Le modalità comunicative

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1 Le modalità comunicative Presentazione La comunicazione interpersonale, soprattutto in situazioni di forte disagio, assume caratteristiche molto particolari e può incidere in modo determinante sugli equilibri, spesso precari, che si vengono a stabilire nel contesto della scuola in ospedale. Metteremo quindi a fuoco, prima di tutto, la comunicazione nei suoi diversi aspetti (verbale, non verbale) e componenti (emittenti, destinatario, intenzione, contenuto, interpretazione). Quindi cercheremo di acquisire l uso di stili comunicativi efficaci, adeguati e adattabili al contesto e all interlocutore, condizione necessaria per lo sviluppo di capacità relazionali, strumento fondamentale per chi ha il compito di educare e istruire. L obiettivo che ci porremo, in sostanza, da un lato è quello di raggiungere la piena consapevolezza delle potenzialità dello stile comunicativo e dall altro la capacità di riconoscere le componenti della comunicazione propria e altrui. Nel corso dell unità ti verranno proposte alcune attività per aiutarti a riordinare le idee e fissare i principali concetti via via esposti.

2 La comunicazione: definizione Comunicare è mettere in comune informazioni, emozioni, opinioni, esperienze. Implica concetti quali: partecipazione, scambio, trasmissione, diffusione, intenzionalità, motivazione. Le azioni fondamentali del comunicare sono: ascoltare, parlare, leggere, scrivere. Va sempre identificato il contesto situazionale e interpersonale in cui si comunica. L atto del comunicare presuppone sempre un messaggio, un emittente e un destinatario; è necessario l uso di un codice condiviso o riconoscibile (codifica e decodifica). Le alterazioni della comunicazione possono, quindi, avvenire a vari livelli. Gli assiomi della comunicazione Dall analisi della comunicazione interpersonale, un gruppo di studiosi americani (Watzlavick e colleghi, gruppo di Palo Alto, California, La Pragmatica della comunicazione umana, 1971) hanno formulato una teoria, enunciando alcuni assiomi relativi alla comunicazione: Non si può non comunicare (anche il silenzio è un messaggio); In ogni messaggio si può distinguere un livello di contenuto e uno di relazione (metacomunicazione ); L interpretazione del rapporto di causa-effetto degli scambi comunicativi è soggettivo; Gli esseri umani comunicano sia con la parola (modulo digitale/numerico) sia con immagini e gesti, cioè le componenti non verbali (modulo analogico); Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici o complementari, cioè basati rispettivamente su uguaglianze o differenze. Una relazione è equilibrata quando simmetria e complementarietà si alternano.

3 Comunicazione non verbale Nei rapporti interpersonali, ogni atto comunicativo presuppone il riconoscimento e l interpretazione dei segnali inviati dall ambiente esterno e dall interlocutore. La comunicazione non verbale è sempre utilizzata simultaneamente a quella verbale. L individuo, perciò, integra i contenuti linguistici verbali con segni e strumenti non verbali. Per una comunicazione corretta ed efficace le componenti verbali e non verbali dovrebbero concordare. Il linguaggio non verbale è più diretto, meno soggetto al controllo volontario e più in contatto con le emozioni. Comunicazione non verbale In ogni atto comunicativo interpersonale, oltre a riconoscimento ed interpretazione di segnali inviati dall ambiente esterno, l individuo integra i contenuti linguistici verbali con segni e strumenti non verbali con cui i contenuti stessi dovrebbero concordare. Cenni sull importanza che il contatto fisico riveste tra il bambino ospedalizzato e gli adulti

4 Comunicazione non verbale I bambini sono molto attenti e sensibili alle componenti non verbali della comunicazione e la mancanza di coerenza tra segnali verbali e non può essere fonte di grande disagio. In particolare, un bambino malato ricoverato in ospedale, al quale spesso purtroppo viene detto troppo poco o troppo lontano dalla verità, è estremamente ricettivo a qualunque segnale gli dia un indizio di non aderenza alla realtà verbalizzata. Abilità non verbali SINCRONIZZAZIONE sensibilità percettiva non verbale: valutazione ed analisi della realtà, per la riproduzione e verbalizzazione degli stimoli e la selezione degli interventi. ASPETTO FISICO modo di vestire e di presentarsi. OSSERVAZIONE sposta l attenzione da sé come oggetto della percezione altrui e favorisce l applicazione di altre abilità non verbali e la valutazione oggettiva del mondo esterno.

