L O Z O N O S I O O T NEL TRATTAMENTO DELLE ARTERIOPATIE, DELLE ULCERE, DELLE PIAGHE E DELLE INSUFFICIENZE VENOSE

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1 L O Z O N O NEL TRATTAMENTO DELLE ARTERIOPATIE, DELLE ULCERE, DELLE PIAGHE E DELLE INSUFFICIENZE VENOSE II EDIZIONE S I O O T S o c i e t à S c i e n t i f i c a Ossigeno Ozono Terapia

2 EPIDEMIOLOGIA L'incidenza delle malattie cardiovascolari nel mondo segue di pari passo il progresso economico. Il progresso economico si lega fortemente all'industrializzazione; di conseguenza vale l'equazione paesi fortemente industrializzati = popolazione a forte incidenza di malattie cardiovascolari. La mortalità per tale affezione supera ormai mediamente il 50% di tutte le cause di morte e si pone al primo posto, seguita dai tumori maligni. Negli ultimi 30 anni la mortalità per incidenti cardiovascolari si è duplicata passando a oltre il 50%. La morbilità sembra vicina alla triplicazione. L'incidenza annuale è del 6% per arteriopatie obliteranti, 10% per infarto del miocardio, 4% per cerebrovasculopatie; di conseguenza le vasculopatie periferiche occupano il 1 posto per morbilità alla pari con le coronaropatie in confronto a tutte le altre patologie. I FAttORI DI RIsCHIO PIù significativi sono: ALIMENtAzIONE sbilanciata UsO DI ANtICONCEzIONALI FUMO DI sigaretta IPERtENsIONE DIsLIPIDEMIE DIABEtE stress L OZONO NELLE ARTERIOPATIE CRONICHE OSTRUTTIVE Università degli Studi di Napoli I Facoltà di Medicina e Chirurgia Luongo C., Sammartino A., Vicario C., Portolano F., Coppola L. Introduzione Con il termine di arteriopatie croniche ostruttive si indicano tutte quelle forme morbose caratterizzate da un lento processo di occlusione del lume arterioso nell ambito dell asse vascolare degli arti inferiori (malattia obliterante). I fattori di rischio della malattia obliterante sono: - displidemia - ipertensione arteriosa - tabagismo - gotta - obesità - scarsa attività - fattori genetici ne consegue che le patologie più frequentemente chiamate in causa

3 sono: a) aterosclerosi b) diabete c) tromboangioite obliterante d) malattia e sindrome di Raynaud Quale che sia la causa, arteritica o aterosclerotica, l occlusione di un arteria cronicamente istituitasi provoca profonde modificazioni emodinamiche in tutto il distretto vascolare. Infatti l ostruzione segmentaria di un tronco arterioso provoca il crollo della pressione distale e quindi l instaurarsi di un gradiente pressorio tra il territorio vascolare a monte e quello posto a valle dell ostruzione medesima. Tale gradiente pressorio è il momento fondamentale nella genesi del circolo collaterale che consente sempre il ripristino di un flusso, sia pur ridotto, nel territorio arterioso distale (riabilitazione dell arteria). Il circolo collaterale spesso non è in grado di mantenere condizioni di flusso sufficienti alla vita dei tessuti a valle, proprio perché la sua area di sezione e la sua capacità di portata sono minori o molto minori di quelle del tronco arterioso in cui si è instaurata l occlusione. Rimane fondamentale comunque, che nulla vieta alla malattia di base di ledere col tempo l integrità funzionale di questi circoli vicarianti sino a compromettere del tutto la vitalità dei tessuti a valle della stenosi. Fontaine ha schematizzato per segni e sintomi l andamento clinico evolutivo della malattia obliterante sintetizzandolo in stadi come segue: I STADIO fugaci parestesie, senso di torpore, momenti di ipotermia, i n d o l e n z i m e n t i m o d e s t i a l l a deambulazione; II STADIO claudicatio intermittens, scomparsa dei polsi periferici; III STADIO pallore, riduzione ed assenza degli annessi cutanei, ipotermia, cianosi, dolore a riposo (notturni), lesioni trofiche ulcerative in sede periungueale; IV STADIO gangrene. Discussione La malattia obliterante è oggi considerata malattia multifattoriale nella quale, accanto all indubbio ruolo svolto dal colesterolo e dalle LDL, d e v e e s s e r e r i c o n o s c i u t a responsabilità primaria anche ai fattori emostatici ed emoreologici. Poiselle con la formula Q= Dpπ r 8 η 1 ha dato un notevole contributo sui

