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Transcript:

IL LAVORO E LA CRISI NELLE MARCHE VERSO IL PIANO DEL LAVORO 1 2 3 4 5 6 7 8 OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE: I trimestre 2013 (fonte: ISTAT) CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI: I semestre 2013 (fonte: INPS) DISOCCUPAZIONE E MOBILITA : gennaio maggio 2013 (fonte: INPS) LISTE DI MOBILITA : I trimestre 2013 (fonte: Regione Marche) AVVIAM. AL LAVORO E PRECARIETA _I trimestre 2013 (fonte: Regione Marche) LAVORO NERO E IRREGOLARE_2012 (fonte: Direzione Regionale del Lavoro) TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO_2012 (fonte: Regione Marche) LAVORATRICI MADRI E DIMISSIONI PER MATERNITA _2012 (fonte: Direzione Regionale del Lavoro) GIUGNO 2013

1 _OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE I TRIMESTRE 2013: DISOCCUPAZIONE ALL 11,4 E 80 MILA PERSONE IN CERCA DI LAVORO La crisi sta rendendo sempre più grave l emergenza lavoro nelle Marche: sono 14.000 i posti di lavoro persi in un anno e 80.000 i disoccupati, con un tasso di disoccupazione che balza all 11,4, battendo un nuovo record negativo. E l allarmante quadro occupazionale che emerge dai dati diffusi dall Istat ed elaborati dall IRES CGIL Marche, relativi al primo trimestre del 2013. Nel periodo gennaio marzo del 2013 il numero degli occupati è pari a 622 mila unità, ovvero, 14 mila in meno rispetto allo stesso periodo dell anno precedente ( 2,3). Un calo che interessa prevalentemente il lavoro dipendente ( 2,6, pari a 12 mila unità) e in particolare gli uomini che pagano il prezzo più alto della crisi con 15.000 posti di lavoro persi ( 4,1), in minima parte compensati dal debole incremento del numero di lavoratrici dipendenti (+0,1). In calo anche il lavoro autonomo ( 1,3), una riduzione che riguarda solo gli uomini, mentre il numero delle lavoratrici autonome torna a registrare una crescita. Aggravano il quadro i dati sulla disoccupazione con un tasso che sale prepotentemente all 11,4: un valore mai raggiunto finora nei 20 anni di rilevazioni trimestrali dell ISTAT, pari a 2,6 punti in più rispetto allo stesso periodo dell anno scorso. La disoccupazione femminile raggiunge il livello record del 12,7, mentre quella maschile si attesta sul 10,4. Coloro che cercano lavoro salgono così a 80 mila persone, 18 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011, equamente suddivisi tra uomini e donne. Particolarmente allarmante è il dato di coloro che cercano il lavoro dopo aver perso quello che avevano: un esercito di 45.000 senza lavoro, 13.000 in più rispetto al I trimestre 2012 (+38,6). Preoccupa poi il numero crescente di coloro che cercano lavoro per la prima volta: altre 14 mila persone che tentano inutilmente di entrare nel mercato del lavoro; Occorre ricordare che il 2012 si è chiuso con un quadro allarmante sul fronte dei giovani con una disoccupazione tra gli under 24 anni che nelle Marche ha raggiunto la cifra record del 28,6: dunque nelle Marche ben più di un giovane su quattro non riesce a trovare lavoro, una dramma che si somma alla piaga della precarietà che riguarda il 91 delle assunzioni. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 2

Questi dati sono impressionanti soprattutto se associati all enorme incremento delle richieste di cassa integrazione registrato nei primi mesi dell anno dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria della CGIL Marche. Dunque il 2013 si prefigura come altro anno orribile per il mondo del lavoro dopo cinque lunghi anni di crisi e difficoltà. Per questo è assolutamente necessario che, anche nella nostra regione, il lavoro torni al centro delle scelte politiche ed economiche. Il Mercato del Lavoro nelle Marche nel I trimestre 2013 I trim. 2009 I trim. 2010 I trim. 2011 I trim. 2012 I trim. 2013 differenza 2013 12 Occupati 658.000 653.000 641.000 636.000 622.000 14.000 di cui donne 289.000 279.000 278.000 273.000 274.000 1.000 persone in cerca di occupazione di cui: 42.000 38.000 45.000 62.000 80.000 18.000 ex occupati 26.000 21.000 21.000 32.000 45.000 13.000 senza precedenti esperienze lavorative 6.000 6.000 11.000 11.000 14.000 3.000 tasso di disoccupazione 6,0 5,5 6,6 8,9 11,4 4,6 tasso disoccupazione femminile 5,6 7,4 8,1 11,0 12,7 1,5 tasso disoccupazione giovanile (medie annuali) 22,6 15,5 23,8 28,6 Elab. IRES CGIL Marche dati Istat 14 Tasso disoccupazione - I trimestre 1993-2013 12 10 8 6 4 2 0 maschi f emmine 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 3

2 _CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI I SEMESTRE 2013: NELLE MARCHE AUMENTA LA CIG STRAORDINARIA TRA MAGGIO E GIUGNO, +37 RISPETTO AI PRIMI SEI MESI DEL 2012 Dai dati resi noti dall INPS ed elaborati dall IRES CGIL Marche risulta che a giugno 2013 sono stati richiesti nelle Marche 2,8 milioni di ore di CIG, di cui 686mila di CIG ordinaria, 1,2 milioni di CIG straordinaria ed 935mila di CIG in deroga. Se a giugno le ore autorizzate sono complessivamente diminuite del 28 rispetto a maggio, soprattutto per effetto della dinamica della CIG ordinaria, considerando il valore complessivo della CIG dall inizio dell anno si evidenzia un aumento delle ore richieste e concesse: +36,9 rispetto ai primi sei mesi del 2012 e più che raddoppiate rispetto al periodo gennaio giugno del 2009. Le ore di CIG ordinaria richieste ed autorizzate diminuiscono in modo generalizzato sia rispetto a maggio 2013 (62), sia rispetto a giugno 2012 ( 27,5). Lo scenario cambia se consideriamo il periodo gennaio giugno : nel 2013 le ore di CIG ordinaria sono il doppio rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012 e superano del 51 l ammontare del 2009. Le ore di CIG straordinaria crescono rispetto a maggio del 17,5 e sono circa allo stesso livello del giugno 2012 (+2,3). Gli incrementi si confermano anche per il monte ore cumulato gennaio giugno : +27 rispetto ai primi sei mesi del 2012 ed ore raddoppiate rispetto al 2009. Nel settore meccanico la cassa straordinaria aumenta tra maggio e giugno del 35,4 (571mila ore) ed in quello calzaturiero del 48,7 (64mila euro). A giugno si riducono le ore di CIG in deroga ( 12,4 rispetto a maggio) in molti settori: su tale variazione, che in apparenza potrebbe avere una valenza positiva, pesa l incertezza delle risorse necessarie al rifinanziamento degli ammortizzatori. Si osservano incrementi per la chimica (+41, 24mila ore) ed il calzaturiero (+78,7, 204mila ore). Considerano il periodo gennaio giugno la CIG in deroga aumenta rispetto ai primi sei mesi del 2012 del 7,4. Le ore di CIG richieste ed autorizzate in provincia di Ancona a giugno 2013 sono state 1 milione, di cui 272mila di Cassa integrazione ordinaria, 559mila di CIG straordinaria e 226mila di Cassa in deroga. Le ore autorizzate sono diminuite del 49 rispetto ad maggio ma sono aumentate del 47 rispetto al giugno del 2012. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 4

