Educazione letteraria - CFP Lonati a.s. 2012/13

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1 TESTO NARRATIVO Il ramo su cui dovevo salire era vicino, a meno di un metro. Non abbastanza però da poterci arrivare senza fare un salto. Era grosso e sinuoso come un anaconda. Si allungava per più di cinque metri. Mi avrebbe sostenuto. Arrivato in fondo avrei trovato il modo di scendere. Sono montato in piedi sul davanzale, mi sono fatto il segno della croce e mi sono lanciato a braccia in avanti come un gibbone della foresta amazzonica. Sono finito di pancia sul ramo, ho provato ad abbracciarlo, era grande. Ho usato le gambe ma non c erano appigli. (da N. Ammaniti, Io non ho paura, Einaudi) Il brano riportato come testo guida è un testo narrativo. 1. DEFINIZIONE Il testo narrativo è un testo che ha quale elemento caratterizzante il racconto di una storia, ossia il racconto di una serie di eventi tra loro collegati. La narrazione può riferirsi ad eventi e fatti realmente accaduti (racconti di esperienze vissute direttamente, o che qualcun altro ha vissuto), ma può anche non avere nessun legame con esperienze e fatti reali (fiabe, racconti, romanzi, testi letterari in genere). 2. QUANDO SI USA? Ogni volta che ci accingiamo a raccontare, in forma scritta, una storia (ossia un insieme di vicende tra loro collegate in cui si possa individuare un prima e un dopo, una causa e un effetto), sia essa vera o inventata, ci troviamo nella condizione di scrivere testi narrativi. 3. TIPOLOGIE DI TESTI NARRATIVI I testi narrativi, come i descrittivi, sono quasi sempre mescolati con altre tipologie. Testi narrativi che si riferiscono a fatti reali si trovano: nei diari personali, nelle lettere confidenziali, in certi articoli di cronaca, nelle biografie. Molta più importanza ha la produzione di testi narrativi che raccontano storie costruite dall autore, questa tipologia di testi si colloca nell ambito letterario (in questo caso le storie sono o totalmente inventate o solo ispirate a storie vere). Diversi sono i testi narrativi che rientrano nell ambito letterario: Favola Racconto Novella Romanzo Poesia Racconto epico 4. DA QUALI ELEMENTI E COMPOSTO Gli ingredienti necessari per costruire o analizzare un testo narrativo sono: a) il narratore (che può essere esterno o interno alla storia): è colui che racconta una storia, che può essere reale o del tutto inventata, fantastica, collocando i fatti in un tempo e in uno spazio; b) lo spazio; c) il tempo; d) i personaggi; e) Sul piano del contenuto, in ogni testo narrativo si distinguono due elementi: la fabula ( favola in latino) è l insieme degli elementi di una storia visti nel loro ordine logico e cronologico, indipendentemente dalla sequenza in cui li ha disposti l autore; 1

2 l intreccio o trama (plot in inglese) è l insieme degli elementi di una storia nella successione in cui l autore li dispone, che può anche non corrispondere all ordine logico-temporale. 4. COME COSTRUIRE UN TESTO NARRATIVO Un testo narrativo, letterario o non letterario che sia, presenta delle caratteristiche strutturali che lo rendono riconoscibile: 1. esordisce con una situazione iniziale; 2. un evento cambia la situazione iniziale e mette in moto la storia; 3. la storia prosegue, approfondendo i contenuti e sviluppando la trama; 4. spesso è individuabile un momento di massima tensione detto Spannung (termine tedesco che significa appunto tensione ), che costituisce in qualche modo il culmine delle vicende narrate, un colpo di scena, un evento risolutivo; 5. una conclusione mette fine alle vicende. Vediamo un esempio. Il calvo e la mosca Situazione iniziale Una mosca punse il cranio lucido di un calvo. Rottura dell equilibrio Questi si diede una