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1 APPROCCIO AL BENESSERE ANIMALE (PROTEZIONE DEGLI ANIMALI) Il consumatore, mostra interesse crescente verso la qualità degli alimenti e le modalità di produzione e di distribuzione, con riferimento soprattutto alla sicurezza alimentare, all impatto ambientale ed alle condizioni in cui gli animali vengono allevati. Nell ottica di soddisfare le esigenze dei consumatori, le aziende si devono porre di fronte al concetto della Qualità come di fronte a qualcosa di dinamico, in evoluzione parallela alle abitudini ed alle richieste dei consumatori, alle problematiche igienico-sanitarie, ambientali, etico sociali. Da un concetto di sicurezza igienico sanitaria si è passati a quello di qualità organolettico sensoriale, fino ad arrivare all assicurazione ed al controllo degli aspetti critici della produzione alimentare, accompagnati dalla trasparenza e dall informazione. In quest ottica il benessere degli animali da reddito diventa un requisito di Qualità e, come tale, necessita di essere definito in modo concreto con il coinvolgimento del mondo scientifico, ma anche dei produttori Europei, che sono chiamati ad una nuova svolta zootecnica. Bisogna innanzitutto chiarire che parlare di benessere animale dal punto di vista zootecnico e produttivo è cosa diversa rispetto al parlarne sotto l aspetto prettamente etologico. Il benessere dell animale zootecnico può essere un grande alleato dell allevatore nel momento in cui garantisce un migliore stato di salute e migliori prestazioni produttive, con un aumento accettabile dei costi di produzione rispetto a soluzioni di minore comfort. Il benessere, quindi, visto anche dalla parte dell allevatore e non solo da quella dell animale, perché la zootecnia è un attività che deve fornire un reddito a chi la pratica, pena l impossibilità di sostenerla e renderla competitiva. Di fatto, numerosi riscontri sperimentali hanno dimostrato che ad un migliore stato di benessere corrispondono migliori prestazioni produttive, fatti i dovuti distinguo sui differenti modi di valutare il benessere degli animali. E noto, infatti, che il benessere, per la sua stessa accezione, può essere valutato secondo ottiche e con strumenti diversi. Esiste una vasta letteratura che rapporta il livello di benessere a manifestazioni comportamentali (atteggiamenti aggressivi, stereotipie, modifiche nell assunzione del cibo), all integrità fisica degli animali (presenza di lesioni, localizzazione delle lesioni), all assetto fisiologico (presenza di determinati ormoni nel sangue) e alle stesse performance produttive (accrescimenti, indici di conversione alimentare, fecondità, prolificità, ecc.). In sostanza, il benessere degli animali d allevamento, definito da Hughes (1976) come lo stato di completa salute, sia fisica, sia mentale, in cui l animale è in armonia con il proprio ambiente, viene richiesto non solo per ragioni etiche ma, anche, per ottenere animali più sani in grado di fornire alimenti più salubri. Numerosi ricercatori appartenenti a differenti scuole di pensiero si sono occupati negli ultimi 40 anni della valutazione del benessere animale. Il rapporto di Brambell sul benessere degli animali nei sistemi intensivi d allevamento, ha introdotto, fra l altro, il concetto del benessere mentale degli animali e le cinque libertà per la tutela del benessere, così espresse: Ogni animale dovrebbe avere almeno sufficiente libertà di movimento per essere in grado, senza difficoltà, di girarsi (1), pulirsi (2), alzarsi (3), sdraiarsi (4) e stendere gli arti (5).

