Università degli Studi di Bergamo Corso di Laurea Magistrale in «Scienze Pedagogiche» PROGETTAZIONE PER L INTEGRAZIONE SOCIALE Serenella Besio 21 maggio 2018
OSSERVAZIONE STRUTTURATA
ASPETTI GENERALI Un osservatore rileva in modo intenzionale e sistematico il comportamento di un gruppo di soggetti in una determinata situazione La sessione di osservazione deve essere temporalmente e spazialmente delimitata L osservazione strutturata avviene attraverso strumenti dedicati, ciascuno dei quali è dedicato alla specifica unità di rilevazione prescelta (l allievo, la classe, l insegnante, il gruppo dei docenti durante una riunione, ecc.) Tale strumento si chiama checklist se la risposta è di tipo sì/no Se il rilevatore può anche inserire un dato di intensità o di frequenza di occorrenza del comportamento, si parla di scala di valutazione Se il rilevatore non è vincolato ad usare una risposta chiusa, ma ha a disposizione un campo aperto, lo strumento viene detto griglia di osservazione; in questo caso l osservazione diventa semistrutturata Infine, l osservatore può avvalersi di schemi di codifica, che forniscono una lista finita, chiusa e predeterminata di comportamenti complessi, sulla base dei comportamenti semplici che li costituiscono
STRUMENTO Griglia di osservazione Check list Scala di valutazione Schema di codifica ESEMPIO DI ITEM L allievo: 1. Interviene attivamente nelle discussioni di classe 2. Partecipa attivamente al lavoro di gruppo 3. Chiede spiegazioni all insegnante quando non ha capito L allievo 1. Interviene attivamente nelle discussioni di classe 1. SI 2. NO 2. Partecipa attivamente al lavoro di gruppo 1. SI 2. NO 3. Chiede spiegazioni all insegnante quando non ha capito 1. SI 2. NO L allievo: 1. Interviene attivamente nelle discussioni di classe 1. Mai 2. A volte 3. Spesso 4. Sempre 2. Partecipa attivamente al lavoro di gruppo 1.. Rilevare per ogni allievo i seguenti comportamenti: 1. Interviene attivamente nelle discussioni di classe 2. Partecipa attivamente al lavoro di gruppo 3. Chiede spiegazioni all insegnante quando non ha capito
OSSERVAZIONE ESPERIENZIALE
DIFFERENZE Non produce una matrice di dati, ma narrazioni scritte che riportano descrizioni e comportamenti Passa attraverso la registrazione di eventi e comportamenti, fa largo uso di interviste libere e colloqui informali con i soggetti, analizza documenti personali come diari, lettere e produzioni scritte in genere Osservazione etnografica ne è un esempio significativo
1 ASPETTI GENERALI Un osservatore rileva in modo intenzionale e sistematico il comportamento di un gruppo di soggetti in una determinata situazione La raccolta dei dati è finalizzata alla descrizione dettagliata dei comportamenti dei soggetti in quella situazione, e alla comprensione di opinioni, atteggiamenti, dinamiche relazionali e fattori culturali che hanno indotto i soggetti ad adottare tali comportamenti Osservare indica un attività intenzionale e sistematica e si distingue dal vedere, non intenzionale, e dal guardare, intenzionale ma non sistematico L osservatore mette in luce determinati comportamenti e li pone in rapporto con le caratteristiche spazio-temporali ma anche con lo specifico ambiente socio-culturale. Per questo, la situazione deve essere modificata il meno possibile Selezione del comportamento e sua interpretazione hanno un alto gradiente di soggettività
2 ASPETTI GENERALI: RUOLI DELL OSSERVAZIONE NELLA RICERCA EDUCATIVA Funzione conoscitiva Strumento di monitoraggio e controllo dell azione educativa Funzione valutativa
1 ASPETTI DI DETTAGLIO Può essere diretta, se avviene sul campo; o indiretta, se avviene tramite mezzi di videoregistrazione o questionari (a risposta aperta) compilati dai soggetti osservati Non punta a raccogliere dati generalizzati, ma dati situati, il cui fine è la specificazione, la descrizione, la comprensione di una realtà educativa Elencare dati di un osservazione secondo un qualche criterio non significa fare osservazione, perché occorre effettuare il momento interpretativo di ricostruzione e assegnazione di senso ai dati raccolti Questa interpretazione risente dei modelli teorici ed esperienziali dell osservatore e dunque il background teorico che guida l osservazione dovrebbe sempre essere dichiarato Selezione, sintesi e interpretazione sono altamente discrezionali. Assumono quindi molta importanza l esperienza dell osservatore, la sua capacità di imparare dalle situazioni, la sua predisposizione naturale a cogliere aspetti caratterizzanti di una situazione complessa
