Corso di Fotografia Centro Iniziative Sociali Roberto Borgheresi

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1 Corso di Fotografia Centro Iniziative Sociali Roberto Borgheresi

2 62 LE LENTI Una lente è un pezzo di materiale trasparente, curvo o levigato su una o entrambi le facce. Quando un raggio di luce attraversa lo spessore di una lente viene deviato per effetto della rifrazione. Si distinguono due tipi di lenti: convesse (curvate verso l'esterno) e concave (curvate verso l'interno).

3 63 Le lenti convesse ( o convergenti) fanno convergere i raggi di luce producendo immagini ingrandite o rimpicciolite a seconda della distanza dell'oggetto dalla lente. Le lenti concave (o divergenti) disperdono i raggi luminosi producendo immagini sempre ingrandite. La distanza focale è indice della potenza di una lente. Le lenti spesse, per esempio, hanno una distanza focale breve e per tanto rifrangono molto la luce.

4 64 Tutte le lenti funzionano in base al principio della RIFRAZIONE

5 65 Una lente sferica è un corpo trasparente delimitato da due superfici sferiche, che produce immagini ingrandite o rimpicciolite degli oggetti. Le lenti convergenti sono più spesse al centro che ai bordi. Fanno convergere in un punto (fuoco) un fascio di raggi paralleli all asse ottico. centro Le lenti divergenti sono più spesse ai bordi che al centro. Fanno divergere da un punto (fuoco) un fascio di raggi paralleli all asse ottico. centro F F asse ottico O B f distanza focale

6 66 L asse ottico è la retta che congiunge i centri delle due superfici sferiche che delimitano la lente. Il centro (O) è il punto dell asse ottico che divide a metà lo spessore della lente. Il fuoco (o focale) (F) indica il punto in cui singoli raggi fotonici formanti un fascio di radiazioni elettromagnetiche distinte e arrivate da un punto all'infinito, si incontrano e quindi si concentrano (ad esempio: in seguito all'applicazione del fenomeno di rifrazione in una lente o al fenomeno di riflessione di uno specchio concavo). La distanza focale (f) è la distanza tra il fuoco F e il centro.

7 67 Sono lenti convergenti le lenti di ingrandimento e quelle per gli occhiali da presbite e da ipermetrope. Sono lenti divergenti le lenti per lo spioncino della porta di ingresso e quelle per gli occhiali da miope.

8 68 Un raggio di luce che colpisce una lente subisce due rifrazioni: la prima passando dall aria al vetro e la seconda ritornando dal vetro all aria. Nel seguito parleremo delle lenti sottili, che hanno uno spessore piccolo rispetto ai raggi delle superfici sferiche che le delimitano. Le lenti convergenti Dato un oggetto luminoso, per disegnare la sua immagine, basta seguire il percorso di alcuni suoi raggi dopo che sono stati rifratti dalla lente.

9 69 Un raggio che arriva sulla lente parallelo all asse ottico converge nel fuoco. Un raggio che passa per il fuoco è deviato in direzione parallela all asse ottico. Un raggio che passa per il centro prosegue praticamente nella stessa direzione. O F asse ottico F O O F

10 70 È sufficiente tracciare due di questi raggi e individuare il punto in cui si intersecano. Lì si forma l immagine dell oggetto luminoso. Possiamo così esaminare il comportamento di una lente sottile convergente quando l oggetto che si riflette ha una forma semplice, come una freccia verde luminosa.

11 71 Oggetto e osservatore L osservatore si trova dal lato opposto della lente rispetto all oggetto, a differenza del caso degli specchi. IMMAGINI IN UNA LENTE SOTTILE CONVERGENTE Posizione dell oggetto Immagine Schema Oltre il doppio della distanza focale Reale, capovolta, rimpicciolita

12 72 IMMAGINI IN UNA LENTE SOTTILE CONVERGENTE Posizione dell oggetto Immagine Schema Doppio della distanza focale Reale, capovolta, della stessa dimensione Posizione dell oggetto Immagine Schema Tra il fuoco e il doppio della distanza focale Reale, capovolta, ingrandita

