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Stella Agostini Manuale di Edilizia rurale Criteri di progettazione integrata

Manuale di Edilizia rurale Criteri di progettazione integrata Copyright 2015, EdiSES S.r.l. Napoli 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 2019 2018 2017 2016 2015 Le cifre sulla destra indicano il numero e l anno dell ultima ristampa effettuata A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo. L Editore Progetto grafico Edises S.r.l. Fotocomposizione Stampato presso La Buona Stampa S.r.l. Napoli per conto della EdiSES Piazza Dante, 89 Napoli ISBN 978 88 7959 835 4 www.edises.it info@edises.it

A tutti i miei studenti, passati, presenti e futuri, che con la loro passione rendono la terra più bella Se ti metti in viaggio per Itaca, augurati che la strada sia lunga e ricca di esperienza e di conoscenza. Non incapperai certo in Ciclopi e Lestrigoni, né nell irato Nettuno se non li porti dentro, se l anima non te li mette contro. (C. Kavafis)

Indice Non basta disegnare le strisce su un cavallo perché diventi una zebra 1 Prima Parte: Cosa? Sezione I: L ordine degli elementi costruttivi Capitolo Uno Fondazioni 9 1.1 Strutture di fondazione dirette o superficiali 11 1.2 Strutture di fondazione indirette 12 1.3 Criteri di progettazione 13 Capitolo Due Strutture verticali 15 2.1 Muri 15 2.2 Criteri di progettazione 17 2.2.1 Murature in elementi resistenti naturali 19 2.2.2 Murature in elementi resistenti artificiali 21 2.2.3 Tramezzi 22 Capitolo Tre Strutture ad arco 25 3.1 Archi 25 3.2 Volte 26 Capitolo Quattro Strutture piane. Il solaio 29 4.1 Composizione 29 4.2 Criteri di progettazione 30 Capitolo Cinque Pavimenti, soffitti e tramezzi 35 5.1 Pavimenti 35 5.1.1 Criteri di progettazione 36 5.2 Soffitti 38 Capitolo Sei Scale 39 6.1 Tipologie 39 6.2 Criteri di progettazione 40 Capitolo Sette Tetti e manti di copertura 41 7.1 Armatura portante 44 7.2 Manto di copertura 45 7.3 Tetti ventilati 47

VI Indice Sezione II: Le ragioni dei principi strutturali Capitolo Otto Elementi di rappresentazione e di calcolo 51 8.1 Rappresentazione vettoriale 51 8.2 Composizione di sistemi di forze 52 8.3 Poligono funicolare 54 8.4 Baricentro 55 8.5 Momento statico 55 8.6 Momento d inerzia 56 8.7 Modulo di resistenza 57 Capitolo Nove Sollecitazioni e risposte strutturali 59 9.1 Corpi vincolati e loro equilibrio 59 9.2 Sollecitazioni esterne 61 9.3 Azioni permanenti 61 9.4 Azioni variabili 63 9.5 Azioni del vento 64 9.5.1 Pressione cinetica di riferimento 65 9.5.2 Coefficiente di esposizione 67 9.5.3 Coefficiente di forma o aerodinamico 69 9.5.4 Coefficiente dinamico 70 9.6 Azioni della neve 70 9.6.1 Coefficiente di forma della copertura 71 9.6.2 Carico neve al suolo 72 9.6.3 Coefficiente di esposizione 74 9.6.4 Coefficiente termico 74 9.7 Azioni termiche 74 Capitolo Dieci Resistenza dei materiali 75 Capitolo Undici Comportamento degli elementi orizzontali 81 11.1 Travi vincolate. Sollecitazioni semplici e composte 81 11.2 Compressione, trazione e flessione 82 11.3 Verifica della freccia 85 11.4 Flessione deviata 86 11.5 Taglio 88 11.6 Torsione 90 Capitolo Dodici Comportamento degli elementi verticali 91 12.1 Presso-tensoflessione 91 12.2 Carico di punta 93 12.3 Metodo omega 94

