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Strategia d investimento obbligazionaria Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 A cura dell Ufficio Ricerca e Analisi Disclaimer: tutte le informazioni e le opinioni contenute in questo documento rivestono unicamente carattere informativo. In nessun caso le informazioni e le opinioni espresse devono essere considerate come inviti, raccomandazioni, offerte d investimento o sollecitazione al pubblico risparmio.

Strategia d investimento obbligazionaria Considerazioni riassuntive degli indicatori analizzati Indicatore La curva dei rendimenti L evoluzione dei rendimenti L andamento dei differenziali I corporate spreads Indicatore La curva dei rendimenti L evoluzione dei rendimenti L andamento dei differenziali Area Euro Curva regolare In ribasso In ribasso In rialzo Area Dollaro statunitense Curva regolare In ribasso In rialzo Commento sul mercato obbligazionario e strategia operativa Dopo un gennaio da cardiopalma, nel mese di febbraio abbiamo assistito ad un apparente ritorno di fiducia sui mercati. I driver che più hanno contribuito al ritorno di un clima positivo sono stati senza dubbio le materie prime e le banche centrali. Nello specifico, il petrolio (WTI) è tornato in area 39 dollari al barile, recuperando gran parte della perdita accumulata nei mesi precedenti. Questo ha favorito un po tutti gli emittenti legati al prezzo del petrolio rendendo possibile un deciso rimbalzo su molte obbligazioni sia in dollari che in euro. Per quanto riguarda le banche centrali, molti sono stati gli appuntamenti. Primo fra tutti quello con la Bce avvenuto il 10 marzo. Il mercato, che già aveva aspettative molto alte, si è trovato di fronte a manovre in parte sorprendenti. In aggiunta al taglio tassi, ha infatti sorpreso l apertura all acquisto di bond corporate investment grade che introduce la Banca centrale europea quale nuovo grosso investitore. La mossa a sorpresa ha favorito un ritorno di interesse su tutta la carta corporate europea, compresa quella bancaria subordinata che si è mossa al rialzo in modo importante. Minore l effetto sui bond governativi con un parziale recupero della periferia. Dopo Mario Draghi è toccato a Janet Yellen discutere della politica monetaria durante il meeting del 16 marzo. Abbassando le aspettative di crescita e di inflazione, la Fed ha decisamente sorpreso i mercati e favorito un importante indebolimento del dollaro. In ultimo segnaliamo che, come peraltro da noi segnalato da mesi, continua la buona performance dei paesi Emergenti, sia da un punto valutario che creditizio. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una buona performance soprattutto di Cina e Russia. Sul fronte bond, vediamo ancora delle valutazioni interessanti, con rendimenti che sovrastimano il rischio reale degli emittenti. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 2 / 7

Asset allocation tattica Area Euro 100% 80% 60% 40% 20% 0% 90% 5% 5% < 2 anni 2-5 anni > 5 anni I rendimenti del decennale in area 0.20% riflettono ancora paure deflazionistiche e bassa aspettative sulla crescita europea. Per quanto tali preoccupazioni abbiano un fondamento, riteniamo che i rendimenti non offrano un rapporto rischio/rendimento favorevole all investitore e consigliamo pertanto una duration breve. Area Dollaro statunitense 100% 80% 60% 40% 20% 0% 90% 5% 5% < 2 anni 2-5 anni > 5 anni Il rendimento del decennale americano è ritornato abbondantemente sotto il 2%, segno che gli operatori di mercato non credono ad un ciclo di rialzi della Fed che possa spingersi oltre a qualche limitato rialzo. Le decisioni della Fed e l andamento delle dinamiche inflattive saranno i fattori chiave nel determinare l andamento della curva americana nei prossimi mesi. Asset allocation ideale Fonte: MS Excel, Banca del Sempione Nel segmento del reddito fisso per valutare la nostra strategia partiamo da un allocazione ideale conservativa che considera il 40% di investimenti a breve (<2 anni), il 40% di investimenti a medio (2-5 anni) e il 20% di investimenti a lungo (>5 anni). La duration di questa allocazione è di 3.30 anni, data dalla ponderazione delle tre parti della curva: 40% breve duration 1.0 anni 40% medio duration 3.5 anni 20% lungo duration 7.5 anni ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 3 / 7

