Comunità Montana Valtellina di Morbegno Impianto e gestione uliveto Indicazioni: L ulivo è una pianta prettamente mediterranea, sopporta bene il caldo e la siccità, è invece sensibile al freddo, all umidità ed in particolare ai ristagni idrici nel terreno. Il versante retico valtellinese, caratterizzato da ottima insolazione, terreno sciolto, alte temperature, scarsità di acqua nel periodo estivo, minime non particolarmente rigide in inverno, fornisce l habitat ideale alla coltivazione di questa specie. Poiché molti uliveti sono realizzati partendo da terreni incolti, dopo la pulizia non è necessario eseguire l estirpo delle ceppaie, anche perché il più delle volte i terreni sono terrazzati e non raggiungibili con mezzi meccanici anche di piccole dimensioni. Continuare con con i tagli dei ricaccicci della ceppaia, anche nei mesi estivi, in modo da indebolire le piante e far ricrescere il cotico erboso. Si consiglia di mantenere una distanza dai confini pari a 3 mt, in quanto la pianta pur essendo a lenta crescita, è destinata a ragguingere dimensioni notevoli. Sesto d impianto consigliato 5 m x 5 m, su terrazzi lunghi e stretti è possibile mettere le piante a filare con distanze di 4 m da pianta a pianta. Sesti di impianto inferiori sono sconsigliati perché dopo una decina di anni l uliveto si chiude con problemi di ombreggiamento, fitosanitari e produttivi. Essendo i terrazzamenti molto irregolari, è vivamente consigliato eseguire un tracciamento prima dell impianto, di solito si usano i tutori delle piantine ed un cordino da 5m, si fa una visione di insieme e si procede o ad effettuare eventuali correzioni oppure alla messa a dimora. 1
E consigliato tenere le piante almeno 3 m a monte del ciglio del muro al fine di non avere vegetazione sporgente al momento del raccolto, in caso di terrazzi stretti è sempre meglio piantare verso monte, non piantare mai a ridosso dei muri e mantenere una distanza minima di 1/1,5m, perché altrimenti la pianta non ha più lo spazio sufficiente per crescere e si corica in avanti, mentre alle volte la presenza di rocce a salire può agevolare la raccolta delle olive a pianta cresciuta. Un altro accorgimento è mantenere una certa distanza dalle scale di accesso ai terrazzi o in caso di passaggi obbligati, in quanto all inizio le distanze possono sembrare eccessive ma dopo la vegetazione potrebbe intralciare i passaggi. L olivo si presta a essere piantato non solo sui terrazzi ma anche in aree incolte, (pietraie, scarpate, fessure, anfratti) purché ci sia quel minimo di terra per lo sviluppo iniziale e la crescita successiva, in questi casi bisogna però tenere conto delle difficoltà aggiuntive nelle operazioni successive. La decisione più delicata rimane la scelta delle varietà, le principali varietà messe a dimora in valle sono riconducibili alle tipologie lariane che a sua volta sono uguali alle varietà Toscane e principalmente: Leccino, Frantoio, Pendolino, Maurino, Moraiolo, di cui Frantoio e Pendolino sono maggiormente sensibili al freddo. Più resistenti del frantoio toscano classico ci sono alcune accessioni che si sono affermate in alcuni areali nel corso dei secoli ed in particolare Casaliva, Radar, Curreggiolo, Gorgazzo, Mulazzano. Altre varietà che in questi anni hanno dato buoni risultati sono: Grignan, Bianchera, Leccio dal corno, Coratina, Gentile dell aquila, Gentile di chieti Nostrana di Brisighella, Don Carlo, Olivastra seggianese, Rosciola, Nostrale di Rigali, Orbetana, Itrana, ecc. Quando si mettono a dimora le piante è meglio che le varietà vengano mischiate con l accortezza di tenere gli impollinatori (pendolino, maurino) sottovento in modo che il polline, portato dal vento, raggiunga con facilità le altre. Considerando che molte varietà di olivo non sono autofertili, indispensabile è scegliere varietà che abbiano la stessa epoca di fioritura (leccino, frantoio, pendolino, maurino). In alcuni casi piante che fanno delle belle fioriture ma non producono olive, potrebbe essere un problema di impollinazione. 2
