Lezione 2 del 20 febbraio 2008. L economia del benessere: il ruolo dello Stato nell economia. Orietta Dessy orietta.dessy@unibocconi.



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Transcript:

Lezione 2 del 20 febbraio 2008 L economia del benessere: il ruolo dello Stato nell economia Orietta Dessy orietta.dessy@unibocconi.it

Introduzione Oggi richiameremo brevemente i fondamenti dell economia del benessere (Richiami teorici di economia del benessere necessari per spiegare le motivazioni teoriche dell intervento pubblico) Perché è così rilevante occuparsi dello Stato, della sua organizzazione e del suo intervento in economia? Perché la presenza dello Stato nella nostra vita quotidiana è molto più pervasiva di quanto si possa immaginare La Scienza delle finanze o Economia pubblica è la disciplina economica che studia il ruolo dello stato nelle economie di mercato Questa disciplina si occupa quindi di come uno stato copre le sue spese prelevando risorse dai cittadini ma anche di come lo Stato interviene in ambito economico, analizza gli effetti economici delle sue azioni, la sua organizzazione e i meccanismi decisionali che lo regolano.

Prima dello stato.. Immaginate una società senza regole per la convivenza civile Come si svolgeranno le relazioni fra i soggetti? Legge del più forte (Bellum omnium contra omnes) Definizione di regole => Contratto sociale cacciatori di Balene Nella realtà dei sistemi economici moderni, gli Stati non si limitano a stabilire le regole del gioco Esempi di attività svolte dallo Stato: Definizione di una cornice di regole Definizione di un sistema fiscale per il prelievo coattivo Produzione di servizi di interesse collettivo Attività di regolamentazione

Il settore pubblico LE FUNZIONI DEL BILANCIO PUBBLICO: Allocazione Redistribuzione Stabilizzazione

L allocazione Persegue modalità efficienti (cioè che minimizzano le distorsioni prodotte della intervento pubblico) di offerta dei beni (e servizi) pubblici e di prelievo fiscale attraverso Produzione pubblica: di tutti quei beni che il privato non produrrebbe mai (beni pubblici) Regolamentazione di attività private: per garantire la concorrenza dei mercati

La redistribuzione Sono interventi volti alla deliberata correzione della distribuzione delle risorse che si realizza con il libero scambio, ma che non necessariamente corrisponde a criteri di equità. E realizzata dal mercato attraverso: trasferimenti monetari (sussidi etc..) offerta di servizi reali (trasferimenti in kind) imposte (progressività del sistema tributario)

La stabilizzazione Regola il livello dell attività economica, garantendo il pieno impiego e il controllo dell inflazione attraverso: la manovra delle spese e delle imposte misure che incentivano l attività produttiva

L economia del benessere Nella maggior parte delle economie la produzione e la distribuzione dei beni è affidata principalmente al settore privato e si ha la convinzione che un economia di mercato sia più efficiente di un economia in cui l intervento pubblico è ampio. Ma allora, da dove origina la necessità dell intervento pubblico? Ce lo spiegherà la cosidetta economia del benessere Anticipiamo che lo Stato interviene per: 1. assicurare l esistenza e il funzionamento del mercato 2. correggere le molteplici carenze derivanti dai fallimenti del mercato 3. assicurare una distribuzione equa del reddito o della ricchezza e a garantire la presenza di beni meritori. Ma per comprendere l intervento pubblico, bisogna analizzare successi e fallimenti dei mercati privati e ricordare cosa è un mercato in concorrenza perfetta

L equilibrio di mercato Che cos è il mercato: luogo (fisico e non) in cui, attraverso lo scambio di beni e servizi si realizzano gli interessi individuali Esempi di mercati: mercati dei beni, mercati finanziari, mercato del lavoro Un mercato è in equilibrio quando: la quantità domandata di un certo bene o servizio è uguale a quella offerta

Mercato in equilibrio L incrocio tra le curve rappresenta un punto di equilibrio, perché a quel prezzo (e solo a quello) i venditori possono vendere le quantità che trovano conveniente mettere sul mercato, e i compratori possono comprare le quantità che corrispondono ai loro bisogni che possono essere soddisfatti (data la loro capacità di spesa)(ovvero massimizzano la loro utilità sotto il loro vincolo di bilancio). È un equilibrio concorrenziale, perché i consumatori cercano il produttore che vende al prezzo più basso, e i venditori cercano il consumatore disposto a pagare il prezzo più elevato.

