PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura MISURA 2. Progetto

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1 PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura MISURA 2 COMUNITA' EUROPEA Fondo europeo di orientamento e garanzia per l'agricoltura Ministero per le Politiche Agricole e Forestali Progetto STRUMENTI PER LA PROGETTAZIONE DI POLITICHE PER LO SVILUPPO DEI SISTEMI AGRICOLI LOCALI DI CALABRIA E PUGLIA Documenti e materiali per la divulgazione dei risultati n. 4 I SISTEMI AGRICOLI RAPPRESENTATIVI DELLA PUGLIA, I LORO RISULTATI ECONOMICI NELLE CONDIZIONI E CON LE POLITICHE IN ATTO (1999) E LE CORRISPONDENTI PERFORMANCES AGGREGATE DELL AGRICOLTURA REGIONALE a cura di Carlo CAFIERO Luigi CEMBALO Antonio CIOFFI Centro per la formazione in Economia e politica dello sviluppo rurale Portici (Napoli) Ottobre Istituto Nazionale di Economia Agraria

2 I caratteri evolutivi dei sistemi agricoli di un territorio dipendono sia da fattori di natura esogena ai sistemi stessi, sia da fattori endogeni. Tra i primi sono da ricordare le caratteristiche fisiche, economiche e sociali del territorio in cui sono inserite le imprese agricole, le specificità delle filiere di produzione di cui queste sono parte, le politiche agricole e più in generale di sviluppo rurale, il contesto macro-economico. I fattori endogeni sono essenzialmente le caratteristiche strutturali dei sistemi aziendali, le tecnologie di produzione, i rapporti con i mercati dei prodotti e dei fattori, che nel breve periodo rappresentano un vincolo alle scelte dell imprenditore. L insieme di questi fattori determina i risultati economici delle imprese e la remunerazione delle risorse aziendali. Da queste e dal rapporto con i fattori esogeni prima richiamati si determina poi il tipo di evoluzione dei sistemi aziendali. Questa nota è finalizzata alla presentazione dei risultati economici conseguiti dalle aziende agricole pugliesi. Essa intende fornire elementi conoscitivi sui fattori endogeni che contribuiscono a determinare il processo evolutivo dei sistemi agricoli della regione, mentre ai fattori esogeni sono dedicati altri contributi. Nello stesso tempo, questa nota è anche la base di partenza da cui potranno essere effettuate, da un lato, valutazioni sull impatto esercitato da cambiamenti di scenario e, dall altro, delineate le misure di politica agraria a livello locale che meglio si adattano alla natura dei sistemi aziendali presenti nel territorio. 1. Caratteristiche strutturali e ordinamento produttivo dei Sar della Puglia La valutazione della performance dell apparato produttivo dell agricoltura pugliese è stata effettuata esaminando le caratteristiche e i risultati economici conseguiti da aziende rappresentative delle diverse tipologie produttive presenti nella regione. La metodologia di indagine ha previsto la costruzione di modelli aziendali attraverso la definizione, da un lato, della dotazione di fattori produttivi (capitale fondiario, di esercizio, lavoro familiare ed extrafamiliare) e, dall altro, delle tecnologie di produzione adottate. A questo scopo, preliminarmente, si è posta la necessità di individuare tipologie aziendali che fossero in grado di dare una rappresentazione quanto più ampia possibile del tessuto produttivo dell agricoltura regionale e, nello stesso tempo, non fossero tanto numerosi da rendere ingestibile l analisi. La procedura adottata per individuare i vari sistemi ha fatto riferimento alla classificazione effettuata dall Istat delle aziende censite nel 1990 in base alle loro caratteristiche tipologiche. Quella classificazione ha presentato un aggregazione delle aziende di ciascuna provincia in gruppi omogenei definiti sulla base dell orientamento tecnico economico (Ote) e della dimensione economica (Ude). Le aziende che in una provincia appartengono ad una certa tipologia, identificata dai parametri Ote e classi di Ude, possono essere considerate omogenee non soltanto per avere lo stesso indirizzo produttivo e una dimensione economica definita 1

3 nell ambito di un certo intervallo, ma anche per la dotazione strutturale. Per effetto dell omogeneità delle imprese rispetto a queste caratteristiche, si può ipotizzare che anche le tecniche di produzione da esse impiegate siano abbastanza simili. In base a queste considerazioni, per ciascuna provincia sono state individuate delle tipologie rilevanti. La scelta è stata compiuta cercando di rendere massima la superficie agricola e il reddito lordo standard della provincia rappresentati da un gruppo non troppo ampio di tipologie rilevanti. Di conseguenza, il loro numero in ciascuna provincia varia in relazione al grado di diversificazione produttiva dell agricoltura: quanto maggiore la varietà in termini di indirizzo produttivo e di dimensione economica tanto maggiore è il numero di tipologie individuate (tabella 1). Per ogni tipologia rilevante è stato specificato un sistema aziendale rappresentativo (Sar). Esso non identifica un azienda realmente esistente ma è piuttosto una costruzione sia in termini di dotazione dei fattori, che di tecnologie di produzione. Tale costruzione è stata effettuata impiegando informazioni statistiche (Istat, Rica-Inea) integrate da indagini di campo e da interviste a testimoni privilegiati. Tabella 1. Numero di Sar per provincia e loro rappresentatività. Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Numero di Sar % di aziende 78, ,4 73,1 72,3 % della Sau 74,4 63,1 70,9 76,9 67,4 % del Rls 78,6 61,3 74,0 82,4 80,9 La Sau dei sistemi rappresentativi è stata definita impiegando i dati del Censimento Istat 1990 sulla superficie e la numerosità delle aziende classificate in ciascuna tipologia. Invece, la banca dati della Rica-Inea ha fornito le informazioni necessarie per definire un ipotesi preliminare sulla dotazione di altri fattori quali dimensione degli allevamenti, macchine, disponibilità di lavoro familiare e, inoltre, sull utilizzazione del suolo. Poiché il numero di aziende Rica-Inea per classe di Ote/Ude è spesso molto limitato, l ipotesi di Sar definito in base a tali informazioni è stata poi verificata intervistando esperti in ciascuna zona. Le caratteristiche strutturali e l ordinamento produttivo delle imprese è indicato nelle tabelle dell allegato 1. Bari Nella provincia di Bari sono stati individuati 19 Sar, che rappresentano il 78,2% delle aziende censite nel 1990 e il 74,4% della Sau provinciale. Le aziende prescelte appartengono agli ordinamenti cerealicoli specializzati e combinati con gli altri seminativi, viticoltura e 2

