Contributi e proposte sulla riorganizzazione dell Ateneo...



Documenti analoghi
Il processo di riorganizzazione amministrativa dell Università di Catania

Piano delle Performance

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Comune di San Martino Buon Albergo

ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE

REGOLAMENTO DEL CENTRO STUDI INTERDIPARTIMENTALE SULLA CRIMINALITÁ INFORMATICA (CSICI)

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE L. AMABILE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

L esperienza dell Università di Bologna

Indice. pagina 2 di 10

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

b) attività divulgativa delle politiche di qualità dell ateneo nei confronti degli studenti;

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

DIPARTIMENTO INFORMATIVO e TECNOLOGICO

D.Lgs. 626/1994 (art. 1, c. 2)

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: "MANTENIMENTO E SVILUPPO DELL ATTIVITA DEL LABORATORIO TERRITORIALE PROVINCIALE NODO IN.F.E.

MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE RELAZIONALI DEL PERSONALE INTERNO A CONTATTO CON IL CLIENTE

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

ISTITUTO MUSICALE VINCENZO BELLINI CATANIA. Regolamento di funzionamento degli Uffici amministrativi. Art. 1 Principi generali

Università di Parma Facoltà di Ingegneria. Polo Tecnologico Nettuno

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

L Istituto, in armonia con le attività e finalità del CNR di cui all art.2 del DL del :

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

L articolazione degli uffici di tipo B supporta l articolazione operativa per competenza ed in particolare:

L infermiere al Controllo di Gestione

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

REGOLAMENTO DELL UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO D.Lgs n. 626/94 D.Lgs n. 242/96 D.M.

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

Regolamento sull ordinamento e l organizzazione dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Lecce

REGOLAMENTO CENTRI DI RICERCA

REGOLAMENTO DELL UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA PER LA SICUREZZA E PER LA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CATANIA

I libri di testo. Carlo Tarsitani

BANDO. Progetti di formazione per il volontariato

L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

CAPO I - PARTE GENERALE. Art. 1 Oggetto

A cura di Giorgio Mezzasalma

Il Sistema Integrato di Gestione della Conoscenza dell Agenzia

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA

Manuale della qualità

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DEL SANNIO REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI DI MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO E SECONDO LIVELLO

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA

Indice. Prefazione PARTE PRIMA LE FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE NELLE STRATEGIE COLLABORATIVE TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE ED IMPRESE

03. Il Modello Gestionale per Processi

Comune di Forlì Unità sviluppo organizzativo

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI RICERCA, DIDATTICA, FORMAZIONE E ORIENTAMENTO TRA

Assistenza tecnica funzionale alla

A STIPULARSI TRA. il MINISTERO DELL ISTRUZIONE DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA (di seguito MIUR ), rappresentato dal Capo Dipartimento, Marco MANCINI,

Sistemi per la Sicurezza Consulenza. Sicurezza Analisi Consulenza. La La Sicurezza non è un gioco. non è un gioco

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

ASSESSORATO PER LA SANITA'

L autonomia scolastica

DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA:

REGOLAMENTO PER L ATTIVAZIONE DI MASTER DI I E II LIVELLO. Politecnico di Bari

CERTIFICAZIONE ISO 14001

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

Campus scientifico e didattico del biomedicale Tecnologie della vita. Organi di indirizzo e gestione Piano annuale

Comune di SAVA SISTEMA DI VALUTAZIONE E GRADUAZIONE DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE. Provincia di Taranto

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche Roma Corso d Italia, 25

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

Linee guida per le Scuole 2.0

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA

CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO. La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente

La gestione finanziaria nelle Aziende Non Profit. La gestione finanziaria nelle ANP (tra cui rientrano le ASD) riguarda il.

