Introduzione LA DIPENDENZA DA INTERNET IN ADOLESCENZA TRA NORMALITÀ E PSICOPATOLOGIA: UNO STUDIO ITALIANO



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Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32, 2, 101-134 LA DIPENDENZA DA INTERNET IN ADOLESCENZA TRA NORMALITÀ E PSICOPATOLOGIA: UNO STUDIO ITALIANO Mauro Di Lorenzo, Matteo Lancini, Chiara Suttora, Tommaso Emanuele Zanella Introduzione La tecnologia e il virtuale attualmente non rappresentano più solamente una opportunità o un possibile mezzo, ma un vero e proprio mondo da cui è molto difficile prescindere; nello scenario che ci si trova ad affrontare la tecnologia enfatizza la costruzione e lo scambio di significati, la produzione di senso, l interazione sociale, la costruzione dell identità e la negoziazione dei contenuti simbolici (Ferri 2010). Secondo una recente ricerca i bambini della attuale generazione sarebbero in grado di interagire correttamente con un computer (accendere, puntare con il mouse, giocare) prima ancora di essere in grado di nuotare, andare in bicicletta o allacciarsi le scarpe (AVG, Digital Skills Study 2010). La tecnologia non è pertanto più interpretabile come uno strumento neutro, ma è diventata un ambiente da abitare, un estensione della mente umana, un mondo virtuale che si intreccia con il mondo reale e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e relazionali. Attraverso lo sviluppo della tecnologia si diffondono di continuo oggetti culturali nuovi e costantemente in evoluzione, capaci di ridisegnare il mondo, di ristabilire il concetto di distanza e la nozione di tempo, di consentire nuove forme di incontro. Una vera e propria rivoluzione, non solo psicologica e sociale, ma probabilmente anche antropologica sta coinvolgendo l uomo del terzo millennio, definito homo tecnodigitalicus (Cantelmi 2010). Non possiamo più parlare di preoccupazioni per il futuro rispetto a desiderati o temuti cambiamenti comunicativi ed espressivi, poiché il cambiamento è già avvenuto e la natura umana si è già modificata, così come si sono modificate le leggi che guidano le relazioni. Come sostiene Galimberti (1999) si può scegliere di vivere o di rimanere in disparte rispetto alla tecnologia, ma la scelta è obbligata dal momento che non si è più di fronte ad un mezzo, ma un vero e proprio mondo. Tali trasformazioni acquisiscono un importanza specifica per gli adolescenti in quanto internet consente loro di proiettarsi nel mondo reale, non solo in quello virtuale e di stabilire con esso una relazione capace di avere un impatto anche nella realtà. Per gli adolescenti alle prese con i compiti di sviluppo e con la battaglia evolutiva che devono affrontare per crescere, internet rappresenta un terreno ideale per la trasposizione virtuale di punti di vista, sogni, desideri, ma anche disagi e problematiche esistenziali (Biolcati 2010). SOTTOMESSO APRILE 2013, ACCETTATO SETTEMBRE 2013 Giovanni Fioriti Editore s.r.l. 101

Il concetto di internet addiction Mauro Di Lorenzo et al. Nella letteratura scientifica è possibile individuare una netta divisione rispetto a come viene valutato l utilizzo di internet da parte dei ragazzi. Da un lato vi è un entusiasmo finanche eccessivo, una visione che considera questi strumenti come una strada irrinunciabile verso il futuro; dall altro il sospetto nei confronti di un mondo parallelo virtuale e pertanto irreale, percepito come potenzialmente minaccioso. Attardi (2001) parla di Tecno-Pessimisti vs Tecno- Ottimisti. Esistono in effetti filoni di ricerca sulle modalità di fruizione della rete che sottolineano un associazione positiva tra uso di internet e livello di interazione sociale (Katz et al. 2001), un miglioramento nella vita relazionale (familiare e amicale) grazie alle mail (Uslander 2000), la possibilità di consolidare precedenti rapporti e crearne di nuovi (Gross 2004), con un conseguente effetto benefico sul piano personale e sociale (Leung e Wei 2000, Mathews 2004). Non mancano tuttavia studi che al contrario sottolineano problematiche psicologiche collegate all uso della rete, dal momento che, come ogni contesto di vita e di crescita, anche internet non è immune da rischi. Ad esempio la stessa funzione di ricerca di informazioni su internet costituirebbe un fattore di rischio rispetto allo sviluppo di condotte disfunzionali, potendo esercitare un influenza altamente negativa sugli atteggiamenti che i ragazzi assumono nei confronti delle sostanze psicoattive, tanto che il 100% del campione di una ricerca, costituito da adolescenti consumatori di sostanze, prima di sperimentarle avrebbe cercato su internet informazioni minimizzanti rispetto ai rischi, oltre che suggerimenti relativi alle modalità di consumo (Boyer et al. 2005). Negli ultimi anni i ricercatori hanno provato ad inquadrare da un punto di vista nosografico l utilizzo esasperato della rete. Vari studi pionieristici hanno portato al centro del dibattito internazionale la possibilità di definire una nuova forma di psicopatologia che renda conto delle problematiche connesse all uso della rete: l Internet Addiction Disorder (IAD) (Griffith e Young 1996). Nel 1996 lo psichiatra americano Ivan Goldberg propose di introdurre una nuova categoria diagnostica, l Internet Addiction Disorder (IAD) e stabilì dei criteri diagnostici per questo disturbo adattando quelli proposti dal DSM-IV per effettuare diagnosi di dipendenza da sostanze. Tale proposta è stata maggiormente strutturata da Griffiths (1998) che ha proposto sei caratteristiche fondamentali per parlare di IAD: dominanza dell attività virtuale nella sfera cognitiva, affettiva e comportamentale, alterazioni del tono dell umore, tolleranza, sintomi di astinenza, conflitti e ricadute rispetto all utilizzo. È tuttavia Kimberly Young (1996, 1998) che porta l Internet Addiction Disorder al centro del dibattito scientifico, spostando il riferimento diagnostico dalle problematiche relative alle sostanze a quelle riscontrabili nei problemi di gioco d azzardo patologico (GAP) e di fatto collocando la dipendenza da internet all interno dei disturbi legati al controllo degli impulsi. I criteri proposti dalla Young per la diagnosi di IAD riguardano fondamentalmente l utilizzo eccessivo della rete (coinvolgimento eccessivo ed eccedente rispetto al previsto, bisogno di passare quantità di tempo sempre maggiori in rete, tentativi di controllare, ridurre o interrompere l uso di internet, reazioni di irritabilità o irrequietezza a seguito dell interruzione della navigazione online) e ricadute negative sul versante personale e relazionale legate ad esso (mettere a repentaglio e perdere una relazione significativa o una occasione scolastica o lavorativa, mentire a figure significative per occultare il proprio coinvolgimento