2 Tale lavoro ha il merito di avere identificato molti dei concetti sul benessere animale che saranno poi ripresi da numerosi studi successivi e ha indirizzato il Farm Animal Welfare Council (FAWC) inglese nella definizione delle nuove cinque libertà, più volte riprese e modificate e così riproposte nella forma attuale: 1. libertà da sete, fame e malnutrizione, mediante facile accesso ad acqua fresca e pulita e adeguata alimentazione che garantisca piena salute e vigore; 2. libertà dal disagio, mediante la predisposizione di un ambiente appropriato alla specie, con adeguati ripari e aree di riposo confortevoli; 3. libertà da dolore, ferite e malattie, mediante prevenzione o rapida diagnosi e trattamento; 4. libertà di esprimere comportamenti normali, mediante la predisposizione di spazi sufficienti, strutture adeguate e contatti sociali con animali della stessa specie; 5. libertà da paura e dolore, garantendo condizioni di vita e trattamenti che evitino sofferenze mentali. Altro aspetto di grande rilevanza per il benessere è rappresentato dal rapporto fra gli animali allevati e l uomo che li accudisce, in particolare per quanto concerne la cura e la movimentazione. In effetti è opinione comune che, anche a fronte di un management aziendale idoneo e di strutture d allevamento adeguate, la presenza di operatori poco competenti e scarsamente diligenti può rendere il livello di benessere degli animali del tutto insufficiente. Partendo da questi punti cardine la Comunità Europea ha emanato numerose direttive e ha sollecitato i Paesi membri a recepirle nei tempi previsti con specifici atti legislativi nazionali. È utile ricordare, a questo proposito, che la Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti, adottata a Strasburgo il 10/03/1976, approvata ufficialmente dalla decisione 78/923/CEE e modificata dal protocollo del 6/02/1992, contiene la chiara indicazione che gli Stati Membri del Consiglio d Europa ritengono auspicabile l adozione di disposizioni comuni per proteggere gli animali negli allevamenti. Tale indirizzo è stato ulteriormente ribadito dalla Dichiarazione (n. 24) sulla protezione degli animali allegata all atto finale del trattato sull Unione Europea (Trattato di Masstricht del 7/02/1992). La valutazione del benessere animale parte inevitabilmente dalla considerazione che, al di la delle differenze tra specie animali, esistono differenti sistemi di produzione. Diversi, inoltre, sono i parametri che hanno effetto sul benessere dell animale, molti dei quali fanno riferimento all ambiente d allevamento, ovvero al luogo fisico di vita degli animali. L ambiente d allevamento può essere definito come l insieme di elementi esterni all animale che ne condiziona la vita e il comportamento; fra i più rilevanti possiamo elencare il microclima (temperatura, umidità, velocità dell aria), la concentrazione di gas e polveri, il rumore, la tipologia di stabulazione (singola o collettiva, fissa o libera, all aperto o al chiuso), lo spazio vitale attribuito ad ogni capo, il tipo di pavimento (pieno, fessurato, con lettiera), la conformazione e la reciproca distribuzione delle superfici d allevamento, le condizioni igieniche e l ambiente microbico, il sistema di

3 alimentazione (dimensione e forma delle attrezzature per la somministrazione dell alimento, collocamento dei punti di alimentazione), il sistema di distribuzione dell acqua di bevanda. Questi elementi, com è ovvio, sono spesso interagenti, rafforzando o limitando potenziali effetti negativi di uno o più di loro, la qual cosa complica in modo rilevante le ricerche finalizzate alla definizione delle relazioni fra ambiente e prestazioni produttive o fra ambiente e benessere degli animali. L'approccio utilizzato per la valutazione del benessere dei bovini I modelli di valutazione TGI 35 L (Tier-Gerechtheits-Index) TGI 200 (Tier-Gerechtheits-Index) forniscono un indicazione generale sull'approccio applicabile alla valutazione del benessere dei bovini da latte in allevamento; a partire da tali modelli di valutazione è stato elaborato uno schema che maggiormente si adatta alle caratteristiche peculiari degli allevamenti italiani. Il metodo sposa i criteri di base che caratterizzano i sistemi di valutazione a indice aziendale (on-farm index systems), che possono essere così riassunti: individuazione delle più gravi carenze del sistema e delle strutture d allevamento; valorizzazione degli aspetti più qualificanti nei confronti del benessere degli animali allevati; rapidità della valutazione (visita aziendale e successiva attribuzione dei punteggi), riservando ulteriori approfondimenti qualora si dovessero presentare carenze; relativa rapidità della formazione dei valutatori; elevata ripetibilità del punteggio relativo a parametri oggettivi e misurabili (nel caso di valutazione ripetuta in tempi diversi o da differenti valutatori). Nella definizione degli aspetti prioritari da sottoporre a valutazione, quindi, si è cercato di privilegiare, nel limite del possibile, quelli facilmente misurabili durante il sopralluogo aziendale; in tal modo, oltre a limitare il tempo necessario per la visita ispettiva, si garantisce una maggiore oggettività della valutazione fornita. In alcuni casi, tuttavia, si deve ricorrere a valutazioni di tipo soggettivo, perché aspetti come la polverosità dell ambiente o la scivolosità dei pavimenti richiederebbero tempo e specifiche dotazioni per essere valutati in modo strumentale. Un importante aspetto che può costituire un punto critico della valutazione è l epoca della visita aziendale; da questo punto di vista è necessario non inserire parametri di valutazione che possano variare in modo considerevole a seconda della stagione, o comunque è necessario avere riferimenti alle condizioni climatiche esterne per introdurre elementi correttivi per un certo parametro rilevato. Un esempio in tal senso è l eventuale rilievo della concentrazione di gas nei locali d allevamento che, essendo molto legata alla ventilazione, può variare dall estate all inverno.

