 17

18 REGIONE LIGURIA DGR 535 DEL 27/03/2015 DELIBERA QUADRO SISTEMA SOCIOEDUCATIVO DI PROMOZIONE, PREVENZIONE E TUTELA PER BAMBINI E ADOLESCENTI art 6. Accreditamento delle strutture e dei servizi sociali per minorenni (il percorso) La domanda di accreditamento viene presentata dal soggetto privato interessato al Comune ove è ubicata la struttura, che istituisce la commissione tecnica di valutazione secondo quanto previsto dai propri provvedimenti e comunque entro 30 giorni dal ricevimento dell istanza L istruttoria della domanda viene realizzata dalla commissione tecnica di valutazione cui sopra, nominata dal Comune ove è ubicata la struttura secondo le modalità stabilite con apposita DGR dalla Regione in collaborazione con amministrazioni locali. L istruttoria si realizza attraverso l analisi dei documenti presentati all atto della domanda e mediante una verifica diretta all interno del servizio; Il provvedimento finale viene assunto dal Comune, preso atto del rapporto della commissione di valutazione e inviato agli interessati e al competente servizio regionale. Il procedimento per l accreditamento deve concludersi entro novanta giorni dalla data di ricezione dell istanza da parte del Comune ove è ubicata la struttura, fatti salvi i casi di sospensione del suddetto termine ai sensi dell art. 8 della l.r. 56/2009. L accreditamento ha efficacia a tempo indeterminato a decorrere dalla data di adozione del provvedimento finale ed è condizionato al permanere in capo al titolare del servizio di tutti i requisiti che hanno dato luogo al rilascio nonché all adeguamento a ulteriori norme nazionali e regionali in materia. È stabilito un monitoraggio almeno triennale sui soggetti accreditati, a cura dei Comuni (tramite le commissioni di valutazione di cui sopra. È fatta salva, per la Regione, la possibilità di disporre ulteriori verifiche sui soggetti accreditati, sia a campione che su segnalazione. Presso la Regione è istituito un sistema informatizzato di gestione delle strutture sociosanitarie e sociali in cui, vengono registrati i relativi provvedimenti adottati in materia (nuovi accreditamenti, revoche) 18

19 COME PROCEDERE Gruppo regionale Partecipazione alla definizione standard accreditamento Condivisione buone prassi e strumenti Consolidamento competenze valutative formazione Trasferimento competenze e supporto ai territori 19

20 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Sulla base delle Linee di indirizzo per l affidamento familiare nazionali, approvate dalla Conferenza Stato Regioni in data 25 ottobre 2012 e recepite dalla Regione Liguria con D.G.R. 8 ottobre 2013, n. 1273, definisce le modalità operative ed organizzative relative alla loro applicazione sul territorio ligure.

21 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Percorso partecipato con il territorio A seguito dell emanazione delle Linee di indirizzo per l affidamento familiare nazionali, approvate dalla Conferenza Stato Regioni in data 25 ottobre 2012 e del loro recepimento con D.G.R. 8 ottobre 2013, n. 1273, si è costituito un gruppo di lavoro tecnico regionale per definire le modalità operative ed organizzative relative alla loro applicazione sul territorio ligure, e ridefinire i livelli ottimali per la gestione dei servizi dell affidamento nella nostra regione.

22 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare La Regione Liguria ha definito nel Piano Sociale Integrato , l integrazione socio sanitaria quale modalità di lavoro imprescindibile nell ambito della tutela e protezione dei minori e ha delineato precise azioni volte a realizzare un più compiuto sistema integrato di servizi sociosanitari per i minori e le loro famiglie, all interno del quale viene costituito lo specifico Servizio per l Affido Familiare. L ambito territoriale ottimale per la costituzione del Servizio per l Affido Familiare e per la gestione delle attività ad esso riferite è definito a livello Distrettuale/Sovradistrettuale in funzione delle specifiche dimensioni e caratteristiche territoriali ed organizzative. Nel Servizio per l Affido Familiare sono presenti necessariamente almeno un Assistente Sociale dell Ente Locale e uno Psicologo della ASL oltre ad altre figure professionali idonee a seconda delle disponibilità organizzative delle singole realtà territoriali.