5 Abilità non verbali CONTATTO OCULARE guardare il proprio interlocutore è segno di interesse, attenzione e disponibilità. MIMICA FACCIALE permette di comunicare e cogliere le diverse condizioni emotive. SPAZIO SOCIALE postura; spazialità e modalità di movimento, in termini dinamici di distanza, orientamento, contatto; visibilità sociale, cioè le tecniche e l intensità con cui è possibile richiamare l attenzione su di sé. Abilità non verbali TONO DELLA VOCE se variato, provoca uno spostamento semantico e consente l ampliamento del repertorio espressivo; per ottenere uno stile efficace si cerca la ricchezza di modulazione e cadenze, la continuità dell emissione alternata ed una equilibrata gestione del silenzio. Le frequenze elevate andrebbero evitate perché rischiano di aumentare lo stato ansioso.

6 Abilità non verbali GESTUALITÀ movimenti delle mani e delle braccia. Si dividono in: gesti semantici: dotati di significato autonomo e convenzionale. Per esempio, dito indice davanti alle labbra, per invitare al silenzio. gesti di accompagnamento: di rinforzo all espressività verbale. Sono strettamente legati al contesto culturale. Abilità verbali Le abilità verbali rappresentano l ampia gamma di strategie e strumenti che permettono di interagire attraverso un codice verbale condiviso. Imparare a conoscerle e riconoscerle permette di utilizzarle in modo consapevole, al fine di rendere la comunicazione più efficace.

7 Abilità verbali Autoapertura Inserimento in conversazione valutazione del bisogno osservazione scelta dell argomento scelta dell interlocutore Libere informazioni personali informazioni discrete che ci qualificano rispetto ai nostri atteggiamenti, emozioni, intenzioni. Tipologie di domande DOMANDE CHIUSE suggeriscono risposte secche, portano alla formulazione di nuove domande o alla ricerca di nuovi argomenti di conversazione. io ho voglia di dormire, e tu? il tuo quaderno di matematica è rosso o bianco? DOMANDE APERTE favoriscono risposte continue e lunghe; sono coinvolgenti e stimolano l interlocutore a fornire più informazioni. a me piacciono i gatti, e a te? che ne dici?

8 Tipologie di domande DOMANDE E RISPOSTE RIFLESSE riconoscere nel finale dell intervento dell interlocutore stimoli di aggancio da rilanciare per individuare argomenti di interesse. anche a mio fratello piace il mare hai un fratello? GESTIONE DEL SILENZIO i momenti di pausa sono parte integrante del dialogo, con una loro pregnanza e valenza semantica e non vanno vissuti in modo ansioso. Cambio argomento e chiusura comunicazione CAMBIO DI ARGOMENTO E CHIUSURA DELLA CONVERSAZIONE il cambio di argomento o la chiusura della conversazione sono volontà che vanno espresse con chiarezza e decisione. il congedo dall alunno, per esempio, va fatto precedere da affermazioni rassicuranti e gratificanti circa l incontro o la lezione avuti.

9 L ascolto Comunicare è anche ascoltare. L ascolto è una delle componenti principali della comunicazione; è un abilità che può essere migliorata e rappresenta la base per instaurare una buona relazione con l altro. L ascolto può essere di qualità variabile e si modula anche attraverso atteggiamenti, sguardi e diversi gradi di attenzione e di interesse. L ascolto Sentire le nostre orecchie inviano in continuazione segnali uditivi al cervello. Ascoltare l attenzione ai suoni che ci arrivano, selezionando ciò che ci interessa, è fondamentale in una conversazione.