4 fattori che influenzano la capacità di portata dei vasi. Dalla formula si evince che nel sistema v a s c o l a r e p e r i f e r i c o d i u n arteriopatico, fermo restando la lunghezza del vaso, la riduzione della sua sezione (πr ), l aumento del gradiente pressorio (DP) utile alla riabilitazione collaterale, la viscosità (η) resta l unico parametro utile a migliorare la perfusione a valle di una ostruzione. Il sangue, infatti, è un liquido viscoso costituito da plasma, fattore anch esso di una certa importanza oggi negli studi di emodinamica e da cellule. Quest ultime sono rappresentate per lo più del 99% da globuli rossi, ciò significa che in pratica i leucociti quasi non partecipano alla determinazione delle proprietà fisiche del sangue. L ematocrito, dunque, rappresenta in maniera direttamente proporzionale l attrito tra i diversi strati del sangue ed indica la viscosità. Il problema diviene più complesso nei v a s i d e l s i s t e m a c i r c o l a t o r i o c o m p r o m e s s i d a l l a m a l a t t i a obliterante. Qui infatti, altri fattori come la diminuzione della velocità di flusso e la protrusione nel lume vasale delle placche ateromasiche, favoriscono ulteriormente l adesione delle emazie tra loro e con le pareti vasali determinano un blocco pressoché totale del flusso ematico. Tutto ciò è estremamente deleterio nei distretti periferici dove è massimo lo scambio metabolico perché tali fattori, aumentando la viscosità, tendono a ridurre ulteriormente la velocità di flusso e la linearità di scorrimento, aggravando la condizione ipossica. Visto allora che il flusso ematico dipende dalla deformabilità, dalla tendenza all impilamento e dal numero dei globuli rossi, passiamo a considerare i motivi di impiego dell ozono in tali patologie. La reazione di perossidazione dei lipidi d i m e m b r a n a i n d o t t a d a l l a somministrazione di ozono provoca: a) aumento della carica negativa di membrana; b) accorciamento delle catene l i p i d i c h e e c o n s e g u e n t e «rilassamento» della membrana stessa. Q u e s t u l t i m o f e n o m e n o è d a interpretare come una iniziale interazione della membrana al gas che si concluderebbe con la lesione della stessa all aumentare delle dosi di o z o n o. C o m u n q u e s i a, i l «rilasciamento» della membrana e l aumento delle cariche negative di superficie, dopo somministrazione di o z o n o, f i n i s c o n o p e r a v e r e un influenza sulla reologia ematica. Ciò è da imputare al fatto che tali modificazioni eritrocitarie, nei capillari più piccoli e nei vasi stenosati, dove le emazie procedono lungo l asse del vaso a pila di monete (effetto Fagraeus-Lindqvist) aumentando la d e f o r m a b i l i t à e r i d u c e n d o l impilamento dei globuli rossi, facilitano lo scorrimento e quindi gli

