UN PROGETTO PER CONTRASTARE LA DISPERSIONE SCOLASTICA A.A. 2013/14-2014/15



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Transcript:

UN PROGETTO PER CONTRASTARE LA DISPERSIONE SCOLASTICA A.A. 2013/14-2014/15 Iniziative didattiche di prevenzione e di contrasto della dispersione scolastica Premessa: a cura di Patrizia Selleri e Isabella Filippi Descrizione dell attività: a cura di Paola Guazzaloca Indice 1- Premessa pag. 2 2- Il Progetto pag. 4 3- Report dell attività pag. 5 Pag 1

1- Premessa E ormai sotto gli occhi di tutti come il fenomeno della dispersione scolastica sia un dato preoccupante nella realtà italiana, rispetto al quale gli interventi sembrano mancare gli obiettivi principali. Gli indicatori di Eurostat, nel novembre 2014, mostrano che il tasso di abbandono è sceso di tre punti percentuali rispetto al 2006, periodo in cui si toccava il 20%, ma l attuale 17% rappresenta ancora un livello troppo elevato rispetto alla media europea, che si attesta al 12%, senza considerare che l obiettivo del 10%, (Strategia Europea 2020), da raggiungere entro il 2020, sembra sempre più lontano, complici i problemi del sistema scolastico italiano e la crisi economica che ha reso ancora più fragile il rapporto tra anni di scolarità ed ingresso nel mondo del lavoro. Su questo versante, pur con dati meno allarmanti, l Emilia-Romagna sembra marcare il passo, a riprova che il rapporto fra politiche educative, sostegno all istruzione e coinvolgimento delle scuole nella definizione delle politiche educative è attraversato da variabili socio-demografiche e culturali capaci di spostare equilibri che si pensava consolidati negli anni. La variabile sicuramente più difficile da definire, e quindi da affrontare, riguarda la definizione dell età della vita che va sotto il nome di adolescenza e che interessa da vicino il passaggio degli alunni dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado. Sempre di più questi percorsi di cambiamento da scuola a scuola sono definiti dal rendimento scolastico degli alunni e dal capitale culturale delle famiglie, di fatto due caratteristiche che potremmo dire annidate una nell altra, tanto che alcune ricerche, prendendo spunto dai risultati di indagini internazionali sulle competenze dei quindicenni italiani (Progetto P.I.S.A, 2012) arrivano a parlare di scuole segregate, intendendo con ciò un fenomeno che ha assunto una tendenza preoccupante: le differenze tra le caratteristiche sociodemografiche degli alunni sono alte tra le diverse tipologie di scuola (Licei/tecnici/professionali) ma basse all interno di ogni tipologia di scuola. In altre parole, nel bene o nel male, gli alunni di ogni tipologia di scuola sono così simili tra loro da beneficiare delle medesime risorse o soffrire dei medesimi problemi. Questo dato è confermato anche dal crescente disagio manifestato dagli insegnanti degli istituti tecnici e professionali, quotidianamente impegnanti a fronteggiare molti problemi di sempre, ma in percentuali assai più numerose di un tempo, rendendo quindi il lavoro più difficile ed accompagnato dalla crescente percezione di non possedere le risorse sufficienti per capire i propri alunni, ancor prima di poter immaginare come poter intervenire. Ma per tentare di capire occorre, in primo luogo, mettere a fuoco il problema, se tale può essere definito il processo di cambiamento e di sviluppo degli alunni adolescenti, in ogni epoca ed in ogni cultura. Suggerimenti importanti per agire ci arrivano dal documento, emanato dalla Regione Emilia Romagna nel 2013, sulle linee guida del progetto Adolescenza. Parole importanti come promozione del benessere e prevenzione del disagio descrivono con chiarezza le ragioni del Pag 2

