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1 Confini

2 I confini Il confine, come elemento di delimitazione di due o più realtà territoriali caratterizzate da sentimenti di identificazione e appartenenza diversi, può assumere varie forme. Alcune caratteristiche architettoniche dei luoghi suggeriscono linee di confine (la presenza di elementi che possono ostacolare il passaggio potrebbero rendere un luogo deserto e poco appetibile), ma sono soprattutto le attività delle persone e le mappe mentali che ad esse sono legate a definire un area.

3 I confini Il confine non è soltanto una linea di demarcazione la cui definizione è istituzionalizzata, ma esercita un influsso attivo sull ambiente urbano. In altre parole i confini, provocando in una singola zona e su larga scala un eccessiva semplificazione degli usi urbani, tendono a semplificare anche l uso che la gente fa del territorio circostante; e tale fenomeno - che implica una diminuzione del numero di utenti e della varietà di scopi e di destinazioni possibili - tende ad autoalimentarsi.

4 I confini I confini sono tutto fuorché entità stabili. Nella città che cambia, cambiano i movimenti delle persone e cambiano anche i confini. Bauman (Bauman, 2001) sottolinea come al giorno d oggi i confini rivestono ancora un ruolo importante e non sono destinati a scomparire, ma anzi ne vengono creati di nuovi e su scale diverse.

5 I confini Gli uomini e le società hanno sempre tracciato confini. Essi sono archetipi ovvero organizzatori primari della conoscenza e della vita sociale consentendo di dividere e, quindi, di distinguere (Cella «Tracciare confini. Realtà e metafore della distinzione», 2006) Quindi confini come strumenti cognitivi (distinguere, discernere e classificare) e strumenti di organizzazione del territorio (ordine spaziale, circoscrizione delle aree) Incrociando il carattere mobile o statico e aperto o chiuso dei confini si ottiene una tipologia (Strassoldo,): Frontiera - mobile e aperto Ponte (crocevia, cerniera) statico e aperto Terra bruciata (o di nessuno) - mobile e chiuso Periferia (marginalità) statico e chiuso Quindi confine come elemento dinamico di distinzione tra sistema e ambiente e come primario elemento di identificazione dei SISTEMI TERRITORIALI

6 Ma cosa sono i sistemi territoriali? Superficie delimitata in rapporto ad un sistema attivo

7 Confini e Sistemi Territoriali Il carattere dinamico dei confini DEI SISTEMI TERRITORIALI è dato dal fatto che essi possono (Horowitz «Ethnic Identity» 1975): a) Annullarsi (assimilazione per amalgama A+B=C o per incorporazione A+B=A) b) Modificarsi (differenziazione per divisione A=B+C o per proliferazione A=A+B) A titolo esemplificativo e con sola attenzione agli enti locali, nel sono state istituite 8 nuove province, 8 province hanno ceduto comuni alle nuove, sono stati istituiti 10 nuovi comuni e ne sono stati soppressi 9 e sono cambiati i confini di 28 comuni. Accanto alla diversificazione dei confini spaziali si assiste alla loro moltiplicazione dovuta al proliferare delle organizzazioni

8 Confini e Sistemi Territoriali Con attenzione al rapporto di esclusività vi sono tre situazioni: territorialità vincolante (tipica degli enti pubblici territoriali che hanno competenze esclusive su un territorio) territorialità preferenziale (enti pubblici funzionali che non associano l esecuzione della prestazione alla localizzazione territoriale, es. ASL) territorialità elettiva (organizzazione private non territoriali anche se provviste di una sede e di una area di influenza) A volte si assiste a fenomeni di sovrapposizione dei sistemi (grave se esercitano funzioni uguali). Esempio competizione per finanziamenti.

9 Bacini di utenza o gravitazionali Rientrano, ancora, nel tema dei confini gli argomenti relativi ai bacini di utenza o gravitazionali. Essi interessano sia i soggetti privati (bacini di vendita) sia quelli pubblici (bacini di utenza dei servizi di trasporti, sanitari, di fornitura di acqua, gas e smaltimento dei rifiuti ). La definizione dei bacini di utenza viene fatta ricorrendo ai modelli di Christaller.

