Flussi informativi della Legionellosi Giuseppina Napoletano UOS Profilassi Malattie Infettive -Dipartimento di Prevenzione -ULSS 20, Verona 10 novembre 2015
Legionellosi Legionellosi: tutte le forme morbose causate da batteri Gram-negativi aerobi del genere Legionella Specie più frequentemente coinvolta in casi umani: L. pneumophila sierogruppo 1 Essendo il microrganismo ubiquitario, la malattia può manifestarsi con: epidemie dovute ad un unica fonte con limitata esposizione nel tempo e nello spazio all agente eziologico una serie di casi indipendenti in un area ad alta endemia casi sporadici senza un evidente raggruppamento temporale o geografico Focolai epidemici si sono ripetutamente verificati in ambienti collettivi a residenza temporanea, come ospedali o alberghi, navi da crociera, esposizioni commerciali, ecc. I casi di polmonite da Legionella di origine comunitaria si manifestano prevalentemente nei mesi estivo-autunnali, mentre quelli di origine nosocomiale non presentano una particolare stagionalità
Riferimenti normativi Decreto Ministeriale 07/02/1983 Decreto Ministeriale 15 dicembre 1990 Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive. G.U. n. 6 dell 8/01/1991 Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi. G.U. n. 103 del 05/05/2000 Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turisticorecettive e termali. G.U. n. 28 del 04/02/2005 Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi. G.U. n. 29 del 05/02/2005 Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi Approvate in Conferenza Stato Regioni nella seduta del 07/05/2015, documento che riunisce, aggiorna ed integra in un unico testo tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative, e che pertanto le sostituisceintegralmente DGR 1250 del 28.09.2015 Recepimento «Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi 2015» Nota di trasmissione della DGR 1250 del 28.09.2015 prot. n. 437571 del 29.10.2015
La sorveglianza della Legionellosi NOTIFICA SORVEGLIANZA NAZIONALE SORVEGLIANZA INTERNAZIONALE
1. Il sistema di notifica La notifica dei casi di legionellosi è obbligatoria, secondo le indicazioni del D.M. 15/12/90 e successive integrazioni (classe 2, se focolai classe 4). L'invio della notifica secondo il DM 15/12/90 non sostituisce l'invio della scheda di sorveglianza, secondo quanto previsto dalla Circolare 400.2/9/5708 del 29/12/93 e sue successive modifiche. Procedura in corso di revisione http://prevenzione.ulss20.verona.it/docs/malattieinfettive/procedure/notificamalinf_istruzoper_2011.pdf
Legionellosi: notifica obbligatoria (CLASSE II e IV) Caso isolato al sospetto: entro 48 ore Medico Focolaio epidemico: entro 24 ore Distretto o Direzione Sanitaria (per ospedale) SISP Ulss di residenza del paziente se diversa da quella in cui viene fatta la diagnosi Invio mensile tramite Sistema Informatizzato SIMIWEB Regione Invio mensile Min. Salute ISS
2. Il sistema di sorveglianza nazionale Dal 1983 è stato attivato un apposito sistema di sorveglianza che raccoglie informazioni dettagliate in un registro nazionale, con sede presso l Istituto Superiore di Sanità (ISS) e di competenza del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS). Attualmente la Sorveglianza è di tipo passivo ed è estesa a tutto il territorio nazionale. Gli obiettivi del Registro, e quindi della Sorveglianza nazionale, sono: 1.monitorare la frequenza di legionellosi diagnosticata in Italia, sia dal punto epidemiologico che clinico-nosologico, con particolare attenzione ai fattori di rischio per l'acquisizione della malattia; 2.identificare eventuali variazioni nell andamento della malattia; 3.identificare tempestivamente cluster epidemici di legionellosi dovuti a particolari condizioni ambientali al fine di evidenziare i fattori di rischio ed interrompere la catena di trasmissione; 4.attivare appropriate misure di controllo.