4 olivicoltura specializzate, diverse coltivazioni permanenti combinate. Sono anche presenti alcuni sistemi ad indirizzo zootecnico specializzati nell allevamento di bovini da latte-carne e ovini localizzati nella Murgia. La superficie aziendale dei Sar è molto variabile. In linea generale, le superfici maggiori sono quelle delle aziende cerealicole e degli allevamenti. I terreni coltivati da queste aziende sono anche non irrigabili. Invece, le aziende specializzate nelle coltivazioni permanenti tendono ad essere più piccole ma possono fare ricorso all irrigazione salvo che in quelle olivicole di dimensioni medie e grandi. Tutti i sistemi aziendali, ad eccezione di quelli con dimensioni minori, eseguono le operazioni colturali con trattori di proprietà. La raccolta dei cereali è affidata ad imprese contoterziste. I Sar cerealicoli coltivano solo frumento duro, mentre nelle cerealicole e altri seminativi a questa coltura si affiancano anche le foraggere. Nell indirizzo frutticolo specializzato si coltiva il ciliegio, il mandorlo e l olivo. Lo stesso ordinamento colturale ma con una maggiore superficie ad olivo e la presenza della vite si osserva nei vari sistemi con indirizzo diverse coltivazioni permanenti. Il sistema specializzato in bovini da latte è indirizzato sia verso la produzione del latte che della carne, allevando 63 vacche di razza bruno-alpina e ingrassando i vitelli. Solo parte del fabbisogno di alimenti per il bestiame è coperto dalla produzione di foraggi aziendali, mentre l approvvigionamento esterno di mangimi assume notevole importanza. Gli altri due sistemi zootecnici sono indirizzati verso l allevamento ovi-caprino. Nell utilizzazione dei terreni aziendali prevale il pascolo, che però non è sufficiente a coprire i fabbisogni di alimenti per il bestiame allevato. Nei sistemi specializzati a seminativi e in quelli più piccoli la famiglia coltivatrice è occupata a tempo parziale. Solo le imprese più grandi hanno componenti della famiglia occupati a tempo pieno. Nelle imprese più grandi è spesso presente un salariato fisso che svolge anche compiti di guardiania. Brindisi Nella provincia di Brindisi sono stati scelti 9 Sar. Essi rappresentano il 56% delle aziende della provincia e il 63% della Sau. La minore copertura presente in questa provincia dipende sia dalla maggiore omogeneità degli ordinamenti produttivi osservati, sia della scarsa disponibilità di informazioni di base che permettessero una corretta identificazione dei Sar. L indirizzo produttivo dei Sar scelti richiama il netto orientamento dell agricoltura nella provincia verso l olivicoltura e la viticoltura specializzata da vino. Tra le coltivazioni erbacee, oltre al grano duro, coltivato in gran parte dei Sar, si riscontra la presenza del carciofo nel 3

5 sistema cereali ed altri seminativi e del pomodoro nella policoltura. Tra i Sar della provincia non ci sono allevamenti. Tutti i Sar, tranne i due olivicoli più piccoli, hanno terreni irrigabili. Le operazioni colturali sono effettuate impiegando in prevalenza mezzi di proprietà dell impresa, mentre la raccolta del frumento duro nell azienda cerealicola è svolta ricorrendo al noleggio. Il lavoro è fornito in prevalenza con manodopera familiare occupata a tempo pieno. Foggia La provincia di Foggia include 12 Sar. Essi rappresentano solo il 39,4% delle aziende, mentre la copertura della superficie provinciale arriva al 70,9%. La divergenza tra il grado di copertura delle aziende e la superficie agricola della provincia, dipende dall avere escluso dalle tipologie rilevanti le aziende specializzate in cerealicoltura e olivicoltura con dimensione sotto le 4 Ude. Queste, pur rappresentando rispettivamente il 16,3% e il 17,9% delle aziende della provincia, occupano meno dell 8% della Sau. I Sar specializzati nella cerealicoltura coltivano il frumento duro, mentre piccole quote irrigabili sono cedute in affitto per la coltivazione del pomodoro. Nei sistemi con cereali ed altri seminativi, generalmente irrigabili, accanto al frumento duro è coltivata la barbabietola da zucchero e il pomodoro da industria e una piccola parte è destinata all olivo. I Sar con Ote policoltura coltivano frumento duro, vite da vino e olivo. La meccanizzazione dei Sar della provincia è abbastanza spinta: tutti hanno trattori e/o motocoltivatori e mano a mano che cresce la dimensione aziendale aumenta il numero di macchine a disposizione. Il lavoro della famiglia è in prevalenza a tempo parziale nei Sar di piccole e medie dimensioni, mentre occupati a tempo pieno sono presenti solo in quelli più grandi. Lecce Per la provincia di Lecce sono stati individuati 15 Sar che coprono il 73,1% delle aziende e il 76,9% della superficie. Tra gli indirizzi produttivi delle aziende prescelte prevalgono nettamente le coltivazioni permanenti con l olivicoltura e la viticoltura da vino e relative combinazioni. Sono anche presenti cereali ed altri seminativi e un sistema ortofloricolo. Non sono presenti gli allevamenti che nella provincia hanno una diffusione abbastanza limitata. Molti sistemi sono piccole imprese a carattere familiare che rappresentano l elevata polverizzazione del tessuto produttivo dell agricoltura salentina. I Sar olivicoli sono tutti asciutti, mentre le aziende con attività viticole e ortive hanno fanno ricorso all irrigazione. Le aziende di dimensioni minori hanno piccole macchine di proprietà e fanno ricorso al noleggio per l esecuzione delle operazioni colturali. 4