grande manata per liberarsene. Sviluppo della storia E la mosca, ridendo: «Vuoi castigare con la morte il morso di un così piccolo volatile? Che vendetta vorrai prendere contro te stesso che alla puntura hai aggiunto l ingiuria di una manata?» Il calvo rispose: «Con me stesso è facile pacificarmi, perché so che non avevo intenzione di nuocermi. Ma tu, animale perfido di un genere detestabile, tu, che provi piacere a sùggere il sangue degli uomini, meriti di essere uccisa, anche a costo di un maggiore sacrificio». Conclusione Questa favola insegna a perdonare colui che casualmente ha compiuto un errore ai nostri danni. Chi di proposito ci ha procurato il male merita, io penso, qualsiasi pena. (da Fedro, Favole) 2 In un racconto semplice come questa favola di Fedro la fabula e l intreccio coincidono. Approfondiamo gli elementi che compongono il testo narrativo a) Il narratore I testi narrativi sono sempre raccontati da una voce narrante. Il narratore, colui che narra gli avvenimenti di una storia, non va confuso con l autore, la persona reale che ha scritto la storia. Il narratore può essere paragonato a una cinepresa che inquadra e racconta la realtà attraverso diverse prospettive, punti di vista o focalizzazioni (= messa a fuoco ). I tipi di narratore Si distinguono tre tipi di narratore, corrispondenti ad altrettanti tipi di focalizzazione:

3 1. interna: quando uno dei personaggi della vicenda narra in prima persona (narrazione soggettiva). Può essere il protagonista come un personaggio secondario. Il suo racconto è parallelo alla narrazione, in quanto la scopre insieme al lettore. La focalizzazione è detta interna perché il lettore vede la vicenda attraverso gli occhi del narratore; 2. esterna quando il narratore è estraneo ai fatti perché non partecipa alla storia che racconta ma è soltanto la voce narrante (narrazione oggettiva). La narrazione in questo caso è generalmente in terza persona. In questo caso spesso il narratore sembra che non conosca l intera vicenda. 3. Quando invece chi racconta sa tutta la storia (eventi, personaggi, azioni e pensieri) si parla di focalizzazione zero, come le visioni panoramiche in cui entra tutta la scena. In tal caso il narratore è detto onnisciente, e costruisce intrecci molto complessi, su più piani; possono esserci anticipazioni e flash-back. È la scelta tipica dei grandi romanzi ottocenteschi, come I Promessi Sposi. Il narratore onnisciente percorre liberamente la linea del tempo; anticipa o narra in flash-back; esprime valutazioni; chiarisce le cause dei fatti; conosce pensieri, sentimenti, sensazioni dei personaggi. La scelta, da parte dell autore, del tipo di narratore non è mai casuale e influisce sul tipo di narrazione e sul livello di coinvolgimento del lettore. Ecco un esempio di narratore interno che racconta in prima persona: Accompagnavo un amico al cimitero, dove andava a portare un mazzo di fiori alla tomba della sua fidanzata morta un anno prima. Tornando indietro, tenendolo a braccetto, quando fummo vicini alla grande cancellata dell uscita, mi venne fatto di leggere su una delle tante pietre il nome di una donna: Anna Franchi. Sentii un leggero brivido di freddo; e non so perché desiderai di sapere chi era stata. Ma c era soltanto la data della nascita e della morte: nient altro. (da F. Tozzi, I nuovi racconti, Vallecchi) Le tecniche del narratore Il narratore presenta i personaggi non solo nella loro caratterizzazione ma anche attraverso le loro parole e i loro pensieri. Diverse sono le tecniche che utilizza per raccontare parole e pensieri: 1. Discorso diretto. In questo caso il narratore cede la parola direttamente al personaggio e il discorso viene riportato tra virgolette: Il padre, che gli