nell uso di internet, utilizzare la rete 102 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia per sfuggire ai problemi o alleviare stati emotivi negativi). Un ulteriore elemento rilevante per la concettualizzazione e la diagnosi di IAD sono gli stati emotivi connessi all esperienza soggettiva di perdita di controllo (Shapira et al. 2000). D altronde sebbene il termine addiction oggi non riguardi più soltanto il riferimento specifico alle sostanze, l accento che spesso viene posto su tale definizione riguarda in particolare la perdita di controllo del comportamento associata a conseguenze negative a livello personale e relazionale. Caretti e La Barbera (2001), modificando in parte la proposta della Young (1998), individuano differenti forme di internet addiction, che rendono conto di come l IAD rimanga un termine molto generico che comprende un enorme varietà di problematiche spesso costruite avendo in mente i comportamenti di soggetti adulti: gioco d azzardo compulsivo online, dipendenza da cybersesso, da cyber-relazioni, da giochi di ruolo online, dalla ricerca spasmodica di informazioni (information overload), trading e shopping online compulsivo. L aspetto caratteristico dello spettro di disturbi legati all uso problematico e patologico di internet è caratterizzato dalla sostituzione della realtà con una realtà mediatica e della saturazione dei bisogni emotivi attraverso esperienze virtuali. In entrambi i casi il pericolo principale è che internet diventi la parte centrale (non una parte) della vita, non il mezzo ma il fine, perdendo la capacità di negoziare con le difficoltà identitarie e relazionali che la realtà propone. Le voci più allarmate vedono quindi internet come un rifugio della mente, un attitudine così regolare da non essere più un involucro transitorio, ma assomigliare piuttosto a uno stile di vita segnato dalla dipendenza, per cui il soggetto può anche giungere ad abitare un mondo onirico o fantastico che trova preferibile al mondo reale (Steiner 1996). Nel corso degli anni si sono accumulate in letteratura diverse proposte ed etichette diagnostiche che hanno sicuramente contribuito a spostare il focus delle ricerche empiriche sulle problematiche legate all uso di internet, ma hanno anche contribuito a creare una situazione di babele diagnostica. Cantelmi (2000) conta fino a 25 definizioni diverse di internet addiction: Internet Dependency (Scherer 1997), Compulsive Internet Use (Greenfield 1999), Compulsive Computer User (Potenza e Hollander 2002), Retomania (Cantelmi 1999) sono solo alcuni esempi della moltitudine di definizioni proposte. Le denominazioni più usate e approvate sono comunque Internet Addiction Disorder (IAD) e Pathological Internet Use (PIU). L internet addiction è un termine ancora controverso ma che definisce un interazione eccessiva con la rete connotata da un rapporto di dipendenza e dominanza, al quale si accompagnano modificazioni dell umore, fenomeni di tolleranza, astinenza, conflitto e rischio di ricadute (Griffiths 1998), al pari di altre dipendenze, in particolare quelle da sostanze psicoattive. Attualmente non esistono ancora criteri universalmente condivisi per la diagnosi di internet addiction, e la sua collocazione specifica sull asse delle psicopatologie resta altrettanto incerta. Il dubbio riguarda se sia da considerarsi più come un disturbo da dipendenza o come una forma da mancato o cattivo controllo degli impulsi (anche se in realtà spesso le due dimensioni coesistono nello stesso soggetto). Per Griffiths, ad esempio (1998), le dipendenze tecnologiche condividono aspetti centrali con altri problemi di dipendenza: dominanza dell agito sul pensiero e sui sentimenti, alterazione Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 103

Mauro Di Lorenzo et al. del tono dell umore, astinenza, tolleranza, conflitti con persone significative e ricadute a fronte di tentativi di smettere. Sono presenti due contrapposte tendenze: da un lato si riconosce che si cerca di utilizzare categorie psicopatologiche per spiegare fenomeni nuovi che nascono dall interazione tra uomo e mondo virtuale senza considerare che è l uomo in primis che sta cambiando (Cantelmi 2000); dall altro si corre il rischio, di fronte a fenomeni emergenti, di etichettare con termini nuovi, talvolta tautologici, fenomeni psichici e psicopatologici nuovi solo nell aspetto superficiale ma antichi a livello profondo (La Barbera 2005). È inoltre sempre più difficile, date le trasformazioni culturali relative all utilizzo della tecnologia, discriminare in modo chiaro quando si ha a che fare con una nuova patologia, o quando al contrario si è di fronte ad un effetto di amplificazione delle patologie già esistenti proprio attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (Cantelmi 1999). È sicuramente possibile andare anche oltre al dubbio se si tratti di una patologia che nasca con internet o dentro internet dal momento che l aspetto importante è il dato di fatto che per alcune persone la rete diventa una perfetta e diabolica soluzione (Nardone e Cagnoni 2002) Secondo alcuni l IAD sarebbe un fenomeno temporaneo destinato ad esaurirsi in modo spontaneo (Widymanto e McMurran 2004), tanto che Wallace parla di malattia dei novellini caratterizzata da un iniziale entusiasmo per il nuovo mondo virtuale da parte dei nuovi utenti che ne rimangono incantati, ma che poi si ridimensiona spontaneamente (Grohol 1999). Si potrebbe parlare di short addiction dal momento che il soggetto stesso critica l infatuazione dopo che si è risolta, ma rappresenta comunque un segnale d allarme proprio perché indice di una vulnerabilità soggettiva a dinamiche additive (La Barbera 2005). Al di là degli aspetti evidenziati, l IAD è una problematica legata ad un uso disfunzionale di internet che provoca sofferenze relazionali e sociali (Cantelmi e Carpino 2005) ed è pertanto indispensabile porsi la questione della capacità di diagnosticare e intervenire in modo clinicamente efficace. Tali considerazioni devono però prendere le distanze da un approccio patologizzante, alla luce della straordinaria diffusione di Internet, specie tra i nativi digitali: la già citata rivoluzione tecnologica, infatti, potrebbe aver comportato una diminuzione della validità del costrutto stesso di IAD, quasi a configurare una nuova normalità. Il presente lavoro si prefigge, tra gli altri, lo scopo di studiare l esistenza e l ampiezza di questo cambiamento. Gli strumenti diagnostici a disposizione A partire dalle molteplici definizioni di IAD, i ricercatori hanno sviluppato diversi strumenti, sotto forma di questionari, per la valutazione delle problematiche connesse ad internet, che tuttavia ripropongono la medesima mancanza di unanimità. A fronte di una vaghezza