6 Taranto I Sar definiti per la provincia di Taranto sono 17, che coprono il 72,3% delle aziende e il 67,3% della Sau provinciale. I Sar hanno indirizzi produttivi e dimensioni molto diversificate a testimonianza dell ampia varietà di sistemi produttivi presenti nella provincia. La maggior parte dei Sar è indirizzata verso le coltivazioni permanenti, presentando ordinamenti olivicolo, viticolo, frutticolo e combinazioni di questi indirizzi. Tra i Sar sono anche presenti aziende zootecniche con allevamenti di bovini ed ovini. I sistemi aziendali viticoli frutticoli e olivicoli sono irrigabili, mentre tutti gli altri non hanno questa opportunità. I Sar più piccoli hanno un grado di meccanizzazione relativamente basso e ricorrono al noleggio per effettuare le operazioni colturali. La struttura dell occupazione vede una larga presenza di manodopera familiare occupata a tempo pieno. 2. Criteri per la classificazione dei Sar in base ai risultati economici 1 Ai fini dello studio che si sta illustrando in queste pagine, volto a identificare la domanda di politiche che emerge dall agricoltura pugliese, la valutazione dei risultati economici conseguiti dai sistemi aziendali deve essere effettuata in modo da individuare la presenza e la direzione di eventuali spinte al cambiamento strutturale dei sistemi stessi in rapporto, da un lato, alle caratteristiche delle famiglie che le conducono e, dall altro, alle peculiarità del territorio in cui operano. Si tratta di valutare quindi se i sistemi aziendali sono sufficientemente stabili, nel senso che si trovano in una posizione di equilibrio, o meno. È evidente che la nozione di equilibrio di un impresa è puramente indicativa. In realtà, tutte le imprese, indipendentemente dai profitti realizzati, sono alla ricerca di opportunità che permettano di migliorare la remunerazione delle risorse impiegate nell attività di produzione. Dunque, l immagine di sistemi aziendali stabili con assetti organizzativi, dotazioni strutturali e tecniche di produzione che non si modificano nel tempo è certamente non realistica. Tuttavia, con riferimento alle imprese che non si trovano in equilibrio, diventa rilevante conoscere per quanto tempo questa situazione potrà essere sostenuta e, nel momento in cui esse dovessero cambiare i loro assetti, in quale direzione questi potranno essere modificati. Si può affermare che un impresa è in equilibrio quando è in condizione di remunerare i fattori aziendali in misura almeno uguale al loro costo di opportunità. Nelle imprese familiari l individuazione della remunerazione dei fattori aziendali è tutt altro che immediata. In tali imprese normalmente la famiglia conferisce sia la terra che il capitale ed il lavoro e dunque non 1 I criteri per la valutazione dei risultati economici dei Sar sono discussi in Perretti e Pomarici (1997). Si rimanda a questo saggio per ulteriori approfondimenti sulla metodologia adottata. 5

7 è possibile individuare direttamente la quota di reddito netto aziendale che spetta a ciascuno di essi per il contributo offerto all attività di produzione. Nello stesso tempo l identificazione del costo di opportunità per i fattori aziendali non è immediata. Tale costo può essere facilmente individuato solo se esiste un mercato per i fattori della produzione sul quale essi possono essere prontamente scambiati nelle condizioni in cui si trovano. Ad esempio, nel caso della terra ciò richiederebbe l esistenza di un mercato fondiario attraverso il quale le imprese agricole possano acquisire tale fattore mediante contratti di affitto i cui canoni rappresenterebbero il costo di opportunità dei terreni in proprietà se riferiti ad appezzamenti con caratteristiche simili. È evidente che questa condizione nelle realtà agricole italiane si verifica in ben poche situazioni. Dunque, se si vuole valutare il costo di opportunità delle risorse aziendali è necessario adottare criteri che ne consentano la stima. In generale, un criterio che può essere adottato anche in assenza di un mercato dei fattori è quello che fa riferimento alla remunerazione ottenibile dalle risorse interne in impieghi alternativi. Nello studio in oggetto, per determinare il costo di opportunità della terra in assenza di un mercato degli affitti è stata impiegata l annualizzazione dei valori fondiari. Questi ultimi sono stati ottenuti raccogliendo informazioni su transazioni relative a terreni con caratteristiche comparabili a quelle dell azienda in esame. Quando anche quest ultima informazione non era disponibile sono state utilizzate le stime Inea (1997) sui valori fondiari della regione per qualità di terreni assimilabili a quelli in esame. In tutti questi casi, per ottenere il costo di opportunità della terra ai valori fondiari è stato applicato un tasso di interesse del 2%. La determinazione del costo di opportunità dei capitali impiegati nell attività aziendale è anch essa alquanto complessa. Una parte rilevante dei beni capitali utilizzati in agricoltura ha una specificità che non consente la loro utilizzazione fuori dall azienda e dal settore, rendendo problematica la definizione del costo di opportunità usando la remunerazione ottenibile in altri impieghi. Nel caso di imprese che si approvvigionano dei mezzi finanziari necessari per gli investimenti aziendali attraverso il mercato del credito, potrebbe essere corretto fare riferimento al tasso di interesse pagato per ottenerli. Questo significherebbe attribuire ai capitali aziendali il loro costo effettivo. Ci sono però alcune circostanze che rendono poco praticabile questa strada. In primo luogo c è da osservare che i tassi di interesse potrebbero essere variabili in relazione all epoca in cui sono stati effettuati gli investimenti e dunque sarebbe necessario conoscere tale distribuzione. Oltre a questa difficoltà, c è anche da osservare che per le aziende agricole italiane solo una parte degli investimenti è finanziata attraverso i canali del credito ordinario. Più spesso è il credito agevolato che fornisce le risorse per gli investimenti. Inoltre, accanto al credito c è un 6