13 73 IMMAGINI IN UNA LENTE SOTTILE CONVERGENTE Posizione dell oggetto Immagine Schema Nel fuoco Nessuna immanige Posizione dell oggetto Immagine Schema Tra la lente ed il fuoco Virtuale, dritta e ingrandita B' A' F A B O F 2f 2f

14 POSSIAMO RIASSUMERE 74 Quando la freccia luminosa AB dista dalla lente più del doppio della distanza focale (2f ), la sua immagine AlBl è reale (perché lì si intersecano i raggi rifratti), capovolta e più piccola della freccia. Man mano che la freccia si avvicina alla lente, l immagine, sempre capovolta e reale, si ingrandisce. È uguale all oggetto, quando questo è al doppio della distanza focale; diventa più grande quando l oggetto sta tra 2f e f. Quando la freccia luminosa è sul fuoco, l immagine non si forma, perché i raggi rifratti sono paralleli e non convergono. Oltre il fuoco, l immagine diventa virtuale (perché lì si intersecano i prolungamenti dei raggi riflessi), diritta e più grande della freccia. È questo il modo in cui si usa la lente di ingrandimento. Nelle lenti e negli specchi, si chiama rapporto di ingrandimento (o, semplicemente, ingrandimento) G il rapporto tra la lunghezza AlBl dell immagine e la lunghezza AB dell oggetto: G = AlBl AB

15 75 Le lenti divergenti B B' F

16 IL MICROSCOPIO Nel microscopio, l oggetto AB che si vuole osservare è posto appena al di là del fuoco F ob dell obiettivo. Questa lente forma una prima immagine A 1 B 1 reale, ingrandita e capovolta in una posizione intermedia tra l oculare e il suo fuoco F oc. A 1 B 1 costituisce l oggetto per l oculare, che ne forma una seconda immagine A 2 B 2 virtuale, ingrandita e diritta rispetto ad A 1 B 1 (cioè capovolta rispetto ad AB). og e to B B A 2 F' oc A 1 B 1 F c F ob F ob B 2 A obiettivo immagine oculare 76

17 77 IL CANNOCCHIALE Il cannocchiale serve per osservare oggetti che si trovano molto lontani. Per le proprietà delle lenti convergenti, l immagine A 1 B 1 di un oggetto molto lontano (che nella figura sotto non si vede) è reale, capovolta e rimpicciolita, e si forma proprio in corrispondenza del secondo fuoco F ob dell obiettivo. Il punto F ob è posto tra l oculare e il suo primo fuoco F oc ; così l oculare funziona da lente d ingrandimento e forma un immagine A 2 B 2 di A 1 B 1 che è virtuale, ingrandita e diritta (quindi è capovolta rispetto all oggetto osservato). oculare A 2 A 1 Foc F ob F' oc F B 1 obiettivo B 2

18 78 L INGRANDIMENTO ANGOLARE DEL CANNOCCHIALE Il cannocchiale non ingrandisce gli oggetti, come fa il microscopio. Per esempio, l immagine della Luna vista nel cannocchiale è molto più piccola della Luna stessa (figura sotto). Però il cannocchiale crea un immagine che è molto più vicina al nostro occhio dell oggetto osservato. Ciò ci permette di vedere la Luna (e ogni altro corpo) sotto un angolo visuale maggiore. Questo fatto permette di distinguere molti dettagli, perché l immagine della Luna che si forma sulla rètina è più grande di quella che si ottiene osservando la Luna a occhio nudo.

19 79 LA MACCHINA FOTOGRAFICA Un'importante applicazione delle lenti è la macchina fotografica. Si tratta essenzialmente di una lente convergente, detta obiettivo, inserita in un corpo chiuso, isolato otticamente dall'esterno ed avente una distanza regolabile dal fondo del corpo. In fondo al corpo è posizionata una pellicola fotosensibile che è in grado di essere impressionata dalla luce che la colpisce. Le pellicole in bianco e nero sono composte da uno strato di bromuro d'argento. La pellicola impressionata viene poi successivamente sviluppata, ovvero le immagini in essa impresse vengono fissate stabilmente attraverso opportuni processi chimici.