23 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Attori coinvolti e ruolo dei servizi sociosanitari Maggiore coinvolgimento dei servizi sanitari per gli adulti nei compiti di valutazione, sostegno e cura nell ottica del recupero delle capacità genitoriali. Competenza territoriale e oneri economici E previsto contributo alla famiglia affidataria non inferiore all importo mensile della pensione minima dei lavoratori dipendenti e autonomi INPS. In presenza di motivate difficoltà di bilancio dell Ente è possibile corrispondere alla famiglia un contributo di importo inferiore a quello indicato, con uno scostamento massimo del 10%. Casi particolari

24 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Tipologie di affidamento Fermo restando quanto previsto dalle L.I. nazionali, il presente documento regionale si sofferma su alcune tipologie di affidamento e/o forme di accoglienza familiare al fine di fornire indicazioni rispetto a: criticità emerse dal territorio in merito alla gestione di particolari situazioni di affido; dare maggiore impulso alla diffusione di alcune tipologie; valorizzare le esperienze maturate nel territorio ligure.

25 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Il percorso dell affidamento familiare Promozione Informazione Formazione affidatari Percorso di conoscenza Richiesta e abbinamento (indicazioni particolari) Il progetto Il bambino e il suo progetto Accoglienza e accompagnamento Chiusura

26 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Formazione azioni formative di base rivolte a tutti gli operatori che si occupano di minori e genitori compresi gli operatori sanitari del Consultorio, SerT e Salute Mentale, gli insegnanti; azioni formative e di aggiornamento per gli operatori volti a migliorare le competenze specialistiche integrate in materia di affido.

27 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Gruppo regionale di lavoro Il gruppo di lavoro svolge le seguenti funzioni: promozione delle azioni formative previste dalle presenti linee di indirizzo al punto 4 e predisposizione di materiale comune per la formazione degli affidatari; costruzione Banca Dati sulle famiglie affidatarie; elaborazione di strumenti omogenei e condivisi a livello regionale (scheda informativa da compilare da parte della famiglia affidataria, scheda con esito del percorso di conoscenza della famiglia da inserire in Banca Dati,..) monitoraggio dell applicazione delle presenti linee di indirizzo a livello territoriale; raccolta, condivisione e diffusione di esperienze e buone prassi; promozione di attività di studio e ricerca con particolare riferimento agli esiti dei percorsi di affidamento familiare; raccordo con il livello nazionale in merito all applicazione delle linee di indirizzo nazionali.

28 Linee di indirizzo regionali per l affidamento familiare Innovazioni Uniformare la presenza e l organizzazione dei servizi per l affido su tutto il territorio ligure Definizione di alcuni aspetti legati alla competenza territoriale e agli oneri economici derivanti Previsione di banche dati comunicanti Maggiore coinvolgimento dei servizi sanitari dedicati agli adulti per gli interventi di valutazione, prognosi, sostegno e cura per il recupero delle capacità genitoriali nell ottica della riunificazione;

29 Linee di indirizzo regionali in materia di adozione nazionale ed internazionale Il documento aggiorna gli indirizzi regionali in materia di adozione di cui alla D.G.R. 28 dicembre 2001, n.1627, a fronte dei significativi cambiamenti intervenuti nelle caratteristiche e nei bisogni delle famiglie e dei bambini, degli approfondimenti teorici sviluppati attraverso il lavoro del gruppo regionale di studio sul tema e dei nuovi assetti organizzativi introdotti con il Piano Sociale Integrato Regionale

30 Linee di indirizzo regionali in materia di adozione nazionale ed internazionale SOGGETTI COINVOLTI (ÉQUIPE ADOZIONI, ENTI AUTORIZZATI, TRIBUNALE PER I MINORENNI, REGIONE, COMMISSIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI) FASI DEL PERCORSO ADOTTIVO, OBIETTIVI E COMPETENZE DEI SOGGETTI COINVOLTI GRUPPO REGIONALE DI STUDIO SUL TEMA DELL ADOZIONE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE NORMATIVA DI RIFERIMENTO Contenuti SCHEDE TECNICHE: schema per la relazione predisposta dalle équipe adozioni e schema della relazione dell équipe adozioni per il tribunale per i minorenni per la valutazione del primo anno di adozione o di affidamento pre adottivo