La CIG ordinaria diminuisce a giugno rispetto a maggio del 78,8, ma cresce del 35,2 sul giugno 2012. Il dato più preoccupante riguarda il monte ore cumulato per i primi sei mesi dell anno: nel 2013 è pari a 5 milioni di ore, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2012. La CIG straordinaria cresce da ogni punto di vista: +9,4 tra maggio e giugno 2013; raddoppia a giugno 2013 rispetto a giugno 2012. Anche considerando il valore della CIG straordinaria nel periodo gennaio giugno si osserva un incremento del 33 rispetto ai primi sei mesi del 2012. Incrementi si registrano tra maggio e giugno nei settori della meccanica (+15; 372mila ore) e, soprattutto, della chimica (119mila ore). A giugno si riducono le ore di CIG in deroga: 117,3 rispetto a maggio e 18,1 rispetto a giugno 2012. Cresce, invece, la CIG in deroga nei primi sei mesi del 2013 del 12,4 rispetto allo stesso periodo del 2012. Nonostante la variazione complessiva negativa tra maggio e giugno, la CIG in deroga aumenta nel settore del tessile abbigliamento (da mille a seimila ore) e delle calzature (da mille a novemila ore) Le ore di CIG richieste ed autorizzate in provincia di Ascoli Piceno e Fermo a giugno 2013 sono state 573mila, di cui 163mila di Cassa integrazione ordinaria, 104mila di CIG straordinaria e 305mila di Cassa in deroga. Le ore autorizzate sono aumentate rispetto alla rilevazione di maggio del 32,7 e sono più che raddoppiate rispetto al mese di giugno del 2012. Inoltre, considerando il valore cumulato dei primi sei mesi dell anno, si osserva che il monte ore per il 2013 supera del 35,3 quello del 2012 ed è quasi doppio rispetto al valore del 2009. La CIG ordinaria aumenta rispetto a maggio del 7,5 ed è circa il triplo in confronto al valore di giugno 2012. L incremento si rileva anche considerando il valore complessivo per i primi sei mesi dell anno. A livello di singoli settori gli aumenti più significativi interessano i settori del mobile (15mila ore) e della meccanica (85mila ore), in cui, rispetto al mese di maggio, le ore di CIG sono, rispettivamente, raddoppiate e quasi triplicate. La CIG straordinaria a giugno ammonta a 104mila ore ed è aumentata rispetto a maggio del 24,3. Se consideriamo il monte ore cumulato per il periodo gennaio giugno, invece, si osserva una riduzione tra 2012 e 2013 ( 21,7). Nel settore calzaturiero la cassa in deroga aumenta di quasi cinque volte rispetto a maggio, raggiungendo quota 47mila ore. La CIG in deroga aumenta da ogni punto di vista: +56 rispetto a maggio, +88 rispetto a giugno 2012 ed anche considerando il monte ore complessivo per il periodo gennaiogiugno si osserva un incremento sia rispetto al 2012 (+42,6), sia rispetto al 2009. La CIG in deroga nel calzaturiero tra maggio e giugno raddoppia arrivando a 136mila ore. Le ore di CIG richieste ed autorizzate in provincia di Macerata a giugno 2013 sono state 499mila, di cui 114mila di Cassa integrazione ordinaria, 191mila di CIG straordinaria e 194mila di Cassa in deroga. Le ore autorizzate a giugno 2013 sono diminuite complessivamente rispetto a maggio del 12,5 mentre risultano aumentate in confronto al mese di giugno del 2012 (+43). La situazione risulta particolarmente critica anche considerando i primi sei mesi del 2013: le ore di CIG richieste ed autorizzate, infatti, risultano superiori dell 11,5 rispetto allo stesso periodo del 2012 e più che raddoppiate in confronto al 2009. La CIG ordinaria diminuisce del 19 rispetto alla rilevazione di maggio per decrementi diffusi nella maggior parte dei settori. Tuttavia, rispetto al mese di giugno del 2012 si ha un Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 5

incremento del 35,5; inoltre, sommando la CIG dei primi sei mesi dell anno, il 2013 supera il 2012 del 14,5. La CIG straordinaria è praticamente stabile rispetto a maggio (+0,8), mentre risulta molto aumentata in confronto al valore di giugno 2012 (+74). Incrementi si osservano anche considerando il monte ore dei primi sei mesi dell anno: +44,5 tra 2012 e 2013. A giugno si riducono le ore di CIG in deroga del 19 su maggio, mentre aumentano in confronto al giugno 2012. Le ore di CIG rich ieste ed autorizzate in provincia di Pesaro e Urbino a giugno 2013 sono state 654mila, di cui 136mila di Cassa integrazione ordinaria, 308mila di CIG straordinaria e 210mila di Cassa in deroga. Le ore autorizzate a giugno 2013 sono inferiori rispetto al valore di maggio del 19,2, come anche rispetto al giugno 2012 ( 22). Considerando il monte ore complessivo dall inizio dell anno, invece, il valore del 2013 supera quello del 2012 del 4,6 ed è più che raddoppiato rispetto a quello riferito al 2009. La CIG ordinaria diminuisce tra maggio e giugno del 45 e del 16 rispetto a giugno 2012. La CIG straordinaria aumenta del 50 rispetto a maggio e del 54 rispetto a giugno 2012. Inoltre, considerando il periodo gennaio giugno, le ore di CIG nel 2013 superano quelle del 2012 del 38,6. Nel settore della meccanica si passa dalle 39mila ore di maggio alle 158mila di giugno. A maggio si riducono le ore di CIG in deroga sia rispetto a maggio ( 41,4), sia rispetto a giugno 2012 ( 56). Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 6