4 Gli aspetti prioritari che vengono considerati dal sistema TGI 35, fanno riferimento alla possibilità di movimento, ai contatti sociali, al tipo di pavimento, ai parametri microclimatici e ambientali e al personale di stalla. Un alimentazione adeguata agli animali è condizione sine qua non per il reddito aziendale, prima ancora che per il benessere. La valutazione del tipo di alimentazione può risultare alquanto laboriosa (razione, alimenti, provenienza, ecc., per le diverse categorie animali) e ancora più difficoltosa l attribuzione di punteggi positivi o negativi. Fatte salve alcune prescrizioni normative per i vitelli, è quindi ragionevole, per il sistema di valutazione, effettuare una valutazione indiretta del tipo di alimentazione, mediante la verifica delle tecniche di alimentazione, degli impianti e delle attrezzature utilizzati per la somministrazione degli alimenti, dello stato di salute e di nutrizione degli animali e sulla presenza in allevamento delle specifiche competenze per la preparazione di una razione equilibrata, valutando anche i risultati produttivi che fungono da indicatore di una corretta ed equilibrata alimentazione. Scopo ultimo del sistema di valutazione è quello di attribuire un indice di benessere a ciascuna azienda; l indice deve risultare dalla somma dei punteggi attribuiti ai singoli parametri valutati. Il valore dell indice posizionerà l azienda in uno dei 4 livelli prestabiliti, che sono: azienda non conforme; azienda conforme ai requisiti minimi di benessere; azienda con buon livello di benessere; azienda con ottimo livello di benessere. Tale classificazione riguarderà sia l azienda nel suo complesso sia le singole aree oggetto di indagine. L attribuzione dell indice sarà accompagnata da una scheda tecnica che elencherà le più gravi carenze riscontrate (nel caso di aziende non conformi) e i possibili interventi migliorativi, al fine di consentire alle aziende di avviare opportune azioni correttive volte a risolvere le non conformità riscontrate o idonei programmi di miglioramento volti a migliorare il livello di benessere degli animali. Di seguito vengono elencati i requisiti del considerati nell'indagine sul benessere animale suddivisi per aree tematiche. I parametri tecnici di riferimento sono stabiliti in funzione dei vincoli posti dalla normativa, ove presenti, oppure sulla base della bibliografia tecnica scientifica di settore.

5 A. Personale L allevamento deve garantire che gli animali siano accuditi da un numero sufficiente di addetti aventi capacità, conoscenze e competenze professionali per: mungitura; assistenza al parto e cura neonati; rilevazione calori e FA; uso farmaci e assistenza animali malati; ambiente d allevamento; alimentazione; marcatura e altre operazioni cruente; movimentazioni. Il personale deve trattare i bovini con calma e tranquillità, mantenendo una routine di lavoro la più costante possibile ed evitando atteggiamenti aggressivi e violenti. B. Sistemi di allevamento e stabulazione Per le vacche allevate in stalla deve essere preferita la stabulazione libera a quella fissa. Per i vitelli fino a 2 settimane di età è obbligatorio l impiego di lettiera. Dopo le 8 settimane d età è obbligatoria la stabulazione in gruppo, meglio se in box a lettiera. Per i vitelli fino a 8 settimane di età è consigliabile la stabulazione collettiva su lettiera. L allevamento deve disporre idonee strutture per: vacche in lattazione e asciutta; rimonta; vitelli fino a 8 settimane; tori da riproduzione; box parto; isolamento/quarantena; movimentazione. L allevamento deve garantire la disponibilità per tutti gli animali di superfici adeguate per il riposo, per l esercizio e la possibilità, per gli animali a più bassa scala gerarchica di allontanarsi da quelli dominanti. I pavimenti delle zone di stabulazione devono essere facilmente pulibili e disinfettabili, non devono essere scivolosi o cedevoli e non devono presentare asperità che possano danneggiare i piedi dei bovini.