L analisi delle scelte sociali L analisi delle scelte sociali riguarda la scelta degli obiettivi socialmente desiderabili Gli obiettivi socialmente desiderabili hanno a che fare con: Il grado di sviluppo di una società La capacità della società di garantire adeguate condizioni di vita ai cittadini La capacità della società di garantire condizioni di partenza simili per tutti i suoi cittadini Sulla base delle enunciazioni teoriche generali formulate al momento delle scelte sociali, è quindi necessario effettuare scelte istituzionali, cioè scegliere le istituzioni che si ritengono più adatte a raggiungere gli obiettivi sociali prefissati

L analisi delle scelte istituzionali In particolare, in questa fase il punto di partenza è la scelta relativa al ruolo economico che devono giocare lo Stato ed il mercato I principali criteri sulla base dei quali effettuare tale scelta sono: L efficienza L equità Le domande che ci poniamo sono infatti: Il mercato da solo è in grado di essere efficiente e di assicurare l equità? Ossia, l equilibrio che si raggiunge sul mercato è una situazione efficiente ed equa? E, anche ammettendo che lo sia, è questa una situazione che si verifica per tutti i mercati e in ogni istante (ossia, i mercati sono completi )? Oppure è necessaria una qualche forma di intervento pubblico che regoli, organizzi, aiuti il mercato a raggiungere tali obiettivi di efficienza ed equità? Per rispondere a queste domande dobbiamo definire più precisamente: Cosa si intende per efficienza Cosa si intende per equità In particolare, riguardo l efficienza, è possibile distinguere tra: Efficienza produttiva Efficienza allocativa

L efficienza Efficienza produttiva (efficienza x ): data una certa quantità di input, si tratta di massimizzare la quantità di output scegliendo le tecniche produttive più efficienti Efficienza allocativa: dato un certo ammontare di risorse (distribuite prima che lo scambio abbia inizio= dotazioni iniziali), si tratta di massimizzare il benessere generale di una collettività di individui (criterio paretiano) Il criterio paretiano di efficienza allocativa afferma che: Un insieme di individui migliora il proprio benessere passando da una situazione a alla b se contemporaneamente almeno un individuo migliora il proprio benessere passando da a b Nessun individuo peggiora il proprio benessere passando da a a b

Ottimo Paretiano Dal criterio paretiano appena enunciato deriva il concetto di ottimo paretiano La situazione a è considerata ottima in senso paretiano se: comunque ci si sposta dalla situazione a non si migliora la posizione di alcuno... senza peggiorare quella di qualcun altro In altri termini, un ottimo paretiano è una situazione nella quale: è impossibile, mediante una diversa utilizzazione delle risorse produttive o dei beni prodotti rendere migliore la posizione di un componente della collettività senza peggiorare la posizione di almeno uno degli altri

L equilibrio concorrenziale è un ottimo paretiano Ci chiediamo ora se il mercato è in grado di raggiungere l efficienza nel senso paretiano Ossia, ci chiediamo se l equilibrio che si raggiunge su un mercato è un ottimo paretiano Per rispondere, dobbiamo però prima chiarire meglio: Quali sono le caratteristiche del mercato a cui ci riferiamo Cosa si intende per equilibrio L equilibrio a cui si fa riferimento è un equilibrio di concorrenza perfetta Si ha un Equilibrio di concorrenza se: per ogni bene e servizio scambiati, esiste un prezzo tale per il quale l eccesso di domanda è nullo ossia la quantità di un bene o servizio domandato sul mercato stesso è uguale alla quantità offerta dello stesso bene o servizio La principale conseguenza dell equilibrio di concorrenza è che non esistono in ogni istante del tempo mercati in cui ci sia: Domanda non soddisfatta Offerta eccedente

La concorrenza perfetta Sino ad ora abbiamo definito il concetto di equilibrio Specifichiamo ora meglio cosa intendiamo per equilibrio concorrenziale L aggettivo concorrenziale perfetta fa riferimento al concetto di concorrenza Una situazione di concorrenza perfetta è caratterizzata da: Omogeneità dei beni Ampia numerosità degli operatori Assenza di intesa, accordi, cartelli tra di essi Libertà di entrata e uscita dal mercato Perfetta informazione La conseguenza principale della concorrenza perfetta è che: Le imprese non hanno un influenza diretta sul prezzo che si forma sul mercato, ossia il prezzo è considerato per l impresa come un dato esterno, determinato dalle condizioni di mercato (domanda e offerta)