Sorveglianza epidemiologica Definizione di caso Poiché non vi sono sintomi o segni o combinazioni di sintomi specifici della legionellosi, la diagnosi deve essere confermata dalle prove di laboratorio. Caso accertato Infezione acuta delle basse vie respiratorie con: segni di polmonite focale rilevabili all esame clinico e/o esame radiologico suggestivo di interessamento polmonare, accompagnati da uno o più dei seguenti eventi: 1.isolamento di Legionella da materiale organico (secrezioni respiratorie, broncolavaggio, tessuto polmonare, essudato pleurico, essudato pericardico, sangue) o da un sito normalmente sterile; 2.riconoscimento dell antigene specifico solubile nelle urine; 3.aumento di almeno 4 volte del titolo anticorpale specifico verso L. pneumophila sg 1, rilevato sierologicamente tra due sieri prelevati a distanza di almeno 10 giorni. Caso probabile Infezione acuta delle basse vie respiratorie con: segni di polmonite focale rilevabili all esame clinico e/o esame radiologico suggestivo di interessamento polmonare, accompagnati da uno o più dei seguenti eventi: 1.rilevazione di Legionella pneumophila nelle secrezioni respiratorie o nel tessuto polmonare mediante immunofluorescenza diretta utilizzando reagenti a base di anticorpi monoclonali; 2.identificazione dell acido nucleico di Legionella in un campione clinico; 3.aumento di almeno 4 volte del titolo anticorpale specifico, relativo a sierogruppi o specie diverse da L. pneumophila sg1; 4.singolo titolo anticorpale elevato (>1:256) verso L. pneumophila sg1. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
Il sistema di sorveglianza Il medico che pone la diagnosi, oltre alla scheda di notifica, deve compilare la scheda di sorveglianza (Circolare 400.2/9/5708 del 29/12/93 e successive integrazioni) che deve essere inviata a: ASL di competenza, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate (DMIPI) dell ISS entro 48 ore. I ceppi clinici di Legionella eventualmente isolati dal materiale biologico del paziente devono essere inviati per la tipizzazione o la conferma al Laboratorio Nazionale di Riferimento per la legionellosi del DMIPI. L invio dei ceppi isolati da matrici ambientali deve avvenire in tutti i casi in cui si sono verificati dei cluster o nei casi in cui èpossibile effettuare un confronto tra il ceppo clinico e quelloambientale correlato. I risultati della tipizzazione/conferma o del confronto tra ceppi clinici e ambientali vengono comunicati ai laboratori e alle ASL/regioni che li hanno inviati. Poiché, la scheda di sorveglianza deve essere inviata all ISS entro 48 ore dalla diagnosi, anche se incompleta, tutte le informazioni raccolte successivamente (ad es. data di dimissione, esito della malattia, esito delle indagini, ecc.), devono essere re-inviate all ISS. I dati contenuti nella scheda di sorveglianza speciale (anagrafici, statistico-epidemiologici, clinici) vengono elaborati periodicamente e annualmente viene redatto un rapporto informativo sui risultati della sorveglianza. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
Flussi informativi della sorveglianza nazionale Medico ULSS di competenza: SISP Fax: 0458075088 E-mail: sisp.malattie.infettive@ulss20.verona.it Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica - Regione Veneto Fax: 0412791355 E-mail: sanita.pubblica@regione.veneto.it ISS Ministero della Salute Rapporto informativo sui risultati della sorveglianza Notiziario ISS Fonte: Nota Regione Veneto prot. N. 437571 del 29.10.2015
Scheda di segnalazione REVISIONE CIRCOLARE 400.2/9/5708 DEL 29/12/93 La scheda di segnalazione è stata modificata per disporre di dati più mirati, che consentano di individuare più correttamente i fattori di rischio e le eventuali esposizioni dei casi di legionellosi in Italia. È stata aggiunta una voce relativa al trapianto di organo (tale voce è stata ritenuta un'importante informazione, in quanto pazienti sottoposti a trapianto sono a maggior rischio di infezione). È stata tolta la voce relativa al trattamento con antibiotici. È stata ampliata la voce relativa al ricovero ospedaliero con la richiesta di specificare la diagnosi di ammissione. È stata aggiunta la voce cure termali. La scheda modificata sostituisce la precedente allegata alle Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi. Gazzetta Ufficiale n. 103 del 05/05/2000 e deve essere utilizzata per la segnalazione dei casi di legionellosi.