20 80 Mirino Obiettivo Pellicola Diaframma

21 81 Una macchina fotografica possiede anche un diaframma ed un otturatore. Con il diaframma, che è una struttura apribile e chiudibile a piacimento posta davanti alla lente, si dosa a piacere la quantità di luce che si fa passare dalla lente. Con l'otturatore, che è essenzialmente un orologio, si stabilisce il tempo in cui la luce può entrare nel corpo della macchina fotografica e così impressionare la pellicola. Le "variabili" che l'operatore può manovrare sono allora essenzialmente : - distanza della lente dalla pellicola - diaframma - otturatore.

22 82 Variando la distanza della lente dalla pellicola si mette a fuoco l'immagine che si forma sulla pellicola. L'obiettivo di una macchina fotografica è dotato di una distanza focale fissa espressa in millimetri. In questo modo, l'immagine, reale rovesciata e rimpicciolita, di un oggetto posto ad una certa distanza dall'obiettivo si forma in un punto fra F e 2F (F è il fuoco e 2F è il punto corrispondente al doppio della distanza focale). Se la distanza dell'oggetto da fotografare cambia, l'immagine si forma in un altro punto fra F e 2F :

23 83 Avvicinando l'oggetto, l'immagine si avvicina a 2F e cresce di dimensione. Siccome la pellicola deve essere posta esattamente dove si forma l'immagine (altrimenti la foto risulterebbe sfocata) o si sposta ogni volta la pellicola o si sposta la lente rispetto alla pellicola. Ovviamente la soluzione effettivamente attuata nelle macchine fotografiche è la seconda per cui gli obiettivi sono manovrabili tramite movimenti rotatori in modo da fare focalizzare l'immagine sempre sulla pellicola posta sul fondo del corpo della macchina fotografica. Nella problematica della messa a fuoco rientra il concetto di profondità di campo. In effetti, gli oggetti posti a fuoco si trovano entro certi limiti di distanza dall'obiettivo. Tale limiti dipendono dal diaframma, ovvero dallo "spessore del fascio di luce che entra nella macchina fotografica. Più si stringe il diaframma, maggiore è la profondità di campo.

24 84 ANATOMIA DELL OCCHIO L occhio è costituito da tre tuniche con funzioni e strutture diverse: Quella esterna è fibrosa ed è costituita dalla sclera e dalla cornea. Quella mediana è detta vascolare e comprende la coroide, il corpo ciliare, l iride e la pupilla. Quella più esterna è di natura nervosa e include la retina.

25 85 Il globo oculare Tessuti trasparenti per facilitare il passaggio della luce Fondo scuro per evitare luce riflessa (degrada la qualita dell immagine) Diaframma regolabile per dosare la luce Lente con rifrazione variabile Sistema di pulizia della superficie (lacrime) Meccanismi di posizionamento (muscoli extraoculari) Segnale in uscita: nervo ottico

26 86 Formazione dell immagine retinica Il sistema di lenti dell occhio forma una immagine invertita e rimpicciolita degli oggetti sulla retina Il funzionamento e simile alle lenti di una macchina fotografica Distanza focale del cristallino a riposo: 17 mm

27 87 Persistenza dell immagine sulla retina Le cellule dei coni e dei bastoncelli contengono speciali pigmenti che si decompongono appena sono colpiti dai raggi di luce, poi si riformano per una nuova reazione, è un'operazione rapidissima. Noi però abbiamo l'impressione di vedere senza interruzioni. Questo è possibile perché l'immagine sulla retina non si cancella subito, ma rimane impressa 0,1 s. Questo fenomeno è detto persistenza delle immagini sulla retina. Su questo fenomeno si basano il cinema e la televisione.

28 88 L accomodamento dell occhio Il cristallino si comporta come una lente convergente e riesce a focalizzare sulla retina gli oggetti osservati. Questo fenomeno viene detto adattamento dell occhio. In particolare se un oggetto è molto vicino l accomodamento non è più possibile e per questo diciamo che esiste una distanza della visione distinta. L immagine è sfocata quando l occhio e l oggetto sono più vicini della distanza della visione distinta.