La completezza dei mercati Abbiamo anche detto che le condizioni di concorrenza perfetta debbono essere verificati non solo per alcuni, ma per tutti i mercati Se l equilibrio di concorrenza è verificato per tutti i mercati, si dice che i mercati sono completi (completezza dei mercati) Perché vi sia completezza dei mercati è necessario che: Non esistano effetti esterni (esternalità) per i quali non esiste un mercato nella produzione o consumo dei beni Non esistano beni per i quali non è possibile fissare un prezzo (beni pubblici) Non vi sia incertezza/asimmetria informativa

Il primo teorema fondamentale dell economia del Benessere Sono state date le definizioni di: Efficienza paretiana Equilibrio concorrenziale Completezza dei mercati E ora possibile stabilire un nesso tra efficienza ed equilibrio di concorrenza Tale relazione prende il nome di primo teorema fondamentale dell economia del benessere: Il Primo teorema dell economia del Benessere In concorrenza perfetta e con mercati completi, un equilibrio concorrenziale, se esiste, è un ottimo paretiano

Il primo teorema fondamentale dell economia del Benessere La principale implicazione del Teorema è che, in certe condizioni, il mercato è da solo in grado di assicurare l efficienza (in senso paretiano) Tale concetto è strettamente in relazione con la visione classica dell economia, secondo la quale il libero svolgimento dei processi di mercato permette, tramite una mano invisibile, di soddisfare al meglio gli interessi collettivi, tramite il perseguimento degli interessi individuali (A. Smith, 1776) In questa visione, il ruolo degli operatori pubblici (dello Stato): quasi assente, o puramente residuale, ad esempio: garantire la sicurezza diritti di proprietà

Critiche al primo teorema dell economia del benessere Perché il teorema sia valido è necessario che: Vi sia perfetta concorrenza I mercati siano completi Tali condizioni sono molto stringenti; è sufficiente infatti, perché il teorema non sia più valido, che, ad esempio: ci siano situazioni di mercato non concorrenziali oligopoli; monopoli; accordi di cartello non ci sia informazione completa, perché il compratore non ha le stesse informazioni del venditore. Esempi: compravendita di un auto usata stipula di un contratto di assicurazione sulla vita alcuni beni abbiano effetti esterni, cioè non rilevanti per chi scambia i beni sul mercato, ma rilevanti per la collettività. Esempi: una fabbrica che inquina effetto positivo di un campo di fiori coltivato per un vicino apicoltore

Critiche al primo teorema: l equità Inoltre, una situazione di equilibrio concorrenziale può però essere caratterizzata da una sgradevole distribuzione delle risorse Ossia, pur rispondendo al criterio di efficienza, è possibile che un equilibrio concorrenziale non soddisfi il criterio di equità Infatti, il concetto di ottimo paretiano non è desiderabile necessariamente Esempio: un regime schiavistico può raggiungere un ottimo paretiano, nel senso che si potrebbe raggiungere una situazione in cui non è possibile migliorare la situazione si qualcuno (lo schiavo) senza peggiorare quella di qualcun altro (il padrone) Ciò ovviamente non vuol dire che quella sia una situazione desiderabile dal punto di vista della organizzazione complessiva del sistema socio-economico In altri termini, al concetto di ottimo paretiano non è necessariamente associato un giudizio di valore sulla desiderabilità della situazione che esso rappresenta

EFFICIENZA PARIETANA: il grafico M e N sono due ottimi Paretiani. U B C è un allocazion e inefficiente M C N Frontiera delle utilità: Indica per ogni livello di utilità di A il livello massimo di utilità attribuibile a B. Rappresenta l insieme dei punti di ottimo paretiano raggiungibili dai soggetti presenti all interno del sistema. Sono tutte allocazioni pareto efficienti Allocazione inefficiente: non sono state rispettate le condizioni di efficienza nello scambio e nella produzione U A

EFFICIENZA PARIETANA U B Quale allocazione scegliere sulla base di quale principio? A B Frontiera delle utilità Allocazioni paretoefficiente U A