Indice VII Seconda Parte: Perché? Sezione III: La natura dei materiali Capitolo Tredici Proprietà fisiche e tecnologiche dei materiali 101 13.1 Requisiti dei materiali costruttivi 101 13.2 Normative di riferimento 103 Capitolo Quattordici Materiali lignei 109 14.1 Legnami 109 14.2 Derivati del legno 114 Capitolo Quindici Materiali litici (pietre naturali) 115 15.1 Classificazione delle caratteristiche 115 15.2 Aspirazioni della pietra 118 15.3 Indicazioni per la progettazione 120 15.4 Verifica delle proprietà 121 Capitolo Sedici Materiali ceramici (laterizi) 125 16.1 Tipi e impieghi 126 16.2 Verifica delle proprietà 127 Capitolo Diciassette Materiali metallici 129 17.1 Ghisa 130 17.2 Acciaio 130 17.3 Ferro 133 17.4 Rame 133 17.5 Piombo 133 17.6 Alluminio 134 17.7 Zinco 134 17.8 Stagno, bronzo e ottone 135 17.9 Amianto e fibrocemento 135 Capitolo Diciotto Materiali plastici 139 18.1 Gomma 142 18.2 Prodotti biodegradabili 142 Capitolo Diciannove Materiali isolanti 145 19.1 Isolanti termici 145 19.2 Isolanti acustici 147 19.3 Materiali impermeabilizzanti 149 Capitolo Venti Le malte 151 20.1 Calce 151 20.2 Malte aeree 154

VIII Indice 20.2.1 Calce aerea o calce spenta 154 20.2.2 Gesso 155 20.3 Malte idrauliche 156 20.3.1 Calce idraulica 156 20.3.2 Agglomerati cementizi 156 20.3.3 Cemento 157 20.4 Aggregati 158 20.4.1 Sabbia 158 20.4.2 Ghiaia e pietrisco 159 20.5 Additivi 160 20.6 Calcestruzzo (cls.) 160 20.6.1 Requisiti di qualità 163 20.6.2 Calcestruzzo armato 165 20.7 Intonaci 168 Capitolo Ventuno Vetro 173 Capitolo Ventidue Prefabbricati 175 22.1 Strutture in c.a. 175 22.2 Strutture in acciaio o metallo zincato 178 22.3 Strutture in legno 179 22.4 Sistemi modulari 180 Terza Parte: Come? Sezione IV: Progettare il lavoro Capitolo Ventitré Edifici abitativi 187 23.1 Conformità, agibilità e abitabilità 190 23.2 Glossario tecnico 191 23.3 Criteri di progettazione 192 23.4 Risparmio energetico 194 Capitolo Ventiquattro Ricoveri per l allevamento 197 24.1 Criteri di progettazione 197 24.2 Controllo del microclima 201 Capitolo Venticinque Ricoveri per l allevamento dei bovini 209 25.1 Criteri di progettazione 209 25.2 Stalla delle bovine da latte 217 25.2.1 Criteri di progettazione dell area mungitura 222 25.3 Attenzioni per la sicurezza 225 Capitolo Ventisei Ricoveri per l allevamento dei suini 227 26.1 Composizione dei reparti 229 26.1.1 Sala parto 229 26.1.2 Locale post-svezzamento 230

Indice IX 26.1.3 Locali per magronaggio 230 26.1.4 Locali per l ingrasso 230 26.1.5 Locali per scrofe in attesa 231 26.1.6 Recinto per verri 231 26.1.7 Rimonta 231 26.2 Criteri di progettazione 232 26.3 Progettare il benessere dei suini 235 26.3.1 Superfici libere a disposizione 235 26.3.2 Pavimentazioni 236 26.3.3 Allevamento di scrofe e scrofette 238 26.3.4 Recinti individuali 238 Capitolo Ventisette Ricoveri per l allevamento degli ovini 239 27.1 Criteri di progettazione 240 Capitolo Ventotto Ricoveri per l allevamento dei caprini 241 28.1 Criteri di progettazione 241 Capitolo Ventinove Concimaie e vasche liquami 243 29.1 La concimaia 243 29.1.1 Criteri di progettazione 244 29.2 Vasche liquami 248 29.2.1 Criteri di progettazione 248 Capitolo Trenta Ricoveri per foraggi 251 30.1 Obiettivi di stoccaggio 251 30.2 Sili a torre 252 30.2.1 Criteri di progettazione 254 30.3 Sili orizzontali 255 30.3.1 Criteri di progettazione 256 30.4 Depositi per fieno imballato 257 30.4.1 Criteri di progettazione 258 Capitolo Trentuno Essiccatoi 261 31.1 Pre-essiccazione 261 31.2 Essiccazione e conservazione 262 Capitolo Trentadue Tettoie e ricoveri per macchine 263 32.1 Criteri di progettazione 263 Capitolo Trentatré Criteri di progettazione per il settore alimentare 265 Capitolo Trentaquattro Cantine 269 34.1 Criteri di progettazione 271 Capitolo Trentacinque Oleifici 273 35.1 Criteri di progettazione 273

