PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA. In collaborazione con le Caritas Diocesane di Modena-Nonantola e Rimini

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1 Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio Nazionale per il Servizio Civile PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA Della CARITAS DIOCESANA DI BOLOGNA In collaborazione con le Caritas Diocesane di Modena-Nonantola e Rimini TITOLO DEL PROGETTO TRA SAGGEZZA E MEMORIA: un esperienza oltre la solitudine delle persone anziane

2 SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA 2) Codice di accreditamento: NZ ) Classe di iscrizione all albo: 1^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Tra saggezza e memoria: un esperienza oltre la solitudine delle persone anziane. 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Area Assistenza Anziani - A1 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: La letteratura sulla condizione anziana ha sviluppato, dagli anni 80 in poi, la tendenza a sottolineare con enfasi il legame tra condizione anziana, benessere e relazioni sociali. Il rapporto che gli anziani e le loro famiglie hanno con le istituzioni e i servizi che si occupano di loro è naturalmente centrale e costituisce un indicatore importante del benessere relazionale di queste persone.ma è stato anche rilevato come una rete di relazioni informali quali quella di buon vicinato o quella delle amicizie costruite o coltivate nel tempo, costituisca una risorsa che permetta all anziano di soddisfare bisogni di protezione, sicurezza e appartenenza. Il progetto delle Caritas Diocesane di Modena, Bologna e Rimini intende proprio incidere sul rafforzamento delle reti di relazione delle persone anziane e, al tempo stesso, promuovere un opera di sensibilizzazione fra le diverse comunità territoriali. L ottica è infatti quella di considerare la condizione anziana non uno stato patologico, ma una fase della vita che, pur nelle sue 2

3 caratteristiche particolari, può e deve essere vissuta in pieno. I contesti territoriali: Il progetto si svolge in tre aree geografiche significativamente diverse: i centri cittadini di Bologna e Rimini e parte del territorio della montagna modenese (Comuni del Frignano). Osservando alcuni indicatori quantitativi appare chiaro che nelle tre aree indicate, il numero di persone anziane sta aumentando. Ad esempio: nel Comune di Bologna su un saldo demografico pari a di popolazione residente registrato nel 2002, sono le persone oltre i 65 anni e di queste , pari al 30.9% risultano essere sole; il dato percentuale è in crescita ormai da diversi anni. (Fonte: Rapporto etico 2003, Comune di Bologna). Nel 2003 risultavano residenti nel centro storico di Bologna su un totale di persone, anziani oltre i 64 anni. Sempre nella zona specifica del centro al 30 giugno 2004 (Fonte, Comune di Bologna) il tasso di dipendenza senile (cioè il rapporto tra la popolazione anziana e la popolazione in età lavorativa) è pari al 45,9, mentre l indice di vecchiaia (ovvero il rapporto tra la popolazione anziana e quella giovane) è di 269,8; in altre parole nel centro storico di Bologna ogni 100 adolescenti fino ai 14 anni ci sono 269 anziani che superano i 65 anni di età. Entrambi questi indici risultano essere in costante aumento negli ultimi anni. Il territorio di Rimini conferma questo stato di cose: al 2003 l'età media della popolazione supera lievemente i 44 anni, e un confronto con i periodi precedenti, nonostante il flusso in arrivo di persone in giovane età provenienti da percorsi di migrazione, evidenzia una collettività sempre più sbilanciata nelle classi di età avanzate. Le persone con età superiore ai 64 anni a Rimini sono e rappresentano il 21% della popolazione. L'indice di vecchiaia è pari a 166.(Fonte, Comune di Rimini) Il tendenziale incremento dello squilibrio tra classi di anziani e di quelle giovanili emerge anche attraverso l'andamento di altri indicatori quali ad esempio la dipendenza senile, che per la città di Rimini è pari a 31,88 (2003) ed è in costante crescita negli ultimi anni. (Fonte, Comune di Rimini) Se detti valori aumentano, in quanto rappresentano la percentuale di individui anziani non autonomi per ragioni demografiche rispetto alla parte di popolazione attiva, significa che il "peso sociale" di cui i lavoratori devono farsi carico per il sostentamento di tali classi ormai escluse dalla vita professionale è sempre più pressante. Dati simili si riscontrano anche per quanto riguarda i comuni della montagna modenese: gli indicatori demografici evidenziano quale tratto distintivo della popolazione del Distretto del Frignano l alto indice di vecchiaia, superiore alla media provinciale. Al i dati relativi alla popolazione anziana, scorporata per classi di età, rispetto alla popolazione residente sono i seguenti: Distretto del Frignano 65 e più 75 e più 80 e più valori assoluti % su popolazione totale 24,9 12,7 6,95 3

