DIPARTIMENTO ASSI - AREA FAMIGLIA SERVIZIO FAMIGLIA, INFANZIA, ETA' EVOLUTIVA PROGETTO PINOCCHIO
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1 DIPARTIMENTO ASSI - AREA FAMIGLIA SERVIZIO FAMIGLIA, INFANZIA, ETA' EVOLUTIVA PROGETTO PINOCCHIO CAMPAGNA PER L INDIVIDUAZIONE PRECOCE DI SITUAZIONI DI DISAGIO PER DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO E/ O DI RELAZIONE A cura dei consultori familiari di Edolo, Breno e Darfo in collaborazione con le scuole materne anno scolastico Perché quando i ragazzi, da cattivi diventano buoni, hanno la virtú di far prendere un aspetto nuovo e sorridente anche all interno delle loro famiglie. E il vecchio Pinocchio di legno dove si sarà nascosto? Eccolo là rispose Geppetto: e gli accennò un grosso burattino appoggiato a una seggiola, col capo girato sur una parte, con le braccia ciondoloni e con le gambe incrocicchiate e ripiegate a mezzo, da parere un miracolo se stava ritto. Pinocchio si voltò a guardarlo; e dopo che l ebbe guardato un poco, disse dentro di sé con grandissima compiacenza: Com ero buffo, quand ero un burattino! e come ora son contento di esser diventato un ragazzino perbene!... (C. Collodi 1883)
2 OTTOBRE
3 PREMESSA La salute psichica può essere definita come quella condizione psicofisica che consente al bambino di sviluppare le proprie potenzialità evolutive, ossia di crescere in una relazione con l altro sufficientemente buona e in un ambiente idoneo. Il disagio si configura quindi come una condizione di difficoltà e sofferenza che ostacola lo sviluppo psicologico dell individuo. Le indagini epidemiologiche relative ai bambini che manifestano difficoltà di apprendimento durante gli anni scolastici confermano che il problema interessa una percentuale della popolazione che va dal 2 al 16%. I risultati delle ricerche italiane sono evidenziati nella seguente tabella: TIPO DI DISTURBO FONTE FREQUENZA Lettura Bislacchi et al., ,5 % Lettura Sava et al., ,55 % Lettura Cassini et al., ,04 % Apprendimento Levi, ,80% Ritardo motorio Levi, ,80% Linguaggio Levi, ,20% Lettura associato a disabilità di apprendimento De Renzi et altri, % I dati riportati rilevano come l incidenza dei disturbi di apprendimento sia significativa, pur in presenza di una variabilità piuttosto ampia legata ai diversi criteri utilizzati dai ricercatori. Benché non vi sia un accordo definitivo tra le ricerche epidemiologiche sull incidenza dei disturbi dell apprendimento, ognuna di queste conclude che il problema può essere considerato un epidemia, che si manifesta in classe e che contagia altri aspetti della vita del bambino. Una sottovalutazione o un errata valutazione delle difficoltà di apprendimento può comportare non solo uno svantaggio scolastico, manifestato principalmente in classe e nei luoghi deputati all istruzione, ma anche sequele emotive e sociali che di per sé il disturbo non implica. I bambini con difficoltà di apprendimento sono generalmente segnalati quando frequentano la classe seconda o terza elementare, momento in cui il problema è già cristallizzato e gli interventi hanno minori possibilità di successo. E quindi importante rivolgere l attenzione alle potenzialità della prevenzione ricercando, in bambini dai quattro ai sette anni, i segnali precoci 3
4 di difficoltà così da poterli identificare per poi individuare gli strumenti di recupero e prevenzione. Vanno dunque potenziate le iniziative per rilevare, valutare, prendersi cura precocemente di tale disagio, nell ipotesi che lo strumento più efficace di rieducazione consista nell intervento durante la fase di strutturazione del processo sia esso determinato da difficoltà di apprendimento sia da fattori sociali e relazionali. Vanno pertanto prese misure specifiche per cogliere l evidenza della sintomatologia presentata dal bambino e superare le difficoltà degli adulti nella richiesta di aiuto. Per una prevenzione specifica è importante il lavoro a livello integrato sugli indicatori di rischio tra operatori psico-sociali, insegnanti e genitori ed è quindi necessario un buon livello di informazione e collaborazione tra le parti. Le difficoltà d apprendimento comportano storie d insuccesso nella scuola dell obbligo che spesso finiscono per compromettere non solo la carriera scolastica, ma anche lo sviluppo della personalità ed un adattamento sociale equilibrato. Le differenze nelle abilità scolastiche tendono, infatti, ad accentuarsi con il passare del tempo, sia perché alcuni apprendimenti dipendono da altri precedenti, sia per gli effetti negativi reciproci che si creano tra gli insuccessi e le difficoltà nell apprendimento da un lato e la motivazione allo studio, l autostima dell alunno e le aspettative di insegnanti e genitori dall altro. Va infine sottolineato che, mentre il disturbo dell apprendimento consiste in una difficoltà ad apprendere derivante da un deficit specifico dell organizzazione neuropsicologica ed è quindi un disturbo individuale non guaribile, poiché dipende da fattori congeniti o lesionali in sé non modificabili, ma comunque riducibile con adeguati interventi riabilitativi e educativi, le difficoltà di apprendimento sono il risultato di un danno ambientale (sociale, relazionale ) che prioritariamente va affrontato con un intervento sulla famiglia e sulla scuola. OBIETTIVI: La campagna ha lo scopo di effettuare un intervento di prevenzione primaria attraverso una valutazione preliminare del livello generale di adattamento raggiunto dal bambino nell età della scuola materna. L indagine psicologica interesserà l area emotiva, affettiva, sociale, cognitiva, del linguaggio e della psico-motricità. Gli obiettivi individuati sono: - valutazione del livello generale di adattamento nella popolazione scolastica del secondo anno delle scuole materne; - individuazione precoce di eventuali indici di disagio determinati da difficoltà di apprendimento e/o relazione. 4