31 Linee di indirizzo regionali in materia di adozione nazionale ed internazionale Percorso partecipato con il territorio Gruppo Regionale di Studio sull adozione, composto da referenti delle equipe adozioni del territorio (1 assistente sociale + 1 psicologo per ogni conferenza dei Sindaci), degli enti autorizzati, del Tribunale per i Minorenni. Esame degli indirizzi regionali del 2001; Analisi delle prassi territoriali e delle criticità emerse; Valutazione delle modifiche da apportare anche sulla base dei cambiamenti degli scenari e delle riflessioni emerse nel corso di formazione. Aggiornamento del documento

32 Linee di indirizzo regionali in materia di adozione nazionale ed internazionale Innovazioni Introdotti gli incontri informativi per aspiranti genitori adottivi Maggior attenzione al post adozione Inseriti riferimenti specifici per l adozione nazionale Maggiore attenzione al ruolo degli enti autorizzati

33 Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare Indirizzi regionali volti alla promozione di interventi di prevenzione dell allontanamento dei minori dal nucleo familiare attraverso il rafforzamento delle competenze genitoriali nei nuclei a rischio. Hanno l obiettivo di garantire una maggior uniformità di intervento su tutto il territorio ligure, anche a seguito dell adesione della Regione Liguria alla sperimentazione nazionale del modello di intervento P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell'istituzionalizzazione).

34 La Regione Liguria ha aderito al progetto P.I.P.P.I. nel 2013, dopo la prima fase di sperimentazione nel 2011/2012 in 10 città riservatarie della Legge 285/97, fra cui Genova. Attualmente sono coinvolti due territori: quello della Conferenza dei Sindaci dell Asl 3 genovese e quello del DSS 18 Spezzino. L adesione è stata motivata, oltreché dai positivi risultati della prima sperimentazione, dalla volontà di introdurre nelle prassi lavorative dei servizi socio sanitari in materia di tutela dei minori un approccio innovativo basato su evidenza scientifica. Tale programma di ricerca intervento, infatti, ha come finalità quella di: individuare, sperimentare, monitorare, valutare e codificare un approccio intensivo, continuo, flessibile, ma allo stesso tempo strutturato, di presa in carico del nucleo familiare, capace di ridurre significativamente i rischi di allontanamento del bambino o del ragazzo dalla famiglia di origine e/o di rendere l'allontanamento, quando necessario, un'azione fortemente limitata nel tempo facilitando i processi di riunificazione familiare.

35 Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare Innovazioni proporre un ri posizionamento dello sguardo sui bambini e sui genitori nel processo di presa in carico e sulle risorse formali e informali della comunità in cui la famiglia vive, con un reale coinvolgimento e l effettiva partecipazione delle famiglie e dei bambini e ragazzi fin dalla fase di valutazione della propria situazione familiare e poi nella progettazione dell intervento che li riguarda e via via nell attuazione del progetto e fino alla valutazione degli esiti; prevedere l utilizzo di strumenti condivisi di rilevazione, progettazione e monitoraggio dei progetti di intervento, che consentano la misurazione degli esiti e il confronto fra le esperienze; stimolare un articolazione in modo coerente fra loro dei diversi ambiti di azione coinvolti, che metta in campo una risposta che ponga al centro i bisogni di sviluppo dei bambini nel loro mondo relazionale, con il focus sul rinforzo delle positività e delle risorse e non tanto o non solo sulla rilevazione dei problemi e ricomponga il quadro in maniera unitaria, progettando gli interventi in maniera appropriata, integrata e coerente;

36 Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare promuovere una diversa modalità di collaborazione fra servizi e scuola, che riveste un ruolo fondamentale all interno della rete dei servizi, per arrivare ad una partecipazione degli insegnanti nel processo di presa in carico del minore e della sua famiglia; fornire indicazioni per un attivazione diversa e specifica di dispositivi già nella pratica dei servizi (educativa individuale, supporto domiciliare, rete formale e informale, educativa territoriale e di strada); indicare la possibilità e opportunità di risorse diverse quali gruppi per i genitori e, laddove possibile, di gruppi per i bambini e/o con attività specifiche di sostegno all identità del bambino e l esperienza di famiglie d appoggio (sostegno oltreché sul piano emotivo, attraverso azioni concrete mirate allo sviluppo delle potenzialità e delle competenze piuttosto che sui deficit e le carenze e che può contribuire a rompere solitudine e isolamento, rinforzando le reti e le relazioni tra le famiglie).