4 Al l indice di vecchiaia e l indice di dipendenza degli anziani è, per tutti i Comuni del Frignano, superiore al valore medio provinciale. Anche nei Comuni dove è stato rilevato un incremento della popolazione legato al flusso migratorio e dove l indice di dipendenza dagli anziani assume valori più bassi rispetto al restante territorio, si riscontra ugualmente un aumento di tale indice nel periodo 1991/2000. Comuni del Frignano Valore provincia di Modena Indice dip. anziani Indice di vecchiaia 47,39 289,77 30,2 162,1 Va tuttavia sottolineato che, pur mostrandosi simili in questo trend di invecchiamento, le tre diverse aree geografiche interessate dal progetto, hanno problematiche anche diverse. Il territorio della montagna modenese è caratterizzato, ad esempio, da una situazione geomorfologica tale per cui molti anziani abitano in zone isolate e lontane dai centri abitati, il che rende più difficoltosa l'assistenza domiciliare e la possibilità per gli anziani stessi di fruire delle varie opportunità ricreative e di socializzazione presenti sul territorio. Naturalmente appare differente la situazione degli anziani che vivono all interno dei centri cittadini (Bologna e Rimini). La città infatti offre alcune opportunità in più nell accesso ai servizi in generale e a quelli sanitari e assistenziali in particolare, ma si può rivelare un contesto estraniante, soprattutto per gli anziani soli, poiché in città non è facile instaurare relazioni personali nuove. 7) Obiettivi del progetto: Premessa Le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Volontario come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una parentesi nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas Diocesane si uniscono nell impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L intento è quello di proporre un esperienza che cerchi e costruisca senso. Un esperienza che davvero cambi la vita. 4

5 Obiettivi generali rispetto ai giovani in Servizio Civile Volontario nelle Caritas Diocesane: Alimentare nei giovani, attraverso il contatto diretto con le persone in situazione di disagio, il senso di appartenenza alla vita sociale e civile ed ai suoi problemi complessi, sia a livello cittadino che nazionale e globale. Fornire una forte esperienza di servizio agli ultimi che, adeguatamente seguita in termini di formazione, verifica e ri-progettazione, possa positivamente influenzare lo stile nei rapporti interpersonali, dia spunti sulla scelta professionale e orienti i giovani ai valori della solidarietà e dell accoglienza. Dare ai giovani la possibilità di vivere durante l anno di Servizio Civile l esperienza della dimensione comunitaria che è aspetto qualificante del progetto. Non si tratta di una semplice convivenza, ma della proposta di ripartire da se stessi per vivere e confrontarsi insieme agli altri volontari, sperimentando da una parte l esperienza di indipendenza ed autonomia e dall altra uno stile di vita basato sull accoglienza e la condivisione. Permettere ai giovani in Servizio Civile nelle Caritas dell Emilia Romagna di condividere i momenti più importanti della loro esperienza (inizio, metà e fine), attraverso la partecipazione a percorsi formativi residenziali, per favorire lo scambio, il confronto e la partecipazione. Promuovere, organizzare e partecipare in collaborazione con gli operatori della Caritas e gli altri Volontari del Servizio Civile a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle realtà di disagio della città e del mondo, anche nell ottica della promozione del Servizio Civile come strumento di lotta all esclusione sociale. Acquisire abilità e competenze rispetto all ambito socio-assistenziale e facilitare la comprensione della metodologia di lavoro nel settore sociale (lavoro in equipe, lavoro di rete ). A partire da un bisogno di attenzione e sostegno da parte della popolazione anziana dei tre territori, le Caritas Diocesane di Bologna, Modena e Rimini hanno quindi inteso progettare un azione che abbia i seguenti obiettivi: Obiettivi specifici di progetto: 1. Rafforzare le reti relazionali, formali e informali, delle persone anziane presenti sul territorio, al fine di ridurne l isolamento; 2. Sostenere le persone anziane nella loro quotidianità (compagnia, ascolto, animazione) senza mai sostituirsi o sovrapporsi al ruolo degli operatori dei servizi territoriali, ma lavorando in un ottica di collaborazione integrata. 3. Impegnarsi in una lettura costante delle esigenze del territorio per agevolare una maggiore corrispondenza tra i bisogni della popolazione anziana e i servizi e le strutture già presenti e operanti in loco. 4. Promuovere, all interno dell intera comunità territoriale, una azione di 5

