Relazione tecnica. Verifica degli allevamenti zootecnici intensivi e determinazione delle relative distanze reciproche
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2 Riccardo Panizon Dottore agronomo Relazione tecnica Verifica degli allevamenti zootecnici intensivi e determinazione delle relative distanze reciproche Comune di Cervarese Santa Croce (PD) L.R. 11/2004
3 2 1. PREMESSA Il Piano degli Interventi (PI), come definito dall'articolo 17 della legge regionale 11 del 2004 di riforma urbanistica, è lo strumento urbanistico operativo che si rapporta con i Piano Regolatore Comunale e che, in coerenza ed in attuazione del PAT, individua e disciplina gli interventi di tutela, di valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio. Uno degli aspetti deputati al PI è quello di individuare le fasce di rispetto dagli allevamenti zootecnici intensivi sulla base di quanto contenuto nella D.G.R. 3178/2004 (atti di indirizzo art. 50 lett. d), edificabilità delle zone agricole, punto 5). Il sottoscritto, dottore agronomo, Riccardo Panizon nato a Treviso (TV) il 04/09/1957, residente a Padova (PD) in Via Toblino, n. 45, iscritto all Albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Padova al n. d ordine 337, è stato incaricato dal Comune di Cervarese Santa Croce di effettuare un analisi di tutti gli allevamenti presenti sul territorio comunale al fine di verificare la presenza di allevamenti zootecnici intensivi, definendo per questi le distanze minime reciproche dai limiti della zona agricola, dalle residenze civili sparse e dai centri abitati. * * RECIPROCHE 2. LEGGE REGIONALE 11/2004 E DEFINIZIONE DELLE DISTANZE L art. 50 della L.R. 11/2004, al comma 1, lettera d) Edificabilità zone agricole, definisce, al punto 5) le modalità di realizzazione degli allevamenti zootecnici intensivi e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dell'allevamento rispetto alla qualità e quantità di inquinamento prodotto; le successive modifiche, integrazioni ed atti d indirizzo hanno aggiornato il complesso metodologico che, inizialmente, aveva ispirato la stesura della DGR 7494/89 al fine di recepire le modificazioni produttive e tecnologiche intervenute nel settore zootecnico che, in alcuni casi, hanno sensibilmente limitato le ricadute urbanistiche e ambientali legate alla presenza degli allevamenti nel territorio.
4 3 Uno degli aspetti presi in considerazione riguarda la distinzione tra allevamenti in connessione funzionale con il fondo agricolo, definiti come strutture agricolo-produttive destinate all allevamento e quelli, invece, privi di tale connessione, definiti come allevamenti zootecnici intensivi. È, in particolare, per questi ultimi che l art. 50 prevede che vengano specificate le modalità di realizzazione degli allevamenti e la definizione delle distanze sulla base del tipo e dimensione dell allevamento rispetto alla qualità e quantità di inquinamento prodotto. L art. 44 della L.R. n. 11/2004 riprendendo criteri precedentemente applicati, distingue due tipologie di allevamenti: a) quelli in connessione funzionale con il fondo agricolo, come definiti dalla DGR n. 3178/2004 ai sensi del punto 3, lett. d, comma 1, art. 50 della Legge Regionale 11/2004 e s.m.i. - definiti come strutture agricolo produttive destinate all allevamento. b) quelli privi di tale connessione funzionale definiti allevamenti zootecnici intensivi. La definizione di nesso funzionale, come stabilito dalla DGR n. 3178/2004, precisa al punto 3 che questa è legata a: a) utilizzo, in termini di rapporto di copertura dei fabbricati ad uso allevamento zootecnico, della superficie del relativo corpo aziendale; b) capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggere degli animali, tenuto anche conto - per talune tipologie d allevamento - del quasi completo ricorso all approvvigionamento esterno; c) esigenza di ottimizzare lo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni, anche su suoli non direttamente in conduzione dell azienda, al fine di evitare impatti negativi sull ambiente. Premesso ciò, per definire la connessione funzionale tra allevamento e fondo agricolo risulta necessario fare riferimento ad un altra tabella di cui alla sopraccitata DGR n. 3178/2004 modificata dal Decreto del Dirigente della Direzione Agroambiente e Servizi per l Agricoltura n. 158 del 31/05/2007, che definisce i requisiti per il riconoscimento del nesso funzionale. Di seguito si riporta un estratto di suddetta tabella, con riferimento alle principali tipologie di animali presenti nel territorio comunale di Cervarese Santa Croce.