37 Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare Aspettative Finalità principale del documento è stata quella di descrivere e fornire prime indicazioniinmeritoagliinterventiinerentilaprotezionedellarelazione genitore figlio, l empowerment familiare per una genitorialità positiva e la prevenzione degli allontanamenti del minore dalla sua famiglia anche nelle situazioni di grave negligenza, per ricomporre gli interventi di sostegno, di empowerment e di prevenzione attualmente presenti sul territorio in maniera disomogenea. Il documento, che già ha raccolto esperienze e riflessioni sviluppate dai servizi presenti sul territorio regionale, costituisce un primo passo, alla base del previsto gruppo regionale, composto da referenti degli uffici regionali competenti e dei servizi territoriali regionali.

38 Linee d indirizzo regionali per gli interventi di prevenzione nell ambito della tutela dei minori ed empowerment familiare Tale gruppo di lavoro potrà: approfondire i temi trattati nelle linee di indirizzo; favorire lo sviluppo di azioni di formazione congiunta, sui temi delle linee di indirizzo; curare la raccolta, condivisione e diffusione di esperienze e buone prassi e la stesura di procedure stabili di relazione e collaborazione inter istituzionale; monitorare l applicazione a livello territoriale delle linee di indirizzo regionali; promuovere attività di studio e ricerca; essere un luogo di raccordo con il livello nazionale anche in riferimento alle sperimentazioni di programmi di intervento in questo ambito (Progetto P.I.P.P.I.). studiare ed elaborare strumenti omogenei e condivisi a livello regionale (schede per la valutazione della situazione familiare, schema per Progetto Educativo Individualizzato, ).

39 Linee di indirizzo in materia di partecipazione e ascolto dei minorenni Indirizzi regionali volti alla promozione dell ascolto e della partecipazione dei minori alla vita della comunità, riconosciuti come diritti di tutte le persone sotto i 18 anni dalla Convenzione ONU sui Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza. Il documento ha l obiettivo di dare piena applicazione dei suddetti diritti, su forte impulso delle realtà del Terzo settore che si occupano in Liguria dei diritti dei minorenni.

40 Linee di indirizzo in materia di partecipazione e ascolto dei minorenni Contenuti DEFINIZIONE DELLA PARTECIPAZIONE MINORILE FINALITÀ DELLA PARTECIPAZIONE MINORILE CARATTERISTICHE DELLA PARTECIPAZIONE MINORILE TIPOLOGIE E FORME DI PARTECIPAZIONE CONDIZIONI PER LA REALIZZAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE ATTORI DELLA PARTECIPAZIONE MINORILE GRUPPO REGIONALE DI PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE MINORILE

41 Linee di indirizzo in materia di partecipazione e ascolto dei minorenni Percorso partecipato con il territorio Il documento è stato elaborato in collaborazione con il Coordinamento per i diritti dell infanzia e dell adolescenza (PIDIDA) della Liguria tra le realtà del Terzo Settore che operano per la promozione e tutela dei diritti dell infanzia e dell adolescenza e a partire dalle esperienze di partecipazione già realizzate nel territorio.

42 LA PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI Linee di Indirizzo Regione Liguria - Dgr marzo 2015, All. E

43 PARTECIPAZIONE & DIRITTI La Convenzione ONU sui diritti dell infanzia e dell adolescenza del 20 Novembre 1989 (in sigla internazionale CRC, Convention on The Rights of The Child), che è Legge in Italia dal 27 maggio del 1991, si basa su 4 principi fondamentali: ART. 3 SUPERIORE INTERESSE SOPRAVVIVENZA E SVILUPPO ART. 2 NON DISCRIMINAZIONE ART 12 PARTECIPAZIONE

44 PARTECIPARE. E UN DIRITTO DI OGNI BAMBINO E RAGAZZO, BAMBINA E RAGAZZA. AD OGNI ETA. NON C E UN ETA MINIMA, SONO GLI ADULTI CHE DEVONO TROVARE IL MODO DI FAR PARTECIPARE I BAMBINI E I RAGAZZI. LA PARTECIPAZIONE E COLLEGATA CON: 1)Il diritto di libertà di espressione (art. 13 CRC) 2)Il diritto alla libertà di coscienza e religione (art. 14 CRC) 3)Il diritto alla libertà di associazione (art. 15 CRC) 4)Il diritto alla libertà di informazione (art. 17 CRC) 5)Il diritto al tempo libero, gioco e attività culturali (art. 31 CRC) 6)Il diritto di avere educazione, orientamenti e consigli forniti dai genitori per sviluppare le capacità dei bambini e dei ragazzi (art. 5 CRC).