10 Bacini di utenza o gravitazionali Accanto al criterio funzionale vi è quello per omogeneità che permette di delimitare le aree in base a caratteri prevalenti e importanti dal punto di vista teorico: Tipico è l uso dei tratti etnici nei quartieri urbani

11 Le delimitazioni tradizionali della sociologia territoriale: I confini riguardano le più importanti aree di vita delle persone, dalla casa fino alla località: La casa Il quartiere Città Regioni

12 1- La casa E il primo sistema di separazione dall ambiente dai confini più o meno aperti a seconda dei materiali con cui è costruita e dalla cultura di appartenenza. Si distingue da altri edifici per il fatto di racchiudere funzioni affettive, curative, assistenziali, di sostegno e ricreative.

13 1- La casa Tuttavia alcune delle sue funzioni possono essere svolte altrove (equivalenti funzionali) e sono più o meno importanti a seconda del contesto socio-culturale di riferimento (es. integrazione tra funzione produttiva e riproduttiva). Con il tempo poi la casa ha perso molte funzioni prima esclusive dell ambito domestico (es. mangiare e tempo libero)

14 1- La casa - Esiste un modo universale di abitare?? Quest ultimo aspetto rinvia al tema degli aspetti culturali dell abitare, tornati di attualità con l aumento dell immigrazione così come al tema del diritto alla casa a alla qualità dell abitare (pressante in situazioni di urbanizzazione: aumento del numero di persone che vivono in città) Filone culturale si specializza sulle concezioni simboliche della casa, quello sociale si concentra sui parametri oggettivi.

15 1- La casa Tosi («Abitanti. Le nuove strategie dell azione abitativa» 1994) si concentra invece sulle fasi storiche degli studi abitativi: - nella prima fase prevale l approccio interessato agli standard razionali (abitazioni uguali per soddisfare bisogni di base), secondo alcuni autori finalizzato all ordine e al controllo (Foucault 1975) - nella seconda fase, con il movimento di urbanisti del 1933 (Le Corbusier) dedica più attenzione agli abitanti e si avviano sperimentazioni di auto-costruzione dell abitare.

16 Aspetti fenomenologici: la casa in Italia - Elevato patrimonio abitativo nazionale - Consistente numero di case vuote (cause: emigrazione, investimento e seconde case per turismo 27/100 famiglie in Italia rispetto alla media europea di 15/100) - Prevalenza della proprietà e debolezza dell affitto (25/100 rispetto a 39/100) e dell edilizia sociale (5/100 rispetto a 17/100) - Nascita di nuovi fenomeni edilizia sociale soluzioni che consentano di realizzare alloggi per studenti, immigrati, anziani, giovani coppie e soggetti a rischio di esclusione

17 2- Quartiere Nell eterogeneità delle definizioni esistenti è possibile individuare tre nodi principali che caratterizzano il quartiere: la ridotta estensione territoriale, l interazione routinaria tra gli abitanti e un certo grado di organizzazione sociale Il tipo di funzioni ricoperte dal quartiere per la vita delle persone e per il sistema urbano.

18 2- Quartiere Healey il quartiere è lo spazio chiave, sebbene non esclusivo, della quotidianità urbana che contribuisce alla definizione delle identità dei residenti, attraverso il quale essi accedono a risorse materiali e sociali e costruiscono le proprie opportunità di vita.

19 2- Quartiere La dimensione del quartiere risulta essere uno strumento particolarmente utile sia per interpretare il processo evolutivo urbano e la conseguente divisione degli spazi secondo le loro funzionalità (zoning), sia per quanto riguarda l analisi squisitamente sociologica. La dimensione spaziale, infatti, ha conquistato all interno della disciplina una sempre maggiore importanza, soprattutto per quanto riguarda l area di specializzazione urbana.

20 2- Quartiere e vicinato Nonostante in inglese quartiere e vicinato abbiano la stessa radice (neighbour/neighbourhood) il quartiere identifica un elemento tipicamente urbano finalizzato a fornire ordine amministrativo alla città. Il vicinato identifica, invece, un entità più diversificata di cui è difficile definire i confini (e per alcuni sempre meno sensato in un epoca di forte mobilità).