Equità e secondo teorema dell economia del benessere Secondo alcuni, un pianificatore sociale (un policy maker) può però raggiungere posizioni di maggiore equità, sempre utilizzando i meccanismi di mercato Secondo teorema dell economia del benessere E infatti dimostrabile che, in presenza di mercati completi e se sono rispettate alcune condizioni sulle funzioni di utilità individuali e sulle funzioni di produzione: ogni allocazione Paretoefficiente può essere ottenuta come equilibrio di un sistema di mercati concorrenziali attraverso un opportuna ridistribuzione delle risorse

Principali implicazioni dei due teoremi Sulla base dei due Teoremi fondamentali dell Economia del benessere si potrebbe dunque concludere che: - Tramite i meccanismi di mercato si riesce a raggiungere l efficienza, in senso paretiano Sono due i principali motivi per l intervento pubblico: 1. il mercato da solo non raggiunge un allocazione pareto efficiente (i fallimenti del mercato) 2. Lo Stato può intervenire, rispettando i meccanismi di mercato, per garantire anche l equità distributiva: attraverso una redistribuzione fisica delle risorse oppure tramite appropriate forme di tassazione o sussidi, che influenzino la dotazione iniziale degli individui

I fallimenti del mercato Le principali condizioni necessarie perché Teoremi dell economia del benessere sono: siano validi i L esistenza di mercati in situazione di concorrenza perfetta L esistenza di mercati completi Nel caso in cui tali condizioni non risultino rispettate, si parla di fallimenti del mercato

L intervento e i fallimenti di mercato Si ha un fallimento di mercato tutte le volte che gli equilibri del settore privato conducono ad allocazioni non sulla frontiera dell efficienza. La presenza di fallimenti di mercato è una condizione necessaria, per un intervento del settore pubblico, ma può non essere una condizione sufficiente...... In tutti i casi è necessario dimostrare che le perdite di efficienza associate all'intervento pubblico sono inferiori a quelle del settore privato Ma perché il settore pubblico può far meglio del settore privato? In un paese democratico lo Stato è l'unico depositario dell'uso della coercizione; all'interno dei vincoli stabiliti dalle leggi, lo Stato può costringere gli agenti economici a svolgere determinati atti economici

Cause fallimento: assenza di concorrenza. Libertà di entrata e uscita Anche la condizione di libertà di entrata e uscita dal mercato è spesso violata, ad esempio nel caso di: Presenza di forti barriere all entrata perché è necessario sostenere dei forti costi per accedere al mercato stesso (ad esempio di pubblicità) Perché sono necessari forti investimenti iniziali (ad esempio, la costruzioni di reti) Perché è necessaria una specifica autorizzazione per entrare in un dato mercato (ad esempio, licenze, albi professionali, etc.) Esistenza di barriere all uscita Perché l uscita dal mercato implica il sostenimento di forti costi In questi casi, si dice che i mercati risultano non contendibili

Concorrenza perfetta: ampia numerosità degli operatori Uno dei requisiti della concorrenza perfetta è l ampia numerosità degli operatori Tale requisito è spesso non rispettato in quanto: Molti mercati sono caratterizzati dalla presenza di pochi operatori (oligopoli) o addirittura di un solo operatore (monopolio) Queste situazioni possono essere determinate da: forti economie di scala, ossia, situazioni in cui ciascuna impresa per abbassare i costi deve produrre grandi quantità di un prodotto (è il caso, ad esempio, delle industrie chimiche, automobilistiche, elettrodomestici, etc.)

Cause fallimento: l assenza di concorrenza Altri esempi: Monopoli di fatto (un impresa si trova ad essere l unica ad offrire un dato bene o servizio sul mercato) Monopoli naturali (la produzione di un bene o servizio richiede tali economie di scala che è realizzabile da un solo operatore: ad esempio, la trasmissione di energia o acqua, i trasporti ferroviari, o altre public utilities su una rete nazionale) Monopoli legali (quando l esistenza di un monopolio è fissata per legge: si pensi, sino a tempi recenti, al monopolio dei tabacchi) A conseguenza di tali situazioni, le imprese: hanno una influenza significativa sul prezzo dei prodotti scambiati, e quindi violano l ipotesi di concorrenza perfetta Necessità di intervento pubblico a tutela della concorrenza (Antitrust).

