Regolatori PID. Gianmaria De Tommasi 1. detommas@unina.it. Ottobre 2012 Corsi AnsaldoBreda



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Transcript:

Regolatori PID Gianmaria De Tommasi 1 1 Università degli Studi di Napoli Federico II detommas@unina.it Ottobre 2012 Corsi AnsaldoBreda G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 1 / 38

Outline 1 PID - Legge di controllo 2 Taratura dei PID 3 Problemi implementativi Limitazione dell azione derivativa Desaturazione dell azione integrale Commutazione bumpless G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 2 / 38

Regolatori standard PID - Legge di controllo In ambito industriale le caratteristiche dinamiche dei sistemi controllati possono variare fortemente in base alla particolare applicazione Risulta economicamente conveniente avere delle strutture standard per gli apparati di controllo da configurare in base all applicazione I PID sono regolatori dalla struttura fissata per i quali bisogna effettuare solo la taratura di alcuni parametri G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 3 / 38

PID - Legge di controllo PID - Ragioni del loro successo Il successo del regolatori PID in ambito industriale è dovuto essenzialmente ai seguenti motivi capacità di regolare efficientemente un ampia gamma di processi industriali di diversa natura (termici, meccanici, ecc.) possibilità di realizzazione con diversi tipi di tecnologia (pneumatica, elettronica, ecc.) convenienza ed economicità di avere una struttura standard (abbattimento dei costi di progetto, conduzione e manutenzione, benefici nella gestione dei magazzini) l utilizzo dei PID non necessita della conoscenza di un modello dettagliato del processo da controllare G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 4 / 38

PID - Legge di controllo PID - Schema a blocchi di rifeirmento r(t) - riferimento e(t) - errore di controllo u(t) - variabile di controllo y(t) - grandezza da controllare d(t) - disturbo additivo sull uscita n(t) - rumore di misura G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 5 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - 1 In un regolatore PID la variabile di controllo u(t) viene generata come somma di tre contributi il primo è proporzionale all errore e(t) tra il riferimento r(t) e l uscita da controllare y(t) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 6 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - 1 In un regolatore PID la variabile di controllo u(t) viene generata come somma di tre contributi il primo è proporzionale all errore e(t) tra il riferimento r(t) e l uscita da controllare y(t) il secondo è proporzionale all integrale dell errore e(t) (quindi proporzionale al suo valor medio) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 6 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - 1 In un regolatore PID la variabile di controllo u(t) viene generata come somma di tre contributi il primo è proporzionale all errore e(t) tra il riferimento r(t) e l uscita da controllare y(t) il secondo è proporzionale all integrale dell errore e(t) (quindi proporzionale al suo valor medio) il terzo è proporzionale alla derivata di e(t) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 6 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - 2 L andamento della variabile di controllo u(t) nel dominio del tempo è dato dalla seguente equazione u(t) = K P e(t) + K I t 0 e(τ)dτ + K D de(t) dt K P è il coefficiente dell azione proporzionale o guadagno proporzionale K I è il coefficiente dell azione integrale o guadagno integrale K D è il coefficiente dell azione derivativa o guadagno derivativo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 7 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - 2 Una rappresentazione molto usata è u(t) = K P ( e(t) + 1 T I t 0 ) de(t) e(τ)dτ + T D dt T I = K P /K I è detto tempo integrale (o tempo di reset) T D = K D /K P è detto tempo derivativo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 8 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - Banda proporzionale Nella letteratura tecnica si preferisce specificare l azione proporzionale in termini di banda proporzionale PB, piuttosto che in termini di K P G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 9 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - Banda proporzionale Nella letteratura tecnica si preferisce specificare l azione proporzionale in termini di banda proporzionale PB, piuttosto che in termini di K P La banda proporzionale rappresenta l ampiezza dell errore e(t) (espressa in percentuale del suo valore di fondo scala) che manda l uscita del PID a fondo scala G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 9 / 38

