www.microbiologia.unige.it Scuola di Scienze mediche e Farmaceutiche DIAGNOSI DI OSTEOMIELITE: CASO CLINICO 2014 Sezione di Microbiologia Dipartimento di Scienze Chirurgiche R Diagnostiche Integrate (DISC)
CASO CLINICO Un uomo di 34 anni subì una frattura esposta al terzo medio tibiale quando fu travolto dal suo motociclo a tre ruote che si era rovesciato in un campo. Fu portato in ospedale e immediatamente trasferito in sala operatoria. La ferita veniva pulita e sbrigliata, la frattura veniva ridotta e l osso allineato. Furono applicate piastre di metallo per fissare e mantenere allineata la frattura, che furono lasciate in situ. Alcuni chiodi furono applicati attraverso la cute alle estremità ossee distale e prossimale fratturate, per consentire il sostegno e l'immobilizzazione della gamba. 2 di 00
CASO CLINICO Il giorno dopo la gamba era ancora molto gonfia; una moderata quantità di drenaggio sieroso era presente sulla medicazione. Due giorni dopo, la gamba si presentava ancora gonfia e arrossata e si rendeva necessaria la riapertura della ferita chirurgica. Le colture eseguite con il pus raccolto dalla ferita portavano allo sviluppo di? Staphylococcus areus, resistente alla penicillina G ma sensibile alla nafcillina, penicillina semisintetica, più attiva della meticillina. Il paziente venne trattato con nafcillina per via endovenosa per 10 giorni, e il gonfiore e l'arrossamento diminuirono. 3 di 00
DOPO TRE SETTIMANE... il pus cominciò a fuoriuscire da una piccola apertura della ferita. Le colture di nuovo portarono all'isolamento di S. aureus. L esplorazione della apertura mostrò la presenza di un tragitto fistoloso nella sede della frattura. Una radiografia della gamba mostrava uno scarso allineamento della frattura. Veniva posta la diagnosi di osteomielite. 4 di 00
DOPO TRE SETTIMANE.. il paziente venne di nuovo trasportato in sala operatoria, dove la sede della frattura fu sbrigliata e liberata dai tessuti necrotici (molli e osseo); vennero rimossi i chiodi e le placche. Furono eseguiti degli innesti ossei. La frattura venne immobilizzata mediante fissaggio esterno. Le colture eseguite durante l'intervento chirurgico portarono all'isolamento di S. aureus. Il paziente fu trattato con nafcillina per via endovenosa per 1 mese, e poi con dicloxacillina orale per altri 3 mesi. La ferita e la frattura guarirono lentamente. 5 di 00
DOPO 6 MESI sulle radiografie non erano più presenti i segni di osteomielite ed il paziente fu in grado di appoggiarsi sulla gamba. 6 di 00
COMMENTO L'osteomielite fa seguito alla diffusione ematogena di batteri patogeni provenienti da una infezione situata a distanza dall'osso. Ad esempio nei bambini, l'esordio di una osteomielite, conseguente alla diffusione ematogena dei batteri, può essere mprovviso, oppure in seguito alla loro diretta inoculazione nell'osso e nei tessuti molli, come può capitare in caso di frattura esposta o a una vicina infezione dei tessuti molli. 7 di 00
COMMENTO Lo S. aureus è il principale agente etiologico del 60-70% di tutti i casi di osteomielite (del 90% nei bambini); causa l'infezione in seguito a diffusione ematogena o a inoculazione diretta. Gli streptococchi provocano osteomielite nel 10% dei casi, i batteri enterici gram-negativi (ad esempio, E. coli) e altri batteri come Pseudomonas aeruginosa, nel 20-30% dei casi. I batteri anaerobi (ad esempio, le specie Bacteroides) sono pure di frequente riscontro, specialmente nei processi osteomielitici che colpiscono le ossa del piede e sono associati a diabete o a ulcere del piede. Qualsiasi microrganismo in grado di provocare una infezione nell'uomo è stato trovato nell'osteomielite! 8 di 00
La diagnosi eziologica di osteomielite l'esame colturale di un campione di materiale prelevato mediante intervento chirurgico o ago-aspirazione dall'osso o dal periosto, attraverso i tessuti molli non infettati. La coltura del pus raccolto dall'apertura di tragitti fistolosi secernenti o dalle ferite superficiali di solito porta allo sviluppo di microrganismi diversi da quelli presenti nell'osso. Le emocolture sono spesso positive quando sono presenti sintomi o segni di tipo sistemico (febbre, dimagrimento, leucocitosi, aumento della velocità di eritrosedimentazione). 9 di 00
Trattamento della Osteomielite La terapia antibiotica e lo sbrigliamento chirurgico sono pietre miliari della terapia della osteomielite. Lo specifico antibiotico deve essere scelto dopo la coltura di un campione prelevato in maniera adeguata e l'esecuzione dell'antibiogramma del ceppo isolato, e la sua somministrazione deve essere continuata per 6-8 settimane o più, secondo il tipo di infezione. L intervento chirurgico è necessario per asportare i frammenti di tessuto osseo necrotico o i sequestri eventualmente presenti. Provvedimenti importanti che favoriscono la guarigione sono l immobilizzazione dell arto sede dell infezione e la fissazione delle fratture. 10 di 00