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Educando nelle Province di Bergamo e Brescia

IL SISTEMA DI DELEGHE E PROCURE una tutela per la società e i suoi amministratori. Milano 18 novembre A cura di: Luca Ghisletti

Il Test d ingresso per la Facoltà à di Scienze. PISA 3 dicembre 2008

La performance individuale, rappresentata da un valore numerico compreso tra 0 e 100, è determinata come

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05

airis consulting Via Domenichino, Milano Tel: Fax: info@airisconsulting.it web:

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

II - Rapporto di Riesame ciclico sul Corso di Studio in INFERMIERISTICA

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Manuale del sistema di gestione U.O. FUNZIONE PROGETTUALE DEDICATA ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE IN AMBITO SANITARIO

Linee di indirizzo per la stesura del Piano aziendale della formazione e del Rapporto annuale della formazione (PAF e RAF)

Insegnare Scienze Sperimentali: Incontro Scuola-Università

MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

MODULO 1 EVOLUZIONE DEI PRINCIPI E DEGLI STRUMENTI PER FARE QUALITÀ LA QUALITÀ COME SISTEMA. Prima parte:

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

Analista tempi e metodi

LA FORMAZIONE COME STRUMENTO ELETTIVO PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA, DELLA DIFFUSIONE DELLE CONOSCENZE

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

M U L T I F A M I L Y O F F I C E

Il riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria Le Scuole aggregate

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa

Transcript:

. Contributi e proposte sulla riorganizzazione dell Ateneo..........

Premessa La Cgil ritiene che l obiettivo prioritario dell Università di Parma è quello di definire ed attuare una struttura organizzativa in grado di rispondere in maniera efficace ed efficiente ai cambiamenti che l Università è chiamata ad affrontare nell immediato futuro. Infatti la fase attuale che stiamo vivendo è una fase di passaggio molto complessa perché oltre a coinvolgere circa 1000 persone deve anche garantire il passaggio da un modello organizzativo fondato su un sistema pubblico fortemente centralizzato a livello di scelte, criteri gestionali e organizzativi, ecc. ad un modello nuovo decentralizzato i cui principi ispiratori sono quelli dell autonomia, delle responsabilizzazione gestionale, soddisfazione dell utente, competitività didattica e di ricerca. E chiaro che tale processo è inevitabilmente destabilizzante perché riconfigura valori, fattori e prospettive. Quindi può disorientare le persone coinvolte a tutti i livelli e far emergere fabbisogni di competenza gestionale ed organizzativa mai presi in considerazione prima. E in tale contesto che si cala la nostra proposta di rimodellizzazione organizzativa e il suo intento assume una triplice valenza: 1. la prima è quella di evidenziare le disfunzioni dell attuale struttura organizzativa 2. la seconda è quella di definire i criteri sui quali si deve rimodellare la nuova struttura organizzativa 3. la terza è quella di evidenziare alcuni suggerimenti implementativi della nuova struttura organizzativa Le disfunzioni dell attuale struttura organizzativa Le disfunzioni che abbiamo rilevato nell attuale assetto organizzativo li abbiamo riassunte nelle seguenti categorie: 1. Problemi strutturali: problemi che nascono dal fatto che in molte aree dirigenziali mancano strutture razionalmente progettate per affrontare problemi specifici. Di fatto l attuale struttura è pianificata per far rispettare regole e non per svolgere funzioni più modernizzanti caratteristici di una gestione manageriale e di una concezione moderna dell Ente (mancano ad es. strutture riguardanti lo sviluppo dell ente, di controllo di gestione, di formazione, di organi di staff ecc.). 2. Coerenza funzionale delle strutture: attività simili devono essere aggregate nella stessa struttura organizzativa e attività diverse devono essere ricondotte a strutture organizzative differenziate evitando duplicazioni, sovrapposizioni e conflitti di competenze. Manca una chiara definizione delle articolazioni organizzative e delle responsabilità ad esse collegate. 3. Problemi di gestione/direzione: riteniamo che l attività di direzione sia ancora orientata ad una gestione sistematica dei problemi e non a una gestione per obiettivi che va dall ottimizzazione dei processi alla realizzazione di progetti. 4. Mancanza di procedure o procedure non standardizzate o scritte: di fatto l Amministrazione ha un Regolamento per l Amministrazione, la Finanza e la contabilità che fissa dettagliatamente regole e finalità ma non dispone di un Regolamento di organizzazione dell Università che definisca le articolazioni che indichi come le persone debbano lavorare, essere formate ed aggiornate, e come possano via via contribuire a migliorare il proprio lavoro a favore dell Ateneo e del suo cliente-mercato. 2