TABELLE 1 Ore di CIG nelle Marche e nelle province: valore mensile MARCHE maggio 2013 giugno 2012 giugno 2013 giu.'13/mag.'13 giu.'13/giu.'12 ordinaria 1.825.724 946.285 685.859 62,4 27,5 straordinaria 988.988 1.136.759 1.162.381 17,5 2,3 in deroga 1.067.446 1.616.995 935.193 12,4 42,2 TOTALE 3.882.158 3.700.039 2.783.433 28,3 24,8 ANCONA maggio 2013 giugno 2012 giugno 2013 giu.'13/mag.'13 giu.'13/giu.'12 ordinaria 1.285.300 201.074 271.912 78,8 35,2 straordinaria 511.057 239.996 558.929 9,4 132,9 in deroga 273.548 276.335 226.201 17,3 18,1 TOTALE 2.069.905 717.405 1.057.042 48,9 47,3 ASCOLI P. E FERMO maggio 2013 giugno 2012 giugno 2013 giu.'13/mag.'13 giu.'13/giu.'12 ordinaria 151.688 46.927 163.080 7,5 247,5 straordinaria 84.000 16.482 104.389 24,3 533,4 in deroga 195.859 162.425 305.220 55,8 87,9 TOTALE 431.547 225.834 572.689 32,7 153,6 MACERATA maggio 2013 giugno 2012 giugno 2013 giu.'13/mag.'13 giu.'13/giu.'12 ordinaria 141.518 84.437 114.398 19,2 35,5 straordinaria 189.489 109.735 190.976 0,8 74,0 in deroga 239.944 155.043 194.036 19,1 25,1 TOTALE 570.951 349.215 499.410 12,5 43,0 PESARO URBINO maggio 2013 giugno 2012 giugno 2013 giu.'13/mag.'13 giu.'13/giu.'12 ordinaria 247.218 162.079 136.469 44,8 15,8 straordinaria 204.442 200.053 308.087 50,7 54,0 in deroga 358.095 478.889 209.736 41,4 56,2 TOTALE 809.755 841.021 654.292 19,2 22,2 Ore di CIG nelle Marche e nelle province: valore cumulato periodo "gennaio giugno" MARCHE 2009 2010 2011 2012 2013 2013/12 2013/09 ordinaria 5.702.275 5.439.332 2.913.497 4.113.253 8.627.847 109,8 51,3 straordinaria 2.888.971 5.473.816 5.214.063 5.064.069 6.428.700 26,9 122,5 in deroga 610.775 6.722.721 7.452.763 8.448.037 9.074.438 7,4 1385,7 TOTALE 9.202.021 17.635.869 15.580.323 17.625.359 24.130.985 36,9 162,2 ANCONA 2009 2010 2011 2012 2013 2013/12 2013/09 ordinaria 1.937.333 2.133.907 1.241.842 1.509.018 5.331.988 253,3 175,2 straordinaria 1.387.058 1.948.184 2.143.952 2.252.562 2.996.602 33,0 116,0 in deroga 94.367 1.522.007 1.912.791 2.489.288 2.797.752 12,4 2864,8 TOTALE 3.418.758 5.604.098 5.298.585 6.250.868 11.126.342 78,0 225,4 ASCOLI P. E FERMO 2009 2010 2011 2012 2013 2013/12 2013/09 ordinaria 963.799 798.685 484.287 674.055 1.294.487 92,0 34,3 straordinaria 671.554 1.220.792 696.738 846.203 662.802 21,7 1,3 in deroga 366.318 1.908.805 2.281.622 1.373.192 1.957.791 42,6 434,5 TOTALE 2.001.671 3.928.282 3.462.647 2.893.450 3.915.080 35,3 95,6 MACERATA 2009 2010 2011 2012 2013 2013/12 2013/09 ordinaria 888.496 647.368 406.895 608.724 696.905 14,5 21,6 straordinaria 558.130 862.208 985.842 766.760 1.107.891 44,5 98,5 in deroga 84.734 1.208.599 1.127.426 1.756.356 1.688.510 3,9 1892,7 TOTALE 1.531.360 2.718.175 2.520.163 3.131.840 3.493.306 11,5 128,1 PESARO URBINO 2009 2010 2011 2012 2013 2013/12 2013/09 ordinaria 1.912.647 1.859.372 780.473 1.321.456 1.304.467 1,3 31,8 straordinaria 272.229 1.442.632 1.387.531 1.198.544 1.661.405 38,6 510,3 in deroga 65.356 2.083.310 2.130.924 2.829.201 2.630.385 7,0 3924,7 TOTALE 2.250.232 5.385.314 4.298.928 5.349.201 5.596.257 4,6 148,7 1 I dati relativi alla CIG con il dettaglio per settore (Marche e province) sono disponibili sul sito dell IRES Marche nella sezione Mercato del lavoro Cassa Integrazione Guadagni Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 7