8 ricorso più o meno ampio all autofinanziamento. Tutto ciò rende particolarmente arduo determinare il costo di opportunità dei capitali aziendali ricorrendo ai tassi di interesse applicati sul mercato del credito. Per ovviare alle varie difficoltà, il costo di opportunità del capitale aziendale è stato espresso in termini di rendimenti in attività alternative al quale l imprenditore rinuncia investendo risorse finanziarie in azienda. Le attività alternative a cui è possibile fare riferimento devono avere caratteristiche paragonabili a quelle aziendali sia in termini di durata che di rischiosità. Questo criterio è stato adottato per stimare il costo di opportunità del capitale aziendale per tutti i Sar, applicando un tasso di interesse del 3%, che nel 1999 era il livello mediamente offerto per i titoli di stato a medio termine. Per stabilire un costo di opportunità del lavoro fornito dalla famiglia coltivatrice è necessario fare riferimento alla remunerazione che tale fattore potrebbe ottenere in impieghi diversi da quello aziendale ma con caratteristiche simili in termini di professionalità richieste per il suo svolgimento. Ipotizzando che il mercato del lavoro funzioni in maniera tale che un componente della famiglia coltivatrice possa trovare occupazione immediatamente in qualsiasi comparto produttivo, il reddito esterno atteso può essere stimato facendo riferimento alla remunerazione ottenibile nei diversi settori produttivi. È evidente che questa ipotesi sia alquanto forte, in quanto implica che un componente della famiglia impiegato in azienda possa trovare un occupazione alternativa a questa in qualsiasi istante. Tuttavia, se si intende valutare la vitalità di un sistema aziendale in termini di capacità di offrire una remunerazione competitiva con quella di altri settori e, dunque, di rappresentare anche una valida opportunità di impiego per i componenti più giovani di una famiglia, il criterio può essere facilmente condiviso. La remunerazione esterna attesa per il lavoro familiare è stata ottenuta attraverso la somma pesata della remunerazione lorda del lavoro ottenibile nei diversi settori produttivi. I pesi considerati per la stima sono le quote di forza lavoro agricola che in ciascuna provincia trova occupazione nei settori dell agricoltura, industria, commercio e pubblica amministrazione secondo quanto riportato dalla tavola di mobilità intersettoriale del lavoro. Invece, la remunerazione riferita a ciascun settore è data dalle retribuzioni contrattuali medie pubblicate dall Istat (2000). Nella tabella 2 è riportata la remunerazione esterna attesa stimata per le cinque province pugliesi. Come si può notare i valori stimati per ciascuna provincia sono abbastanza omogenei. Ciò in quanto le retribuzioni considerate sono quelle contrattuali valide in tutto il territorio nazionale, mentre l unica fonte di variazione è indotta dai diversi pesi impiegati nella stima che riflettono i differenti modelli di mobilità intersettoriale delle forze di lavoro agricole osservati nelle cinque province. 7

9 Tabella 2. Reddito da lavoro e reddito familiare nell'anno base 1999 (000 Lit.) Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Reddito esterno Reddito familiare Per valutare la competitività dei Sar si può confrontare il reddito netto aziendale con la remunerazione spettante ai fattori di proprietà della famiglia valutati al costo di opportunità. A questo scopo è stato costruito un indice che ha al numeratore il reddito netto aziendale del Sar stimato con la procedura usuale e al denominatore la stessa variabile ottenuta valutando la remunerazione delle risorse interne con il loro costo di opportunità. Quando l indice è minore di uno la remunerazione ottenuta dai fattori è inferiore al costo di opportunità e dunque il Sar non è competitivo. Viceversa, nei casi in cui l indice è maggiore di uno, il Sar, riesce a remunerare i fattori aziendali in maniera non dissimile da quella che essi otterrebbero qualora fossero impiegati in altri settori e, inoltre, realizza anche un extra-profitto. Un giudizio sulla stabilità dei Sar non può essere basato solo sull esame della loro capacità di remunerare in modo competitivo le risorse aziendali. Non di rado nei contesti arretrati i mercati dei fattori, specie del lavoro, non sono pienamente sviluppati. Inoltre, per effetto della presenza di costi di transazione, le risorse della famiglia continuano ad essere impiegate in azienda pur ottenendo remunerazioni inferiori rispetto al loro costo di opportunità. In tutti questi casi, è opportuno prendere in considerazione anche indicatori diversi dalla competitività. Nei contesti rurali arretrati e isolati, l agricoltura continua ad essere la principale attività economica. In tali contesti l azienda agricola può essere l unica fonte di reddito per la famiglia. Quando il lavoro in azienda è l unico modo in cui la famiglia può procurarsi le risorse necessarie alla propria sopravvivenza, non è sufficiente confrontare la remunerazione dei fattori con il loro costo di opportunità definito nei modi illustrati in precedenza. È anche opportuno sapere se l attività svolta permette almeno di conseguire un livello di benessere non dissimile da quello che caratterizza gli standard di vita delle famiglie che vivono nell area. Quest ultimo può essere identificato con il reddito pro-capite della provincia in cui opera l azienda moltiplicato la dimensione media delle famiglie agricole. Tale reddito di riferimento è stato calcolato moltiplicando il 70% del valore aggiunto pro-capite provinciale stimato dall Istituto Tagliacarne per l anno 1999 (Tagliacarne, 2001) per la dimensione media delle famiglie agricole di ciascuna provincia risultante dal Censimento della popolazione del Se l indice di autonomia, dato dal rapporto tra il reddito netto aziendale e il reddito di riferimento è minore di uno, allora vuol dire che l attività aziendale non è sufficiente ad assicurare le condizioni di vita normalmente osservabili nel territorio in cui la famiglia vive. Ne 8