X Indice Capitolo Trentasei Latterie e caseifici 275 36.1 Criteri di progettazione 278 Capitolo Trentasette Conservifici 279 Una storia per concludere Il mastro sellaio 281 Bibliografia 283

25 Capitolo Venticinque Ricoveri per l allevamento dei bovini Il benessere è uno stato di salute completo, sia fisica che mentale, in cui l animale è in armonia con il suo ambiente. (B.O. Hughes) Il progetto del ricovero va sviluppato nel rispetto delle condizioni che consentono il mantenimento del benessere animale. I caratteri compositivi dipendono da: > > tecnica di allevamento; > > sistema di stabulazione; > > carico di bestiame allevabile; > > dimensioni della mandria; > > fabbisogni di spazio; > > livello di meccanizzazione; > > routine operativa dell azienda; > > disponibilità e necessità di manodopera; > > condizioni ambientali; > > fabbisogno energetico; > > costo d uso dei fabbricati. La stalla per bovini si articola in aree funzionali che possono comprendere le zone di alimentazione, di servizio e di foraggiamento, di riposo, di esercizio (se esterna viene definita paddock, fig. 59), di defecazione, infermeria e parto, corridoio di passaggio. Negli allevamenti delle bovine da latte si aggiungono la sala mungitura, la sala del latte e la sala macchine, destinata ad accogliere le apparecchiature di servizio alla mungitura. 25.1 Criteri di progettazione Le zone per gli addetti devono essere ampie e accessibili, nel rispetto della sicurezza (D.Lgs. 81/08). I recinti all aperto devono essere dislocati a conveniente distanza dalla parte abitativa e, quando non abbiano pavimento impermeabile, devono essere sistemati in modo da evitare il ristagno dei liquami.

210 Sezione IV: Progettare il lavoro Figura 59 - Il paddock si apre a lato della zona di riposo. La recinzione va realizzata in profilati tubolari di altezza compresa fra 1,25 e 1,40 m. Le due aree dell alimentazione e del riposo possono strutturarsi in un unico corpo di fabbrica (stalla chiusa), oppure in corpi separati (stalla aperta). In presenza di aree specializzate, dove si distinguano per esempio quelle destinate alle vacche in produzione da quelle in asciutta e dalla vitellaia, prevedere separazioni anche all interno di uno stesso gruppo produttivo, allontanando le primipare dalle pluripare, migliora la gestione della stalla e consente di eliminare problemi di dominanza fra gli animali. Per consentire un agevole movimentazione dei capi allevati è opportuno interconnettere le diverse aree con elementi di separazione mobili e ricollocabili. Il tetto può essere monofalda, a due falde (a capanna), a capanna spezzata, con camino o con cupolino. La scelta deriva dal sistema di ventilazione adottato. Gli effetti della velocità dell aria sugli animali sono legati alla temperatura ambientale. Le tabelle 52 e 53 riportano i valori delle temperature critiche dei bovini per differenti valori di umidità relativa e di velocità dell aria (a velocità dell aria di 0,2 m/s e a corrente d aria 2 m/s). Animali Campo di temperatura Umidità relativa ottimale ( C) Vitelli alla nascita +10 +15 75 Vitelli svezzati +5 +29 80 Vacche da latte +1 +22 80 Manze o torelli +5 +22 80 Tabella 52 - Caratteristiche del microclima per bovini esposti a diversi valori di umidità relativa