45 LA PARTECIPAZIONE E UN DIRITTO INALIENABILE FONTE DELLO SCHEMA: SAVE THE CHILDREN ITALIA

46 PARTECIPAZIONE & DIRITTI Quando i minorenni possono partecipare (dal Commento Generale n. 12 del Comitato ONU sui Diritti dell Infanzia/dell Adolescenza)? 1.in famiglia 2.nelle situazioni di cure alternative (minorenni fuori dalla famiglia, in accoglienza) 3.nelle cure sanitarie 4.nell ambito della scuola e dei processi di formazione e istruzione 5.nel gioco, nelle attività ricreative, sportive e culturali 6.sul posto di lavoro (si ricordi che la CRC va fino a 18 anni) 7.in situazioni di violenza, abusi, negligenza 8.per quel che riguarda lo sviluppo di strategie di prevenzione di violazione dei diritti 9.nei procedimenti di immigrazione e asilo 10.nelle situazioni di emergenza (guerre, calamità, etc.) 11.nei contesti nazionali e internazionali (che comprendono la partecipazione dei minorenni a livello comunale, locale, etc.)

47 SENZA GLI ADULTI NON C E PARTECIPAZIONE Adulti che possono aiutare la partecipazione: Famiglie Insegnanti e Dirigenti Scolastici Educatori e operatori sociali e socio-ricreativi Operatori sportivi (allenatori, etc.) Amministratori locali (consiglieri comunali, assessori, sindaci) e chi lavora in Comune Gli eletti in Regione e chi lavora in Regione Assistenti Sociali Polizia dello Stato, polizia locale, etc. Associazioni Medici, Pediatri Architetti, urbanisti, progettisti Giudici, avvocati Giornalisti Università (chi insegna agli adulti) Religiosi (ad esempio sacerdoti) Organizzazioni nazionali e internazionali Istituzioni indipendenti di garanzia (Garante Infanzia, Difensori Civici, etc.)

48 BAMBINI E RAGAZZI PARTECIPANO X CAMBIARE LE COSE X ESSERE ACCREDITATI COME PERSONE INTERESSATE PER IMPARARE LA DEMOCRAZIA ESERCITANDOLA X ESSERE, DIVENTARE, SPERIMENTARE GIOCARE

49 La Scala della Partecipazione di Roger Hart Ci sono due grandi livelli, la non partecipazione e la partecipazione. Per la maggior parte dei casi la partecipazione è finta.

50 ADULTI, ATTENTI!

51 CI SONO TRE MACRO TIPOLOGIE DI PARTECIPAZIONE (Gerison Lansdown)

52 LA CONSULTAZIONE In cui gli adulti danno inizio alle attività per ottenere dai giovani informazioni utili per il miglioramento di leggi, politiche, territorio, scuola, servizi RUOLO DEI RAGAZZI E DEGLI ADULTI Le idee sono avviate da adulti; Sono dirette e gestite da adulti; I ragazzi non hanno controllo sui risultati; A volte si offre ai ragazzi la possibilità di organizzarsi tra loro, acquisire determinate abilità e contribuire a influenzare i risultati. POSSIBILI CASI CHE POSSONO VERIFICARSI I bambini e i ragazzi possono essere solo informati dell azione nella quale sono coinvolti I bambini e i ragazzi, oltre ad essere informati, possono dire come fare la consultazione

53 I PROGETTI PARTECIPATI Sperimentare la democrazia, creare occasioni per i giovani di capire e applicare i suoi principi o coinvolgere i giovani nello sviluppo di attività, servizi e politiche che riguardano anche loro RUOLO DEI RAGAZZI E DEGLI ADULTI Sono attività avviate dagli adulti; Comportano la collaborazione dei bambini e ragazzi; I bambini e ragazzi possono criticare o influire sui risultati; Una volta avviato il progetto, i bambini e i ragazzi possono decidere autonomamente quali azioni intraprendere. POSSIBILI CASI CHE POSSONO VERIFICARSI I bambini e i ragazzi collaborano alla realizzazione di idee che nascono dagli adulti I bambini e i ragazzi condividono con gli adulti anche la progettazione iniziale delle idee, oltre che la loro realizzazione