3 _DISOCCUPAZIONE E MOBILITA OLTRE 47MILA DOMANDE DI DISOCCUPAZIONE E MOBILITÀ NEI PRIMI CINQUE MESI DEL 2013 Se il 2012 si è rivelato l anno peggiore dall inizio della crisi, giunti quasi a metà del 2013 i segnali non sono confortanti. Nei primi cinque mesi dell anno sono pervenute all INPS quasi 48mila domande di disoccupazione, ASpI e mobilità, 34 in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Sebbene a livello territoriale le dinamiche siano diversificate, spiccano alcune situazioni particolarmente preoccupanti: Macerata, Civitanova Marche, Pesaro. Le domande di indennità di disoccupazione ordinaria e ASpI ammontano a 18mila, 17,6 rispetto allo stesso periodo del 2012; 25mila sono le domande di indennità di disoccupazione a requisiti ridotti e mini ASpI, in aumento del 9,4. A coloro che perdono il lavoro a causa di licenziamenti individuali o per la scadenza del termine di contratto si aggiungono quelli che perdono il lavoro a seguito di licenziamenti collettivi, secondo la L.223/91. Nei primi cinque mesi del 2013 hanno richiesto l indennità di mobilità 4.534 lavoratori, ben mille e ottocento in più rispetto allo stesso periodo del 2012, pari a +69,2. Rimane infine drammaticamente aperto il problema dei lavoratori licenziati da aziende fino a 15 dipendenti, non essendo stata prorogata nella Legge di Stabilità la possibilità per tali lavoratori di iscriversi nelle liste di mobilità non indennizzata previste dalla Legge 236/93, con sgravi contributivi per le aziende che li assumono: ciò penalizza ulteriormente lavoratori e imprese già pesantemente colpiti dalla crisi, rendendo ancora più difficili le assunzioni.. E un sistema produttivo frantumato dagli effetti della crisi e su cui gravano le conseguenze nefaste delle scelte normative degli ultimi anni. Per questo serve avviare un'opera di vera e propria ricostruzione alla quale la CGIL contribuirà con il suo Piano del Lavoro. Dal primo gennaio, vigono le nuove misure previste dalla L. 92/2012 (legge Fornero ), Aspi e MiniAspi. Per quanto riguarda quest ultima, se è positivo il fatto che venga erogata subito anziché l anno successivo, come avveniva per l indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, la sua durata, Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 8

pari alla metà delle settimane di contribuzione, determina un abbassamento sensibile degli importi percepiti dai lavoratori rispetto alla disoccupazione a requisiti ridotti (circa 20). Secondo la Cgil, penalizzazioni si scontano anche per la contribuzione figurativa, con l aggravante che ciò accade per i lavoratori precari e con lavori discontinui. Inoltre, il requisito di 13 settimane di contribuzione, anziché 78 giornate, può escludere ulteriormente coloro che hanno periodi di lavoro discontinui e un accentuata frammentazione lavorativa. Domande di ASPI, Mini Aspi, disoccupazione e mobilità pervenute all'inps periodo gennaio maggio 2012 2013 2013 12 2013/12 Aspi e indennità di disoc.ordinaria 22.353 18.410 3.943 17,6 Mini Aspi e indennità disoc. requisiti ridotti 22.668 24.791 2.123 9,4 indennità di mobilità 2.680 4.534 1.854 69,2 totale 47.701 47.735 34 0,1 Dati INPS Marche Elab. IRES CGIL Marche Domande di ASPI, Mini Aspi, disoccupazione e mobilità pervenute all'inps periodo gennaio maggio Provincia sede INPS 2012 2013 2013 12 2013/12 Ancona 5.007 5.299 292 5,8 Fabriano 2.378 2.081 297 12,5 Ancona Jesi 2.062 2.120 58 2,8 Osimo 2.411 2.302 109 4,5 Senigallia 2.907 2.840 67 2,3 totale 14.765 14.642 123 0,8 Ascoli P. 3.610 3.422 188 5,2 Ascoli Piceno S. Benedetto del T. 3.795 3.931 136 3,6 totale 7.405 7.353 52 0,7 Fermo Fermo 5.277 4.405 872 16,5 Macerata 2.990 3.338 348 11,6 Camerino 1.025 936 89 8,7 Macerata Civitanova M. 2.777 3.467 690 24,8 Tolentino 1.689 1.346 343 20,3 totale 8.481 9.087 606 7,1 Pesaro 4.144 4.894 750 18,1 Fano 3.428 3.481 53 1,5 Pesaro Urbino Fossombrone 2.259 1.952 307 13,6 Urbino 1.942 1.921 21 1,1 totale 11.773 12.248 475 4,0 MARCHE 47.701 47.735 34 0,1 Dati INPS Marche Elab. IRES CGIL Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 9

4 _LISTE DI MOBILITA LE LISTE DI MOBILITA : I DATI DEL I TRIMESTRE 2013 Sono 2.370 i lavoratori collocati in mobilità nel primo trimestre del 2013 a seguito di crisi aziendali, 1.144 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012 ( 32,6). Gli iscritti nelle liste di mobilità indennizzata sono 1.155, pari a 367 in più rispetto all anno precedente. L andamento risente del mancato rifinanziamento, stabilito dalla Legge 228/2012 (Legge di Stabilità), della possibilità per i lavoratori e lavoratrici licenziati da imprese escluse dalla CIGS di iscriversi alla lista di mobilità non indennizzata previste dalla Legge 236/93, assicurando così all'impresa che volesse assumerli di beneficiare degli sgravi contributivi previsti dall'ordinamento. Nelle Marche, con un alta incidenza di piccole imprese, per molte persone le opportunità lavorative sono sfumate per l impossibilità per l'impresa di potersi giovare degli sgravi. Com è facilmente immaginabile, questi problemi, in un clima diffuso di difficoltà e incertezze alimentano ulteriormente frustrazione e disperazione. Pertanto, è necessario ripristinare al più presto, le risorse necessarie a finanziare gli sgravi per le imprese che assumano tali lavoratori. Iscritti nelle liste di mobilità per indennità 2011 2012 2013 Indennizzata 1.009 788 1.155 367 46,6 146 14,5 Non indennizzata 2.190 2.726 1.215 1.511 55,4 975 44,5 totale 3.199 3.514 2.370 1.144 32,6 829 25,9 Iscritti nelle liste di mobilità per sesso 2011 2012 2013 maschi 1.663 1.923 1.416 507 26,4 247 14,85 femmine 1.536 1.591 954 637 40,0 582 37,89 totale 3.199 3.514 2.370 1.144 32,6 829 25,91 Iscritti nelle liste di mobilità per cittadinanza 2011 2012 2013 italiani 2.715 2.939 2.028 911 31,0 687 25,30 stranieri 484 575 342 233 40,5 142 29,34 totale 3.199 3.514 2.370 1.144 32,6 829 25,91 Iscritti nelle liste di mobilità per provincia 2011 2012 2013 Pesaro Urbino 618 861 490 371 43,1 128 20,71 Ancona 1.088 1.023 954 69 6,7 134 12,32 Macerata 661 695 587 108 15,5 74 11,20 Fermo 365 392 106 286 73,0 259 70,96 Ascoli Piceno 467 543 233 310 57,1 234 50,11 MARCHE 3.199 3.514 2.370 1.144 32,6 829 25,91 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 10