2 ASPETTI DI DETTAGLIO L osservazione opera su due livelli: uno molecolare, in cui si ritrovano le registrazioni dei fatti osservabili, e uno molare, in cui si trovano le interpretazioni di tali fatti. I due livelli vanno tenuti separati Esempi di comportamenti molecolari: un sorriso, chiamare un compagno, uscire dalla stanza Corrispondenti possibili interpretazioni molari: cercare di stabilire una relazione, cercare aiuto, rifiutare il gruppo Una semplice descrizione dettagliata di una situazione viene definita thin description; una descrizione che contenga anche l interpretazione delle dinamiche che sono alla base di quanto osservato in un contesto viene detta thick description
COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI L osservatore esperienziale può produrre degli effetti sul gruppo di soggetti osservati e sui loro comportamenti Se l osservatore assume un ruolo partecipante, si trova a condividere fisicamente ed emotivamente la situazione in cui i soggetti vivono e agiscono. Il metodo etnografico appartiene a questo tipo e serve in ambito educativo per studiare dal di dentro i meccanismi che regolano le interazioni fra gli appartenenti ad una comunità, le regole tacite, ecc. (microetnografia). Può diventare anche una partecipazione osservante Se l osservatore assume un ruolo non partecipante, rimane esterno alla realtà studiata, anche se utilizza gli stessi strumenti del partecipante L osservazione può essere palese o non palese, a seconda che gli intenti vengano dichiarati o no (secondo caso per es. per studio di comportamenti devianti)
1 CONDUZIONE DELL OSSERVAZIONE Osservazione dei comportamenti verbali e non verbali dei soggetti Chi sono gli interlocutori, se ve ne siano di privilegiati Le modalità di comunicazione con i pari e con i superiori (adulti, superiori di grado, ecc.) Se esiste una tendenza a non far parlare gli altri, ad assumere il ruolo di leader, a subire l influenza altrui Osservare la prossemica e la cinesica, per ipotizzare se i soggetti siano tranquilli, tesi, ansiosi; e anche gli aspetti paralinguistici Osservazione di situazioni tipo ed eventi chiave Comportamenti degli attori chiave Dettagli che caratterizzano la situazione Ricostruzione di funzioni e di strutture (relazioni di leadership, ruoli impliciti assunti) Linee di tendenza delle situazioni, individuandone aspetti statici e dinamici Relazioni e successioni temporali fra i fatti; assenza di fatti
2 CONDUZIONE DELL OSSERVAZIONE Tutte queste informazioni devono essere registrate, carta e matita, oppure audio- o videoregistrate Invasività delle tecnologie: effetto Hawthorne Modalità per ovviarvi; eventuale ricorso all osservazione non palese L interpretazione, sempre necessaria, deve essere fatta «dal punto di vista della cultura del gruppo» in cui i soggetti sono inseriti: dunque è necessario raccogliere più dati che si può per ricostruire i dati salienti di tale cultura L osservatore deve saper adottare dunque le due prospettive: quella dello studioso consapevole delle proprie scelte teoriche alla base delle scelte di selezione e di interpretazione (approccio etic), quella dell appartenente al gruppo per cogliere gli elementi caratteristici di scelte e comportamenti (approccio emic) Per adottare quest ultimo occorre vivere un certo periodo con i soggetti studiati, per assimilare i tratti principali della loro «cultura»
3 CONDUZIONE DELL OSSERVAZIONE Tutti i comportamenti registrati devono essere accompagnati da informazioni riguardanti i contesti in cui si sono manifestati, le sequenze in cui sono inseriti, la scansione temporale Le interpretazioni devono essere annotate separatamente dai fatti osservati, in modo che in una seconda fase di revisione possano essere eventualmente reinterpretate alla luce di dati più generali o posteriori In alcuni casi l osservatore può effettuare un backtalk con i soggetti, ossia una conversazione intorno alla propria interpretazione dell osservazione per verificarne la congruenza e l aderenza ai modelli interpretativi dei soggetti stessi. Anche questi colloqui devono essere oggetto di annotazione separata.