5 scambi metabolici. D altro canto i perossidi penetrati nel globulo rosso i n f l u e n z a n o i l m e t a b o l i s m o intraeritrocitario attivando la glicolisi ed aumentando la produzione di 2-3 D P G. T a l e m e c c a n i s m o congiuntamente all effetto Bohr spostano a destra la curva di dissociazione dell emoglobina provocando il rilascio di ossigeno. I meccanismi sin qui descritti (aumentata cessione di ossigeno, modificazione della reologia ematica) hanno come risultato finale una diminuzione della pressione parziale di ossigeno venoso (dai normali 40 mmhg a meno di 20 mmhg) e non tanto un aumento dell ossigeno arterioso. Tutti i pazienti prima di essere avviati al trattamento venivano monitorati obiettivamente (colorito cutaneo, presenza di edema, temperatura cutanea, presenza di polsi periferici, e c c. ), s i n t o m a t o l o g i c a m e n t e (presenza di parestesie e senso di torpore, presenza di dolore a riposo, c l a u d i c a t i o i n t e r m i t t e n s ), strumentalmente (dopplersonografia arteriosa e venosa, pletismografia) e bioumoralmente (indagini di routine). Nei confronti di quest ultime, le alterazioni più significative venivano riscontrate nei pazienti diabetici al terzo-quarto stadio di Fontaine. I pazienti venivano avviati al protocollo terapeutico che comprendeva la somministrazione di ozono mediante a u t o e m o t e r a p i a c o m b i n a t a all applicazione topica giornaliera con sacchetti in coloro che presentavano l e s i o n i n e c r o t i c h e - u l c e r a t i v e periferiche (3-4 stadio secondo Fontaine). L autoemoterapia prevedeva il prelievo di ml di sangue in una sacca ove era stato aggiunto 10 ml di ACD formula A. Il sangue trattato con ozono a posologie variabili tra i μg/ml una volta miscelato, per aumentare la superficie di contatto tra sangue e gas, veniva lentamente reinfuso al paziente. Gli schemi terapeutici prevedevano i seguenti tempi di somministrazione: 15 autoemo a cadenza bisettimanale; 1 0 a u t o e m o a c a d e n z a monosettimanale applicazioni quindicinali e mensili per mantenere i risultati raggiunti. Risultati A) Immediato miglioramento del sintomo dolore dopo la prima autoemoterapia nei pazienti al 3 stadio con dolore a riposo; B) Notevole miglioramento della claudicatio intermittens che in alcuni pazienti subiva modificazioni già dopo le prime applicazioni (aumento dei metri percorsi prima della comparsa del dolore) e tendente a scomparire nella maggior parte col prosieguo della terapia; C) Miglioramento dei segni obiettivi (riduzione dell edema, dell ipotermia e della cianisi); D) Miglioramento dei dati strumentali

6 (pletismografia); E) I pazienti che prima del trattamento mostravano agli esami strumentali estese occlusioni delle principali arterie, senza un sufficiente circolo collaterale e con valori pressori poststenotici al di sotto dei 60 mmhg non hanno beneficiato del trattamento. Riteniamo opportuno, dopo una revue i n t e r n a z i o n a l e s u l l e p r a t i c h e terapeutiche nelle arteriopatie croniche ostruttive, propendere verso una terapia sistemica. Infatti i farmaci che maggiormente hanno risposto in maniera palese in una terapia a lungo t e r m i n e s o n o s t a t i l A S A e l indobufene. Pertanto l ozono può rientrare nel bagaglio terapeutico di tali patologie, vista l assenza di effetti collaterali ed i risultati raggiunti con i nostri protocolli con follow-up a 24 mesi. B i b l i o g r a f i a a r i c h i e s t a LE ULCERE Si definisce ulcera una persistente perdita di sostanza secondaria a processi necrotici della cute o delle mucose con distruzione del rivestimento epiteliale e, in misura variabile dei piani sottostanti. Numerose sono le cause di ulcera. E' fondamentale individuare la causa precisa prima di iniziare qualsiasi terapia. La causa più comune è senza dubbio la stasi venosa, sia per insufficienza di tipo varicoso che per sindrome post-flebitica. Altra causa, meno frequente, è l'ulcera ischemica da arteriopatia obliterante. Le lesioni ulcerative degli arti inferiori