Settori (aggregato) 2011 2012 2013 Iscritti nelle liste di mobilità per settore Agricolt., pesca 12 19 7 12 63,2 5 41,7 Industria 1.582 1.477 1.301 176 11,9 281 17,8 Costruzioni 376 551 324 227 41,2 52 13,8 Servizi 1.209 1.453 735 718 49,4 474 39,2 ND 20 14 3 11 78,6 17 85,0 TOTALE 3.199 3.514 2.370 1144 32,6 829 25,9 Settori (dettaglio) 2011 2012 2013 Manifatture / Industrie Alimentare 126 96 31 65 67,7 95 75,4 Tassile, abbigl. 416 201 244 43 21,4 172 41,3 Calzaturiero 230 238 190 48 20,2 40 17,4 Carta poligrafica 54 15 12 3 20,0 42 77,8 Legno, mobile 138 263 239 24 9,1 101 73,2 Chimica, gomma 86 91 51 40 44,0 35 40,7 Metalli non met. 46 49 23 26 53,1 23 50,0 Meccanica 427 447 444 3 0,7 17 4,0 Altre industrie 59 77 67 10 13,0 8 13,6 TOTALE 1582 1477 1301 176 11,9 281 17,8 Terziario Commercio 481 557 346 211 37,9 135 28,1 Alberghi, ristor. 178 217 111 106 48,8 67 37,6 Trasp.e comunic. 264 214 105 109 50,9 159 60,2 Serv.alle imprese 173 273 93 180 65,9 80 46,2 Altri servizi 113 192 80 112 58,3 33 29,2 TOTALE 1209 1453 735 718 49,4 474 39,2 Elab.IRES CGIL Marche dati Osservatorio Mercato Lavoro Regione Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 11

5 _AVVIAMENTI AL LAVORO E PRECARIETA ASSUNZIONI E CESSAZIONI NEL I TRIMESTRE 2013 La crisi non si attenua mentre aumenta prepotentemente la precarietà che sostituisce progressivamente il lavoro stabile. Complessivamente nei primi 3 mesi del 2013 si sono registrati 61.000 avviamenti al lavoro, 6.255 in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ( 9,3); le cessazioni sono state 47.670, 44 in meno sul primo trimestre 2012.. Nonostante la contrazione delle assunzioni, si è ulteriormente accentuato il processo di precarizzazione del lavoro: infatti, sebbene le assunzioni a tempo indeterminato rappresentano l 11,8 del totale, a fronte del 9,8 del 2012, i contratti a tempo indeterminato, oltre a rappresentare la tipologia più diffusa, passano dal 45,8 del 2012 al 53,2 del 2013. Risulta il calo il lavoro ad intermittenza (6,9) e parasubordinato (6,7). Questi sono numeri descrivono un sistema produttivo frantumato dagli effetti della crisi e parlano della condizione ormai insostenibile per migliaia di lavoratori e lavoratici rese ancora più gravose dalle scelte normative degli ultimi anni. Peraltro, occorre rilevare che mentre aumenta la precarietà si assottiglia anche il saldo tra assunzioni e cessazioni, diminuiscono gli occupati e aumenta vertiginosamente la disoccupazione, nonostante ci siano migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Dunque, i segnali del mercato del lavoro marchigiano sono tutt altro che confortanti: si affermano sempre più le tipologie contrattuali più flessibili, discontinue e con meno tutele, mentre si assottiglia sempre più la platea dei lavoratori assunti con contratti stabili o con maggiori prospettive di stabilità come l apprendistato. Ma troppa precarietà, oltre a penalizzare i lavoratori e le loro condizioni di vita, danneggia le imprese, ne abbassa la qualità dei prodotti e le rende meno competitive; dietro a troppa precarietà si nasconde una scarsa qualità del lavoro e delle produzioni. In Italia, la riforma del lavoro ha mantenuto tutte le 46 diverse modalità contrattuali per l accesso nel mondo del lavoro: un eccesso di flessibilità che non esiste in nessun altro Paese. Per questo è necessario ridurre drasticamente le tipologie contrattuali e portarle a cinque: il lavoro a tempo indeterminato, il contratto di inserimento o re inserimento, un tipo di contratto a termine, il part time e l apprendistato che deve diventare il vero contratto di ingresso al lavoro per i giovani. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 12

Assunzioni per tipologia contrattuale: periodo gennaio marzo periodo genn. marzo Diff. quota in 2011 2012 2013 val. ass. 2011 2012 2013 t. indeterminato 7.910 6.548 7.182 634 9,68 11,35 9,77 11,82 t. determinato 33.230 30.736 32.309 1.573 5,12 47,67 45,85 53,16 apprendistato 3.115 2.616 2.020 596 22,78 4,47 3,90 3,32 somministrazione 9.102 7.631 7.905 274 3,59 13,06 11,38 13,01 domestico 3.080 3.786 3.037 749 19,78 4,42 5,65 5,00 intermittente 7.751 10.277 4.237 6.040 58,77 11,12 15,33 6,97 parasubordinato 5.526 5.443 4.092 1.351 24,82 7,93 8,12 6,73 TOTALE 69.714 67.037 60.782 6.255 9,33 100,00 100,00 100,00 Elab.IRES CGIL Marche dati Osservatorio Mercato Lavoro Regione Marche Assunzioni e cessazioni: periodo gennaio marzo differenze 2013 12 2011 2012 2013 val. ass. assunzioni 69.714 67.037 60.782 6.255 9,33 cessazioni 48.993 47.714 47.670 44 0,09 saldo 20.721 19.323 13.112 6.299 5,49 Elab.IRES CGIL Marche dati Osservatorio Mercato Lavoro Regione Marche Saldo assunzioni e cessazioni per genere Lavoro dipendente differenze 2013 12 2011 2012 2013 val. ass. maschi 10.071 8.149 7.018 1.131 13,88 femmine 5.130 4.723 3.991 732 15,50 saldo 15.201 12.872 11.009 1.863 14,47 Elab.IRES CGIL Marche dati Osservatorio Mercato Lavoro Regione Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 13