6 sensibilizzazione verso una sempre maggiore solidarietà di vicinato e di intensa sussidiarietà che permetta il superamento dell isolamento di alcuni anziani. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: Volontariato per il Centro Storico di Bologna L attenzione della Caritas Diocesana di Bologna si concentra sull area territoriale del centro storico cittadino. In città i servizi sociali comunali garantiscono un assistenza domiciliare integrata alla popolazione che ne abbia necessità. Tuttavia emerge comunque il bisogno, da parte delle persone anziane sole, di rapportarsi con persone al di fuori degli operatori dell assistenza (assistenti di base, infermieri, medici, assistenti sociali), in particolare qualora le famiglie di origine non possano farsi carico di sostenere questo bisogno relazionale. Per questo da diversi anni opera, in stretta collaborazione con i servizi, il gruppo di Volontariato per il Centro Storico (VCS). Si tratta di un gruppo volontario (sono circa una quarantina di persone, soprattutto giovani) che, direttamente collegato alla Caritas Diocesana, presta il proprio servizio nelle ore centrali della mattinata e in quelle pomeridiane per svolgere visite domiciliari ad anziani soli. Il gruppo di volontariato è coordinato da due religiose la cui congregazione di appartenenza fonda il proprio carisma sull assistenza alle persone anziane. Compito preciso dei volontari è di stimolare la persona anziana a mantenere contatti con il mondo extra domestico, rendendosi disponibili qualora ce ne sia l opportunità ad accompagnare fuori gli anziani per brevi passeggiate o semplici commissioni, per momenti di svago o favorirne la partecipazione ad eventi cittadini. Il lavoro del VCS comprende anche un monitoraggio accurato delle esigenze e dei bisogni delle singole persone in un ottica di sostegno relazionale ma anche in prospettiva dell ampliamento dei servizi comunali da coinvolgere a sostegno della situazione. Infine grande rilevanza ha il lavoro di sensibilizzazione che i volontari sono chiamati a svolgere a partire dalle realtà più prossime, quali le parrocchie del centro storico e i gruppi giovanili che in esse trovano un punto di aggregazione. Il VCS ha sede nel centro cittadino di Bologna. Durante l anno di attività vengono organizzati incontri di approfondimento e brevi seminari con esperti dell area di intervento, questi momenti sono aperti a tutta la cittadinanza. Sempre presso la sede del gruppo si tengono settimanalmente riunioni di verifica e progettazione. Il Girononni attività di sostegno alle persone anziane di Rimini: Anche la realtà cittadina di Rimini vede coinvolta la Caritas in un intervento di 6

7 sostegno alla situazione di alcune persone anziane. Si tratta in particolare di quella fascia di popolazione ultra sessantacinquenne in condizioni fisiche, economiche, sociali e culturali estremamente disagiate e che risultano essere quasi completamente recluse fra le mura domestiche. Proprio in forza di questo isolamento estremo e di una oggettiva impossibilità da parte degli anziani a provvedere a se stessi, il gruppo di volontariato, in collaborazione con il Comune di Rimini, fornisce a domicilio pasti caldi ogni giorno dell anno. Naturalmente, all interno del progetto il momento del pasto diviene uno spazio di fondamentale scambio relazionale tra i volontari e gli anziani; diviene per così dire la scusa per entrare a tutti gli effetti nel mondo di queste persone altrimenti ben difficili da raggiungere. Lo stretto collegamento con i servizi permette inoltre ai volontari di segnalare le situazioni che si aggravano e che richiedono ulteriori sostegni domiciliari. In tutto, al momento attuale, sono circa venti le situazioni segnalate alla Caritas Diocesana dai servizi territoriali e dai centri d ascolto cittadini. Il gruppo di volontariato invece è composto da circa venticinque persone che programmano la loro attività settimanalmente. Sono previsti momenti di verifica e progettazione in itinere. Il gruppo di volontariato Girononni organizza inoltre momenti di approfondimento e di riflessione pubblica con incontri e seminari su argomenti specifici. Caritas della parrocchia S.Bartolomeo in Pavullo: Il gruppo Caritas che opera presso la parrocchia di S. Bartolomeo a Pavullo ha costituito un centro d ascolto parrocchiale per la lettura dei bisogni del territorio. Il Centro ha potuto quindi osservare che per quanto riguarda l area territoriale della Parrocchia di Pavullo, anche a causa del particolare assetto geomorfologico, l essere anziani conduce in molti casi ad una minore autonomia e quindi richiede il supporto di strutture e persone per il mantenimento di un buon livello di qualità della vita. Tuttavia, la tendenza culturale ad enfatizzare la vita privata e la grande diversificazione degli stili e delle abitudini tra gruppi e persone, anche fisicamente vicine, porta spesso gli anziani a ritrovarsi isolati e talvolta incapaci di usufruire di quei servizi di cui maggiormente hanno bisogno. Si crea quindi una separazione interna al territorio tra alcune fasce di popolazione che per estrazione culturale e possibilità fisiche minori, legati all età, rimangono estranee a gran parte della vita sociale. Il Gruppo Caritas della parrocchia, che si occupa da anni di queste situazioni, attraverso la presenza del volontario vuole incentivare quelle attività di sensibilizzazione del territorio a questi problemi di isolamento, sia rafforzando i percorsi già in atto presso le scuole e presso alcuni centri sia promovendo nuove iniziative legate soprattutto all ambito giovanile. Si prevede inoltre un inserimento del volontario nelle attività di assistenza domiciliare e di animazione già in atto ad opera del centro. A partire da queste sarà poi possibile orientarsi maggiormente all individuazione e all attivazione di risorse locali. Lo scopo ultimo verso cui si vuole camminare è non solo un rafforzamento dell attuale rete di servizi ma anche una maggiore adesione al territorio mediante una spiccata sussidiarietà, fino alla creazione di nodi locali di assistenza alle persone sole, nodi che certamente sostenuti e coordinati dal centro già esistente della Caritas. Il territorio interessato coincide indicativamente con quello parrocchiale ma non 7

