prodotti in alcuni areali dell arco alpino, evidenziando le potenzialità di miglioramento

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "prodotti in alcuni areali dell arco alpino, evidenziando le potenzialità di miglioramento"

Transcript

1 FORAGGI DI PRATO PERMANENTE IN MONTAGNA La qualità del fieno di montagna va migliorata Il taglio anticipato può migliorare la qualità se abbinato all essiccazione in due tempi, che permette di evitare i problemi dovuti alla maggiore probabilità di pioggia. Le considerazioni si basano sull analisi di oltre fieni in diversi areali montani e riguardano soprattutto il primo taglio, che rappresenta oltre il 50% della produzione del prato G. Borreani, E. Tabacco, P. Blanc, F. Gusmeroli, G. Della Marianna, A. Pecile, A. Kasal, E. Stimpfl, C. Tarello, D. Arlian Nelle vallate alpine, dove la produzione di silomais non è economicamente sostenibile, o limitata dalle condizioni ambientali o dove l utilizzo degli insilati è vietato dai disciplinari di produzione dei formaggi (ad esempio Fontina dop e TrentinGrana dop), la base alimentare delle bovine, da cui dipende in larga misura la redditività dell allevamento, è composta da foraggi affienati durante l inverno e dal pascolo in estate. Considerando che la produzione lattierocasearia si concentra soprattutto nei mesi invernali, la disponibilità di fieni di alta qualità, in grado di soddisfare i fabbisogni del bestiame, assume un importanza strategica. La razione alimentare in questo periodo è costituita principalmente dal fieno di prato permanente di primo sfalcio, ottenuto mediante fienagione in pieno campo. La qualità mediamente bassa di questi fieni, unita all insufficiente disponibilità, impone di integrare la razione degli animali in produzione con elevate percentuali di concentrati e di foraggi extraziendali, acquistati generalmente dalla pianura o dai mercati internazionali. Alcuni disciplinari di produzione dei formaggi tuttavia vietano l uso di foraggi provenienti da territori diversi da quello tipico di produzione (ad esempio Fontina dop). I fieni locali di alta qualità risultano quindi essenziali per la tipicità dei prodotti dell allevamento e per salvaguardare la competitività della zootecnia e le attività economiche connesse (Fezzi et al., 1993). Scopo del presente lavoro è fare un quadro della qualità dei fieni di prato stabile prodotti in alcuni areali dell arco alpino, evidenziando le potenzialità di miglioramento derivate dalle tecniche adottate. Le considerazioni si basano sulle analisi di oltre campioni di fieno prodotto negli ultimi 15 anni in Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige e Valle d Aosta. Elaborazione dei dati L indagine è stata eseguita su dati forniti da 5 enti territoriali delle Regioni sopra citate, raccolti nell ambito di differenti progetti di ricerca e dell attività istituzionale di assistenza tecnica: Regione autonoma Valle d Aosta - Assessorato agricoltura, risorse naturali e protezione civile - Laboratorio servizio sviluppo delle produzioni agroalimentari; Fondazione Fojanini di studi superiori di Sondrio; Tabella 1 - Informazioni sui fieni di prato permanente di montagna considerate dallo studio Aosta Sondrio Trento Bolzano Torino Pacchetti di dati Campioni (n.) Anni disponibili Parametri agronomici Quota del prato (slm) sì sì sì sì Irrigazione sì sì Composizione botanica sì sì Tipo di concimazione sì sì sì sì sì sì Epoca di taglio sì sì sì sì Modalità di raccolta e di essiccazione Tipologia di raccolta sì sì (manuale o imballatura) Essiccazione in campo sì sì sì sì sì Essiccazione artificiale sì sì sì sì ventilato freddo sì sì ventilato caldo sì sì Istituto agrario di San Michele all Adige (Trento) - Ufficio zootecnia e produzioni foraggere; Provincia autonoma di Bolzano - Centro per la sperimentazione agraria e forestale Laimburg; Dipartimento di agronomia, selvicoltura e gestione del territorio - Sezione di foraggicoltura - Università di Torino. I cinque pacchetti di dati saranno di seguito rispettivamente identificati dal nome della provincia: Aosta, Sondrio, Trento, Bolzano e Torino. I dati e i fattori presi in considerazione per l elaborazione sono sintetizzati in tabella 1. Le analisi chimiche disponibili erano: proteina grezza [PG = N totale 6,25, con il metodo Kjeldahl o con il metodo Dumas (Bolzano)]; fibra grezza Weende; NDF e ADF secondo Robertson e Van Soest (1981); ceneri in muffola a 550 C; ADL solo per i campioni di Aosta e Trento; UFL, stimate secondo l equazione empirica: UFL/kg s.s. = 0,0167 ADF (g/kg s.s.) + 1,3282 (Weiss, 1994). Parte delle analisi di alcuni pacchetti di dati (Aosta, Trento, Bolzano) sono state ottenute mediante la tecnica della spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS). I dati sono stati elaborati con l analisi della varianza (ANOVA) del programma di statistica SPSS. Per gruppi di dati con più trattamenti a confronto, la significatività è stata valutata con il test di Ryan-Einot-Gabriel-Welsch (Hochberg e Tamhane, 1987). Gestione dei prati permanenti Dall analisi dei pacchetti di dati emergono alcune informazioni riguardo a: epoca di esecuzione dei tagli, numero di tagli e tecniche agronomiche impiegate. In alcune aree dove l assistenza tecnica ha operato con l obbiettivo di migliorare le 47

2 scorte foraggere, si trovano diversi sistemi di gestione dei tagli dei prati (Tarello e Arlian, 2002). Si distingue sempre un sistema tradizionale in cui il primo taglio a fieno viene effettuato tardi nella stagione (da fine maggio a metà giugno in fondovalle) e affienato, seguito da un secondo taglio dopo giorni, sempre affienato, e da un possibile pascolamento del ricaccio autunnale. L eventuale terzo taglio dipende dalla quota altimetrica; in alcuni fondovalle a quote basse (ad esempio Sondrio) il terzo taglio a fine estate viene ancora affienato, mentre il ricaccio autunnale può essere pascolato, utilizzato per il foraggiamento verde o fasciato. In tabella 2 si riportano i sistemi di gestione dei prati valdostani in funzione dell altitudine e dell intensità di gestione. Un anticipo del primo taglio alla prima metà di maggio alle quote inferiori (< 800 m slm) permette di ottenere altri due tagli a fieno e un ricaccio pascolabile in autunno. Essendo la regione caratterizzata da piovosità estiva molto ridotta, nelle zone non coperte da sistemi di irrigazione si distingue anche un sistema estensivo in cui si esegue un solo taglio molto tardivo (oltre la metà del mese di giugno) seguito dal solo pascolamento autunnale del ricaccio. Tra i fattori di variazione dell epoca di taglio emerge anche la quota altimetrica. Nel grafico 1 viene riportata la data di utilizzazione (espressa in giorni dal gennaio) in funzione dell altitudine in Valle d Aosta. Si può osservare, innanzitutto, l estrema variabilità legata agli andamenti meteorologici stagionali e al regime di taglio praticato. Emerge comunque un interessante relazione tra l altitudine e la data di esecuzione del primo e del secondo taglio, da cui si ricava che, salendo in quota, lo sfalcio viene posticipato rispettivamente di 2,8 e di 2,5 giorni ogni 100 m. Risulta altresì evidente come il secondo taglio venga effettuato a calendario, con un intervallo di circa 2 mesi dal primo. Le rese dei prati in termini di sostanza secca sono state analizzate in funzione di alcuni fattori ambientali e agronomici. In tabella 3 è riportata la produzione le di foraggio di prati permanenti in Alto Adige in funzione dell altitudine e del numero di tagli effettuati durante la stagione vegetativa (Kasal et al., 2004). Come atteso, l altitudine, oltre a ridurre la produzione, riduce il numero dei ricacci, che passano da 3-4 ad Tabella 2 - Epoca di taglio in funzione del sistema di gestione dei prati e dell altitudine (Valle d Aosta) Date di sfalcio Pascolo au- Sistema < m 800 m m tunnale Tradizionale sì sì Intensivo Estensivo sì no Fonte: Tarello e Arlian, Il sistema intensivo permette, anticipando il primo taglio, di effettuare altri 2 tagli successivi. altitudini tra gli 800 e i m, a 2-3 tra i e m, fino a 1-2 a quote superiori. La produzione media varia da 9,5 t s.s./ha attorno agli 800 m di quota a valori inferiori alle 4 t s.s./ha a quote superiori ai m. La resa delle cotiche è anche influenzata dal regime di taglio e quindi dalla scelta di anticipare la prima utilizzazione per migliorare la qualità. In tabella 4 si riportano a titolo di esempio le produzioni di prati permanenti di fondovalle alpino in tre località, ad altitudini di 210, 750 e m (Ciotti et al., 2000; Odoardi et al., 1998; Tabacco et al., 2004). Si osserva come l anticipo del primo sfalcio (eseguito verso la fine di aprile nel sito a 210 m di quota, nella prima metà di maggio a 750 m e a inizio di giugno a m) determini una riduzione della sostanza secca Tabella 3 - Produzione di sostanza secca di prati permanenti in funzione dell altitudine (Alto Adige) Altitudine (m slm) Tagli (n./anno) Produzione , ,54 > , ,43 > , ,35 Fonte: Kasal et al., La resa/ha in sostanza secca (s.s.) diminuisce con l aumentare della quota perchè ad altitudini maggiori si riduce il numero di ricacci: da 3-4 a 800 m a 1-2 a m. Grafico 1 - Date del e 2 taglio in giorni (Valle d Aosta) Giorni (n.) (*) Altitudine (m slm) taglio 2 taglio Equazioni = Giorni taglio = 0,0283 Altitudine + 133; R2 = 0,48 Giorni 2 taglio = 0,0242 Altitudine + 197; R 2 = 0,40 (*) I giorni vengono calcolati a partire dal gennaio. Si noti la relazione tra altitudine ed epoca di taglio che viene posticipata rispettivamente per il e 2 taglio di 2,5 e 2,8 giorni a ogni aumento di quota di 100 m. Fienagione tradizionale in una malga in provincia di Sondrio. Per poter anticipare i tagli è necessario ricorrere a tecniche di fienagione più innovative come quella in 2 tempi: fieno ventilato 48