5 4 Tabella n. 1 - Requisiti per il riconoscimento del nesso funzionale tra allevamento ed azienda agricola Categorie di animali Bovini e bufalini da riproduzio ne Durata media del ciclo di produzione (1) Unità foragg. consumo annuale Rapporto massimo di copertura fabbricati uso allevamento (2) Quota minima approvvigio namento Unità foraggere (3) % Peso vivo medio annuo massimo per ettaro (tonnellate) zone non vulnerabili Peso vivo medio annuo massimo per ettaro (tonnellate) (4) zone vulnerabili ,5 1,2 Vitelloni Manze ,8 1,4 Vitelli 6 mesi Suini da riproduzio ,4 1,7 ne Suinetti 3 mesi ,4 1,7 Polli da carne 3 mesi ,4 0,7 Conigli da riproduzio ne Ovini e caprini Equini da riproduzio ne 3 mesi ,4 1, ,4 1, ,9 2,5 Note: (1) Quando non è indicata deve ritenersi non inferiore all'anno (2) Riferito al corpo aziendale ricadente in zona agricola (anche non contiguo a rimanenti ulteriori terreni e/o corpi costituenti l'azienda agricola) sul quale vengono realizzati i fabbricati e manufatti destinati all'allevamento (3) Quale rapporto tra le Unità foraggere teoriche producibili per ettaro (come risultanti dall'attribuzione dei terreni in conduzione dell'azienda, alle rispettive fasce di qualità catastale) e le Unità foraggere di consumo annuale dei capi in allevamento (4) Il computo degli ettari tiene necessariamente conto oltre che dei terreni dell'azienda direttamente in conduzione anche delle eventuali altre superfici asservite
6 5 Al fine di correlare la determinazione delle distanze reciproche al concetto d inquinamento potenziale la normativa stabilisce tre distinte classi dimensionali (in termini di carico zootecnico) che tengono debito conto sia della specie allevata sia del tipo di produzione ottenuta (vedi tabella n. 2). Tabella n. 2 Suddivisione in classi dimensionali degli insediamenti zootecnici in funzione delle dimensioni e dell inquinamento potenziale. Classe Allevamento peso vivo medio inferiore a bovini 120 tonnellate suini 30 tonnellate ovicaprini 90 tonnellate 1 equini 90 tonnellate avicoli 30 tonnellate conigli 20 tonnellate altri 20 tonnellate Classe Allevamento peso vivo medio bovini da 120 a 360 tonnellate suini da 30 a 120 tonnellate ovicaprini da 90 a 360 tonnellate 2 equini da 90 a 360 tonnellate avicoli da 30 a 120 tonnellate conigli da 20 a 80 tonnellate altri da 20 a 80 tonnellate Classe Allevamento peso vivo superiore a bovini 360 tonnellate suini 120 tonnellate ovicaprini 360 tonnellate 3 equini 360 tonnellate avicoli 120 tonnellate conigli 80 tonnellate altri 80 tonnellate Inoltre la normativa definisce, in base alla caratteristiche tecnico produttive dell allevamento, per ogni tipologia di animale e per ciascuna classe dimensionale, alcuni parametri di riferimento per determinare le distanze minime reciproche dai diversi tipi di insediamento (zona agricola, residenze civili sparse e centri abitati). Per ogni caratteristica tecnico funzionale presa in considerazione vengono assegnati specifici punteggi il cui valore è inversamente correlato
7 6 all utilizzo, da parte dell allevamento, di tecniche volte a ridurre l impatto generato. Tali punteggi fanno riferimento a: a) tipologia dell ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia (max 50 ); b) sistema di ventilazione (max 10 ); c) sistema di stoccaggio e di trattamento delle deiezioni (max 40 ). Di conseguenza punteggi più elevati determinano un aumento delle distanze minime reciproche richieste del legislatore. I criteri d assegnazione dei punteggi in base alle caratteristiche su indicate sono riportate in allegato 1. * * 3. INDAGINE CONOSCITIVA L individuazione delle aziende zootecniche ricadenti nel Comune di Cervarese Santa Croce è stato possibile grazie alla banca dati fornita dall USLL 16 di Padova in cui sono censite