Nonostante l olivo abbia impollinazione anemofila, (tramite il vento), un ruolo molto importante è svolto dalle api che girando tra i fiori in cerca di polline, ne favoriscono l impollinazione. Esistono poi tantissime altre varietà e molte in fase di valutazione da parte della Fondazione, per capire quale varietà va meglio in un determinato territorio non bastano pochi decenni ma si tratta alle volte di secoli, in particolare per territori al limite dell habitat di coltivazione dell olivo come la Valtellina, la ricchezza varietale sicuramente sarà garanzia di continuità anche in caso di cambiamenti climatici importanti. Nella realizzazione di nuovi impianti si consiglia di partire con piante di due anni, dove il rapporto qualità prezzo è massimo, le piante possono essere innestate o da talea, questo dipende dalla varietà, dalla capacità rizogena e dal vivaio. Quelle innestate essendo su selvatico hanno un maggiore vigore nei primi anni oltre al fatto che essendo da seme la radice tende a crescere maggiormente a fittone verso il basso, affrancando la pianta e imprimendole maggior vigore. Lo svantaggio è nel caso di gelate o di morte della parte aerea, dove si ha la ripresa di polloni selvatici. Per questo motivo l olivo è l unica specie dove è consigliato interrare il punto d innesto per far affrancare il domestico. La talea sviluppa un apparato radicale più superficiale e affastellato, risente di più dei fattori ambientali e inoltre tende a mantenere maggiormente le caratteristiche tipiche della cultivar come nel caso di varietà poco vigorose, è vero anche che, con il tempo, le piante si equivalgono. 3
La messa a dimora delle giovani piante non prevede grosse operazioni, dove è possibile intervenire si apre una buca di 50cm x 50cm e si mette alla base, mischiato alla terra, del letame maturo o stallatico, compost, pollina, ecc. Si mettono a dimora le piante tenendo il pane di terra più basso del terreno in modo da lasciare un solco che servirà per l irrigazione nei primi anni di sviluppo per poi essere colmato e favorire l affrancamento della pianta. Dove non fosse possibile, es. in caso di recupero degli incolti può essere sufficiente un buco poco più grande delle dimensioni del pane di terra e una concimazione in superficie. Le piante vanno legate a un tutore che può essere di legno, bambù o bacchetta di ferro. Lo scopo del tutore è di tenere le giovani piante in posizione verticale per i primi 3-4 anni fintanto che non si siano ben infrancate al suolo, può capite che anche dopo diversi anni dall impianto, il peso della neve sradichi le piante, in questi casi la presenza del tutore svolge un ruolo molto importante nel sostenerle. Le piante sradicate non vanno assolutamente sostituite ma potate drasticamente e rimesse in piedi, dopo qualche anno avranno ripreso il normale vigore. Anche se l olivo tiene molto bene la siccità, i primi anni le giovani piante hanno comunque bisogno di irrigazioni frequenti, soprattutto se la pianta è piccola (di 1 anno) e fintanto che le radici non si sono ben affrancate al suolo. Le piante allevate in vivaio hanno ricevuto una idratazione costante e presentano quindi un apparato fogliare sproporzionato rispetto alla parte radicale, questo le rende più soggette, nei primi anni, agli stress idrici oltre ad avere bisogno di un periodo di adattamento ai nostri suoli. Più passa il tempo e meno hanno bisogno di acqua, un olivo alle nostre latitudini non muore mai per siccità, però è altrettanto vero che la possibilità di dare acqua di soccorso può risultare utile sia al regolare sviluppo annuale della pianta, sia per aumentare la produzione di olio dell annata. L olivo denota mediamente due momenti di sviluppo vegetativo, in primavera tra aprile e giugno ed in autunno dopo le piogge di agosto, in estate con il caldo e la siccità anche la crescita si arresta, la ripresa autunnale se da un lato favorisce lo sviluppo della chioma, dall altro può risultare molto pericolosa perché se non si arresta per tempo i nuovi germogli si trovano impreparati 4