5 METODOLOGIA: Rispetto alle difficoltà di apprendimento e/o di relazione si ritiene di privilegiare, in alternativa a programmi di intervento da attuarsi in una fase in cui il disturbo sia già conclamato, una campagna di screening di primo livello, intendendo con ciò l esame di un ampio gruppo di soggetti con una serie di prove, in modo che i risultati costituiscano il primo passo verso l identificazione del disturbo e la formulazione della diagnosi. Lo screening di primo livello si differenzia quindi dalla diagnosi e, al tempo stesso, si colloca come strumento di ricerca in grado di fornire informazioni che possono consentire di trarre profili di sviluppo accurati. DESTINATARI: Gli studi in materia confermano che la massima efficacia d intervento per il recupero di eventuali difficoltà di apprendimento e/o di relazione si colloca nella fascia d età compresa tra i quattro e i sette anni. Il progetto individua quindi quali destinatari: Bambini frequentanti il II anno della scuola materna, nati nel 2003 I genitori degli alunni nati nel 2003 Gli insegnanti delle sezioni coinvolte, che avranno il duplice ruolo di destinatari e di risorse fondamentali per la realizzazione del progetto stesso. STRUMENTI: La valutazione del livello di adattamento del bambino sarà effettuata attraverso 1) la somministrazione collettiva, attuata all interno della classe da parte dello psicologo, dei seguenti test proiettivi: test della figura umana di Machover test dell albero di Koch family test di Corman Si tratta di test che utilizzano l attività grafica come medium di trasmissione di sentimenti, affetti, pensieri e rappresentazioni del soggetto. La scelta di queste prove testologiche si fonda sul presupposto che il disegno rappresenta uno strumento ampiamente collaudato rispetto allo studio dello sviluppo delle abilità grafiche e del livello di maturazione intellettuale dell individuo, nonché sull assunto che all età di 4/5 anni i 5
6 bambini sono già capaci di elaborare disegni complessi in grado di rappresentare il significato che la realtà ha per loro (Kellog). 2) La compilazione da parte degli insegnanti del questionario osservativo per l identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento (IPDA dell Erickson). 3) La compilazione da parte dei genitori di un questionario che consenta di effettuare una sintetica anamnesi relativa allo sviluppo psicomotorio del bambino e fornisca, al tempo stesso, elementi di raffronto con la realtà rappresentata dal bambino stesso. La somministrazione delle prove testologiche e lo scoring dei risultati saranno effettuati da psicologi, opportunamente addestrati, così da garantire modalità e criteri omogenei di presentazione e valutazione. RISORSE: Psicologi dei Consultori Familiari di Breno, Edolo e Darfo B.T. Insegnanti delle scuole materne pubbliche e paritarie Genitori dei bambini coinvolti nel Progetto METODOLOGIA ORGANIZZATIVA Per la progettazione, realizzazione e verifica in itinere e finale del progetto sono individuati due livelli organizzativi: Tavolo di Coordinamento costituito da: Responsabile del Servizio Famiglia, due Dirigenti scolastici e un Rappresentante dell Associazione delle scuole materne paritarie Gruppo Tecnico Operativo: Psicologi del Servizio Famiglia e insegnanti delle scuole materne che hanno aderito al progetto. FASI PROGETTUALI Per tutta la durata del progetto si prevede un monitoraggio in itinere con i Dirigenti scolastici nell ambito del Tavolo di coordinamento. Fase A (Ottobre Giugno 2007) 1. Raccolta delle adesioni da parte delle scuole materne pubbliche e paritarie. (Ottobre 2007) 6
7 2. Raccolta delle adesioni da parte delle famiglie e richiesta di compilazione del questionario anamnestico. (gennaio 2008) 3. Intervento nelle classi, da parte degli psicologi, per l osservazione e la rilevazione dei parametri oggetto dell indagine. (febbraio aprile 2008) 4. Compilazione del questionario osservativo IPDA da parte degli insegnanti. (maggio 2008) 5. Scooring dei test e stesura di un quadro sintetico dei risultati. (giugno luglio 2008) Fase B (settembre novembre 2007) 1. Restituzione dei risultati generali agli insegnanti. (ottobre 2008) 2. Restituzione individuale ai genitori che la richiedono, relativa all esito dello screening sul proprio figlio. (ottobre - novembre 2008) 3. Comunicazione scritta, da parte del Servizio Famiglia dell ASL, ai genitori dei bambini in cui sono stati rilevati eventuali segni di disagio, con proposta di proseguo della valutazione. (ottobre 2008) 4. Disponibilità nelle sedi dei Consultori Familiari per le consulenze richieste dai genitori e/o insegnanti La scuola dovrà farsi carico di tradurre in indicazioni pedagogiche gli esiti delle valutazioni psicologiche. INDICATORI DI RISULTATO Gli interventi previsti dal progetto saranno monitorati attraverso un sistema di valutazione che preveda la messa a fuoco di elementi qualitativi e quantitativi individuando i seguenti indicatori di risultato: Effettuazione della campagna di screening su una percentuale di alunni maggiore o uguale al 60% degli alunni frequentanti le scuole materne; Richieste di colloquio per restituzione dell esito della valutazione da parte dei genitori (10% delle famiglie coinvolte) Effettuazione di approfondimento diagnostico e orientamento ad eventuali servizi specialistici per il 60% dei casi individuati come a rischio 7
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