tutte le posizioni identificate da un codice di stalla. L elenco è composto da 147 posizioni cui corrisponde una partita IVA o un codice fiscale (1). Va precisato che non necessariamente all attribuzione di un codice di stalla corrisponda un attività produttiva vera e propria, finalizzata all ottenimento di un reddito. È frequente, infatti, che nelle zone rurali sia prassi allevare animali di bassa corte (pollame, conigli, ecc) o pochi capi di bestiame per autoconsumo (il maiale o il vitello). Questi allevamenti vanno considerati familiari e non allevamenti zootecnici produttivi. Dopo aver esaminato la banca dati dell USLL 16 di Padova, il passo successivo è stato quello di definire quali fossero le aziende agricole attive sul territorio comunale. Per risalire a queste informazioni è stato richiesto accesso ad un altra banca dati, quella di Avepa (Agenzia del Veneto per i pagamenti in agricoltura), struttura regionale presso cui sono censite tutte le posizioni che svolgono (o hanno svolto) un attività in agricoltura. L accesso, in realtà, ha avuto un duplice scopo: (1) Si fa presente che dalla banca dati dell USLL 16 di Padova sono stati verificati 209 codici di stalla. Questo in quanto presso alcune aziende sono stati riscontrate diverse tipologie di allevamento. L azienda del sig. Ramin Mirco, ad esempio, ha quattro tipologie di allevamento (polli, bovini da latte, conigli e suini), ma un unico codice di stalla.
8 7 1. determinare quali allevamenti, presenti nella banca dati dell USLL 16 di Padova, debbano essere classificati come allevamenti familiari. 2. verificare la consistenza territoriale di ogni singola azienda agricola così da verificarne la connessione con il fondo agricolo. Nell elenco contenente le informazioni relative ai codici di stalla fornito dall USLL di Padova sono presenti 86 posizioni che non risultano avere un attività agricola (posizioni non presenti all interno della banca dati di Avepa) o perché non hanno mai avviato un attività agricola vera e propria (produzioni agricole finalizzate all autoconsumo) oppure per chiusura/inattività. Gli allevamenti che non svolgono una vera e propria attività produttiva, e quindi non presenti nella banca dati Avepa, devono considerarsi di tipo familiare. Questo anche in considerazione del fatto che risultano essere delle piccole realtà e fanno registrare consistenze zootecniche assolutamente esigue. Diverso approccio metodologico è stato rivolto alle aziende che, per Avepa, risultano chiuse o inattive. In questo caso è stata considerata l ipotesi che, ad una chiusura dell attività zootecnica potesse corrispondere anche un preesistente allevamento di notevole consistenza. Sono state, così, verificate le potenzialità zootecniche di queste realtà appurando che, fatta una singola eccezione, la numerosità dei capi allevati le inserisce nel novero degli allevamenti di tipo familiare. Unica azienda che risulta chiusa per gli archivi di Avepa ma che presentava una discreta potenzialità produttiva risulta essere l azienda agricola Spallanzani Benito. In quest azienda venivano allevati bovini da riproduzione (latte), con una potenzialità di 56 posti vacca. Per questa ditta, che ora segue esclusivamente la coltivazioni agricole, risulta una consistenza territoriale di circa 36 ettari, superficie che determinava una connessione dell allevamento con il fondo agricolo, permettendo di classificarla come non intensiva. * * 4. GLI ALLEVAMENTI DEL COMUNE DI CERVARESE SANTA CROCE Di seguito si riporta un sintetico riepilogo degli allevamenti presenti nella banca dati USLL 16 di Padova suddivisi per tipologia e sui quali è stato effettuato un incrocio con la banca dati dell Avepa per definire se siano ancora attivi e la loro, eventuale, connessione con il fondo.