Concorrenza perfetta: assenza di comportamenti collusivi Per avere concorrenza perfetta è richiesta l assenza di comportamenti collusivi tra le imprese, ma: In situazioni di oligopolio, è molto probabile che le imprese assumano comportamenti di tipo strategico influenzati: da quelli delle altre imprese del mercato, ad esempio per fissare i prezzi, violando così la concorrenza perfetta da precisi accordi (di cartello) con le altre imprese, violando ancora la concorrenza perfetta

I fallimenti microeconomici del mercato: la completezza dei mercati D altra parte, i presupposti alla base del Primo e Secondo Teorema possono essere violati anche perché i mercati non sono completi, ossia se per alcuni beni o servizi non esiste un mercato Ciò può avvenire principalmente a causa di: Esistenza di esternalità Esistenza di beni pubblici Costi di transazione e asimmetria informativa

I fallimenti del mercato: Le esternalità E il caso delle esternalità, cioè di comportamenti di individui o imprese che influenzano il benessere di altri individui o i profitti di altre imprese ma che non passano per il sistema dei prezzi. Ovvero le funzioni di utilità dei consumatori o le funzioni di produzione delle imprese contengono variabili decisionali appartenenti ad altri soggetti: ad esempio, i beni consumati da un soggetto influenzano i livelli di utilità di altri. I rimedi classici a questo problema sono molteplici e sostanzialmente volti ad internalizzare le esternalità: si creano dei meccanismi o degli incentivi che portino gli operatori a prendere decisioni che tengano conto anche dei costi esterni. Tra gli altri ricordiamo: La regolamentazione (per esempio delle emissioni inquinanti delle imp.) le imposte pigouviane (pari al costo marginale esterno) Teorema di Coase: attribuire i diritti ai soggetti coinvolti della creazione di mercati ad hoc (ad esempio quello dei permessi ad inquinare, Protocollo di Kyoto)

Cause fallimenti dei mercati: beni pubblici puri I beni pubblici puri sono beni il cui consumo è non rivale e non escludibile. Per tali beni il settore privato non ha sufficienti incentivi alla produzione. In generale il mercato porterebbe alla sottoproduzione di tali beni. NB: Si parla di non rivalità perché più soggetti possono consumare la stessa unità del bene. Si parla di non escludibilità perché non è tecnicamente possibile o è troppo costoso escludere coloro che non sono disposti a contribuire alla produzione del bene dal consumo dello stesso Esempi: la difesa nazionale, ordine pubblico, sistema giuridico. Tutti i cittadini consumano la stessa unità del bene. E impossibile escludere chi non ha pagato le tasse dal consumo.

Beni pubblici impuri Beni tariffabili sono beni escludibili (a costi non proibitivi) ma non rivali: (almeno fino ad un certo punto ) Esempio: servizi di istruzione, autostrade si può escludere chi non ha pagato per il servizio, impedendo l accesso alla scuola (autostrada) più studenti (automobilisti) possono seguire la stessa lezione (utilizzare la stessa autostrada) La congestione: c è un limite fisico al n di consumatori che deriva dalla dimensione delle aule (delle corsie autostradali) 2) Beni comuni : Beni rivali che non sono facilmente escludibili Alcuni esempi: 1) Strade comunali dei centri cittadini un automobile in più su queste strade pregiudica la possibilità di passaggio per un altra l esclusione di automobilisti per evitare congestione è difficile (il progresso tecnologico consente oggi di fare fronte a questo problema 2) Riserva di pesca I servizi da essa resi sono rivali (ciò che peschi tu non posso prenderlo io) ma pongono spesso problemi di escludibilità

Problemi dei beni pubblici Secondo voi, un imprenditore privato che vuole massimizzare i suoi profitti produrrebbe un bene pubblico puro? La risposta è no! Se l imprenditore vuole massimizzare i suoi profitti è evidente che non produrrà un bene pubblico puro: una volta che è stato prodotto, infatti, può essere consumato da tutti, senza che nessuno debba pagare un prezzo Il free-riding è il comportamento opportunistico che nasce in seguito alle caratteristiche peculiari dei beni pubblici puri: ogni agente economico egoista preferisce che sia qualcun altro a fornire il bene pubblico Se tutti ragioniamo così, tuttavia, il bene pubblico non verrà mai fornito E un tipico caso nel quale il mercato si rivela un meccanismo NON ottimale per allocare le risorse SOLUZIONE AL PROBLEMA DEI BENI PUBBLICI Pubbliche La fornitura pubblica diretta: emergono problemi di asimmetria informativa del tipo selezione avversa tra Stato (Principale) e cittadino (Agente) Private Le imprese nonprofit (Weisbrod, 1988): Il ruolo dell altruismo, della reciprocità, del senso di giustizia