6 Le superfici interne delle pareti dei ricoveri e le attrezzature di contenimento dei bovini (divisori, cancelli, attacchi) devono essere facilmente pulibili e disinfettabili, ben conservate e prive di elementi pericolosi per gli animali. Tutti i materiali utilizzati non devono essere tossici. Devono essere previste operazioni di manutenzione tali da mantenere tutte le strutture in stato di efficienza per l utilizzo. Nelle aeree di collegamento tra le diverse zone funzionali dell allevamento deve essere evitata la presenza di fondi ciechi, ostacoli come gradini, piani inclinati scivolosi, attrezzature sporgenti e corridoi con curve troppo strette. Nel caso di allevamenti all aperto è necessario prevedere specifiche attrezzature per il riparo dei bovini dal sole, dal vento e dalle intemperie. C. Controllo ambientale L allevamento deve prevedere un ambiente che assicuri la circolazione dell aria e il contenimento entro limiti non dannosi per gli animali della quantità di polvere, temperatura, umidità relativa e concentrazione di gas. Ventilazione In presenza di ventilazione artificiale è obbligatorio prevedere sistemi di emergenza in grado di ventilare temporaneamente la stalla in caso di guasto all impianto di ventilazione; inoltre, è obbligatorio installare un dispositivo di allarme che segnali prontamente la presenza del guasto. Negli impianti di ventilazione artificiale deve essere possibile la regolazione della portata di ventilazione; Nei ricoveri ventilati naturalmente si devono prevedere dispositivi ad azionamento manuale o automatico in grado di ridurre le superfici di entrata e di uscita dell aria, al fine di ridurre o aumentare la portata di ventilazione a seconda delle esigenze stagionali. Illuminazione Le stalle per bovini devono avere una buona illuminazione naturale. Le stalle, inoltre, devono essere dotate di adeguata illuminazione artificiale per poter ispezionare gli animali in qualsiasi momento del giorno e della notte. Raffrescamento Ove necessario gli allevamenti devono essere dotati di impianti di raffrescamento, al fine di limitare lo stress termico a carico degli animali nel periodo estivo. D. Alimentazione

7 Gli animali devono essere alimentati in modo adeguato al loro sviluppo corporeo, al loro stato fisiologico e al livello della loro produzione. L azienda deve assicurare la capacità di gestire la razione alimentare in funzione della fase di sviluppo e di ciclo degli animali. Le attrezzature e le aree destinate all alimentazione dei bovini devono essere costruite con materiali idonei e adeguatamente dimensionate; le mangiatoie, in particolare, devono essere facilmente pulibili e resistenti al deterioramento. La mangiatoia deve avere uno sviluppo complessivo parametrato al numero di capi e al tipo di alimentazione adottato. Gli alimenti devono essere conservati in ambienti adatti per evitare alterazioni e segregati in maniera da evitare qualsiasi contaminazione con sostanze tossiche o nocive. L acqua è elemento essenziale per il benessere e la salute degli animali; per questo essa deve essere fornita in modo continuativo mediante un impianto automatico di abbeverata correttamente progettato. Gli abbeveratoi devono essere previsti in numero adeguato alla capienza della stalla o del singolo box e al tipo di alimentazione adottato. Gli abbeveratoi devono essere regolarmente puliti; è necessario un periodico controllo dell impianto idrico, al fine di eliminare rapidamente eventuali malfunzionamenti o perdite idriche. Quando l allevamento utilizza acqua non di rete per l abbeverata degli animali, deve provvedere a verificarne la qualità e potabilità. E. Impianti Gli impianti automatici che hanno influenza sul benessere animale (mungitura, alimentazione, ventilazione, ecc.) devono essere controllati regolarmente sottoposti a manutenzioni periodiche. È necessario predisporre la registrazione dei controlli effettuati sugli impianti automatici. Gli eventuali difetti riscontrati devono essere eliminati immediatamente; se ciò non è possibile, occorre prendere le misure adeguate per salvaguardare la salute ed il benessere degli animali. F. Igiene e Sanità del bestiame La gestione e la manutenzione dei locali d allevamento deve permettere di mantenere un buon livello di pulizia degli animali. Gli animali malati o feriti devono ricevere immediatamente un trattamento appropriato e, qualora un animale non reagisca alle cure in questione, deve essere consultato un medico veterinario. Nell allevamento si deve prevedere una specifica area per l isolamento di animali feriti, malati o comunque temporaneamente non idonei alla produzione di latte. In questa zona deve essere possibile l eventuale mungitura delle bovine; inoltre gli animali devono disporre in permanenza di acqua fresca e pulita. Sono vietate tutte le mutilazioni o operazioni cruente fatto salvo quelle effettuate a scopo terapeutico.

8 La cauterizzazione dell abbozzo corneale è ammesso al di sotto delle tre settimane di vita dell animale. Tutti i trattamenti terapeutici che prevedono operazioni cruente devono essere effettuati con materiali sterili o a perdere. L allevamento deve prevenire il contatto tra gli animali ed eventuali materiali tossici/pericolosi presenti in allevamento. Qualora se ne riscontri la necessità devono essere previsti programmi volontari vaccinali o di controllo delle malattie infettive e piani di controllo per: mastiti; endo-ectoparassiti; mosche; ratti.

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