10 consegue, che il sistema aziendale non è autonomo. Ovvero, non ha la capacità di rappresentare l unica fonte di reddito per la famiglia e, dunque, deve essere integrato con redditi provenienti dallo svolgimento di altre attività, facendo perdere il carattere di professionalità al sistema aziendale. Rispetto alla competitività e autonomia, le possibili condizioni che distinguono i sistemi aziendali sono quattro: 1. Sistemi professionali efficienti, caratterizzati dall essere nello stesso tempo efficienti ed autonomi; sono aziende che si trovano in una condizione di equilibrio sia nella remunerazione delle risorse, sia come fonte di reddito per la famiglia. 2. Sistemi non professionali efficienti, remunerano le risorse aziendali a livelli superiori o uguali al loro costo di opportunità, tuttavia, non potendo costituire l unica fonte di reddito della famiglia, impongono a quest ultima di trovare attività extra-aziendali capaci di integrare il reddito, che fanno perdere il carattere di professionalità al sistema aziendale. 3. Sistemi professionali inefficienti, non sono capaci di remunerare le risorse aziendali al loro costo di opportunità, ma nello stesso tempo forniscono un reddito sufficiente a garantire condizioni di vita accettabili per la famiglia. In generale, sono sistemi che ottengono una remunerazione unitaria del lavoro familiare inferiore a quella ottenibile da altre attività ma, nello stesso tempo, grazie agli elevati impieghi di fattori, specie il lavoro, sono capaci di essere un autonoma fonte di reddito per la famiglia, continuando così ad essere professionali. 4. Sistemi marginali, non sono capaci né di essere competitivi nella remunerazione delle risorse, né di essere una fonte di reddito che garantisce l autonomia della famiglia. 3. I risultati economici dei Sar pugliesi La definizione dei Sar è stata completata individuando per le diverse attività svolte le tecniche di produzione più diffuse nell ambito delle tipologie di riferimento. Per ciascuna attività sono state definite la produzione, l epoca di esecuzione delle varie operazioni con il relativo impiego di fattori, macchine e mezzi tecnici. Le tecniche sono state individuate attraverso indagini di campo, che hanno anche provveduto a definire il vettore dei prezzi dei prodotti e dei fattori riferito al 1999 considerato anno base di riferimento per la valutazione dei risultati ottenuti dai Sar. La determinazione dei risultati economici dei Sar ha mirato a individuare per ciascuno di essi il reddito netto aziendale. Esso è stato ottenuto a partire dalle entrate provenienti dalle singole attività che includono sia i ricavi dalla vendita dei prodotti che gli eventuali aiuti ed integrazioni 9

11 erogate per effetto dell applicazione della Pac. Alle entrate di ciascuna attività sono stati detratti i costi espliciti connessi all impiego dei fattori variabili e i costi legati all impiego dei fattori fissi (quote e costo dei salariati fissi), pervenendo così al reddito netto aziendale. A quest ultimo è stata poi detratta la remunerazione della terra e dei capitali investiti stimata attraverso il loro costo di opportunità. Le quote di ammortamento delle macchine e degli investimenti fondiari sono state stimate ricorrendo alla formula dell ammortamento finanziario. Tale formula è stata applicata al valore a nuovo dei capitali, considerando una durata media comune a ciascun tipo di macchina. Per quanto riguarda le quote di manutenzione delle macchine, la stima è stata effettuata tenendo conto della loro utilizzazione annua in rapporto alla capacità di lavoro massima. La scelta di prendere in considerazione il valore a nuovo delle macchine per il calcolo delle quote ha inteso valutare l incidenza di questi capitali sui costi aziendali ad un livello tale da permettere la loro sostituzione al termine del periodo di durata media, mantenendo così inalterata la capacità operativa aziendale. Tuttavia, poiché molti Sar, anche di piccole dimensioni, hanno spesso un parco macchine ampiamente in eccesso rispetto alle esigenze dell ordinamento, l applicazione di questo criterio potrebbe dare luogo ad una sovrastima dei costi delle macchine. Infatti, in molti situazioni di questo tipo le macchine aziendali sono spesso piuttosto datate, essendo state acquistate grazie alle agevolazioni previste in passato per l acquisto di mezzi agricoli. Pertanto, nei Sar per i quali l incidenza delle quote risultava troppo elevata la composizione del parco macchine è stato rivista, prevedendo un più ampio ricorso al noleggio. La determinazione di ricavi, aiuti o integrazioni derivanti dalla Pac e costi espliciti delle colture annuali non ha presentato particolari difficoltà. Invece, è stato necessario fare qualche scelta sui criteri da impiegare per la determinazione di queste voci di bilancio nel caso di colture poliennali e di allevamenti, tenendo conto dei problemi legati al ciclo produttivo. Per le coltivazioni arboree, i ricavi ed i costi sono stati calcolati con riferimento alla fase di stazionarietà del ciclo produttivo, inserendo l ammortamento dell impianto tra i costi. Per quanto riguarda le attività zootecniche si è fatto riferimento ad un allevamento tipo composto da un certo numero di capi riproduttori. All'attivo del bilancio di tali attività sono posti i ricavi derivanti dalla vendita di tutte le produzioni e degli eventuali capi a fine carriera. Viceversa, dal lato dei costi sono stati considerati anche i fabbisogni di mezzi tecnici e di lavoro per i capi destinati alla rimonta. Per ogni Sar è stata anche stimata la remunerazione dei fattori aziendali al costo di opportunità, pervenendo cosi alla variabile da confrontare con il reddito netto aziendale per valutare la competitività dei sistemi. A questo scopo la quantità di risorse familiari impiegate in 10

12 ciascun Sar è stata moltiplicata per il costo di opportunità dei fattori indicati nel paragrafo precedente. Qui di seguito vengono esposti i risultati economici raggiunti dai Sar delle cinque province in termini di classificazione dei sistemi in base agli indici di competitività e efficienza. Informazioni più dettagliate sulle differenti voci del bilancio di ciascun Sar possono essere trovate nelle tabelle riepilogative in appendice. I diagrammi riportano per ciascuna provincia la posizione dei Sar in base agli indici di competitività (rapporto tra il reddito netto del Sar e il reddito netto aziendale al costo di opportunità dei fattori) e di autonomia (rapporto tra il reddito netto aziendale e il reddito provinciale pro-capite delle famiglie agricole). Nel grafico sono anche rappresentate due rette in corrispondenza del valore uno dei due indici, che discriminano, rispettivamente, imprese competitive ed autonome. Rispetto a queste due rette, la zona in alto a destra identifica i sistemi professionali e vitali che remunerano le risorse fornite dalla famiglia a un livello almeno pari a quello ottenibile in attività extra aziendali e forniscono un reddito adeguato a soddisfare le esigenze vitali della famiglia. I Sar classificati tra i sistemi efficienti ma non autonomi sono posti nella zona posta in alto e a sinistra delle due rette. Invece, nel quadrante posto in basso e a destra delle due rette figurano i sistemi classificati nel gruppo autonomi non efficienti. Nell ultimo quadrante in basso a sinistra sono collocati i sistemi marginali. Bari La classificazione dei Sar della provincia di Bari in base alla loro autonomia/efficienza è rappresentata nella figura 1. Le imprese che risultano professionali ed efficienti sono tutte di dimensioni medio-grandi e sono indirizzate verso le produzioni cerealicole specializzate e con seminativi, ortofloricole, frutticole e olivicole. I sistemi di grandi dimensioni, che si caratterizzano anche per l elevata incidenza del lavoro salariato sul totale, raggiungono livelli di reddito e di efficienza molto elevati. Come si può desumere dalla tabella allegata in appendice, il risultato delle imprese cerealicole, olivicole e cerealicole ed altri seminativi è fortemente condizionato dai sussidi erogati attraverso la Pac. In assenza dei sussidi questi sistemi non sarebbero in condizione né di remunerare il lavoro familiare nè di raggiungere livelli di reddito soddisfacenti. È invece di rilievo la performance dei sistemi ortofloricoli e frutticoli i cui risultati non dipendono in alcun modo dalla dimensione dei trasferimenti legati alla Pac. Il gruppo di Sar classificati tra i sistemi efficienti ma non autonomi è costituito da tre sole aziende tutte di piccola dimensione specializzate nella cerealicoltura ed altri seminativi, viticoltura e diverse coltivazioni permanenti. In esse il lavoro è fornito esclusivamente dalla 11