rispetto alla definizione e ai criteri diagnostici di questo disturbo, ne consegue una corrispettiva confusione relativa agli strumenti diagnostici a disposizione del clinico per identificare tali problemi. I diversi strumenti, come ci si può aspettare, privilegiano di volta in volta una delle varie sottodimensioni del fenomeno, e molti non hanno ancora raggiunto un adeguato livello di validità e attendibilità (Chang e Man Law 2008). Lo strumento attualmente più utilizzato a livello mondiale è l Internet Addiction Test (IAT; 104 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia Young 1998, Chang e Man Law 2008), un questionario di 20 item finalizzato alla valutazione dell uso eccessivo della rete in diversi ambiti di funzionamento. In particolare sono state individuate tre dimensioni valutate dallo IAT: ritiro problemi sociali, gestione del tempo performance e sostituzione della realtà. Per quanto riguarda la realtà italiana, lo strumento più diffuso è l Uso, Abuso e Dipendenza da Internet (UADI; Del Miglio et al. 2001) che valuta il rischio di sviluppare un abuso di internet, la componente psicologica connessa all uso della rete da parte degli utenti e alcune variabili psicopatologiche correlate a tale utilizzo eccessivo. Nel 2005 è stata inoltre proposta una versione dell UADI per adolescenti che ha ridotto gli item a 27 e modificato leggermente le dimensioni indagate dallo strumento (Baiocco et al. 2005). Tabella 1. Strumenti diagnostici per l Internet Addiction Disorder Autore Strumento Dimensioni Goldberg (1996) Brenner (1997) Young (1998) Young (1998) Lin, Tsai (1999) Kappeller, Thomas (1999) Internet Addiction diagnostic criteria Internet-Related Addictive Behavior Inventory (IRABI) Young Diagnostic Questionnaire (YDQ) Internet Addiction Test (IAT) Internet Addiction Scale for Taiwanese high school students (IAST) Internet Addiction Questionnaire (IAQ) Sintomi mutuati dal DSM-IV (gioco d'azzardo patologico) Uso eccessivo di internet Impatto di internet su: prestazioni scolastiche o lavorative, relazioni interpersonali, livello di stress, alterazioni dell'umore, ritiro sociale Ritiro - problemi sociali, gestione del tempo - performance, sostituzione della realtà Tolleranza, uso compulsivo e ritiro, problemi familiari sociali e di salute, problemi interpersonali ed economici, negazione Variabili cognitive, affettive e comportamentali dell'abuso di internet Morahan-Martin, Schumacher (2000) Pathological Internet Use Scale (PIUS) Sintomi mutuati dal DSM-IV (gioco d'azzardo patologico) Caplan (2002) Davis (2002) Clark (2004) Nichols, Niki (2004) General Problematic Internet Use Scale (GPIUS) Online Cognitive Scale (OCS) Internet Consequences Scale Internet Addiction Scale (IAS) Alterazioni dell'umore, percezione di benefici sociali, conseguenze negative, uso compulsivo, tempo eccessivo, ritiro, percezione di controllo Diminuzione del controllo degli impulsi, solitudine, distrazione e benessere sociale Conseguenze fisiche, comportamentali e psicosociali Sintomi mutuati dal DSM-IV-TR (gioco d'azzardo patologico) Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 105

Mauro Di Lorenzo et al. Tabella 1. Continua Marcucci (2004) Chen (2005) Del Miglio (2005) Baiocco et al. (2005) Koh (2007) Cantelmi, Talli (2007) Ceyhan (2007) Demetrovics (2008) Meerker et al. (2009) Internet Trap Test (ITT) Chen Internet Addiction Scale (CIAS) Uso, Abuso e Dipendenza da Internet (UADI) Uso, Abuso e Dipendenza da Internet -2 (UADI-2) - versione per adolescenti K-Scale for Internet Addiction Internet-Related Psychopathology Assessment (IRP-AS) Problematic Internet Usage Scale (PIUS) Problematic Internet Use Questionnaire (PIUQ) Compulsive Internet Use Scale (CIUS) Dipendenza (tolleranza, astinenza, impatto sulla vita reale, ipercoinvolgimento), impulsività (frustrazione, aggressività, rimorsi, pentimenti) e schizoide (difficoltà relazionali, isolamento) Uso compulsivo, ritiro, tolleranza, problemi interpersonali, gestione del tempo Dipendenza, dissociazione, sperimentazione, impatto sulla vita reale Compensazione, dissociazione, impatto sulla vita reale, identità e sessualità Interruzione della vita quotidiana, aspettative positive, deviazioni dal comportamento consueto, tolleranza/ resistenza, preferenza delle relazioni virtuali su quelle reali, difficoltà a distinguere realtà e virtuale, ritiro. Tempo speso online, tipo di attività, grado di coinvolgimento, rischio di tolleranza e dissociazione, motivazioni all'uso Conseguenze negative, benefici / benessere sociale, utilizzo eccessivo Ossessione (es. fissazione patologica su internet, ansia, depressione), trascuratezza, deficit di controllo Utilizzo compulsivo di internet Punti critici degli strumenti a disposizione A fronte di questa vasta gamma di strumenti a disposizione, occorre tenere presenti alcune considerazioni critiche, specie rispetto al loro utilizzo in adolescenza. È bene ricordare che si tratta generalmente di questionari somministrati e compilati online: tale impostazione è soggetta a critiche (Cantelmi 2007) in quanto difficilmente soddisfa criteri di significatività scientifica perché internet non costituisce più un setting neutro (le persone anzi tendono ad esacerbare le proprie problematiche) e perché l elevato tasso di abbandono della compilazione dello strumento nel corso della somministrazione stessa rende difficile la selezione di un campione casuale. Emerge inoltre una pressoché completa mancanza di strumenti costruiti ad hoc per gli adolescenti. Nelle ricerche condotte finora in età evolutiva, infatti, i ricercatori hanno utilizzato questionari creati per un utente generico, spesso un adulto, ma comunque finalizzati a rilevare comportamenti di consumo, problematiche personali e relazionali e ricadute sul funzionamento adattivo tipiche di tale fase del ciclo di vita. Solo in rari casi sono stati utilizzati test specifici 106 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia per soggetti in età evolutiva che non rappresentino versioni ridotte o adattate degli strumenti usati con gli adulti. Se tale aspetto è un punto critico di molti strumenti psicodiagnostici, nati per la popolazione adulta e adattati a quella adolescenziale e/o infantile, nel caso dell internet addiction questo può rappresentare un problema insanabile, anche tenendo in considerazione che i criteri diagnostici del DSM-IV-TR relativi ai disturbi legati all uso e all abuso di sostanze (presi come punto di riferimento da molti autori nella concettualizzazione e nell operazionalizzazione dell uso patologico di internet) sono stati sin dalla pubblicazione del manuale diagnostico oggetto di numerose critiche nella loro applicazione in età evolutiva. Basti pensare che uno dei criteri fondamentali nella valutazione