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Transcript:

POLITICHE AMBIENTALI REGIONE BASILICATA COMITATO INTERDIPARTIMENTALE DI COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO AUTORITA AMBIENTALE Dott. Francesco Bertorello Task Force del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio presso l Autorità Ambientale Regione Basilicata. Dott. Salvatore Lambiase Autorità Ambientale - Regione Basilicata Premessa Sin dall antichità le popolazioni di cacciatori si spostavano per trovare cibo, gli allevatori a pascolo estensivo si spostavano quando finiva il pascolo, le popolazioni agricole man mano che crescevano demograficamente cominciavano ad importare alimen territorio, superato un certo limite per procurarsi da mangiare bisogna spostarsi o far viaggiare merci ( importare ). Questi fenomeni esistevano in un mondo dove non si parlava ancora di economia e di libero mercato. Che le risorse non sono infinite l uomo quindi l ha sempre saputo. Per questo motivo per procurarsi le materie prime si sono fatte guerre (ruberia), colonie, imperialismo. Oggi provando a calcolare la nostra impronta ecologica (misura del territorio che si consuma) ci accorgiamo che se tutta la popolazione mondiale vivesse con il nostro stile di vita se quindi consumasse le nostre stesse risorse, sarebbero necessarie 8 Terre. Il nostro sistema produttivo naturale non ce la fa più. Pertanto è necessario rivoluzionare il nostro stile di vita e passare da una economia dell opulenza ad una economia della sobrietà. I principali atti che ponevano l attenzione al tema della sostenibilità già prima di Rio Convenzione internazionale sulla regolamentazione della caccia alle balene (Washington 1946) Obiettivo: proteggere tutte le specie dei cetacei da una pesca eccessiva e salvaguardare per le generazioni future la grande risorsa rappresentata dalle balene. Convenzioni dell organizzazione marittima internazionale (IMO) sulla sicurezza dei mari e la prevenzione dell inquinamento (1969, 1972,1973,1990) Obiettivo: promuovere la sicurezza dei mari e la prevenzione dall inquinamento (idrocarburi, scarico dei rifiuti, inquinamento causato da navi, lotta e cooperazione per l inquinamento da idrocarburi). Convenzione sulle zone umide RAMSAR, 1971 Obiettivo: promozione e tutela dell uso razionale delle zone umide sopratutto come habitat primari per la vita degli uccelli acquatici, attraverso interventi in ambito nazionale ed internazionale, intesi come strumenti di sviluppo sostenibile e conservazione della biodiversità del mondo. Convenzione sul patrimonio culturale e naturale mondiale (Unesco 1972) Obiettivo: stabilire un sistema efficace di protezione collettiva del patrimonio culturale e naturale di valore eccezionale. Convenzione sull inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza (Ginevra 1979) 17

L AGENDA 21 SCUOLE Obiettivo: limitare e ridurre gradualmente e prevenire l inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza. Sono stati inoltre adottati una serie di protocolli per finanziare il sistema di sorveglianza del trasporto a grande distanza degli inquinanti. Convenzione delle Nazione Unite sul diritto del Mare (Montego Bay, 1982) Obiettivo: stabilire un ordine giuridico per i mari e gli oceani, l utilizzazione equa ed efficiente delle loro risorse, lo studio, la conservazione, la protezione e preservazione dell ambiente marino. Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento (Basilea, 1989) Obiettivo: controllare rigorosamente i movimenti dei rifiuti transfrontalieri per ridurre al minimo tali movimenti Convenzione sulla valutazione d impatto ambientale in contesto transfrontaliero (Espoo,1991) Obiettivo: promuovere lo sviluppo economico razionale dal punto di vista ecologico nonché durevole mediante l applicazione della valutazione d impatto ambientale, specialmente come misura preventiva contro la degradazione dell ambiente in un contesto transfrontaliero. Convenzione sugli effetti transfrontalieri degli incidenti industriali (Helsinki,1992) Obiettivo: incrementare il senso di responsabilità a livello nazionale e la capacità di prevenire e controllare gli incidenti industriali e gli effetti transfrontalieri per quanto riguarda la salute umana e la salvaguardia dell ambiente. Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) Obiettivo: fornire un ideale comune per tutti i popoli e le nazioni. Ogni organo della società deve promuovere con l insegnamento e l educazione, il rispetto di questi diritti e libertà e garantirne mediante misure progressive di carattere nazionale ed internazionale l universale ed effettivo riconoscimento. Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (1979). Obiettivo: impegnare gli stati a porre rimedio alle disparità che le donne devono subire non solo nella vita pubblica ma anche in quella privata. Convenzione sui diritti dell infanzia (1989). Obiettivo: favorire la protezione piena e completa dell infanzia Sia prima che dopo lo storico summit di Rio de Janeiro molte sono state le tappe del faticoso cammino verso l affermazione del principio della sostenibilità ambientale. Bisogna ricordarne almeno qualcuno. E del 1972 la Conferenza di Stoccolma sull ambiente umano nella quale già si ponevano le basi della futura Agenda 21. In questa conferenza i temi forti erano stati individuati in: - libertà ad eguaglianza delle condizioni di vita; - protezione delle risorse naturali; Nel 1973 Aurelio Peccei diede la prima definizione della problematic global non è necessario sottolineare quanto questa intuizione si sia dimostrata importante, al di là dei dettagli e delle metodologie usate dai modelli matematici globali impostati all MIT (Massachusetts Institute of Technology) con cui il Club di Roma, fondato da Peccei insieme ad Alexander King, rese popolare questa visione globale. In particolare, in quell epoca, si gettarono le basi della discussione sui limiti delle risorse naturali e sulla necessità di orientarsi verso un sviluppo che prendesse in considerazione l impiego sempre maggiore di risorse rinnovabili. Nel 1980 durante la conferenza sulla Strategia mondiale per la conservazione la discussione si incentrò sul tema del 18

Politiche Ambientali mantenimento dei sistemi vitali e dell utilizzo sostenibile delle specie e degli ecosistemi. Nello stesso anno le Nazione Unite allarmate dal problema della disponibilità delle risorse idriche fecero partire un programma d azione conosciuto sotto il nome di Water Decade. E del 1987 il Rapporto Della Commissione Mondiale sull ambiente e lo sviluppo il cui risultato fu l elaborazione di un documento Il nostro futuro comune, più noto come rapporto Brundtland, che definisce per la prima volta lo sviluppo sostenibile come: «lo sviluppo che deve rispondere alle necessità del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie». Dopo questa fase di preparazione ebbe luogo, finalmente, nel giugno del 1992, la conferenza dell ONU su ambiente e sviluppo (UNCED) di Rio de Janeiro parteciparono i capi di Stato di 160 Paesi, i rappresentanti delle organizzazioni ambientali, e molti altri soggetti pubblici e privati. La conservazione e la gestione delle risorse per lo sviluppo che si occupa della protezione dell atmosfera, dell uso del suolo, di agricoltura, della gestione degli ecosistemi di montagna, della desertificazione, della biodiversità, delle biotecnologie, della protezione degli oceani, delle acque dolci, dei prodotti tossici e pericolosi, delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, del riciclaggio delle acque e del trattamento dei fanghi. Il ruolo dei gruppi portatori d interesse che sviluppa il tema delle pari opportunità per le donne, il problema dei giovani, delle popolazioni indigene, individua il ruolo delle associazioni non governative, e degli enti locali (capitolo 28), dei lavoratori, dell economia e dell industria, delle comunità scientifiche, della ricerca e dei contadini. Le implicazioni dell attuazione di Agenda 21 che riguarda le problematiche relative ai meccanismi di finanziamento, del trasferimento delle tecnologie, della scuola e della formazione, degli accordi internazionali, degli strumenti legislativi e dei loro meccanismi di funzionamento oltre che il tema dell informazione corretta per chi deve prendere delle decisioni. Durante questo Vertice della terra venne redatta Agenda 21, ovvero un piano d azione per la sostenibilità ecologica e sociale dello sviluppo che si