13 famiglia e non va mai oltre le 1300 ore annue, raggiungendo in alcuni casi solo poche ore. La caratteristica di questi sistemi è l avere individuato assetti organizzativi che permettono di sfruttare al meglio la modesta dimensione aziendale, mentre la famiglia è coinvolta anche, se non in prevalenza, in attività extra-aziendali. Nel caso delle aziende cerealicole e a seminativi di questo gruppo va sottolineato, come per il precedente, la forte dipendenza del risultato economico dagli aiuti Pac. Figura 1 - Competitività e autonomia dei SAR (Bari 1999) 10 Indice di competitività 1 33_4 20_40 33_40 11_40 12_416 31_416 11_ _16 11_416 32_40 34_416 44_16 33_416 34_16 81_ _440 60_416 33_ _ Indice di autonomia Tutti i Sar zootecnici individutati in provincia di Bari si collocano tra i sistemi autonomi e non efficienti, posti in basso e a destra delle due rette in figura. In questi sistemi, che presentano dimensioni medie, le due unità di lavoro occupato sono fornite quasi sempre solo dalla famiglia. La remunerazione dei fattori aziendali è inferiore al loro costo di opportunità ma comunque non troppo lontana da questo valore. Tutto ciò fa si che questi Sar risultino autonomi. È utile sottolineare che gli aiuti derivanti dalla Pac hanno una incidenza relativamente modesta, assumendo maggiore importanza nel sistema con seminativi (grano duro) ed erbivori. In basso a sinistra nel diagramma sono posti i Sar marginali. Tale gruppo comprende la cerealicola specializzata di piccole dimensioni, tutti i sistemi olivicoli, escluso quello di grande dimensione, la policoltura e diverse coltivazioni permanenti combinate. Inoltre, c è il sistema specializzato nell allevamento di bovini latte-carne. In tutti i sistemi, si osserva un elevata incidenza dei trasferimenti dalla Pac. Va anche messo in rilievo che in alcuni casi la bassa remunerazione dei fattori dipende anche da una meccanizzazione eccessiva. 12

14 Brindisi I risultati economici ottenuti dai 9 Sar della provincia di Brindisi pongono quasi tutte le aziende nei gruppi professionali efficienti e marginali. Nel primo gruppo sono inserite tutte le imprese di dimensioni medie e grandi. Invece, le imprese di piccole e piccolissime dimensioni sono classificabili tra quelle marginali. Solo un Sar, diverse coltivazioni permanenti di piccola dimensione, si colloca tra le aziende non professionali efficienti. Figura 2 - Competitività dei SAR (Brindisi 1999) 10 33_4 12_40 Indice di competitività 1 33_4 31_416 34_416 33_164 33_416 60_40 34_ Indice di autonomia I Sar classificati tra i sistemi marginali hanno in comune l alta incidenza del lavoro familiare sul totale. Per alcuni sistemi il risultato è determinato dalla bassa utilizzazione delle macchine di proprietà. In generale, questi sistemi impiegano poco lavoro che, ottenendo una remunerazione unitaria inferiore al costo di opportunità, non consente loro di raggiungere soglie di reddito che li classificano tra gli autonomi. Nei Sar professionali efficienti il lavoro familiare è sempre almeno pari a una unità di lavoro occupata a tempo pieno. L indice di competitività nella grande azienda a seminativi e in quella olivicola è molto elevato, indicando livelli di profitto per nulla trascurabili. Il risultato ottenuto dai Sar della provincia di Brindisi sembra dipendere soltanto dalla dimensione dell impresa. Nel caso delle piccole imprese, la modesta performance deriva dal non 13

15 avere adottato forme organizzative capaci di allentare il vincolo rappresentato dalle dimensioni. Per molti Sar professionali ed efficienti il risultato è fortemente condizionato dal livello dei sussidi derivanti dalla Pac. Foggia Nella provincia di Foggia i risultati dei Sar evidenziano un organizzazione produttiva dell agricoltura locale che consegue elevati livelli di efficienza. Infatti, tutti i sistemi scelti sono da considerare efficienti tranne uno, mentre i Sar di dimensioni medio grandi sono anche autonomi. Solo la piccola azienda a cereali e altri seminativi non è né efficiente né autonoma, in quanto il parco macchine è sovradimensionato e inoltre utilizza tecniche di coltivazione del pomodoro a maggiore intensità di lavoro. Figura 3 - Competitività e autonomia dei SAR (Foggia 1999) 10 11_416 12_164 31_440 11_401 Indice di competitività 1 60_416 12_416 33_16 33_416 11_164 60_164 12_401 60_ Indice di autonomia La spiegazione della buona performance dei Sar di Foggia va probabilmente ricercata nella azione concomitante di due fattori. Il primo è la maggiore dimensione media aziendale rispetto ad altre province, che ha consentito di trarre notevoli benefici dalla diffusione dell irrigazione avvenuta negli anni 60 e 70. Il secondo fattore è la diffusa rete di servizi alle imprese che si riscontra in molte zone della provincia, che permette di pervenire a forme efficienti di organizzazione delle imprese, che consentono di tenere bassi i costi di produzione. 14