3 prodotta lmente dal prato del 13-15%. Il sistema tradizionale di fienagione prevede il taglio tardivo in epoca normale o ritardata; in questo modo il primo taglio rappresenta dal 40 al 60% della produzione le o il 100% al di sopra dei m di quota. Sfalci anticipati riducono chiaramente l incidenza del primo taglio sulla produzione. A seconda dell andamento climatico stagionale tutti i regimi di taglio possono prevedere un ulteriore utilizzazione autunnale mediante pascolamento con produzioni comprese tra 0,5 e 1,2 t s.s./ha. Per quanto riguarda l effetto della fertilizzazione di cotiche di fondovalle (Gusmeroli et al., 1994; Kasal et al., 2004), Tabella 4 - Produzione di sostanza secca in funzione dell epoca di taglio di prati permanenti asciutti di fondovalle (*) Epoca taglio Samolaco (Sondrio) (210 m slm) taglio produzione Demonte (Cuneo) (750 m slm) taglio produzione Sauze d Oulx (Torino) (1.500 m slm) taglio produzione Molto anticipata 3,1 8,7 11,8 4,7 2,9 1,4 9,0 2,8 1,8 4,6 Anticipata 4,4 8,6 13,0 4,9 2,8 1,4 9,1 4,0 1,2 5,2 Normale 5,1 8,4 13,5 6,1 2,8 1,2 10,1 4,6-4,6 Ritardata 5,1 7,3 12,4 6,8 3,6-10,4 5,4-5,4 (*) Demonte media di 4 anni; Samolaco media di 3 anni, Sauze d Oulx, media di 3 anni. Si noti come l anticipo dell epoca di taglio comporti una riduzione della sostanza secca prodotta lmente dal prato. Tabella 5 - Produzione di sostanza secca di prati permanenti in funzione della concimazione azotata (*) Dosi di azoto (kg/ha anno) produzione 3,4 5,2 6,0 2 2,9 4,0 4,8 3 2,8 3,5 4,0 4 1,8 2,0 2,0 Totale 10,9 14,6 16,8 (*) Valori medi di 5 anni di due località in provincia di Sondrio a 260 m slm. Fonte: Gusmeroli et al., La concimazione azotata aumenta la produzione /ha di sostanza secca soprattutto nei primi 2 tagli. Tabella 6 - Produzione di sostanza secca di prati permanenti in funzione di concimazione e altitudine (Alto Adige) Quota (m slm) Regime taglio (n./anno) Dosi di azoto distribuito a ogni taglio < 30 kg/ha kg/ha > 70 kg/ha produzione ,96 b 9,63 a 9,67 a ,60 c 6,76 b 7,92 a ,67 a 3,02 b Fonte: Kasal et al., La concimazione aumenta la produzione /ha di sostanza secca soprattutto alle quote più basse. in Val Chiavenna (Sondrio) a un altitudine media di 260 m slm, la concimazione azotata ha un notevole effetto sulla produttività, con incrementi rispetto al testimone non concimato del 34 e del 54% rispettivamente con applicazioni di 100 e 200 kg di azoto/ha all anno (tabella 5). In Alto Adige, con l aumento del livello di fertilizzazione organica dei prati, si osservano aumenti dei livelli produttivi annui del 39% con regimi a tre tagli (tra gli 800 e i m slm) e del 72% con regimi a due tagli, a quote comprese tra 900 e m (tabella 6). A quote superiori l efficacia della fertilizzazione sembra essere meno evidente. Qualità dei fieni La qualità media dei fieni di prato permanente essiccati in campo per i diversi tagli, suddivisa nei 5 areali studiati, è riportata in tabella 7. Non si evidenziano differenze sostanziali tra gli areali, mentre emerge una netta distinzione della qualità media nei diversi tagli. In particolare, passando dal primo al terzo si osserva un aumento del tenore in proteina da 4 (Sondrio) a 8 punti percentuali (Trento) e delle UFL/kg s.s. da 0,65 a 0,77, mentre l NDF e l ADF diminuiscono di 5-6 punti percentuali. Questi divari qualitativi tra i fieni di primo taglio e quelli di secondo e terzo sono da attribuire principalmente a due aspetti. Il primo è riconducibile all evoluzione della composizione botanica delle cotiche e alla fisiologia di crescita delle graminacee. Nel primo taglio tendono Tabella 7 - Qualità media di fieni di prato permanente di montagna essiccati in campo Analisi Sondrio Trento Aosta Bolzano Torino media dev. st. media dev. st. media dev. st. media dev. st. media dev. st. Proteina (% s.s.) 10,5 1,9 9,4 1,7 8,3 1,8 11,1 2,1 8,9 1,8 NDF (% s.s.) 61,7 5,0 64,1 4,7 61,6 4,5 58,0 4,0 64,3 5,3 ADF (% s.s.) 36,1 2,5 41,1 3,2 42,1 3,5 43,7 3,2 UFL (/kg s.s.) 0,73 0,042 0,64 0,056 0,63 0,058 0,71 0,050 0,63 0,051 Proteina (% s.s.) 13,1 1,9 12,5 2,2 11,4 1,7 14,5 2,2 11,5 2,0 2 NDF (% s.s.) 57,8 5,6 56,5 5,0 54,9 4,7 51,6 3,8 55,5 3,4 ADF (% s.s.) 34,9 2,5 36,1 3,2 38,3 3,6 35,5 3,7 UFL (/kg s.s.) 0,75 0,042 0,72 0,059 0,69 0,059 0,74 0,053 0,73 0,054 Proteina (% s.s.) 14,5 2,1 17,6 3,2 13,1 2,0 15,7 2,2 12,6 2,0 3 NDF (% s.s.) 58,1 5,1 48,8 8,6 53,6 4,3 48,9 4,7 53,5 3,7 ADF (% s.s.) 35,9 2,5 31,7 5,8 37,9 2,9 UFL (/kg s.s.) 0,73 0,041 0,79 0,097 0,70 0,049 0,76 0,055 Proteina (% s.s.) 16,0 2,0 4 NDF (% s.s.) 52,2 3,9 ADF (% s.s.) 33,6 2,8 UFL (/kg s.s.) 0,77 0,046 La qualità dei fieni migliora passando dal al 3 sfalcio con l aumento del contenuto di proteina e UFL. La frammentazione fondiaria e la pendenza dei prati di montagna richiedono un elevato impiego di manodopera 49