della dinamica delle addiction (IAD compresa), la tolleranza, è particolarmente problematico quando viene applicato al soggetto adolescente, dal momento che non si fa riferimento al periodo di tempo che deve trascorrere perché venga soddisfatto ed è arduo sostenere che un lasso di tempo possa avere la stessa valenza se considerato nella valutazione di un adulto o di un adolescente (Martin et al. 2008). Le trasformazioni psicofisiche cui va fisiologicamente incontro l adolescente, possono inoltre contribuire a far variare di molto e in tempi anche brevi la sensibilità agli stimoli virtuali, senza che ciò sia ascrivibile ad una progressiva problematicità di utilizzo di internet. Le difficoltà di concettualizzazione e di definizione operativa di criteri condivisi per l IAD e conseguentemente nella costruzione di strumenti diagnostici condivisi e sensibili dal punto di vista evolutivo si riverberano altresì nella notevole disparità dei tassi di incidenza dei disturbi riguardanti l uso di internet, che variano notevolmente a seconda del campione e degli strumenti utilizzati. I dati riportati da ricerche italiane sulla percentuale di adolescenti problematici che rischiano di sviluppare un rapporto altrettanto problematico con internet in termini di dipendenza, sono circa il 12%, mentre lo 0,8% rientrerebbe nella categoria degli abusatori mediatici, o retomani e si connoterebbero come affetti da un iper-coinvolgimento ritualistico nei confronti di internet, scarso controllo degli impulsi, necessità di aumentare il tempo da trascorrere davanti al pc, crisi di astinenza, incapacità sociale, insorgenza di problemi medico-legali annessi. Si tratta in particolare di ragazzi con problematiche psicologiche che riguardano prevalentemente il vissuto corporeo, l immagine di sé e una profonda fragilità narcisistica (Vallario 2008). In Europa risultati simili sono stati riscontrati in Grecia - dove il tasso di IA tra gli adolescenti è sempre del 1% (Tsitsika et al. 2009) in Norvegia (2% addicted; 9% a rischio; Johansson e Gotestam 2004) e in Olanda (4,2% di soggetti problematici; Van den Eijnden et al. 2009). La variabilità dei risultati delle ricerche si amplia invece notevolmente prendendo in esame i risultati provenienti dai paesi asiatici, dove si oscilla tra un risultato del 2,4% di una ricerca cinese effettuata su un campione di 2620 adolescenti (12-18 anni; Cao e Su 2006), simile dunque a quello italiano, e al contrario il dato 12,2%-26,6% di un indagine effettuata a Taiwan (Yen et al. 2009) su 8941 giovani. Fattori di rischio nello sviluppo dell IAD In una prospettiva di psicopatologia evolutiva è importante identificare i fattori che possono influenzare la traiettoria dello sviluppo sul versante dell adattamento (fattori di protezione) Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 107

Mauro Di Lorenzo et al. Tabella 2. Ricerche sulla prevalenza dell Internet Addiction Disorder in adolescenza Autori Campione Strumento Nazione Età Numerosità Prevalenza IAD (%) Lin & Tsai (1999) Adolescenti 615 IAST Taiwan 10,00% Chou & Hsiao Giovani adulti (2000) 910 IRABI Taiwan 5,90% Centro Psiche 0,80% (+12,1 a 13-19 2090 IAT Italia Latina (2002-2005) rischio) Johansson & 1,90% (+8,7 a 12-18 3237 YDQ Norvegia Götestam (2004) rischio) Ko et al. (2005a) 12-19 468 CIAS Taiwan 15,80% Ko et al. (2005b) 12-19 454 CIAS Taiwan 19,80% Cao & Su (2006) 12-18 2620 YQD Cina 2,40% Pallanti et al. (2006) 16,67 (media) 275 IAT Italia 5,40% H. Li et al. (2008) 18-22 654 GPIU Cina 13,60% Tsitsika et al. (2009) 15,21 (media) 897 IAT Grecia 1,00% Jang et al. (2008) 13,90 (media) 912 IAT Corea del Sud 4,30% Yen et al. (2009) 14,17 (media) 8941 CIAS Taiwan 12,20-26,60% Ko et al. (2009) 12,36 (media) 2293 CIAS Taiwan 10,80% Van den Eijnden et al. (2009) 10-16 4483 CIUS Olanda 4,20% Fu et al. (2010) 15-19 208 IAT Hong Kong 6,70% o della psicopatologia (fattori di rischio) e dell interazione tra di essi. Oltre ad identificare i criteri diagnostici più sensibili per l IAD, la ricerca si è rivolta alla rilevazione dei diversi fattori, soggettivi e ambientali, che influiscono sulla possibilità di sviluppare comportamenti disfunzionali connessi all uso di internet in adolescenza. Si evidenzia, ad esempio, una maggior prevalenza del disturbo nella popolazione maschile, dal momento che i ragazzi sembrano più dediti ad attività virtuali ad alto gradiente additivo, come i giochi di ruolo, il gioco d azzardo e il sesso virtuale (Morahan-Martin 2000). La maggiore vulnerabilità di genere risulta in accordo con quella rilevata da diversi studi sull abuso di sostanze (Mueser et al. 1990, Brunette et al. 1997, Ibanez et al. 2000, Chou e Hsiao 2000, Ko et al. 2005, Chen et al. 2003, Siomos et al. 2008, Tsai et al. 2009, Bakken et al. 2008). Inoltre, se nei maschi è maggiore la prevalenza di patologia (PIU: Pathological Internet Users), nelle femmine è superiore la percentuale di chi mostra un livello di gravità intermedia (MIU: Maladaptive Internet Users). Oltre al genere diversi studi dimostrano una correlazione negativa tra età e IAD: i più giovani sarebbero maggiormente vulnerabili a questa patologia (Tonioni et al. 2011, Khazaal et al. 2008, Ha et al. 2007, Yang e Tung 2007, Cheng e Peng 2008, Kandell 1998, Chou e Hsiao 2000). 108 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia Risulta importante prendere in considerazione, inoltre, la quantità di tempo trascorso online (Kim e Haridakis 2004). È coerente ipotizzare che gli Internet-addicted trascorrano in media molte ore in rete, come suggerito da diversi studi pubblicati a sostegno di tale intuizione (Young 1998, Widyanto e McMurran 2004, Leung 2004, Chou e Hsiao 2000, Dowling e Quirk 2009). Un soggetto dipendente da Internet può rimanere connesso da 40 a 80 ore alla settimana, con sessioni che possono durare anche 20 ore consecutive (Young 1998, Greenfield 1999). Un livello di 39 ore settimanali per finalità non scolastiche e/o lavorative è ritenuto un possibile cut off che segnala un utilizzo problematico (Young 1998), ma non esistono ancora dati unanimemente accettati circa la variabile tempo di utilizzo. Alcuni autori propongono una media di 20 ore settimanali come cut off clinico (contro le 9 ore medie degli utenti non dipendenti) mentre altri preferiscono indicare in 3,89 ore giornaliere la media di connessione per soggetti con PIU e 3,27 per utenti MIU (Chou e Hsiao 2000, Durkee et al. 2012). Rispetto a specifiche caratteristiche di personalità, sono state rilevate associazioni tra IAD e ostilità o comportamento aggressivo (Yen et al. 2007, 2008; Ko et al. 2007, 2009). Anche la Sensation Seeking è un importante fattore di rischio (Tsai e Lin 2001, Kim e Haridakis 2009, Armstrong et al. 2000), in particolare alcune sue