16 È opportuno evidenziare il ruolo dei trasferimenti che si originano dalla Pac nel determinare i risultati dei Sar della provincia di Foggia. Nessuna impresa riuscirebbe ad essere efficiente in assenza delle varie forme di pagamenti diretti agli agricoltori. Apparentemente solo la grande azienda a cereali e altri seminativi continuerebbe a essere professionale e efficiente anche senza sussidi. In questo caso va però osservato che il risultato è dovuto all elevata incidenza sulla Plv del pomodoro. Per questa coltura nel 1999 il sostegno era ancora affidato agli aiuti pagati alle imprese di trasformazione che dimostravano di avere pagato il prezzo minimo per la materia prima. A partire dal 2001 il prezzo minimo e l aiuto alle imprese trasformatrici sono stati aboliti, passando ad un sistema di aiuti per unità di superficie pagati alle Associazioni dei Produttori. 10 Figura 4 - Competitività e autonomia dei SAR (Lecce 1999) 31_16 Indice di competitività 1 12_4 33_4 31_416 33_40 31_4 12_416 34_16 60_40 33_ _416 33_416 60_416 12_ _ Indice di autonomia Lecce I Sar della provincia di Lecce ottengono risultati economici che evidenziano un tessuto produttivo con forti difficoltà. La maggioranza dei sistemi sono classificati come marginali, non riuscendo a essere né efficienti né autonomi. In questo gruppo sono inseriti tutti i Sar di piccole e piccolissime dimensioni della provincia, con l unica eccezione della piccola azienda viticola che risulta efficiente ma non autonoma. Invece, le imprese di dimensioni medio grandi sono incluse tra le professionali ed efficienti. Nell insieme l agricoltura della provincia sembra caratterizzarsi per una diffusa presenza di piccole e piccolissime imprese a carattere familiare che non riescono a trovare assetti 15

17 organizzativi soddisfacenti. Infatti, in molti casi la modesta performance dei Sar dipende anche da un elevata incidenza dei costi legati alle macchine, che fa pensare a un mercato dei servizi di contoterzismo non sufficientemente sviluppato. Taranto Nella provincia di Taranto sono classificati tra i sistemi professionali ed efficienti 8 Sar tutti di dimensioni grandi o medie, specializzati in cereali ed altri seminativi, agrumicoltura e frutticoltura, viticoltura, olivicoltura e combinazioni di questi indirizzi. Tra questi raggiungono livelli di efficienza e di reddito molto elevato le imprese viticole, frutticole e agrumicole. Un gruppo limitato di imprese di piccole dimensioni appartenenti agli ordinamenti diverse coltivazioni permanenti e policoltura, che coltivano anche frumento duro sono da considerare efficienti ma non autonome. Invece, i Sar considerati marginali sono imprese di piccole e piccolissime dimensioni e hanno ordinamenti viticoli (da vino) e olivicoli. I due Sar zootecnici sono classificati tra i professionali non efficienti. 10 Figura 5 - Competitività e autonomia dei SAR (Taranto 1999) 32_40 Indice di competitività 1 31_40 33_40 60_41 60_ _ _40 34_4 34_40 12_40 33_440 81_ _416 31_ _4 41_ Indice di autonomia Nell insieme della provincia appaiono vitali le imprese che coltivano frutta (tra cui l uva da tavola) e agrumi. A tale proposito è da rimarcare che il positivo risultato economico di queste imprese è ottenuto in assenza di trasferimenti dalla Pac. Viceversa appare modesto il risultato di tutti i Sar specializzati nella viticoltura da vino che sembrano indicare una notevole difficoltà di questo comparto dell agricoltura della provincia. 16

18 4. L aggregazione dei risultati dei Sar a livello regionale La discussione svolta nel paragrafo precedente assume maggiore rilevanza e offre un più ampio contenuto informativo, se dai risultati economici ottenuti dai singoli Sar nelle cinque provincie si passa ad una valutazione riferita a tutte le aziende della regione. L estensione dei risultati può essere effettuata a partire dalla numerosità delle tipologie aziendali alle quali ciascun Sar è associato. Infatti, dati i criteri con cui sono stati costruiti, si può ipotizzare che un Sar abbia le caratteristiche medie del gruppo di aziende da cui è stato estratto sia in termini di dotazione strutturale che di ordinamento e di tecnologie di produzione. Inoltre, poiché il sistema dei prezzi dei prodotti, dei fattori e dei mezzi tecnici è comune a tutte le imprese, ne consegue che i risultati economici di un Sar sono quelli medi della tipologia alla quale si riferisce. Dunque, moltiplicando il valore assunto da una variabile in un Sar per il numero di imprese appartenenti alla tipologia di riferimento, si ottiene una stima del valore di quella variabile nell insieme delle unità di produzione incluse nella tipologia. Aggregando poi sull insieme delle tipologie considerate nella regione, si ottiene un valore che si riferisce alla frazione di imprese rappresentate nello studio. Per potere estendere i risultati all intera popolazione di imprese della regione, è stata messa a punto un azienda residua. Essa non definisce un sistema rappresentativo ma è semplicemente una costruzione statistica che ha lo scopo di permettere di estendere i risultati dei Sar all intera popolazione di imprese. In questo modo potrà essere valutato il contributo all economia regionale offerto da tutte quelle tipologie aziendali alle quali non è stato associato un Sar, non essendo particolarmente significative in termini di superficie e reddito prodotto rispetto alle altre. 4.1 L azienda residua La costruzione dell azienda residua è stata effettuata a partire dai dati Istat sulle superfici regionali investite nelle diverse coltivazioni nell anno base 1999 e dalla consistenza degli allevamenti. Alle superfici investite in ciascuna attività sono stata detratte le superfici coperte dai Sar e quelle utilizzate per la produzione di beni destinati all autoconsumo, determinati con una procedura che verrà discussa più avanti. Lo stesso procedimento è stato adottato per gli allevamenti. La superficie di una coltura coperta dai Sar è stata ottenuta attraverso la sommatoria dei prodotti tra la dimensione assunta da tale attività nei Sar in cui è presente per il numero di aziende appartenenti alla tipologia di riferimento in base ai dati del Censimento Il confronto fra le superfici stimate dall Istat, la copertura data dai Sar e l autoconsumo, ha messo in evidenza un gruppo di colture che non sono state prese in considerazione dai Sar, oppure 17