4 a prevalere le graminacee (tabella 8), che svolgono il ciclo riproduttivo con produzione di elevate quantità di sostanza secca, ma con forte scadimento qualitativo, soprattutto dopo l inizio della fase di spigatura. Gli sfalci estivi vedono un aumento del contributo specifico delle leguminose, che arricchisce il tenore proteico del foraggio. Un ulteriore miglioramento della qualità si verifica anche grazie alle graminacee, che generalmente non sono rifiorenti e quindi sono più fogliose. Il secondo fattore è legato all andamento meteorologico, che costringe a ritardare il primo intervento, con un conseguente scadimento qualitativo dell erba già allo sfalcio. Le condizioni meteorologiche avverse possono inoltre rallentare il processo di essiccazione, incrementando notevolmente le perdite sia produttive, sia qualitative. In tabella 9 è riportata la composizione floristica di prati permanenti di fondovalle in Provincia di Sondrio in funzione della concimazione minerale azotata e fosfatica (Gusmeroli et al., 1994). Anche in questi casi la percentuale di leguminose aumenta dal primo al secondo taglio, ma, come noto, il valore assoluto dipende dal livello di concimazione azotata. Infatti le leguminose rappresentano dal 12,1 al 19,9% nelle tesi con concimazione azotata compresa tra 0 e 100 kg/ha e dal 3,5 al 6,3% nelle tesi più concimate (200 kg azoto/ha). Tabella 8 - Composizione floristica nei diversi tagli (*) Graminacee (%) Leguminose (%) Altre (%) 59,2 13,8 26,9 2 51,9 21,2 26,9 3 50,3 24,8 24,8 (*) I dati si riferiscono a 3 prati permanenti asciutti di fondovalle: Demonte (Cuneo), 750 m slm, valori medi di 3 anni, concimazione organica con letame maturo 30 t/ha. Il peso delle graminacee nella composizione del fieno diminuisce passando dal al 3 sfalcio, mentre aumenta quello delle leguminose, migliorando la qualità del foraggio. Le caratteristiche qualitative del quarto taglio, eseguito comunemente solo nelle aree di fondovalle ad altitudini inferiori ai 500 m, quali quelle della Valtellina (Sondrio), risultano abbastanza simili a quelle del terzo taglio eseguito in Trentino. Sulla base di quanto appena detto circa l evoluzione della qualità con il taglio, è da segnalare che in questa regione il terzo taglio è l ultimo raccolto. Diverso è invece il caso del fondovalle valdostano, dove spesso al terzo taglio segue un pascolamento autunnale. In Valle d Aosta la qualità media del fieno di terzo taglio è simile a quella dei corrispondenti fieni di Sondrio. La maggiore qualità dei foraggi prodotti in Alto-Adige potrebbe essere in parte attribuita all altitudine media più elevata dei prati e alla tendenza ad anticipare pur di poco l epoca di sfalcio. Un ulteriore vantaggio dell azienda media altoatesina riguarda il numero di appezzamenti ridotto (attraverso il maso chiuso) e le parcelle più grandi. Per quanto riguarda la variazione dei parametri qualitativi, il 50% dei fieni di primo taglio presenta una proteina media tra il 9 e l 11% della sostanza secca e solo pochi valori superano il 15%. I picchi estremi raggiungono il 20% di proteina grezza, ma sono percentualmente irrilevanti (5-6 su analisi). Il 20% dei campioni possiede valori compresi tra il 12 e il 15% della sostanza secca, a indicare che, in determinate condizioni, è possibile ottenere fieni di qualità anche al primo taglio. Questi valori sono confermati dal contenuto in NDF, che nel 50% dei fieni di primo taglio mostra valori compresi tra il 59 e il 63%. Nei raccolti successivi la qualità, come già evidenziato, cresce, pur esistendo un ampia variabilità in Andanatrice in azione su prato affienato in modo tradizionale entrambi i parametri. Va rimarcato che i fieni caratterizzati dai valori più elevati di NDF e più bassi di proteina sono spesso quelli che hanno preso pioggia durante la fase di essiccazione in campo. Epoca di raccolta Lo stadio vegetativo ha una notevole influenza sul valore nutritivo dei foraggi prativi. Quanto più precoce è la raccolta tanto più l erba è ricca in proteine, povera in componenti fibrose (soprattutto in lignina), digeribile, ad alto valore nutritivo (Borreani e Tabacco, 2003). A titolo di esempio, nel grafico 2 si riporta l evoluzione della proteina grezza e dell ADF nell erba durante il primo ciclo di sviluppo, valutata in alcuni ambienti dell arco alpino a diverse altitudini (Ciotti et al., 2000; Tabacco et al., 2004; Kasal, comunicazione personale). Traspare come il decadimento qualitativo è fortemente influenzato dal momento di taglio e si verifica con le stesse modalità alle diverse quote, ma traslato nel tempo, perché legato a un ritardo medio nell inizio della stagione vegetativa di circa 3,5 giorni ogni 100 m di dislivello. Per contro, ai vantaggi qualitativi ottenibili con l anticipo dell epoca di sfalcio corrispondono minori produzioni per ettaro e un basso contenuto di sostanza secca del foraggio verde. Questo fa sì che nella pratica aziendale si tenda a raccogliere tardivamente, sia per massimizzare le rese di sostanza secca, sia per ridurre l umidità dell erba, che rallenta moltissimo il processo di essiccazione (Borreani et al., 1999). Nel primo taglio, il posticipo della raccolta è dovuto anche alla necessità di attendere momenti meteorologicamente più propizi per l essiccazione. Dai dati raccolti in Provincia di Trento Tabella 9 - Composizione floristica di prati permanenti asciutti di fondovalle in funzione della concimazione azotata (Sondrio) Azoto (kg/ha) gram. legum. altre gram. legum. altre gram. legum. altre (%) (%) (%) (%) (%) (%) (%) (%) (%) 38,8 13,4 47,8 52,0 13,1 35,0 70,9 3,5 25,6 2 27,8 19,9 52,3 44,4 16,0 39,6 70,4 4,3 25,3 3 20,4 17,1 62,4 34,8 13,3 51,9 53,0 5,0 42,0 4 20,5 12,3 67,2 29,5 12,1 58,4 45,7 6,3 48,1 (*) I dati si riferiscono a Ardenno (Sondrio), 260 m slm e risultano dalla media dei valori di 5 anni. Fonte: Gusmeroli et al., Dosi abbondanti di azoto riducono la presenza delle leguminose. 50

5 Grafico 2 - Contenuto in proteina grezza e ADF nel primo ciclo di sviluppo in prati di montagna (*) Proteina grezza (% s.s.) Proteina grezza apr. 24 apr. 14 mag. 3 giu. Samolaco (SO) 210 m slm ADF (% s.s.) giu 13 lug 4 apr. 24 apr. 14 mag. 3 giu. 23 giu 13 lug Stagione vegetativa Demonte (TO) 750 m slm Sauze d Oulx (TO) m slm ADF Teodone (BZ) 850 m slm Selva Gardena (BZ) m slm (*) Quote da 210 a m slm. Il contenuto in proteina grezza e quindi la qualità del foraggio diminuisce con l avanzare dell epoca di taglio indipendentemente dalla quota Tabella 10 - Qualità dei fieni tradizionali di primo e secondo taglio essiccati artificialmente (Trento) (*) Fieno tradizionale Fieno ventilato Significatività Epoca di taglio Analisi essiccazionzione intera- anticipatvpatva tardi- antici- tardi- epoca media media Proteina (% s.s.) 9,2a 9,5 ab 9,2 a 12,5 d 10,2 c 9,9 bc *** *** *** NDF (% s.s.) 62,9 ab 63,7 bc 65,1 d 61,0 a 63,0 b 65,0 cd n.s. *** n.s. ADF (% s.s.) 39,6 ab 40,8 bc 42,1 d 36,7 a 40,1 b 41,4 cd *** *** n.s. Proteina (% s.s.) 13,5 bc 12,5 a 12,6 ab 14,4 c 13,2 bc 11,9 a n.s. * n.s. 2 NDF (% s.s.) 57,2 56,5 56,4 58,3 56,5 58,7 n.s. n.s. n.s. ADF (% s.s.) 37,4 36,1 35,4 34,8 35,4 40,6 n.s. n.s. n.s. (*) Sono stati considerati campioni; anni: n.s., non significativo; * P <0,05; ** P <0,01; *** P <0,001. L anticipo del taglio migliora la qualità del foraggio (aumenta il contenuto proteico) solo se accompagnato dalla fienagione in 2 tempi: fieno ventilato. Sfalcio con falciacondizionatrice è possibile evidenziare l effetto dell epoca di esecuzione del primo e del secondo taglio sulla qualità dei fieni ottenuti con la fienagione tradizionale e in quella a due tempi: fieni ventilati (tabella 10). La fienagione tradizionale non è in grado di valorizzare l anticipo del taglio. I valori medi di proteina nelle tre epoche di taglio non risultano infatti significativamente diversi e le componenti fibrose (NDF e ADF), benché statisticamente superiori nell epoca tardiva, sono pressoché equivalenti in termini numerici. L anticipo invece, insieme all essiccazione in due tempi, è in grado di valorizzare il miglioramento qualitativo ottenibile attraverso l anticipo dell epoca di taglio. La proteina grezza risulta superiore di 3 punti (35% in più) e l ADF inferiore di 5,5 punti (13% in meno), mentre con il taglio tardivo l incremento è molto esiguo o talvolta nullo. Un ulteriore approfondimento dell analisi delle concentrazioni di proteina grezza dei campioni di fieno essiccato in pieno campo evidenziano una distribuzione dei valori più ampia nella seconda epoca, dove passano dal 5,0 al 17,7% della s.s., mentre nella terza epoca variano dal 6,0 al 13,7%. Questo indica che l anticipo del taglio in alcune condizioni permetterebbe di ottenere dei fieni migliori, grazie alla maggiore qualità dell erba, ma nella realtà si ottengono talvolta anche dei prodotti peggiori per il maggior rischio meteorologico insito nell anticipo. Fienagione tradizionale e in due tempi a confronto Dai fieni della Valle d Aosta emerge che la fienagione in due tempi permet- 51