PID - Legge di controllo Legge di controllo ideale - Banda proporzionale Nella letteratura tecnica si preferisce specificare l azione proporzionale in termini di banda proporzionale PB, piuttosto che in termini di K P La banda proporzionale rappresenta l ampiezza dell errore e(t) (espressa in percentuale del suo valore di fondo scala) che manda l uscita del PID a fondo scala La relazione che c è tra BP e K P è K P = 100 BP G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 9 / 38

PID - Legge di controllo Banda proporzionale - Esempio BP = 40% quando l errore e(t) = 0.4e fs, si ha u(t) = u fs K P = 100 40 = 2.5 K P = u(t)/u fs e(t)/e fs G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 10 / 38

PID reale PID - Legge di controllo La legge di controllo del PID reale si ottiene filtrando l azione derivativa ( ) U(s) = K P 1 + 1 T I s + T Ds 1 + s T E(s) D N In questo modo si rende l azione derivativa fisicamente realizzabile G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 11 / 38

PID - Schema a blocchi PID - Legge di controllo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 12 / 38

Azione proporzionale PID - Legge di controllo U P (s) = K P E(s) non introduce sfasamento non garantisce errore nullo a regime per riferimenti r(t) e disturbi additivi d(t) costanti per ottenere errori a regime piccoli sono necessari valori di K P elevati che possono compromettere la stabilità del sistema e rendere il sistema troppo sensibile rumore di misura n(t) è possibile annullare l errore a regime per un dato riferimento sommando un valore costante al termine proporzionale U P (s) = K P E(s) + Ū G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 13 / 38

Azione integrale PID - Legge di controllo U I (s) = K P T I s E(s) assicura che l errore a regime vada a zero per riferimenti r(t) e disturbi additivi d(t) costanti (astatismo) introduce uno sfasamento di 90 in ritardo (può creare problemi per la stabilità del sistema) può causare la saturazione dell attuatore (problema del wind-up integrale) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 14 / 38

Azione derivativa PID - Legge di controllo U D (s) = K PT D s 1 + T D N s E(s) amplifica il rumore n(t) ad alta frequenza, quindi potrebbe danneggiare gli attuatori con valori elevati di u(t) per attenuare questa amplificazione si utilizza il filtraggio e si sceglie N in maniera tale che il polo in N/T D sia fuori dalla banda del sistema a ciclo chiuso (i valori tipici di N sono compresi tra 1 e 5) introduce uno sfasamento di 90 in anticipo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 15 / 38

PID in forma ISA PID - Legge di controllo Le implementazione commerciali del PID realizzano diverse variazioni della legge di controllo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 16 / 38

PID in forma ISA PID - Legge di controllo Le implementazione commerciali del PID realizzano diverse variazioni della legge di controllo L implementazione più diffusa e quella del PID ISA, la cui legge di controllo è ( ) U(s) = K P br(s) Y (s) + 1 E(s) + st D st I 1 + s T (cr(s Y (s)) D N G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 16 / 38

Regole di taratura Taratura dei PID Una delle ragioni del successo dei regolatori PID è che il loro utilizzo non necessita di un modello dettagliato del processo da controllare G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 17 / 38

Regole di taratura Taratura dei PID Una delle ragioni del successo dei regolatori PID è che il loro utilizzo non necessita di un modello dettagliato del processo da controllare Quando non si conosce il modello dell impianto si devono utilizzare delle procedure di taratura, per poter scegliere i guadagni del controllore G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 17 / 38

Regole di taratura Taratura dei PID Una delle ragioni del successo dei regolatori PID è che il loro utilizzo non necessita di un modello dettagliato del processo da controllare Quando non si conosce il modello dell impianto si devono utilizzare delle procedure di taratura, per poter scegliere i guadagni del controllore Queste procedure sono basate su semplici prove sperimentali da eseguire sull impianto e sull utilizzo di formule semi-empiriche che consentono di scegliere i valori dei parametri del controllore G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 17 / 38