Analisi di laboratorio Risultati della tipizzazione/ conferma Ceppi clinici/ambientali (se cluster) Laboratorio base Laboratorio Regionale di Riferimento Laboratorio Nazionale di Riferimento (DMIPI - ISS) La ricerca di Legionella è tecnicamente difficile, richiede laboratori specializzati e accreditati per la ricerca di Legionella e personale addestrato. Per questo motivo, ai fini di una efficace sorveglianza sul territorio nazionale è stata costituita una rete di Laboratori individuati dalle Regioni, in base ai requisiti necessari per svolgere attività di diagnosi e controllo per Legionella spp., organizzati in livelli gerarchici, con ordine crescente di responsabilità di diagnostica, di attività e di strutture (Laboratorio di Base e Laboratorio Regionale di Riferimento), collegati al Laboratorio Nazionale di Riferimento, situato presso il Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell Istituto Superiore di Sanità. In caso di cluster i campioni ambientali devono sempre essere analizzati dai laboratori di riferimento regionali. Laboratorio regionale di riferimento per la diagnosi ambientale ARPA Veneto Dipartimento Regionale Laboratori Servizio Laboratorio di Venezia Dr.ssa G. Bandettini Via Lissa, 6 30174 Venezia Mestre Tel: 041 5445650 Fax: 041 5445651 Cell. 349 1530449 E-mail: gbandettini@arpa.veneto.it Laboratorio regionale di riferimento per la diagnosi clinica Azienda Ospedaliera di Padova Prof. G. Palù UO Microbiologia e Virologia Via Giustiniani 2-35128 Padova Tel: 049 8213088 Fax 049 8213054-8211997 E-mail: Giorgio.palu@uniudipd.it Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
3. Il sistema di sorveglianza internazionale Parallelamente al sistema di sorveglianza dei casi italiani, esiste dal 1986 un programma di sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori, al quale aderisce anche l Italia, denominato ELDSNet (European Legionnairess Disease Surveillance network). Tale programma, coordinato dall European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) di Stoccolma, si basa su una rete di collaboratori nominati dal Ministero della Salute dei vari Paesi. I collaboratori di ELDSNet, in genere due per ogni paese (un microbiologo e un epidemiologo) sono incaricati di raccogliere e trasmettere informazioni relative ai viaggi e alle indagini epidemiologiche ed ambientali effettuate per tutti i casi, sia italiani che stranieri, di legionellosi associata ai viaggi che si verificano nel proprio paese. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
Legionellosi associata ai viaggi Flussi informativi e procedure d intervento ECDC Stoccolma Caso singolo Collaboratore del Paese di infezione Collaboratore del Paese di infezione Cluster Indagine presso struttura recettiva Rapporto preliminare entro 2 settimane INVIATO NON INVIATO Rapporto completo delle indagini effettuate e delle misure intraprese entro 6 settimane Inserimento delle generalitàdella struttura recettiva sul sito web ELDSNet Rapporto idoneo del centro collaboratore Rimozione delle generalitàdella struttura recettiva dal sito web ELDSNet Adattamento da Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori Casi singoli 1. Notificadei casi dai collaboratori del paese di residenza del turista al centro di coordinamento di Stoccolma (occasionalmente è possibile che la notifica venga fatta da un Paese diverso da quello di residenza del paziente), appena si hanno le informazioni epidemiologiche, microbiologiche e relative al viaggio 2. Inserimento del caso nel database internazionale 3. Verifica da parte del centro di coordinamento dell esistenza di altri casi collegati alla stessa struttura recettiva. Se assenti, notifica immediata del caso singolo dal centro di coordinamento al collaboratore del paese in cui è stata contratta l infezione, che deve attivare l indagine epidemiologica ed ambientale Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori Casi singoli L ELDSNet segnala all'istituto Superiore di Sanità (CNESPS e DIPMIPI) i casi di legionellosi che si sono verificati in viaggiatori stranieri che hanno trascorso un periodo in Italia, riportando informazioni sulle strutture recettive in cui hanno soggiornato i pazienti e che potrebbero rappresentare le fonti dell'infezione. Il CNESPS provvede, a sua volta, a segnalare i casi alle competenti Autorità delle Regioni coinvolte (Direzione Regionale per la Prevenzione) e al SISP dell Azienda sanitaria competente per territorio, al fine di attivare l'indagine ambientale ed epidemiologica locale. Il risultato finale delle indagini che i referenti regionali e di ASL inviano all'iss viene poi trasmesso al gruppo di lavoro europeo. I casi che si verificano in cittadini italiani che hanno soggiornato in Italia o all estero e che hanno contratto la malattia vengono invece notificati dall ISS all ELDSnet. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori Cluster di casi Identificazione di un cluster di casi L identificazione di un cluster (due o più casi di legionellosi associati al soggiorno presso la medesima struttura recettiva nell arco di due anni) richiede una risposta immediata da parte dell ECDC e del collaboratore del paese nel quale èstata contratta l infezione. Il cluster viene inserito nel database internazionale e tutti i collaboratori ELDSnet vengono immediatamente informati. Anche l Organizzazione Mondiale della Sanità viene informata di tutti i cluster associati a strutture recettive, verificatisi sia nei Paesi appartenenti alla rete di sorveglianza che in quelli non appartenenti alla rete europea. Qualora il paese coinvolto non faccia parte dalla rete, l OMS provvede ad informare il Ministero della Salute del paese interessato (European guidelines for Control and Prevention of Travel Associated Legionnaires' Disease, 2004). Risposta del collaboratore nel paese in cui è stata contratta l infezione Il collaboratore deve informare l autorità sanitaria locale competente affinché venga organizzata tempestivamente l ispezione della struttura, la valutazione del rischio, l indagine ambientale e l attuazione di idonee misure di controllo. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori Cluster di casi Rapporto preliminare entro due settimane Il collaboratore è tenuto a inviare entro due settimane dalla notifica di un cluster un rapporto preliminare all ECDC (Modulo A, Allegato 9) in cui si specifica se è avvenuta o meno un ispezione e una valutazione del rischio nella struttura. Il periodo di due settimane ha inizio una volta che i dettagli relativi alla struttura recettiva (ad es. nome e indirizzo) siano stati verificati come corretti dal collaboratore del paese in cui è stata contratta l infezione. Il rapporto deve anche specificare se sono in corso misure di controllo e se la struttura rimane aperta o meno. Qualora il rapporto preliminare non venga inviato entro i termini indicati, ovvero nel caso in cui tale rapporto indichi la mancata attuazione della valutazione del rischio o l inadeguatezza delle misure di controllo intraprese, i collaboratori di tutti i Paesi verranno informati e il nome dell albergo verràreso noto sulla sezione del sito dell ECDC (ELDSNet) accessibile al pubblico. Questa segnalazione rimarrà sul sito finché non verrà inviato un rapporto che comunichi la messa in atto di idonee misure di controllo. Rapporto finale entro sei settimane dalla notifica del cluster Dopo ulteriori quattro settimane (cioè dopo 6 settimane dalla notifica), è necessario inviare al centro di coordinamento un rapporto conclusivo (Modulo B, Allegato 10) che descrive le indagini e le misure di controllo intraprese, compresi i risultati del campionamento effettuato. Se questo rapporto non viene inviato o se riporta che le misure di controllo sono insoddisfacenti, il nome della struttura recettiva viene pubblicato sul sito web dell ECDC. (http://www.ecdc.europa.eu/en/activities/surveillance/eldsnet/pages/index.aspx). Il nome della struttura viene cancellato dal sito solo a fronte di un rapporto che dichiari che sono state intraprese misure di controllo adeguate. Fonte: Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi 2015
La sorveglianza internazionale della legionellosi nei viaggiatori La sorveglianza internazionale è essenziale per l identificazione e la gestione di casi sporadici o di cluster di legionellosi associata ai viaggi. Lo scambio di informazioni permette di intervenire tempestivamente con indagini ambientali ed eventuali interventi di bonifica in modo da assicurare un miglior controllo della malattia in Europa.
