SOLUZIO E ESAME DI ISTITUTO TEC ICO COMMERCIALE Indirizzo Giuridico Econimico Aziendale Tema di ecomomia aziendale



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PARTE OBBLIGATORIA SOLUZIO E ESAME DI ISTITUTO TEC ICO COMMERCIALE Indirizzo Giuridico Econimico Aziendale Tema di ecomomia aziendale Nel 2008 una profonda crisi partita dagli Stati Uniti ha causato ingenti perdite di valore nei titoli azionari e alcune grandi imprese hanno subito gravi perdite. Perdite trasferite a catena sulle aziende dell'indotto, che hanno visto ridursi gli ordini dei clienti, allungare i tempi di incasso delle fatture con conseguenze negative su redditività e liquidità. In questo contesto si è apprezzata una contrazione dei consumi da parte delle famiglie (con relativo calo della domanda per le imprese) ed una contrazione dell'offerta di credito da parte delle banche, meno disposte a concedere finanziamenti ad aziende che presentavano bilanci con scarsa redditività e bassa capacità di rimborso del credito dovuto a situazioni di illiquidità. In sintesi i bilanci delle imprese coinvolte dalla crisi hanno fatto registrare un peggioramento della redditività del capitale proprio e del capitale investito dovuto a importanti abbassamenti del livello di fatturato. La difficoltà nel reperire credito ha comportato minori investimenti e sul piano finanziario si è assistito ad un peggioramento della situazione di liquidità. In questo contesto, inoltre, si è inasprita la concorrenza fra le aziende che hanno dovuto porre in essere delle strategie congrue per affrontare il periodo di crisi. Tra di esse possiamo ricordare: 1) l'apertura a nuovi soci per aumentare la liquidità aziendale; 2) le innovazioni di prodotto e di processo con miglioramento della capacità di creare reti collaborative fra aziende; 3) l'espansione internazionale per ricercare nuovi mercati; 4) maggiore attenzione all'equilibrio della struttura finanziaria da gestire con maggiore competenza nell'individuazione del corretto ricorso al credito; 5) strategie di delocalizzazione verso paesi che offrono manodopera a costi ridotti al fine contenere i costi della produzione; 6) ricerca di un aumento dell'elasticità produttiva volta a ottenere rapide variazioni nei volumi produttivi per adeguarsi al mercato; 7) ricerca di un aumento della flessibilità produttiva volta a ottenere, qualora il mercato lo richieda, variazioni qualitative dei prodotti offerti in tempi brevi per adeguarsi alla domanda. CASO IMPRESA ALFA SPA Considerati i vincoli proposti dalla traccia si redige il seguente Stato Patrimoniale riclassificato che prevede anche i valori dell esercizio 2009 sulla base delle seguenti ulteriori ipotesi: 2008 2009 ROE 2% 5% Tasso rotazione impieghi 1,5% 1,8% Indice rigidità impieghi 60% / Imposte Carico fiscale 40% circa Carico fiscale 40% circa

S/P FORMA ABBREVIATA RICLASSIFICATO IMPIEGHI FONTI 2009 2008 2009 2008 PATRIMONIO NETTO 5.393.200,00 4.720.000,00 Capitale Sociale 4.500.000,00 4.000.000,00 IMMOBILIZZAZIONI 5.797.000,00 6.600.000,00 Riserve 637.200,00 628.000,00 Immateriali 512.000,00 660.000,00 Utile 256.000,00 92.000,00 Materiali 5.285.000,00 5.940.000,00 Finanziarie - - DEBITI M/L 473.800,00 650.000,00 ATTIVO CIRCOLANTE 5.200.000,00 4.400.000,00 Rimanze 1.220.000,00 1.085.000,00 Liquidità differite 3.960.000,00 3.300.000,00 Liquidità immediate 20.000,00 15.000,00 DEBITI B/T 5.130.000,00 5.630.000,00 TOTALE IMPIEGHI 10.997.000,00 11.000.000,00 TOTALE FONTI 10.997.000,00 11.000.000,00 Partendo dai valori sintetici dell esercizio 2008 si sono ricostruiti i valori di bilancio dell esercizio successivo in base ai seguenti prospetti di Nota Integrativa. Costi impianto Valore 1/1/2009 120.000,00 60.000,00 60.000,00 Costi di ampliam. 20.000,00 20.000,00 Ammortamenti (20%) 28.000,00 (28.000,00) Valori al 31/12/2009 140.000,00 88.000,00 52.000,00 Costi di R&S Valore 1/1/2009 1.500.000,00 900.000,00 600.000,00 Costi di R&S 200.000,00 200.000,00 Ammortamenti (20%) 340.000,00 (340.000,00) Valori al 31/12/2009 1.700.000,00 1.240.000,00 460.000,00 Impianti e macchinari Valore 1/1/2009 8.500.000,00 3.400.000,00 5.100.000,00 Dismissione macch. (400.000,00) 360.000,00 (40.000,00) Acquisto impianti 1.200.000,00 1.200.000,00 Ammortamenti (15%) 1.395.000,00 (1.395.000,00) Valori al 31/12/2009 9.300.000,00 4.435.000,00 4.865.000,00 Attrezzature Valore 1/1/2009 1.000.000,00 1.500.000,00 500.000,00 Ammortamenti (25%) 250.000,00 (250.000,00) Valori al 31/12/2009 1.000.000,00 1.750.000,00 250.000,00 Altri beni Valore 1/1/2009 680.000,00 340.000,00 340.000,00 Ammortamenti (25%) 170.000,00 (170.000,00) Valori al 31/12/2009 680.000,00 510.000,00 170.000,00