54 I PROGETTI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI I giovani sono messi in grado di individuare e realizzare propri progetti RUOLO DEI RAGAZZI E DEGLI ADULTI Le questioni importanti sono individuate dai ragazzi stessi; Il ruolo degli adulti consiste nel fornire assistenza; I ragazzi hanno il controllo dell attività POSSIBILI CASI CHE POSSONO VERIFICARSI I bambini e i ragazzi esprimono in modo indipendente idee e progetti e gli adulti li aiutano a realizzarli

55 IN LIGURIA LE ATTIVITA DI PARTECIPAZIONE SONO Consigli Comunali dei Ragazzi Consultazioni previste dai Comuni Consulte studentesche Consulte giovanili Partecipazione all interno di Centri Aggregativi Iniziative di partecipazione in associazioni Progettazione e riprogettazione di spazi gioco, percorsi sicuri, casa-scuola, percorsi pedibus, etc. Consultazioni e/o campagne promozionali di vario tipo all interno della didattica delle scuole

56 SULLA PARTECIPAZIONE IL GARANTE NAZIONALE INFANZIA E ADOLESCENZA HA ELABORATO DOCUMENTI DI RIFERIMENTO SU: a) Metodologie b) Concetti generali c) Partecipazione a scuola d) Partecipazione nell ambito delle istituzioni (CCR e simili) e) Partecipazione in ambito familiare (anche per coloro che sono collocati fuori dalla famiglia di origine) f) Partecipazione in Associazioni, Centri Aggregativi e simili g) Riferimenti Normativi I documenti saranno disponibili a giugno online, anche in versione ETR (Easy To Read):

57 I BAMBINI E I RAGAZZI HANNO CHIESTO DURANTE GLI INCONTRI DEL 2011, 2012, 2013 E 2014 IN LIGURIA dare fiducia ai ragazzi non portare avanti solo idee degli adulti trovare il modo per includere più ragazzi, anche disabili, stranieri, etc. informare sempre (anche tramite il web) su come stanno le cose e non fare progetti capati in aria concentrarsi sulle cose che riguardano la vita reale di ogni giorno dei bambini e dei ragazzi realizzare le cose e farlo in tempi utili ai ragazzi sperimentare l autogestione di attività coinvolgere le scuole e le famiglie avere qualcuno specifico che ti ascolta in Comune mettere insieme bambini e ragazzi di diverse età avere adulti che ti aiutano, che sappiano lavorare con i ragazzi contattare altre attività di partecipazione e vedersi con altri ragazzi per scambiarsi idee vedere dei cambiamenti veri divertirsi e imparare

58 COSA MANCA, COSA STIAMO FACENDO, COSA FAREMO LA PARTECIPAZIONE DEI MINORENNI E UN ARGOMENTO AMPIO, CHE VA APPROFONDITO. LE LINEE DI INDIRIZZO PREVEDONO LA POSSIBILITA DI RACCOGLIERE, COSTRUIRE, ELABORARE TOOLS DI APPROFONDIMENTO, CHE DEVONO ANDARE NEL DETTAGLIO (paragrafo 9 Linee di Indirizzo sulla Partecipazione). DI PARTECIPAZIONE SI STANNO OCCUPANDO DIVERSE FILIERE E, IN ALCUNI CASI, VI SONO ELABORAZIONI AVANZATE IN TERMINI METODOLOGICI E OPERATIVI.

59 ROAD MAP PARTECIPAZIONE )Nel 2015 con i ragazzi e le ragazze in situazione di partecipazione (CCR, CAG, Comunità, Consulte, etc.): valutazione della qualità della loro esperienza, utilizzando come items sia i punti delle Linee di Indirizzo che i contenuti dell elaborazione nazionale sulla Partecipazione a cura del Garante Nazionale Infanzia e Adolescenza. INIZIATIVE DE IL GIORNO DEL GIUDIZIO 2)A fine Ottobre/inizio Novembre 2015: realizzazione della V Edizione degli Stati Generali della Partecipazione dei ragazzi e delle ragazze in Liguria 3)Entro fine anno: partecipazione alle iniziative nazionali sulla partecipazione in collaborazione con il Garante Nazionale e il Pidida Nazionale (con i ragazzi) 4)Nel 2015 con le Istituzioni: costituzione del Gruppo Regionale di promozione della partecipazione, previsto dal paragrafo 9 delle Linee di Indirizzo, cominciando ad approfondire alcuni argomenti: a)partecipazione nell ambito delle istituzioni (CCR, Consulte, etc.) b)partecipazione nell ambito del tempo libero (CAG, Centri Diurni, etc.) c)partecipazione nell ambito dei Servizi Sociali (PEI Partecipati) d)partecipazione a scuola (in generale, partecipazione e didattica ) e)partecipazione nell ambito dei minorenni migranti, in protezione e MSNA