8 esclude un suo ampliamento all intero comune. Nelle tre declinazioni territoriali ai Volontari in servizio civile sarà chiesto di: Mantenere un rapporto diretto con le persone anziane, affiancandole nella loro quotidianità, siano esse ospiti all interno di strutture di accoglienza o domiciliate nelle proprie case. All interno delle strutture di accoglienza i volontari del Servizio Civile saranno chiamati ad affiancare il personale in alcune attività di animazione e a promuovere una maggiore collaborazione e integrazione sia tra le diverse strutture sia tra le strutture e il territorio. Promuovere attività di sensibilizzazione del territorio, anche attraverso il coinvolgimento dei mass-media locali e prestando particolare attenzione ai luoghi frequentati dai giovani (scuole, gruppi parrocchiali, associazioni ) al fine di raggiungere una maggior aderenza alla realtà territoriale. Partecipare agli incontri di coordinamento presenti sul territorio ad esempio: consulta del volontariato; tavole rotonde tra comune, centro servizi volontariato e parrocchia per l attuazione dei piani di zona. Partecipare alle attività di coordinamento e di programmazione dei servizi. Tutte le attività previste dal progetto rientrano nelle seguenti funzioni: 1. Ascolto e accoglienza: un esperienza concreta a fianco delle persone anziane, siano esse all interno di strutture o a casa, soprattutto in ottica relazionale (visite domiciliari, accompagnamento presso servizi del territorio, ascolto, animazione del tempo libero, compagnia, fruizione pasti). 2. Animazione, sensibilizzazione e informazione: organizzare e proporre, in appoggio agli operatori Caritas, iniziative per tutta la comunità territoriale, a partire dai gruppi giovanili parrocchiali e dalle scuole. 3. Programmazione e organizzazione: partecipare agli incontri di verifica e riprogettazione delle attività per acquisire la giusta competenza. 4. Approfondimento e ricerca: conoscere i servizi rivolti agli anziani del territorio. Acquisire le cognizioni di base per poter raccogliere i bisogni più emergenti delle persone anziane e, in collaborazione con gli operatori Caritas, coinvolgere i servizi territoriali preposti. Sono intese risorse fondamentali del progetto tutti gli operatori (professionali o volontari specificamente preparati) che seguiranno i giovani del Servizio Civile 8

