Traumatologia osteo-articolare

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1 Traumatologia osteo-articolare

2 Traumatologia osteo-articolare

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4 La frattura è una soluzione di continuo dell osso

5 Frattura traumatica Frattura patologica

6 Frattura traumatica La forza vulnerante supera la resistenza meccanica di un osso nel complesso sano

7 Frattura patologica Si produce in un osso meccanicamente insufficiente, per trauma minimo o in assenza di trauma

8 Frattura traumatica - Cause Incidenti della strada Incidenti sul lavoro Traumi sportivi Traumi domestici Altro

9 Frattura patologica - Cause Osteoporosi Osteolisi metastatiche Osteolisi da tumore benigno Altro

10 Frattura da durata E una frattura che si instaura in un osso sano ed è conseguenza di piccoli traumi ripetuti La riparazione è consensuale al prodursi delle frattura Sede tipica sono il III e IV metatarso

11 Frattura a legno verde E una frattura sottoperiostale Si produce per meccanismo indiretto all interno di un astuccio periostale integro

12 Distacchi epifisari Classificazione Salter e Harris

13 Distacco condro-epifisario

14 Frattura Frattura semplice Frattura complessa

15 Frattura Fratture chiuse Fratture esposte

16 Frattura Meccanismo traumatico Diretto Indiretto per flessione per torsione Schiacciamento

17 Frattura Segni clinici Dolore Impotenza funzionale Tumefazione Rumori di scroscio Motilità praeternaturale

18 Come si descrive una frattura?

19 Frattura ossa lunghe - Sede Diafisaria media, prossimale e distale Metafisaria prossimale e distale Epifisaria prossimale e distale Frattura articolare

20 Frattura ossa piatte - Sede La descrizione si attiene, solitamente, alla sede anatomica della lesione fratturativa Scapola (collo, corpo, spina, ecc.) Bacino (colonna anteriore, posteriore, branche, ecc.)

21 Frattura - Morfologia Frattura trasversa Frattura obliqua Frattura spiroide Frattura pluriframmentaria Frattura bifocale Frattura comminuta Frattura da avulsione

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23 Frattura Spostamento interframmentario Ad axim Ad latus Ad peripheriam Ad longitudinem cum contractione cum distractione

24 Frattura Spostamento interframmentario Ad axim Ad latus Ad peripheriam Ad longitudinem cum contractione cum distractione

25 Frattura Spostamento interframmentario Ad axim Ad latus Ad peripheriam Ad longitudinem cum contractione cum distractione

26 Frattura Spostamento interframmentario Ad axim Ad latus Ad peripheriam Ad longitudinem cum contractione cum distractione

27 Frattura Spostamento interframmentario Ad axim Ad latus Ad peripheriam Ad longitudinem cum contractione cum distractione

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31 Lussazione Perdita completa e permanente dei rapporti tra due capi articolari La Sublussazione è invece una perdita incompleta di questi rapporti (AR)

32 Distorsione Perdita completa o incompleta ma transitoria dei rapporti tra due capi articolari

33 Distorsione I grado lacerazione fibrillare intralegamentosa II grado lacerazione capsulo- legamentosa incompleta III grado lacerazione capsulo-legamentosa completa

34 Lussazione - Distorsione I danni capsulo-legamentosi derivanti da una lussazione o da una distorsione grave possono essere sovrapponibili

35 Lussazione

36 Lussazione

37 Sublussazione

38 Frattura-lussazione

39 Frattura - Decorso Stadio 1: ematoma tessuto fibro-vascolare - sintesi di fibre collagene e precipitazione di sali minerali Stadio 2: formazione dei collari di Ham neoformazione di osso endostale callo a ponte Stadio 3: gli osteoclasti ed i vasi neoformati attraversano la frattura gli osteoblasti danno nuovi sistemi haversiani Stadio 4: rimodellamento

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41 Callo endostale

42 Callo periostale

43 In quanto tempo guarisce una frattura?

44 Frattura - Consolidazione Fattori che influenzano la consolidazione Età Sede della frattura Tipo di frattura Condizioni generali Condizioni locali

45 Fratture che coinvolgono osso spongioso radio distale omero prossimale calcagno corpi vertebrali ecc.

46 Fratture che coinvolgono osso corticale diafisi ossa lunghe omero distale ecc.

47 Frattura - trattamento Riduzione Contenzione

48 Le deformità più frequenti sono l angolazione e la rotazione

49 Qualità di riduzione Riduzione anatomica Riduzione approssimativa

50 Qualità di riduzione Alcune deviazioni residue sono tollerabili Ad axim <6-8 Ad latus <1/2 larghezza diafisi

51 Qualità di riduzione Altre deviazioni sono intollerabili Ad peripheriam Ad longitudinem

52 Qualità di riduzione La riduzione di una frattura articolare deve essere, nei limiti di quanto consentito dal tipo di lesione, perfetta