29 89 Alcuni difetti dell occhio Ci sono persone che non riescono a vedere chiaramente gli oggetti lontani (miopi) perché il cristallino focalizza i raggi di luce davanti alla retina invece che sulla retina. Il difetto dell occhio miope si può correggere con una lente divergente, che sposta l immagine verso la retina.

30 90 Altre persone non vedono bene gli oggetti vicini (presbiti). In questo caso il cristallino focalizza gli oggetti dietro la retina. Il difetto dell occhio presbite può essere corretto mediante una lente convergente che riporta l immagine più indietro.

31 91 L occhio è un organo pressoché sferico costituito da diversi elementi rifrangenti: Cornea Umor acqueo Cristallino Umor vitreo

32 92 La cornea è una sottile pellicola trasparente che chiude anteriormente l occhio ed ha la forma di una calotta sferica. L umor acqueo è un liquido composto da acqua, sali e sostanze proteiche. Il cristallino è un mezzo trasparente che fa convergere sulla retina i raggi luminosi. L umor vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente che riempie totalmente l occhio e mantiene la forma della cornea.

33 93 La retina La retina e un foglio che ricopre la superficie posteriore dell occhio Punto di uscita del nervo ottico: punto cieco Regione di massima acuita : fovea

34 Anatomia della retina 94 La retina contiene tre strati di cellule: 1. Fotorecettori 2. Cellule bipolari 3. Cellule gangliari L epitelio pigmentato assorbe la luce che ha attraversato I fotorecettori Le cellule orizzontali e amacrine modulano il segnale visivo trasmesso dai fotorecettori Gli assoni delle cellule gangliari formano il nervo ottico Luce

35 95 Coni e bastoncelli Coni Preposti alla luce diurna e del colore Richiuedono intensità luminose di un certo valore Bastoncelli Più grandi dei coni Maggiormente sensibili alla luce Adatti alla visione notturna ma non sono sensibili ai colori Sia nei coni, sia nei bastoncelli la radiazione luminosa, più o meno intensa, eccita il pigmento contenuto nella loro parte più esterna. Questa prima reazione fotochimica innesca un processo attraverso il quale il segnale viene trasmesso al nervo ottico e assimilato dal cervello.

36 96 Coni e bastoncelli I fotorecettori della retina si dividono in coni e bastoncelli I bastoncelli sono piu sensibili dei coni alla luce ma piu lenti e (nei mammiferi) non distinguono le l, ovvero I colori Nei primati i coni sono di tre tipi: Blu (short l) Verdi (medium l) Rossi (long l)

37 97 Visione tricromatica I coni blu hanno una sensibilita inferiore a quella dei coni verdi e rossi Il confronto tra lo stimolo che arriva ai tre tipi di coni consente di differenziare I vari colori Diverse miscele di l danno la stessa sensazione

38 98 La percezione del colore L attivazione di un tipo di cono non da di per se la percezione del colore Attivando in uguale misura tutti I coni si ottiene grigio o bianco Il colore risulta dal contrasto tra I segnali dei tre coni Il sistema RGB si basa sui tre colori primari dei coni Il sistema Lab si basa sui tre gradienti primari della retina (luminanza-rosso/verdegiallo/blu)

39 99 Anomalie della visione cromatica Protanopia: assenza di pigmento rosso Deuteranopia: assenza di pigmento verde Tritanopia: assenza di pigmento blu I numeri di Ishihara vengono usati come test per le anomalie della visione cromatica

40 100 La fovea La fovea e la regione della retina con maggiore acuita visiva e migliore percezione dei colori La fovea pero non funziona quando l illuminazione e scarsa! A livello della fovea ci sono solo fotorecettori - gli strati superiori sono spostati di lato

41 101 Il meccanismo della visione umana In esso distinguiamo tre parti: Un sistema ottico che forma e proietta le immagini su una superficie sensibile Una superficie sensibile che raccoglie le immagini e le trasmette Un elaboratore dei dati raccolti da quest ultima

42 102 Occhio e macchina fotografica Semplificando al massimo, l occhio umano può per certi versi essere paragonato ad una macchina fotografica: Cristallino Iride e pupilla Retina Il bulbo annerito all interno fungono da vera e propria camera oscura. Obbiettivo Diaframma Pellicola fotografica Camera che permette di far entrare la luce da un foro.

