NEUROPSICOLOGIA: METODI DI STUDIO Dr.ssa Daniela Smirni 1
Neuropsicologia OBIETTIVO studio dei processi cognitivi e comportamentali in correlazione con i meccanismi anatomo-funzionali che ne sottendono il funzionamento. METODO si basa sul metodo scientifico e condivide il punto di vista del processamento dell'informazione tipico della psicologia cognitiva (o cognitivismo). SETTORI AFFINI Neuroscienze, Psicologia, Neurologia, Psichiatria, reti neurali. 2
Neuropsicologia Sperimentale ricerca di base e applicata: università, centri di ricerca Clinica contesti ambulatoriali e ospedalieri coinvolti nel trattamento di pazienti con problemi neurologici e neuropsicologici, nell'industria farmaceutica o in altre strutture ove sia richiesta una competenza scientifica sul funzionamento fisiologico e patologico del sistema nervoso 3
La neuropsicologia studia le funzioni cognitive di pazienti con danni cerebrali. Dal punto di vista clinico ha come ruolo principale la valutazione, la diagnosi e la gestione di pazienti neurologici. Nella ricerca ha come ruolo principale incrementare la comprensione dell organizzazione cerebrale delle funzioni cognitive.
RICERCA 1. Questioni Teoriche 2. Questioni Clinico-Applicative
RICERCA 1. Questioni teoriche La ricerca neuropsicologica sui pazienti neurologici si è dimostrata di importanza fondamentale nello studio dell organizzazione delle funzioni cerebrali e specialmente nella comprensione del funzionamento cognitivo normale
RICERCA 2. Questioni clinico- applicative (a) Per identificare i profili cognitivi specifici associati a Sclerosi Multipla, Morbo di Parkinson, Malattia di Alzheimer e altre demenze degenerative. (b) Per indagare i cambiamenti cognitivi iniziali presintomatici nelle demenze degenerative familiari.
Neuropsicologia studio delle funzioni cognitive alterate da danni anatomo-patologici di varia eziologia soggetti cerebrolesi: lesioni traumatiche, vascolari, tumorali comprensione della relazione tra cervello e comportamento soggetti neurologicamente sani 8
Neuropsicologia classica: obiettivi associare una localizzazione precisa e univoca ai processi cerebrali analizzare la correlazione tra sede della lesione cerebrale e processo mentale alterato attraverso la descrizione clinica del paziente individuare la correlazione anatomo-clinica di un processo cognitivo eccessivamente riduzionista 9
Modelli teorici di riferimento EQUIPOTENZIALITA presuppone la NON divisibilità dei processi di un sistema MODULARITA il sistema modulare è composto da sottocomponenti indipendenti tra loro 10
Modularità consente una maggiore adattabilità del sistema cambiamenti solo di una sottocomponente e non dell intero sistema vantaggio evolutivo: piccole componenti che si modificano evidenze provenienti dai pazienti: un sottosistema può essere soppresso senza che sia compromessa l attività dell altro un sottosistema può funzionare indipendentemente da un 11 altro
Assunzioni di base della Neuropsicologia 1. Si assume che ci sia un alto grado di specializzazione funzionale nella corteccia cerebrale 2. Si assume che le abilità cognitive complesse siano costituite da un insieme di moduli individuali 3. Si assume che il danno cerebrale possa danneggiare selettivamente tali moduli
Principio metodologico della Neuropsicologia DISSOCIAZIONE Basata sulla multicomponenzialità del sistema cognitivo (modularità) Evidenze provenienti dai pazienti documentano la compromissione di un sottosistema cognitivo senza che gli altri sottosistemi siano danneggiati 13
DISSOCIAZIONE SEMPLICE Si verifica quando un paziente (o un gruppo di pazienti) presenta risultati diversi in due compiti diversi (C1 e C2). C1 C2 = dissociazione forte si può concludere che i due compiti dipendono da due sottosistemi separati e isolabili. C1 debole C2 dissociazione a. la lesione ha danneggiato il sottosistema di C1 e anche di C2 b. per eseguire in modo corretto il compito C2 è necessaria l integrità del sottosistema del compito C1 DOPPIA Si verifica quando, sottoponendo due pazienti (o due gruppi di pazienti) alle stesse due prove (C1 e C2), entrambi i pazienti presentano dissociazione semplice, ma un paziente presenta una dissociazione semplice opposta rispetto all'altro: Pz 1 C1 Pz 2 C1 C2 C2 si può concludere che i compiti C1 e C2 soggiacciono a funzioni distinte e indipendenti l'una dall'altra e presentano una localizzazione cerebrale differente. 14
Doppia dissociazione è la prova più evidente e significativa dell'esistenza di due sistemi separati, due moduli cognitivi per l'esecuzione dei due compiti che possono essere compromessi singolarmente da una lesione. è lo strumento più potente per dimostrare la specializzazione funzionale cerebrale. 15
