L Ambulatorio di Dietetica: l esperienza del SIAN di Potenza. Antonio Romaniello Direttore U.O.C. Igiene Alimenti e NutrizionePotenza A.S.P.
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1 L Ambulatorio di Dietetica: l esperienza del SIAN di Potenza Antonio Romaniello Direttore U.O.C. Igiene Alimenti e NutrizionePotenza A.S.P.
2 Il sistema Alimentazione-Nutrizione studia le correlazioni tra l igiene dei prodotti alimentari e le loro caratteristiche nutrizionali. Solo un alimento igienicamente idoneo non arrecherà danno all organismo e fornirà allo stesso nutrienti di buona qualità.
3 Il Sistema Alimentazione - Nutrizione dovrebbe tendere a realizzare, nel singolo e nelle collettività, condizioni di eunutrizione ed evitare l instaurarsi di condizioni di malnutrizione per difetto o per eccesso.
4 EUNUTRIZIONE CONDIZIONE NUTRIZIONALE CHE ASSICURA BENESSERE FISICO E PSICHICO
5 MALNUTRIZIONE CONDIZIONE NUTRIZIONALE CHE SI VERIFICA QUANDO NON VENGONO SODDISFATTI BISOGNI QUANTITATIVI O QUALITATIVI DI NUTRIENTI
6 MALNUTRIZIONE PERDIFETTO DAECCESSO IPONUTRIZIONE IPERNUTRIZIONE
7 IPONUTRIZIONE KWASHIORKOR MARASMA
8 IPERNUTRIZIONEENERGETICA (OBESITA') CRITERI CLINICI EPOCADI INSORGENZA GIOVANILE MATURA
9 Sicurezza nutrizionale Sicurezza nutrizionale: si pone l obiettivo, tramite una dieta equilibrata, di garantire la prevenzione delle malattie da non corretta alimentazione. Prevenzione nutrizionale: tutte le misure di prevenzione utili a garantire condizioni di eunutrizione al singolo ed alla collettività.
10 COMPETENZE NUTRIZIONALI DEL SIAN. VALUTARE CONDIZIONI NUTRIZIONALI DELLE POPOLAZIONI, ABITUDINI ALIMENTARI E MALATTIE CORRELATE ( SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE ). INTERVENTI DI PREVENZIONE NUTRIZIONALE: INTERVENTI EDUCATIVI E FORMATIVI DIRETTI IN VARI AMBITI E CON VARIE MODALITA PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE A COMPONENTE NUTRIZIONALE.
11 Negi ultimi anni tutti i Piani Sanitari Nazionali ed i Piani Nazionali Prevenzione hanno sottolineato la necessità di prevenire le malattie cronico-degenerative.
12 Il Piano Nazionale Prevenzione ha tra i suoi macro obiettivi quello di ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili
13 Malattie croniche non trasmissibili (MCNT) L OMS ha elaborato un Piano d azione globale per la prevenzione delle Malattie Croniche Non Trasmissibili. Le Malattie croniche non trasmissibili ( MCNT ) :malattie cardiovascolari, tumori, patologie respiratorie croniche e diabete sono, a livello mondiale la prima causa di morbosità, invalidità e mortalità. In Europa ed in Italia patologie cardiovascolari e cancro causano quasi i tre quarti della mortalità.
14 Macro obiettivo del PNP «Molti decessi precoci, inoltre, sono evitabili: le stime indicano che almeno l 80% di tutti i casi di malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2 e almeno un terzo dei casi di cancro si possono prevenire «
15 Principali malattie croniche associate ad una non corretta alimentazione: Malattie cardiovascolari Ipertensione arteriosa Tumori Diabete non insulino dipendente Osteoporosi Gozzo Anemia da carenza di ferro Carie dentarie Obesità Allergie da altre intolleranze alimentari
16 La condizione di sovrappesosovrappeso-obesità può essere determinata con: BMI; Plicometria; Impedenziometria; Circonferenza vita (obesità viscerale); massimo accettabile sulla donna 88 cm.; massimo accettabile sull uomo 102 cm.