7 rappresentano una patologia molto diffusa specie nei paesi occidentali che colpisce prevalentemente le donne. Secondo le statistiche, infatti, su sette pazienti affetti vi sono 6 donne e un solo uomo. Le lesioni che danno ulcerazione sono per un 5,5% quelle post-flebitiche e per circa un 2,4% lesioni da ulcere venose. Altre forme etiopatogenetiche di ulcere: - ulcera arteriosclerotica - ulcera ipertensiva - u l c e r a d e l l a t r o m b o a n g i o i t e obliterante - ulcera diabetica - ulcere delle collagenopatie - ulcere delle angioneuropatie - ulcere neurotrofiche - ulcere da linfangiopatie - ulcere traumatiche Da questo elenco si deduce come un ulcera é fondamentalmente la c o n s e g u e n z a d i u n d i f e t t o circolatorio di vario genere. Spesso nella sede dell'ulcera si sovrappone l'infezione che ne accentua i danni e blocca la tendenza alla guarigione. L'OSSIGENO OZONO TERAPIA NELLE LESIONI TROFICHE OZONO COME MOLECOLA L'ozono è una forma allotropica d e l l ' o s s i g e n o ; a t e m p e r a t u r a ambiente è un gas incolore con un caratteristico odore acre e pungente da cui deriva il nome (dal greco ozo = emano odore). E' un gas fortemente instabile e la sua velocità di decomposizione molecolare dipende dalla temperatura. La molecola dell'ozono è costituita da tre atomi di ossigeno ed ha un peso molecolare di 48,00 dalton; la misurazione fotometrica UV della concentrazione dell'ozono prodotto da un generatore è un fattore di importanza fondamentale in campo medico. L'ozono è un forte agente ossidante, capace di reagire con sostanze organiche dotate di doppio legame (insature) formando un ozonide primario che, essendo fortemente instabile, si degrada dando origine ad un carbonile ed allo zwitterion. Quest'ultimo, in presenza di acqua e sostanze reattive, forma perossidi. AZIONI DELL'OSSIGENO OZONO Ulcera Pelle normale Ulcerazione Effetti dell ozono sui metabolismi Accelerazione dell'utilizzo del glucosio da parte delle cellule ed aumento di disponibilità di ATP nelle cellule (glicolisi);

8 intervento nel metabolismo delle proteine per la sua affinità con i gruppi sulfidrilici, reagendo così con gli amminoacidi essenziali come la metionina e il triptofano oppure con la cisteina che contiene zolfo; reazione diretta con gli acidi grassi insaturi che vengono trasformati in composti idrosolubili. EFFETTI BIOLOGICI DELL'OZONO L'ozono favorisce la formazione di perossidi esplicando un effetto antibatterico ed antivirale. Il meccanismo antisettico è simile a quello che l'organismo utilizza abitualmente con la formazione, da parte dei leucociti adibiti alla fagocitosi batterica, di una molecola a proprietà antiossidante, simile a quella dell'o3, cioè H2O2. L'effetto battericida dell'ozono dipende soprattutto dalla presenza di acqua, ed è di tipo diretto. Nei confronti dei virus si ha soprattutto una azione virustatica che li rende incapaci di aderire con i recettori cellulari sulla cellula bersaglio e quindi di replicarsi. A livello dei globuli rossi si ha un aumento della loro deformabilità riducendo la viscosità ematica g l o b a l e e d a u m e n t o d e l 2, 3 - difosfoglicerato (responsabile della c e s s i o n e d i O 2 d a p a r t e dell'emoglobina ai tessuti) che ha, c o m e f i n e u l t i m o, u n n e t t o miglioramento dei trasporto di O2 e quindi un'azione reologica. EFFETTI DEI PEROSSIDI PRODOTTI DALL'OZONO NELLA FAGOCITOSI Durante le infezioni croniche i normali processi difensivi non sono più in grado di distruggere i batteri, per insufficiente formazione di H2O2. E' a questo livello che si evidenzia la positiva influenza dei perossidi formati durante il trattamento con ozono. INFLUENZA DELL'OZONO NEL METABOLISMO DEGLI ERITROCITI La formazione di perossidi facilita un'attivazione diretta del metabolismo degli eritrociti. Il primo passo della reazione consiste nell'interazione dell'ozono con i doppi legami degli acidi grassi insaturi dello strato di f o s f o l i p i d i n e l l a m e m b r a n a eritrocitaria. Con l'intervento del sistema del glutatione, ha luogo un'attivazione della glicolisi, che determina un incremento del 2,3- d i f o s f o g l i c e r a t o, c o n r e l a t i v a facilitazione del rilascio di O2 nei tessuti da parte dell'emoglobina. Ulcera