all arrivo del freddo risultando pertanto più sensibili, concimazioni errate possono favorire questo fenomeno. Potatura La potatura dell olivo è una pratica agronomica sempre molto dibattuta, l olivo è l unica pianta che all aumento delle produzioni (quantità) non si ha una diminuzione della qualità ed è vero l esatto opposto a produzioni abbondanti per pianta corrisponde una qualità dell olio migliore. E pur vero però che piante abbandonate a se stesse tendono a produrre sempre sulla parte esterna della chioma e questo porta con il tempo a difficoltà oggettive di raccolta, di gestione dell oliveto, oltre a maggior sviluppo di malattie funginee, affastellamenti, disseccamento di rami interni, ecc, ecc. La potatura dell olivo va quindi intesa come una pratica agronomica finalizzata alla corretta gestione della chioma e una buona produzione di olive. E ormai assodato che per una olivicoltura razionale e tradizionale, la forma di allevamento più consona è il vaso policonico a 3/4 branche principali. Mentre il vaso policonico classico prevede una diramazione delle branche principali a 100/120cm da terra, lavorare in aree terrazzate, in condizioni di pendenza, con muri di sostegno alle volte importanti, impone di ridurre l altezza del tronco ed arrivare ad un vaso policonico basso, impalcato a 50/60cm da terra. A distanza di anni, questo facilita molto alcune operazioni in particolare quando occorre salire sull albero per effettuare operazioni di potatura e di raccolta, oltre a mantenere la vegetazione e quindi le produzioni più basse. E pur vero che la tendenza in olivicoltura è quella di eseguire ogni operazione stando a terra, quindi potature eseguite con apposite aste così come la raccolta con appositi agevolatori scuotitori da terra ma è altrettanto vero che nelle nostre realtà alle volte manca lo spazio per poter girare intorno all albero e utilizzare scale diventa molto rischioso se non addirittura impossibile. La potatura va distinta di allevamento, quando viene applicata alle giovani piante e serve ad ottenere la forma dell albero desiderata e di produzione quella che serve a mantenere l albero efficiente e produttivo nel tempo. 5
Potatura di allevamento La potatura di allevamento sono tutti quei tagli che vengono eseguiti nei primi anni dopo la messa a dimora dell albero e hanno come scopo il raggiungimento della forma desiderata. Come regola generale la quantità di tagli per pianta deve essere proporzionale al vigore della pianta stessa. Una leggera regolata alla chioma può essere eseguita al momento della messa a dimora della piantina, questa serve a correggere subito alcuni errori grossolani di impostazione, ad esempio nel caso di biforcazione del trono principale a U viene subito tagliato un dei due rami al fine di evitare che il peso della neve, anche dopo anni dall impianto porti alla spaccatura in due parti del fusto. La neve non deve far paura, di solito piega i rami ed ingentilisce le piante favorendone l entrata in produzione, può capitare che provochi delle rotture anche importanti ma in questi casi si interviene con il seghetto ed una branca rotta si ricostruisce in pochi anni. L olivo è una pianta a crescita lenta per cui è necessario pazientare, nei primi anni i tagli devono essere ridotti al minimo ed è inutile in questa fase cercare di impalcare la pianta e individuare le branche principali. Dopo 3-4 anni quando i rami si fanno più vigorosi e la pianta più cespugliosa diventa quindi più facile scegliere quali rami diventeranno le branche principali e formeranno la struttura del mio futuro albero. Verranno scelti tre rami possibilmente equidistanti tra loro di circa 120, in modo da coprire tutto lo spazio circolare e leggermente aperti di circa 45. I rami possono essere guidati utilizzando degli accessori, (canne di bambù) oppure mettendo dei picchetti a terra e tirati con un cordino. 6
Le branche possono anche non partire alla stessa altezza dal tronco ma avere inserzioni ad altezze diverse es. la prima a 40cm da terra e le altre leggermente più in alto. Dalle branche principali si dipartono poi i rami secondari che sono quelli che portano la produzione. Un errore è legare i rami al tutore principale facendo assumere alla pianta la forma del cipresso, per contro l olivo è una specie che per sua natura tende ad aprirsi ed i rami tendono a piegarsi con le produzioni o sotto il peso della neve andando verso forme più libere e meno geometriche. Il problema è quando le piante arrivano dal vivaio impalcate molto alte e questo succede perché vengono