53 Frattura articolare Ricostruzione anatomica

54 Qualità di riduzione Nella valutazione di una riduzione di una frattura a carico di un arto superiore si può essere più tolleranti

55 Complicanze

56 Complicanze generali Precoci emorragia interna embolia grassosa shock risposte metaboliche

57 Complicanze generali Tardive Polmonite ipostatica Cistiti TVP Decubiti Ipotrofia muscolare Demineralizzazione

58 Complicanze locali Precoci Arteriose Nervose Tendinee Viscerali Esposizione

59 Complicanze arteriose Contusione Lesione intimale Rottura del vaso Sindrome compartimentale

60 Sindrome compartimentale E una condizione clinica caratterizzata, all interno di un compartimento mio-fasciale, da un aumento di pressione tale da ostacolare il microcircolo consentendo però un afflusso ematico alla periferia attraverso gli assi vascolari principali

61 Sindrome compartimentale Le cause principali della sindrome compartimentale sono un inginocchiamento arterioso prolungato o un grave schiacciamento delle parti molli, che producono, per alterata permeabilità capillare, un aumento pressorio all interno di un astuccio inestensibile

62 Sindrome compartimentale Pain Pulseless Paralysis Paresthesya Pallor

63 Sindrome compartimentale In presenza di una sindrome compartimentale solo un intervento chirurgico in urgenza può risolvere il problema. Il ritardare l esecuzione di una ampia ed estesa fasciotomia produrrà esiti gravemente invalidanti (retrazione ischemica di Volkmann)

64 Complicanze nervose Neuroaprassia Assonotmesi Neurotmesi

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67 Complicanze tendinee Rottura all atto del trauma Rottura in due tempi

68 Complicanze viscerali Rottura di organi interni» vescica» uretra» retto» perforazione polmonare» ecc.

69 Complicanze locali Tardive Ritardo di consolidazione Pseudoartrosi Necrosi post-traumatica Rigidità articolare Atrofia di Sudeck Miosite ossificante Infezione del focolaio

70 Ritardo di consolidazione Parliamo di ritardo di consolidazione quando una frattura non è consolidata nei tempi prevedibili per quella frattura, ma conserva ancora elementi clinici e radiografici che ci fanno pensare ad una guarigione possibile

71 Pseudoartrosi Il termine pseudoartrosi indica quello stato clinico e radiografico di frattura non consolidata e per la quale non è più prevedibile un ulteriore avanzare del processo di consolidazione

72 Pseudoartrosi o falsa articolazione

73 Pseudoartrosi Pseudoartrosi atrofica o lassa Pseudoartrosi ipertrofica o serrata

74 Pseudoartrosi atrofica Si instaura per difetto di vascolarizzazione locale, insufficiente stabilità del focolaio, perdita di sostanza ossea, diastasi dei frammenti, infezione, ecc.

75 Pseudoartrosi atrofica -Clinica Motilità praeternaturale Dolore assente

76 Pseudoartrosi atrofica - Rx Arrotondamento dei monconi ossei con tendenza alla riduzione di volume Perdita del tono calcico Gap interframmentario Nessun accenno alla formazione di callo

77 Pseudoartrosi atrofica

78 Pseudoartrosi ipertrofica E di solito conseguenza di una inadeguata immobilizzazione del focolaio di frattura. Le gittate vascolari dei vasi neoformati che dovrebbero attraversare a ponte la rima di frattura vengono continuamente interrotte dai micromovimenti (di taglio o di rotazione) a carico del focolaio.

79 Pseudoartrosi ipertrofica - Clinica Stabilità clinica Dolore assente

80 Pseudoartrosi ipertrofica - Rx Arrotondamento dei monconi ossei con tendenza ad aumentare di volume ( a zampa d elefante) Aumento del tono calcico Gap interframmentario assente Evidenti tentativi di consolidazione

81 Pseudoartrosi ipertrofica

82 Pseudoartrosi atrofica - Terapia Decorticazione osteo-periostea Stabilizzazione Trapianto osseo

83 Pseudoartrosi ipertrofica - Terapia Stabilizzazione Decorticazione osteo-periostea Trapianto osseo

84 Necrosi post-traumatica E caratteristica di ossa che abbiano una vascolarizzazione di tipo terminale Fr. collo femorale Fr. scafoide carpale Fr. scafoide tarsale

85 Rigidità articolare Immobilizzazione Aderenze post-ematoma

86 Atrofia di Sudeck E una risposta autonoma periferica anormale ad una lesione sovente di scarsa entità (turbe del circolo locale?)