9 L INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA TECNICHE Dl SOMMINISTRAZIONE minuti alla concentrazione di 15 microgrammi/ml APPLICAZIONI LOCALI Si effettuano tramite iniezioni sottocutanee perilesionali (nelle ulcere) e perivasali (nella patologia venosa). Si utilizza un ago da 27 G e una concentrazione di 10 microgr./ml di O3. TRATTAMENTO LOCALE MEDIANTE SACCHETTO E' indispensabile agire in ambiente umido per permettere all'ozono di esercitare la sua azione: le lesioni vengono inumidite con soluzione fisiologica o acqua bidistillata. In seguito si inserisce l'arto o la zona lesionata in un sacchetto di plastica a tenuta e vi si immette, attraverso un apposito tubo di raccordo, una miscela di O2-O3 alla concentrazione di 20 microg/ml fino al riempimento del sacchetto. L'atmosfera di O2-O3 intorno alla zona lesionata va mantenuta per minuti. Il trattamento va eseguito due volte alla settimana. L'applicazione locale di ossigeno -ozono tramite contatto nel sacchetto consente di ottenere una rapida detersione e sterilizzazione dell'ulcera associato ad un notevole stimolo alla granulazione. L'ozono si é rivelato molto valido anche nel trattamento delle ulcere da decubito. In tal caso le applicazioni vanno effettuate a giorni alterni per 20 APPLICAZIONI SISTEMICHE PICCOLA AUTOEMOTERAPIA Per piccola autoemoterapia si intende un prelievo di sangue da una vena e la s u a s u c c e s s i v a r e i n i e z i o n e intramuscolare. In una siringa da 20 cc vengono aspirati 10 ml di miscela di O2-O3 alla concentrazione di 30 microgr./ml; Si prelevano quindi 10 ml di sangue, si miscela delicatamente e si inietta intramuscolo. GRANDE AUTOEMOTERAPIA Per grande autoemoterapia si intende il prelievo di sangue da una vena e la sua successiva reinfusione. Si utilizza un apposita sacca certificata per sangue e ozono. Si prelevano 150 ml di sangue venoso. Si arricchisce il sangue prelevato con 100/150 cc. di m i s c e l a o s s i g e n o - o z o n o a