preparate per gli impianti meccanizzati dove la raccolta viene eseguita con scuotitori meccanici, in questi casi o si effettua una potatura indirizzata ad alleggerire la parte superiore della chioma e favorire ricacci più bassi per poi ridurre l altezza del tronco, oppure fissare bene la pianta al tutore a circa 40 cm e piegare il resto del tronco in modo da favorire ricacci sulla parte piegata, infine dopo qualche anno quando la vegetazione del ramo piegato perde vigore a scapito di cacciate più consistenti, tagliare e scegliere le tre branche principali. Potatura di produzione L olivo ha un comportamento vegetativo leggermente diverso a seconda che la vegetazione ricada fortemente verso il basso come nel caso delle varietà prostrate (pendolino, piangente) o tenda fortemente verso l alto, varietà assurgenti (bianchera, canino) oppure intermedie (leccino, Frantoio) ma le tecniche di base rimangono indifferenti. Altra tendenza dell olivo è l alternanza di produzione dove ad annate di forte carica produttiva seguono annate di scarica e questa tendenza tende poi a diventare la regola, anche se va ben inteso riguarda piante diverse e quindi non compromette la produzione dell oliveto. Questo non dipende solo da una questione di potatura ma anche da concimazioni errate, andamenti climatici avversi, danni da freddo, ecc. 7
Scopo principale della potatura è mantenere un corretto sviluppo vegetoproduttivo della pianta oltre ad arieggiare la chioma e mantenere la struttura del vaso policonico nel tempo. Con la potatura si asportano polloni e succhioni, rami rotti dalla neve, danneggiati dalla presenza di animali selvatici, colpiti da malattie o esausti. I polloni al piede vanno sempre tagliati così come i succhioni che crescono sul tronco o sulle branche principali, in particolare quelli che crescono sulla parte alta dei rami secondari, questi anche se una volta piegati potrebbero fruttificare, formano quelle strutture dette a collo d oca o gobba di cammello che a loro volta generano sempre succhioni. Si lasciano invece i succhioni quando questi risultano funzionali allo sviluppo e al mantenimento della struttura principale della pianta, come nel caso di prolungamento delle branche principali, costruzione o sostituzione di parte della stessa, oppure come nel caso delle varietà pendule per ricostruire parte della chioma quando i rami principali si sono eccessivamente coricati e indeboliti. L olivo produce sui rami dell anno e tendenzialmente sui rami di media vigoria, con la produzione i rami tendono a coricarsi verso il basso e nel frattempo sulla parte alta o sulla curvatura crescono dei rami nuovi, di solito i più vicini alla branca sono eccessivamente vigorosi e verticali (succhioni) per poi calare di vigore verso la curvatura ed infine il ramo esausto, che ha portato le olive. Con la potatura si tagliano i rami più vigorosi e la parte ormai esausta, che dopo alcuni anni si ripiega verso il tronco, si lasciano invece i rami nuovi e ricchi di foglie di medio vigore Il taglio di polloni e succhioni generalmente viene fatto in agosto, questo permette un maggior arieggiamento della chioma, maggior luce per la maturazione delle olive e maggior prolungamento dei nuovi germogli. Una corretta potatura, seguita da una corretta concimazione, porta la pianta ad una emissione di rami regolare e costante e di conseguenza anche a delle produzioni più regolari. Per una pianta in produzione dopo il 10-15 anno di età, in potatura si taglia circa il 20/30% di fronda. Per correggere l alternanza di produzione, come regola generale si potano poco quelle piante che hanno avuto un abbondante produzione nell anno, mentre vanno potate in modo più energico quelle che hanno prodotto poco, perché 8
avranno sviluppato molti più germogli e quindi una maggior potenziale produttivo nell anno a venire. La gestione del verde maggiormente consigliata per l oliveto è l inerbimento, prevedendo 3 sfalci all anno e una pulizia manuale dell erba intorno alle piantine i primi anni. Recapiti: Fondazione Fojanini di Studi Superiori Tel. 0342-512954 E mail: ifoianini@fondazionefojanini.it Comunità Montana Valtellina di Morbegno Tel.0342 605111 E mail: agricoltura@cmmorbegno.it 9