Sebbene la legionellosi sia una malattia soggetta a notifica obbligatoria in Italia e in Europa, si ritiene che essa sia ampiamente sottostimata per due motivi principali: 1.da un lato, è poco diagnosticata, poiché raramente si sottopongono i pazienti ai test di laboratorio specifici prima di instaurare una terapia antibiotica 2.dall altro, non sempre viene notificata alle autorità sanitarie, poiché non tutti gli operatori sanitari sono ligi nell ottemperare gli obblighi di notifica
Sorveglianza ELDSnet: la legionellosi in Europa Nel 2013 in Europa sono stati riportati 5851casi di legionellosi recensiti in 29 paesi europei Tasso di notifica europeo: 11,4 casi per 1.000.000 di abitanti 83% di casi notificati da 6 Paesi (Francia, Italia, Spagna, Germania, Olanda, Regno Unito) La maggior parte dei casi sono di origine comunitaria (73%), 19% sono associati ai viaggi, l 8% associato a una struttura sanitaria L 81% dei casi interessa soggetti con piùdi 50 anni Rapporto M:F = 2,4:1 Tasso di letalità: 10%, come nell anno precente La maggior parte dei casi sono stati confermati dal test dell antigene urinario, sebbene sia aumentata la percentuale di casi confermata da PCR Il patogeno più frequentemente isolato è Legionella pneumophila sierogruppo 1 Fonte: Surveillance report Legionnaires disease in Europe 2013. ECDC, April 2015
Fonte: Surveillance report Legionnaires disease in Europe 2013. ECDC, April 2015
Sorveglianza ELDSnet: la legionellosi associata ai viaggi Nel 2013 sono stati notificati 787 casi associati a viaggi da 30 Paesi europei, Canada, Israele, Tailandia, Turchia e Stati Uniti (5% in meno rispetto a quelli notificati nel 2012) 5 paesi (Francia, Italia, Olanda, Spagna e Regno Unito) hanno riportato 3/4 di tutti i casi associati a viaggi. Rapporto M:F = 2,4:1; etàmedia 63 anni Sono stati individuati 110 cluster, 10% in più rispetto all anno precedente; di questi il 58% non sarebbero stati identificati in assenza della rete di sorveglianza europea Fonte: Surveillance report Legionnaires disease in Europe 2013. ECDC, April 2015
Fonte: Surveillance report Legionnaires disease in Europe 2013. ECDC, April 2015
Fonte: Surveillance report Legionnaires disease in Europe 2013. ECDC, April 2015
Registro nazionale della legionellosi: alcuni dati Nel 2013 sono pervenute all ISS 1.347schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui: 1.327 classificati come confermati 20 classificati come probabili Il 75% dei casi è stato notificato da 6 Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte), il rimanente 25% è stato notificato da 14 Regioni e Province autonome L incidenzadella legionellosi in Italia nel 2013 èrisultata pari a 22,6 casi per milione di abitanti, stabile rispetto all anno precedente, così come il numero assoluto di casi L etàmedia dei pazienti èdi 64 anni (intervallo 0-100 anni); oltre il 63% dei casi ha almeno 60 anni Il 70% dei casi èdi sesso maschile con rapporto M:F di 2,3:1 La letalità totale (calcolata sul totale dei casi per cui è disponibile l informazione sull esito della malattia) èpari al 10, 4%. Considerando solo i casi di origine nosocomiale la letalitàèpari al 44,4% Lo strumento diagnostico più utilizzato è il test dell antigene urinario (97%) Nel 100% dei casi l agente responsabile della patologia è stato Legionella pneumophila Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Numero di casi e tasso di incidenza della legionellosi dal 2000 al 2013 Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Distribuzione percentuale dei casi per