9 all interno delle strutture o in affiancamento nelle visite domiciliari. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 3 La Caritas Diocesana di Bologna fa uso di 2 appartamenti siti in Via Dal Monte 4 e Via degli Angeli 26 a Bologna; la Caritas Diocesana di Rimini fa uso di alcune camere site in Via Madonna della Scala, 7. In questi alloggi trovano ospitalità tutte le ragazze che decidono di fare vita comunitaria, la quale - pur non essendo obbligatoria è comunque parte integrante della proposta di Servizio Civile in Caritas, intesa come percorso di formazione globale della persona. Tale proposta prevede la possibilità di essere seguiti in un percorso comunitario in cui confrontarsi con le diversità che ogni persona porta. Questa attività viene svolta grazie all apporto di un responsabile esterno che verifica settimanalmente la situazione della vita comunitaria proponendo momenti di riflessione comune e verifiche periodiche delle attività e delle dinamiche comunitarie (gestione del conflitto etc.). Il progetto inoltre prevede la partecipazione anche di volontari non residenti nel comune di realizzazione del progetto medesimo. 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 1 12) Numero posti con solo vitto: 2 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 6 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano. Si richiede inoltre la disponibilità di partecipare a corsi di formazione residenziali (corso di inizio, metà e fine servizio) anche fuori dal comune ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione regionale; ogni corso ha la durata di tre giorni complessivi. 9

10 Richiesta di flessibilità oraria e di spostamento sul territorio per la realizzazione del progetto medesimo. Partecipazione, con il resto dell equipe educativa presente nelle sedi di realizzazione del progetto, ai momenti di coordinamento, di verifica e di ri-progettazione delle singole attività. In alcuni ambiti di servizio si chiederà la sottoscrizione di un impegnativa nella quale si dichiara di non divulgare informazioni personali degli utenti. 10

11 CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: L ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI BOLOGNA Via Fossalta 4, Bologna - Tel Fax: caritasbo.odc@virgilio.it Persona di riferimento: Elisabetta Cecchieri N. Ente presso il quale si realizza il progetto ed a cui indirizzare le domande Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede Telefono sede Fax sede Personale di riferimento (cognome e nome) Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e nome Data di nascita CARITAS DIOCESANA DI BOLOGNA/ VOLONTARIATO PER IL CENTRO STORICO CARITAS PARROCCHIALE DELLA PARROCCHIA DI S.BARTOLOMEO DI PAVULLO BOLOGN A VICOLO SAN NICOLO' 1 PAVULL O NEL FRIGNAN O PIAZZA SAN BARTOLOMEO 1 ASSOCIAZIONE MADONNA DELLA CARITÀ RIMINI VIA IV NOVEMBRE / / CECCHIERI ELISABETTA BALLIN REGINA RABBONI PAOLO BORGHINI PIETRO LISI GLORIA BALLIN REGINA RINALDI FABRIZIO MONTI MARIA 07/06/40 29/12/77 06/06/42 11

12 17) Specificare se il progetto prevede o meno l impiego di tutor: SI 18) Strumenti e modalità di pubblicizzazione del progetto: SI RINVIA ANCHE AL SISTEMA DI COMUNICAZIONE VERIFICATO DALL UNSC IN SEDE DI ACCREDITAMENTO. Le Caritas dell Emilia Romagna hanno allestito il sito web per promuovere il Servizio Civile Volontario, descrivendo nelle varie sezioni del sito i progetti e le diverse sedi di realizzazione, pubblicizzando i diversi bandi e raccontando le esperienze delle volontarie in servizio. Sono stati prodotti dalle Caritas dell Emilia Romagna anche un video promozionale, pieghevoli e locandine contenenti le principali informazioni riguardo al Servizio Civile Volontario in Caritas e con rimandi al sito. Le Caritas diocesane e tutte le organizzazioni di accoglienza, sedi di realizzazione del progetto sono impegnate in una campagna permanente per promuovere il Servizio Civile Volontario presso la popolazione giovanile della città. Vengono utilizzati i seguenti strumenti: Pieghevoli, locandine e video contenenti una prima informazione sul Servizio Civile Volontario Articoli su pubblicazioni periodiche: La Porta pubblicazione bi-mestrale della Caritas di Bologna; altri articoli su quotidiani, Insieme Notizie periodico di informazione diocesana; settimanale della diocesi modenese Nostro Tempo ; newsletter della Caritas Diocesana; Il Ponte pubblicazione quindicinale della Diocesi di Rimini; altri articoli su quotidiani e periodici locali. Invio di comunicati stampa a giornali, radio locali e televisioni. Promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione /approfondimento con gruppi giovani, associazioni (in particolare all interno di realtà associative come AC e AGESCI) e scuole per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile, con la partecipazione delle Volontarie del Servizio Civile in qualità di testimoni privilegiate. Organizzazione di un campo estivo di formazione e lavoro sulle tematiche legate al Servizio Civile e alla cittadinanza attiva aperto a tutti i giovani interessati. Pubblicizzazione su siti internet: ) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: SI RINVIA AL SISTEMA DI SELEZIONE VERIFICATO DALL UFFICIO IN SEDE DI ACCREDITAMENTO 12