87 Atrofia di Sudeck - Sedi Distrofia simpatica riflessa Polso Collo piede Ginocchio

88 Atrofia di Sudeck Clinica Tumefazione Dolore Limitazione funzionale

89 Atrofia di Sudeck - Rx Le immagini radiografiche del Sudeck mostrano una osteoporosi segmentaria a distribuzione non uniforme. E caratteristica una immagine maculata dell osso.

90 Atrofia di Sudeck Non è legata al tempo di immobilizzazione Si risolve spontaneamente in 4-12 mesi Terapia: mobilizzazione

91 Miosite ossificante Comparsa di una massa calcifica di varie dimensioni solitamente in sede periarticolare Gomito Spalla Anca Ginocchio

92 Miosite ossificante - Cause Frequente nei paraplegici e nei gravi traumatizzati cranici. Nei traumatizzati cranici è frequente la consensualità di calli ipertrofici e miosite.

93 Miosite ossificante - Cause Mobilizzazione forzata di articolazioni rigide?

94 Infezioni

95 Infezione Dopo frattura chiusa

96 Infezione Dopo frattura esposta

97 Infezione Una infezione a carico di un focolaio di frattura, di qualsiasi origine sia, pone sempre enormi problemi di trattamento. I tempi di guarigione si allungano e sono frequenti riaccensioni del processo infettivo anche a distanza di decenni.

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99 Frattura Fratture chiuse Fratture esposte

100 Frattura chiusa E una frattura in cui l integrità del mantello cutaneo e delle parti molli garantisce un isolamento del focolaio dall ambiente esterno

101 Frattura esposta E una frattura in cui la consensuale lesione delle parti molli mette in comunicazione il focolaio con l ambiente esterno

102 Fratture esposte - classificazione I grado frattura con esposizione modesta (< 1 cm.) e meccanismo in-out. II grado frattura con esposizione più ampia e mortificazione tissutale. Meccanismo out-in. III grado schiacciamento. Gravissima mortificazione dei tessuti. A Possibile la copertura del focolaio B Impossibile la copertura del focolaio C Associata lesione vascolare Gustilo et al.

103 I grado

104 II grado

105 III grado

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111 Fratture - Trattamento Il trattamento di una frattura deve essere finalizzato alla ricerca di una situazione clinica e radiografica il più vicina possibile allo status quo ante

112 Frattura - Trattamento Riduzione Contenzione

113 Frattura - Trattamento Riduzione anatomica Riduzione approssimativa

114 Frattura - Trattamento Apparecchio gessato Osteosintesi interna Osteosintesi esterna Sostituzione protesica

115 Apparecchio gessato Vantaggi - non invasivo - frattura sempre gestibile Svantaggi - ingombro - scarsa contenzione - scarsa stabilità - ipomiotrofia - rigidità articolari

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119 Osteosintesi interna Vantaggi - riduzione anatomica - rapida mobilizzazione Svantaggi- invasivo - frattura ingestibile durante tratt. - fallimento se non ben eseguita - rimozione mezzi di sintesi

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127 Osteosintesi esterna Svantaggi - ingombro - intolleranza psicologica Vantaggi - non invasivo - frattura sempre gestibile - non resta materiale impiantato

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131 Sostituzione protesica Vantaggi - rapida mobilizzazione Svantaggi - invasivo - possibilità di usura

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133 TRAUMI INCIDENTI STRADALI INCIDENTI SUL LAVORO TRAUMI SPORTIVI INCIDENTI DOMESTICI

134 TIPO DI LESIONE LESIONI CRANICHE LESIONI SCHELETRICHE TRAUMI ADDOMINALI TRAUMI TORACICI

135 PRIMO SOCCORSO TEMPESTIVO ADEGUATO VALUTAZIONE FUNZIONI VITALI RESPIRAZIONE CIRCOLAZIONE

136 PRIMO SOCCORSO PREVENZIONE DELLO SHOCK IMMOBILIZZAZIONE CON STECCHE DEGLI ARTI TRAUMATIZZATI INFUSIONE DI EMODERIVATI SEDAZIONE DEL DOLORE (CON CAUTELA) RAPIDO TRASPORTO