10 concentrazioni variabili secondo i protocolli. Dopo aver mescolato delicatamente, il sangue, acquistato un colore rosso brillante, viene reinfuso senza distacco in vena. Istituto di Farmacologia II Università degli Studi di Pavia Luigi Valdenassi, Plinio Richelmi, Marianno Franzini, Angelo Bignamini, Antonio Brundusino, Francantonio Berté L insufficienza venosa cronica è una condizione patologica evolutiva ed il s u o t r a t t a m e n t o u n i c a m e n t e farmacologico non è sufficiente per affrontarla con successo. È previsto l utilizzo dell ossigeno ozono terapia mediante autoemotrasfusione; le caratteristiche di questa miscela di gas consentono, infatti, un approccio terapeutico efficace nei riguardi di molte patologie di origine vascolare. Sia la valutazione dell efficacia, sia il giudizio di tollerabilità, hanno evidenziato una maggiore e più rapida r i s p o s t a d e l l e m a n i f e s t a z i o n i patologiche dopo il trattamento con O2O3 terapia. Anche il giudizio di accettabilità da parte dei pazienti è stato largamente favorevole. Il termine di insufficienza venosa cronica (IVC) indica una condizione p a t o l o g i c a c a r a t t e r i z z a t a d a alterazioni a carico del deflusso venoso ed in particolare le varici primarie o i segni tipici della sindrome post-trombotica in presenza o meno di varici secondarie. Le conseguenze dell IVC si manifestano nella regione del piede e della gamba, specie nell area malleolare mediale. I pazienti lamentano stanchezza, senso di peso, gonfiore alle gambe (soprattutto in posizione eretta o seduta prolungata), talora senso di tensione e dolori alle gambe. L edema è un sintomo precoce di IVC ed è ingravescente. La terapia dell insufficienza venosa c o m p o r t a p e r t a n t o l i m p i e g o p r o l u n g a t o d i f a r m a c i c h e g e n e r a l m e n t e p r o d u c o n o miglioramenti apprezzabili solo dopo un certo periodo di trattamento, inducendo però talora alterazioni dell emocoagulazione e comunque sono soggetti agli inconvenienti, impliciti in tutte le terapie prolungate, di ridotta adesione del paziente alla terapia. Partendo da queste premesse si è inteso utilizzare nel trattamento dell IVC la terapia con ossigeno ozono, sulla base delle attuali conoscenze dei suoi meccanismi biochimici e fisiologici. Grazie alla sua elevata capacità ossidante ed alla sua particolare reattività, l ozono trova applicazione sia in campo industriale che in campo medico come miscela O2O3. Nell uso medico viene utilizzata una miscela di ossigeno ozono (detto anche ozono medicale) in cui la concentrazione dell ozono varia da 1 a 40 µg/ml di ossigeno. Se si esclude la via inalatoria, che può indurre congestione e flogosi delle vie

11 aeree, edema polmonare e alterazioni strutturali delle cellule ciliate, l o s s i g e n o o z o n o p u ò e s s e r e somministrato sfruttando le sue principali funzioni: a) una potente azione battericida, fungicida e di inattivante virale che si realizza mediante ossidazione dei microrganismi; b) un miglioramento del trasporto dell ossigeno in quanto l ossigeno ozono oltre ad indurre un aumento della deformabilità degli eritrociti d e t e r m i n a u n a u m e n t o d e l l a produzione del 2-3 difosfoglicerato responsabile della cessione di ossigeno ai tessuti. Elevate concentrazioni di ozono possono provocare la formazione di radicali liberi in eccesso, con relative c o n s e g u e n z e p o t e n z i a l m e n t e d a n n o s e a c a r i c o d e l D N A (mutazione), delle proteine (alterazioni delle attività enzimatiche e del t u r n o v e r p r o t e i c o ), d e i l i p i d i (perossidazione lipidica e alterazioni nella struttura e nelle funzioni delle membrane). Al contrario, basse dosi di ozono sono capaci di formare quantità «discrete» di radicali liberi esercitando funzioni positive a livello cellulare ed in particolare nel killing batterico e delle cellule tumorali. Poiché l ossigeno ozono terapia non induce reazioni avverse mentre offre ai pazienti la possibilità di risultati favorevoli in patologie per le quali esistono scarse alternative di efficacia e ad un costo relativamente basso, si giustifica il ricorso a tale trattamento nell ambito di uno studio clinico quale quello qui presentato, così da poterne adeguatamente determinare il r a p p o r t o r i s c h i o - b e n e f i c i o i n condizioni rigorosamente controllate. Il trattamento mediamente dura otto settimane al fine di ottenere l efficacia terapeutica relativa dell applicazione per auto-emotrasfusione di ozono medicale. Per end-point di tollerabilità si intende la comparsa di eventi indesiderati di qualsiasi natura, correlabili al trattamento applicato. Gli obiettivi consistono nella valutazione dell effetto terapeutico per mezzo della rilevazione semiquantitativa della sintomatologia specifica soggettiva, comprendente: - dolore clinostatico, ortostatico e al movimento; - edema del piede e della gamba; - alterazioni del trofismo cutaneo (pigmentazione, desquamazione, eczema, cianosi delle estremità, varici secondarie); - osservazione del numero e della dimensione di eventuali ulcere cutanee e del giudizio di efficacia e accettabilità espresso da medico e paziente, nonché la valutazione della tollerabilità relativa mediante la rilevazione degli eventi avversi. Il protocollo (SIOT933903) è stato esaminato dal Comitato etico dell Università di Pavia, che lo ha approvato in accordo con i princìpi etici.