Le caratteristiche della nuova struttura organizzativa Alla luce di tali considerazione riteniamo che la nuova struttura organizzativa dovrà operare attraverso: l'ottimizzazione di progetti e processi, di ruoli e competenze basarsi su: meccanismi di integrazione (coordinamento) e di decongestionamento (decentramento), pena la crescita più che proporzionale dei costi strutturali o infrastrutturali. meccanismi decisionali, strumenti conoscitivi, sistemi premianti, pianificazione e controllo della gestione, innovativi e coerenti con la nuova e diversa "cultura" ad essa richiesta. Dovrà facilitare velocità, innovazione ed economicità, cioè massimizzare contemporaneamente efficacia ed efficienza (Efficacia:cioè il rapporto tra ambiziosi obiettivi e risultati concreti, tra le aspettative del cliente-utente ed il loro soddisfacimento. E il valore aggiunto per il cliente-utente. Efficienza: cioè il rapporto tra risultati e costi, tra le attese del conto economico ed il loro soddisfacimento è il valore aggiunto per il conto economico e caratterizzarsi: 1. in unità organizzative. Per unità organizzative intendiamo una attività omogenea nelle quale è stato definito un responsabile dell attività e che dispone di un certo grado di autonomia decisionale 2. in una nitida definizione delle competenze delle singole unità organizzative, con una attenta distinzione tra sfere di autonomia proprie degli organi accademici e quelle delle strutture amministrative e con un alto spirito di collaborazione tra i vari livelli, nella considerazione che al livello accademico spetta il compito di indicare esigenze, obiettivi, e progetti, di controllare l'attuazione delle scelte, mentre a quello amministrativo spetta la responsabilità di individuare e gestire percorsi amministrativi e modalità di organizzazione del lavoro degli uffici. 3. in una organizzazione del lavoro basato sull assegnazione di ruoli (conferimento alle varie figure professionali di più ampie attività di servizio, responsabilità di risultati e maggior consapevolezza della gestione delle risorse sia interne che esterne) e non di mansioni (attività prescrittive). Il che significa che i lavoratori debbono acquisire più autonomia decisionale, maggiore professionalità e capacità di lavoro di gruppo. 4. in uno sviluppo della struttura organizzativa di tipo orizzontale le cui unità organizzative nascono in funzione del tipo di lavoro svolto. L obiettivo deve essere quello di incoraggiare le capacità e le competenze delle persone al fine di massimizzare contemporaneamente efficacia ed efficienza. 5. in unità organizzative che hanno la loro ragione d essere se nate in relazione alla funzione svolta, al tipo di servizio o al tipo di processo. 6. in unità organizzative, con autonomie e responsabilità di risultato ben definite a carico del responsabile e dovranno distinguersi secondo l attività svolta, la posizione rispetto agli organi di governo, la natura, la complessità e la variabilità delle attività affidate. Le unità organizzative potranno articolarsi in sottounità subordinate alle stesse. 7. in responsabilità omogenee qualora si riferiscono ad unità organizzative o- mogenee. 8. in una chiara definizione delle articolazioni organizzative e delle responsabilità ad esse collegate, 9. nell attivazione di nuovi sistemi di gestione delle risorse umane (definizione di una dinamica "pianta organica-obiettivo" che contempli appropriati "processi di reclutamento, di mobilità interna, di formazione e di riqualificazione professionale del personale", da correlare, in generale, alle nuove, peculiari e sempre più crescenti esigenze di professionalità ed, in particolare, alle nuove esi- 3