presente progetto, poiché pensare di intervenire direttamente nei contesti scolastici, coinvolgendo in un lavoro comune gli alunni e gli insegnanti della stessa classe diventa strategicamente importante per riflettere sulle immagini stereotipate che nella consuetudine della vita quotidiana in classe gli uni rimandano agli altri, a volte senza più un sincero interesse reciproco. Per agire nelle scuole occorre quindi favorire percorsi in cui il pensare e il fare si integrino efficacemente perseguendo l obiettivo di far acquisire e consolidare le conoscenze indispensabili per la riflessività che produce competenze. Come emerge da indagini nazionali ed internazionali, è del tutto evidente quanto la mancanza di competenze di base negli alunni che entrano nella scuola secondaria di secondo grado metta una pesante ipoteca sul fatto di poter operare, in futuro, una consapevole partecipazione alla vita sociale. Occorre quindi agire precocemente per prevenire un disagio scolastico legato al mancato raggiungimento degli obiettivi educativi, operando per il recupero ed il consolidamento delle competenze di base degli/lle allievi/e in difficoltà scolastica, avendo come obiettivo la realizzazione delle condizioni che favoriscono lo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva. La proposta del progetto si sviluppa quindi a partire da azioni per prevenire l insuccesso scolastico in un ottica di curricolo verticale, che si concretizzano nella realizzazione di momenti di didattica laboratoriale nei quali gli insegnanti diventano spettatori e partecipanti, modificando il loro ruolo di fronte agli alunni. La didattica laboratoriale, largamente proposta in tutti i recenti documenti di riordino dei cicli, diventa centrale ed efficace soprattutto in questi progetti di ricerca-azione, poiché trasformare la conoscenza teorica in un sapere competente ed agito significa riuscire ad attivare un circuito virtuoso di riflessione sul significato di ciò che si apprende in relazione all utilizzo di queste acquisizioni nella vita quotidiana (PISA, 2012) Occorre allora agire in tale direzione, nella consapevolezza adulta che oggi e nel futuro, in una scuola orientata alla valorizzazione delle competenze, non c è sapere senza fare, teoria senza techne. 1) Riferimenti bibliografici 1) Riferimenti bibliografici Promozione del benessere e prevenzione del rischio in Adolescenza: Linee Guida per il Progetto Adolescenza, Regione Emilia Romagna, Delibera 590/ 2013 http://sociale.regione.emilia-romagna.it/news/il-benessere-degli-adolescenti P.I.S.A Project (Program for International Student Assessment) http://www.oecd.org/pisa/ Eurostat http://ec.europa.eu/eurostat/help/new-eurostat-website Pag 3

2-Il Progetto Il progetto è stato presentato all USR nel 2014 secondo le indicazioni contenute nel bando ed è stato approvato con una diminuzione consistente del budget richiesto come finanziamento. È stata necessaria a tal punto una rimodulazione delle attività presentate nella prima stesura. La rete di scuole coinvolte è la seguente: IC Minerbio IC Granarolo IIS Aldini Valeriani IIS Crescenzi Pacinotti ed ha avuto come partner: Associazione Proteo Fare e sapere Università degli Studi di Bologna Dipartimento di Psicologia Comune di Minerbio ( Bo) Il progetto è stato suddiviso in due fasi, corrispondenti ai due anni scolastici: 2013/2014 per la 1 FASE e 2014/2015 per la 2 FASE. Per attivare il processo di realizzazione focalizzato sui problemi e le esigenze degli allievi e delle allieve delle scuole della Rete, si sono svolti più incontri che hanno incrociato intenti organizzativi a livello di Rete e formazione a livello di singola scuola. Si sono tenute: tre riunioni generali (di Rete) a cui hanno partecipato i referenti di scuole e partenariato con l obiettivo di impostare, anche a livello metodologico, monitorare e valutare la realizzazione del progetto (nella prima riunione è stata realizzata la riprogettazione delle attività rese possibili dal finanziamento ricevuto); quattro riunioni specifiche nelle scuole volte a preparare gli interventi con gli allievi, tramite la formazione dei docenti, nell ottica della ricerca/azione, condividendo obiettivi, metodologie didattiche e partecipazione all attività in aula. Pag 4

3 - Report dell attività La relazione è volutamente sintetica per offrire un quadro generale delle nostre attività. Gli approfondimenti sono parte integrante della documentazione del progetto e vengono affrontati in documenti che verranno nominati esplicitamente. Quanto esposto successivamente è il risultato della valutazione sulla realizzazione del progetto condivisa nell ultima riunione generale in cui sono stati presenti i rappresentanti dei nodi della Rete. La descrizione delle riunioni generali è contenuta nel Report Report su Riunioni Generali di Rete e Riunioni nelle Scuole della Rete La descrizione dei termini teorici per l impostazione dell attività per gli allievi è contenuta in questa premessa L attività rivolta agli allievi/e si è concretizzata in : Nove Laboratori di quattro ore ciascuno (1 FASE): due per ciascuna scuola più uno per il Pacinotti che ha scelto di utilizzare in questa fase un ulteriore Laboratorio. Sette Laboratori di otto ore ciascuno (2 FASE): due per l IC Granarolo, due per l IC Minerbio, due per IIS Aldini ed uno per l IIS Crescenzi Pacinotti Nei report APPUNTI sui LABORATORI di POTENZIAMENTO/STRATEGIE di APPRENDIMENTO - FASE 1 e APPUNTI sui LABORATORI di POTENZIAMENTO/STRATEGIE di APPRENDIMENTO - FASE 2 è contenuta la descrizione dell osservazione dei Laboratori. L attività rivolta ai genitori ha avuto come focus l assemblea dei genitori della secondaria di 1 grado appartenente all istituto Comprensivo di Granarolo. Il titolo I giovani tra vecchie storie e nuove paure con l obiettivo di confrontarsi sulle aspettative per il futuro sia dei genitori che degli studenti e studentesse. Si è tenuta in data 18 dicembre 2015. A) gli ALLIEVI L attività: ha avuto come obiettivo il potenziamento ed il recupero delle loro capacità e competenze. La riunione finale ha evidenziato che l impatto è stato limitato dal numero di ore disponibili per i laboratori indicando nell inserimento nella prassi normale delle scuole dell attività laboratoriale si è sviluppata tramite un approccio che tende a decontestualizzare l ambito scolastico incrociandosi con gli ambiti disciplinari in particolare quelli linguistico e matematico. Sono stati utilizzati materiali o appositamente elaborati e prodotti o estratti dai questionari di Ocse-Pisa Pag 5