articola in 4 tomi relativi ognuno ad un tematismo fondamentale: La dimensione economica e sociale che riguarda la cooperazione con i paesi in via di sviluppo, di come combattere la povertà, del cambiamento dei nostri modi di consumare, delle dinamiche demografiche, per tutelare e migliorare la sanità, lo sviluppo sostenibile degli insediamenti umani, e della integrazione della dimensione ambientale con quella economica. In buona sostanza Agenda 21 si è sforzata di prendere in considerazione tutti gli aspetti relativi allo sviluppo delle società in modo da poter indicare la via da percorrere nel 21 secolo allo scopo di non compromettere la qualità dell ambiente e di vita anche per le generazioni future. Negli anni che seguono il summit di Rio comincia un intenso e indispensabile lavoro teso a rendere efficaci le convenzioni e dare una definitiva attuazione a Agenda 21. Nel 1994 fu elaborata ed approvata la Carta di Aalborg in cui si individuano le responsabilità ambientali delle città e ci si impegna a sviluppare politiche ed azioni utili al fine di concretare i principi di sostenibilità in una forma urbanistica ed in un modello di gestione urbana. Nel 1996 con la Conferenza di Lisbona le città si impegnano a rendere attiva l AGENDA 21 19

L AGENDA 21 SCUOLE locale e la Comunità Europea si impegna ad uno sforzo suppletivo teso a rendere lo sviluppo sostenibile equilibrato rispetto alle attività produttive. diversità biologica del 1992, relativo alla prevenzione del rischio biotecnologico, conformemente al principio di precauzione (par15 della Dichiarazione di Rio) Sempre nel 1996 viene elaborato Agenda Habitat e la Dichiarazione di Istanbul sugli insediamenti umani. In questo documento viene enfatizzato il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree urbane e rurali, e la realizzazione piena e progressiva del diritto ad un alloggio adeguato. Il Trattato di Amsterdam del 1997 recita «La Comunità Europea promuove uno sviluppo sostenibile, armonioso ed equilibrato delle attività economiche, un alto livello di occupazione e della sicurezza sociale, l eguaglianza tra donne e uomini, una crescita economica sostenibile e non inflativi, un alto grado di protezione e miglioramento della qualità dell ambiente, la crescita degli standard e della qualità della vita, la solidarietà e la coesione sociale ed economica tra gli Stati membri». Sempre nel 1997 è stato ratificato il Protocollo di Kyoto che impegna i paesi industrializzati a ridurre del 51% le principali emissioni di gas capaci di indurre l effetto serra nel nostro pianeta (anidride carbonica,metano, potassio di azoto, fluorocarburo idratato, esafluoro di zolfo) entro il 2010 e più precisamente fra il 2008 e il 2012. Nel 1998 con la Convenzione di Rotterdam si è voluto istituire un sistema di controllo che richieda il consenso esplicito per l importazione dei prodotti chimici pericolosi. Sempre nel 1998 ad Aarhus è stato adottato la convenzione sull accesso all informazione, la partecipazione del pubblico al processo decisionale e l accesso alla giustizia nel settore ambientale. Nel 2000 a Montreal viene emesso il Protocollo di Cartagena alla convenzione sulla Nel 2000 il Vertice dell Aja Conferma la necessità di controllare le emissioni di gas serra per l intero globo e di implementare le relazioni internazionali per rendere operativo il Protocollo di Kyoto. Sempre nel 2000 viene fatta la Dichiarazione del millennio delle Nazione Unite, nella quale vengono date definizioni di comuni valori, azioni ed obiettivi per la pace, la sicurezza e il disarmo; lo sviluppo e lo sradicamento della povertà; la protezione dell ambiente, i diritti umani, la democrazia e la buona governance, la protezione dei più vulnerabili, il rafforzamento del ruolo delle nazione unite; il soddisfacimento di particolare necessità dell Africa. Nel 2001 a Stoccolma è stata emessa La convenzione sugli Inquinanti organici persistenti (POPs) con la finalità della protezione della salute umana e l ambiente da questa tipologia di inquinanti, ricordando il principio di precauzione. Nel 2001 si è tenuto a Trieste il G8 dei Ministri dell Ambiente degli otto maggiori Paesi industrializzati, tre gli argomenti di discussione il