genze organizzative che scaturiranno dall'avviato cambiamento organizzativo delle strutture). Riassumendo riteniamo che le caratteristiche fondamentali della "nuova organizzazione" sia da una struttura organizzativa di tipo orizzontale basato sull accorpamento delle attività omogenee denominate unità operative in cui i lavoratori acquistano più autonomia decisionale con maggiore professionalità e capacità di lavoro di gruppo. Il rapporto con il responsabile del servizio non deve pertanto limitarsi all esecuzione di ordini meticolosi, ma deve coinvolgere anche la fase della progettualità. Suggerimenti implementativi della nuova struttura organizzativa Nel caso dell'università di Parma l'ossatura organizzativa dei servizi di supporto alla ricerca e alla didattica è articolata in strutture centrali e periferiche dotate di autonomia ma differenti per le loro dimensioni. Le strutture centrali, di maggior dimensioni, si articolano a loro volta in aree, settori, servizi, unità operative secondo criteri di razionale suddivisione dei compiti e delle responsabilità. Le strutture periferiche (Facoltà, dipartimenti, Centri, Servizi) invece avranno differenti gradi di articolazione organizzativa in funzione delle dimensioni e delle funzioni svolte. Le articolazioni delle strutture centrali e periferiche devono comunque rispettare i criteri sopraesposti. Strutture Centrali Aree Diversa articolazione organizzativa Nuove Unità Organizzative Uffici di Staff Altre Unità Organizzative SISA Per quanto riguarda le strutture centrali riteniamo necessari i seguenti interventi a) Aree: adeguare il numero delle aree in relazione alle nuove esigenze organizzative. b) Adeguamento di alcune attività amministrative, attualmente sottostimate, alla complessità delle problematiche organizzative e/o professionali (si veda ad es. le attuali strutture che si occupano di aspetti retributivi e previdenziali) c) diversa articolazioni delle attuali strutture. Attività attualmente accorpate ma che andrebbero maggiormente articolate. d) creazione di nuove unità organizzative all interno delle Aree da articolarsi gerarchicamente in base alla complessità delle funzioni da svolgere, agli o- biettivi da raggiungere. Al riguardo segnaliamo la creazione delle seguenti u- nità organizzative: 1. unità organizzativa gestione rapporti col sindacato 2. unità organizzativa Formazione e sviluppo 3. unità organizzativa controllo di gestione 4. unità organizzativa di sostegno alle problematiche individuali e soggettive del personale in servizio e) creazione di unità organizzative di supporto di supporto agli organi di governo o alle direzioni, costituite all'interno o al di fuori delle Aree (Uffici Staff); f) creazione di unità organizzative che si pongono in posizione di servizio permanente e operativo rispetto alle altre unità organizzative, per la fornitura di servizi comuni (Unità di servizio di supporto gestionale) della sede centrale. Si veda successivamente il paragrafo dedicato al SISA: Riteniamo inoltre di trattare in modo più analitico il Sisa, il Settore Tecnico e il Sistema Bibliotecario di Ateneo visto che gli interventi necessari in queste tre macro attività coinvolgono più di un punto tra quelli che abbiamo sopraccitato SISA Il SISA assicura il supporto informatico alla gestione amministrativa dell Ateneo, attraverso un sistema informativo integrato di reti di trasmissione, di archivi e di 4