Taratura dei PID Relazione tra i parametri di un PID e le specifiche di controllo Stabilità e t a s% K P diminuisce diminuisce diminuisce aumenta T I diminuisce nullo se T I diminuisce aumenta T D migliora se T D 0 non influente non influente diminuisce G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 18 / 38

Taratura dei PID Metodo di Ziegler e Nichols ad anello aperto - 1 Si suppone che il modello semplificato dell impianto sia un modello del primo ordine con ritardo G(s) = µ 1 + st e sτ, con T > 0, τ > 0 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 19 / 38

Taratura dei PID Metodo di Ziegler e Nichols ad anello aperto - 1 Si suppone che il modello semplificato dell impianto sia un modello del primo ordine con ritardo G(s) = µ 1 + st e sτ, con T > 0, τ > 0 Dalla risposta al gradino èpossibile stimare i parametri dell impianto, utilizzando il metodo della tangente, oppure il metodo delle aree G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 19 / 38

Taratura dei PID Metodo di Ziegler e Nichols ad anello aperto - 1 Si suppone che il modello semplificato dell impianto sia un modello del primo ordine con ritardo G(s) = µ 1 + st e sτ, con T > 0, τ > 0 Dalla risposta al gradino èpossibile stimare i parametri dell impianto, utilizzando il metodo della tangente, oppure il metodo delle aree Per stimare i parametri del modello deve essere possibile effettuare una prova ad anello aperto sul processo (senza controllore) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 19 / 38

Taratura dei PID Metodo di Ziegler e Nichols ad anello aperto - 2 Una volta stimati i parametri dell impianto è possibile calcolare i valori dei guadagni del regolatore secondo le relazioni riportate in questa tabella P K P T I T D T µτ PI 0.9 T µτ 3τ PID 1.2 T µτ 2τ 0.5τ G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 20 / 38

Taratura dei PID Metodi di taratura integrali sull errore - 1 I metodi di taratura integrali sull errore mirano a minimizzare i seguenti indici 0 e2 (t)dt, Integral Square Error (ISE) e(t) dt, Integral Absolute Error (IAE) 0 0 t e(t) dt, Integral Time Absolute Error (ITAE) G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 21 / 38

Taratura dei PID Metodi di taratura integrali sull errore - 2 Azione proporzionale K P = Y /µ Azione integrale T I = T /Y Azione derivativa T D = Y T G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 22 / 38

Taratura dei PID Metodi di taratura integrali sull errore - 2 Azione proporzionale K P = Y /µ Azione integrale T I = T /Y Azione derivativa T D = Y T Y = A ( τ T ) B G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 22 / 38

Taratura dei PID Metodi di taratura integrali sull errore - 3 Criterio Regolatore Azione A B IAE P P 0.902-0.985 ISE P P 1.141-0.917 ITAE P P 0.490-1.084 IAE PI P 0.984-0.986 IAE PI I 0.608-0.707 ISE PI P 1.305-0.959 ISE PI I 0.492-0.739 ITAE PI P 0.859-0.977 ITAE PI I 0.674-0.680 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 23 / 38

Taratura dei PID Metodi di taratura integrali sull errore - 4 Criterio Regolatore Azione A B IAE PID P 1.435-0.921 IAE PID I 0.878-0.749 IAE PID D 0.482 1.137 ISE PID P 1.495-0.945 ISE PID I 1.101-0.771 ISE PID D 0.560 1.006 ITAE PID P 1.357-0.947 ITAE PID I 0.842-0.738 ITAE PID D 0.381 0.995 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 24 / 38

Esempio taratura PID - 1 Taratura dei PID Si supponga che la risposta dell impianto ad un gradino di ampiezza 2 sia quella riportata in figura Una possibile stima dei parametri del modello dell impianto è T = 0.6s τ = 0.2s µ = 10 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 25 / 38

Esempio taratura PID - 2 Taratura dei PID Dati i parametri dell impianto stimati nella slide precedente, i guadagni per i tre tipi di regolatori P, PI e PID sono K P T I T D P 0.3 PI 0.27 0.6 PID 0.36 0.4 0.1 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 26 / 38