17 Calcolo dell IMC peso (kg) : statura (m) : statura (m) Esempio: una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,70 m avrà un IMC = 24,2 (70 : 1,70 : 1,70) e rientrerà nell area normopeso.
18 Definizione BMI kg/m² Classe di obesità Rischio relativo Circonferenza vita Uomini <102 cm Donne < 88 cm Uomini >102 cm Donne > 88 cm Sotto peso <18.5 Normopeso 18.5~24.9 Sovrappeso 25.0~29.9 Obesità 30.0~34.9 I 35.0~39.9 II Molto Alto >40 III Estremamente alto Aumentato Aumentato Alto Alto Molto Alto
19 Fonte: 7 Rapporto sull obesità in Italia Istituto Auxologico Italiano
20 Fonte: 7 Rapporto sull obesità in Italia Istituto Auxologico Italiano
21 Fonte: 7 Rapporto sull obesità in Italia Istituto Auxologico Italiano
22 Fonte: 7 Rapporto sull obesità in Italia Istituto Auxologico Italiano
23 MODELLI INTERPRETATIVI DEL FENOMENO OBESITA Modello epidemiologico: individuo fondamentalmente sano aggredito da un ambiente obesogeno. Modello biologico : interazione geniambiente. I due fattori si sono evoluti con tempistiche diverse; più velocemente l ambiente che non ha dato il tempo alla genetica di adattarsi a tale cambiamento.
24 Epigenetica ed obesità essenziale. Epigenetica: modificazioni delle funzioni dei geni, trasmissibili ereditariamente, che non comportino alterazioni della sequenza del DNA. I meccanismi epigenetici hanno importanza soprattutto nella nutrizione fetale. Nel caso di madre malnutrita o obesa il feto sembrerebbe difendersi attivando, con meccanismi epigenetici, percorsi metabolici che si protraggono fino all età adulta e possono trasmettersi fino alle generazioni successive almeno fino a che si mantengono le situazioni ambientali che hanno attivato tali processi.
25 Public health genomics. Area medica che ha l obiettivo di trasferire le scoperte genetiche in strategie di prevenzione e promozione della salute. Prevenzione primaria secondo un approccio genomico : individuazione delle popolazioni a rischio genetico maggiore. Individuazione di geni che aumentano nell individuo (da sottoporre ad interventi preventivi mirati) il rischio di obesità. In alternativa ai test genetici si può utilizzare l anamnesi familiare (numero di familiari affetti ed epoca di insorgenza dell obesità) per l effettuazione di interventi preventivi mirati sul singolo soggetto a rischio.
26 Prevenzione secondaria secondo un approccio genomico. Andranno identificati, in futuro mediante l identificazione di specifici geni, i pazienti obesi maggiormente a rischio di sviluppare complicanze dell obesità e da sottoporre ad interventi mirati di prevenzione secondaria. Allo stato attuale questi gruppi maggiormente esposti alle complicanze (es. diabete tipo II, sindrome metabolica, ipertensione ecc.) vanno identificati con l anamnesi familiare o personale e la presenza di altri fattori di rischio (ipertensione, diabete, circonferenza addominale ecc.).