Cause del fallimenti di mercato: asimmetrie informative Informazione asimmetrica: una delle parti dello scambio ha informazioni che l altra parte non osserva SELEZIONE AVVERSA (Adverse Selection): una parte non osserva una caratteristica del bene che viene scambiato (informazione nascosta) RISCHIO MORALE (Moral Hazard ): una parte non osserva le azioni dell altra e tali azioni influenzano l esito dello scambio (azione nascosta)

Un esempio di selezione avversa: I mercati assicurativi Due tipi di rischi : alti e bassi Il premio equo da applicare alle polizze sarebbe: 1.000 per i rischi bassi e 2.000 per i rischi alti Il problema è che l assicuratore non sa distinguere prima della stipula i 2 tipi di soggetti Se nel mercato i soggetti a basso rischio sono il 20%, il prezzo a cui l assicuratore sarà disposto ad offrire le polizze sarà: P = 0,20 x (1000) + 0,80 x (2000) = 1800 Tuttavia, al prezzo P = 1800 solo individui ad alto rischio chiederanno di essere assicurati (c è stata una selezione avversa)! Non ci sarà quindi alcun assicuratore disposto ad offrire polizze!

Moral Hazard Consideriamo un assicurazione contro il rischio di furto (es. bicicletta) Come cambia il comportamento dell assicurato prima e dopo aver stipulato la polizza? CASO (A): l assicuratore può osservare come si comporta il soggetto e conoscere quindi il suo grado di attenzione grado di attenzione alto => premio basso grado di attenzione basso => premio alto se non ci sono problemi di asimmetria informativa, I contratti sono contingenti al grado di attenzione

Moral Hazard (2) CASO (B): l assicuratore non può osservare (senza incorrere in costi eccessivi) come si comporta il soggetto e conoscere quindi il suo grado di attenzione il premio non può essere contingente al grado di attenzione se assumiamo che il prestare attenzione è un attività costosa, i soggetti tenderanno a modificare il proprio comportamento una volta assicurati (es. saranno meno attenti a non lasciare la bici incustodita) ( rischio morale )

Moral Hazard (3) Ciò significa che la probabilità ( p) che il furto avvenga è determinata endogenamente (dipende cioè dal comportamento dell assicurato) Se la stipula di una polizza riduce il grado di attenzione dell assicurato, p, il rischio in cui incorre l assicuratore e i suoi profitti attesi L assicuratore potrebbe, ancora una volta, decidere di non offrire contratti assicurativi: osserviamo quindi un malfunzionamento del mercato imputabile a differenze nell informazione a disposizione delle parti dopo la stipula del contratto POSSIBILI SOLUZIONI ALLE ASIMMETRIE INFORMATIVE: Pubbliche: Copertura di alcuni rischi (es. infortuni sul lavoro, i sistemi di sicurezza sociale prevedono forme assicurative per grandi fenomeni: malattie, invalidità, disoccupazione, vecchiaia) Private: Segnalazione (es. fornitura di garanzie sulle auto usate) Clausole contrattuali particolari (es. introduzione di una franchigia)

I beni meritori Beni (o bisogni) meritori quei beni/servizi che lo Stato ritiene debbano essere comunque prodotti (o tenuti), indipendentemente dal funzionamento del mercato Lo Stato in questi casi può intervenire con regolamentazione o azioni dirette, ad esempio per quanto riguarda: La sicurezza dei cittadini (il codice della strada; codici antiinfortunistici) Istruzione Sanità (divieti o limiti al consumo per alcune sostanze) Obbligo di conservazione del paesaggio, dei beni artistici, etc Produzione pubblica (o sovvenzione) di eventi culturali (musica, cinema, teatro, etc.)