6 _LAVORO NERO E IRREGOLARE MARCHE 2012: NELLE 6.200 AZIENDE ISPEZIONATE CI SONO 10.000 LAVORATORI IRREGOLARI DI CUI 1.500 IN NERO I due terzi delle aziende ispezionate nelle Marche risulta irregolare: è quanto emerge dai dati relativi all attività ispettiva forniti dalla Direzione Regionale del Lavoro e rielaborati dall Ires CGIL Marche. Nel 2012 sono state ispezionate da parte delle Direzioni Provinciali del Lavoro 6.278 aziende pari al 12,5 delle oltre 50 mila aziende con almeno un dipendente nelle Marche: ne sono risultate irregolari 4.143, ovvero due aziende su tre (66,0). Dei 22.680 lavoratori in forza nelle aziende ispezionate, 9.827 lavoratori risultano irregolari, dei quali 1.523 totalmente in nero. Questi dati, frutto del rilevante lavoro delle Direzioni del Lavoro, evidenziano come anche a causa della crisi, il lavoro irregolare e sommerso sia un fenomeno di proporzioni preoccupanti. Le irregolarità più frequenti riguardano anche la violazione della disciplina in materia di orario di lavoro (2.239 violazioni), le violazioni relative alla corretta applicazione delle forme contrattuali atipiche o flessibili, come ad esempio le collaborazioni che nascondono lavoro dipendente piuttosto che contratti precari il cui termine è stato apposto illegittimamente oppure ricorso illegittimo ad associazioni in partecipazione, a false partite IVA o voucher (1.201 casi). Frequenti anche le violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro (1.179 casi) e gli illeciti negli appalti, nella somministrazione di lavoro o presenza di intermediazione illegale di manodopera (344violazioni riscontrate). Dagli accertamenti ispettivi sono emerse anche violazioni di norme a tutela di particolari categorie di lavoratori: 31 violazioni delle norme sul lavoro minorile di rilevanza penale, 10 violazioni di natura penale delle norme a tutela delle lavoratrici madri e della parità tra uomini e donne. Sono 39 i lavoratori migranti risultati privi del permesso di soggiorno. Ammontano a 11,4 milioni di euro i contributi e i premi evasi dalle imprese e recuperati in seguito alle attività di vigilanza, mentre ammontano a 3,9 milioni di euro gli importi sanzionatori introitati. Osservando i dati per provincia, si evidenziano alcune specificità: Nelle 684 aziende risultate irregolari nella provincia di Ancona, è stato trovato il maggior numero di lavoratori in nero: 544 pari al 35,7 del totale dei lavoratori in nero riscontrati in tutta la regione. Ad Ancona sono state recuperate le somme più consistenti di contributi e premi evasi: 6 milioni di euro, pari a oltre la metà di tutti quelli recuperati nelle Marche, a cui si aggiungono 961 mila euro di sanzioni. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 14

Ad Ascoli Piceno e Fermo viene ispezionato e trovato irregolare il maggior numero di aziende (1.466 aziende irregolari pari al 35,4 del totale regionale) e si trova il maggior numero di lavoratori trovati irregolari: 4.605 pari al 46,9 degli irregolari di tutta la regione; sono stati recuperati 2,2 milioni di euro di contributi e premi e previsti 1,2 milioni di sanzioni; lavoratori risultati in nero sono 389. Nelle 1.322 aziende irregolari, delle 1.449 ispezionate nella provincia di Macerata, si contano 2.234 lavoratori irregolari dei quali 350 sono totalmente in nero. Sono stati recuperati 303 mila euro di contributi e 1,1 milioni di sanzioni complessivamente comminate. Nella provincia di Pesaro Urbino sono state ispezionate 1.260 aziende delle quali 671 sono risultate irregolari. I lavoratori irregolari sono 1.601 dei quali 240 totalmente in nero. Recuperati 2,9 milioni di euro di contributi e previsti 665 mila euro di sanzioni. Osservando i vari settori produttivi, risultano 274 lavoratori irregolari in agricoltura (pari al 2,8 del totale regionale), 3.972 nell industria manifatturiera (40,4), 1.163 in edilizia (11,8) e 4.418 lavoratori nel terziario (45,0). Raffrontando i dati del 2012 con quelli dell anno precedente, emerge un maggior numero di aziende risultate irregolari (+7,4), mentre diminuisce il numero dei lavoratori irregolari ( 2,1) e dei lavoratori in nero ( 12,8). Crescono invece notevolmente le violazioni in materia di riqualificazione dei rapporti di lavoro. La leggera flessione del numero di lavoratori irregolari è la diretta conseguenza della contrazione occupazionale dovuta alla crisi economica con gli inevitabili riflessi anche nel lavoro sommerso. Preoccupa poi la notevole diffusione delle forme contrattuali flessibili, il cui uso spesso distorto viene confermato proprio dai risultati dell attività di vigilanza. Inoltre, a questi dati andrebbero aggiunti quelli risultanti dall attività ispettiva di INPS, INAIL, ecc. Ciò peraltro trova esplicitamente conferma proprio nel Rapporto annuale sull attività di vigilanza del Ministero del Lavoro. Per quanto riguarda l attività di vigilanza in programma per il 2013, il Ministero individua per le Marche le seguenti priorità: Edilizia: controlli in tutto il territorio regionale anche nei piccoli cantieri e particolare attenzione ai lavori della terza corsia autostradale nella provincia di Pesaro Urbino; Autotrasporto: controlli in tutte le province; Esternalizzazioni/cooperative: verifica in tutte le province della genuinità delle forme di esternalizzazioni attraverso appalti e subappalti da parte di imprese pubbliche e private; Terziario e Servizi: lavoro sommerso, indebito utilizzo di lavoro parasubordinato o autonomo nella logistica, facchinaggio, servizi alla persona e imprese di pulizia nelle province di Ancona e Pesaro Urbino; Industria manifatturiera e settore tessile: imprese costituite da extracomunitari o con impiego irregolare di manodopera straniera in provincia di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino; Laboratori industriali e artigianati: tomaifici e laboratori gestiti da ditte cinesi in provincia di Ascoli Piceno e Fermo; Agricoltura: florovivaismo, allevamenti, lavorazione prodotti agricoli, agriturismi nelle province di Ascoli Piceno; Fermo, Macerata; Aree portuali e pesca in provincia di Pesaro Urbino. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 15