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 211 Tipo di animale Peso vivo (kg) Temperatura critica minima ( C) bassa velocità corrente d aria Vitelli neonati 35 +9 +17 Vitelli a 1 mese 50 0 +9 Vitelli carne bianca 100-14 -1 Manze 250-32 -20 Bovini da carne 450-17 -9 Tabella 53 - Temperatura critica minima nei ricoveri per bovini La scelta del tipo di pavimentazione influisce sulla pulizia degli animali e sul microclima della stalla. Il pavimento in calcestruzzo può essere pieno o fessurato (totalmente, come in fig. 60, o parzialmente) con fessure o fori (grigliato), costituiti da elementi prefabbricati di calcestruzzo armato vibrato. Il pavimento grigliato dove, per l azione di calpestamento degli animali, le deiezioni attraversano le fessure e cadono nelle sottostanti fosse di raccolta (fig. 61), comporta una doppia emissione di gas nocivi sul pavimento e nella buca sottostante. Per limitare l impatto si tende a sostituirlo con pavimento pieno, con una pendenza trasversale e una longitudinale. I liquami colano nel fossato centrale (canale del raschiatore) e poi verso la vasca. È consigliabile l impiego di raschiatori (fig. 62) a funzionamento continuo. Figura 60 - Pavimentazione in calcestruzzo grigliato a fori tondi. Il Codice di Buona Pratica Agricola prescrive che la profondità massima dei volumi sotto grigliato sia contenuta in 1 m. È preferibile riservare il grigliato alle due zone laterali della stalla, mantenendo pavimentazione piena nella corsia centrale. Il grigliato totale richiede il rapido allontanamento dei liquami, attraverso il ricircolo (prevedendo sotto il grigliato canalette di larghezza minima 1,5 m, in cui lo strato di liquami si mantenga entro 15 cm), oppure attraverso la tracimazione dei liquami (con canali piani profondi 50 cm in cui la soglia di tracimazione sia di 15 cm).

212 Sezione IV: Progettare il lavoro Figura 61 - Particolare del pavimento grigliato con fossa di stoccaggio sottostante Figura 62 - Particolare del raschiatore nella corsia di defecazione Nelle nuove tendenze di progettazione la stalla aperta, intesa come spazio aperto, privo di coperture è sostituita dalla stalla libera, aperta o chiudibile. Il paddock scoperto è da evitare, perché comporta che l acqua piovana venga immagazzinata e trattata come liquami, creando problemi di economia di gestione dei reflui (fig. 63).

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 213 Figura 63 - Il paddock è un elemento essenziale per garantire il rispetto del benessere animale e la pavimentazione della superficie ne determina le possibilità d impiego. Una pavimentazione in terra battuta ne limita l utilizzo ai mesi con clima più mite e, nelle zone piovose, richiede di coprire la parte dell area in prossimità della stalla. Rivestire il paddock con pavimentazioni impermeabilizzate garantisce che gli animali possano utilizzare l area di esercizio tutto l anno. L area va prevista con una pendenza (0,5%) in direzione della canaletta di raccolta dei liquami o verso la vasca di stoccaggio. Figura 64 - Il posizionamento delle reti frangivento consente di proteggere gli animali impiegando strutture leggere.

214 Sezione IV: Progettare il lavoro Per chiudere i lati della stalla è meglio sostituire i tamponamenti con sistemi di riparo contro il vento, realizzati con reti a maglia fitta (fig. 64). I vitelli fino a un mese di vita vanno ricoverati in box singoli con allattatrice automatica e solo in seguito spostati in box collettivi. Le operazioni da svolgere nel ricovero sono l alimentazione, la pulizia e la cura degli animali, l eventuale mungitura e l asportazione delle deiezioni (fig. 65), in genere affidata a sistemi meccanici (a ruspetta). Figura 65 - Il raschiatore convoglia le deiezioni nella fossa Le poste possono essere a lettiera permanente (diffusa per i tori e le bovine in asciutta), prevedendo almeno 15 m 2 per capo (fig. 66). La soluzione da adottare per la realizzazione della cuccetta dipende dal tipo di refluo. Nel caso di liquami occorre prevedere materassini (tessuti esterno e granulato di caucciù, gommapiuma ecc.) o tappetini (in caucciù, con scanalature). La cuccetta con materassino è da preferire nel rispetto del benessere animale (fig. 67). Cancelli separatori (fig. 68) o rastrelliere catturanti, comandabili dall esterno, vanno previsti in tutti i casi in cui gli operatori debbano entrare nei recinti per prendersi cura degli animali. Il ricovero cambia in relazione al tipo di allevamento, a seconda che sia: > > da riproduzione, capi allevati in recinti scoperti o stalle a lettiera permanente; > > da carne, capi lasciati liberi in aree recintate scoperte oppure su lettiera; > > con stalle a pavimento fessurato; > > da latte, con sistemi a stabulazione fissa o libera, permanente o stagionale, a cuccette o lettiera.