9 8 Avicoli Per quanto riguarda gli allevamenti avicoli, nel comune si Cervarese Santa Croce, sono presenti 103 codici di stalla. Quasi la metà di questi, non sono presenti nella banca dati di Avepa e quindi sono da considerare allevamenti familiari. Delle 55 posizioni verificate nella banca dati di Avepa sono altresì presenti 18 allevamenti che hanno cessato l attività, così che solamente 37 ditte esercitano attività d allevamento avicolo ed è stato verificato come tutte queste ditte presentino connessione con il fondo agricolo. Fatta una singola eccezione, si tratta di allevamenti con ridottissima consistenza zootecnica: per le produzioni di carne si riscontrano mediamente 26 capi allevati e per le galline ovaiole la presenza media non arriva a 19 capi. Il solo allevamento che presenta un importante potenzialità produttiva è quello dell azienda agricola Petterlin Roberto che con una capacità d allevamento di poco inferiore ai capi da carne viene inserito tra gli allevamenti zootecnici di classe dimensionale 2 secondo le modalità previste dalla normativa. Bovini da carne Presso la banca dati USLL 16 di Padova risultano 22 codici di stalla attivi per allevamenti bovini da carne. Uno di questi allevamenti, non presente nella banca dati di Avepa, ha una potenzialità di allevamento di due soli capi bovini e può essere considerato un allevamento di tipo familiare. Altri due allevamenti, che per la banca dati di Avepa risultano inattivi, hanno a disposizione superfici agricole tali da far sì che queste siano in connessione con il fondo e quindi non classificabili come intensivi. Per tutte le altre stalle dedite all allevamento di bovini da carne è stato verificato come la consistenza massima dei capi allevabili determini la loro collocazione nella prima classe dimensionale secondo quanto previsto dalla DGR n. 3178/2004. Per queste è stata altresì verificata la connessione con il fondo agricolo risultando, in tal modo allevamenti zootecnici produttivi e non intensivi. Bovini da riproduzione (latte) La banca dati USLL di Padova annovera, sul territorio di Comune di Cervarese Santa Croce, 14 codici di stalla riferiti ad allevamenti con bovini da riproduzione (allevamenti prevalentemente interessati alla produzione di latte). Tredici di questi, di cui uno risulta non essere più attivo nella banca dati di
10 9 Avepa, presentano dimensioni tali da farli rientrare in classe dimensionale 1, risultano tutti in connessione con il fondo ed è stata riscontrata una potenzialità media di vacche da latte pari a ca. 27,5 capi. Si registra solamente un allevamento, la Società agricola allevamento Montemerlo, con una potenzialità di bovini da riproduzione tale da collocarla in classe dimensionale 2. Caprini Dei 7 allevamenti cui è associato un codice di stalla nella banca dati USLL 16 di Padova, solamente 2 risultano inattivi e, comunque, in base alle loro capacità potenziali possono essere inclusi nella classe dimensionale 1. Presentano una consistenza media pari a poco più di 4 capi e dispongono di adeguate superfici per esser considerati in connessione con il fondo agricolo. Conigli Sono 6 gli allevamenti cunicoli registrati dalla banca dati USLL di Padova; di questi Avepa ne registra uno inattivo mentre uno non è presente. Gli animali allevati risultano essere capi da ingrasso e, fatta eccezione per un singolo allevamento in cui risulta una potenzialità di 100 capi, la consistenza media è pari a 4. Anche in questo caso è stata riscontrata connessione con il fondo. Equini Per quanto riguarda gli allevamenti equini, nella banca dati USLL di Padova, si contano 22 codici di stalla. Alcuni di questi o non sono presenti nella banca dati in Avepa (dieci allevamenti) e 2 risultano inattivi. Gli altri 10 allevamenti risultano connessi al fondo e la loro consistenza media è inferiore ai tre capi. Ovini Dall incrocio delle banche dati USLL ed Avepa, risultano solamente due stalle che allevano ovini. Entrambe ricadono nella classe dimensionale 1 e sono connesse al fondo. Suini Gli allevamenti suinicoli, censiti nella banca dati USLL 16 di Padova, sono 36. Di questi 11 non sono presenti nella banca dati Avepa e 4 sono inattivi.