Patrimonio netto Capitale sociale Riserva legale Riserva statutari Riserva straord. Utile Totale Valore 1/1/2009 4.000.000,00 250.000,00 250.000,00 128.000,00 92.000,00 4.720.000,00 Aumento CS 500.000,00 500.000,00 Distribuzione utile 4.600,00 4.600,00 (92.000,00) (82.800,00) Utile anno 2009 256.000,00 256.000,00 Valori al 31/12/2009 4.500.000,00 254.600,00 254.600,00 128.000,00 256.000,00 5.393.200,00 Per il rinnovo parziale dei macchinari acquisiti in leasing si è intesa la dismissione di un macchinario ormai obsoleto e la sua sostituzione con uno acquisito in leasing (maxicanone iniziale 120.000 euro in data 1/3 più dieci canoni trimestrali anticipati di 60.000 euro a partire dall 1/5); canoni di competenza = 225.000 euro, canoni pagati 300.000 euro, risconto attivo 75.000 euro. Il contributo pubblico si è ipotizzato pari al 30% del valore dell impianto acquistato nell esercizio e risulta, pertanto, pari a 360.000 euro, da ripartire nei 6,5 esercizi di competenza supposto il coefficiente di ammortamento del 15%; il relativo risconto passivo è pari a 304.000 euro. Gli investimenti per la ricerca si sono tradotti in un incremento di questi oneri pluriennali (vedasi Nota Integrativa); l inserimento di figure professionali altamente specializzate ha comportato un peso consistente del costo del personale e, infine, l esternalizzazione della gestione del magazzino ha incrementato i costi per servizi. Si presenta, di seguito, il Bilancio d esercizio dell anno 2009:

PU TO 1 Per procedere all analisi per indici dell azienda occorre riclassificare Stato Patrimoniale e Conto Economico. Lo Stato Patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari è già stato esposto durante la trattazione del primo punto. Per quanto concerne il Conto Economico se ne tralascia la riclassificazione supponendo che non vi siano oneri e proventi della gestione atipica e che, pertanto, il reddito operativo sia pari alla Differenza fra A e B. A ALISI PER I DICI E MARGI I Quoziente di disponibilità 1,01 Capitale Circolante Netto + 70.000 Quoziente di liquidità 0,77 Margine di tesoreria - 1.150.000 Indice di rigidità degli impieghi 52,7% Leverage 2,14 Indice di autocopertura delle immobilizzazioni 1,07 Indice di rotazione capitale investito 1,8 ROE 5% ROI 7% ROD 7% ROS 3,89% Dall analisi dei principali indici finanziari e patrimoniali proposti si evidenzia che l azienda presenta una struttura, per forza di cose rigida ma abbastanza equilibrata e una situazione finanziaria in miglioramento rispetto all esercizio precedente come evidenzia il Capitale Circolante Netto pari a + 70.000 contro il 1.230.000 del periodo precedente e l indice di disponibilità prossimo a 1. Anche dal punto di vista economico l azienda ha evidenziato un significativo miglioramento da un esercizio all altro. Il ROE passa dal 2%, ipotizzato per l esercizio 2008, al 5% e il ROI dal 5% al 7%, valore che eguaglia il ROD. Non è possibile fornire un interpretazione adeguata del ROS perché se ne dovrebbe conoscere il valore medio delle imprese operanti nello stesso settore, nonché il valore dell anno precedente per poterlo analizzare temporalmente. Non si ritiene significativa neppure la scomposizione del ROE e del ROI non avendo a disposizione i valori dell esercizio 2008.