6 Tabella 11 - Qualità dei fieni essiccati tradizionalmente e artificialmente (Valle d Aosta) (*) Analisi Fieno tradizionale Fieno ventilato Significatività Proteina (% s.s.) 8,3 9,6 *** NDF (% s.s.) 61,6 58,0 *** ADF (% s.s.) 42,1 40,1 *** UFL (/kg s.s.) 0,63 0,66 ** Proteina (% s.s.) 11,4 13,1 *** 2 NDF (% s.s.) 54,9 50,5 *** ADF (% s.s.) 38,3 37,3 ** UFL (/kg s.s.) 0,69 0,71 n.s. Proteina (% s.s.) 13,1 14,0 n.s. 3 NDF (% s.s.) 53,6 48,9 * ADF (% s.s.) 37,9 37,4 n.s. UFL (/kg s.s.) 0,70 0,71 n.s. Proteina (% s.s.) 16,7 4 NDF (% s.s.) 43,3 ADF (% s.s.) 33,7 UFL (/kg s.s.) 0,77 n.s., non significativo; * P < 0,05; ** P < 0,01; *** P < 0,001. (*) Sono stati considerati campioni; anni di riferimento La fienagione ventilata migliora il contenuto proteico soprattutto del e 2 taglio. te un aumento del tenore in proteina dei foraggi (tabella 11). L incremento si ha soprattutto nel primo e secondo taglio, dove un periodo più breve di permanenza in campo attenua il rischio meteorologico. Il miglioramento della componente proteica varia mediamente da 1,3 a 1,7 punti percentuali sulla sostanza secca. Inoltre la fienagione ventilata permette di conservare con successo l ultimo taglio autunnale, fornendo prodotti di qualità eccezionale (16,7% di proteina e 33,7% di ADF) da ricacci altrimenti non utilizzabili se non con il pascolamento o il foraggiamento verde. Tali miglioramenti qualitativi di sicuro non giustificano, di per sé, l adozione di questo metodo di conservazione, se non abbinato a un anticipo dell epoca di taglio. Infatti solo l anticipo può garantire un erba al taglio di elevata qualità da preservare fino alla bocca dell animale. Analizzando la distribuzione dei tenori proteici in funzione dell epoca del primo taglio si evince come i fieni anticipati risultino decisamente più proteici, con una distribuzione molto simile tra le epoche. Al riguardo va puntualizzato che la percentuale di campioni di fieno falciati in epoca anticipata e raccolti con la fienagione in due tempi equivale al 16% del totale (72 su 444), rispetto al 3% della fienagione tradizionale. Infine, dal pacchetto di dati del Trentino si possono ricavare anche alcune informazioni riguardanti la ventilazione Tabella 12 - Qualità dei fieni essiccati artificialmente mediante aria fredda e calda (Trento) (*) 2 Ventilato freddo Ventilato caldo Significatività Analisi Epoca di taglio essiccazionrazione inte- epoca anticipata media anticipata media Proteina (% s.s.) 12,3 10,1 13,1 11,2 ** *** n.s. NDF (% s.s.) 61,0 63,1 61,1 61,6 n.s. n.s. n.s. ADF (% s.s.) 37,2 40,3 33,9 36,0 *** * n.s. Proteina (% s.s.) 13,7 13,1 15,8 15,2 *** n.s. n.s. NDF (% s.s.) 57,3 56,5 60,2 56,0 n.s. * n.s. ADF (% s.s.) 34,9 35,8 33,7 30,0 n.s. n.s. n.s. (*) Sono stati considerati 608 campioni; anni di riferimento n.s., non significativo; * P < 0,05; ** P < 0,01; *** P < 0,001. Il confronto tra ventilazione a freddo e a caldo evidenzia come la qualità del foraggio (contenuto in proteina) migliori notevolmente con la ventilazione a caldo. con aria fredda o calda nei primi due tagli (tabella 12). A fronte di maggiori costi, la ventilazione a caldo permette di ottenere fieni più pregiati. Il contenuto in proteina grezza è risultato superiore tanto nel primo (+7 e +11%), quanto nel secondo taglio (+15%), mentre l ADF si è mostrato significativamente inferiore solo nel primo sfalcio. Conclusioni La qualità media dei fieni di primo taglio ottenuti con la fienagione tradizionale è risultata bassa in tutti gli ambienti considerati dell arco alpino. Per salvaguardare la redditività delle aziende zootecniche e mantenere la tipicità dei prodotti caseari di montagna diventa strategico mettere a punto un cantiere di raccolta e conservazione che permetta di valorizzare al meglio questa importante risorsa foraggera, soprattutto nel primo taglio che in questo ambiente rappresenta oltre il 50% della produzione. A questo scopo l anticipo del taglio potrebbe rappresentare uno strumento utile per migliorare la qualità dei foraggi raccolti, ma solamente se abbinato a un azione estesa all intero sistema: dal taglio alla bocca dell animale. Altrimenti, come dimostra l esperienza pratica, i risultati possono essere talvolta anche inferiori a quelli della fienagione in epoca tardiva, per il maggior rischio meteorologico che comporta l anticipo. Una migliore organizzazione del cantiere di raccolta, oltre alla scelta del momento più opportuno per il taglio, passa anche attraverso l utilizzo dei mezzi meccanici più adatti a ridurre al minimo le perdite di sostanza secca e la permanenza del foraggio in campo. Giorgio Borreani, Ernesto Tabacco Dipartimento di agronomia, selvicoltura e gestione del territorio Università di Torino giorgio.borreani@unito.it Piero Blanc Regione autonoma Valle d Aosta Assessorato agricoltura risorse naturali e protezione civile Laboratorio servizio sviluppo delle produzioni agroalimentari Fausto Gusmeroli Giampaolo Della Marianna Fondazione Fojanini di studi superiori Sondrio Angelo Pecile Istituto agrario di San Michele all Adige (Trento) Ufficio zootecnia e produzioni foraggere Andreas Kasal, Elmar Stimpfl Provincia autonoma di Bolzano Centro per la sperimentazione agraria e forestale Laimburg Cristina Tarello, Diego Arlian Institut agricole régional Aosta Gli autori ringraziano Francesco Alluvione per l aiuto durante l elaborazione di parte dei dati; l Associazione provinciale allevatori di Sondrio per aver gentilmente raccolto e fornito parte dei dati relativi alla Provincia di Sondrio. Per la Regione autonoma Valle d Aosta hanno partecipato alla raccolta in campo dei campioni e dei relativi dati agronomici: Institut agricole régional - Settore agronomia - attività di ricerca sulle risorse foraggere montane; Anaborava (Associazione nazionale allevatori bovini razza valdostana) - Piani di lotta all ipofertilità e alla mastite bovina; Direzione servizi di sviluppo agricolo, viticoltura e agriturismo - Uffici periferici di zona - Assistenza tecnica alle aziende; Medici veterinari - Attività di consulenza aziendale. Il lavoro è da attribuirsi in parti uguali agli autori. L elaborazione dei dati è stata curata da Giorgio Borreani ed Ernesto Tabacco. La bibliografia verrà pubblicata negli estratti. 52

7 BIBLIOGRAFIA Borreani G., Ciotti A., Tabacco E. (1999) - Il preappassimento del loglio italico: problemi colturali e operativi. L Informatore Agrario, 55 (19): Borreani G., Tabacco E. (2003) - Evoluzione della qualità del foraggio di prato naturale alpino. Atti XXXV Convegno Società Italiana Agronomia, settembre 2003, Napoli: Ciotti A., Borreani G., Tabacco E., Della Marianna G.P., Gusmeroli F. (2000) - L introduzione dell insilamento dell erba in vallate alpine e suoi riflessi sull evoluzione dei sistemi foraggeri locali. Rivista di Agronomia, 34, 1 Suppl.: Fezzi F., Pecile A., Venturelli M.B. (1993) - L essiccazione artificiale dei foraggi: risultati di un indagine in provincia di Trento. Esat, Trento, pp. 36. Gusmeroli F., Gianoncelli C., Della Marianna G.P. (1994) - Il recupero di cotiche erbose degradate in ambiente di fondovalle alpino. Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio, pp. 75. Hochberg Y., Tamhane A.C. (1987) - Multiple comparison procedures. John Wiley and Sons, N.Y. Kasal A., Zelli E., Cassar A., Mair V., Dallagiacoma E. (2004) - Futterertrag auf Naturwiesen in Sütirol. Laimburg Journal, 1 (1): Odoardi M., Gusmeroli F., Della Marianna G.P., Rosafio M.C., Paoletti R. (1998) - Production et qualité du fourrage vert et enrubanné d une prairie naturelle subalpine selon le stade de fauche. Fourrages, 156: Robertson J.B., van Soest P.J. (1981) - The detergent system of analysis and its application to human foods. : In: James W.P.T., Theander O. (eds.), The Analysis of Dietary Fibre in Food. Marcel Dekker, N.Y. Tarello C., Arlian D. (2002) - Consigli pratici per un fieno d autore. Professione Allevatore, 19 (5): Tabacco E., Borreani G., Giaccone D., Contestabile G. (2004) - Realizzazione del fieno-silo per la valorizzazione delle risorse prative alpine e la produzione di formaggi di qualità. Parte I. Epoca di taglio, tipologia e qualità di conservazione dei foraggi. Quaderni della Regione Piemonte, Anno VIII, 43: Weiss W.P. (1994) - Estimation of digestibility of forages by laboratory methods. In Forage Quality, Evaluation and Utilization. ASA, CSSA, SSSA, Madison, WI, Usa:

Erbai di foraggere e cereali autunno-vernini: tecniche di raccolta e insilamento

Erbai di foraggere e cereali autunno-vernini: tecniche di raccolta e insilamento Obbiettivo qualità dei foraggi e insilati - Padova 26 febbraio 2014 Erbai di foraggere e cereali autunno-vernini: tecniche di raccolta e insilamento Giorgio Borreani ed Ernesto Tabacco Dip. di Scienze

Dettagli

Sistemi foraggeri dinamici e cantieri di raccolta e conservazione Borreani G., Comino L., Tabacco E.

Sistemi foraggeri dinamici e cantieri di raccolta e conservazione Borreani G., Comino L., Tabacco E. Sistemi foraggeri dinamici e cantieri di raccolta e conservazione Borreani G., Comino L., Tabacco E. Dip. Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) Università degli Studi di Torino Prezzo ( /t)

Dettagli

Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano.

Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano. Gestione e valorizzazione delle risorse foraggere in ambiente montano. Daniele Giaccone Associazione Regionale Allevatori del Piemonte L ambiente montano ha un valore aggiunto? L alimentazione svolge un

Dettagli

Piani foraggeri alla luce della nuova PAC

Piani foraggeri alla luce della nuova PAC 70^ FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE 31 OTTOBRE 2015 Piani foraggeri alla luce della nuova PAC Giorgio Borreani Dip. Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) Università degli Studi di Torino

Dettagli

Le proposte di assistenza tecnica per la valorizzazione del allevamento della Piemontese

Le proposte di assistenza tecnica per la valorizzazione del allevamento della Piemontese L allevamento semibrado della razza Piemontese: un allevamento ecosostenibile Asti, 14 novembre 215 Le proposte di assistenza tecnica per la valorizzazione del allevamento della Piemontese Daniele Giaccone

Dettagli

Agricoltura sostenibile: Tutela ed uso dell acqua in agricoltura

Agricoltura sostenibile: Tutela ed uso dell acqua in agricoltura Agricoltura sostenibile: Tutela ed uso dell acqua in agricoltura Salvaguardia e valorizzazione del prato stabile irriguo in area Parmigiano- Reggiano attraverso l'ottimizzazione della risorsa idrica e

Dettagli

Prati e pascoli Tecniche delle produzioni agrarie G. Ducco. Prati pascoli. Le bestie e l erba

Prati e pascoli Tecniche delle produzioni agrarie G. Ducco. Prati pascoli. Le bestie e l erba Prati pascoli Le bestie e l erba 1 I foraggi: Prodotti vegetali non utilizzabili per l alimentazione dell uomo né per uso industriali Adatti all alimentazione di animali domestici erbivori 2 Superfici

Dettagli

Trifoglio alessandrino

Trifoglio alessandrino Trifoglio alessandrino (Trifolium alexandrinum L.) [Caratteristiche generali Adattamento ambientale - Tecnica colturale Profilo qualitativo Gestione della coltura] Nome comune: Trifoglio alessandrino Berseem

Dettagli

il sorgo da biomassa e la barbabietola metanigena: il loro impiego nella digestione anaerobica

il sorgo da biomassa e la barbabietola metanigena: il loro impiego nella digestione anaerobica il sorgo da biomassa e la barbabietola metanigena: il loro impiego nella digestione anaerobica Prof. R. Giovanardi Dott. M. Sandonà Conselve (PD) 9 ottobre 2012 PREMESSA La veloce evoluzione del comparto

Dettagli

Progetto Mi.P.A.F. AREA PADANA : The Dairyland

Progetto Mi.P.A.F. AREA PADANA : The Dairyland Progetto Mi.P.A.F. Scenari di Adattamento dell Agricoltura Italiana ai Cambiamenti Climatici: AGROSCENARI Benvenuti AREA PADANA : The Dairyland Piacenza 15/01/2010 Facoltà di Agraria Università Cattolica

Dettagli

Doppi raccolti, opportunità per produrre più energia latte

Doppi raccolti, opportunità per produrre più energia latte ALIMENTAZIONE EFFETTO DELLA ROTAZIONE E DELLE DOPPIE COLTURE SU RESA PRODUTTIVA E UFL Doppi raccolti, opportunità per produrre più energia latte L agronomia deve tornare al servizio della zootecnia e la

Dettagli

IL PRATO STABILE IRRIGUO: Una risorsa da valorizzare. L irrigazione e la fertilizzazione azotata, due elementi chiave nel futuro dei prati

IL PRATO STABILE IRRIGUO: Una risorsa da valorizzare. L irrigazione e la fertilizzazione azotata, due elementi chiave nel futuro dei prati IL PRATO STABILE IRRIGUO: Una risorsa da valorizzare L irrigazione e la fertilizzazione azotata, due elementi chiave nel futuro dei prati Basilicanova, 13 marzo 2008 I prati stabili irrigui: importanza

Dettagli

Risultati della Ricerca

Risultati della Ricerca Risultati della Ricerca Titolo Modelli foraggeri per l allevamento bufalino Descrizione estesa del risultato A. Le colture considerate in irriguo erano: modelli autunno-vernini (medica, loiessa, orzo e

Dettagli

L uso del compost nei sistemi agrari estensivi: primi risultati sperimentali

L uso del compost nei sistemi agrari estensivi: primi risultati sperimentali Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura COMPOST E AGRICOLTURA - Olmedo 4 novembre 2016 L uso del compost nei sistemi agrari estensivi: primi risultati sperimentali Lorenzo Salis - Maria Sitzia

Dettagli

L INTEGRAZIONE ALIMENTARE DELLE BOVINE DA LATTE IN ALPEGGIO: FABBISOGNI E RISPOSTE ANIMALI. A. Tamburini e S. Colombini

L INTEGRAZIONE ALIMENTARE DELLE BOVINE DA LATTE IN ALPEGGIO: FABBISOGNI E RISPOSTE ANIMALI. A. Tamburini e S. Colombini L INTEGRAZIONE ALIMENTARE DELLE BOVINE DA LATTE IN ALPEGGIO: FABBISOGNI E RISPOSTE ANIMALI A. Tamburini e S. Colombini Problematiche alimentari di bovine da latte al pascolo Bovine ad elevata Genealogia

Dettagli

Foraggicoltura di precisione per la filiera del Parmigiano-Reggiano

Foraggicoltura di precisione per la filiera del Parmigiano-Reggiano Foraggicoltura di precisione per la filiera del Parmigiano-Reggiano Maria Teresa Pacchioli Fabrizio Ruozzi Roberto Davolio CRPA - Reggio Emilia Convegno Qualità del prodotto e dei processi produttivi nella

Dettagli

Un po di sorgo per interrompere la monosuccessione di mais negli allevamenti zootecnici

Un po di sorgo per interrompere la monosuccessione di mais negli allevamenti zootecnici Parte la difesa integrata obbligatoria (Direttiva CE 128/09): La sperimentazione a supporto delle aziende agricole 19-02 02-20142014 Un po di sorgo per interrompere la monosuccessione di mais negli allevamenti

Dettagli

Risultati della Ricerca

Risultati della Ricerca Titolo Sistemi alimentari e qualità della mozzarella di bufala Risultati della Ricerca Descrizione estesa del risultato I dati relativi alla composizione fisico-chimica hanno evidenziato, per il periodo

Dettagli

Loiessa. (Lolium multiflorum Lam.) [Caratteristiche generali Adattamento ambientale - Tecnica colturale Profilo qualitativo Gestione della coltura]

Loiessa. (Lolium multiflorum Lam.) [Caratteristiche generali Adattamento ambientale - Tecnica colturale Profilo qualitativo Gestione della coltura] (Lolium multiflorum Lam.) [Caratteristiche generali Adattamento ambientale - Tecnica colturale Profilo qualitativo Gestione della coltura] Nome comune: Loiessa, Loietto italico Italian ryegrass (Inglese),

Dettagli

Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto

Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto La stima dei carichi azotati di origine agricola derivanti dagli apporti delle concimazioni organiche e minerali

Dettagli

Silomais e sorgo, conoscere per scegliere nel segno della massima redditività agronomica

Silomais e sorgo, conoscere per scegliere nel segno della massima redditività agronomica Obbiettivo qualità dei foraggi e insilati - Padova 26 febbraio 2014 Silomais e sorgo, conoscere per scegliere nel segno della massima redditività agronomica Giorgio Borreani ed Ernesto Tabacco Dip. di

Dettagli

Il sorgo nella razione di vacche da latte: Esperienze pratiche negli allevamenti del Veneto

Il sorgo nella razione di vacche da latte: Esperienze pratiche negli allevamenti del Veneto Il sorgo nella razione di vacche da latte: Esperienze pratiche negli allevamenti del Veneto Paolo Paparella Associazione Provinciale Allevatori di Padova Approccio Multisettoriale Strutturali Superficie,

Dettagli

CALCOLO DI UNA RAZIONE PER BOVINE DA LATTE. Esempio di calcolo considerando alcuni alimenti tipo e fabbisogni da tabelle

CALCOLO DI UNA RAZIONE PER BOVINE DA LATTE. Esempio di calcolo considerando alcuni alimenti tipo e fabbisogni da tabelle CALCOLO DI UNA RAZIONE PER BOVINE DA LATTE Esempio di calcolo considerando alcuni alimenti tipo e fabbisogni da tabelle Marcello mundula 2016 TIPOLOGIA DI ANIMALI ALLEVATI Allevamento di bovine da latte

Dettagli

L allevamento ovino da latte.una finestra sul mondo

L allevamento ovino da latte.una finestra sul mondo Guspini 29 maggio 2016 L allevamento ovino da latte.una finestra sul mondo Maria Sitzia Servizio per la Ricerca in Zootecnia 0% 14% 44% 30% 48% 51% Numero totale di ovini da latte allevati nel mondo e

Dettagli

Triticale. Triticum secalotriticum saratoviense meister

Triticale. Triticum secalotriticum saratoviense meister Triticale Triticum secalotriticum saratoviense meister Triticale (Triticum secalotriticum saratoviense meister) È un ibrido intergenerico ottenuto attraverso l ibridazione tra il frumento (Triticum) e