10 Ascolto passivo o debole Posizione di fissità, senza feedback: anche quando è compatibile con un ruolo in un contesto gerarchico (es: insegnante-alunno), può essere segnale di difesa o disinteresse. Come risvegliare l attenzione e stimolare la partecipazione? con domande relative all alunno stesso. ti ricordi? ti è mai capitato? cosa ne pensi? Ascolto aggressivo Imporre i propri ritmi alla persona che ci sta parlando Ascolto puntualizzante: interrompere spesso l interlocutore per correggere, integrare, modificare. Ascolto ipercritico: aggrottare la fronte; alzare un sopracciglio; piegare gli angoli della bocca verso il basso; scuotere la testa.

11 Ascolto attivo Approvazione attraverso l attenzione, espressa anche attraverso il silenzio, potente messaggio non verbale. Il bambino ha difficoltà Quindi il bambino ha difficoltà a? L ascolto attivo vuole anche dire ritrasmettere indietro ciò che si è capito del messaggio del mittente, astenendosi da qualunque valutazione. Strumenti dell ascolto attivo Gli strumenti dell ascolto attivo sono: rivolgere domande aperte avvalorare, incoraggiare, far vedere che si è interessati e che si vuole che continui riformulare, riassumere i punti salienti, dimostrare che si è colta l importanza di ciò che l interlocutore sta dicendo e si è capito cosa prova

12 Uso dell ascolto attivo L utilizzo dell ascolto attivo è consigliabile in queste situazioni: consapevolezza del proprio stato d animo in quel momento dedicare tempo alla raccolta di informazioni: conoscere sentimenti, idee, aspettative, desideri circa i suoi problemi di salute e il contesto in cui collocarli dare informazioni e prescrizioni semplificare L ascolto: prendersi cura L ascolto dei bambini malati promuove la loro consapevolezza di essere curati e permette loro di raccontare, quando e come lo sentono possibile, emozioni, sentimenti e pensieri su vari momenti della loro storia passata presente e futura in questa trama di comunicazioni si inseriscono in modo più comprensibile ed efficace le indispensabili spiegazioni. (P. Massaglia, 2001)

13 Attività 1 Autoanalisi Con l aiuto della scheda di lavoro che trovi qui allegata, prova ora ad analizzare la tua attitudine come ascoltatore. Al termine dell'attività ricordati di inserire il tuo elaborato nell'area "consegne". Poi decidi se continuare col successivo argomento o sospendere lo studio. Strategie didattiche basate sulla scoperta Nel rapporto docente-alunno è importante dedicare tempo ad un iniziale fase conoscitiva, incoraggiando l alunno con tecniche di autoapertura e con domande aperte, entrambe facilitanti. Adottare strategie didattiche basate sulla scoperta risulta utile per facilitare la relazione e gli scambi comunicativi, soprattutto perché consente di avvicinarsi allo stile cognitivo dell alunno (lasciandogli spazio ed osservandolo). Cosa ti piace fare? Tali strategie sono espressione di delicatezza professionale: significa non imporsi per evitare un distacco emotivo, che avrebbe un effetto negativo anche sull apprendimento.

14 Lo stile comunicativo del docente Nella specificità della realtà professionale relazionale del docente in contesto ospedaliero si possono individuare alcune caratteristiche che contraddistinguono uno stile comunicativo adeguato alla peculiarità della situazione. Lo stile comunicativo opportunamente impiegato dal docente ospedaliero dovrebbe trasmettere: accoglienza all alunno; rassicurazione circa il rispetto dei propri tempi e ritmi; fermezza nel fornire stimoli adeguati all età e alla preparazione scolastica dell alunno. Lo stile comunicativo Per potenziare l efficacia dello scambio comunicativo... Quando si progettano e si applicano strategie e metodi di insegnamento, è rilevante il concetto di pertinenza, ossia l importanza di contenuti trasversali (vedi i riferimenti al contesto ospedaliero e agli interessi specifici dell alunno), più che quelli nozionistici. Analizzare i termini serve a costruire la base su cui intendersi e a determinare il livello di emotività creativa.