11 10 Questi 15 allevamenti sono di tipo familiare ed il numero medio di capi presenti è pari a circa 2,6. Degli altri 21 allevamenti suinicoli di Cervarese Santa Croce è stata riscontrata connessione con il fondo e, comunque, solo per due di questi il numero di capi allevabili supera la decina. Nella successiva tabella viene sintetizzato quanto più sopra riportato. Tabella n. 3 Allevamenti censiti nel Comune di Cervarese Santa Croce e loro classificazione in funzione del potenziale livello di inquinamento. N. codici stalla Banca dati Avepa Allev. attivi Classe 1 Classe 2 Avicoli Bovini da carne Bovini da latte Caprini Conigli Equini ovini Suini * * 5. DETERMINAZIONE DELLE DISTANZE RECIPROCHE PER GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI Come su esposto gli allevamenti intensivi, nel comune di Cervarese Santa Croce sono solamente due. Uno è la Società agricola allevamento Montemerlo con attività indirizzata alla produzione di latte e l altro è la Azienda agricola Petterlin Roberto che alleva polli da carne. Per entrambe le ditte sono state determinate le distanze reciproche dai confini e dagli insediamenti civili in base a quanto previsto dalla L.R. 11/2004, art. 50, e dai successivi Atti d Indirizzo - lettera d Edificabilità zone agricole. I risultati sono riportati successive schede tecniche.
12 11 Società agricola allevamento Montemerlo L azienda, indirizzata alla produzione di latte, è ubicata in Via della Croce ed il centro aziendale è individuato catastalmente su: foglio 13, mappale 158 e foglio 15 mappale 594. Foto aerea con delimitazione, con tratto in giallo, della stalla. La potenzialità dell allevamento registra circa 350 capi che, per il calcolo del peso medio allevabile devono essere suddivisi in diverse categorie in relazione all età - vacche da latte, manze e manzette e vitelli di età inferiore a 3 mesi. Queste categorie, in base al loro peso, determinano la consistenza in termini di peso medio vivo allevato. Nella successiva tabella n. 4 vengono riportati, a seconda della categoria di animali, i pesi medi potenzialmente allevabili.
13 12 Estratto di mappa ed individuazione del centro aziendale
14 13 Tabella n. 4 Consistenza media potenziale dell allevamento. Tipologia Consistenza potenziale Peso vivo medio per capo (t) Totale (t) Vacche da latte 190 0,6 114 Vitelli < 2 mesi 70 0,1 7 Manze e manzette 90 0,3 27 Totale L allevamento è, quindi, in grado di sopportare un carico di bestiame pari a t 148, il che lo colloca in classe dimensionale 2. Per quanto concerne i punteggi attribuibili secondo quanto previsto dalla DGR 856/2012 si ha: Tipo di stabulazione Una parte della stalla presenta una stabulazione fissa collocata su grigliato per la raccolta delle deiezioni mentre una ridotta superficie è in grado di accogliere un centinaio di manze e vacche in asciutta su lettiera permanente: 30 Sistema di ventilazione Il sistema di ventilazione presente nella stalla è di tipo forzato: 0 Stoccaggio delle deiezioni Per la raccolta e stoccaggio dei liquami è presente una pre-vasca di raccolta coperta ed una vasca di stoccaggio aperta. Per quanto riguarda la frazione solida (letame) l azienda è dotata di una concimaia a platea aperta: 30 Il punteggio complessivo risulta, in tal modo, pari a 60 e determina le seguenti distanze minime reciproche dai limiti della zona agricola, dalle residenze civili sparse e dai centri abitati. Punteggio 60 Distanze massime da: metri confini proprietà 20 limiti zona agricola 300 residenze civili sparse 150 centri abitati 250
15 14 Azienda agricola Petterlin Roberto Allevamento indirizzato alla produzione di polli da carne ubicato in Via Boccalara n. 44 ed i capannoni utilizzati per l allevamento hanno area di sedime sul mappale 333 del foglio 9 del comune di Cervarese Santa Croce. Foto aerea con delimitazione, con tratto in giallo, della stalla. La potenzialità dell allevamento è quantificata in capi e, annualmente vengono effettuati 4,5 cicli di ingrasso. Con un periodo di vuoto sanitario alla fine di ciascun ciclo produttivo. Il peso vivo a fine ciclo è di circa Kg 1,73. Per determinare il peso vivo totale allevabile va considerato: n. capi allevabili per ciclo, il peso medio del singolo capo (in tonnellate), i giorni che intercorrono tra un ciclo e l altro, la durata in giorni dell anno solare ed il numero di cicli effettuati ogni anno. Nel caso in esame si ottiene: x 0,00175 x x 4,5 = 101,66 (t) e questo determina che l allevamento ricada in classe dimensionale 2.