4 CONDUZIONE DELL OSSERVAZIONE L osservatore deve cercare di sospendere attivamente il suo giudizio valutativo sulla situazione nel corso dell osservazione Deve inoltre sforzarsi di tenere sotto controllo il suo coinvolgimento emotivo, soprattutto riuscendo a separare le interpretazioni fatte sotto l impressione dell emozione e quelle fatte in assenza Se l osservazione è effettuata nell ambito di una ricerca, allora ci sono in gioco delle ipotesi, e perciò delle aspettative implicite: il rischio in questo caso è di vedere quel che si vuole vedere, effettuando delle selezioni mirate e delle interpretazioni influenzate (esempio: effetto Pigmalione) Occorre poi tenere sotto controllo gli effetti alone, quando cioè alcune caratteristiche di un tratto del soggetto influenzano la rilevazione di altri tratti
RAPPORTI FINALI Di solito si tratta di resoconti narrativi, con la descrizione di tutti gli eventi e comportamenti osservata, basata su categorie molecolari secondo una scansione cronologica Essi possono contenere, separatamente, anche le interpretazioni e l analisi di quanto l osservatore ha percepito/vissuto nel corso dell osservazione
INTERVISTA E COLLOQUIO
CARATTERISTICHE DISTINTIVE L intervista è uno scambio fra due o più persone in cui un esperto (l intervistatore) cerca tramite domande o stimoli (disegni, situazioni ipotetiche, ecc.) più o meno prefissati, di raccogliere informazioni da un soggetto su un particolare tema L intervista è sempre una relazione partecipata; mira a rilevare informazioni su dati personali, comportamenti e opinioni del soggetto, più che su atteggiamenti e aspetti profondi della personalità del soggetto Si differenzia dal colloquio per l oggetto di rilevazione e per la motivazione con cui gli attori si avvicinano alla relazione; ha lo scopo di penetrare in profondità sugli aspetti di personalità del soggetto. Per questa ragione viene più utilizzato in psicologia L intervista pone l accento sui contenuti, mentre il colloquio pone l accento sui processi, ossia sulla relazione comunicativa in se stessa La motivazione alla comunicazione nell intervista è estrinseca, mentre è intrinseca quella al colloquio
ELEMENTI SIGNIFICATIVI DELL INTERVISTA L intervista riporta il punto di vista dell intervistato; la narrazione di un fatto, ad esempio, è filtrata dalla sua percezione del fatto stesso. L importanza che l intervistato dà ad alcuni fatti o eventi è del resto elemento importante dell intervista stessa L intervistatore tuttavia non si ferma alle prime affermazioni dell intervistato, ma scava più in profondità per far emergere tutti gli elementi importanti; nel caso di relazioni educative, questo «scavare» può assumere caratteristiche educative importanti
Intervista in ambiente artificiale o naturale Intervista in situazione formale o informale Se l intervista è informale nell ambiente naturale dell intervistato si parla di intervista sul campo non strutturata TIPOLOGIE DI INTERVISTA Intervista libera o non direttiva: è prefissato soltanto il tema della discussione, ma non le domande Intervista semistrutturata: l intervistatore fissa il tema, le linee guida e gli argomenti da toccare, predisponendo una scaletta. Le domande possono essere adattate, riordinate, ecc. Intervista completamente strutturata: l intervistatore pone le domande di un questionario e lo compila Intervista faccia a faccia Intervista di gruppo: include più soggetti, che possono appartenere a gruppi naturali, preesistenti, oppure costruiti appositamente [risparmio di tempo e vantaggi dell interazione fra i soggetti]