43 103 Differenze retina - pellicola Non si ha una distribuzione omogenea dei dettagli dell immagine. Nella visione tiene considerazione anche dell esperienza dell osservatore. Immagine prodotta dal cervello è dinamica, prodotto della cultura del soggetto. Si ha una distribuzione omogenea dei dettagli in ogni punto dell immagine. Interpreta le immagini in modo oggettivo. Immagine prodotta dalla macchina fotografica è statica, formata da un obbiettivo su una pellicola.

44 Eccezionalità e limiti dell occhio 104 Pregi La risposta agli stimoli luminosi è di tipo logaritmico, tale che possiamo reagire al bagliore di una folgore, come alla luce tremolante di una stella. Messa a fuoco che avviene grazie al processo di accomodamento del cristallino. Diaframmatura automatica della pupilla che regola la quantità di luce che arriva alla retina. Difetti Aberrazione sferica: quando la pupilla è dilatata al massimo, la visione perde contrasto e l acuità visiva diminuisce. Piccolissimo campo di visione distinta, data dalla dimensione ridotta della fovea. Limitatezza del potere risolutivo dovuta alla struttura della retina, cosicché possiamo distinguere due punti solo alla distanza di un primo e in ambiente ben illuminato.

45 105 LA DISPERSIONE DELLA LUCE

46 106 INDICI DI RIFRAZIONE DEL VETRO FLINT Colore Indice di rifrazione Violetto 1,522 Blu 1,516 Giallo 1,510 Rosso 1,507

47 107 L ABERRAZIONE CROMATICA asse ottico

48 108 La luce bianca è la somma dei diversi colori A B bianco

49 109 Dispersione della luce Un prisma disperde la luce bianca nelle sue componenti colorate prisma schermo La luce bianca non è altro che una mescolanza di tutti i colori

50 110 Lo spettro dei colori visibile Lunghezze d onda in nm (nanometri) = 10-9 m

51 111 Perché gli oggetti appaiono colorati? Gli oggetti colorati contengono dei PIGMENTI che DIFFONDONO solo la luce di un particolare colore, assorbendo il resto sorgente di luce luce diffusa

52 112 Illuminazione e colori I colori degli oggetti dipendono anche dalla luce che li illumina Una luce rossa rende dello stesso colore tutti gli oggetti che illumina, tranne quelli neri.

53 Come ottenere luce colorata con i filtri 113 I filtri colorati sono oggetti semitrasparenti che contengono dei pigmenti colorati. Questi pigmenti assorbono gran parte della luce, e lasciano passare solo quella di un determinato colore contiene dei PIGMENTI che assorbono tutta la radiazione tranne quella rossa schermo rosso

54 114 Sintesi di colori Quando due o più fasci luminosi di lunghezza d onda diversa vengono mescolati, noi non vediamo più due o più colori, ma un nuovo colore Ci sono due tipi di sintesi: sintesi additiva sintesi sottrattiva

55 115 Sintesi additiva L idea: mescolo due o più fasci di luci monocromatica NB: questo non c è nello spettro: si ottiene sommando i due colori agli estremi dello spettro

56 116 Sintesi additiva Nella sintesi additiva i colori si ottengono sovrapponendo su uno schermo fasci di luce colorata oppure affiancando piccole sorgenti di luce dei colori primari, sia come punti di colore su una superficie (stampa a colori, alcuni tipi di fotografia istantanea a colori), sia come sorgenti attive di luce (monitor a colori di TV e computer) COLORI PRIMARI lampade rosso verde blu

57 Sintesi additiva 117 COLORI PRIMARI rosso verde blu rosso + blu magenta rosso + verde giallo blu + verde ciano rosso + blu + verde bianco

58 118 Colori primari Tutti i colori dello spettro possono essere sintetizzati mescolando in varia misura tre colori detti primari Come primari si possono scegliere tre colori qualsiasi, purchè nessuno di essi sia ottenibile dagli altri due Tipicamente, per la sintesi additiva vengono scelti : Rosso, Verde, Blu (RGB= Red, Green, Blue)