16 15 Estratto di mappa con evidenziato il mappale su cui ricade l allevamento con una potenzialità di capi. I peso medio allevabile
17 16 Per quanto concerne i punteggi attribuibili secondo quanto previsto dalla DGR 856/2012 si ha: Tipo di stabulazione Su lettiera costituita prevalentemente da trucioli di legno che periodicamente vengono fresati per permetterne l ossigenazione. A fine ciclo la pollina viene raccolta su di una platea dove stazione pre brevissimo tempo e poi allontanata. più caldi: 30 Sistema di ventilazione La ventilazione è di tipo naturale con l ausilio di aspiratori nei periodi 15 Stoccaggio delle deiezioni Lo stoccaggio è praticamente assente in quanto la pollina raccolta viene allontanata dall allevamento in pochi giorni: 0 Il punteggio complessivo risulta, in tal modo, pari a 45 e determina le seguenti distanze minime reciproche dai limiti della zona agricola, dalle residenze civili sparse e dai centri abitati. Punteggio 45 Distanze massime da: metri confini proprietà 20 limiti zona agricola 300 residenze civili sparse 150 centri abitati 250 Padova, 18 settembre 2015 dott. agr. Riccardo Panizon Allegati: Doc. n. 1: definizione dei punteggi in base alle caratteristiche tecniche aziendali
18 17 Doc. n. 1 Definizione dei punteggi in base alle caratteristiche tecniche aziendali ALLEVAMENTI BOVINI E BUFALINI: A) Vacche da latte Le tipologie di stabulazione sono state raggruppate in funzione del sistema (meccanico con raschiatore; mediante ricircolo di liquame chiarificato; mediante soglia di tracimazione) e della frequenza di allontanamento delle deiezioni (giornaliera o periodica). Tipologie di stabulazione stabulazione fissa su lettiera o senza lettiera (materassino sintetico) + asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore) stabulazione libera su lettiera inclinata + zona di alimentazione a pavimento pieno e allontanamento giornaliero del letame con mezzi meccanici (raschiatore) stabulazione libera su cuccette con lettiera o senza lettiera (materassino sintetico) + corsia di smistamento e zona di alimentazione a pavimento pieno con asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore) stabulazione libera su lettiera permanente (in aree collettive) con asportazione lettiera ogni 2-6 mesi + zona di alimentazione a pavimento pieno con asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore) stabulazione libera su cuccette con lettiera o senza lettiera (materassino sintetico) + corsia di smistamento a pavimento pieno e allontanamento deiezioni con raschiatore e zona di alimentazione a pavimento fessurato e allontanamento del liquame con soglia di tracimazione stabulazione fissa su lettiera o senza lettiera (materassino in gomma) + asporto delle deiezioni con ricircolo di liquame chiarificato stabulazione libera su lettiera permanente (in aree collettive) con asportazione lettiera ogni 2-6 mesi + zona di alimentazione a pavimento fessurato con allontanamento del liquame con ricircolo sotto fessurato di liquame chiarificato stabulazione libera su cuccette (con lettiera o materassino sintetico) + corsia di smistamento a pavimento pieno e pulizia con raschiatore + zona di alimentazione a pavimento fessurato e allontanamento del liquame con ricircolo di liquame chiarificato stabulazione libera su cuccette (con lettiera o con materassino sintetico) + corsia di smistamento e zona di alimentazione a pavimento pieno o fessurato e allontanamento del liquame con ricircolo di liquame chiarificato
19 18 B) Bovini da carne e soggetti da rimonta per l allevamento da latte Le tipologie di stabulazione sono state raggruppate in funzione del sistema(meccanico con raschiatore; mediante ricircolo di liquame chiarificato; mediante soglia di tracimazione) e della frequenza di allontanamento delle deiezioni (giornaliera o periodica). Tipologie di stabulazione stabulazione libera su lettiera inclinata o piana e asporto frequente deiezioni con mezzi meccanici. stabulazione libera su grigliato e pulizia frequente della vasca di raccolta tramite raschiatore meccanico. stabulazione libera su grigliato e pulizia della vasca di raccolta con scarico continuo con soglia di tracimazione. stabulazione libera su grigliato e pulizia frequente della vasca di raccolta tramite ricircolo di liquame chiarificato. stabulazione libera su lettiera e con asportazione delle deiezioni a fine ciclo. stabulazione libera su grigliato e stoccaggio prolungato delle deiezioni nelle fosse C) Vitelli a carne bianca Tipologie di stabulazione stabulazione libera su grigliato con frequente pulizia della vasca di raccolta. 20 stabulazione libera su grigliato e stoccaggio prolungato delle deiezioni nelle fosse. 50