21 Quartiere e vicinato Secondo alcuni autori ha ancora senso parlare di vicinato per tre motivi: - Perché la breve distanza ha ancora conseguenze sulla forza delle relazioni; - Perché esiste ancora la ricerca di omogeneità con i vicini (appartenenza di ceto); - Perché il vicinato è ancora oggetto di intervento (servizi di prossimità) o veicolo di comunità (dai ghetti tradizionali, alle enclavi etniche, alle gated communities «comunità recintate» Parker 2004)

22 Quartiere e vicinato Tuttavia non è facile definire i confini relazionali che consentono di identificare il vicinato. Il tema è molto studiato in Italia da Piselli («Reti. L analisi di network nelle scienze sociali»1995). Le ricerche ricordano che: - la maggior parte dei legami stretti (reti) hanno dimensioni che rientrano nella soglia spaziale di 5-15 Km e di 1 ora di tempo - la forma spaziale delle reti può essere concentrica (più si è ricchi più ampia è la cerchia) - Oppure a clessidra, nel senso che la distribuzione territoriale delle relazioni si intensifica nel proprio quartiere e in quello di origine o in quello dove abitano i genitori o ancora dove hanno sede i luoghi di divertimento

23 Quartiere e vicinato - Lo schema centro-periferia (serviziresidenza) tiene meno rispetto al passato a causa della moltiplicazione dei nodi di attrazione (reti che saltano il centro storico)

24 Quartiere e vicinato Un tema molto importante associato tanto al quartiere quanto al vicinato riguarda la relazione tra localizzazione residenziale e stratificazione sociale. Sin dalla fase premoderna la delimitazione spaziale in quartieri (o altro) ha avuto anche la funzione di creare uniformità di ceto. Elias e Scotson parlano di relazione tra segregazione residenziale e distinzione di ceto («The Established and the Outsiders», 1994). La segregazione richiede lunga durata di residenza, specifici stili di vita e presenza di barriere al fine di preservare dalle contaminazioni tra i ceti (villaggi urbani).

25 Quartiere e vicinato Il dibattito contemporaneo punta a: - analizzare le forme di rispazializzazione delle società ultra moderne (Bagnasco 2003); - studiare la città duale (separazione tra chi ha solo relazioni locali spazio dei luoghi e coloro che hanno relazioni su scala sovralocale spazio dei flussi); - Studiare i quartieri, le unità di vicinato e i villaggi come comunità, che possono essere luoghi di legami oppressivi e contesti di controllo sociale, oppure luoghi di senso e dei legami solidali. Montani, Vitale et al.

26 Tradizione urbanistica e interpretazione dei quartieri PIANIFICAZIONE tesa a Ridurre le differenze Esaltare le differenze COMUNITA Vista come Oppressiva Quartieri da uniformare Quartieri da integrare Luogo di affetti Comunità partecipante Welfare communities

27 Quartiere e vicinato L incrocio tra il modo di vedere la comunità (oppressivo o affettivo) e l approccio al quartiere (riduzione delle differenze o aumento delle differenze), crea la seguente tipologia: - quartieri da uniformare (storici dell urbanistica e uomo sociale di Le Corbusier) - quartieri da integrare (Hillmann 1953, specificità delle unità insediative) - comunità partecipante (Bobbio 2002) - welfare communities (sussidiarietà e terzo settore come forme di sostegno all autogoverno della comunità locale, Donati 2004)

28 3) La città Delimitazione spaziale per eccellenza. Prima dimensione: distinzione tra città e intorno: Città = agglomerato denso di edifici e popolazione privi di aree agricole. La densità è data dal numero di residenti per kmq o dal rapporto di urbanizzazione (dato dalla somma della superficie degli edifici, delle strade e delle attrezzature rapportata alla superficie totale)

29 La città misurare la densità Indice di urbanizzazione: Ru = (Se + Ss + Sa)/Si Indice di fabbricazione If= Ve/Si

30 La città Secondo Wirth la città si distingue dal resto essendo connotata da: densità, ampiezza ed eterogeneità Secondo molti autori ciò non è più vero in contesti connotati da: - elevata mobilità; - dispersione di molte funzioni urbane nel periurbano e nelle ex aree agricole (urbanizzazione della campagna); - industrializzazione della produzione agricola e decentramento della raccolta di beni primari. Se quindi sembra sempre più difficile distinguere la città dall intorno, occorre cercare l identità urbana in altri criteri.