Dettagli

ESERCITAZIONE DI AGRONOMIA. Piano di concimazione

ESERCITAZIONE DI AGRONOMIA. Piano di concimazione ESERCITAZIONE DI AGRONOMIA Piano di concimazione 22 maggio 2012 Introduzione Piano di concimazione N, P 2 O 5 e K 2 O Quanto sarà presentato è stato sviluppato basandosi sulle linee guida previste dal

Dettagli

Regione Piemonte Azione 214.3/1 Provincia/Comunità Montana Assessorato Agricoltura, Tutela della fauna e della flora

Regione Piemonte Azione 214.3/1 Provincia/Comunità Montana Assessorato Agricoltura, Tutela della fauna e della flora Regione Piemonte Azione 214.3/1 Provincia/Comunità Montana. REGOLAMENTO (CE) 1698/2005 PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013: AZIONI AGROAMBIENTALI Azione 214.3 Incremento del carbonio organico del suolo

Dettagli

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA AREA 1 Grotticelle di Monticchio Dott.ssa DI TORO Maria Dott. LANGERANO Antonio 31 Marzo 2010 Il S.I.C. Grotticelle di Monticchio, da un punto di

Dettagli

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. MAIS Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

Gestione della fertilizzazione nel sistema colturale mais-loiessa (WP2)

Gestione della fertilizzazione nel sistema colturale mais-loiessa (WP2) Seminario IDRISK Gestione della fertilizzazione nel sistema colturale mais-loiessa (WP2) Giovanna Seddaiu, Pasquale Arca, Chiara Cappai, Clara Demurtas, Luca Gennaro, Roberto Lai, Luigi Ledda, Salvatore

Dettagli

Indicatori agro ecologici: bilancio dell azoto. Mattia Fumagalli

Indicatori agro ecologici: bilancio dell azoto. Mattia Fumagalli Indicatori agro ecologici: bilancio dell azoto Mattia Fumagalli Bilancio dell azoto Valutare la gestione dell azoto di una realtà aziendale Capire come l attività agricola inserita in un determinato contesto

Dettagli

Tecniche di insilamento ottimali e sottoprodotti

Tecniche di insilamento ottimali e sottoprodotti 11 INFOBiogas Palaexpo, Verona 11 marzo 2015 Tecniche di insilamento ottimali e sottoprodotti Giorgio Borreani Dip. di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) Università degli Studi di Torino

Dettagli

Tecniche colturali biologiche a confronto. Le tecniche a confronto

Tecniche colturali biologiche a confronto. Le tecniche a confronto Tecniche colturali biologiche a confronto Le tecniche a confronto 1 Obiettivi sostenibilità agronomica dei sistemi colturali erbacei biologici sostenibilità aziende biologiche senza allevamento qualità

Dettagli

LA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI IN VALLE D AOSTA

LA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI IN VALLE D AOSTA Assessorato delle Attività Produttive e Politiche del Lavoro Assessorat des Activités Productives et des Politiques du Travail Dipartimento delle Politiche del Lavoro Servizio Osservatorio Economico e

Dettagli

CONSISTENZE E PRESTAZIONI PRODUTTIVE.

CONSISTENZE E PRESTAZIONI PRODUTTIVE. CONSISTENZE E PRESTAZIONI PRODUTTIVE. Nonostante la difficile situazione in cui versa la zootecnia italiana, la PRI si sta ulteriormente diffondendo all esterno dell areale originario (Tabella 1); attualmente

Dettagli

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Monte Vulture

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Monte Vulture RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA AREA 1 Monte Vulture Dott.ssa DI TORO Maria Dott. LANGERANO Antonio 31 Marzo 2010 Nel S.I.C Monte Vulture, per la sua orografia, è praticata un

Dettagli

Le colture di interesse zootecnico

Le colture di interesse zootecnico Le colture di interesse zootecnico Modulo di sistemi foraggeri Andrea Onofri February 28, 2011 1 Peculiarità Contents 1 Prospettiva di studio 1 2 Classificazione specie 2 3 Classificazione delle colture

Dettagli

Risultati della Ricerca

Risultati della Ricerca Risultati della Ricerca Titolo Modelli alimentari alternativi sostenibili per UNIFEED Descrizione estesa del risultato A. La dieta basata sull insilato di sorgo potrebbe essere adottata nelle bufale in

Dettagli

ERSAT Servizio circondariale di Sassari Settore assistenza tecnica

ERSAT Servizio circondariale di Sassari Settore assistenza tecnica ERSAT Servizio circondariale di Sassari Settore assistenza tecnica Scheda tecnica per l impiego della Medica polimorfa Foto 1: Reinsediamento di medica polimorfa Anglona nell autunno successivo a quello

Dettagli

Perché si avvicendano le colture (1)

Perché si avvicendano le colture (1) SISTEMI COLTURALI SISTEMI COLTURALI Differente combinazione nello spazio e nel tempo delle diverse colture, ognuna con i proprii itinerari tecnici Tipi di base: Sistemi monocolturali Sistemi policolturali

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli

CREMONA - 5 NOVEMBRE 2008 VALUTAZIONE DEI FORAGGI LOMBARDI ANALISI CHIMICHE E NIR

CREMONA - 5 NOVEMBRE 2008 VALUTAZIONE DEI FORAGGI LOMBARDI ANALISI CHIMICHE E NIR Laboratorio Agroalimentare CREMONA - 5 NOVEMBRE 2008 VALUTAZIONE DEI FORAGGI LOMBARDI ANALISI CHIMICHE E NIR Dott. Nicoletta Rizzi LE ANALISI CHIMICHE Accreditate Sinal Umidità Proteine Sostanze grasse

Dettagli

Il latte biologico italiano: analisi del contesto e indicazioni per la crescita Bologna, 2 febbraio 2016

Il latte biologico italiano: analisi del contesto e indicazioni per la crescita Bologna, 2 febbraio 2016 Il latte biologico italiano: analisi del contesto e indicazioni per la crescita Bologna, 2 febbraio 2016 Itinerari tecnici e valutazione della fattibilità per la conversione di allevamenti di bovini da

Dettagli

IL SORGO DI KWS 1) IL SORGO CRESCE: COLTURA SOSTENIBILE PER COLTIVAZIONI A BASSO INPUT COLTURALE

IL SORGO DI KWS 1) IL SORGO CRESCE: COLTURA SOSTENIBILE PER COLTIVAZIONI A BASSO INPUT COLTURALE IL SORGO DI KWS 1) IL SORGO CRESCE: COLTURA SOSTENIBILE PER COLTIVAZIONI A BASSO INPUT COLTURALE Come produrre la massima energia per ettaro Come produrre un buon sorgo Gli ibridi KWS per il 2014 COME

Dettagli

Diete ad elevata degradabilità della fibra per bovine da latte ad alta produzione.

Diete ad elevata degradabilità della fibra per bovine da latte ad alta produzione. Diete ad elevata degradabilità della fibra per bovine da latte ad alta produzione. Mauro Spanghero Dipartimento di Scienze Animali Università di Udine Valore energetico NDF + Degradabilita NDF Ingestione

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE FINOCCHIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Uno dei principali ostacoli

Uno dei principali ostacoli Dieta con meno azoto risparmio e minor impatto Riducendo il contenuto proteico con la sostituzione totale o parziale della soia l alimentazione è più cara ma diminuiscono i costi di spandimento dei liquami

Dettagli

Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici

Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici Valorizzazione dell analisi degli acidi grassi attraverso il MIR: esempi di alcuni casi pratici Andrea Revello Chion Daniele Giaccone Giorgio Borreani, Mauro Coppa, Ernesto Tabacco Lattiero caseari e acidi

Dettagli

Produttività e composizione dell erba medica

Produttività e composizione dell erba medica CARATTERISTICHE DEGLI SFALCI E DEI FORAGGI Produttività e composizione dell erba medica Momento ottimale di sfalcio è lo stadio di inizio fioritura, quando si raggiunge un buon compromesso tra la quantità

Dettagli

Potenzialità produttive del sorgo da fibra nel Meridione

Potenzialità produttive del sorgo da fibra nel Meridione Potenzialità produttive del sorgo da fibra nel Meridione Mastrorilli M. 180 Pioggia 150 ETo mm 120 90 deficit idrico 60 30 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic EIMA 2012 Bologna, 7-11 Novembre

Dettagli

ANTZA FONDAZIONE BONFIGLIO TESI

ANTZA FONDAZIONE BONFIGLIO TESI ANTZA FONDAZIONE BONFIGLIO TESI INFLUENZA DELL EPOCA DI SEMINA SULLA PRODUTTIVITA DELLA BIETOLA A SEMINA AUTUNNALE. RISULTATI DI UN ANNO DI ATTIVITA IN COLLABORAZIONE CON LO ZUCCHERIFICIO DEL MOLISE S.p.A.

Dettagli

I PRINCIPALI RISULTATI DEL 6 CENSIMENTO GENERALE DELL AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI CREMONA ANNO 2010

I PRINCIPALI RISULTATI DEL 6 CENSIMENTO GENERALE DELL AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI CREMONA ANNO 2010 Ufficio Statistica I PRINCIPALI RISULTATI DEL 6 CENSIMENTO GENERALE DELL AGRICOLTURA IN PROVINCIA DI CREMONA ANNO 2010 (Fonte: ISTAT) NUMERO AZIENDE SAU SAT Numero Aziende: 4.376 SAU: 135.531,08 ha SAT:

Dettagli

Gestione delle manze nell allevamento moderno

Gestione delle manze nell allevamento moderno Gestione delle manze nell allevamento moderno Perché porre attenzione all allevamento delle vitelle e delle manze Aumentare il numero di capi disponibili (rimonta o vendita) Ridurre i costi di produzione

Dettagli

DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA

DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA 9977 28/10/2014 Identificativo Atto n. 592 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA INDIVIDUAZIONE DEI PERIODI DI DIVIETO DI SPANDIMENTO DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DEI FERTILIZZANTI AZOTATI DI CUI AL D.M.

