I CAMBIAMENTI DELLO SCENARIO MACROECONOMICO



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Transcript:

Incontro Annuale con gli Investitori del Fondo Sator I CAMBIAMENTI DELLO SCENARIO MACROECONOMICO di Stefano Fantacone (direttore del CER)

Nell arco di pochi mesi, lo scenario macroeconomico è profondamente cambiato I fattori di incertezza non sono svaniti, ma sono bilanciati da novità che riguardano: - le evoluzioni di alcuni mercati (petrolio); - l impostazione delle politiche europee. Sembra possibile correggere il disallineamento che, almeno dal 2011, separa l Eurozona dagli Stati Uniti

Il punto di partenza: le previsioni della Nota di aggiornamento (settembre 2014) 2014 2015 Commercio mondiale (var.%) 4.0 5.1 Tasso di cambio euro/dollaro 1.34 1.29 Prezzo del petrolio ($ barile) 104.7 98.5 Spesa per interessi (mld. Euro) 76.7 74.3 Indebitamento delle PA (% Pil) 3.0 2.6

Perché partire dal settembre 2014? Indicatore CoinCER 0.40 Espansione 0.20 0.00-0.20 Recessione -0.40-0.60-0.80-1.00 2011.1 2011.7 2012.1 2012.7 2013.1 2013.7 2014.1 2014.7

Il governo ribassa la stima di crescita 2014 da 0.8 a -0.3....e propone uno scenario prudente per il 2015, con un incremento atteso del Pil dello 0.5%; Stima che le previsioni di consenso condividono e confermano a inizio 2015

Stime di crescita di consenso 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 giu 14 gen 15 1.0 0.5 0.0 ITALIA EUROZONA STATI UNITI

IL COMMERCIO MONDIALE Le previsioni del governo sembrano troppo ottimistiche Nel consenso, le stime indicano un risultato peggiore per il 2014 e una più lieve accelerazione per il 2015

Commercio mondiale: stime di crescita (consenso e FMI) 7 6 5 4 3 2 2013 2014 2015 1 0 1 MONDO AVANZATI EMERGENTI

I paesi emergenti confermano le difficoltà congiunturali conseguite al mutamento di rotta della politica monetaria USA..a cui si accompagnano evoluzioni sfavorevoli di singole economie (Russia)

La crescita del Pil nei paesi emergenti (stime FMI) di cui America di cui: TOTALE Russia Asia Cina latina Brasile 2013 4.7 1.3 6.6 7.8 2.8 2.5 2014 4.4 0.6 6.5 7.4 1.2 0.1 2015 4.3 3.0 6.4 6.8 1.3 0.3

110 108 106 104 102 100 98 96 Importazioni delle principali economie avanzate (6:2012=100) 94 2013 2014 Giappone Area euro Stati Uniti

IL TASSO DI CAMBIO DELL EURO L euro si è fortemente deprezzato.. Inizialmente nei confronti del dollaro.. più di recente anche rispetto alle altre valute

Tasso di cambio euro/dollaro 1.45 1.40 1.35 1.30 1.25 1.20 10% 1.15 1.10 gen-14 apr-14 lug-14 ott-14 gen-15 10%

Un deprezzamento di tale intensità ha effetti importanti nel breve periodo A parità di altre condizioni, il CER stima un aumento delle esportazioni del 2%.. con un impulso sul Pil dello 0,6%

In tal modo, il deprezzamento compenserebbe la minore dinamica del commercio..che invece ridurrebbe le esportazioni di circa l 1,5%.. con un impulso negativo sul Pil dello 0,5%

Tasso di cambio dell euro verso le altre valute 120 115 110 105 100 95 90 85 80 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 dic-14 gen-15 195 175 155 135 115 95 Giappone Polonia UK Brasile India Sud Africa Argentina Cile Indonesia USA Turchia Russia (scala dx)

IL SECONDO CONTROSHOCK PETROLIFERO La caduta del prezzo del petrolio ha dimensioni maggiori della svalutazione dell euro.... riporta le quotazioni sui valori della fine del 2004 quando il livello dei prezzi era inferiore del 20% rispetto a oggi

Prezzo del petrolio (dollari ed euro per barile, qualità Brent) 120 110 100 90 80 70 60 59% 50 40 49% gen-14 apr-14 lug-14 ott-14 gen-15 In dollari In euro

Un petrolio meno caro significa un inflazione più bassa.... E questo può destare preoccupazioni in un contesto deflazionistico come è quello dell Eurozona.. tuttavia, qui siamo di fronte a uno shock di offerta e non di domanda

Anche gli effetti reali sono rilevanti: - almeno 10 miliardi di risparmio sulla bolletta energetica; - che spingerebbero l avanzo corrente italiano verso i 50 miliardi di euro; - determinando, attraverso le minori importazioni, una crescita aggiuntiva del Pil di circa mezzo punto; - a cui si aggiungerebbero gli effetti sui consumi delle famiglie.