voleva bene, poveretto, andava dicendogli: «Tirati in là!» oppure: «Sta attento! Bada se cascano dall alto dei sassolini o della rena grossa». (da G. Verga, Rosso Malpelo, in Novelle, Feltrinelli) 2. Discorso indiretto. Il narratore riferisce in modo mediato, indiretto le parole del personaggio. Il verbo è dichiarativo (dire, raccontare, confessare, gridare ) ed è seguito dalla congiunzione che: Appena Lodovico ebbe potuto raccogliere i suoi pensieri, chiamato un frate confessore, lo pregò che cercasse la vedova di Cristoforo, le chiedesse in suo nome perdono d essere stato lui la cagione, quantunque ben certo involontario, di quella desolazione e, nello stesso tempo, l assicurasse che egli prendeva la famiglia sopra di sé. (da A. Manzoni, I Promessi Sposi) 3. Discorso indiretto libero. Le parole del personaggio sono riportate come nel discorso indiretto ma senza formule dichiarative (disse che ): 3

4 Le signore, nel vederlo così agitato, com è facile immaginare, s affrettano a rispondergli che la signora Frola, sì, è vero, ha detto loro di quella proibizione di vedere la figlia, ma anche tutto il bene possibile e immaginabile di lui, fino a scusarlo, non solo, ma anche a non dargli nessun ombra di colpa per quella proibizione stessa. (da L. Pirandello, La signora Frola e il signor Ponza suo genero, in Novelle per un anno) 4. Monologo interiore. Quando un personaggio esprime i propri pensieri informa di dialogo con se stesso, senza rivolgersi ad alcun interlocutore esterno. Dovrei provare a farlo io, col mio principale! Volerei via in un baleno. Chi sa, del resto, potrebbe essere un vantaggio per me! Se non mi trattenessi per i miei genitori, mi sarei già licenziato da un pezzo. Me ne sarei andato dal principale e gli avrei detto il mio parere dal profondo del cuore. (da F. Kafka, La metamorfosi, Mondadori) 5. Flusso di coscienza. È un monologo interiore in cui i pensieri vengono riportati così come si affacciano alla mente del personaggio, senza rispetto per le regole di coesione (sintassi, morfologia) né coerenza (ordine logico): [ ] Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo Oh e il mare il mare qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i fichi nei giardini dell Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa e azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus e Gibilterra da ragazza [ ] (da J. Joyce, Ulisse, Mondadori) ESERCIZIO Leggi i testi seguenti e indica se si tratta di un discorso diretto (D), di un monologo interiore (M) o di un discorso indiretto libero (I). a. Sono solo. È molto presto, non è ancora l ora della lezione. I fiori sono come tante macchine sulla quinta del verde fondo. I petali sono arlecchini. Gli steli si ergono dagli incavi neri [ ]. (da V. Woolf, Le onde, Einaudi) b. Non aveva sonno. Si sentiva allargare il cuore. Gli venivano tanti ricordi piacevoli. Ne aveva portate delle pietre sulle spalle prima di fabbricare quel magazzino! (da G. Verga, Mastro don Gesualdo, Garzanti) c. «È veramente una tigre?» chiese il francese. «Questo poi non lo so» ci rispose il signor Doer [ ]. (da E. Salgari, I misteri della giungla nera, Thema) 4 b) Lo spazio e il tempo spazio Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi tempo Per una di quelle stradicciole, tornava bel bello, dalla passeggiata verso casa, sulla sera del 7 novembre dell anno 1628, don Abbondio, curato (da A. Manzoni, I Promessi Sposi) Ogni storia è ambientata in un luogo e in un tempo. Il luogo dove ha inizio la vicenda del celebre romanzo di Manzoni è uno spazio reale e dettagliato, descritto nei particolari: il ramo del lago di Como; anche il tempo è definito con precisione, indicato dalla data, dal mese e dall anno: 7 novembre 1628.