12 Il trattamento (ossigeno-ozono) consiste in una o due autoemoinfusioni settimanali di 120/150 ml di sangue trattato con 100/150 ml di ozono, con concentrazione 20/30/40 µg per un periodo non superiore alle 8 settimane. La miscela ossigeno-ozono medicale è prodotta con apparecchi per ossigeno ozono terapia conformi alle specifiche tecniche descritte in protocollo (Multiossigen 95HT o 99MT). Si utilizzano sacche di plastica SANO3 per emoinfusione ed il sangue viene fatto defluire nella sacca fino a raggiungere la quantità programmata (ca. 150 cc). Dal generatore di ozono si preleva la miscela di ossigeno ozono alla concentrazione desiderata (20, 30 o 40 µg/ml) mediante siringa da 50 cc, immettendolo nella sacca attraverso il deflussore. Dopo aver aggiunto la quantità di sangue e la quantità di ozono programmata, si solleva la sacca senza distaccarla dal paziente e si inizia la reinfusione. Ad ogni visita viene rilevata la sintomatologia specifica nell arto m a g g i o r m e n t e a ff e t t o : d o l o r e c l i n o s t a t i c o, o r t o s t a t i c o e a l movimento, edema del piede e della gamba, alterazioni del trofismo cutaneo e la rilevazione di eventuali ulcere da stasi. Queste ultime venivano valutate globalmente (assenti, minime, modeste, moderate, intense), registrate come numero, e misurate. Al termine del trattamento sia il medico che il paziente hanno espresso un giudizio globale di efficacia e di tollerabilità generale con i termini «ottima», «buona», «discreta», «scarsa» o «nulla». Il paziente ha inoltre espresso indipendentemente, nella stessa occasione, un giudizio sull accettabilità del trattamento applicato, impiegando gli stessi termini. Risultati I risultati di efficacia indicano che una percentuale significativamente superiore di pazienti ha tratto beneficio terapeutico obiettivabile dall impiego di ossigeno ozono terapia, rispetto ai pazienti trattati

13 farmacologicamente. Conclusioni I pazienti trattati con ozonoterapia hanno evidenziato un miglioramento della condizione vascolare di entità significativamente maggiore a parità di tempo, o significativamente più rapida a parità di effetto, con l ossigeno ozono terapia rispetto ai trattamenti di riferimento. Ta l e d i f f e r e n z a è r i l e v a b i l e indipendentemente dalla tecnica di analisi utilizzata e risulta non solo statisticamente significativa, ma anche altamente predittiva in considerazione della possibile estensione alla popolazione bersaglio dei pazienti affetti dalla patologia esaminata, da cui è stato tratto il campione analizzato in questo studio. Questa differenza è evidentemente dovuta all esplicarsi delle attività farmacodinamiche proprie dell ozono, non implicando la comparsa di eventi avversi clinicamente rilevabili. Rilevante è l assenza di alterazioni dei parametri di laboratorio e la mancanza di altre variazioni apprezzabili conseguenti all introduzione di ozono nel circolo. Bibliografia a richiesta A T T R E Z Z A T U R E PER OSSIGENO OZONO TERAPIA CERTIFICATE C O N P R O T O C O L L I C L I N I C I E S C L U S I V I CHE GARANTISCONO EFFICACIA E SICUREZZA PER OSSIGENO OZONO O3 via Roma, Gorle (Bergamo) Tel info@multiossigen.com