1 TIPOLOGIE DI INTERVISTA FACCIA A FACCIA NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 1. Intervista non direttiva (in profondità) rogersiana: intorno a un tema dato, l intervistato è libero di spaziare, l intervistatore sostiene il ricordo spontaneo; lo scopo è condurre l altro alla presa di coscienza delle proprie opinioni e atteggiamenti 2. Intervista biografica: narrazione da parte dell intervistato della propria storia di vita; può essere spontanea o pilotata (se si tratta per es. di far emergere episodi salienti). Attraverso interviste di questo tipo si possono anche ricostruire storie di gruppi. Scopo: collocare il soggetto nel proprio ambiente di riferimento, ricostruire una scansione temporale degli eventi, conoscere il punto di vista del soggetto (permettendo poi di compararlo con altri). La tipologia può essere rilevante per es. per individuare il momento di insorgenza di un comportamento deviante [linea di vita, bioscopia]. La selettività della memoria del narratore ha un rilievo particolare, nonché la natura delle deformazioni dei ricordi eventualmente effettuate
2 TIPOLOGIE DI INTERVISTA FACCIA A FACCIA NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 3. Intervista ermeneutica: mira alla comprensione del sistema di significati, di regole, norme e valori che sottende le attività della vita quotidiana del soggetto. In tal modo, l intervista indaga ciò che al soggetto appare del tutto ovvio perché è stato acquisito nel corso della vita: è il «sapere di sfondo» che guida ogni nostro atto quotidiano. Tale sapere è spesso socialmente condiviso e cristallizzato nelle abitudini. Scopo: ricostruire il quadro situazionale e il contesto in cui l intervistato si trova a prendere decisioni. Processi di categorizzazione. Fanno sì che la complessità del reale venga ridotta operando ritagli e semplificazioni, con un risparmio di risorse cognitive Processi di reificazione. Fanno sì che i soggetti percepiscano i propri prodotti cognitivi come se fossero entità oggettive L intervistatore procede mettendo continuamente in discussione tutte le affermazioni che al soggetto appaiono ovvie e tratta l intervistato come un esperto del proprio mondo, stimolandolo a riflettere sul sapere di sfondo, sui significati che attribuisce, ecc. Offre così una specie di strumento per l autoriflessione. Spesso le opinioni dell intervistato si formano e cambiano durante l intervista stessa.
1 TIPOLOGIE DI INTERVISTA DI GRUPPO NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 1. Focus group: l intervistatore (moderatore) conduce l intervista con un piccolo gruppo di persone (da 6 a 12), con l obiettivo di finalizzare la discussione intorno a un dato argomento. L intervistatore stimola la discussione e il dialogo fra i soggetti, riporta il focus sui temi prefissati. Scopo: sfruttare le dinamiche positive della discussione di gruppo, limitando al massimo quelle negative. La struttura della scaletta è mediamente rigida; vengono indicati i punti da toccare e delle «domande sonda», cioè di stimolo, che devono essere poste se la discussione dovesse languire. Si svolge in ambiente artificiale, di solito intorno a un tavolo rotondo, per favorire lo scambio di sguardi e l interazione. La situazione è formale anche se tutti devono sentirsi a proprio agio. Può essere usato per ricerche a scopi esplorativi o confermativi; in questo modo, i membri del focus group partecipano alla ricerca. È usato per rilevare opinioni, più che atteggiamenti o comportamenti. È anche uno strumento per verificare la qualità di un questionario.
