La svolta pragmatica. Filosofia del Linguaggio (dott.ssa F. Diodato)
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1 La svolta pragmatica Filosofia del Linguaggio (dott.ssa F. Diodato)
2 PAUL GRICE ( ) L idea alla base del modello del codice èche un parlante compie un atto linguistico quando manifesta pubblicamente un intenzione e l atto ha successo quando quell intenzione è riconosciuta dall ascoltatore. Criticando il modello del codice, Grice opera una distinzione tra significato naturale e significato non naturale. Nel primo il rapporto tra il segno e l oggetto cui si riferisce è naturale, non arbitrario e atemporale; siamo, cioè, nell ambito della significazione (come in Quelle nuvole nere significano pioggia; Quelle macchie rosse significano rosolia); nel secondo il rapporto èarbitrario e convenzionale e siamo nella sfera della comunicazione intenzionale(come in Il suono della campanella a scuola indica che la lezione èfinita).
3 Significato dell enunciato/del parlante Grice distingue anche tra significato del parlante(speaker s meaning, ciò che vuole dire il parlante) e significato dell enunciato (utterance s meaning, ciò che vogliono dire letteralmente le parole): nella conversazione le parole pronunciate dicono molto di più del loro significato letterale. La riduzione del significato all intenzione del parlante permette di accettare espressioni apparentemente devianti sotto l aspetto della letteralità(metafore e usi figurati in genere), a patto che l interlocutore sia in grado di cogliere ciò che il parlante vuole effettivamente intendere. È possibile fare uso di significati occasionali, ma in generale il significato del parlante tende a conformarsi alle convenzioni vigenti in una comunità. La conversazione èuna pratica messa in atto da agenti razionali, èun impresa razionale di cooperazione.
4 Principio di cooperazione e massime Da ciò discende il principio di cooperazione: «Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato», che si articola in quattro massime della conversazione: 1) Massima della quantità Dai un contributo tanto informativo quanto è richiesto. Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto. 2) Massima della qualità Tenta di dare un contributo che sia vero. Non dire ciò che credi falso. Non dire ciò di cui non hai prove adeguate. 3) Massima della relazione Sii pertinente. 4) Massima del modo Sii perspicuo. Evita l oscurità. Evita l ambiguità. Sii breve. Sii ordinato nell esposizione.
5 Implicature convenzionali Non essendo regole tassative, le massime possono essere violate e allora gli interpreti, dando per scontato che il parlante stia cooperando, attiveranno delle procedure inferenziali per individuare il significato del parlante; procederanno, nei termini di Grice, sfruttando il meccanismo dell implicatura. Le implicature convenzionali sono proposizioni associate stabilmente (cioèin ogni contesto) a determinate espressioni. es. 1. Giovanni èproprio testardo. Che vuoi farci, è sardo Implicazione di senso comune: I sardi sono testardi es. 2. Ti ha detto così? Non ti fidare, è un politico. Implicazione di senso comune: I politici non dicono la verità
6 Implicature conversazionali Sono le proposizioni che, in un determinato contesto, possono essere comunicate senza essere dette in modo esplicito, in funzione di certe convenzioni sociali. Es. 1. A. «Andiamo al cinema?» B. «Sono stanca» Domanda: andranno al cinema? Perchésì/no? Es. 2 (Gianni De Michelis) Hai mai pensato di iscriverti al Partito socialista? (Massimo Cacciari) No, grazie, sono ricco di famiglia Cosa ha voluto dire Cacciari?
7 Che succede quando si violano le massime? Violazione Massima A Pippo: Ti piace il corso di diritto? Paola: Èun corso di diritto Cosa ha voluto dire Paola? Violazione Massima C Tizio: Sai se Gianni e Laura stanno insieme? Caio: Hai visto che bella giornata? Cosa ha voluto dire Caio?
8 Conclusione provvisoria Le massime funzionano anche quando vengono violate; Il loro potere comunicativo sta nel gioco fra la massima e le possibili implicature sollecitate dal contesto; Per giocare il gioco delle massime ènecessario mettere in funzione il principio di carità: quel che èstato detto deve avere un senso (l inferenza logica: se allora).
9 La teoria della pertinenza (Sperber e Wilson 1986, 1995, 2004) Principio Comunicativo di Pertinenza In generale, la comunicazione, secondo il modello inferenziale, è produzione ed interpretazione di indizi. Il parlante produce un indizio di ciò che intende e il destinatario inferisce il senso inteso dal parlante a partire da quell'indizio e dal contesto. Es. Tu e io siamo al bar e voglio pagare io. Senza dire nulla, e senza la minima esitazione, mi dirigo alla cassa. Cosa succede in termini di comunicazione? Ho offerto uno stimolo ostensivo; e tu dato lo stimolo e dato il contesto (siamo al bar e abbiamo appena consumato) inferisci che voglio pagare io.