potenziale esposizione all infezione Il 16,6% dei soggetti riferisce un esposizione a rischio nei 10 giorni precedenti l inizio dei sintomi. Dei 1.347 casi notificati, 9,7% avevano pernottato almeno una notte in luoghi diversi dall abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private) 4,6% erano stati ricoverati in ospedale o clinica 1,6% erano residenti in comunità chiuse 0,7% avevano altri fattori di rischio (piscine, cure odontoiatriche) Per l 83,4% dei casi non è stato riportato alcun fattore di rischio specifico (casi di origine comunitaria ). Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Casi di legionellosi notificati per regione in ordine geograficoda Nord a Sud e per anno nel quinquennio 2009-2013 Regione 2009 2010 2011 2012 2013 Piemonte 78 69 75 55 77 Valle d Aosta 3 3 3 5 2 Lombardia 451 455 363 420 428 P.A. Bolzano 20 9 11 22 23 P.A. Trento 40 51 48 47 31 Veneto 82 96 60 130 82 Friuli V. G. 16 22 19 25 23 Liguria 29 36 22 17 46 Emilia R. 102 122 95 147 142 Toscana 132 97 94 116 127 In Veneto nel 2013 82 casi notificati: 70 di origine comunitaria 2 di origine nosocomiale 3 in altre strutture sanitarie 7 associati ai viaggi Umbria 15 19 22 34 26 Marche 23 26 19 37 25 Lazio 117 104 63 151 153 Abruzzo 5 9 13 21 24 Molise 1 0 1 1 0 Campania 51 81 46 72 74 Puglia 20 14 16 24 26 Basilicata 0 7 5 7 16 Calabria 7 3 6 6 3 Sicilia 10 6 20 10 15 Sardegna 5 5 7 3 4 Totale 1207 1234 1008 1350 1347 Fonte: Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi 2015
Infezioni nosocomiali Casi di legionellosi di origine nosocomiale nel periodo 2000-2013 Nel 2013 i casi nosocomiali segnalati sono stati 62 (4,6% dei casi totali notificati), di cui 31 di origine nosocomiale confermata e 31 di origine nosocomiale probabile. Sono stati registrati 10 cluster nosocomiali, di cui 1 in Veneto costituito da 2 casi. Sono stati, inoltre, notificati 21 casi associati con il soggiorno presso case di riposo o RSA. Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Sorveglianza internazionale: casi di legionellosi in turisti stranieri e italiani in Italia Nel 2013 sono stati notificati all ISS 256 casi di legionellosi associata ai viaggi: 132 in turisti italiani, di cui 97,8% aveva soggiornato in albergo 1,5% in campeggio 0,7% presso altre strutture recettive La maggioranza dei turisti italiani (91%) ha viaggiato in Italia e circa un terzo ha soggiornato presso strutture recettive giàassociate a casi di legionellosi. 124 in turisti stranieri che hanno visitato l Italia, provenienti da o Francia (22%) o Olanda (20%) o Germania (8,8%) o Svizzera (5,6%) L età media dei turisti (sia italiani sia stranieri) è di 64 anni (intervallo 31-94 anni). Complessivamente, i 256 turisti hanno soggiornato in 331 strutture recettive situate prevalentemente in Veneto (11,7%), Toscana (10,5%), Lombardia (9,1%), Sicilia (8,1%), Campania (7,5%), Emilia Romagna, Lazio (6,6%). Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Sorveglianza internazionale: cluster Nel 2013 sono stati notificati 61 cluster associati con altrettante strutture recettive italiane, di cui 10 erano già state associate con casi di legionellosi nei 2 anni precedenti. Complessivamente, 95 turisti coinvolti, di cui 47 italiani e 45 stranieri Etàmedia dei casi 68 anni 63% dei casi di sesso maschile con rapporto M:F = 1,7:1 Durata del soggiorno media 6 giorni Cluster di 2 (min) 8 (max) turisti Nessun decesso In 14 strutture recettive i cluster erano costituiti da turisti della stessa nazionalità, mentre nelle restanti 47 strutture includevano