20 19 ALLEVAMENTI SUINI: A) Allevamenti di suini in accrescimento/ingrasso scrofe in attesa calore/gestazione Tipologie di stabulazione MTD pavimento parzialmente fessurato con parte piena centrale convessa e fossa pareti svasate e vacuum pavimento parzialmente fessurato e fossa pareti inclinate e vacuum pavimento parzialmente fessurato e fossa con raschiatore (1) pavimento con lettiera in area di riposo per scrofe in gruppo con autoalimentatori (qui pavimento fessurato con raschiatore e pulizia giornaliera) (2) pavimento interno pieno o parzialmente fessurato con rimozione rapida e frequente e lettiera nella corsia esterna di defecazione con raschiatore pavimento parzialmente fessurato e fossa pareti verticali e vacuum pavimento totalmente fessurato e vacuum con vasca sottogrigliato divisa in settori pavimento parzialmente fessurato e fossa con raschiatore (1) pavimento parzialmente fessurato e fossa stoccaggio a pareti verticali (2) pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo una o due volte al giorno con liquame areato in tubi e cunette senza stato liquido permanente pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo da una a due volte al giorno con liquame areato in canali con strato liquido permanente pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo con liquame non areato in tubi e cunette senza stato liquido permanente pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo con liquame non areato in canali con strato liquido permanente Tipologie di stabulazione NO MTD pavimento totalmente fessurato e fossa di stoccaggio sottostante 70 (1) MTD solo per allevamenti esistenti (2) MTD solo per le scrofe
21 20 B) Scrofe in allattamento (inclusi i lattonzoli) Tipologie di stabulazione MTD gabbie con pavimento totalmente grigliato e bacinella di raccolta sottostante gabbie con pavimento totalmente grigliato e fossa sottostante suddivisa in due parti per raccolta separata feci e urine gabbie con pavimento totalmente grigliato e piano sottostante in pendenza per separazione feci e urine (1) pavimento totalmente fessurato e vacuum con fossa sottostante divisa in settori gabbie con pavimento parzialmente grigliato e fossa con raschiatore (1) gabbie con pavimento parzialmente grigliato e fossa sottostante di stoccaggio deiezioni a ridotta superficie emittente (1) gabbie con pavimento totalmente fessurato e ricircolo con liquame chiarificato in cunette senza strato liquido permanente Tipologie di stabulazione NO MTD gabbie con pavimento totalmente grigliato e fossa sottostante di stoccaggio deiezioni 70 (1) MTD solo per allevamenti esistenti C) Suini in post svezzamento Tipologie di stabulazione MTD box con pavimento parzialmente grigliato e fossa di raccolta a pareti inclinate o verticali con vacuum box con pavimento parzialmente grigliato e raschiatore nella fossa sottostante box con pavimento parzialmente grigliato e parte piena in pendenza o centrale convessa con fossa di raccolta a pareti verticali e svuotamento a fine ciclo (ogni 8 settimane) box o gabbie con pavimento parzialmente grigliato e vacuum box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o grigliato con raschiatore (1) box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o grigliato e vacuum gabbie con pavimento totalmente grigliato e piano sottostante in pendenza per separazione feci e urine box con pavimento pieno e lettiera integrale (su tutta la superficie) box con pavimento parzialmente fessurato o pavimento parzialmente grigliato e ricircolo liquame chiarificato e areato in cunette senza strato liquido box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o pavimento totalmente grigliato + ricircolo liquame chiarificato e areato in cunette o tubi senza strato liquido box con pavimento parzialmente fessurato o pavimento parzialmente grigliato e ricircolo liquame non chiarificato e areato in cunette senza strato liquido box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o pavimento totalmente grigliato + ricircolo liquame tal quale in cunette o tubi senza strato liquido Tipologie di stabulazione NO MTD box o gabbie con pavimento totalmente fessurato + fossa sottostante di stoccaggio deiezioni (1) MTD solo per allevamenti esistenti
