Il consenso informato tra partecipazione e qualità

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1 U. O. C. RELAZIONI CON IL PUBBLICO COMUNICAZIONE E MARKETING Il consenso informato tra partecipazione e qualità Dott.ssa Anna Bisesti Dirigente Responsabile U. O. C. Relazioni con il Pubblico Comunicazione e Marketing Propongo alla Vostra attenzione una chiave di lettura, un analisi del consenso informato che lo evidenzia non come un evento, bensì come processo per il miglioramento continuo della qualità in Sanità. Non solo, quindi, interpretato per i suoi profondi significati etici, ma anche come uno degli elementi fondanti della partecipazione e della qualità in Sanità. Nelle AA.SS.LL., al controllo di qualità è attribuito un ruolo strategico, previsto esplicitamente dai D.lgs 502/92 e 517/93, e ulteriormente rafforzato dal D.lgs 229/99. Una buona pratica clinica e sanitaria, ispirata ai concetti della qualità, richiede, infatti, che gli operatori abbiano un minimo comportamento comune relativamente alle varie fasi della presa in carico del paziente; attivando esperienze sul campo utili alla valutazione delle diverse facce della qualità dei nostri servizi: la dimensione tecnico-professionale quella organizzativa quella relazionale, che è poi la dimensione della qualità meglio percepita dal paziente. 1

2 Un esempio emblematico di tutto ciò è dato dalla pratica del consenso informato, inteso come costruzione di un alleanza strategica tra cittadini-utentipazienti, loro associazioni e la comunità dei medici. Il progetto Un consenso davvero informato realizzato nella nostra Azienda si colloca precisamente in questa ottica; a testimonianza di ciò è possibile leggere gli interventi di tutti gli operatori e dei rappresentanti delle Associazioni partecipanti, nella pubblicazione edita lo scorso anno. L esperienza ha avuto come scenario il P.O. di Cerreto Sannita, un presidio ospedaliero che con i suoi operatori ha scelto di aprirsi all esterno; ha scelto con determinazione e responsabilità di confrontarsi su un tema tanto delicato e complesso, con figure professionali e rappresentanti dei cittadini provenienti da altre sedi e, quindi, da altre esperienze. Il programma ha avuto come finalità il miglioramento della comunicazione interna, la promozione di una maggiore trasparenza nella comunicazione ai cittadini-utenti ed ai pazienti su contenuti e risultati dell assistenza. Si è discusso ampiamente sui temi dell assistenza sanitaria e sulle scelte in medicina; su temi, forse, mai affrontati prima di allora. Si è discusso, inoltre, del ruolo dei pazienti e dei cittadini nella ricerca clinica ed, in generale, nelle decisioni sulla salute; dell efficacia clinica e degli studi di ricerca; dell impatto complessivo delle scelte sanitarie; della qualità della salute in funzione dei valori individuali. Si è proceduto con sistematicità e metodo; ciò ha conferito al Progetto una valenza di dignità e professionalità, prima d ora mai esperita da me. Il clima interno al gruppo di lavoro migliorava man mano che si procedeva; si era partiti con rilevanti e talvolta espliciti atteggiamenti di scarso o sufficiente interesse rispetto al tema, forse considerato più per l aspetto esteriore e giuridico, pensato più come ad una sorta di registrazione, piuttosto che per la sua intrinseca capacità di leva per il cambiamento interno e per l instaurarsi di 2

3 una efficace relazione con il paziente. Ed il clima è migliorato così tanto, l impegno ed il coinvolgimento di voi tutti anche, questo convegno ne è la prova La nuova modulistica riveduta dai professionisti coinvolti, è il prodotto finale di un intensa attività: di comunicazione interna e flussi informativi utili alla costruzione di aree e fattori della qualità. Il gruppo degli operatori ha evidenziato, per esempio, le dimensioni della qualità più rilevanti per il cittadino, tutto quello cioè che gli consente di vivere una migliore e più gratificante partecipazione, avendo sempre in mente, in tutte le fasi del progetto, il contesto socio-culturale del territorio dove insiste il Presidio. Si tratta di un contesto connotato perlopiù da una debolezza culturale e contrattuale. Si riscontrano, infatti, ancora tracce di una visione mitica dell efficacia della medicina ed una forte tendenza alla delega. In tale contesto l utente è visto ancora come un cittadino - paziente ; che per certi versi si rapporta e si affida con passività al medico ed alle sue cure. Ed è proprio in riferimento a questo contesto, che il Progetto si connota anche per la sua valenza educativa; altro elemento chiave nel processo di miglioramento continuo della qualità. E stato compiuto, quindi, uno sforzo per elevare la cultura della condivisione e della responsabilizzazione di tutti coloro i quali sono coinvolti. Parlo di quel senso di responsabilità a cui si riferisce il Patto per la Salute, oggetto di profonda attenzione nella nuova Finanziaria (punto 4.10). Elevare la cultura della condivisione, richiede, inoltre, sempre un feedback, che è elemento necessario nella erogazione di cure più efficaci, oltre che per migliorare il rapporto medico-paziente. 3

4 Dal punto di vista del cittadino possiamo affermare che quando si partecipa attivamente al processo di cure la soddisfazione è maggiore ed anche i risultati clinici sono migliori. Sembra utile riportare qui alcune osservazioni risultate dall attività di incontri avvenuti con gli utenti all interno del Presidio di Cerreto Sannita. Ogni persona, a prescindere dalla sua collocazione sociale, esprime esigenze che ho preferito sintetizzare e raggruppare nel seguente modo: - rispetto per i propri valori, preferenze e bisogni espressi; - maggiore coordinamento e integrazione nel percorso di cura; - informazioni più chiare e comunicazioni più mirate; - comfort fisico; - supporto emotivo e aiuto per la riduzione dell ansia e della paura; - coinvolgimento della famiglia e degli amici (nei momenti di bisogno). Tutti questi fattori, risultano importanti al fine di migliorare il sistema di erogazione dei servizi a tutela della salute. In base al lavoro intrapreso dal gruppo, possono essere perseguite le seguenti azioni di miglioramento: 1) fornire al paziente informazioni e documentazione sull operatività ed i risultati conseguiti; 2) preparare il paziente per l assunzione delle decisioni, favorendo colloqui con il personale addetto; 3) effettuare indagini presso i pazienti per comprendere le loro motivazioni, le più recondite relativamente al vissuto ospedaliero; 4) fornire al paziente materiale informativo valido prima di accedere al servizio, durante e dopo la dimissione. Si sottolinea l esigenza di personalizzare il più possibile il materiale sullo specifico contesto di cura - unità operativa - al fine di amplificarne l efficacia; di introdurre, inoltre, processi di valutazione da parte dei pazienti e loro familiari, 4

5 da parte di volontari ed operatori; tale metodica rappresenta il costante obiettivo per il miglioramento della relazione medico-paziente, inteso quale elemento di qualità organizzativa. L utente e la sua soddisfazione al centro del sistema. Questo obiettivo di miglioramento partecipato è la filosofia ispiratrice degli artt. 10 e 14 dei D.Lgs 502/92 e 517/93, dell art. 12 del D.lgs 229/99. Auspico che questa esperienza, promossa e realizzata presso il P.O. di Cerreto, diventi ovunque prassi quotidiana, perché la cultura della qualità e del suo miglioramento continuo rappresenta anche un futuro migliore per tutti noi. Dott.ssa Anna Bisesti 12/12/2006 5

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