LA POLITICA MONETARIA DELL EUROZONA Il QE rappresenta per l Eurozona un passaggio non banale.... cadono dei veri e propri tabù, come l acquisto dei titoli pubblici.. e la deflazione viene portata allo stesso livello di nobiltà dell inflazione

Quest ultimo aspetto è particolarmente importante. La deflazione è provocata dalla bassa domanda.. implicitamente, la Bce si è quindi riappropriata del diritto di sostenere la domanda!

Va altresì sottolineato che il modello che si sta imponendo, basato anche sul deprezzamento del cambio, non è il modello tedesco. La Bce ha dunque guadagnato indipendenza, forzando il modello della politica economica europea cosa che la Commissione non è ancora riuscita a fare.

Le caratteristiche del QE europeo: - fino almeno a settembre 2016 (periodo lungo); - 60 miliardi di acquisti al mese; - con probabile distribuzione: fino a 15 mld. Per covered bond e ABS e 45 mld per titoli di debito sovrano; - investment grade minimo BBB-, tranne che per titoli già accettati da Bce (clausola salvaguardia Grecia).

Effetti attesi: - ulteriore ribasso tassi; - riduzione spread (titoli periferici più sicuri e con maggiore rendimento); - aumento liquidità banche; - accelerazione ripresa credito.

Punti critici: - mantenimento rischio sovrano su BCN (rischio frammentazione); - probabili perdite in c/c perché prezzi attuali alti; - impatto diretto forse non così ampio come si crede: - nessuna certezza che il credito riparta (vincoli di Basilea III).

Ipotesi di ripartizione per paese del QE Paese Mld GERMANIA 174.9 FRANCIA 137.8 ITALIA 119.6 SPAGNA 85.9 OLANDA 38.9 BELGIO 24.1 GRECIA 19.8

Impatto diretto da rapportare a caso Italia: - 1600 mld di titoli in circolazione; - dimensione già sperimentata dell SMP (Securities Markets Programme) attuato fra agosto 2011 e gennaio 2012, quindi su un tempo più breve; - su base annua pari a circa il 50% delle emissioni di BTP e CCT

8 Andamento recente dei tassi decennali sul debito sovrano 7 6 5 4 3 2 1 0 gen 07 apr 07 lug 07 ott 07 gen 08 apr 08 lug 08 ott 08 gen 09 apr 09 lug 09 ott 09 gen 10 apr 10 lug 10 ott 10 gen 11 apr 11 lug 11 ott 11 gen 12 apr 12 lug 12 ott 12 gen 13 apr 13 lug 13 ott 13 gen 14 apr 14 lug 14 ott 14 gen 15 Italia Germania USA

Curve per scadenza prima e dopo il QE (Eurozona, istantaneous forward rates) 3.5 3 2.5 2 1.5 AAA 19 gen AAA 26 gen EA 19 gen EA 26 gen 1 0.5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 0.5

L impatto sulla finanza pubblica italiana (previsioni di spesa per interessi) 2014 2015 2016 2017 2018 Nota aggiornamento DEF 76.7 74.3 75.4 74.2 73.9 Cer: Ottobre 2014 75.1 71.0 68.5 68.4 69.9 Cer: Gennaio 2015 pre QE 75.1 69.1 65.7 64.9 66.6 Cer: Gennaio 2015 post QE 75.1 67.0 61.8 60.1 61.6 differenze con Nota 1.6 7.3 13.6 14.1 12.3

LE POLITICHE BILANCIO Anche qui si notano novità importanti. Le nuove Linee guida sull applicazione del Patto di stabilità e crescita rendono più flessibile il Fiscal compact.. evoluzione senz altro positiva

Nel dettaglio: possibilità di escludere parte dei cofinanziamenti europei per investimenti; adozione di una griglia per graduare, in funzione delle dimensioni dell output gap, la correzione sul saldo strutturale; Allentamento dei vincoli in base a valutazione ex-ante di effetti riforme strutturali

Sono correzioni fondamentali.. Perché prendono atto degli errori fin qui fatti...quando sono state chieste restrizioni fiscali tanto più alte quanto più profonda la recessione....creando un modello endogeno di deflazione. Superare questi limiti riallinea le politiche di bilancio alla politica monetaria

Gli effetti complessivi sull economia italiana Nota agg.to CER 2015 2016 2015 2016 2016 (a) Pil 0.5 0.8 0.8 1.0 1.4 Indebitamento (% Pil) 2.6 1.8 2.4 1.1 1.9