22 21 ALLEVAMENTI AVICOLI: A) Galline ovaiole /avicoli da riproduzione: Tipologie di stabulazione MTD allevamento in batteria con pre-essiccazione della pollina su nastri (mediante insufflazione di aria con tubi forati o ventilazione a mezzo ventagli) allevamento in batteria con pre-essiccazione della pollina in tunnel posto sopra le gabbie o esterni allevamento a terra su lettiera e con pavimento perforato con disidratazione della pollina nella fossa sottostante al fessurato mediante apposita ventilazione allevamento a terra su lettiera con ventilazione forzata del ricovero 15 allevamento in gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione frequente della pollina umida verso uno stoccaggio esterno chiuso allevamento a terra su lettiera e grigliato e fossa di raccolta delle deiezioni con areazione forzata della pollina Tipologie di stabulazione MTD allevamento con sistemi ad aviario 40 allevamento in capannone a due piani (piano terra stoccaggio delle deiezioni, piano primo batterie di gabbie) Tipologie di stabulazione NO MTD allevamento in gabbia con sottostante fossa di stoccaggio prolungato allevamento in gabbia con sottostante fossa di stoccaggio con raschiatore a terra con lettiera e grigliato con fossa raccolta pollina tal quale 70 B) Avicoli da carne allevati a terra: Tipologie di stabulazione MTD allevamento allo stato semibrado ottimizzazione dell isolamento termico e della ventilazione (anche artificiale) + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco ventilazione naturale + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco Tipologie di stabulazione NO MTD ricoveri dove le strutture e la gestione non rispondono adeguatamente all esigenza di mantenere l ambiente interno nelle giuste condizioni di umidità, temperatura e ventilazione e, quindi, di contenimento delle emissioni di gas e polveri, e di salvaguardare, al contempo, il benessere animale e le performance produttive 70 ALLEVAMENTI DI CONIGLI: Tipologie di stabulazione con accumulo esterno ed allontanamento giornaliero delle deiezioni 10 con accumulo interno e rimozione a fine ciclo delle deiezioni 50
23 22 ALTRI ALLEVAMENTI: A) Equini: Tipologie di stabulazione allo stato semibrado (capannine per il ricovero e recinti esterni) 0 allevamento stallino (su lettiera in box con recinti esterni) 10 B) Ovini/caprini: Tipologie di stabulazione allo stato semibrado 0 allevamento su lettiera 10 allevamento su grigliato 20 C) Altro Tipologie di allevamento allevamenti ittici 0 allevamenti di cinghiali, cervi, daini, ecc. 10 altri animali 20 b. Sistema di ventilazione (max 10): 0: 10: ventilazione forzata positiva (in compressione) o negativa (in depressione) ventilazione naturale; movimentatori d aria interni; (con esclusione degli allevamenti di bovini da latte e da carne, il cui punteggio è = 0) c. Sistema di stoccaggio delle deiezioni (max 40): MATERIALI PALABILI 0: concimaia coperta 10: concimaia scoperta STOCCAGGIO DEIEZIONI MATERIALI NON PALABILI 0: vasca chiusa 10: vasca coperta senza arieggiatori 30: vasca scoperta 40: vasca coperta con arieggiatore Le coperture possono essere rigide come coperchi o tetti, oppure flessibili tipo tende.
24 23 Rientrano nella categoria dei materiali palabili i letami da stabulazione su lettiera, le frazioni solide risultanti dalla separazione meccanica dei liquami, le polline di ovaiole sottoposte a processi di disidratazione nei ricoveri o fuori di essi, le lettiere di avicoli allevati a terra, e il compost.
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