cambiamento climatico in centrato sul Rapporto dell Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) 2001 che attribuisce alle attività umane il riscaldamento del pianeta, ed inoltre il tema dello sviluppo sostenibile nella prospettiva del Vertice di Johannesburg del 2002 (WSSD), in questa occasione è stato fatto il punto della situazione includendo la constatazione che poco si è fatto per una più ampia e partecipe attuazione di Agenda 21 locale, essendo ancora lontani dall avere globalizzato i principi che ne informano i contenuti, pertanto il pianeta offre sempre meno risorse, ma soprattutto, i principi di equità intergenerazionale posti a fondamento della definizione di sviluppo sostenibile contenuta nel rapporto Bruntland, 20

Politiche Ambientali sono ancora lontani da essere rispettati. Di contro le testimonianze che giungono da chi ha già avviato con successo Agenda 21 locale sono però confortanti in quanto, in tutti casi, senza nessuna eccezione, le comunità locali sono rimaste soddisfatte dei nuovi paradigmi di sviluppo che si sono dati. La struttura del testo di Agenda 21 SEZIONE 1 Dimensione economica e sociale Cooperazione internazionale per accelerare lo sviluppo sostenibile nei PVS e nelle loro politiche interne Lotta alla povertà Modifiche ai modelli di consumo Dinamiche demografiche e sostenibilità Protezione e promozione della salute umana Promozione della sostenibilità degli insediamenti umani Integrazione di ambiente e sviluppo nel processo decisionale SEZIONE 2 Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo Protezione dell atmosfera; approccio integrato alla pianificazione e gestione del territorio lotta alla desertificazione gestione degli ecosistemi fragili: lotta alla desertificazione ed alle inondazioni gestione degli ecosistemi fragili: sviluppo sostenibile della montagna promozione dello sviluppo sostenibile rurale ed agricolo conservazione della diversità biologica gestione eco compatibile della biotecnologia protezione degli oceani, di tutti i mari, inclusi i mari chiusi o semi chiusi, delle zone costiere, e protezione, uso razionale e sviluppo delle loro risorse viventi protezione della qualità e dell offerta di risorse di acqua potabile: applicazione di un approccio integrato allo sviluppo, gestione e uso della risorsa idrica; gestione eco compatibile dei prodotti chimici tossici, inclusa l eliminazione del traffico illegale dei prodotti tossici e pericolosi gestione eco compatibile dei rifiuti pericolosi, inclusa la prevenzione del loro traffico illegale internazionale gestione eco compatibile dei rifiuti solidi e della depurazione gestione sicura ed eco compatibile dei rifiuti radioattivi SEZIONE 3 rafforzamento del ruolo dei Major groups Iniziativa globale delle donne per uno sviluppo equo e sostenibile Bambini e gioventù nello sviluppo sostenibile Riconoscimento e rafforzamento del ruolo delle popolazioni indigene e delle loro comunità Rafforzamento delle organizzazioni non governative: Partners per lo sviluppo sostenibile Iniziative delle autorità locali per l attuazione dell Agenda 21 Rafforzamento del ruolo dei lavoratori e dei loro sindacati Rafforzamento del ruolo del mondo degli affari e dell industria Rafforzamento del ruolo delle comunità tecnico scientifica Rafforzamento del ruolo degli agricoltori SEZIONE 4 Strumenti per l attuazione Meccanismi e risorse finanziarie Trasferimento di tecnologie eco compatibili cooperazione e capacity building Scienza per lo sviluppo sostenibile Promozione dell educazione, dell informazione pubblica e della formazione Meccanismi nazionali e della cooperazione internazionale per la capacity building nei PVS Organizzazione delle istituzioni internazionali 21