sistemi di elaborazione di informazioni, atti a raccogliere, immagazzinare, elaborare e trasmettere dati. Il SISA svolge, come si evince dalle sue funzioni, attività che si possono sovrapporre con quelle del CCE (si pensi ad es. alla gestione delle reti, alle problematiche di sicurezza). Tali sovrapposizioni di funzioni e di responsabilità possono generare conflitti di competenze e di ruoli risolvibili solo con una chiara definizione di funzioni e ruoli tra le due strutture. Per quanto riguarda invece l attuale strutturazione del SISA riteniamo opportuno proporre: una diversa e maggiore articolazione organizzativa la trasformazione del Servizio analiste del SISA in una unità organizzativa autonoma che si ponga in posizione di servizio permanente e operativo rispetto alle Aree dell Ateneo visto il carattere trasversale della loro attività. Il Settore Tecnico Il Settore tecnico Nuova unità organizzativa che gestisca l' organizzazione dell'ufficio, sia nel campo amministrativo che tecnico. Il referente deve necessariamente essere una figura tecnica. Nuova unità organizzativa che si occupi dei Servizi Generali Tecnici. Tale unità, già presente in anni passati ma soppressa nelle ultime ordinanze, deve occuparsi della gestione e controllo tecnico dei contratti e appalti annuali: contratto pulizie, contratti di manutenzione impianti ascensori, contratti di manutenzione aree verdi, contratto di manutenzione per gestione pulizie strade delle aree interne e sgombero neve, gestione delle denunce rifiuti ecc. Nuova unità organizzativa per servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Considerando gli ampiamenti imminenti e sempre crescenti dei fabbricati da gestire come manutenzione ordinaria e straordinaria, si ritiene utile aumentare i servizi di manutenzione. Il sistema Bibliotecario d Ateneo Il sistema bibliotecario d Ateneo Premesso che la finalità del Sistema bibliotecario d Ateneo è quella di assicurare in modo coordinato la migliore fruizione, l aggiornamento e la conservazione del patrimonio bibliografico dell Università di Parma e lo sviluppo dei servizi bibliotecari e documentari a supporto della didattica e della ricerca, si propongono le seguenti misure d intervento: Accorpamento delle numerose biblioteche di ex-istituto in realtà organizzative più complesse, quando sussistano ragioni di efficienza e di economicità valutate sulla base dei seguenti parametri: dimensioni dell utenza; ampiezza dei settori scientifici di riferimento; ottimizzazione delle risorse necessarie per far fronte alle esigenze di gestione; Afferenza di tutte le realtà bibliotecarie (non più soltanto delle biblioteche di facoltà, di dipartimento ed interdipartimentali) al Settore Biblioteche, la struttura cioè che ha la funzione di sovrintendere ad una efficace gestione ed al coordinamento unitario del Sistema bibliotecario, nonché alla sua organizzazione funzionale; Riconoscimento della direzione delle biblioteche ai bibliotecari, in quanto responsabili della gestione e della conservazione del patrimonio libraio, del coordinamento del personale assegnato alla struttura, della qualità dei servizi erogati, 5

e dell uso dei locali e delle attrezzature di cui la biblioteca dispone. E già stata accreditata nelle Università di Milano Statale, Torino, Firenze, Siena, Genova, Cagliari, Brescia. Creazione di nuovi servizi e/o unità organizzative, relative a linee di attività specifiche, quali, per esempio: Web e organizzazione delle risorse informative su supporto elettronico Gestione del Polo SBN Bibliotecario Parmense del quale l Università degli Studi è gestore tecnico, ai sensi della convenzione del 26/03/2001 Mentre per quanto riguarda le strutture periferiche riteniamo necessario i seguenti provvedimenti: Facoltà Dipartimenti Amministrativi Tecnici Output verso l esterno Facoltà (Presidenza) E una struttura organizzativa che ha il compito di fornire i servizi amministrativi necessari alla gestione delle attività didattiche della Facoltà. E evidente che le relativa struttura organizzativa sarà articolata secondo: la funzione svolta, la natura, la complessità delle attività a esse affidate ed in funzione dell articolazione organizzativa verranno definiti i responsabili. Dipartimenti E una struttura organizzativa all interno della quale si identificano diverse attività di ordine amministrativo e tecnico. In ambito delle attività amministrative possiamo distinguere sicuramente due tipologie di attività: 1. una attività posta a supporto delle attività amministrative e contabili del dipartimento (segreteria amministrativa di Dipartimento o backoffice) 2. una attività di supporto amministrativo alle attività didattiche e di comunicazione del Dipartimento (Gestione Studenti, Coordinamento Didattico, Coordinamento Organizzativo, Monitoraggio ed Analisi dei Dati, Comunicazione interna ed esterna) Nel caso invece di attività tecniche è chiaro che la maggior o minore articolazione organizzativa dipende dalle finalità didattiche e di ricerca del dipartimento. In sintesi riteniamo che si possano definire le suddette attività omogenee: 1. attività che hanno il compito di gestire le attività tecniche connesse ad un laboratorio (informatico, clinico, sperimentale) operante al servizio delle attività didattiche e/o di ricerca del Dipartimento. 2. attività operanti al servizio delle attività didattiche e/o di ricerca non direttamente collegate ad un laboratorio 3. in attività che svolge principalmente attività di servizio verso l esterno 4. attività che ha il compito gestire attività tecniche Dipartimentali non al servizio delle attività didattiche e/o di ricerca del Dipartimento (Es: riferimento: ditte esterne, ufficio tecnico, Servizio Prevenzione e Protezione, organizzazione tecnica e logistica di trasferimenti di strutture: rapporti con l'azienda ospedaliera per il nuovo ospedale, etc..., controlli da parte di autorità competenti) Nel caso in cui tali unità organizzative si pongono in posizione di servizio permanente e operativo per la fornitura di servizi rispetto ad altre unità organizzative non appartenenti al Dipartimento riteniamo necessario la costituzione di Centri Universitari o Servizi (si pensi ad es. ai Laboratori Informatici, al Centro Audiovisivi, al laboratorio meccanico di Fisica ecc.) Inoltre per analogia a quanto indicato per il Sistema bibliotecario di Ateneo deve essere riconosciuto ai Tecnici che abbiano delle responsabilità ufficializzate 6