5 In un testo narrativo non sempre luogo e tempo sono definiti; il luogo può essere fantastico e il tempo non verosimile. Il luogo, inoltre, può essere: a) uno spazio aperto, quando la scena si può svolgere all esterno: Era una città di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se fumo e cenere l avessero consentito C era un canale nero e c era un fiume... (da C. Dickens, Tempi difficili, Garzanti) b) uno spazio chiuso, interno: Aveva sempre visto quel buco nero che si sprofondava sotto terra, dove il padre soleva condurlo per mano. Allora stendeva le mani a destra e sinistra e descriveva come l intricato labirinto delle gallerie si stendesse sotto i loro piedi all infinito, di qua e di là (da G. Verga, Rosso Malpelo, in Novelle, Feltrinelli) Ogni narrazione ha un tempo, una durata che non sempre coincide con quella reale degli avvenimenti della storia. Il narratore per esempio può sintetizzare in poche parole o righe di testo avvenimenti che abbracciano un lungo periodo (mesi, anni, secoli). Per questo si usa distinguere due tipi di tempo: a) il tempo in cui si svolgono i fatti narrati, detto tempo della storia (TS); b) la durata del tempo narrativo nel testo, detta tempo del racconto (TR). Il rapporto che si crea tra il tempo della storia e il tempo del racconto dà vita al ritmo della narrazione. Esistono precise tecniche di scrittura per cambiare la velocità della narrazione. I più comuni sono: il sommario: una elencazione sintetica delle azioni e degli eventi. Si verifica quando il tempo della storia è più lungo del tempo del racconto, quindi i fatti devono essere sintetizzati. Serve ad accelerare il ritmo del racconto e nello stesso tempo costituisce un passaggio fra le varie scene. Per esempio: Viaggiò. Combatté la malinconia dei piroscafi, i freddi risvegli sotto una tenda, l incanto dei paesaggi e delle rovine, l amarezza delle simpatie troncate. Ritornò. Frequentò la società ed ebbe altri amori Passarono anni (da G. Flaubert, L educazione sentimentale, Einaudi) ESERCIZIO Indica se nei seguenti testi lo spazio è aperto (A) o chiuso (C). a. La luce del tramonto mandava riflessi rossi sull acqua del ruscello che scorreva nella valle. A C b. Il magazzino era uno stanzone buio e maleodorante. Vi regnava una confusione inaudita. A C L ellissi: consiste nell omettere una parte della storia. Si applica o perché i fatti da narrare non sono ritenuti necessari allo svolgimento del racconto, e dunque non vengono riportati, oppure perché possono essere recuperati sotto altra forma, magari fornendo indirettamente alcune informazioni nel prosieguo del racconto. Nell ellissi, il tempo del racconto è ovviamente uguale a zero. La scena si verifica quando vi è una corrispondenza convenzionale tra tempo della storia e tempo del racconto. Il caso più evidente di scena si ha di fronte al dialogo o al monologo, in cui il tempo impiegato per leggere la pagina scritta e quello necessario per pronunciare le battute coincidono. Nella scena il tempo del racconto è uguale al tempo della storia. L analessi o retrospezione si ha quando il narratore rievoca uno o più eventi accaduti prima della storia presente, interrompendone così la successione cronologica. L analessi è assai frequente in narrativa e può avvenire in qualsiasi momento della narrazione. La durata della storia può essere più o meno ampia e così pure 5