soggetti di nazionalità diverse e non sarebbero stati identificati in assenza della rete di sorveglianza europea. Le indagini ambientali sono state subito effettuate in tutte le strutture coinvolte. I campionamenti eseguiti hanno portato all isolamento di Legionella in 39 strutture (63%). Negli alberghi risultati positivi sono state messe in atto le idonee misure di controllo che hanno riportato le cariche batteriche entro i limiti consentiti. Le relazioni sono state inviate entro le 6 settimane al Centro di coordinamento ELDSnet. Fonte: Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2013. Not. ISS 2014
Andamento epidemiologico della Legionellosi in Veneto dal 2005 al 2013 Nel corso degli anni il numero di casi di legionellosi che ha interessato il Veneto èaumentato. Dal 2005 al 2013 si sono verificati 689 casi di legionellosi, con tasso di incidenza media di tale periodo pari a 1,7 casi ogni 100.000 residenti. Circa ¾ delle notifiche riguarda soggetti di sesso maschile Etàmedia alla diagnosi > 60 anni La percentuale di deceduti tra i pazienti risulta mediamente pari a 4 % con alcune differenze nei diversi anni di osservazione Tasso di letalità 0,08 casi ogni 100.000 abitanti 19 cluster verificatisi nel periodo 2005-2013, con 26 soggetti coinvolti; la maggior parte dei cluster ha interessato una struttura recettiva italiana. Andamento del tasso di notifica di legionellosi. Regione Veneto, 2005-2013 Fonte: Sorveglianza speciale delle malattie infettive. Regione Veneto dati 2012-2013. Regione Veneto, novembre 2014
Distribuzione dei casi di legionellosi per fonte di infezione. Regione Veneto, 2005-2013 Fonte: Sorveglianza speciale delle malattie infettive. Regione Veneto dati 2012-2013. Regione Veneto, novembre 2014
Notifica della legionellosi. Regione Veneto, anno 2013 Nel 2013 82 casi notificati, con tasso di notifica di 1,9 casi ogni 100.000 abitanti (sovrapponibile a quello nazionale) A livello territoriale, oltre il 35% dei casi di legionellosi del 2013 è stato notificato dai servizi della provincia di Verona. Il 64% dei pazienti affetti da legionellosi èdi sesso maschile, con rapporto M:F = 1,8 Etàmedia alla diagnosi: 64 anni; oltre il 60% dei casi ha una malattia concomitante Nel corso del 2013 si sono verificati 2 decessi; tasso di letalità 0,04 decessi ogni 100.000 residenti Distribuzione assoluta e percentuale dei casi di legionellosi per provincia di notifica e di residenza e relativo tasso di notifica. Regione Veneto, 2013 Fonte: Sorveglianza speciale delle malattie infettive. Regione Veneto dati 2012-2013. Regione Veneto, novembre 2014
Notifica della legionellosi. Regione Veneto, anno 2013 In Veneto nel 2013 82 casi notificati, di cui: 70 di origine comunitaria 2 di origine nosocomiale 3 in altre strutture sanitarie 7 associate ai viaggi Il 64% dei soggetti che ha pernottato fuori casa nelle 2 settimane precedenti l insorgenza della malattia ha frequentato una struttura italiana. Le località estere visitate sono state Slovenia, Croazia, Marocco e Messico Criterio diagnostico maggiormente utilizzato: test dell antigene solubile urinario Per tutti i casi del 2013 l agente responsabile della malattia è risultato L. pneumophila Per 7 casi è stata fatta l indagine ambientale e l acqua dell abitazione analizzata è risultata negativa per la presenza del batterio della legionellosi, eccetto un caso Fonte: Sorveglianza speciale delle malattie infettive. Regione Veneto dati 2012-2013. Regione Veneto, novembre 2014
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