all interno del Dipartimento (laboratori, servizi) la relativa direzione tecnica/organizzativa. Centri, Servizi, ecc. Nomina di responsabili amministrativi e tecnici Centri Universitari e Servizi Sono unità organizzative che si pongono in posizione di servizio permanente e operativo rispetto alle altre unità organizzative per la fornitura di servizi comuni. Nelle suddette strutture organizzative possiamo identificare due tipi di attività principali: una amministrativa e una tecnica alle quali dovranno essere collegate le relative responsabilità. E evidente che le relativa struttura organizzative saranno distinte e articolate secondo: la funzione svolta, la natura, la complessità e la variabilità delle attività affidate. Al riguardo vorremo portare un nostro contributo riorganizzativo del Centro Linguistico d Ateneo. Centro Linguistico d Ateneo Centro Linguistico d Ateneo Il Centro Linguistico di Ateneo (CLA) assicura il supporto linguistico a tutte le strutture didattiche dell ateneo le quali impartiscono insegnamenti o esercitazioni linguistiche obbligatorie, all interno dei propri ordinamenti e/o per gli interventi di attuazione dei programmi Socrates, Campus ed altri. Il CLA dovrebbe essere composto da due organi: il comitato o consulta didattico e il direttivo tecnico. Il primo è l organo di indirizzo, di programmazione e di coordinamento delle attività del Centro il secondo invece è l organo che esercita funzioni di iniziativa e di promozione nell ambito del Centro. Per quanto riguarda la composizioni di tali organi riteniamo che nel comitato o consulta didattico ci debba essere almeno un docente in rappresentanza di ogni Classe di Laurea oppure un Collaboratore esperto Linguistico (CEL) mentre per quanto riguarda il direttivo tecnico una rappresentanza tra docenti di lingua e CEL. Regolamento interno di organizzazione degli Uffici e dei Servizi Proposta Regolamento Riteniamo inoltre necessario ed indispensabile emanare, oltre all Ordinanza, un regolamento interno di organizzazione degli uffici e dei servizi dell Università. Tale regolamento deve rappresentare lo strumento attraverso il quale sono definite le articolazioni organizzative dell Amministrazione Universitaria, le competenze, le responsabilità, le procedure, i provvedimenti e ogni altro elemento necessario per individuare le responsabilità connesse alla gestione delle attività di supporto a quelle istituzionali. 7