sotto-dimensioni come la disinibizione e la suscettibilità alla noia (Velezmoro et al. 2010). La bassa autostima sembra essere uno dei fattori di rischio più forti (Kim e Davis 2009, Armstrong et al. 2000, Ko et al. 2007, Young e Rogers 1998, Kim e Haridakis 2009) e la fragilità narcisistica in generale appare svolgere un ruolo esplicativo primario nella comprensione dell eziologia del PIU. Anche alti livelli di timidezza sono associati a un moderato aumento del livello di rischio di sviluppare una dipendenza da internet (Caplan 2002, Goulet 2002, Chak e Leung 2004, Yuen e Lavin 2004) sebbene sia interessante osservare che i maschi timidi mostrano nelle relazioni online le medesime difficoltà che riscontrano nelle relazioni reali (Chak e Leung 2004). Gli adolescenti che si sentono soli tentano di superare questa condizione attraverso interazioni sociali online (McKenna e Bargh 2000). Internet ha in questo caso una funzione compensatoria nei confronti dell insoddisfacente sfera relazionale (Papacharissi e Rubin 2000). Un recente studio italiano riporta una correlazione tra IAD e alessitimia (Fiumana et al. 2011) coerentemente con i risultati provenienti dalla ricerca su altre forme di dipendenza, legate a sostanze o a comportamenti, che risultano associate all incapacità di esprimere e riconoscere le proprie emozioni (Ryhakowski et al. 1988, Taylor et al. 1990, Caretti et al. 2005, Parker et al. 2005, Toneatto et al. 2009). Tra i fattori di rischio ambientali, si rileva la correlazione tra livelli di stress e PIU (Lei e Wu 2007, Leung 2007, Li et al. 2009, Yen et al. 2007): l accumulo di stress nell arco del ciclo di vita aumenta il rischio di sviluppare una dipendenza da Internet e in particolare di iniziare ad utilizzare internet per regolare gli stati d animo legati ad una difficoltà di controllo e di gestione dello stress. A questo riguardo è significativa la dimensione temperamentale dell effortful control, definito come la capacità di inibire risposte dominanti e/o di pianificare e di riconoscere gli errori (Rothbart e Bates 2006) che sembra mediare l impatto degli stressor e in particolare la percezione soggettiva degli eventi stressanti, ormai ampiamente riconosciuta come la determinante principale nelle problematiche legate agli stress, più che non l evento in Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 109

Mauro Di Lorenzo et al. sé (Velezmoro et al. 2010). Rispetto invece ai fattori di protezione, un locus of control interno può limitare il rischio di sviluppare una dipendenza da Internet (Chak e Leung 2004, Kim e Haridakis 2009). Si tratta di un fattore protettivo molto significativo sul piano empirico ed evidenzia come gli adolescenti capaci di cogliere il proprio ruolo attivo nel muoversi nel mondo, reale o virtuale che sia, risultino in grado di mantenersi entro un utilizzo sano ed efficace di internet, che viene così inteso come risorsa e non come realtà alternativa (Wallace 1999, Turkle 1995). Per quanto riguarda i disturbi psichiatrici una notevole percentuale di soggetti con diagnosi di PIU, che sfiora il 90%, presenta un disturbo diagnosticabile con il DSM-IV-TR in comorbilità (Block 2008). Una co-occorrenza così frequente in particolare con disturbi di Asse I porta alcuni autori a sostenere l inesistenza di una dipendenza da internet, che potrebbe essere semplicemente l espressione specifica di una pregressa psicopatologia (Bell 2009, Shaffer et al. 2000). I disturbi affettivi, e in particolare la depressione, sono le problematiche più frequentemente associata alla dipendenza da Internet (Carli et al. 2012) e tale associazione, supportata da una consistente mole di lavori empirici, è caratteristica soprattutto dell adolescenza (Tsai e Lin 2003, Ha et al. 2006, Kim et al. 2006, Yen et al. 2007, Ha et al. 2007, Ko et al. 2008, Van den Eijnden et al. 2008, Morrison e Gore 2010, Fu et al. 2010, Cheung e Wong 2011). Nei soggetti che presentano un uso problematico di internet, inoltre, sono presenti di frequente ideazioni suicidarie (Fu et al. 2010, Kim et al. 2006). Anche i disturbi d ansia risultano di particolare rilevanza in adolescenza, specie per quanto riguarda il disturbo ossessivo-compulsivo (Ha et al. 2007, Bakken et al. 2009, Xiuqin et al. 2010) e la fobia sociale (Lin e Tsai 2002, Huang e Leung 2009, Yen et al. 2008, Ko et al. 2008) che, sebbene risulti meno determinante nell emergere dell IAD rispetto ad altri disturbi (Ko et al. 2012), è presente comunque nel 15% dei soggetti dipendenti (Bernardi e Pallanti 2009). I problemi connessi all uso di internet sono inoltre frequentemente in comorbidità con disturbi dello spettro esternalizzante come il deficit di attenzione e iperattività (Yoo et al. 2004, Ha et al. 2006, Yen, et al. 2007, Ko et al. 2008, Ko et al. 2009, Bernardi e Pallanti 2009). Metodologia dello studio Obiettivi La presente ricerca è il risultato di un lavoro svolto dalla sezione dipendenze tecnologiche dell Istituto Minotauro di Milano coordinata da Matteo Lancini. La crescente domanda clinica e la volontà di proseguire gli studi sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie (Lancini e Turuani 2009) sono confluite nel tentativo di approfondire il tema dell internet addiction in adolescenza, di individuare in un campione italiano di adolescenti nativi digitali la percentuale di soggetti a rischio di IAD, di descrivere i loro comportamenti di consumo tecnologico e le loro caratteristiche psicologiche, infine di approfondire le relazioni tra possibili indici di disagio psicologico e livelli di dipendenza da internet. Obiettivi specifici della ricerca sono: migliorare la comprensione dell uso di internet in adolescenza pe verificare se internet può 110 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia rappresentare un ostacolo o una risorsa nell assolvere i compiti evolutivi fase specifici; analizzare la prevalenza dell Internet Addiction Disorder in un campione di nativi digitali italiani e confrontarla con i dati presenti in letteratura; approfondire il livello di funzionamento degli adolescenti a rischio di PIU e confrontarlo con quello degli adolescenti sani rispetto ad alcuni indicatori di disagio psicologico; verificare la validità e la rilevanza clinica degli strumenti attualmente a disposizione per diagnosticare l Internet Addiction Disorder in adolescenza. Campione Il campione della presente ricerca è costituito da 1483 adolescenti in prevalenza ragazzi (63% maschi; 37% femmine) di età compresa tra i 14 e i 21 anni (M = 15,98; DS = 1,40) e che frequentano istituti secondari di secondo grado di Milano e provincia (36,3% Liceo; 63,7% Istituti Tecnici o Professionali). Per quanto riguarda i licei, il 3,7% del campione è iscritto ad un liceo classico, il 13,4% ad un liceo scientifico, l 11,5% ad un linguistico e il rimanente 7,8% ad un socio-psicopedagogico. Strumenti L indagine è stata condotta attraverso un questionario composto da una prima parte relativa ad aspetti socio-anagrafici e ad aspetti specifici del tipo di utilizzo di internet (finalità di utilizzo, strumenti utilizzati per connettersi, tempo trascorso online, tipologie di account posseduti ecc.). La seconda parte è composta da tre questionari ampiamente validati dalla ricerca empirica. 