Non parlerò mai di storia come di una cosa già tutta fatta, ma come di una cosa che si fa e che si cerca



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Transcript:

Non parlerò mai di storia come di una cosa già tutta fatta, ma come di una cosa che si fa e che si cerca M. Bloch Tipologie di fonti Ogni epoca si dà le fonti che rispondono ai propri bisogni (M.Vovelle) A partire dalla seconda metà del 900 si è andato diversificando l uso delle fonti da parte degli storici. L avvento di nuove tecnologie di comunicazione e di conservazione della memoria, quali la fotografia e il cinema, per fare alcuni esempi, hanno fatto sì che il ventaglio delle fonti si andasse allargando. Parallelamente si è assistito ad una dilatazione degli interessi degli storici ad aspetti e dimensioni della realtà del passato prima ignorati: dalla storia politica alla storia totale, alle storie (Le Goff). Si sono così moltiplicati gli oggetti sui quali incentrare la ricerca storica. Ma è cambiato anche lo statuto della storiografia: da histoire-conte (histoire-bataille) a histoire-problème. Oggi vengono considerati fonti potenziali tutti gli elementi di realtà, di qualunque natura e genere, a disposizione dello storico. Esistono criteri diversi di classificazione delle fonti ed è possibile collocare alcune tracce in più insiemi (ad esempio la fotografia di una collezione d archivio può essere classificata come fonte archivistica, ma anche come fonte iconica). La ripartizione che qui viene proposta si basa sul criterio della configurazione materiale e/o del linguaggio con cui sono codificate, pensata da G. Spinelli. Tale suddivisione risulta particolarmente immediata e quindi utile nel campo dell insegnamento e vede le fonti distinte in: scritte; iconografiche; materiali; orali. Per ognuna di esse si analizzano alcune caratteristiche in relazione al loro uso didattico e non solo. 1

La fonte scritta Queste fonti e in particolare quelle conservate negli archivi (fonte archivistica) sono state considerate per lungo tempo dagli storici le uniche degne di questo statuto. Tra le fonti scritte sono da annoverare anche i registri di soggetti fiscali, i registri parrocchiali, le fonti letterarie e così via. In riferimento alla storia di un territorio si ascrivono a questo insieme alcune fonti di memoria come i documenti personali conservati da privati. Con i ragazzi spesso il linguaggio delle fonti scritte è difficile da comprendere, ma simulare una ricerca di fonti in archivio è invece estremamente stimolante, perché fa gustare il piacere della scoperta. Alcuni scritti pongono poi problemi di critica, come è il caso dei falsi storici. La fonte iconografica Tra le fonti iconografiche ricordiamo le incisioni rupestri, gli affreschi medioevali e le espressioni artistiche in genere, le mappe storiche, le fotografie, i film. Queste fonti sono state tra le prime usate dall uomo, implicano un attento lavoro di osservazione, è necessario saper porre loro le giuste domande e generalmente forniscono un maggior numero di informazioni dedotte e ipotetiche. Sono di grande impatto per gli alunni, perché consentono di visualizzare scenari passati, traducono in immagini di più facile comprensione informazioni scritte che non hanno agganci con le loro preconoscenze. Con gli studenti più esperti si prestano a ragionare sull intenzionalità e sulla parzialità di una fonte; ad esempio, è possibile interrogarsi sul punto di vista adottato da un fotografo in relazione ad una immagine, su come abbia impostato l inquadratura, sulle emozioni che è riuscito a trasmettere e così via. La fonte materiale In questo insieme possiamo includere i reperti museali (o fonti museali), le fonti architettoniche, ma anche gli oggetti familiari riferiti alla storia generazionale o alla storia personale dei bambini. 2