Aziende ispezionate e aziende irregolari aziende sul aziende sul ispezionate totale irregolari totale irregolari/ tot. ispez. Ancona 1.332 21,2 684 16,5 51,4 9,4 Ascoli P./Fermo 2.237 35,6 1.466 35,4 65,5 16,8 Macerata 1.449 23,1 1.322 31,9 91,2 13,6 Pesaro Urbino 1.260 20,1 671 16,2 53,3 10,5 MARCHE 6.278 100,0 4.143 100,0 66,0 12,5 ITALIA 139.937 75.087 53,7 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche ispez./ totale Lavoratori irregolari e lavoratori in nero lavoratori irregolari sul totale di cui lavoratori in nero sul totale lavor. in nero/ tot. irreg. Ancona 1.387 14,1 544 35,7 39,2 Ascoli P./Fermo 4.605 46,9 389 25,5 8,4 Macerata 2.234 22,7 350 23,0 15,7 Pesaro Urbino 1.601 16,3 240 15,8 15,0 MARCHE 9.827 100,0 1.523 100,0 15,5 ITALIA 163.305 47.877 29,3 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Le violazioni riscontrate violazioni sul totale disciplina orario di lavoro 2.239 22,8 lavoro nero 1.523 15,5 riqualificazione rapporti di lavoro 1.201 12,2 violazione salute e sicurezza 1.179 12,0 appalti, interposizione, somministrazione illecita 344 3,5 altro 4.263 43,4 MARCHE 9.827 100,0 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Recupero contributi e premi evasi recupero contributi e sul totale importi sanzionatori introitati sul totale premi evasi Ancona 6.027.464 52,9 960.968 24,1 Ascoli P./Fermo 2.202.865 19,3 1.224.408 30,8 Macerata 302.703 2,7 1.131.173 28,4 Pesaro Urbino 2.854.878 25,1 665.197 16,7 MARCHE 11.387.910 100,0 3.981.746 100,0 ITALIA 450.079.448 186.840.840 Elab. IRES CGIL Marche dati DRL Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 16

7 _TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO TIROCINI FORMATIVI E APPRENDISTATO : 2012 Stages, tirocini, praticantato sono strumenti formativi on the job, per far conoscere ai giovani il lavoro e consentire l accesso alle professioni. In particolare, i tirocini formativi e di orientamento dovrebbero essere uno strumento per favorire la formazione in azienda e aiutare i giovani, gli inoccupati, i disoccupati per approfondire e affinare le proprie conoscenze professionali, mentre l apprendistato, secondo la recente riforma del mercato del lavoro, dovrebbe essere la forma prevalente di ingresso nel mondo del lavoro, Ma, la realtà è ben diversa e in moltissimi casi vengono utilizzati come lavoro gratuito o sottopagato in sostituzione del personale dipendente. Nel 2012 i tirocini formativi sono stati 5.753, ossia 1.399 in meno rispetto al 2011. Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state nel 2012 pari a 11.507 ( 19,1 rispetto al 2011) e solo in 3.281 casi il contratto si è trasformato in un tempo determinato. Nel primo trimestre del 2013 i contratti di apprendistato sono stati 2.020, il 22,8 in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. Inoltre, se nei primi tre mesi del 2012 tale modalità di assunzione rappresentava il 3,9 delle assunzioni complessive, nel primo trimestre 2013 l incidenza si riduce al 3,3. Giovani, con elevati titoli di studio, spesso laureati, anziché proposte di lavoro, si sentono offrire tirocini gratuiti di 6 mesi. Sei mesi gratis per imparare a fare la commessa, la parrucchiera, il pizzaiolo, il barista, il cameriere, l aiuto cuoco, la segretaria e tanti altri lavori per i quali sarebbe naturale un semplice contratto di lavoro eventualmente con un normale periodo di prova. Un massiccio e inaccettabile ricorso ai tirocini formativi che troppo spesso mascherano forme di lavoro subordinato vero e proprio. In una situazione drammatica come quella attuale, con la disoccupazione giovanile a livelli record, è necessario garantire soprattutto ai giovani vere opportunità di occupazione. Da questo punto di vista occorrerebbe monitorare soprattutto il ricorso troppo frequente fatto da parte delle stesse aziende e disincentivare il ricambio di tirocinanti, che spesso nasconde forme di occupazione di fatto, ovvero lavoro gratuito di giovani nella speranza di un assunzione Ma soprattutto è necessario definire una normativa nuova e diversa sia sul piano nazionale che regionale oltre a intervenire sul fronte della contrattazione collettiva. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 17

I tirocini formativi nelle Marche Provincia tirocini 2010 2011 2012 2012 11 2012 / 11 Ancona 2.012 2.141 n.d. Ascoli Piceno 679 859 n.d. Fermo 455 638 n.d. Macerata 873 1.226 n.d. Pesaro e Urbino 2.278 2.288 n.d. Totale 6.297 7.152 5.753 1.399 19,6 Elab. CGIL CISL UIL dati Osservatorio Mercato del Lavoro Regione Marche Le assunzioni con apprendistato nelle Marche Provincia apprendistato 2011 2012 2013 2013 12 2013 / 12 Totale annuo 14.232 11.507 Primo trimestre 3.115 2.616 2.020 596 22,8 Elab. CGIL CISL UIL dati Osservatorio Mercato del Lavoro Regione Marche Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 18