13 20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: SI RINVIA AL SISTEMA DI MONITORAGGIO VERIFICATO DALL UNSC IN SEDE DI ACCREDITAMENTO 22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Nessuno 24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate al progetto: - Acquisto di materiale per le attività di animazione e di intrattenimento supplementari: Euro preventivati 300,00 a volontario - Utilizzo di automezzo di proprietà dell Ente e spese telefoniche per la realizzazione di una rete di volontariato e per le trasferte nei gruppi e nelle scuole: Euro 400,00 - Possibilità di partecipare a missioni umanitarie all estero: 700,00 per volontario - E prevista inoltre dal progetto la possibilità per i giovani in servizio di condividere l esperienza attraverso la vita comunitaria in una struttura direttamente gestita dall ente; l importo annuale complessivo destinato alla vita comunitaria è di euro 1,500 a volontario 25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all interno del progetto: Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Modena Nonantola per promozione del progetto in ambito giovanile all interno delle parrocchie e delle attività che l ufficio propone (vedi dichiarazione allegata). 26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l attuazione del progetto: Vengono messi a disposizione del progetto di servizio civile: - sedi (per incontri, realizzazione di attività, per pasti, ecc ); 13

14 - attrezzature varie (stereo, fotocamere, telecamere, lavagna luminosa); - postazioni PC e accesso a internet; - utilizzo di postazioni telefoniche per il contatto con i volontari e con le altre realtà territoriali; - centri di documentazione (riviste, libri, video); - utilizzo di una automobile, previo accordo con gli operatori referenti e possesso dei requisiti CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISITE 27) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Accordo con facoltà di Scienze dell Educazione dell Università di Bologna - 10 crediti formativi riconosciuti (vedi accordo allegato) 28) Eventuali tirocini riconosciuti: Accordo con facoltà di Scienze dell Educazione dell Università di Bologna tirocinio riconosciuto (vedi accordo allegato). Convenzione per lo svolgimento dei tirocini con la Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea in Scienze Sociali dell Università di Bologna (vedi allegato) Convenzionate per lo svolgimento di master con la Facoltà di Scienze della Formazione dell Università di Bologna (vedi allegato) 29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato all UNSC da Caritas Italiana). La singola Caritas Diocesana rilascia su richiesta dell interessato e per gli usi consentiti dalla legge- ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. I progetti presentati dalle Caritas diocesane dell Emilia Romagna consentono l'acquisizione delle seguenti competenze COMPETENZE DI BASE Conosce le procedure (macro) tecnico/amministrative dell Ente per quanto concerne le attività correlate ai lavori pubblici. COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI Progetti anziani E in grado di:. - Collabora alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e di ricostruzione della rete relazionale. - Collabora all utilizzo di tecniche specifiche di animazione: attività di intrattenimento 14

15 (giochi, musica, films ecc ); attività occupazionali (disegno, falegnameria, cucina, pittura) attività culturali (visite e gite, raccolta storie personali, drammatizzazione), sostegno ai legami familiari (feste, accompagnamento), supporto ad attività a valenza assistenziale ( supporto nella deambulazione o nelle passeggiate - ginnastica di gruppo aiuto nel momento del pasto e della merenda - riattivazione individuale - stimolazione cognitiva in senso lato) COMPETENZE TRASVERSALI - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi - Collaborare con il Personale dell Ente e con i colleghi. rinvenibili nel primo prontuario delle competenze riconoscibili nell esperienza del servizio civile, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da scheda 1 allegata. Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo (scheda 2 allegata), e riconosciute dalla Regione Emilia-Romagna in attuazione dell articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del si richiama il testo dell articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia- Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonchè dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione 15

16 Formazione generale dei volontari 30) Sede di realizzazione: Per la formazione a livello diocesano: Per la Caritas Diocesana di Bologna: Centro Cardinal Poma, Via Mazzoni, 8; Bologna. Per la diocesi di Modena - Nonantola sede formazione Caritas diocesana modenese in via dei Servi 18 Per la Caritas Diocesana di Rimini: sede dell Associazione Madonna della Carità, Via Madonna della Scala, 7 Rimini. Per la formazione a livello regionale verranno affittate, volta per volta, sedi con caratteristiche adeguate ad ospitare gruppi numerosi ed a realizzare corsi di formazione residenziali. 31) Modalità di attuazione: In proprio, presso l ente con formatori dell ente; 32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI 33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Si rinvia alle tecniche e alle metodologie di realizzazione previste nel sistema di formazione verificato dall UNSC in sede di accreditamento. Inoltre: il percorso formativo della Caritas prevede un livello diocesano ed uno professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonchè le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonchè dichiarazioni di autoformazione.") 16