6 la distanza temporale. Per esempio nei Promessi Sposi la storia retrospettiva di Padre Cristoforo si espande per un intero capitolo, il IV; come distanza temporale arretra di circa cinquant anni rispetto al momento in cui il racconto si svolge. La prolessi o anticipazione si ha, invece, quando vengono anticipati uno o più eventi che accadranno dopo il momento presente della storia. Gli studiosi di narratologia usano come sinonimo di retrospezione il termine flash-back, dall inglese flash = lampo all indietro e come sinonimo di anticipazione flash-forward = lampo in avanti. Il fine di queste tecniche narrative è quello di creare suspense, o dare al testo maggiore interesse e vivacità; a suscitare partecipazione nel lettore. c) I personaggi I personaggi sono l elemento più importante della storia, il centro e il motore di tutta la narrazione. Essi possono essere reali, fantastici o realistici. In ogni testo narrativo i personaggi sono divisi secondo l importanza, il ruolo e la funzione. I loro ruoli si possono così schematizzare: a) il protagonista, cioè il personaggio intorno a cui ruota la storia e che l autore descrive nell aspetto, nel carattere, nelle abitudini, nei pensieri; b) l antagonista, solitamente il cattivo, che si oppone al protagonista e lo ostacola; c) altri personaggi, spesso schierati con l uno o con l altro; pertanto essi assumono il ruolo di aiutanti quando intervengono a favore del protagonista; oppositori quando ne contrastano l azione. Diversi sono i modi in cui un personaggio fa il suo ingresso nella scena del racconto. Può presentarsi da sé, nei racconti in prima persona: Ero stato catturato dalla Milizia fascista il 13 dicembre Avevo ventiquattro anni, poco senno, nessuna esperienza e una decisa propensione, favorita dal regime di segregazione a cui da quattro anni le leggi razziali mi avevano ridotto, a vivere in un mio mondo scarsamente reale, popolato da civili fantasmi cartesiani, di sincere amicizie maschili e da amicizie femminili esangui. (da P. Levi, Se questo è un uomo, Einaudi) 6 Può essere presentato dal narratore esterno che specifica le caratteristiche fisiche e psicologiche, oppure può anche da un altro personaggio che lo descrive dal suo punto di vista: Aveva le guance in fiamme e gli occhi bassi. Era un ragazzo sui diciannove anni, di gracile apparenza, con tratti irregolari, ma delicati, e il naso aquilino. I grandi occhi neri, che nei momenti di tranquillità denunciavano un temperamento riflessivo e focoso, in quel momento erano pieni di un odio feroce. I capelli castano scuri, dall attaccatura molto bassa, gli rimpicciolivano la fronte e, quando era in collera, gli conferivano un espressione cattiva. (Stendhal, Il rosso e il nero, Mondadori) «C è un nome che io vorrei suggerire per il Senato: quello di Calogero Sedàra; egli ha più meriti di me per sedervi; il casato, mi è stato detto, è antico o finirà con esserlo; più di quel che Lei chiama il prestigio egli ha il potere; in mancanza di meriti scientifici ne ha di pratici, eccezionali». (G. Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, Feltrinelli)

7 I personaggi inoltre possono essere presentati attraverso una caratterizzazione elementare o semplice (personaggi piatti) oppure a tutto tondo, quando appaiono complessi, psicologicamente ben delineati e credibili. Personaggi piatti sono tipici di narrazioni in cui a prevalere sono la trama oppure la descrizione di determinati ambienti o situazioni, come per esempio racconti o romanzi di guerra o western. Personaggi a tutto tondo si trovano più facilmente là dove prevalgono i dialoghi e in generale la trama si sviluppa sul confronto tra caratteri. ESERCIZIO Completa le richieste seguenti. a. Il protagonista è b. L antagonista svolge il compito di c. Gli aiutanti soccorrono d. Sono oppositori quando e. Un personaggio è descritto a tutto tondo quando Le caratteristiche dei personaggi Quando si analizza un personaggio all interno di una narrazione è sempre importante ricercare quegli elementi che lo caratterizzano: a) le qualità fisiche; b) il suo modo esteriore di essere: l andatura, il timbro della voce, l espressione degli occhi ; c) le caratteristiche emotive: stati d animo, sentimenti, emozioni, affetti; d) la società di cui fa parte, per esempio il condizionamento dell ambiente in cui si trova a vivere: aristocratico, borghese, proletario ; e) la sua cultura, il suo modo di esprimersi e di parlare; f) i suoi valori, i suoi ideali: il senso del dovere, l onestà 7

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