1. L uso e l abuso di nuove tecnologiche è stato valutato mediante l Internet Addiction Test (Young 1998), il primo test validato, nonché il più utilizzato dalla comunità scientifica, per la diagnosi di IAD: si tratta di un questionario che valuta il grado di influenza di Internet nella routine quotidiana, nella vita sociale, nella produttività, nel ciclo del sonno e nei sentimenti. È composto da 20 item che prevedono una risposta su scala Likert a 5 punti rispetto alla frequenza con cui si verificano determinati comportamenti connessi all utilizzo di Internet per motivi non lavorativi né scolastici. Un punteggio superiore a 70 punti è indice di una dipendenza da Internet conclamata, mentre punteggi tra 40 e 69 punti collocano il soggetto nell area di forte rischio di sviluppo di IAD. I soggetti a rischio manifestano frequenti problematiche dovute all utilizzo delle nuove tecnologie. 2. Il livello di autostima è stato rilevato utilizzando il Test Multidimensionale dell Autostima (Bracken 1992, Bergamini e Pedrabissi 2003), uno strumento autosomministrato per adolescenti sino ai 19 anni. Valuta le diverse dimensioni, individuali e relazionali, afferenti al complesso concetto di autostima: relazioni interpersonali, competenza di controllo dell ambiente, emotività, successo scolastico, vita familiare e vissuto corporeo). È composto da 150 item a quattro possibilità di risposta (da è assolutamente vero a non è assolutamente vero ) 3. Per la rilevazione della psicopatologia sono state valutate le problematiche emotive e comportamentali degli adolescenti utilizzando lo Youth Self Report (Youth Self Report; Achenbach 2001), un questionario di autovalutazione composto da 112 item a tre possibilità di Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 111

Mauro Di Lorenzo et al. risposta (0 = Non vero ; 1 = In parte vero ; 2 = Sempre vero ) creato per valutare un ampio spettro di caratteristiche del funzionamento di soggetti tra gli 11 e i 18 anni. Lo Youth Self Report è uno strumento molto utilizzato in ambito clinico e di ricerca e fa parte del più ampio Achenbach System of Empirically Based Assessment (ASEBA). Numerose sottoscale organizzano i risultati del questionario: dall analisi di problematiche legate all internalizzazione (Ansia-Depressione, Ritiro-Depressione, Lamentele somatiche) a problematiche miste (Problemi sociali, Problemi di pensiero, Problemi attentivi); a problematiche legate all esternalizzazione (Comportamento trasgressivo, Comportamento aggressivo); riassunte in un indicatore complessivo delle problematiche totali riportate dall adolescente. Per tutte le scale sono disponibili i punteggi grezzi (ricavabili dalla somma delle risposte del soggetto agli item relativi), i percentili e i punteggi standardizzati espressi in punti T che collocano l adolescente in un range normale (assenza di problemi relativi ad una determinata scala), borderline (problemi superiori alla norma che potrebbero esitare in disturbi conclamati) oppure clinico (che segnala l opportunità di una presa in carico). Analisi Le analisi psicometriche sono state condotte attraverso il software statistico IBM SPSS Statistics versione 19.0. Le analisi descrittive hanno indagato le caratteristiche socio-anagrafiche del campione, i comportamenti di utilizzo di internet per quanto riguarda gli strumenti utilizzati per connettersi e le finalità di tali connessioni, il numero di ore trascorse online e così via, nonché la prevalenza di adolescenti con Internet Addiction Disorder o a rischio di sviluppare tale disturbo. Le analisi esplorative hanno messo a confronto i risultati dello IAT con diversi indicatori di disagio e psicopatologia (TMA; YSR). Per il confronto tra variabili continue sono state svolte correlazioni di Pearson, regressioni lineari semplici o multiple a seconda nel numero di variabili indipendenti. Per l analisi delle differenze tra medie di gruppi sono state scelte ANOVA a una via oppure ANCOVA per valutare gli effetti di variabili categoriali al netto di altre variabili. Nel corso del presente studio sono stati considerati statisticamente significativi p-value inferiori a 0,05 (α<0,05). Risultati 1. L utilizzo di internet e la prevalenza dell Internet Addiction Disorder Come è possibile osservare nella figura 1 lo strumento tecnologico più utilizzato per accedere ad internet è ormai costituito dai computer portatili come i laptop o i netbook (70,9%), seguiti dal PC fisso (51,9%), dagli Smartphone (48%), dalle Console (27,1%) e infine dai Tablet (15%).I partecipanti alla ricerca trascorrono online in media più di due ore al giorno per finalità non scolastiche in una giornata tipo (M=2,68; DS=2,08); tempo che aumenta oltre le tre ore di connessione in una giornata di vacanza (M=3,19; DS=3,18). La maggior parte degli adolescenti si connette a Internet per utilizzare social network come 112 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia Figura 1. Strumenti di accesso a internet. Valori in percentuale Facebook o Twitter (89%) e per visualizzare/ascoltare musica e/o filmati su Youtube o siti di streaming (88,1%) (vedi figura 2). Anche le finalità di ricerca e di acquisizione di informazioni tramite quotidiani online, motori di ricerca o enciclopedie online (68,4%) e di comunicazione con amici, familiari o sconosciuti tramite chat, e-mail, video-chiamate (45,7%) sono ampiamente diffuse. Parte degli adolescenti ricorre a Internet anche per altri scopi: giochi online (32,8%), fare acquisti di oggetti e/o materiale multimediale (19,5%) e condivisione di opinioni su blog o forum (9,9%). Il 22,9% dichiara di utilizzare internet per la ricerca e la visualizzazione di materiale pornografico. Figura 2. Utilizzo di Internet. Valori in percentuale Materiale pornografico Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 113