10 Come si è comportato il ricevente? Secondo i teorici della pertinenza, nel corso della comprensione verbale il ricevente usa una procedura guidata da un principio comunicativo del tipo: a)nel processare gli effetti cognitivi, segui il percorso che minimizza lo sforzo: controlla le ipotesi interpretative (del proferimento del comunicatore) in ordine d'accessibilità; b)fermati quando le tue aspettative di pertinenza sono soddisfatte.
11 Uno scenario alternativo Supponiamo invece che io non mi sia diretto verso la cassa e abbia i) detto Ah sì dobbiamo pagare ii) guardato la cassa senza muovermi Come cambierebbe il percorso di comprensione del ricevente? Ne inferirebbe che è invitato a pagare lui/lei?
12 Principio Comunicativo di Pertinenza: In sostanza, utilizzando uno stimolo ostensivo, il comunicatore sollecita nei suoi destinatari l'aspettativa che quello stimolo sia sufficientemente pertinente da essere trattato. L'uso di uno stimolo ostensivo, quale un enunciato, un gesto o altro, genera aspettative di pertinenza sufficienti a guidare l'ascoltatore al voler dire del parlante. Queste considerazioni sono sintetizzate nel principio di pertinenza: Ogni proferimento (ogni atto di comunicazione ostensivo inferenziale) comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale Si presenta cioècome sufficiente affinchéil ricevente intenda nella maniera attesa l indizio offertogli dal mittente Ciò non significa che la comunicazione vada necessariamente a buon fine
13 Più analiticamente. La pertinenza ottimale dello stimolo ostensivo è ciò che un destinatario di un proferimento può attendersi dal comunicatore, data la definizione di pertinenza in termini di sforzo ed effetti cognitivi. Più precisamente, uno stimolo ostensivo è ottimamente pertinente se e solo se: a)è abbastanza pertinente da meritare di essere processato; b)è il più pertinente, compatibilmente con le capacità e le preferenze del comunicatore (è quello che genera il maggior numero di effetti con il minor sforzo). Un esempio applicativo Paola chiede a Franca: Credi che Gianni verràalla festa in discoteca? Franca risponde: Gianni èun orso! Cosa farà Gianni? Perché abbiamo risposto così?
14 Lo schema di lavoro della pertinenza: Alla domanda 1. Franca risponde con un enunciato che èunatto di comunicazione ostensivo inferenziale nel senso che, intendendo rispondere a 1., comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale. Franca ipotizza che l enunciato 2. soddisfi le seguenti condizioni: a) Èabbastanza pertinente da meritare di essere processato (=analizzato alla ricerca di una pertinenza); b) Èil piùpertinente, compatibilmente con le capacitàe le preferenze del comunicatore (èquello che genera il maggior numero di effetti con il minor sforzo). Come si comporta adesso Paola? Nella sua mente, l'enunciato di Franca daràluogo a varie possibili implicazioni: Gianni è riservato. Gianni èpigro. Gianni è solitario. Gianni non ama uscite di gruppo (a cena, in discoteca o altrove). Gianni è ghiotto di miele. Gianni ha la pelliccia. Gianni èun mammifero di grandi dimensioni della famiglia degli Ursidi.
15 Come Paola fa lavorare l inferenza Guidata da aspettative di pertinenza, Paola, considerando queste possibilità in ordine d'accessibilità, giunge all'interpretazione 4), che èun'interpretazione metaforica, e qui si ferma. Non esamina ulteriori implicazioni possibili 5) 7). Segue la via del minimo sforzo e si arresta quando gli sforzi d'elaborazione sono compensati dagli effetti ottenuti, avendo soddisfatto le proprie aspettative di pertinenza.
16 Dal modello del codice al modello inferenziale Il modello inferenziale, sconfessando le ipotesi ingenue della corrispondenza univoca tra rappresentazioni mentali e segni (cioè tra significati e significanti) e della perfetta identità delle rappresentazioni mentali di parlante e ascoltatore (la cosiddetta simmetria del codice ), considera la comprensione come un processo di attribuzioni di intenzioni. Nel comunicare il parlante manifesta delle intenzioni che l ascoltatore riconosce facendo leva su indizi (linguistici e non). In sostanza, comunicare significa leggere la mente: l enunciato è un indizio intenzionalmente prodotto dal parlante per comunicare un messaggio al destinatario.
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