L equità Ma, se un mercato perfettamente competitivo soddisfa tutte le condizioni per l efficienza di Pareto, Quale è la ragione dell intervento pubblico? Abbiamo visto che può essere un problema di equità! L allocazione delle risorse generata dai mercati, pur se efficiente, può tuttavia essere considerata non equa: Il principio di pareto, infatti, è insufficiente a garantire l equità Abbiamo visto che tale concezione del mercato è ottimistica perché non sempre le ipotesi sono verificate Tale concezione del mercato è insufficiente perché: 1) non considera individui altruisti; 2) non spiega fenomeni di disequilibrio (es. disoccupazione o il razionamento del credito); 3) presuppone l accettazione della distribuzione dei redditi esistente

Effetti intervento pubblico: E' possibile intervenire nel sistema economico senza interferire con il suo funzionamento, cioè senza perdite di efficienza? Solo se si usano strumenti non distorsivi L intervento pubblico cerca di correggere l insufficienza dei mercati, attraverso la ridistribuzione delle risorse guidato da ragioni di equità La ridistribuzione delle risorse implica dei trasferimenti (positivi o negativi) tra soggetti (Lump-sum) Nella realtà é difficile pensare a trasferimenti di questo tipo. In genere la ridistribuzione avviene attraverso imposte sul lavoro, sul capitale o sui consumi Ma tali imposte hanno effetti distorsivi (i soggetti modificano le proprie scelte); gli effetti distorsivi sono tanto maggiori, quanto maggiore è il grado di ridistribuzione Esiste infatti un Trade-off tra equità ed efficienza: interventi nel sistema economico inducono a perdite di efficienza

Come seglie una società? La teoria delle scelte collettive: A tal fine utilizziamo le funzioni di benessere sociale Il benessere di una società dipende dal benessere dei suoi membri. Per semplicità ipotizziamo una società formata da sue individui, A e B. Possiamo definre la funzione di utilità della società formata da A e B come W=F [U A ; U B ] Poiché F(.) è definita su U(.), rispetta le preferenze individuali e il principio dell'individualismo E consente i confronti interpersonali

Curve di indifferenza sociali Descrivono l insieme delle combinazioni dell utilità di diversi individui, rispetto alle quali la società è indifferente (curve di isobenessere: combinazioni di utilità individuali cui è associato lo stesso benesere sociale) Le curve di indifferenza assumono forme diverse, in dipendenza delle diverse funzioni del benessere sociale Sulla base di quali giudizi di valore svolgere i confronti interpersonali delle utilità? In prima approssimazione, essi possono essere derivati dalle teorie della giustizia distributiva Nella realtà, è il legislatore, che rappresenta in uno Stato democratico la volontà popolare, ad esprimere questi giudizi

Funzione del benessere sociale Utilitarista (Bentham): W = U A + U B il benessere della collettività è rappresentato dalla somma del benessere dei suoi componenti, trascurando il modo incui esso è distribuito tra gli individui. Il benessere della società aumenta se tutti stanno meglio, anche se solo chi è ricco

Funzione del benessere sociale di Bentham: il grafico U B -1 U A

Funzione del benessere sociale Rawlsiana: W = min (U A ; U B ) Il benessere della collettività dipende dal benessere dei suoi componenti più poveri. Incrementi dell utilità di chi sta meglio non modificano il benessere della collettività

Ugualitaria Il benessere collettivo è massimo quando ogni individuo della collettività gode dello stesso livello di benessere U A = U B

La funzione del benessere sociale U A Ugualitaria C.. B A..D 45 0 U B A > B > D = C

Funzioni del benessere sociale : Rawls U B 45 U A

Funzioni del benessere sociale : formula generale U B Esiste anche un tipo di curve di indifferenza sociale che sta in mezzo tra le curve à la Benthame quelle à la rawls 45 U A

Utilizzo delle curve di indifferenza sociale per ordinare due allocazioni U B C Possiamo dire che A è socialmente preferibile rispetto a B Usando le curve di indifferenza sociale è B A possibile scegliere l allocazione preferita lungo la frontiera delle allocazioni pareto-efficienti e trovare le politiche U A da perseguire