L AGENDA 21 SCUOLE Meccanismi e strumenti di diritto internazionale Informazione per il processo decisionale Sul concetto di sviluppo sostenibile causare un incremento della quantità delle risorse consumate, può essere sostenibile. In altri termini la condizione di sostenibilità è l aumentare di consumo che può continuare indefinitamente senza degradare lo stock di capitale, incluso il capitale naturale. A seguito del vertice di Rio del 1992, nell Agenda 21 capitolo 40, si richiedeva che le organizzazioni identificassero e sviluppassero opportuni indicatori per monitorare i progressi verso un sviluppo sostenibile. 10 anni dopo lo stesso piano di Johannesburg al paragrafo 130 incoraggia il proseguimento nella elaborazione di indicatori sullo sviluppo sostenibile. La definizione più nota di sviluppo sostenibile è sicuramente quella contenuta nel rapporto BRUNDTLAND (The World Commission on Environment, Our Common Future, Oxford University press, 1987) che definisce sostenibile lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescono a soddisfare i propri. Repetto R, 1996 definisce la sostenibilità, come una strategia di sviluppo che gestisce tutti gli aspetti, le risorse naturali ed umane, così come gli aspetti fisici e finanziari, per l incremento della ricchezza e del benessere nel lungo periodo. Lo sviluppo sostenibile, come obiettivo respinge le politiche e le pratiche che sostengono gli attuali standard deteriorando la base produttiva, incluse le risorse naturali, e che lasciano le generazioni future con prospettive più povere a maggiori rischi. Secondo Costanza R, Daly Herman, Bartholomew Joy, 1991, la sostenibilità non significa una economia statica o stagnante, ma dobbiamo stare attenti tra crescita e sviluppo. La crescita economica, che è una crescita in quantità, non può essere indefinita in un pianeta (Terra) finito. Come si evince da queste definizioni la sostenibilità riguarda lo stile di vita delle persone, il loro modo di pensare, agire e consumare. Pertanto è necessario trovare un indicatore che ne permetta una più vicina e corretta rappresentazione. Alla domanda che cos è un indicatore di sostenibilità e qual è la sua differenza rispetto agli indicatori tradizionali, si deve rispondere che gli indicatori di sostenibilità si differenziano da quelli tradizionali in quanto quest ultimi misurano le variazioni i cambiamenti di un solo elemento o parte di ecosistema come parametro completamente indipendente dagli altri, mentre un indicatore di sostenibilità esprime meglio il valore risultante della interrelazione tra diversi elementi o parametri. Le comunità umane sono delle ragnatele d interazione tra ambiente economia e società. Gli indicatori di sostenibilità sono quindi generalmente multi dimensionali. Un buon indicatore deve avvertirci dell arrivo di un problema prima che l evento si verifichi Dalle definizioni sopra riportate emerge con forza che al concetto di sostenibilità o sviluppo sostenibile bisogna associare 4 dimensioni. Quella economica, sociale, ambientale, istituzionale. Quindi oggi, proprio in virtù del fatto che Agenda 21 nasce come processo democratico delle decisioni e delle scelte di governo di un territorio, ritengo sia utile ed importante avere una visione globale ed integrata delle diverse dimensioni anche al fine di capire come meglio identificare, scegliere ed utilizzare gli indicatori. Lo sviluppo economico che è un miglioramento nella qualità della vita, senza necessariamente 22

Politiche Ambientali Alcuni Criteri di Sostenibilità: Ridurre al minimo l impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. Uso e gestione corretta dal punto di vista ambientale delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti. Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi. Conservare e migliorare qualità dei suoli e risorse idriche. Conservare e migliorare qualità delle risorse storiche e culturali. Conservare e migliorare qualità dell ambiente locale. Protezione dell atmosfera (riscaldamento del globo). Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l istruzione e la formazione in campo ambientale. Ridurre disparità di genere. Ridurre la povertà. Equa distribuzione delle risorse. Tutela della salute. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile Un Agenda 21 può essere sinteticamente descritta come uno sforzo comune per raggiungere il massimo consenso tra tutti gli attori sociali in merito agli obiettivi di sviluppo sostenibile da perseguire ed alla conseguente definizione ed attuazione di un piano d azione. Si tratta quindi un percorso che nasce dalla scelta volontaria e condivisa tra più attori sociali, che deve servire ad esplicitare e condividere obiettivi di sviluppo sostenibile. 23