PUNTO 2 L esercizio 2009 relativamente ai prodotti lavorati nel reparto H presenta i seguenti valori: AM49 BL50 BR51 TOTALE Ricavi di vendita (a) 180.000,00 70.000,00 260.000,00 510.000,00 Costi variabili - 70.000,00-55.000,00-125.000,00-250.000,00 Esistenze iniziali 1.000,00 800,00 2.000,00 3.800,00 Rimanenze finali - 1.500,00-1.000,00-500,00-3.000,00 Costo variabile del venduto (b) - 70.500,00-55.200,00-123.500,00-249.200,00 Margine lordo di contribuzione (a-b) 109.500,00 14.800,00 136.500,00 260.800,00 Costi fissi specifici - 15.000,00-5.000,00-30.000,00-50.000,00 Margine semilordo di contribuzione 94.500,00 9.800,00 106.500,00 210.800,00 Costi fissi comuni 90.000,00 UTILE LORDO 120.800,00 Margine di contribuzione relativo 61% 21% 53% La redditività della produzione BL50 risulta la minore, non solo in valore assoluto (14.800 euro minor margine lordo di contribuzione), ma anche in termini relativi in rapporto ai ricavi di vendita (21% contro il 61% della prodotto AM49 e il 53% del prodotto BR51). Le conseguenze economiche derivanti dall eventuale eliminazione della produzione BL50 si possono valutare pari al relativo margine semilordo di contribuzione, in quanto verrebbero meno oltre ai ricavi e ai costi variabili anche i costi fissi specifici almeno nel medio periodo; pertanto a parità di altre condizioni il risultato economico complessivo si ridurrebbe di 9.800 euro. PUNTO 3 Il margine di interessi deriva dalla differenza fra interessi attivi e passivi dovuti all attività tipica delle banche: l intermediazione creditizia. In particolare fanno riferimento a questa attività i seguenti principali contratti stipulati con la clientela: - depositi bancari - conti correnti di corrispondenza - smobilizzo di crediti - aperture di credito - mutui Se ne analizzeranno, di seguito, uno relativo alle operazioni di raccolta (deposito) e uno relativo alle operazioni di impiego (mutuo). Sotto l aspetto giuridico il deposito è il contratto con il quale un cliente deposita una somma di denaro presso una banca, che ne acquisisce la proprietà ed è obbligata a restituirla alla scadenza del termine convenuto oppure a richiesta del depositante (art.1834 c.c.). Si tratta, come si vede, di un deposito irregolare che svolge una duplice funzione: il cliente deposita in banca il denaro principalmente perché sia custodito; la banca tuttavia lo utilizza per l'esercizio del credito. Per questa ragione la banca remunera il cliente depositante con un interesse che sarà diverso a seconda che si tratti di un deposito risparmio libero (il cliente può ritirare in ogni momento, in tutto o in parte, il denaro depositato) o di un deposito risparmio vincolato (il cliente non può ritirare il denaro prima del termine pattuito per la restituzione). Il deposito semplice non consente al depositante di effettuare versamenti prelevamenti parziali prima della scadenza: ne è un esempio il certificato di deposito. Il deposito a risparmio, invece,

attribuisce al depositante la facoltà di effettuare successivi versamenti e prelevamenti parziali in contanti. Tecnicamente gli interessi sui conti di deposito a risparmio sono calcolati con le regole del conto corrente a metodo scalare amburghese, cioè sulla base dei numeri, ottenuti moltiplicando i saldi del conto, che sono sempre a favore del depositante, per i giorni che decorrono da una valuta a quella successiva. Giuridicamente il mutuo è il contratto con il quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità (art. 1813 c.c.). I mutui sono prestiti a medio lungo termine, garantiti da ipoteche, che hanno come destinatari sia i privati, sia le imprese. Sono erogati corrispondendo al soggetto finanziato l'intero importo del prestito, al netto delle spese di istruttoria e delle spese di perizia per la valutazione dei beni da ipotecare. Il rimborso può avvenire: 1) in un'unica soluzione alla scadenza, ma pagando periodicamente degli interessi convenuti; 2) secondo un piano di ammortamento solitamente determinato con il metodo francese (che prevede rate costanti formate da quote interessi decrescenti e quote capitali crescenti). Le aziende utilizzano i finanziamenti erogati sotto forma di mutui per investire in capitale fisso. Si indicano, di seguito, le rilevazioni in partita doppia relative alla concessione di un mutuo. I valori indicati sono stati ipotizzati: Per la banca il deposito a risparmio rappresenta una fonte di finanziamento a breve che confluisce nella voce 20 dello Stato Patrimoniale. Per l azienda cliente rappresenta un impiego liquido che confluisce nella voce C IV 1 dello Stato Patrimoniale. Per la banca il Mutuo rappresenta una posta dell attivo esposta nella voce 70.Crediti verso la clientela. Per l azienda cliente rappresentano una posta del passivo che affluisce in Stato Patrimoniale alla voce D4) Debiti v/banche. COMME TO AL TEMA DI ECO OMIA AZIE DALE La traccia pare piuttosto facile, almeno per la parte pratica: bilancio con dati a scelta nel rispetto di alcuni vincoli matematici e operativi. Qualche problema, invece, potrebbe nascere nella parte teorica che richiede di sviluppare gli effetti della recente crisi finanziaria per un impresa industriale e di individuare, con opportune esemplificazioni, le strategie atte a fronteggiarli: non sempre gli studenti sono in grado di applicare la teoria dei libri di testo alla realtà. I punti facoltativi, a parte il 1 che richiede banalmente una relazione sugli indici di bilancio, sono del tutto scollegati dalla parte obbligatoria e il 3 (analisi giuridica, tecnica, economica e finanziaria dei contratti che le banche stipulano per migliorare il risultato del margine di interesse e delle commissioni nette) completamente avulso da ogni possibile didattica scolastica. Da sottolineare, infine, per il 2 punto l incongruenza della richiesta di un report, sicuramente non di spettanza di un capo reparto. Prof.ssa N. Grigoli ITC E. Montale Prof. F. Calautti Asfor Genova