CONVEGNO VOLUNTARY DISCLOSURE, AUTORICICLAGGIO, BANCHE E INTERMEDIARI: COSA DEVONO FARE, COSA NON DEVONO FARE



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CONVEGNO VOLUNTARY DISCLOSURE, AUTORICICLAGGIO, BANCHE E INTERMEDIARI: COSA DEVONO FARE, COSA NON DEVONO FARE Voluntary disclosure e le prospettive delle banche italiane 17 aprile 2015 LIBERA UNIVERSITÁ DI BOLZANO Michael Atzwanger, LL.M. Consigliere di Gestione AlpenBank AG 0

Indice 1. PROSPETTIVE «PRIMA» DELLA VOLUNTARY DISCLOSURE 2. PROSPETTIVE «DURANTE» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 3. PROSPETTIVE «DOPO» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 1

1. «Prima» della Voluntary Disclosure 1. 2

1. «Prima» della Voluntary Disclosure 1. 3

1. «Prima» della Voluntary Disclosure 1. 4

1. «Prima» della Voluntary Disclosure 1. «The era of banking secrecy is over» Comunicato finale del Summit G20 di Londra (02.04.2009) 5

Perché «prima», «durante» e «dopo» la VD? Perché il ruolo e le prospettive delle banche e degli intermediari italiani sono profondamente diverse in ogni fase della VD: - marginale «prima» - aumenta nel «durante» 1. «Prima» della Voluntary Disclosure - fondamentale nel «dopo» per riportare in Italia i posti di lavoro legati ai servizi bancari/finanziari fino ad oggi resi all estero, creando know how «domestico»! 6

1. «Prima» della Voluntary Disclosure Il Tax Justice Network stima che, solo nel 2011, circa 26 Miliardi di Euro siano stati nascosti in Paesi con regime fiscale privilegiato. Ca. 300 i miliardi non dichiarati degli italiani all estero. Fonti giornalistiche più recenti indicano un range tra ca. 160 e 200 miliardi in Svizzera (stime non distanti da quelle dichiarate da Agenzia Entrate e Governo). USD 21.000 miliardi (McKinsey) i capitali offshore in tutto il mondo. 7

1. «Prima» della Voluntary Disclosure Il Sole 24 Ore, 28.12.2011 8

Il ruolo della banca è marginale nella fase «Prima»; può solo informare i professionisti e potenziali interessati, operare da piattaforma per lanciare il messaggio: fate la VD! In tal senso AlpenBank ha organizzato due importanti convegni con grande richiamo pubblico e mediatico (marketing propositivo) 1. «Prima» della Voluntary Disclosure Ottobre 2013: 330 partecipanti (2/3 esperti tributaristi e avvocati) Gennaio 2015: 300 partecipanti (2/3 esperti tributaristi e avvocati) 9

Indice 1. PROSPETTIVE «PRIMA» DELLA VOLUNTARY DISCLOSURE 2. PROSPETTIVE «DURANTE» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 3. PROSPETTIVE «DOPO» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 10

2. «Durante» la Voluntary Disclosure 1. Il ruolo della banca è già più importante nella fase del «Durante»; «disciplinare/orientare» gli interessati unicamente verso la VD ed indirizzarli verso i professionisti: 1. La banca non deve tenere rapporti diretti con chi si informa sulla VD, per decidere se aderirvi o meno: la banca è interlocutore solo per chi ha deciso di fare la VD; questi sono da indirizzare verso i propri professionisti e specialisti scelti; la banca deve rifiutare contatti da potenziali interessati alla VD «titubanti» e/o ricercatori di soluzioni «alternative». 2. AlpenBank organizza la cd. task force «Voluntary Disclosure» tra professionisti e specialisti selezionati, per dare supporto a chi tra i professionisti ne dovesse avere bisogno. 11

2. «Durante» la Voluntary Disclosure 1. Obiettivi della AlpenBank Task Force Voluntary Disclosure Offrire un servizio completo al professionista ed al suo cliente senza minare il loro rapporto di fiducia Assicurare la professionalità e la multidisciplinarietà richieste dalla complessità della procedura Assicurare le migliori opzioni per la gestione successiva del patrimonio regolarizzato La AlpenBank Task Force Voluntary Disclosure Professionista in contatto con il cliente interessato Specialista tributarista (con specifica competenza in fiscalità degli strumenti finanziari e gestione del contraddittorio con l Agenzia delle Entrate) Specialista penalista Intermediario finanziario (AlpenBank) Strumenti della AlpenBank Task Force Voluntary Disclosure Intermediario finanziario (AlpenBank) mette in contatto professionista e specialisti Cliente conferisce mandato congiunto a professionista e specialisti Professionista svolge attività preliminare di raccolta della documentazione Specialisti (eventualmente congiuntamente a professionista) effettuano valutazioni e gestiscono procedura 12 Vantaggi della Task Force Voluntary Disclosure Gestione coordinata della pratica Fee sharing e assenza di conflitto sul territorio Garanzia di gestione professionale post regolarizzazione

2. «Durante» la Voluntary Disclosure 1. Task force «Voluntary Disclosure» Componenti: circa 60 professionisti (commercialisti e avvocati) Incontri mensili tra i componenti e gli esperti (prossimo incontro 13 maggio) 13