Dettagli

Il caldo eccezionale del mese di giugno

Il caldo eccezionale del mese di giugno Il caldo eccezionale del mese di giugno A cura di Roberto Barbiero Il mese di giugno è stato caratterizzato senza dubbio da temperature eccezionali rispetto alla media con valori massimi giornalieri costantemente

Dettagli

Quantificazione delle emissioni di azoto e fosforo di allevamenti di vacche da latte e vitelloni

Quantificazione delle emissioni di azoto e fosforo di allevamenti di vacche da latte e vitelloni Veneto Agricoltura, Corte Benedettina 30 Gennaio 2012 Quantificazione delle emissioni di azoto e fosforo di allevamenti di vacche da latte e vitelloni Progetto LIFE09 ENV/IT/000208 - AQUA REGIONE VENETO

Dettagli

Colture energetiche: prospettive produttive e utilizzo agronomico del digestato. Verona, 5 Febbraio 2009

Colture energetiche: prospettive produttive e utilizzo agronomico del digestato. Verona, 5 Febbraio 2009 Colture energetiche: prospettive produttive e utilizzo agronomico del digestato Verona, 5 Febbraio 2009 Biogas: 5 anni di sperimentazione in Italia MAIS Dal 2005 abbiamo iniziato la sperimentazione in

Dettagli

ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA

ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA 1 / 20 ST-001 ALLEGATO I ATMOSFERA, CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA 2 / 20 ST-001 DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI METEOCLIMATICHE Gli impianti di trattamento e di compressione gas della Concessione Stoccaggio

Dettagli

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SORGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale

Soia: possibile fonte proteica come trinciato integrale SPECIALE SOIA INDICAZIONI SULL UTILIZZO DELLA PIANTA INTERA DA INSILATO Soia: possibile fonte proteica Prime esperienze aziendali hanno mostrato che la soia può essere raccolta e conservata mediante insilamento.

Dettagli

Sistemi foraggeri per l azienda zootecnica da latte in Pianura Padana: gestione agronomica e costi. Borreani G., Tabacco E.

Sistemi foraggeri per l azienda zootecnica da latte in Pianura Padana: gestione agronomica e costi. Borreani G., Tabacco E. Sistemi foraggeri per l azienda zootecnica da latte in Pianura Padana: gestione agronomica e costi Borreani G., Tabacco E. Dip. Dip. Scienze Scienze Agrarie, Agrarie, Forestali Forestali ee Alimentari

Dettagli

2. IL SETTORE AGRICOLO La struttura delle aziende e l utilizzazione del territorio

2. IL SETTORE AGRICOLO La struttura delle aziende e l utilizzazione del territorio 25 2. IL SETTORE AGRICOLO La conformazione del territorio su cui insiste il nostro Comune, stretto tra le Alpi Apuane ed il mare, non ha certamente favorito lo sviluppo della pratica agricola, tanto che

Dettagli

ERBAI. elevata potenzialità produttiva migliore stabilità produttiva ed uniformità di razionamento

ERBAI. elevata potenzialità produttiva migliore stabilità produttiva ed uniformità di razionamento ERBAI Problematiche elevata potenzialità produttiva migliore stabilità produttiva ed uniformità di razionamento Classificazione autunno-vernini primaverili-estivi Elementi di scelta Esigenze idriche e

Dettagli

Coltivazione del sorgo da biomassa nel nord Italia

Coltivazione del sorgo da biomassa nel nord Italia Coltivazione del sorgo da biomassa nel nord Italia Mario Di Candilo, Enrico Ceotto CRA-CIN Centro di Ricerca per le Colture Industriali, Bologna EIMA - Bologna, 10 novembre 2012 Fra le erbacee a ciclo

Dettagli

Prot. n 455 Salerno, lì 23 Maggio 2013

Prot. n 455 Salerno, lì 23 Maggio 2013 COLLEGIO DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI SALERNO www.collegioperitiagrarisa.it - e-mail:collegio.salerno@pec.peritiagrari.it - collegio.salerno@peritiagrari.it Prot. n

Dettagli

Andamento Meteo 2012 rispetto al clima. Prospettive della coltura della patata in relazione al mutamento climatico. Possibili azioni di adattamento

Andamento Meteo 2012 rispetto al clima. Prospettive della coltura della patata in relazione al mutamento climatico. Possibili azioni di adattamento Andamento Meteo 2012 rispetto al clima Prospettive della coltura della patata in relazione al mutamento climatico Possibili azioni di adattamento Eventi caratteristici 2011 2012 Siccità autunno inverno

Dettagli

LA VALORIZZAZIONE DEL SOLIDO SEPARATO DI LIQUAMI BOVINI NELLA DIGESTIONE ANAEROBICA

LA VALORIZZAZIONE DEL SOLIDO SEPARATO DI LIQUAMI BOVINI NELLA DIGESTIONE ANAEROBICA LA VALORIZZAZIONE DEL SOLIDO SEPARATO DI LIQUAMI BOVINI NELLA DIGESTIONE ANAEROBICA L ESPERIENZA DEL DISTRETTO AGROALIMENTARE DI QUALITA PO DI LOMBARDIA Flavio Sommariva Specialista SATA ARAL Settore Agronomia

Dettagli

1.3.1 LA PRECIPITAZIONE

1.3.1 LA PRECIPITAZIONE Allegato 13 1.3.1 LA PRECIPITAZIONE Precipitazioni annuali La precipitazione media annua (Figura 1.3), considerando i dati del periodo 1961-90, varia dagli 800 mm riscontrabili nella parte più meridionale

Dettagli

Colture erbacee annuali e poliennali da energia

Colture erbacee annuali e poliennali da energia Le colture agroenergetiche: un opportunità per l agricoltura? Uta, 24 ottobre 2012 Colture erbacee annuali e poliennali da energia Adriana Virdis, Giulio F. Manca Dipartimento per la Ricerca nelle Produzioni

Dettagli

DECRETO N Del 27/10/2015

DECRETO N Del 27/10/2015 DECRETO N. 8921 Del 27/10/2015 Identificativo Atto n. 521 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA Oggetto INDIVIDUAZIONE DEI PERIODI DI DIVIETO DI SPANDIMENTO DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DEI FERTILIZZANTI

Dettagli

SETTORE LATTIERO-CASEARIO

SETTORE LATTIERO-CASEARIO SETTORE LATTIERO-CASEARIO Scheda di settore www.ismea.it www.ismeaservizi.it 1 LE CARATTERISTICHE DELLA FILIERA www.ismea.it www.ismeaservizi.it LA RILEVANZA DEL SETTORE L INCIDENZA SULL AGRICOLTURA E

Dettagli

Risultati della prova agronomica epoche di semina delle proteiche da granella

Risultati della prova agronomica epoche di semina delle proteiche da granella Risultati della prova agronomica epoche di semina delle proteiche da granella 2006-2007 Il programma di ricerca ha realizzato, anche per questo secondo anno di sperimentazione, una prova di tecnica colturale

Dettagli

VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI.

VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI. VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI. A cura dell ufficio Agronomico Italpollina Spa OBIETTIVO DELLA PROVA L obiettivo della prova

Dettagli

Qualità del latte e Benessere Animale. Guspini 29 maggio Dott.Agr. Marcello Marrocu A.R.A.S

Qualità del latte e Benessere Animale. Guspini 29 maggio Dott.Agr. Marcello Marrocu A.R.A.S Qualità del latte e Benessere Animale Guspini 29 maggio 2016 Dott.Agr. Marcello Marrocu A.R.A.S L ARAS nel Guspinese 2 equipe di tecnici ( 2 Zootecnici e 2 Veterinari) che lavorano solo nel Guspinese.

Dettagli

Seminario «Parte la difesa integrata obbligatoria (Direttiva CE 128/09) : la sperimentazione a servizio delle aziende agricole»

Seminario «Parte la difesa integrata obbligatoria (Direttiva CE 128/09) : la sperimentazione a servizio delle aziende agricole» Seminario «Parte la difesa integrata obbligatoria (Direttiva CE 128/09) : la sperimentazione a servizio delle aziende agricole» Corte Benedettina, 19 febbraio 2014 Valutazione nutrizionale di insilati

Dettagli

BOLLETTINO NITRATI. ALLEGATO A Bollettino Nitrati. Riferimenti normativi

BOLLETTINO NITRATI. ALLEGATO A Bollettino Nitrati. Riferimenti normativi BOLLETTINO NITRATI per la regolamentazione, nei mesi di novembre e di febbraio, dei divieti temporali di utilizzo di letami, liquami e materiali ad essi assimilati, fanghi, acque reflue e altri fertilizzanti

Dettagli

Relazione finale: Confronto fra differenti strategie di fertirrigazione nel pomodoro da industria. Annata Az. Riccardo Bellosi (Savarna)

Relazione finale: Confronto fra differenti strategie di fertirrigazione nel pomodoro da industria. Annata Az. Riccardo Bellosi (Savarna) Relazione finale: Confronto fra differenti strategie di fertirrigazione nel pomodoro da industria Az. Riccardo Bellosi (Savarna) Annata 2013 Committente: Sacom A cura di R&S Coop. Terremerse Via Cà del

Dettagli

Filiera cipolla bianca di Pompei Individuazione del fabbisogno di azoto in funzione del biotipo e della destinazione commerciale.