15 L autodialogo Qualunque cosa pensiamo e ogni frase che pronunciamo rivolgendoci ad altri sono contenuti che comunichiamo anche a noi stessi. L autodialogo è ciò che diciamo, è il modo in cui ci parliamo. È intuibile il valore e l impatto che la qualità dell autodialogo può avere sulla propria autostima, sullo stato d animo, e sulla competenza comunicativa e sociale. L autodialogo L autodialogo è uno strumento efficace per monitorare il proprio comportamento reattivo ed emotivo e per potenziare il controllo e l efficacia della comunicazione. Aumentando la consapevolezza, l autodialogo consente di meglio modulare lo stile comunicativo al contesto e all interlocutore.

16 Comunicazione come accettazione La comunicazione, in riferimento al significato pedagogico di formazione, ha, come caratteristica di base il rispetto di pensare altrimenti. È fondamentale essere aperti all altro, l alunno, e fare in modo che questa apertura sia percepita, pur senza perdere di vista gli obiettivi didattici. L assertività Il concetto di assertività si riferisce alla competenza relazionale che permette di riconoscere le proprie emozioni ed i propri bisogni e di comunicarli nel rispetto reciproco (Mauri e Tinti, 2002). La comunicazione è lo strumento che collega i bisogni dell uomo, in quanto essere sociale, alla capacità di esprimerli.

17 L assertività L assertività è la capacità di elaborare risposte socialmente adeguate alle sollecitazioni appartenenti alla sfera relazionale: implica il riconoscimento dei propri bisogni e l espressione efficace di questi nel rispetto di se stessi, consapevoli dei propri ed altrui diritti; richiede di prestare attenzione all altro, allo scopo di costruire o mantenere una buona relazione. Assertivo è chi riesce a superare il problema senza entrare in conflitto con se stesso e con l interlocutore su cosa dire e cosa fare. Comportamento assertivo Il comportamento assertivo o affermativo si riferisce all acquisizione di una competenza sociale basata sulla comunicazione interpersonale. Si colloca lungo un continuum in posizione intermedia tra comportamento passivo e comportamento aggressivo ai due estremi. comportamento assertivo comportamento passivo comportamento aggressivo

18 Comportamento assertivo passivo comportamento passivo comportamento aggressivo prevede che le scelte comportamentali siano prese in base al principio di compiacere gli altri ed evitare i conflitti. può derivare dalla confusione fra non assertività e l essere d aiuto agli altri e fra fermezza ed aggressività; sottende, inoltre, la mancanza di abilità comunicative a livello sia qualitativo sia quantitativo. Genera frustrazione, insicurezza, senso di colpa, ansia, isolamento, inibizione. Rende inoltre difficile l attuazione degli scopi, dando adito a manipolazioni. Comportamento assertivo passivo comportamento passivo comportamento aggressivo È una risposta esplosiva, sproporzionata allo stimolo ed inadeguata, che si realizza nell invasione dello spazio altrui, con possibili sfumature di umiliazione e disprezzo. Genera sensi di colpa, atteggiamenti difensivi, isolamento e solitudine. Ostacola la realizzazione della dignità della persona.

19 Comportamento assertivo a scuola fornisce all alunno un modello di comportamento efficace in tutti i rapporti interpersonali; La risposta assertiva facilita l eliminazione o l abbassamento dei livelli di insicurezza, disagio e ansia; consente all alunno e al docente di esprimersi reciprocamente a livello sia emotivo sia cognitivo e di realizzare le mete prefissate. Il rapportarsi senza prevaricazioni alimenta l autostima e la fiducia negli altri ed incoraggia scelte autonome. Attività 2 Tipo di comportamento Sulla base di quanto detto riguardo i diversi tipi di comportamento, prova ora a fornire un esempio di: comportamento assertivo; comportamento anassertivo passivo; comportamento anassertivo aggressivo Fai questo usando la scheda di lavoro qui allegata. Dopo aver svolto l'attività e prima di prenderti una meritata pausa (o passare alla successiva unità), ricordati sempre di inserire il tuo elaborato nell'area "consegne.

20 Bibliografia Watzlavick P., Beavin J. H., Jackson D. D. (1971), Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma. Mauri e Tinti (2002), Formare alla comunicazione - Percorsi di gruppo per lo sviluppo di relazioni efficaci nelle professioni educative, sociali e sanitarie, Erickson, Trento.

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