17 regionale, organizzato e realizzato in collaborazione con le altre Caritas Diocesane dell Emilia Romagna. L intento è quello di offrire ai giovani due livelli integrati di formazione, un livello locale -più quotidiano - ed uno allargato -più straordinario - in modo da consentire un confronto tra vari tipi di esperienze ed anche con volontarie di provenienze diverse. La formazione viene qui intesa come un processo dinamico che tende a: elaborare e consolidare i valori e le motivazioni di una maturazione personale; far crescere la capacità politica del singolo, intesa come capacità di leggere la realtà e di agire per una sua trasformazione; acquisire conoscenza per sviluppare capacità e competenze adeguate al tipo di servizio FORMAZIONE DIOCESANA: Si propone ai giovani di partecipare ad un percorso formativo quindicinale con la modalità del Gruppo stabile di lavoro. Desiderando mettere al centro del percorso formativo i giovani e le loro esperienze, diventa necessario utilizzare una metodologia attiva, che stimoli la partecipazione e faciliti il confronto. Per questo i moduli formativi prevedono tecniche di animazione, giochi di ruolo e di simulazione, attività di discussione guidata, lavori in piccolo e grande gruppo, esercitazioni su singoli casi portati dai ragazzi Nota metodologica di rilievo è lo stile di conduzione, che dovrà garantire nel gruppo un clima di accettazione e di sospensione del giudizio, lasciando ad ogni partecipante la libertà di scegliere il proprio grado di coinvolgimento e accogliendo con il massimo rispetto le singole esperienze. Altre modalità sono le seguenti: Colloqui personali: dal momento che i lavori di gruppo serviranno soprattutto per elaborare le problematiche comuni, ci sarà la possibilità di accedere a colloqui personali con i responsabili del percorso formativo per accompagnare anche un processo di elaborazione più personale. Uscite/eventi: in alcune occasioni durante l anno verrà proposta ai giovani in SC la partecipazione ad uscite di gruppo; ad esempio visite a luoghi significativi del nostro territorio o delle regioni vicine, partecipazione ad eventi ritenuti utili rispetto al percorso formativo proposto, esperienze residenziali della durata di alcuni giorni. FORMAZIONE REGIONALE Tre volte l anno verrà coinvolto l intero gruppo dei volontari delle Caritas della regione attraverso corsi residenziali (inizio metà fine servizio) della durata di circa tre giorni. Il servizio civile è vissuto in una logica formativa se è fatto di: esperienza (contatto diretto, servizio vero, reale); pensiero (pensiero che elabora l'esperienza); linguaggio (che comunica l'esperienza), interrogando il territorio a partecipare (sensibilizzare con delle attività, produrre cultura). Per questo motivo all interno del percorso formativo diocesano sono previste anche attività di animazione e sensibilizzazione. 17