Mauro Di Lorenzo et al. Indagando su quali social network i soggetti disponessero di un proprio account, come atteso, Facebook rappresenta il sito di maggior diffusione (91,9%), seguito da Youtube (43,5%), Google+ (26%) e Twitter (19,7%), per citare solo i più diffusi. Solo una minima parte del campione riporta di non aver attivato alcun account (3,4%). Interessante rilevare anche l ampiezza della rete di amicizie online: in media i soggetti hanno più di cinquecento amici su Facebook (M=583,45; DS=515,00). Per quanto riguarda l analisi della prevalenza di un utilizzo patologico di Internet tra gli adolescenti italiani emerge che l 1,2% del campione presenta una dipendenza da internet conclamata, mentre il 49% è a rischio di sviluppare un Internet Addiction Disorder. Figura 3. Prevalenza di Internet Addiction Disorder (secondo lo IAT). Valori percentuali 2. Caratteristiche psicologiche e livelli di problematicità associati all internet addiction Gli adolescenti si differenziano nel proprio livello di investimento nel virtuale a seconda di alcune caratteristiche anagrafiche, di alcune dimensioni della propria autostima e infine del livello di problematicità da un punto di vista psicologico. La differenza tra maschi e femmine non è risultata statisticamente significativa, pertanto i punteggi IAT non risentono di un effetto di genere (F (1,1334) =3,307; p=n.s.). In generale i soggetti più giovani (r=-,098; p<,001; vedi tabella 3) e che frequentano un istituto tecnico-professionale (F (1,1335) =22,823; p<,001; η²corretto=,001; tabella 4) riportano punteggi IAT superiori. Le ore di connessione sono correlate ai punteggi IAT sia per una giornata tipo (r=405; p<,001), che per i giorni di vacanza (r=364; p<,001). Tutte le finalità della connessione analizzate correlano positivamente con lo IAT, ad eccezione dell utilizzo di Internet per ricercare informazioni che correla negativamente con l uso patologico di internet (r=-,115; p<,001) e gli utilizzi finalizzati all ascolto di musica, alla visualizzazione di filmati e allo shopping, che non presentano correlazioni significative (vedi tabella 3). 114 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia Tabella 3. Correlazione di Pearson: punteggi IAT e utilizzo di internet Correlazioni IAT Ritiro IAT Gestione tempo IAT Sostituzione realtà IAT Totale Età -,138 ** -,031 -,028 -,098 ** Ore connessione,331 **,323 **,374 **,405 ** Ore in vacanza,341 **,234 **,329 **,364 ** Social Network,079 **,166 **,106 **,128 ** Comunicazione,065 *,115 **,122 **,115 ** Ricerca -,094 ** -,132 ** -,070 ** -,115 ** informazioni Opinioni,093 **,056 *,075 **,087 ** Giochi online,167 **,063 *,039,130 ** Acquisti online,050,041,058 *,049 Musica e filmati -,012 -,011,000 -,002 Pornografia,193 **,115 **,066 *,162 ** N 1367 1431 1443 1324 ** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code) * La correlazione è significativa al livello 0,05 (2-code) Tabella 4. ANOVA: Punteggi IAT e istituto frequentato Gruppo M DS F Sig, η 2 parziale η 2 corretto IAT Totale Liceo 39,141 11,068 22,823 0,000 0,017 0,001 Istituto tecnico 42,046 10,527 Emerge una relazione significativa tra livelli di autostima e utilizzo patologico di internet: sia i punteggi totali del IAT e del TMA (r=-,271; p<,001), sia le relative sottoscale (tabella 5) mostrano associazioni statisticamente significative. Le correlazioni più alte si rilevano tra il punteggio IAT totale e le sottoscale di competenza di controllo dell ambiente (r=-,309; p<,001) e di emotività (r=-,288; p<,001) del TMA. I valori della correlazione sono negativi, in quanto a punteggi maggiori di autostima corrispondono minori livelli di problematiche relative a internet. Tali correlazioni inoltre rimangono significative anche al netto delle variabili sociodemografiche. Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 115

Mauro Di Lorenzo et al. Tabella 5. Correlazione di Pearson: punteggi IAT e punteggi TMA IAT Ritiro Correlazioni IAT Gestione tempo IAT Sostituzione realtà IAT Totale TMA Totale -,237 ** -,267 ** -,176 ** -,271 ** TMA Relazioni -,235 ** -,140 ** -,132 ** -,217 ** TMA Controllo ambientale -,269 ** -,314 ** -,188 ** -,309 ** TMA Emotività -,232 ** -,275 ** -,215 ** -,288 ** TMA Scuola -,192 ** -,340 ** -,162 ** -,274 ** TMA Famiglia -,167 ** -,158 ** -,150 ** -,168 ** TMA Corpo -,131 ** -,146 ** -,113 ** -,155 ** ** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code) * La correlazione è significativa al livello 0,05 (2-code) Anche il livello di problematicità degli adolescenti rilevato attraverso lo YSR (vedi tabelle 6-7) è fortemente associato all Internet Addiction Disorder misurato mediante l IAT. Come è possibile osservare nelle tabelle prendendo in considerazione sia gli indicatori riassuntivi dello YSR (tabella 6 - Problematiche internalizzanti, Problematiche esternalizzanti, Problematiche totali) sia le singole scale sindromiche (tabella 7), emergono correlazioni significative con i punteggi totali dello IAT e con le singole sottoscale di cui si compone lo strumento. Inoltre, tra le correlazioni più deboli è presente la scala Ritiro Depressione, mentre tra le correlazioni più forti emerge il ruolo delle cosiddette problematiche miste, vale a dire le manifestazioni di disagio che non sono considerabili né internalizzanti né esternalizzanti ( Problemi sociali, Problemi di pensiero, Problemi attentivi ). Tabella 6. Correlazione di Pearson: punteggi IAT e indicatori sintetici YSR Correlazioni Gestione Ritiro tempo Indicatori YSR / Scala IAT Sostituzione Realtà IAT Totale Problematiche internalizzanti,263 **,213 **,227 **,276 ** Problematiche Esternalizzanti,249 **,302 **,225 **,285 ** Problematiche totali,373 **,375 **,310 **,409 ** N 1378 1444 1457 1335 ** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code) 116 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

La dipendenza da internet in adolescenza tra normalità e psicopatologia Tabella 7. Correlazione di Pearson: punteggi IAT e scale sindromiche YSR Indicatori YSR / Scala IAT Correlazioni Ritiro Gestione tempo Sostituzione Realtà IAT Totale Ansia - Depressione,249 **,200 **,222 **,263 ** Ritiro - Depressione,198 **,128 **,140 **,190 ** Lamentele somatiche,196 **,188 **,186 **,218 ** Problemi sociali,338 **,240 **,233 **,325 ** Problemi di pensiero,325 **,271 **,257 **,337 ** Problemi attentivi,302 **,417 **,256 **,381 ** Comportamento trasgressivo,212 **,267 **,202 **,248 ** Comportamento aggressivo,240 **,281 **,208 **,269 ** N 1378 1444 1457 1335 ** La correlazione è significativa al livello 0,01 (2-code) Per quanto riguarda le scale sindromiche dello YSR è stata effettuata inoltre una regressione multipla (tabella 8), utilizzandole come variabili indipendenti predittive del punteggio IAT. Interessante notare come, al netto delle altre scale sindromiche, alcune di esse perdano di potere predittivo nei confronti del PIU: Ansia-depressione, Ritiro-depressione, Lamentele somatiche e comportamento aggressivo, infatti, non sembrano più in grado di spiegare varianza dell IAT. Includendo nell analisi anche il TMA non si registrano altre variazioni di rilievo. Il modello di regressione così proposto è in grado di spiegare il 19,9% della varianza