8 _LAVORATRICI MADRI E DIMISSIONI PER MATERNITA DONNE, LAVORO E MATERNITA : LE DIMISSIONI DELLE LAVORATRICI ALLA NASCITA DI UN FIGLIO NEL 2012 Sono oltre duemilatrecento le mamme lavoratrici che nel quadriennio 2009 12 hanno lasciato il lavoro durante la gravidanza o subito dopo la nascita di un figlio nelle Marche, di cui 565 nel 2012. Dati particolarmente preoccupanti in questo momento di crisi economica e occupazionale. Secondo i dati forniti dalla Direzione Regionale del Lavoro ed elaborati dalla CGIL Marche, nel 2011, 565 lavoratrici si sono dimesse volontariamente nel primo anno di vita del bambino, che la legge 92/2012 ha esteso fino ai primi 3 anni di età del figlio, andando a convalidare le dimissioni alla Direzione Provinciale del Lavoro. Ad esse si aggiunge il numero, difficile da quantificare, delle mamme lavoratrici non tenute alla convalida delle dimissioni alla DPL, per non parlare delle tante lavoratrici precarie per le quali la maternità significa spesso la perdita di ogni speranza di rinnovo del contratto. Alle madri si aggiungono poi anche 22 padri lavoratori per un totale di 587 dimissioni nel 2012. Si tratta di dati preoccupanti soprattutto in questo momento di crisi che penalizza particolarmente le donne. Infatti, anche nella nostra regione permane una situazione di forte incertezza nel mercato del lavoro; secondo i dati dell Istat, nel terzo trimestre del 2012, il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto la quota record dell 11,9: il valore più alto mai registrato finora, con 37 mila donne in cerca di lavoro (5mila in più rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). Inoltre, a seguito di crisi aziendali, nel 2012 sono state licenziate e iscritte nelle liste di mobilità 5.542 lavoratrici marchigiane, pari al 42 del totale iscritti. Ma chi sono le lavoratrici che lasciano il lavoro alla nascita di un figlio, soprattutto in questo momento nel quale un posto di lavoro è tanto prezioso? Età. La maggior parte delle donne è abbastanza giovane: il 64,6 di loro ha un età compresa tra 26 e 35 anni e l 11,4 ha dai 19 ai 25 anni. Figli. La maggior parte delle lavoratrici ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (56,4); significativo anche il numero delle donne che hanno due figli (31,9) o più (6,3). Più limitato il numero di coloro che lasciano il lavoro durante la gravidanza (5,5). Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 19

Anzianità lavorativa. Le donne che lasciano il lavoro hanno generalmente una breve anzianità lavorativa: l 86,7 di loro ha un anzianità inferiore a 10 anni di cui la metà inferiore a 3 anni. Dimensione aziendale. Le imprese dalle quali le lavoratrici provengono sono prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento e la solitudine della lavoratrice: i due terzi delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti (69,0)e il 19,1 ha tra 16 e 50 dipendenti. Settore produttivo. Le donne dimissionarie provengono principalmente dai settori del commercioservizi (32,0) e dell industria (27,1), seguiti dall agricoltura 82,9) e dai settori del credito e assicurazioni (2,2); per un significativo numero di lavoratrici non viene specificato il settore produttivo di provenienza. Motivazioni. Tra i motivi della scelta di lasciare il posto di lavoro prevalgono le difficoltà connesse alla presenza, agli orari e ai costi e ai servizi: per la maggior parte delle donne la mancanza di posti nell asilo nido, o comunque il mancato accoglimento del neonato al nido, rende incompatibile l occupazione lavorativa e l assistenza al bambino (25,2). Di poco inferiore la percentuale di coloro che lasciano il lavoro non potendo contare sull assistenza al neonato neanche da parte di una rete parentale di supporto (24,9). Significativo anche il numero delle donne che lascia il lavoro a causa degli elevati costi dei servizi di assistenza al bambino per asili nido, baby sitter, ecc. (8,2) o per la mancata concessione del part time da parte dell azienda (4,6). Il 10,9 delle lavoratrici si dimette per passare ad altra azienda. Ma poi c è anche un 22,0 di donne che lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla famiglia e in particolare alla cura dei figli. Purtroppo anche durante la crisi il fenomeno delle dimissioni delle lavoratrici madri non sembra volersi attenuare commenta Daniela Barbaresi, Segretaria regionale CGIL. Preoccupano soprattutto le motivazioni di tali dimissioni che segnalano la solitudine di troppe lavoratrici costrette a fare i conti con una rete di servizi, soprattutto alla prima infanzia, insufficiente e inadeguato ai bisogni e i cui costi sono spesso troppo elevati per tante famiglie alle prese con le difficoltà economiche accentuate dalla crisi. Assistiamo così a un progressivo deterioramento della qualità e quantità del lavoro femminile che accentua il rischio di marginalizzazione delle donne. Peraltro in questi giorni il Ministero sta definendo le modalità di utilizzo di erogazione dei voucher utilizzabili per pagare baby sitter o asilo nido: una misura introdotta dal Ministro Fornero nella Legge 92/2012 con l altisonante proposito di sostenere la genitorialità. Si tratta in realtà di voucher di 300 euro mensili per massimo 6 mesi per le madri lavoratrici che rientrando al lavoro rinunciano al congedo parentale: considerando i tetti di spesa, si stima che potranno optare per tale misura al massimo 300 donne in tutte le Marche! E necessario che il diritto al lavoro possa realmente coniugarsi con quello alla maternità, per questo occorrono misure concrete e durature, frutto di una strategia complessiva che riconosca la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini. Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 20

Dimissioni per maternità nelle Marche ex D.Lgs 151/2001 anni 2009 2012 2009 2010 2011 2012 anni 2009 2012 Ancona 132 163 181 185 661 Ascoli Piceno/Fermo 148 162 131 134 575 Macerata 138 100 112 97 447 Pesaro Urbino 134 153 196 171 654 MARCHE 552 578 620 587 2.337 Le motivazioni delle dimissioni Ancona Ascoli Piceno/ Fermo Macerata Pesaro Urbino MARCHE mancanza accoglimento neonato nel nido 19,5 29,9 12,4 35,1 25,2 assenza di rete parentale di supporto 27,0 17,2 17,5 32,7 24,9 elevati costi di assistenza al neonato 8,6 7,5 8,2 8,2 8,2 passaggio ad altra azienda 13,0 15,7 12,4 4,1 10,9 mancata concessione del part time 4,9 3,0 7,2 4,1 4,6 desiderio di cura della prole in modo esclusivo 27,0 23,1 30,9 10,5 22,0 cambio residenza, distanza casa e lavoro 0,0 1,5 9,3 5,3 3,4 chiusura, cessazione trasferimento azienda 0,0 2,2 2,1 0,0 0,9 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Il lavoro e la crisi nelle Marche. Verso il Piano del lavoro 21