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 215 Figura 66 - Le dimensioni della posta sono condizionate dalla taglia dei capi allevati. Il piano di decubito può essere realizzato in impasto di cemento e materiali isolanti o in battuto cementizio. Va inclinato nella parte posteriore rivolta verso la cunetta di scolo delle deiezioni. La posta del toro va provvista di una recinzione robusta, alta almeno 180 cm. Figura 67 - Il posizionamento dei materassini nelle cuccette è una scelta ottimale per gli animali e per la gestione della stalla. La tabella 54 sintetizza i requisiti minimi generali di progetto del ricovero. Per la complessità della routine legata alla mungitura, i parametri base per il progetto della stalla delle bovine da latte vengono trattati nel paragrafo successivo.

216 Sezione IV: Progettare il lavoro Figura 68 - Il posizionamento di cancelli separatori fra le diverse zone della stalla garantisce una migliore movimentazione dei capi allevati. Per prevenire ogni rischio d incidente è necessario prevedere zone protette e varchi che permettano il passaggio degli addetti, ma non quello degli animali. Accessi Aperture Altezza Illuminazione Pavimento Vie e uscite di emergenza (D.Lgs. 9 Aprile 2008 n. 81, D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151 e Decreto 7 agosto 2012) Cunicoli interrati Requisiti minimi di progetto carrai, tenuto conto degli ingombri delle macchine pedonali larghi 70 cm, nelle vicinanze degli accessi carrai uniformemente distribuite sulle pareti e/o sul tetto 4,5 m sia artificiale che ordinaria (UNI EN 12464/1 2003), che di emergenza (UNI EN 1838) antiscivolo, pulibile e realizzato in modo da agevolare il drenaggio dei liquidi e l evacuazione dei rifiuti due varchi di fuga contrapposti in ogni recinto degli animali, entro una distanza di 25 m aperture larghe 35-40 cm nelle recinzioni in modo da consentire il passaggio dell operatore ma non degli animali dedicati a sistemi di veicolazione delle deiezioni, vanno dimensionati e progettati in modo da evitare intasamenti Tabella 54

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 217 25.2 Stalla delle bovine da latte Le strutture di allevamento si articolano in: > > stalla per le vacche in produzione; > > ricoveri per vacche in asciutta; > > ricoveri per bestiame da rimonta; > > recinti specializzati per vitelli per infermeria, per monta naturale e tori da riproduzione, per fecondazioni artificiali, per vacche gravide, per parto. Figura 69 - Strutture per stabulazione libera e fissa (fonte BURL, Regione Lombardia 3 Suppl. Straordinario al n. 6 10 febbraio 2006) In relazione al tipo di confinamento degli animali, la stabulazione può essere (fig. 69): a) fissa, dove l animale è legato alla posta. Adatta a mandrie di bovini, fino a 40 capi, è adottata in inverno in zone dal clima rigido, in alternativa al pascolo estivo. Si hanno soluzioni a una o a due file con disposizione groppa a groppa o testa a testa. L asse principale dell edificio è orientato nordsud. Quando gli animali sono disposti in un unica fila sono rivolti a nord con foraggio in mangiatoia; da una parte del ricovero resta la piattaforma letame e dall altra il locale latte. In presenza di oltre 20 capi la stalla è a due file, con corsia di alimentazione, larga 1,2 m in relazione al mezzo di distribuzione utilizzato. Con la soluzione groppa a groppa (fig. 70) la lar-