31 La città La distinzione non corre più tra città ed il suo contorno agricolo-rurale, ma semmai passa attraverso tipi di città. Il numero di tipologie e qualificazioni della città è impressionante. Individuazione di criteri con cui inquadrare la ricchezza terminologica che accompagna la città Le nuove classificazioni delle città dovrebbero essere fatte quindi non secondo vecchi criteri (città compatta-città diffusa; città industriale-città terziaria ), ma secondo criteri riguardanti le specifiche nuove funzioni urbane

32 Ricchezza terminologica che accompagna la città o o o Città come luogo di scambi di natura economica, politica e culturale. Quindi, si riprende, l idea della città come mercato (Weber «Economia e Società», 1922) Città come luogo di comando per la gestione di aree vaste (Bagnasco 1994) Città come luogo della varietà (Simmel)

33 Metacriterio: città luogo di scambio Se la città svolge tali funzioni si capisce perché i suoi confini siano porosi (confine-filtro) e anche perché essa sia sempre più plurale (le città, Mela «Sociologia delle città», 2006). Al suo interno la funzione residenziale diventa sempre meno importante (ma non scompare). Dislocazione degli scambi è altro elemento che rende i confini poco stabili, aperti.

34 Metacriterio: Articolazione interna alle città Tema prioritario della Scuola Ecologica di Chicago Processo di formazione dei sobborghi e dei ghetti e concentrazione residenziale secondo linee etnicoeconomiche VARIABILITA DELLE SUBAREE E MOLTO ELEVATA.

35 Articolazione interna alle città Analisi ecologica: carattere etnico-colonizzazione delle nuove aree da parte di gruppi sociali più forti finanziariamente e allontanamento dei gruppi sociali più deboli Analisi radicale/marxista: localizzazione della classe operaia nei ghetti (o iper-ghetti, 40% residenti sotto soglia di povertà) e di quella borghese nei suburbi. Non volontà della amministrazione pubblica di contrastare la polarizzazione residenziale e nascita delle subculture della povertà come esito e non causa

36 Peculiarità città americane Ghetto: origine ebrea (Venezia), luoghi a marcato profilo etnico di collocazione omogenea nel mercato del lavoro (spesso abitati dalla underclass: lavoro precario nel terziario povero) connotati da emarginazione, povertà e circoscrizione spaziale (segregazione). Spesso al loro interno si creano forme di bounded solidarity, ovvero di solidarietà interna/limitata e di opposizione con l esterno (Sensebrenner «Embeddedness and Immigration», 1993) Enclave etnico-economica: sub-area con elevata organizzazione interna caratterizzata dalla presenza di imprese etniche anche di livello elevato.

37 4) La Regione Le città fanno spesso, ma non sempre, parte di aree vaste, cosiddette regioni o comprensori (territori che per motivi storici e funzionali sono sotto l influenza di una città). In Italia ciò ha avuto una causa storica nella tradizione del potere esercitato dalle città sulle aree rurali e più tardi nella scelta pianificatoria di organizzare il territorio sui bacini di utenza standard (unità territoriali dotati di tutti i servizi di base distribuiti razionalmente dal centro verso la periferia). Esempi sono i distretti socio-sanitari, le comunità montane, consorzi per la gestione delle acque

38 La regione Criteri di definizione dei confini regionali: - Funzionale (bacino di fruizione di un servizio) - Politico amministrativo (decentramento e federalismo) - Economico (produzione e sua organizzazione) Definizione dei confini regionali a partire da particolari prospettive (punto di osservazione del territorio) a) Visione urbana della regione b) Visione locale della regione Prospettiva urbana: influenza della città sulla formazione delle regioni avviene nel tempo (fasi di sviluppo urbano) e per la diffusione di molteplici aspetti.