59 119 Sintesi additiva: esempi Riflettori a teatro Luci nelle discoteche Schermi TV o PC (RGB) Puntinismo in pittura

60 120 RGB Color Display 1 pixel = 3 fosfori R,G,B, illuminati con intensità variabile

61 121 George Seurat, La Grande Jatte ( )

62 122 IL DISCO DI NEWTON È un disco diviso in radialmente in settori di diversa estensione angolare che, posto in rapida rotazione, appare bianco. La condizione è che la velocità angolare sia tale che il colore riflesso da ogni settore all occhio vi permanga per meno di un decimo di secondo.

63 123 Sintesi sottrattiva L idea: parto da un fascio di luce bianca, ed elimino delle luci monocromatiche (con dei filtri) Luce bianca (solare) magenta rosso giallo nero blu verde Esempio: un filtro giallo elimina il blu e lascia passare il rosso e il verde (infatti, rosso+verde=giallo in sintesi additiva) cyan

64 124 Sintesi sottrattiva Nella sintesi sottrattiva si mescolano i pigmenti dei colori primari. Ciascun tipo di pigmento assorbe, cioè non fa passare, un certo tipo di luce. La sintesi sottrattiva è quello che avviene quando mescoliamo fisicamente dei colori, come le tempere e le vernici e i colori nelle stampanti COLORI PRIMARI magenta ciano giallo

65 Sintesi sottrattiva 125 Un filtro magenta blocca il verde e fa passare solo il rosso e il blu Un filtro ciano blocca il rosso e fa passare solo il verde e il blu Un filtro giallo blocca il blu e fa passare solo il rosso e il verde

66 Sintesi sottrattiva 126 COLORI PRIMARI magenta ciano giallo - magenta - ciano blu - magenta giallo rosso - ciano - giallo verde - magenta - ciano - giallo nero

67 127 I colori primari generatori La sintesi sottrattiva cromatica si basa su tre colori primari detti generatori in quanto, dalla loro mescolanza, possiamo ottenere tutti gli alti colori. Il bianco ed il nero, come dimostrato, sono considerati non colore. 1. Magenta 2. Giallo 3. Ciano

68 I colori secondari 128 Sono considerati colori secondari i colori che si ottengono dalla mescolanza di due colori primari generatori. Giallo + rosso - magenta = arancio Giallo + blu - ciano = verde Rosso magenta + blu ciano = viola I colori terziari Sono considerati colori terziari i colori che si ottengono dalla mescolanza di un primario ed un secondario. Giallo + arancio = arancio giallastro Rosso + arancio = arancio rossastro Blu + Corso verde di Fotografia = - diretto verde da Roberto bluastro Borgheresi ecc.

69 129 Sintesi sottrattiva: esempi Occhiali da sole Coloranti dentro un liquido, osservato in trasparenza Miscela di vernici

70 I colori complementari 130 Ogni coppia di complementari è formata da un primario e dal secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due primari I colori complementari generatori sono i colori che per mescolanza producono un monocromo bianco o grigio. I colori complementari fondamentali sono i colori che creano un equilibrio visivo e si completano a vicenda. Ricreano, se accostati, la percezione della sensazione visiva propria della terna dei colori primari. Possono essere definiti come il secondario opposto del primario e viceversa.

71 131 Colori complementari: esempi Sintesi additiva Sintesi sottrattiva Colori complementari: - Blu / giallo - Rosso / cyan - Verde / magenta

72 La ruota dei colori 132 I colori complementari sono opposti nella ruota

73 133 Il cerchio cromatico di Itten Il cerchio cromatico a dodici parti di Itten rappresenta la teoria strutturale dei colori 1. Al centro sono collocati, in un triangolo equilatero, i colori primari 2. Nei triangoli esterni sono collocati i tre colori secondari per combinazione dei primari 3. Nel cerchio più esterno sono ricreati i colori terziari intervallati dalla ripetizione dei primari e secondari corrispondenti 4. La freccia indica il corrispettivo complementare opposto al primario di riferimento.