Indice 1. PROSPETTIVE «PRIMA» DELLA VOLUNTARY DISCLOSURE 2. PROSPETTIVE «DURANTE» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 3. PROSPETTIVE «DOPO» LA VOLUNTARY DISCLOSURE 14

3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. 200 miliardi (stime) in cerca di prodotti, servizi e soluzioni cross border? E «dopo» la VD che il ruolo delle banche e degli intermediari italiani sarà fondamentale per la clientela ma anche per il nostro Paese. Ad oggi i prodotti/servizi collocati ai nostri connazionali all estero hanno creato occupazione e know how (talvolta anche troppo!) esclusivamente all estero. Le banche e gli intermediari italiani si devono attrezzare per cogliere la sfida di rimpatriare la gestione dei servizi e dei prodotti nonché l innovazione finanziaria in Italia. 15

3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. Come rimpatriare l innovazione (1/6): Il private banking è cambiato sostanzialmente negli ultimi anni; le banche sono costrette a reagire alle esigenze ed alla nuova percezioni di rischio da parte della clientela, offrendo servizi cross border. Il private banking cambierà ancora; con la decadenza dei paradisi fiscali e dei segreti bancari l esigenza di nuovi servizi per la clientela del private banking è destinata a crescere ancora di più. Il cd. «cross border private banking» costituisce una grande opportunità/sfida per le banche e gli intermediari italiani. Una banca private attrezzata deve oggi padroneggiare tante materie diverse da quelle bancarie e finanziarie: le materie assicurative, quelle previdenziali di II e III pilastro, ecc.; deve fungere da regista nel servizio complessivo reso al cliente, fornire direttamente servizi nelle materie che padroneggia; e coordinare l intervento di professionisti specializzati scelti nell ambito delle singole materie affidate in outsourcing (fiscale nazionale ed internazionale; legale; notarile; fiduciaria,.) 16

Come rimpatriare l innovazione (2/6): Tipologia di servizi richiesti dalla clientela: 3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. Gestione finanziaria completamente indipendente con accentuata diversificazione Concessioni di crediti su pegno (cd. Crediti «Lombard») Supporto nella protezione del patrimonio Supporto nel trasferimento efficiente del patrimonio Consulenza previdenziale Supporto nella gestione di opere d arte Servizi di informazione. 17

Come rimpatriare l innovazione (3/6): 3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. Anche i liberi professionisti si trovano innanzi ad una grande sfida: soddisfare le richieste nuove da parte della clientela, seguendoli «tout court» o specializzarsi in alcuni ambiti predefiniti, collaborando con partner specializzati, quali le banche private. Una banca private moderna deve costituire una piattaforma di soluzioni specializzate prontamente disponibili e accessibili in ogni momento da parte dei professionisti che vogliono soddisfare una richiesta di un cliente, ma in ambiti estranei alle loro competenze. La banca private si deve proporre ai clienti ma anche ai professionisti quale «Banca delle Soluzioni». 18

Come rimpatriare l innovazione (4/6): Esempio: Servizio di pianificazione successoria: redazione di «Memorandum in caso di emergenza» 3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. controllo della «liquidabilità» del patrimonio per far fronte alle tasse di successione ed altre situazioni iniziali di emergenza redazione di un «dossier testamento», inclusa la bozza di testamento 19

Come rimpatriare l innovazione (5/6): 3. «Dopo» la Voluntary Disclosure Indice Esempio: Servizio di gestione individuale di portafoglio di investimento con banca depositaria estera Applicazione sul rapporto di gestione cliente/banca della legislazione/vigilanza italiana e solo sul rapporto depositario della legislazione/vigilanza/garanzia depositi estera (= MAGGIORE CERTEZZA NEI RAPPORTI GIURIDICI A TUTELA DEL CLIENTE E SEGREGAZIONE INTERNAZIONALE DEL DEPOSITO). Gestione patrimoniale in Italia, con banca depositaria estera (= DIVERSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL PATRIMONIO DIVERSIFICAZIONE RISCHIO PAESE; RISPARMIO DI COSTI E DI TEMPO, NON PIÚ NECESSARIO RECARSI FISICAMENTE ALL'ESTERO). 20

Come rimpatriare l innovazione (6/6): 3. «Dopo» la Voluntary Disclosure 1. Esempio: Servizio di gestione individuale di portafoglio di investimento con banca depositaria estera AlpenBank, quale gestore patrimoniale italiano, agisce come sostituto d imposta: in questo modo viene meno l'obbligo da parte del cliente di indicare il proprio patrimonio nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi. Viene anche meno la necessità di lavoro supplementare da parte del commercialista oppure del dover ricorrere a strumenti come società fiduciarie o polizze assicurative (EFFICIENZA E RISPARMIO RILEVANTI). Attraverso la novità proposta da AlpenBank, il cliente può scegliere anche all estero, al pari del caso in cui il conto fosse in Italia, tra tre opzioni fiscali (e non solo due come nella normalità dei casi): tassazione in dichiarazione dei redditi ( regime dichiarativo ), tassazione in regime amministrato, tassazione in regime gestito e quindi scegliere il regime fiscale più conveniente (RISPARMIO FISCALE, IN PARTICOLAR MODO DA QUANDO È STATA INTRODOTTA LA TASSAZIONE AL 26%). 21

1. GRAZIE PER L ATTENZIONE 22