27 ATTIVITA DI PREVENZIONE PRIMARIA: EDUCAZIONE ALIMENTARE NELLE SCUOLE L UOC IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE ORGANIZZA DA 7 ANNI PROGETTI DI EDUCAZIONE ALIMENTARE RIVOLTI AI BAMBINI DI TUTTE LE SCUOLE PRIMARIE DEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA. DURANTE CIASCUN PROGETTO VENGONO COMPILATI DEI QUESTIONARI ALIMENTARI, SOTTOPOSTI NUOVAMENTE AI BAMBINI DEL PROGETTO. SULLE ABITUDINI DOPO 3 MESI PER VALUTARE L EFFICACIA
28 Attività di Prevenzione Nutrizionale del SIAN -Potenza PREVENZIONE PRIMARIA: EDUCAZIONE SANITARIA RIVOLTI AI BAMBINI DI TUTTE LE SCUOLE PRIMARIE, CORSI DI EDUCAZIONE AD UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE RIVOLTI A GESTANTI E DONNE IN ALLATTAMENTO. PREVENZIONE SECONDARIA: TERAPIA DIETETICA DEI PAZIENTI OBESI SENZA COMPLICANZE. PREVENZIONE DELLE RECIDIVE NEI PAZIENTI CELIACI MEDIANTE DIETOTERAPIA PREVENZIONE TERZIARIA: RIEDUCAZIONE ALIMENTARE MEDIANTE DIETOTERAPIA DEI PAZIENTI OBESI CON COMPLICANZE
29 CLASSE I
30 FRUTTILEO E LA FORESTA ALIMENTARE A.S. dal 2008/2009 al 2014/2015 (7 anni) OBIETTIVI: INTRODURRE I CONCETTO DI NUTRIENTI FAVORIRE IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA DESTINATARI: IN MEDIA 380 BAMBINI ALL ANNO DI 15 ISTITUTI COMPRENSIVI DI PZ E PROVINCIA MATERIALI E METODI: INCONTRI FRONTALI DURANTE I QUALI VIENE DISTRIBUITO UN KIT FORMATIVO RAPPRESENTATO DA UN CD INTERATTIVO, UN RACCONTO DESTINATO AI BAMBINI, ALCUNI GIOCHI FRUTTA E VERDURA APPRESE A SCUOLA DIDATTICI, UN RICETTARIO A BASE DI DA DISTRIBUIRE ALLE FAMIGLIE, AL FINE DI CONSOLIDARE LE CONOSCENZE
31 CLASSE II
32 NUTRI-X, LA NAVICELLA DELLA NUTRIZIONE: A TUTTO TONDO NELLA GALASSIA DELLA PREVENZIONE OBIETTIVI: A.S. dal 2009/2010 al 2014/2015 (6 anni) AUMENTARE IL CONSUMO DI FRUTTA E VERDURA ORIENTARE I BAMBINI VERSO SPUNTINI E MERENDE SALUTARI LIMITARE IL CONSUMO DI SNACKS INDUSTRIALI DESTINATARI: 500 BAMBINI ALL ANNO DI 15 ISTITUTI COMPRENSIVI DI PZ E PROVINCIA MATERIALI E METODI: LA NAVICELLA NUTRI-X PERMETTERÀ L ESPLORAZIONE DELL UNIVERSO DEGLI SNACKS. DOPO LA VISIONE DEL FILMATO I BAMBINI VENGONO INVITATI A COMPILARE IL DIARIO DI BORDO, OVVERO IL PLANNER DELLE MERENDE SETTIMANALI DI TUTTA LA CLASSE E SI IMPEGNANO A RISPETTARLO
33 CLASSE III
34 SCALA LA PIRAMIDE OBIETTIVI: A.S. dal 2013/2014 al 2014/2015 (2 anni) Fornire informazioni sui GRUPPI ALIMENTARI, sulle loro funzioni e FREQUENZE DI CONSUMO Guidare i bambini nelle scelte giornaliere e settimanali dei cibi DESTINATARI: 395 bambini all anno di 20 istituti comprensivi di Pz e provincia MATERIALI E METODI: Gli operatori illustrano alimenti e funzioni di ciascun gruppo alimentare, con il supporto di un filmato ambientato in Egitto
35 CLASSE III Amici delle Scale
36 AMICI DELLE SCALE OBIETTIVI: A.S. dal 2013/2014 al 2014/2015 (2 anni) Ampliare le conoscenze sull attività fisica ed in particolare sull importanza della pratica quotidiana di essa Introdurre i concetti di movimento, dispendio energetico ed attività fisica DESTINATARI: 325 bambini all anno di 18 istituti comprensivi di Pz e provincia MATERIALI E METODI: Incontri frontali con operatori durante i quali viene distribuito materiale sul tema ( manifesti, righelli )
37 CLASSE II E III CRESCERE IN FORMA A.S. dal 2009/2010 al 2014/2015 (6 anni) OBIETTIVI: Valutare ANDAMENTO DI SOVRAPPESO ED OBESITÀ fra i bambini di6-7 anni nel territorio di competenza dell azienda sanitaria locale Programmare attività di COUNSELING NUTRIZIONALE DESTINATARI: 490 bambini all anno di 1a istituti comprensivi di Pz e provincia MATERIALI E METODI: Gli operatori sanitari hanno rilevano il peso dei bambini, vestiti e senza scarpe (con bilancia digitale SECA) e l altezza con altimetro. In seguito è stato calcolato il BMI il cui valore è interpretato secondo i cut-off di Cole.