Studio sui pazienti CASI SINGOLI STUDI SUI GRUPPI Associazione tra il disturbo comportamentale e la precisa localizzazione della lesione Osservazioni specifiche sul singolo soggetto Descrizioni cliniche e qualitative sull individuo Variabilità legata a caratteristiche individuali Elimina la variabilità legata a caratteristiche individuali Standardizzazione dell esame neuropsicologico Rigorosità metodologica: punteggi quantitativi normalizzati per sesso, età e scolarità Confronto tra le prestazioni del gruppo di pazienti e gruppo di controllo 16 Gruppo omogeneo: sede e sintomatologia
Neuropsicologia aree di indagine Funzioni cognitive superiori Attenzione Percezione Apprendimento Memoria Linguaggio Cognizione Comportamento 17
Determinare l estensione del danno cognitivo ASSESSMENT NEUROPSICOLOGICO 1. Abilita` premorbose 2. Livello intellettivo generale 3. Memoria 4. Linguaggio 5. Calcolo 6. Problem solving 7. Attenzione e Vigilanza 8. Percezione visiva e spaziale
ASSESSMENT NEUROPSICOLOGICO Interazione di più fattori Personalità premorbosa Età, sesso, scolarità, stato sociale Elementi anamnestici Stile di vita Natura del danno Vissuto del danno 19
Storia Dati comportamentali Diagnosi Neuropsicologica Dati neuropsicologici Dati clinici 20
Valutare Perché Cosa Come Quando 21
Valutare: perché Contesto clinico medico-legale riabilitativo ricerca 22
Valutare cosa 23
Valutare cosa? A. Personalità premorbosa B. Vissuto di malattia C. Esiti danni e risorse residue D. Zona prossimale di sviluppo E. Fattori contestuali condizionamenti, limiti ed ostacoli 24
a. Personalità premorbosa l individuo e la sua storia esistono prima del danno momenti significativi storia punti di forza e di debolezza di base profilo cognitivo, emotivo, relazionale risorse adattive 25
b. Vissuto di malattia elaborazione evento consapevolezza problemi atteggiamenti, aspettative stile di vita post-malattia 26
c. Esiti Soggettivi Vissuto delle compromissioni cognitive Oggettivi Danni obiettivi della malattia 27
c. Valutazione funzioni cognitive Attenzione, percezione complessa Apprendimento Memoria Funzioni esecutive, abilità frontali Astrazione e problem solving Comportamento controllo emotivo, umore 28
d. Zona prossimale di sviluppo Vygotskij, 1978 Distanza Distanza tra tra la la capacità capacità di di risolvere risolvere problemi problemi autonomamente autonomamente e e la la capacità capacità di di risolvere risolvere problemi problemi con con aiuto aiuto 29
e. Fattori contestuali età sesso scolarità situazione sociale famiglia e caregiver supporti sociali disponibili 30
Valutare come 31
strumenti metodologia 32
STRUMENTI osservazione comportamentale colloquio clinico raccolta dati anamnestici batterie testologiche complessità,, carattere ecologico 33
METODOLOGIA analisi dell errore più che punteggio di rendimento globale individuazione difficoltà in ambito riabilitativo 34
ESAME NEUROPSICOLOGICO integrazione di dimensione quantitativa quantificazione e manipolazione statistica procedure verificabili e attendibili dimensione qualitativa descrizione di patterns comportamentali 35
Procedure di valutazione 1. ATTENDIBILI Nelle stesse circostanze producono gli stessi risultati 2. VALIDE Misurano cio` che sono designate a misurare 3. DI DIFFICOLTA` COMPARABILE I risultati possono essere comparati tra compiti diversi 4. SENSIBILI AL CAMBIAMENTO Tests graduati in difficolta` e con punteggi distribuiti normalmente consentono di monitorare la velocita` della progressione della malattia ed evitano effetti ceiling e floor che sono del tutto non informativi 36
Valutare quando 37
Valutare quando? Fase acuta Recupero Reinserimento 38
Valutare quando? Recupero spontaneo Capacità intriseca del tessuto cerebrale di ripristinare o migliorare la funzionalità 39
PLASTICITA NEURONALE riorganizzazione connessioni tra neuroni in funzione di richieste ambientali modificazioni associate ad apprendimenti danni ad aree cerebrali 40
PROCESSO DI RECUPERO FUNZIONALE 1. RIORGANIZZAZIONE di ciascuna funzione nella originaria sede anatomica 2. SPOSTAMENTO di una determinata funzione in un area diversa 3. TRASFERIMENTO delle funzioni in aree cerebrali omologhe controlaterali 4. SOSTITUZIONE del deficit con l apprendimento di altre strategie comportamentali 41
Meccanismi fisiologici della plasticità neuronale 1. SPROUTING DENDRITICO arborizzazione di neuroni adiacenti 2. RIGENERAZIONE ASSONALE ricrescita di neuroni danneggiati (difficile negli adulti) 3. SUPERSENSITIVITA POSTSINAPTICA aumenta l accuratezza della trasmissione nervosa, si affina l output e la selettività della trasmissione nervosa 4. SMASCHERAMENTO SINAPSI LATENTI attivazione di sinapsi esistenti ma non utilizzate 42
Il recupero è in correlazione con 1. SITO DELLA LESIONE 2. ESTENSIONE DELLA LESIONE 43