Primo indicatore: La curva dei rendimenti La curva dei rendimenti in Euro La curva tedesca è traslata verso il basso dopo il meeting della Bce di marzo. Le aspettative di tassi negativi per lungo tempo tengono la curva dei rendimenti in territorio negativo fino a 8 anni e mezzo, con bassa volatilità. Solo il tratto lungo della curva ormai può esprimere una certa volatilità a seconda delle aspettative di ripresa della dinamica inflazionistica. La curva dei rendimenti in Dollari statunitensi 2.50 1.50 La curva dei rendimenti in dollari continua ad esprimere ragionevoli incertezza circa le prospettive future. Leggeri rialzi e ribassi si susseguono a seconda dei dati macro che escono e delle dichiarazioni piu o meno hawkish della Yellen. 0.50 blu: attuale rosso: precedente m 3 y 1 y 2 y 3 y 4 y 5 y 6 y 7 y 8 y 9 0y 1 ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 4 / 7

Secondo indicatore: L evoluzione dei rendimenti Evoluzione dei rendimenti a 3 mesi in Euro La situazione macroeconomica, le recenti tensioni e la decisione della Bce di proseguire nella propria politica di stimolo (abbassando i tassi di deposito al -0.40%) mantengono il tratto brevissimo della curva dei tassi in zona decisamente negativa. - Evoluzione dei rendimenti a 2 anni in Euro 6.00 Il rendimento sul tratto a 2 anni della curva tedesca si attesta attorno al livello di 0.50%, 10 bp al di sotto del livello minimo di rendimento indicato dalla Banca Centrale Europea per il riacquisto di titoli sul mercato. - Evoluzione dei rendimenti a 10 anni in Euro Le tensioni sui mercati durante gli ultimi mesi e la decisione di Draghi di essere ancora più dovish, hanno di nuovo spinto al ribasso i rendimenti sulla parte lunga tedesca, dove il decennale si attesta in zona 0.2%, ormai a pochi centesimi dai minimi segnati ad inizio 2015. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 5 / 7

Evoluzione dei rendimenti a 3 mesi in Dollari statunitensi 4 3 2 I tassi a tre mesi americani denotano un attesa per ulteriori 2 rialzi da parte della Fed nell anno in corso. 1 0-1 Evoluzione dei rendimenti a 2 anni in Dollari statunitensi 4 3 2 Il tratto della curva a 2 anni si trova in area 0.70% a dimostrazione che il mercato crede che il ciclo di rialzi della Fed si fermerà molto presto. 1 0-1 Evoluzione dei rendimenti a 10 anni in Dollari statunitensi Il tratto lungo della curva americana si attesta ora al di sotto del 2%. Il mercato è ingessato tra attese di rialzi tassi, timori deflazionistici e convinzione che comunque gli eventuali rialzi non saranno troppo pronunciati. ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 6 / 7

Terzo indicatore: La struttura della curva (analisi del differenziale) Differenziale di rendimento, obbligazione statale in Euro (10 anni 2 anni) Il differenziale sembra aver trovato una certa stabilità in area 90. Difficile che si comprima ancora da questi livelli. - Differenziale di rendimento, obbligazione statale in Dollari statunitensi (10 anni 2 anni) Il differenziale 10-2 americano si è portato attorno al livello di 100 bp dopo che la Fed ha iniziato il processo di rialzo tassi. Riteniamo questa una zona di equilibrio. - ufficio Ricerca e Analisi Bollettino mensile no. 3 marzo 2016 Pagina 7 / 7