38 CLASSE II E III CRESCERE IN FORMA A.S. dal 2009/2010 al 2014/2015 (6 anni) OBIETTIVI: Valutare ANDAMENTO DI SOVRAPPESO ED OBESITÀ fra i bambini di6-7 anni nel territorio di competenza dell azienda sanitaria locale Programmare attività di COUNSELING NUTRIZIONALE DESTINATARI: 490 bambini all anno di 1a istituti comprensivi di Pz e provincia MATERIALI E METODI: Gli operatori sanitari hanno rilevano il peso dei bambini, vestiti e senza scarpe (con bilancia digitale SECA) e l altezza con altimetro. In seguito è stato calcolato il BMI il cui valore è interpretato secondo i cut-off di Cole.
39 ALTRE ATTIVITA DI PREVENZIONE PRIMARIA: AMBULATORIO CELIACHIA Dedicato a soggetti che hanno già avuto diagnosi di celiachia, al fine di fornire indicazioni su una dieta naturalmente senza glutine CORSI PER DONNE IN GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO CORSI PER DONNE IN MENOPAUSA
40 AMBULATORIO 1 AMBULATORIO 2
41 Valutazione strumentale Richiesta esami ematochimici di routine Misure antropometriche (peso, altezza, circonferenza vita, pliche corporee) Misurazione pressione arteriosa Esame impedenziometrico
42
43 Accessi Totali Ambulatori ( ) N u 2000 m e r o A c 1000 c e s 500 s i
44 Numero prime visite ambulatoriali ( ) N 800 u m 700 e r 600 o 500 A c c e s s i
45 Numero controlli ambulatoriali ( ) N 1400 u m 1200 e r o A c c e s s i
46 Periodo di riferimento Totale accessi Totale Prime visite Totale Controlli
47 0,7% 0,4% 0,3% 0,3% 0,3% 0,3% Iperuricemia Allergie alimentari Apnee notturne Neoplasie Psoriasi 1,1% Celiachia Ipertrigliceridemia 2,5% Allergie polvere e metalli 2,5% Diabete 2,8% Ansia/depressione Malattie Cardiovascolari Reflusso gastroesofageo Ipercolesterolemia Malattie della Tiroide Ipertensione Prevalenza altre patologie ( ) 13,0% 7,5% 5,1% 3,6% 2,2%
48 Conclusioni La prevenzione delle malattie a componente nutrizionale dovrebbe utilizzare, nel contesto della prevenzione secondaria e terziaria, anche le attività ambulatoriali risultate molto utili a dare risposte a pazienti con patologie nutrizionali (specie l obesità). Occorre utilizzare le nuove e continue acquisizioni scientifiche, nell ambito della Dietetica Preventiva, nella programmazione ed effettuazione degli interventi di Prevenzione nutrizionale sul territorio. Sarebbe inoltre utile affiancare le usuali azioni di educazione sanitaria, con interventi di prevenzione nutrizionale sul singolo e su gruppi a rischio. Un ruolo determinante, nelle attività di Dietetica Preventiva, può essere svolto dai dietisti.
49
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