14 REQUISITI ESSENZIALI PER ESERCITARE L OSSIGENO OZONO TERAPIA... conferma che il medico, sotto la propria responsabilità, e secondo scienza e coscienza, possa eseguire la pratica medica dell ossigeno ozono terapia ottemperando alle seguenti prescrizioni: 1- operi in un ambulatorio/studio medico adeguatamente attrezzato (farmaci salvavita, presidi di supporto ventilatorio o pallone ambu, condizioni igieniche e di sicurezza idonee, smaltimento dei rifiuti; 2- si attenga ai Protocolli Terapeutici e alle Linee Guida formulate dalla SIOOT e presentate agli Ordini dei Medici e al Ministero della Salute, si raccomanda inoltre l utilizzo del consenso informato; 3- abbia seguito almeno un corso teorico-pratico di apprendimento e aggiornamento annuale della metodica (master universitari, corsi di perfezionamento e corsi di aggiornamento della SIOOT); 4- utilizzi apparecchiature e materiali di consumo (sacche etc...) certificate secondo il DL.vo 46/97, Direttiva CEE 93/42 in classe 2A; Istituto Superiore di Sanità - Conferenza di Consenso ISSN Rapporti ISTISAN 08/9 CIRCOLARE DGFDM/III/P/1752/I4 C.C. DEL 20 gennaio vi ricordiamo inoltre che, oltre alle apparecchiature mediche per ossigeno ozono terapia certificate in classe 2 A della Direttiva CEE93/42, è indispensabile utilizzare sacche specificatamente certificate per sangue e ozono; 6- le apparecchiature, come da manuale, devono essere revisionate dopo 4 anni/200 ore di utilizzo DELLA STESSA COLLANA: Può richiederli gratuitamente al suo medico ozonoterapeuta SIOOT/ASOO

15 OZONO TERAPIA - APPLICAZIONI CLINICHE Attivatore circolatorio - Favorisce l utilizzo dell ossigeno corporeo - Aumenta la resistenza allo sforzo - Antinfiammatorio - Antiossidante - Antidolorifico - Immunomodulante DERMATOLOGIA Herpes Zoster e Simplex - Acne - Eczema - Lipodistrofia (Cellulite) MEDICINA INTERNA Arteriosclerosi - Epatopatie - Morbo di Crohn - Osteoporosi - Artrite reumatoide - Diabete CARDIOLOGIA Cardiopatia ischemica - Angina - Recupero post-infarto GERIATRIA Demenza senile - Artrosi - Processi infiammatori cronici - Dolore cronico - Rivitalizzante - Arteriosclerosi ANTI-ETA Rivitalizza il corpo e la mente - Aumenta la resistenza allo sforzo OCULISTICA Maculopatia degenerativa NEUROLOGIA Cefalee vascolari e tensive - Depressione - Malattie neurovascolari, TIA, Ictus - Sindrome da affaticamento cronico NEUROCHIRURGIA Ernia del disco - Dolore lombare e cervicale - Lombosciatalgia - Dolore post-operatorio da chirurgia vertebrale ODONTOIATRIA Trattamento carie e disinfezione post chirurgia implantare - Osteonecrosi ONCOLOGIA Adiuvante nella radio/chemioterapia ORTOPEDIA Reumatismo articolare - Gonartrosi - Coxartrosi VASCOLARE Insufficienza venosa - Ulcera diabetica - Ulcera post-flebica - Ulcere trofiche - Arteriopatie periferiche DISBIOSI INTESTINALE Coliti - Colon irritabile - Dismetabolismi - Intolleranze alimentari- Ulcera gastrica - Helicobacter Pilori - Stipsi FISIATRIA Riabilitazione neuromotoria - Fibromialgia CHIRURGIA Complicanze infettive post-chirurgiche - Prevenzione e post intervento chirurgico PNEUMOLOGIA BPCO e ipertensione polmonare - Asma - Rinite allergica MALATTIE DEGENERATIVE Sclerosi multipla - SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) - Alzheimer - Demenza senile precoce UROGINECOLOGIA Trattamento delle infezioni uroginecologiche SIOOT Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia Gorle (Bg) via Roma info@ossigenoozono.it Per sapere tutto sull ossigeno ozono terapia può ordinare il libro scritto dal Prof. Marianno Franzini OSSIGENO OZONO TERAPIA che cos è e cosa fa

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