74 134 Come descrivere un colore Si possono usare varie tecniche. Le principali: 1. Indicando la quantità di ciascun primario che compone il colore (es RGB, CMYK) 2. Indicando le tre grandezze: Tinta o Tonalità ( Hue ) Saturazione ( Saturation ) Luminosità o chiarezza ( Lightness )

75 135 Tonalità, saturazione e luminosità Tonalità o fattore: si definisce tonalità di un colore la sua caratteristica percettiva più evidente che gli conferisce il nome indicando la sua cromia es.: la tonalità del rosso. Le tonalità che l'occhio è in grado di percepire come assoluto sono i soli colori spettrali (cioè i colori dell'arcobaleno, quelli separati da Newton tramite l'esperimento del prisma) oltre che i colori originati da combinazioni di rosso e di blu spettrali chiamati porpore. Tutti gli altri colori - ad esempio il rosa, possono essere definiti come combinazioni di una certa tonalità es.: il rosa è un rosso poco saturo. Differenze di tonalità

76 136 Saturazione o purezza: è la qualità cromatica relativa all intensità. Si definisce in termini di pallido o intenso. I colori spettrali sono i più saturi. Vengono percepiti come sensazione visiva viva e brillante. Invece, un colore poco saturo appare opaco e tendente al grigio. Un colore poco saturo è il frutto di una mescolanza di luci di diversa lunghezza d'onda che sottraggono luminosità al cromatismo. Differenze di saturazione

77 137 Luminosità: è l'ingrediente che specifica la quantità di bianco o di nero presente nel colore percepito, traduce i valori descrivibili in termini di chiari e di scuri. La luminosità è l'elemento più importante all'interno della nostra percezione visiva. Differenza di luminosità

78 138 Temperatura dei colori La sensazione visiva attribuita alla percezione del colore può essere distinta in caldo, freddo e neutro in base alle diverse sensazioni che trasmettono, alle immagini e alle situazioni che richiamano alla mente. Relativamente a questa teoria esistono diverse scuole di pensiero. Possiamo distinguere tra le tante quella di Itten o di Arnhein che, in parte, si contrappongono. La temperatura visiva del colore può influenzare la sensazione di spazio derivante dalla percezione di una tonalità calda o fredda: i cromatismi tendenti al rosso arancio avvicinano gli elementi, mentre quelli tendenti a polo Corso di freddo Fotografia - diretto da Roberto tendono Borgheresi ad allontanarli.

79 139 Secondo Arnhein la percezione della temperatura di un colore dipende dalla percezione simultanea con le altre tonalità derivanti. È l accostamento cromatico, secondo lo studioso, a determinarne l effetto visivo. È l esperienza che influenza la nostra percezione tramite il paragone ad un esperienza vissuta. Itten indica con precisione dei poli di temperatura cromatica che, secondo i suoi studi, provocano delle reazioni fisiche. 1. Arancio rosso = sensazione di caldo 2. Verde blu = sensazione di freddo

80 140 Sono caldi i colori che tendono all'arancio ed al rosso Quelli freddi tendono al viola e al blu I neutri tendono al nero, al bianco ed al grigio. La percezione simultanea di più colori influenza la temperatura del singolo cromatismo

81 141 Esempio (Photoshop)

82 142 Power Point

83 143 Photoshop

84 144 Tonalità (o tinta) Corrisponde alla qualità che solitamente chiamiamo colore, e che permette di distinguere il verde dal rosso, dal giallo, e così via. Cambia al mutare della lunghezza d onda della luce (Bianco e nero sono colori senza tinta, o acromatici)

85 145 Luminosità (o chiarezza) Si riferisce a quanto il colore è chiaro o scuro, ed è legata alla ampiezza dell onda Il colore più chiaro è il bianco, il più scuro è il nero

86 146 Saturazione Si riferisce a quanto il colore è vivido o sbiadito. Si può anche dire che si riferisce a quanto il colore si differenzia dal grigio della stessa chiarezza Ancora in altre parole, alla quantità di luce monocromatica pura che deve essere mescolata alla luce bianca per produrre il colore percepito Esempio: Tonalità costante, saturazione decrescente