Esempio taratura PID - 3 Taratura dei PID È possibile osservare che nel caso di regolatore puramente proporzionale l errore a regime è diverso da zero per i regolatori PI e PID l errore a regime è zero il regolatore PID va a regime più velocemente ma con una sovraelongazione maggiore G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 27 / 38

Esempio taratura PID - 4 Taratura dei PID La regole di taratura si basano sulla stima sperimentale dei parametri del modello Con un modello dettagliato dell impianto è possibile ottenere prestazioni migliori utilizzando un PID La traccia nera in figura mostra la risposta di un PID progettato partendo dal modello dettagliato dell impianto G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 28 / 38

Problemi implementativi Limitazione dell azione derivativa - 1 Limitazione dell azione derivativa Nello schema classico di un PID l azione derivativa viene effettuata sulla variabile d errore G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 29 / 38

Problemi implementativi Limitazione dell azione derivativa - 1 Limitazione dell azione derivativa Nello schema classico di un PID l azione derivativa viene effettuata sulla variabile d errore In presenza di un gradino nel segnale di riferimento r(t), l uscita del derivatore, e quindi la variabile di controllo u(t), avrebbe un andamento di tipo impulsivo Questa brusca variazione può provocare la saturazione dell attuatore e, al limite, il suo danneggiamento Inoltre il sistema si potrebbe allontanare dalla condizione di linearità con riferimento alla quale si è progettato il sistema di controllo G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 29 / 38

Problemi implementativi Limitazione dell azione derivativa - 2 Limitazione dell azione derivativa Si preferisce esercitare l azione derivativa sulla sola variabile controllata y(t) Nei PID ISA questo comportamento si ottiene ponendo il coefficiente c pari a 0 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 30 / 38

Problemi implementativi Saturazione dell azione integrale - 1 Desaturazione dell azione integrale Uno schema realistico di un sistema di controllo prevede sempre la presenza di una saturazione nell attuatore Se il sistema di controllo è ben progettato, a regime la variabile di controllo u(t) dovrebbe essere lontana dai livelli di saturazione G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 31 / 38

Problemi implementativi Saturazione dell azione integrale - 2 Desaturazione dell azione integrale Durante i transitori può capitare che u(t) superi i livelli di saturazione Quando u(t) satura il processo evolve con ingresso costante come se fosse a ciclo aperto e quindi non controllato Quando l uscita del controllore u(t) è saturata l azione integrale continua ad integrare l errore e quindi la richiesta di controllo u req (t) continua a crescere, casuando il fenomeno chiamato saturazione o wind-up dell azione integrale G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 32 / 38

Problemi implementativi Saturazione dell azione integrale - 3 Desaturazione dell azione integrale G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 33 / 38

Problemi implementativi Saturazione dell azione integrale - 4 Desaturazione dell azione integrale G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 34 / 38

Problemi implementativi Commutazione bumpless - 1 Commutazione bumpless Un regolatore può essere messo in modalità di funzionamento manuale, nella quale è un operatore umano a selezionare manualmente la variabile di controllo In qualsiasi momento è possibile effettuare la commutazione dalla modalità manuale a quella automatica e viceversa Queste commutazioni devono avvenire senza brusche variazioni della variabile di controllo (commutazioni bumpless). Le commutazioni bumpless evitano transitori indesiderati e possibili danni agli attuatori G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 35 / 38

Problemi implementativi Commutazione bumpless - 2 Commutazione bumpless G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 36 / 38

Problemi implementativi Commutazione bumpless - 3 Commutazione bumpless G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 37 / 38

Bibliografia Appendix P. Bolzern, R. Scattolini and N. Schiavoni Fondamenti di Controlli Automatici McGraw-Hill, 2008 G. Magnani, G. Ferretti and P. Rocco Tecnologie dei Sistemi di Controllo McGraw-Hill, 2007 G. De Tommasi (UNINA) Regolatori PID Napoli - Ottobre 2012 38 / 38