18 L esperienza del servizio civile volontario in Caritas si caratterizza anche per il coinvolgimento di tutti i volontari in attività di animazione e sensibilizzazione rivolte al territorio, soprattutto a gruppi giovanili (scuole e parrocchie). Il coinvolgimento dei volontari nelle attività organizzate dalle Caritas diocesane ha l obiettivo di rafforzare la sensibilizzazione nel territorio, ed in particolare dei giovani, sulle tematiche inerenti alla solidarietà e alla pace. Il racconto da parte di chi vive in prima persona l esperienza del SC è fondamentale per avvicinare il mondo giovanile ai luoghi di servizio, per dare occasioni di riflessione con contributi nuovi, per promuovere lo stesso progetto di SCV. I volontari verranno coinvolti nella progettazione ed attuazione d incontri con la comunità locale (scuole, convegni, incontri parrocchiali, manifestazioni, ) portando la loro testimonianza sulle motivazioni della scelta attuata e sui nodi del servizio in cui stanno operando, fungendo da ulteriore contatto tra il territorio ed i centri Caritas. Inoltre la proposta della Caritas si caratterizza anche per l opportunità di sperimentare la vita comunitaria per una parte o per l intero periodo del servizio civile volontario. Lo strumento gruppo dei pari qualifica e sostiene l esperienza di SC. L obiettivo primario della dimensione comunitaria è quello di offrire uno spazio che consenta la valorizzazione dei rapporti umani, la condivisione e l apertura alle esigenze dell altro; un luogo di riflessione e sperimentazione riguardo ai valori sottesi all esperienza del SC, da scambiare ed approfondire insieme alla rete di persone che sarà di riferimento per i vari aspetti inerenti a quest esperienza. Il responsabile della Caritas Diocesana, fin dal primo colloquio, informerà i giovani di questa proposta e dell orientamento di passare dalla dimensione del gruppo (di giovani che hanno fatto la medesima scelta) alla dimensione di comunità. La Caritas Diocesana mette a disposizione spazi adeguati perché i giovani interessati possano vivere la dimensione della vita comunitaria ed una persona referente che accompagni i giovani nella gestione e nella elaborazione del senso dell esperienza di convivenza. La Caritas Diocesana definirà insieme al gruppo dei giovani tempi e modalità di realizzazione della dimensione comunitaria del progetto. Si ritiene importante la proposta educativa ai giovani volontari della dimensione comunitaria come traduzione, anche nell esperienza di vita tra pari, dei valori fondanti il SC. Tuttavia tale proposta, per essere davvero educativa, deve poter tener conto della situazione reale del ragazzo/a (problemi familiari, impedimenti oggettivi, possibili resistenze o paure iniziali ). Infine per chi lo desidera c è la possibilità di partecipare a missioni di approfondimento all estero in progetti in continuità rispetto ai settori di intervento delle realtà in cui verranno collocati i giovani volontari. 34) Contenuti della formazione: Si rinvia ai contenuti previsti nel sistema di formazione verificato dall UNSC in sede di accreditamento 18

19 35) Durata: Si rinvia alla durata prevista nel sistema di formazione verificato dall UNSC in sede di accreditamento Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 36) Sede di realizzazione: La sede è quella di realizzazione del progetto 37) Modalità di attuazione: In proprio con formatori dell ente. 38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Ci si avvale delle figure accreditate come Operatori Locali di Progetto i cui nominativi e dati anagrafici sono riportati al punto ) Competenze specifiche del/i formatore/i: Vedi curriculum allegati al progetto 40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Si rinvia alle tecniche e alle metodologie di realizzazione previste nel sistema di formazione verificato dall UNSC in sede di accreditamento. Ai volontari verrà proposto un percorso formativo complessivo comprendente: - incontro di accoglienza iniziale, per presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; - incontri settimanali di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di realizzazione del progetto al fine di confrontarsi sui casi, 19

20 confrontarsi sulle difficoltà incontrate e per trasmettere i contenuti formativi affinché il volontario possa raggiungere gli obiettivi previsti; - incontri di supervisione mensile per consentire al volontario di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; - incontri specifici di approfondimento tematico su argomenti relativi al progetto; - possibile partecipazione a eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; - incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell esperienza del volontario; presentazione da parte dei volontari di una relazione di fine servizio per una restituzione dell esperienza. 41) Contenuti della formazione: Si rinvia ai contenuti previsti nel sistema di formazione verificato dall UNSC in sede di accreditamento. I principali contenuti su cui verte la formazione specifica sono: le sedi di realizzazione: struttura e funzionamento organizzativo; le problematiche legate alla condizione degli anziani e la legislazione sociale in materia il lavoro in équipe: riconoscimento di ruoli e competenze, processi di comunicazione e costruzione di sinergie; interventi di promozione sociale; conoscenza del contesto territoriale, risorse e opportunità; i progetti di sostegno individualizzati. 42) Durata: 1 incontro settimanale di circa 3 ore in equipe; 2 incontri individuali al mese (escluso il mese di agosto) Altri elementi della formazione 43) Risorse finanziarie investite destinate in modo specifico alla formazione sia generale, che specifica: - Spese per personale riferite alla formazione: 100 Euro a volontario/a - Spese per formazione dei formatori: 100 Euro a volontario/a per partecipazione a corsi, seminari, convegni e partecipazione a Coordinamento 20

21 nazionale di Caritas Italiana - Spese per acquisto materiale formativo (libri, dispense, abbonamenti a riviste, ecc, ecc.): 50 Euro a Volontario - Spese per formazione volontari: 250 euro per ogni volontario, quote partecipazione a corsi residenziali regionali 44) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dall UNSC in sede di accreditamento. 21

22 Data Il Progettista Il Responsabile legale dell ente Il Responsabile del Servizio civile nazionale 22

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