2 TIPOLOGIE DI INTERVISTA DI GRUPPO NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 2. Brainstorming: Simile al precedente, ma l intervistatore ha un ruolo meno direttivo. La scaletta ha un basso grado di strutturazione, e contiene praticamente solo il tema dell intervista. Proposta questa, i partecipanti sono invitati ad esprimersi liberamente, anche per associazioni libere, anche con concetti apparentemente non legati al tema. L obiettivo è produrre un gran numero di idee, a prescindere dal valore e dalla pertinenza; è importante perciò evitare critiche alle idee espresse. Tipicamente viene utilizzato per trovare suggerimenti e spunti creativi per la soluzione di problemi specifici; si tratta di una strategia divergente, opposta a quella convergente del focus group. Tecniche ausiliarie al brainstorming possono essere: Il diagramma di affinità Il diagramma causa-effetto L analisi del campo di forze (trainanti, frenanti)
3 TIPOLOGIE DI INTERVISTA DI GRUPPO NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 3. Tecnica del gruppo nominale. All inizio di un intervista, si chiede ad ogni partecipante di scrivere su un foglietto le sue opinioni su un dato argomento. Il moderatore le raccoglie le riassume e le presenta all intero gruppo, chiedendo poi a ciascuno ancora la propria opinione, che viene scritta su un foglietto e raccolta. Scopo della tecnica è disgiungere l opinione dal suo possessore, così da evitare effetti di leadership o di timidezza. Inoltre, serve a verificare la stabilità di alcune opinioni dalla prima alla seconda fase Non è necessario essere in presenza, si può usare la posta o la posta elettronica. Oppure si possono riunire i partecipanti e chiedere a ciascuno di esprimere la propria opinione una prima e una seconda volta; ma ad essi non è permesso ribattere o discutere
4 TIPOLOGIE DI INTERVISTA DI GRUPPO NELLA RICERCA INTERPRETATIVA 4. Tecnica Delphi. Una variante della precedente. I partecipanti scrivono su foglietti le proprie previsioni su corso di evoluzione di un determinato evento e le inviano al moderatore, il quale le riassume e le re-invia all intero gruppo. I partecipanti devono quindi effettuare nuove previsioni, sulla base di quanto emerso dal confronto con l intero gruppo, e il processo continua fino a che non si raggiunge un consenso generalizzato o non ci sono più cambiamenti da una sessione all altra. La tecnica è particolarmente valida con l utilizzo di tecnologie
ANALISI DEI DATI NON STRUTTURATI
PROBLEMATICITÀ L analisi dei dati implica l interpretazione del materiale empirico raccolto Si tratta di un operazione delicata di decostruzione e ricostruzione di quanto osservato, di quanto dichiarato, di quanto raccolto da eventuali fonti documentali concorrenti Si tratta di selezionare e valutare i contenuti, mettere costantemente in dubbio i significati, ricercare una coerenza concettuale del quadro così prodotto Obiettivo dell analisi dei dati nella ricerca interpretativa è produrre una «teoria»
ANALISI DEI TESTI Approcci comprendenti. 1. Filone dell ermeneutica. Interpretazione finalizzata alla ricostruzione di un significato del testo o dell insieme delle azioni di un attore 2. Filone della fenomenologia. Riconoscimento di determinati temi all interno di testi o di insiemi di azioni, individuando comunalità e unicità
ANALISI ERMENEUTICA Applicabile a materiali provenienti da interviste, soprattutto libere, resoconti di osservazioni, documenti personali. I dati registrati vengono rivisitati più volte al fine di riflettere e interpretare più volte a posteriori i discorsi, per individuare punti salienti o affermazioni chiave; si può usare una griglia di criteri esplicita, che però non è immutabile, ma varia con il procedere del lavoro interpretativo La tecnica di interpretazione ermeneutica prevede che l interpretante effettui un continuo processo di ridefinizione di significato fra le parti e il tutto (circolo o spirale ermeneutica). Tale spirale si interrompe quando si raggiunge un punto di equilibrio, una unità di interpretazione priva di contraddizioni logiche interne. Ciò accade quando il significato attribuito al tutto non cambia in due passaggi successivi Il lavoro di analisi di un interpretante può essere comparato con quello di un altro. Questo lavoro di interpretazione dipende in modo significativo dai modelli di chi interpreta
CODIFICA A POSTERIORI DEL TESTO Si effettua una classificazione in categorie dei segmenti informativi che compongono il materiale raccolto Le categorie vengono costruite operando una codifica del testo o del materiale empirico sulla base di unità naturali di significato, che diventano unità di codifica. Le unità di codifica vengono poi allocate in un sistema di categorie Per fare ciò, l interpretante deve applicare una «epoché fenomenologica», cioè una sospensione di giudizio, liberandosi da filtri percettivi, interpretativi, legati al suo vissuto e alla sua esperienza, dai pregiudizi del senso comune, ma anche dalle teorie scientifiche che possono alterare il senso. Tutti questi elementi vengono detti precomprensioni. A quel punto, l io è in grado di cogliere l essenza dei fenomeni, mediante l esercizio costante del dubbio e la negazione costante dell ovvietà Si tratta di superare il momento empirico, cogliendo l essenza nell oggetto esperito [pag. 128 esempio] Scarsa affidabilità di codifiche a posteriori; come può l interpretante liberarsi davvero dei suoi modelli?