dei punteggi IAT (F=37,670; p<,001; AdjR²=,199). Per verificare se i diversi livelli di rischio rispetto a un uso patologico della rete siano differenti anche rispetto ad altri indicatori di disagio o di problematiche psicologiche, sono state condotte una serie di analisi della varianza in cui sono state covariate le variabili età, genere, istituto frequentato e ore di connessione che hanno preso in considerazione i gruppi ricavati dallo IAT (normale, a rischio, addicted), i punteggi totali del TMA e gli indicatori riassuntivi dello YSR e le rispettive sottoscale di entrambi gli strumenti (tabella 9). Le analisi della varianza hanno evidenziato una differenza significativa nei livelli di autostima in base al range di problematicità nell utilizzo di internet (F=28,790; p<,001; η 2 corretto=,031). Con lo stesso approccio sono stati testati i tre gruppi IAT rispetto alle sottoscale TMA, per capire se potessero differire per qualche dimensione particolare dell autostima. Tutti e tre i gruppi presentano punteggi significativamente differenti tra di loro per tutte le sottoscale, ad eccezione delle scale relazioni interpersonali e vita familiare, per le quali non si rilevano differenze statisticamente significative tra gruppo a rischio e gruppo Internet-dipendente ma solo tra gruppo normale e gli altri due. Attraverso i grafici delle medie è possibile osservare come il Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 117

Mauro Di Lorenzo et al. gruppo a rischio IAD riporti punteggi intermedi rispetto agli altri due gruppi (cioè peggiori del gruppo normale e migliori del gruppo addicted) con una lieve tendenza verso il livello meno problematico. Tabella 8. Modello di regressione. Variabile dipendente: IAT R F sig, R 2 Adj R 2 Modello 0,452 37,670 0,000 0,204 0,199 sig, β Predittori TMA Totale 0,000-0,099 Problemi sociali 0,001 0,126 Problemi di pensiero 0,000 0,14 Problemi attentivi 0,000 0,228 Comportamento trasgressivo 0,016 0,083 Variabili escluse Ansia-Depressione 0,443 0,030 Ritiro-Depressione 0,129-0,050 Lamentele somatiche 0,934 0,003 Comportamento aggressivo 0,115-0,006 Tabella 9. ANCOVA: livelli di rischio IAT e indicatori di disagio psicologico Gruppo M DS F Sig, η 2 η 2 parziale corretto TMA Totale IAT - normale 442,03 56,412 28,79 0,000 0,042 0,031 IAT - rischio 418,99 60,083 IAT - addicted 378,18 34,684 YSR Problematiche IAT - normale 12,163 7,618 42,771 0,000 0,061 0,048 internalizzanti IAT - rischio 15,309 8,375 YSR Problematiche esternalizzanti YSR Problematiche totali IAT - addicted 24,857 8,283 IAT - normale 13,089 8,036 26,369 0,000 0,039 0,033 IAT - rischio 17,075 9,275 IAT - addicted 24,214 11,813 IAT - normale 42,412 18,840 70,416 0,000 0,097 0,081 IAT - rischio 55,430 21,986 IAT - addicted 85,571 31,570 118 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2

punteggi significativamente differenti tra di loro per tutte le sottoscale, ad eccezione delle scale relazioni interpersonali e vita familiare, per le quali non si rilevano differenze statisticamente significative tra gruppo a rischio e gruppo Internet-dipendente ma solo tra gruppo normale e gli altri due. Attraverso i grafici delle medie è possibile osservare come il gruppo a rischio IAD riporti punteggi intermedi rispetto agli altri due gruppi (cioè peggiori del gruppo normale e migliori del gruppo addicted) La dipendenza con una lieve da internet tendenza in verso adolescenza il livello tra normalità meno problematico. e psicopatologia Figura 4. Medie punteggi TMA suddivisione per gruppi identificati con l IAT Figura 4. Medie punteggi TMA suddivisione per gruppi identificati con l IAT totali dello YSR in particolare si mostrano notevolmente differenti a seconda del livello dipendenza da internet presentato dagli adolescenti (F=70,416; p<,001; η 2 corretto=,081); così c avviene per le problematiche internalizzanti (F=42,771; p<,001; η 2 corretto=,048); e problematiche esternalizzanti (F=26,369; p<,001; η 2 corretto=,033). In sintesi, i tre gr identificati con lo IAT differiscono tra loro in maniera significativa nei livelli di psicopatolo indipendentemente dalla tipologia di problematica. Come per il TMA, le figure 5-6 riporta punteggi grezzi medi ottenuti dagli adolescenti suddivisi in base al livello di gravità dell IAD TMA per gli indicatori complessivi dello YSR, sia per le singole scale sindromiche. Figura 5. Medie punteggi grezzi scale sindromiche YSR suddivisione per gruppi identificati con Figura l IAT5. Medie punteggi grezzi scale sindromiche YSR suddivisione per gruppi identificati con l IAT Risultati simili emergono dalle analisi della varianza condotte prendendo in considerazione i livelli di problematicità e di disagio psicologico misurati dallo YSR (punteggi grezzi). Le problematiche 15 YSR Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2 119 Figura 6. Medie punteggi grezzi indicatori riassuntivi YSR suddivisione per gruppi identificati con l IAT

Mauro Di Lorenzo et al. Figura 6. Medie punteggi grezzi indicatori riassuntivi YSR suddivisione per gruppi identificati Figura 6. Medie punteggi grezzi indicatori riassuntivi YSR suddivisione per gruppi identificati con l IAT con l IAT YSR Risultati simili emergono dalle analisi della varianza condotte prendendo in considerazione i livelli di problematicità e di disagio psicologico misurati dallo YSR (punteggi grezzi). Le problematiche totali dello YSR in particolare si mostrano notevolmente differenti a seconda del livello di dipendenza da internet presentato dagli adolescenti (F=70,416; p<,001; η 2 corretto=,081); così come avviene per le problematiche internalizzanti (F=42,771; p<,001; η 2 corretto=,048); e le problematiche esternalizzanti (F=26,369; p<,001; η 2 corretto=,033). In sintesi, i tre gruppi identificati con lo IAT differiscono tra loro in maniera significativa nei livelli di psicopatologia, indipendentemente dalla tipologia di problematica. Come per il TMA, le figure 5-6 riportano i punteggi grezzi medi ottenuti dagli adolescenti suddivisi in base al livello di gravità dell IAD, sia per gli indicatori complessivi dello YSR, sia per le singole scale sindromiche. 1 3. Il profilo degli adolescenti Internet Addicted Ai fini di una maggiore comprensione degli adolescenti diagnosticabili come internet addicted sono stati selezionati i soggetti con punteggi IAT che superano il cut off clinico. I 16 soggetti classificati come Internet-dipendenti sono equamente suddivisi in maschi (50%) e femmine (50%), con un età media di circa 15 anni (M=15,38; DS=1,02); metà di essi frequentano un liceo (50%), la restante parte un istituto tecnico-professionale. Utilizzano Internet prevalentemente per social network (100%), fruizione di musica e filmati (87,5%), 120 Psichiatria e Psicoterapia (2013) 32,2