In campo didattico vi è un uso parziale del potere informativo delle fonti e in alcuni casi, è bene appoggiarsi ad esperti, come i collaboratori museali, gli operatori culturali, gli archivisti per avere indicazioni e suggerimenti più circostanziati. Nei percorsi didattici le fonti materiali risultano essere le più adatte ad approcciare il concetto stesso di fonte. Si pensi alle informazioni che si possono produrre sulla storia personale dei bambini a partire dal corredino della prima infanzia, dai primi giocattoli e così via. La fonte orale Le fonti orali, interviste o testimonianze, rientrano nell insieme delle fonti di memoria e cominciarono ad essere utilizzate con una certa sistematicità solo nel Novecento, in collegamento con l invenzione di nuove tecnologie che permettevano la fissazione e la riproduzione delle voce umana. Acquisirono una notevole importanza soprattutto per il fatto che permettevano il riferimento alle classi subalterne, per le quali le fonti scritte tradizionali non forniscono documentazione sufficiente. Insistono particolarmente sul versante della storia della mentalità e della cultura materiale. Esse forniscono un apporto notevole allo studio della storia del 900. Più in generale le fonti orali sono indispensabili per tutte quelle situazioni per le quali il documento scritto non esiste o è presente in maniera episodica o comunque insufficiente. La storia narrata contenuta sui libri di testo non ha per i bambini la possibilità di ancorarsi ad alcun elemento di realtà, viene perciò assimilata ai racconti più o meno fantastici e magici dedicati alla prima infanzia. L incontro con testimoni di eventi storici locali di rilevanza ha un enorme potere di incidenza in questo senso: il contatto con l emotività, con la sofferenza o con la gioia di certe narrazioni, risvegliano negli alunni la capacità di porsi nella storia, di sentirsi parte di essa, guidano i più piccoli a costruire il concetto di passato indagabile. Le fonti orali necessitano di un questionario iniziale che è possibile elaborare anche con i ragazzi e forniscono subito un grande numero di informazioni. Tuttavia, siccome si basano sulla memoria, non tutti i dati sono attendibili perché i ricordi sono imprecisi, soprattutto quelli che riguardano quantità numeriche, nomi di luoghi e persone. Bisogna inoltre porre attenzione al ruolo e alle opinioni dell intervistato. 3

Fonti di nuova acquisizione sono: La fonte paesaggistica Si tratta di quei segni del passato di cui sono affollati i paesaggi rurali e urbani: "sono reperti archeologici, conformazioni del terreno, opere dell'uomo che hanno trasformato e umanizzato un ambiente naturale spesso ben differente da quello che la storia ci ha tramandato (Capurso, 1999). Sono fonti molto vicine ai ragazzi, perché vedono coinvolto il loro ambiente di vita e permettono scoperte interessanti e impensate per le nuove generazioni. Richiedono però un attenta osservazione e una capacità di focalizzare di volta in volta piccole porzioni di inquadratura. La fonte multimediale Con lo sviluppo dei nuovi media si assiste alla creazione di nuovi oggetti tecnologici nei quali l'integrazione di hardware e software favorisce la contemporanea attività di ricezione, di elaborazione, di strutturazione, di organizzazione e di comunicazione dell'informazione nelle sue diverse forme testuali, iconografiche, sonore, animate, audiovisive, in definitiva multimediali. Ma è anche la struttura dell'informazione che si modifica offrendo all'utente, attraverso le tecnologie del software, nuovi modelli organizzativi e rappresentativi della conoscenza, pensiamo a Internet. E questa una fonte che risulta particolarmente vicina ai ragazzi e accattivante, ma che implica problemi di controllo dei percorsi da intraprendere per reperire i materiali, dell attendibilità dei dati e della loro successiva utilizzabilità nel contesto scolastico. Le fonti sonore Dal punto di vista quantitativo la storia ascoltata è più di quella letta. Musica, canti, suoni e rumori inseriti in un contesto, che può essere denominato paesaggio sonoro, strumentazioni audiovisive, racconti orali appartengono a questo gruppo. 4

Vi è scarso uso e conoscenza di tale fonte e quindi risulta più difficoltoso avvalersene, ma si rivela anche particolarmente stimolante e coinvolgente, proprio perché include in sé quasi sempre elementi affettivi, emotivi e creativi. Le fonti visive Negli ultimi tempi si tende a riunire tutta una serie di fonti con il termine di fonti visive. Per riassumere si intendono tutti i tipi iconici, scultorei, paesaggistici, architettonici, ma anche i testi storiografici visivi come mostre, documentari, prodotti multimediali..., testi visivi finzionali di argomento e sfondo storico come i film..., illustrazioni di testi sui manuali, carte geostoriche, mappe, modelli, elaborazioni grafiche d ogni genere che si trovano in un buon testo storico. In un mondo che vede le persone esposte ad una eccedenza di immagini ci si rende conto che alla fine esse non hanno molta efficacia sul piano della formazione di cultura e di pensiero storico. Si tratta quindi di educare a cogliere le interconnessioni tra fonti che sono strumenti di informazioni sul passato oppure tra elaborazioni di conoscenze storiche e la storia stessa. 5