60 NEL 2016 LA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA COMPIE 25 ANNI IN ITALIA. FACCIAMO DI QUESTA RICORRENZA L ANNO DELLA PARTECIPAZIONE E DEL DIRITTO DI ASCOLTO PER TUTTI I MINORENNI.

61 - pidida.liguria@gmail.com pagina FB: Pidida Liguria

62 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Stante la forte correlazione con le altre tematiche trattate, anche i nuovi indirizzi in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori approvati con D.G.R. 1502/2013 sono stati inclusi nella Delibera quadro. Il testo delle Linee di indirizzo, frutto di un lavoro di condivisione con referenti dei servizi territoriali sociali e sanitari, delle strutture, ospedaliere, delle associazioni dei medici di medicina generale e dei pediatri extra ospedalieri, dell autorità giudiziaria, è stato mantenuto nella stesura precedente.

63 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Contenuti DEFINIZIONE DEL FENOMENO CARATTERISTICHE FORME DI ABUSO E MALTRATTAMENTO PATOLOGIA DELLE CURE MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO VIOLENZA ASSISTITA VIOLENZA ATTRAVERSO FORME DI COMUNICAZIONE VIRTUALE MALTRATTAMENTO FISICO ABUSO SESSUALE FATTORI DI RISCHIO E FATTORI PROTETTIVI ORGANIZZAZIONE E MODALITÀ OPERATIVE DEI SERVIZI IN RETE SEGNALAZIONE GRUPPO REGIONALE DI STUDIO SUL TEMA DEL MALTRATTAMENTO E ABUSO DI MINORI NORMATIVA DI RIFERIMENTO

64 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Percorso partecipato con il territorio Il documento è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da referenti: degli uffici regionali competenti; dei servizi sociali territoriali; dei servizi sanitari territoriali; delle strutture ospedaliere; dei medici di medicina generale; dei pediatri di libera scelta; dell autorità giudiziaria.

65 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Innovazioni + raccordo fra la rete territoriale e la rete ospedaliera Presenza negli ospedali di un referente medico, uno psicologo e un assistente sociale specificamente formati + adeguata formazione di tutto il personale sanitario ospedaliero Indicazioni per la segnalazione 2 livelli di intervento territoriale: equipe multidisciplinare minori equipe specialistica sovradistrettuale Gruppo di lavoro regionale permanente

66 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Aspettative Costituzione, a livello di Conferenza dei Sindaci di ASL, di un gruppo tecnico formato dai referenti della rete locale, con compiti di promozione, monitoraggio dell attuazione delle linee di indirizzo, predisposizione dei protocolli operativi, coordinamento della rete locale, programmazione di attività di prevenzione. Predisposizione, a livello delle Conferenze dei Sindaci di ASL, di protocolli operativi territoriali fra tutti gli attori istituzionali della rete, che rendano evidenti: la metodologia d intervento a carattere multidisciplinare, le modalità di integrazione nelle varie fasi di intervento; il raccordo fra la rete territoriale e la rete ospedaliera; il coordinamento delle risorse pubbliche e private

67 Linee di indirizzo in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori Ripercussioni o meglio: primi risultati ottenuti Attivazione di forme spontanee di collaborazione fra i diversi soggetti attraverso i componenti del gruppo regionale (articoli, convegni, progetti). Stesura di un piano di azione sulle attività di prevenzione (primaria, secondaria, terziaria) del maltrattamento e abuso di minori. Elaborazione di un percorso formativo in collaborazione con l Università di Genova

68 Servizio Famiglia, Minori e Pari Opportunità Dirigente: dott.ssa Maria Luisa Gallinotti Tel e mail: marialuisa.gallinotti@regione.liguria.it Funzionari di riferimento per DGR 535/2015: dott.ssa Federica Scimone tel e mail: Federica.Scimone@regione.liguria.it dott.ssa Cinzia Catzeddu tel e mail. cinzia.catzeddu@regione.liguria.it

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