87 147

88 148 Colori più saturi

89 149 Colori meno saturi

90 150 Colori meno luminosi

91 151 Cambio di tinta

92 Messa a fuoco 152 Blu Verde Rosso LUCE BIANCA LENTE A B C FUOCO SULLA RETINA Blu Verde Rosso A causa della diffrazione sul cristallino, difficoltà di messa a fuoco contemporanea, sulla retina, di colori diversi agli estremi dello spettro (immagine stereoscopoca, fatica) Quindi: evitare l uso di scritte in cui siano vicini caratteri di colori saturi agli estremi dello spettro (es.: rosso-blu; giallo-porpora)

93 153 Esempio di rosso e blu in uno stesso testo Esempio di rosso e blu in uno stesso testo Esempio di rosso e blu in uno stesso testo Esempio di rosso e blu in uno stesso testo

94 154 Accostamento di colori Colori adiacenti possono influenzarsi

95 155 EFFETTI OTTICI DEI COLORI: I DUE DISCHI VERDI SONO UGUALI, MA APPAIONO DIVERSI AI NOSTRI OCCHI, A CAUSA DELLA DIVERSITA DEL FONDO: IL DISCO VERDE CIRCONDATO DI BIANCO SEMBRA PIU SCURO.

96 EFFETTI OTTICI DEI COLORI COMPLEMENTARI: 156 I DUE DISCHI GRIGI SONO UGUALI, MA APPAIONO DIVERSI AI NOSTRI OCCHI, ASSUMENDO I TONI DEL COMPLEMENTARE DEL COLORE CHE LI CIRCONDA: IL DISCO IN CAMPO VIOLA APPARE LEGGERMENTE GIALLO, MENTRE QUELLO IN CAMPO GIALLO APPARE LEGGERMENTE VIOLA.

97 157 Armonia dei colori Quali colori stanno bene insieme? Ci sono molte opinioni, ma poche certezze scientificamente provate Secondo una teoria (Chevreul, 1839), sono in armonia i colori adiacenti nella ruota dei colori o complementari (opposti sulla ruota dei colori) Questa teoria non è dimostrata, ma è tradizionalmente molto seguita in pittura

98 Quale ruota dei colori? 158 La routa dei colori classica (Chevreul, Itten) La mescolanza di pigmenti di colori opposti sulla ruota dà marrone scuro La routa dei colori vera La mescolanza di pigmenti di colori opposti sulla ruota (complementari) dà grigio scuro Era quella Corso di Fotografia insegnata - diretto da tradizionalmente Roberto Borgheresi nelle scuole di pittura

99 I seguenti esempi mostrano l uso di colori adiacenti e complementari secondo la ruota dei colori classica in Van Gogh

100 160

101 161

102 162

103 163

104 164

105 165

106 166

107 167 Come si forma l arcobaleno?

108 Come si forma l arcobaleno? 168 luce del sole le goccioline di pioggia disperdono la luce bianca nelle sue componenti colorate il violetto è il colore meno deviato (circa 40 ) rispetto alla luce del sole il rosso è il colore più deviato (circa 42 ) i diversi colori vengono rimandati indietro a diversi angoli

109 Come si forma l arcobaleno? 169 luce del sole goccioline di pioggia L insieme di numerose goccioline ci manda l immagine di un arco colorato. Il rosso è il colore più esterno, il violetto quello più interno

110 170 Perché il cielo è blu?

111 ### 171 Perché il cielo è blu? La luce del sole colpisce le particelle che si trovano nell atmosfera Le particelle DIFFONDONO soprattutto la radiazione blu-violetta in tutte le direzioni, ed anche verso di noi

112 172 Perché il sole al tramonto è rosso?

113 173 Perché il sole al tramonto è rosso? Quando il sole è basso sull orizzonte i suoi raggi devono attraversare uno spessore maggiore di atmosfera cammino lungo sole al tramonto cammino breve atmosfera sole a mezzogiorno La diffusione della radiazione blu è molto intensa, e nella direzione dei raggi riesce a passare solo la luce rosso-arancio

114 174 Ottica di tutti i giorni!!!!!

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