137 SHOCK SITUAZIONE CIRCOLATORIA CARATTERIZZATA DA UNA CARENTE IRRORAZIONE SANGUIGNA IN SEGUITO AD ALTERATA RELAZIONE TRA SISTEMA VASCOLARE E QUANTITA DI LIQUIDI CIRCOLANTE

138 SHOCK CALO DELLA PERFUSIONE PERIFERICA IPOSSIA DEI TESSUTI AUMENTO DELLA FREQUENZA CARDIACA

139 SHOCK DIMINUZIONE DELLA PRESSIONE SANGUIGNA ARRESTO CIRCOLATORIO

140 PRIMO SOCCORSO LIBERAZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE E CORRETTO POSIZIONAMENTO DEL FERITO RESPIRAZIONE ARTIFICIALE MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO EMOSTASI

141 SHOCK DANNI POLMONARI DERIVANTI DA UNA MICRO- EMBOLIA CONSEGUENTE AD UNA AGGREGAZIONE PIASTRINICA DANNI RENALI ( DA RIDUZIONE DEL FLUSSO EMATICO E AUMENTO DI MIOGLOBINA DERIVANTE DAL DANNO MUSCOLARE) CON RIDUZIONE DELLA DIURESI ORARIA DANNI EPATICI

142 SHOCK RIPRISTINO VOLUME CIRCOLATORIO SOMMINISTRAZIONE RAPIDA DI QUANTITA SUFFICIENTI DI LIQUIDI (SOPRATTUTTO EMODERIVATI) UNITA DI SANGUE TERAPIA DIURETICA PER IL RIPRISTINO DELLA DIURESI

143 POLITRAUMA PRESENZA DI DIVERSE LESIONI CONTEMPORANEAMENTE

144 POLITRAUMA PERICOLO NOTEVOLMENTE AUMENTATO E SUPERIORE A QUELLO CHE CORRISPONDEREBBE ALLA SOMMA DELLE SINGOLE LESIONI

145 POLITRAUMA 1. IDENTIFICAZIONE DELLE LESIONI 2. VALUTAZIONE 3. TRATTAMENTO

146 POLITRAUMA LESIONI CAVITARIE LESIONI SCHELETRICHE

147 FERITE SOLUZIONE DI CONTINUO DELLA CUTE

148 FERITE DA TAGLIO A LEMBO DA PUNTA

149 FERITE LACERE DA SCHIACCIAMENTO DA MORSO DA ARMA DA FUOCO

150 FERITE EMORRAGIA INFEZIONE

151 FERITE GUARIGIONE I INTENZIONE II INTENZIONE

152 FERITE I INTENZIONE FASE DELLO SGOMBERO DEGENERAZIONE DELLE FIBRE AUMENTO LEUCOCITI AUMENTO FIBRINA

153 FERITE I INTENZIONE FASE DELLA PROLIFERAZIONE (dopo 4 5 gg.) AUMENTO DEI FIBROBLASTI

154 FERITE I INTENZIONE GURIGIONE SENZA INFEZIONE E SENZA COMPARSA DI TESSUTO DI GRANULAZIONE FRA I MARGINI DELLA FERITA

155 FERITE I INTENZIONE FASE DELLA MATURAZIONE DELLE CELLULE E DELLE FIBRE (dal VII VIII gg.) MATURAZIONE DELLE FIBRE COLLAGENE DIFFERENZIAZIONE DELLE CELLULE EPITELIALI

156 FERITE II INTENZIONE GURIGIONE CON FORMAZIONE DI TESSUTO CONNETTIVO RICCO DI CAPILLARI, CHE CON IL TEMPO VIENE RICOPERTO DAL TESSUTO EPITELIALE CHE PROLIFERA DAI MARGINI

157 Traumi sportivi Prevenzione di edemi ed emorragie Compressione Crioterapia Elevazione

158 Compressione Immediata Selettiva Fascia elastica + spessori Maglia elastica tubolare

159 Crioterapia Borsa del ghiaccio Ghiaccio istantaneo Coagulati gelatinosi Applicazione 20 ogni 2-4 h Rischio di lesioni da congelamento

160 Elevazione Effetto antiedemigeno Facilita il ritorno venoso Eventualmente associata alla abolizione del carico

161 Altri provvedimenti FANS Fisioterapia Immersioni alternate in acqua calda (4 ) e fredda (1 ) Mobilizzazione articolare Contrazioni muscolari

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