è stata caratterizzata da coinvolgimento e partecipazione soprattutto nelle classi quinte delle primarie e nelle classi prime e seconde della secondarie di 1 grado. Gli allievi/e, pur con le loro fragilità a cui la scuola tenta di fornire supporto e legate prevalentemente alla famiglia ed all ambiente sociale, si sono fatti attori dell attività dimostrando disponibilità al confronto sui problemi tipici della loro età e lavorando in gruppo per affrontare e tentare di risolvere problemi per loro nuovi e non usuali per le competenze richieste al loro livello scolare. Diversamente nelle secondarie di 2 grado: problematica, non in tutte le situazioni, la relazione e di conseguenza l accettazione da parte loro di attività non identiche alla prassi scolastica. La motivazione va legata alla poca disponibilità al cambiamento alla poca autostima che si sono espressi in problemi di carattere comportamentale B) i DOCENTI delle Scuole Si ripete, ma in modalità molto più sfumate, quanto già espresso per gli allievi, per gli insegnanti dei gruppi di allievi che hanno partecipato ai laboratori. Nella primaria e nella secondaria di 1 grado ha prevalso la partecipazione fattiva all attività rispetto all osservazione esterna che ha caratterizzato prevalentemente le secondarie di 2 grado. In entrambi i casi le informazioni/descrizioni fornite in fase di preparazione dei Laboratori hanno permesso di direzionare/calibrare le modalità del singolo intervento. Nella riunione finale viene ribadita, da parte dei docenti presenti il valore di questa modalità di coinvolgimento: nella preparazione degli interventi laboratoriali per ricercare insieme termini e strumenti per il passaggio dalla teoria alla prassi didattica, nell osservazione per l acquisizione di un diverso punto di vista per la lettura delle problematiche dei singoli e del gruppo e la ricerca di processi che affrontino tali problematiche, nella partecipazione attiva nella realizzazione in situazione. Sostanzialmente il complesso di tali processi viene considerato un riferimento per la realizzazione della formazione dei docenti: non solo teoria, senza ovviamente demonizzarla, non un prima e un dopo ma un ottica di ricerca/azione che impatti direttamente sull attività didattica. C) La RETE La rete è stato il valore aggiunto del nostro progetto. È stato possibile testare la ricaduta delle proposte metodologiche e didattiche, elaborate in condivisione con tutti i partner della rete, in contesti scolastici fra loro diversi individuandone significatività e efficacia possibile, il termine possibile viene utilizzato per la brevità degli interventi, dovuta sostanzialmente a problematiche finanziarie. Soprattutto ha reso possibile un confronto, avente carattere di continuità, fra docenti di ordini scolastici in verticale e in orizzontali proseguendo l attività di ricerca/azione realizzata in un altro progetto autofinanziato sul curriculum in verticale. Tutto ciò aiuta a garantire la caratteristica di trasferibilità dell insieme delle attività- Pag 6

A livello organizzativo non abbiamo incontrato sostanziali difficoltà sia per la costruzione degli interventi (contenuti, date, orari ) sia per la comunicazione fra i nodi della rete; talvolta come in tutte le realtà complesse è stato necessario aggiungere anche un pizzico di disponibilità e di volontà di adattamento da parte degli attori del progetto per attuare quanto concordato. L insieme della nostra attività può essere considerata una solida base per futuri sviluppi che vengono individuati da tutti nel passaggio dalla forma di laboratori per gli allievi come interventi brevi alla prassi della didattica laboratoriale uscendo da un ambito temporalmente ristretto. D) Il FUTURO possibile sviluppi L esperienza, maturata nella realizzazione condivisa di questo progetto sia dalle scuole che dai partner come il dipartimento di Psicologia (Unibo) e Proteo Fare Sapere, ha posto le premesse per elaborare proposte comuni su un nuovo modo di fare scuola approfondendo nell ottica del curriculum in verticale ma soprattutto agendo le tematiche del rinnovamento per i due aspetti: metodologico didattico e ambiti disciplinari. Pag 7