19 sono state valutate in maniera insufficiente, e un altro che presenta attività che risultano sovrastimate. Nel primo gruppo sono incluse in prevalenza coltivazioni minori o che caratterizzano tipologie aziendali non rappresentate dai Sar considerati nell indagine. Invece, il secondo gruppo include le coltivazioni maggiormente diffuse nella regione ovvero olive da olio, arancio, frumento duro. In considerazione della metodologia adottata, era ragionevole attendersi una sottorappresentazione delle diverse attività di coltivazione. Invece, per le principali coltivazioni della provincia si è avuta una sovrastima delle superfici rispetto alle rilevazioni riferite al Ciò è dovuto essenzialmente ad una differenza fra le superfici destinate a queste attività, secondo quanto risulta dai dati per caratteristiche tipologiche del Censimento 1990, e quelli riferiti alle caratteristiche strutturali delle aziende. Questi ultimi sono abbastanza vicini alle superfici stimate per il 1999 dall Istat. Per ovviare alla sovrastima di queste ultime attività si è proceduto ad una ricalibratura della struttura delle tipologie sensibili, riducendo la loro numerosità in modo da giungere per le attività con dimensioni sovrastimate a una superficie uguale a quella indicata dall Istat. Per definire le attività zootecniche delle aziende non rappresentate è stato effettuato un confronto tra la consistenza degli allevamenti zootecnici della regione osservati nel 1990 (non è stato possibile fare riferimento ai dati disaggregati per categorie di bestiame più aggiornati in quanto mancano informazioni disaggregate per bovini da latte e da carne) e la consistenza degli stessi come risulta dalla loro dimensione nei Sar e dalla numerosità delle tipologie corrispondenti. Il confronto ha messo in evidenza una copertura inadeguata degli allevamenti bovini e ovini. La dimensione delle attività non rappresentate dai Sar e dall autoconsumo va a costituire la superficie e la consistenza degli allevamenti nell azienda residua. Il passaggio successivo nella definizione di questa azienda è stato l individuazione della funzione di produzione da essa adottata. Quest ultima è una scelta abbastanza complessa perché l obiettivo che ci si è posto è rappresentare con un unica funzione di produzione le diverse tecnologie adottate da imprese con caratteristiche differenti, non soltanto perché indirizzate nella produzione di beni non omogenei ma anche e soprattutto perché di dimensioni diverse. A questo proposito si può osservare che per effetto dei cambiamenti organizzativi che si sono avuti nelle aziende agricole italiane negli ultimi vent anni, dovuti essenzialmente alla diffusione della pluriattività della famiglia coltivatrice e alla diffusione dei servizi meccanici svolti in conto terzi, la differenziazione delle tecnologie di produzione in base alla dimensione delle imprese si è molto attenuata. Si può affermare che la tecnica di produzione di coltivazioni quali cereali, colture industriali, sia ormai la stessa indipendentemente dalla dimensione delle 18

20 imprese in cui sono svolte. Ciò implica che non sia troppo forte assumere rendimenti di scala costanti e dunque tecnologie di produzione lineari. L ipotesi di tecnologie di produzione omogenee e invarianti rispetto alla dimensione dell impresa, se è condivisibile per molte attività vegetali è sicuramente da respingere se riferita alle imprese zootecniche. Per queste imprese le tecnologie di produzione cambiano con la dimensione aziendale e inoltre sono caratterizzate da rendimenti di scala crescenti. Sulla base di questa considerazione, per definire le tecniche di produzione degli allevamenti zootecnici non si è ritenuto corretto fare riferimento ad una dimensione pari al numero di capi non coperti dai Sar della regione. Si è fatto invece riferimento a tecniche di produzione adottate da allevamenti bovini e ovini di medie dimensioni. In particolare, è stata scelta una tecnica di allevamento bovino da latte con 60 vacche. Poiché il numero di vacche da includere nell azienda residua era pari a vacche, si è immaginato che essi fossero distribuiti in 293 allevamenti di dimensioni identiche. Accanto a queste aziende sono stati definiti 1090 allevamenti ovini da 250 capi. Dunque, più che un unica azienda residua ci sono due gruppi di aziende tutte della stessa dimensione fisica e ordinamento produttivo. Il primo gruppo include l allevamento bovino da latte e il secondo l allevamento degli ovini. Poiché le attività svolte dall azienda residua sono numerose ed includono anche molte non comprese tra quelle realizzate dai Sar, per ciascuna di esse sarebbe stato necessario disporre anche di informazioni sulle tecniche di produzioni più diffuse nella regione. Ciò avrebbe richiesto una enorme mole di lavoro e di informazioni. Per aggirare l ostacolo, ipotizzando che nell ambito di ciascun comparto esista una certa omogeneità dei processi di produzione, per le attività vegetali di cui non erano disponibili le tecniche, si è proceduto ad una loro aggregazione in base al comparto di appartenenza, ricorrendo poi ad una tecnica di riferimento. Questo ha significato, ad esempio, che per tutte le attività orticole dell azienda residua si è fatto riferimento alla tecnica di coltivazione dell indivia. Se l aggregazione delle diverse tecniche di produzione appare abbastanza logica sotto il profilo delle esigenze di fattori di produzione e mezzi tecnici, non altrettanto può dirsi per le rese e i prezzi dei prodotti. Per questa ragione, i ricavi delle attività vegetali presenti nell azienda residua sono stati ottenuti applicando alle superfici le rese osservate nel 1999 e i prezzi impliciti della produzione vendibile regionale. A questi sono stati aggiunti gli eventuali aiuti per unità di superficie previsti dalla Pac. Per quanto riguarda le attività zootecniche, non avendo a disposizione informazioni sulle tecniche di allevamento di suini e pollame si è preferito non includere queste produzioni nell azienda residua. Invece, la produzione vendibile degli allevamenti bovini ed ovini 19

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