Filiera cipolla bianca di Pompei Individuazione del fabbisogno di azoto in funzione del biotipo e della destinazione commerciale. Attività 2013-2014 del Centro Orticolo Campano Area Tematica Messa a punto di tecniche colturali ecosostenibili Filiera cipolla bianca di Pompei 2.2.1. Individuazione del fabbisogno di azoto in funzione

Dettagli

Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica

Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica 1 1 Inquadramento climatico 1.1 Il clima del territorio di Giussano Parte VII 1 La componente geologica, idrogeologica e sismica Il territorio del Comune di Giussano, ricade nel cosiddetto mesoclima padano,

Dettagli

Figura 1 L area italiana caratterizzata dal clima Csb

Figura 1 L area italiana caratterizzata dal clima Csb I CLIMI IN ITALIA: LE AREE MEDITERRANEE CON ESTATE MODERATAMENTE CALDA Introduzione Continuiamo la trattazione sui climi italiani affrontando l analisi del clima identificato, nella convenzione internazionale,

Dettagli

LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO COME COLTURA DEDICATA PER IL BIOGAS M. Caliceti G. Ciuffreda L. Rossi G. Bellettato Attualità della ricerca nel settore delle energie rinnovabili Ancona 17 dicembre 2010 Chi

Dettagli

Il 6 Censimento generale dell Agricoltura in Emilia-Romagna: principali risultati e modalità di diffusione

Il 6 Censimento generale dell Agricoltura in Emilia-Romagna: principali risultati e modalità di diffusione Il 6 Censimento generale dell Agricoltura in Emilia-Romagna: principali risultati e modalità di diffusione Annalisa Laghi, Stefano Michelini Servizio Statistica Regione Emilia-Romagna Bologna, 10 dicembre

Dettagli

AVVICENDAMENTI COLTURALI E FERTILITA DEL SUOLO ALLA LUCE DELLA DIRETTIVA NITRATI. Antonio Berti, Maurizio Borin

AVVICENDAMENTI COLTURALI E FERTILITA DEL SUOLO ALLA LUCE DELLA DIRETTIVA NITRATI. Antonio Berti, Maurizio Borin AVVICENDAMENTI COLTURALI E FERTILITA DEL SUOLO ALLA LUCE DELLA DIRETTIVA NITRATI Antonio Berti, Maurizio Borin Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali - Università di Padova Direttiva

Dettagli

Ottimizzare l uso del Digestato in Campo: l approccio integrato utilizzando le analisi del terreno

Ottimizzare l uso del Digestato in Campo: l approccio integrato utilizzando le analisi del terreno Mirko Bracchitta PIONEER HI-BRED ITALIA Key Energy - Rimini 7 Novembre 2013 Ottimizzare l uso del Digestato in Campo: l approccio integrato utilizzando le analisi del terreno Digestato: una risorsa rinnovabile

Dettagli

Deliberazione n. 583 del 2 agosto 2010

Deliberazione n. 583 del 2 agosto 2010 A.G.C. 11 - Sviluppo Attività Settore Primario - Settore 01 - Deliberazione n. 583 del 2 agosto 2010 DGR n. 120/07: "Recepimento del DM del 7 aprile 2006 ad oggetto Criteri e norme tecniche per la disciplina

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Proseguiamo e concludiamo in questo numero la

Proseguiamo e concludiamo in questo numero la inserto I PORTINNESTI DELLA VITE / A cura di GIOVANNI NIGRO - Centro Ricerche Produzioni Vegetali e MIRKO MELOTTI - Astra Innovazione e Sviluppo Crpv Proseguiamo e concludiamo in questo numero la panoramica

Dettagli

Ottimizzare la raccolta e la conservazione dei prati e degli erbai per ridurre i costi di alimentazione della vacca da latte

Ottimizzare la raccolta e la conservazione dei prati e degli erbai per ridurre i costi di alimentazione della vacca da latte Come produrre più latte dai propri foraggi Piacenza 14 OTTOBRE 2011 Ottimizzare la raccolta e la conservazione dei prati e degli erbai per ridurre i costi di alimentazione della vacca da latte Giorgio

Dettagli

ANALISI TIPO (o WEENDE) ANALISI TIPO (o WEENDE) : schema

ANALISI TIPO (o WEENDE) ANALISI TIPO (o WEENDE) : schema ANALISI TIPO (o WEENDE) ANALISI TIPO (o WEENDE) : schema ANALISI TIPO (o WEENDE) : UMIDITA essiccazione del campione in condizioni ben definiti variabili a seconda della natura dell alimento Procedura

Dettagli

Gli alimenti per animali: classificazione. Il pastone di mais. Nel mais il primo aminoacido limitante e 1. Treonina 2. Lisina 3. Metionina 4.

Gli alimenti per animali: classificazione. Il pastone di mais. Nel mais il primo aminoacido limitante e 1. Treonina 2. Lisina 3. Metionina 4. Gli alimenti per animali: classificazione Il pastone di mais Nel mais il primo aminoacido limitante e 1. Treonina 2. Lisina 3. Metionina 4. Leucina Una miscela delle seguenti sostanze e sottoposta ad una

Dettagli

Gli alimenti zootecnici

Gli alimenti zootecnici Gli alimenti zootecnici Classificazione, valutazione, produzione, uso Marcello Mundula 2016 www.produzionianimali.it Documento riutilizzabile con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale

Dettagli

L Italia sismica Dati socio-demografici e strutturali dei comuni del centro Italia

L Italia sismica Dati socio-demografici e strutturali dei comuni del centro Italia L Italia sismica Dati socio-demografici e strutturali dei comuni del centro Italia Chiara Caramia n. matricola 100254 Eleonora Romagnoli n. matricola 97679 Federica Rossi n. matricola 100573 Sofia Solera

Dettagli

Settembre Il Clima in Piemonte. Arpa Piemonte Sistemi Previsionali

Settembre Il Clima in Piemonte. Arpa Piemonte Sistemi Previsionali Il Clima in Piemonte Settembre 2014 In Piemonte il mese di Settembre 2014 è stato caratterizzato da temperature superiori alla norma e precipitazioni inferiori alla climatologia del periodo 1971-2000.

Dettagli

n settembre 1998: Il settore alberghiero in Provincia di Bolzano

n settembre 1998: Il settore alberghiero in Provincia di Bolzano Pagina 1 di 7 n. 11 - settembre 1998: Il settore alberghiero in Provincia di Bolzano Il settore alberghiero svolge un ruolo importante per il mercato del lavoro della Provincia di Bolzano. L anno scorso

Dettagli

I CLIMI IN ITALIA: LE AREE MEDITERRANEE SECCHE TENDENTI ALLO STEPPICO

I CLIMI IN ITALIA: LE AREE MEDITERRANEE SECCHE TENDENTI ALLO STEPPICO I CLIMI IN ITALIA: LE AREE MEDITERRANEE SECCHE TENDENTI ALLO STEPPICO Introduzione Terminiamo la trattazione sui climi italiani affrontando l analisi delle aree caratterizzate da clima mediterraneo tendente

Dettagli

L AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2009

L AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2009 L AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2009 Dall analisi completa dei dati forniti al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dagli Organismi di Controllo (OdC) operanti in Italia

Dettagli

9953 31/10/2013. Identificativo Atto n. 641 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA

9953 31/10/2013. Identificativo Atto n. 641 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA 9953 31/10/2013 Identificativo Atto n. 641 DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA INDIVIDUAZIONE DEI PERIODI DI DIVIETO DI SPANDIMENTO DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DEI FERTILIZZANTI AZOTATI PER LA STAGIONE

Dettagli

Itinerari tecnici e valutazione della fattibilità per la conversione di allevamenti di bovini da latte - VaLatteBio

Itinerari tecnici e valutazione della fattibilità per la conversione di allevamenti di bovini da latte - VaLatteBio Itinerari tecnici e valutazione della fattibilità per la conversione di allevamenti di bovini da latte - VaLatteBio Convenzione CRA-MiPAAF del 17/12/2014 RELAZIONE DI MONITORAGGIO DELLE ATTIVITA SVOLTE

Dettagli

Moderne sfide della frutti-viticoltura di montagna, tra limitazioni ed opportunità

Moderne sfide della frutti-viticoltura di montagna, tra limitazioni ed opportunità Moderne sfide della frutti-viticoltura di montagna, tra limitazioni ed opportunità Massimo Tagliavini e Carlo Andreotti Facoltà di Scienze e Tecnologie Libera Università di Bolzano Convegno VisMont - Bergamo,

Dettagli

Condizioni e tendenze del sistema produttivo siciliano

Condizioni e tendenze del sistema produttivo siciliano Condizioni e tendenze del sistema produttivo siciliano 1. Le imprese attive Alla fine del 2011, in Sicilia erano attive poco meno di 381.000 imprese (le registrate erano oltre 463.000), in contrazione

Dettagli