OLTRE L ECONOMIA DEL BENESSERE uno spunto per riflettere Secondo l economista indiano Amartya Sen, il benessere (well-being) può essere considerato solo come allargamento dello spazio delle libertà individuali, nel senso dell opportunità di scegliere e realizzare un proprio progetto di vita. La teoria seniana si basa su due concetti chiave: Funzionamenti: tutti i modi in cui i bisogni vengono soddisfatti (es. essere nutriti, vestiti, etc) Capabilities: l insieme dei funzionamenti attivabili da un individuo, misura della realizzazione della sua libertà. La libertà è quindi intesa come l insieme delle opportunità reali offerte a una persona per condurre un tipo di vita ritenuto di valore Per esempio la libertà dipende anche dall analfabetismo. L analfabeta non ha per esempio la libertà di leggere i giornali e scambiare idee in forma scritta. Poiché il pensiero è influenzato dalla capacità di leggere e scrivere, essere analfabeti condiziona la libertà di pensare. L analfabetismo quindi, è mancanza di libertà Lo sviluppo umano è visto come estensione delle capacità di funzionamento di un individuo

Misura della dimensione dell intervento pubblico nell economia Dati aggregati raccolti da ISTAT, consultabili su: http://www.istat.it/istituzioni/pubamm/ Spesa delle AP per funzione

Spesa complessiva delle Amministrazioni Pubbliche per funzione - Anni 2000-2006 (in milioni di euro) FUNZIONI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Servizi generali 117.202 123.467 122.996 124.838 124.409 127.976 130.696 Difesa 13.786 15.076 17.014 20.357 20.292 20.842 21.222 Ordine pubblico e sicurezza 23.906 24.317 25.239 26.646 27.568 28.337 28.982 Affari economici 36.688 59.427 58.589 60.150 60.026 60.877 94.060 Protezione dell'ambiente 4.854 5.694 6.362 6.721 7.180 7.533 7.630 Abitazioni e assetto del territorio 11.085 10.514 2.744 10.801 11.024 11.199 12.302 Sanità 71.081 78.003 81.899 84.457 92.931 98.629 104.167 Attività ricreative, culturali e di culto 9.366 9.707 10.061 10.558 11.151 11.675 11.949 Istruzione 54.225 57.526 60.012 63.915 62.581 65.754 65.746 Protezione sociale 208.190 217.111 229.067 240.030 250.028 258.245 268.804 Totale 550.383 600.842 613.983 648.473 667.190 691.067 745.558

Tavola 1 - Spesa complessiva delle Amministrazioni Pubbliche per funzione - Anni 2000-2006 (composizione percentuale) FUNZIONI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Servizi generali 21,3 20,6 20,0 19,2 18,6 18,5 17,5 Difesa 2,5 2,5 2,8 3,1 3,0 3,0 2,8 Ordine pubblico e sicurezza 4,3 4,1 4,1 4,1 4,1 4,1 3,9 Affari economici 6,7 9,9 9,5 9,3 9,0 8,8 12,6 Protezione dell'ambiente 0,9 0,9 1,1 1,1 1,1 1,1 1,0 Abitazioni e assetto del territorio 2,0 1,7 0,4 1,7 1,7 1,6 1,7 Sanità 12,9 13,0 13,3 13,0 13,9 14,3 14,0 Attività ricreative, culturali e di culto 1,7 1,6 1,6 1,6 1,7 1,7 1,6 Istruzione 9,9 9,6 9,9 9,9 9,4 9,5 8,8 Protezione sociale 37,8 36,1 37,3 37,0 37,5 37,4 36,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Tavola 1 - Spesa complessiva delle Amministrazioni Pubbliche per funzione - Anni 2000-2006 (incidenza percentuale sul PIL) FUNZIONI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Servizi generali 9,8 9,9 9,5 9,4 8,9 9,1 8,8 Difesa 1,2 1,2 1,3 1,5 1,5 1,5 1,4 Ordine pubblico e sicurezza 2,0 1,9 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0 Affari economici 3,1 4,8 4,5 4,5 4,3 4,3 6,4 Protezione dell'ambiente 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 Abitazioni e assetto del territorio 0,9 0,8 0,2 0,8 0,8 0,8 0,8 Sanità 6,0 6,2 6,3 6,3 6,7 6,9 7,1 Attività ricreative, culturali e di culto 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 0,8 Istruzione 4,6 4,6 4,6 4,8 4,5 4,6 4,5 Protezione sociale 17,4 17,4 17,7 18,0 18,0 18,1 18,2 Totale 46,2 48,1 47,4 48,6 48,0 48,6 50,5

Possibile estensione Esiste un ciclo politico della spesa per funzione della PA? da verificare