39 Prospettiva urbana: Criterio temporale Nel corso del tempo (a partire dalla rivoluzione industriale), la formazione delle aree vaste attorno alle città è stata condizionata da: - Crescita della città compatta (espansione delle periferie, città fordista ) - Calo dei residenti del centro (inner city) e crescita degli anelli periferici (edge city, città metropolitana) - Sprawl urbano e, eventuale, unione con aree urbane contermini (città-regione, conurbazione, meta city)

40 Prospettiva urbana: Criterio qualitativo (varietà) La formazione di regioni è stata poi anche condizionata da Diffusione di funzioni e valori urbani: Diffusione urbana (su aree molto vaste) delle funzioni urbane prima concentrate in città. All inizio la diffusione riguarda la produzione, poi i servizi commerciali e quelli ricreativi (accompagnati dalla diffusione delle residenze). Diffusione degli stili di vita: gli stili di vita delle popolazioni urbane e non urbane (ex rurali) tendono sempre più ad assomigliarsi (Struffi 1993, Veron «L urbanisation du monde», 2006), anche a causa della maggiore mobilità e delle perdita dei legami produttivi con il proprio territorio.

41 Rango delle città I processi di diffusione urbana e di formazione di macro-regioni non vanno letti come causa della fine delle forme di gerarchia urbana per i seguenti motivi: - Solo le funzioni residenziali e commerciali si sono disperse. - Persistono concentrazioni di funzioni urbane di servizi di alto rango (direzionali). - Le città hanno ancora scale di influenza territoriale diverse (dal rango mondiale delle città globali, al rango continentale delle città che influiscono su vaste macro regioni al rango nazionale delle città che insistono su nazioni o territori sub nazionali).

42 Rango delle città Indicatori di rango: - Abitanti della città sul totale degli abitanti del Paese - Presenza di funzioni apicali (borse valori, aeroporti, sedi di multinazionali ) - Specializzazione in particolare ambiti (turismo, religione, industria) Secondo questa prospettiva la città di rango superiore identifica una regione. La città centrale con il proprio nome identifica una vasta area che ha legami funzionali e politico-simbolici con la città centrale.

43 Prospettiva locale: L attenzione è sulle città medio-piccole e ciò che permette di definire i confini di aree vaste che racchiudono più città medio piccole e la vocazione produttiva Regione non più come estensione delle funzioni delle città di rango superiore, ma come sintesi di omogeneità (di tipo soprattutto economico-produttivo ma anche politica e culturale) esistenti tra i diversi nodi urbani di une rete. Esempi: Le tre Italie (Bagnasco 1977), i distretti industriali (Becattini 1991), i sistemi locali del lavoro (Sforzi 1997), le aree metropolitane policentriche (Ardigò 1967), le dorsali di sviluppo (Censis 2001).

44 Dentro i confini: Comunità o reti? Nel 1964 Webber («Explorations into Urban Structure») affermò che «esistono solo comunità di interessi svincolate dalla definizione territoriale», ricordando che prossimità non è sinonimo di creazione di aggregati sociali solidali e omogenei (comunità) e che mobilità non è sinonimo di assenza di legami solidali. Ciò segna il superamento degli approcci dualistici (comunità e società, tradizione e modernità) a vantaggio di approcci più complessi come quello elaborato da Polanyi («The Livelihood of Man»).

45 Approccio triadico allo studio della reti Egli distingue fra: - Reciprocità (presenza di relazioni di natura specifica tra i poli delle reti) - Scambio di mercato (presenza di due o più attori tra i quali vi sono relazioni funzionali a ottenere in modo veloce e poco costoso il bene che l altro possiede e può erogare) - Redistribuzione (presenza di una autorità esterna legittimata a imporre prelievi forzati e elargizioni secondo criteri di equità e di riequilibrio)

46 Definizioni Triadiche Tenendo conto delle tre dimensioni del modello di Polanyi e delle rispettive caratteristiche dei confini territoriali è possibile costruire una tipologia Redistibuzi one TIPO DI SCAMBIO Reciprocità Scambio di mercato Delimitazione Precisa Opaca Debole CARATTERI CONFINE Apertura Scarsa Ritualizzata Ampia Agente Autorità Clique Soggetti singoli Esempio Stato Enclave Aree libero scambio

47 Definizioni Triadiche L approccio triadico consente di definire i confini in modo più attento alla natura delle unità territoriali: Per esempio un quartiere può avere confini precisi se definito amministrativamente, opachi se luogo di forte identità culturale o deboli se luogo di mercato. Esso consente poi di inquadrare areali complessi come i distretti industriali, le aree di influenza

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