218 Sezione IV: Progettare il lavoro ghezza dell edificio è 12,5 m. Con la disposizione testa a testa: 10,9 m. Questo tipo di stabulazione viola i principi del benessere animale e nuoce alla loro salute, presentando numerosi fattori di rischio, come per esempio: impossibilità di sviluppare comportamenti naturali, quali il mantenimento dell igiene (grooming) e le interazioni sociali; assunzione di posture anomale (Klotz, 2008, Mattiello, 2008); predisposizione a problemi locomotori, laddove l esercizio fisico regolare riduce la concentrazione di acidi grassi non esterificati nel sangue e facilita il metabolismo e la digestione (Adewuyi et al., 2006). Sin dal 1988 Ladewig e Von Borrell avevano calcolato che le bovine legate impiegano 59 secondi per alzarsi, rispetto ai 9 secondi impiegati dalle bovine allevate a stabulazione libera. Figura 70 - La stalla chiusa a stabulazione fissa riunisce le aree di riposo e dell alimentazione. Gli animali, disposti groppa a groppa in due ordini di poste, restano legati alla parete della mangiatoia. Ai lati della corsia centrale, le due canalette di raccolta per le deiezioni si sviluppano per tutta la lunghezza della stalla. Per non incorrere in questi rischi il Reg. CEE n. 1804/99 vieta di praticare la stabulazione fissa negli edifici costruiti successivamente al 24 agosto 2000. Può essere prevista una deroga per le piccole aziende biologiche, fino a 18 unità di bovini adulti (UBA), che possono arrivare fino a 30 per le Regioni e le Province Autonome. Negli edifici antecedenti all entrata in vigore del regolamento, la stabulazione fissa può essere praticata a condizione che:

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 219 1) il responsabile dell azienda, prima dell avvio, sottoscriva un piano di adeguamento delle strutture aziendali di una durata massima di sei anni, prevedendo l adeguamento degli spazi esterni (entro tre anni) e degli spazi interni (entro sei anni), secondo i parametri indicati dall allegato VIII del regolamento. Per le aziende in zona montana le deroghe possono arrivare fino ad un massimo del 50% degli spazi richiesti; 2) sia previsto regolare movimento fisico degli animali e l allevamento avvenga, conformemente ai requisiti in materia di benessere animale con zone confortevoli provviste di lettiera; 3) ci sia l obbligo di pascolo, compatibilmente con le condizioni pedoclimatiche del sito. b) libera, dove le bovine sono tenute in aree recintate con zona coperta, su paglia (fig. 71) o senza cuccette, o con cuccette nell area di riposo e vengono munte in appositi locali. Figura 71 - Area di riposo a lettiera inclinata nella stabulazione libera. Lo strato (10 cm) di paglia è distribuito su una pavimentazione piena con pendenza massima dell 8%. La superficie minima da prevedere è di 5 m 2 per ogni capo. La tipologia dei fabbricati dipende dalle condizioni climatiche. Il tipo di organizzazione interna, lettiera o cuccette, viene definita in relazione alla piovosità dell area e alla gestione delle deiezioni. I criteri di progettazione cambiano a seconda della presenza delle cuccette. Nella stalla con cuccette la presenza dell area di esercizio è facoltativa. La stalla senza cuccette deve prevedere:

220 Sezione IV: Progettare il lavoro 1) l area di riposo: separata dalla corsia di alimentazione; protetta da coperture coibentate; su lettiera permanente di paglia. In questo caso si produce letame e la lettiera va rinnovata giornalmente nello strato superiore e totalmente ogni sei mesi; 2) l area di esercizio (da prevedere 40 50 m 2 capo) separa l area di riposo dalla corsia di alimentazione e può essere collegata alla sala mungitura. Per evitare incidenti occorre prevederne il fondo in terra battuta o pavimentato in calcestruzzo con scanalature antisdrucciolo (fig. 72). Figura 72 - Per evitare cadute e stress nei capi allevati, il pavimento della stalla deve essere ruvido. A questo scopo si possono incorporare nel cls. dei granuli di caucciù o si può rigare la superficie. La rigatura della pavimentazione delle corsie si rende necessaria anche in caso di asportazione degli effluenti con raschiatori. In questo caso è consigliabile che i solchi, profondi 1,2 cm e con interasse di 17 cm, seguano un motivo romboidale. Per l elevata resistenza all usura richiesta, nella realizzazione del fondo sono preferibili calcestruzzi di classe adeguata (es. C35/45) gettati per uno spessore di circa 20 cm e armati con doppia rete elettrosaldata. Lavare successivamente la superficie con una soluzione al 5% di solfato di rame diminuisce il rischio che le sostanze alcaline liberate durante la presa del cls possano creare problemi ai tessuti esterni degli animali.

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 221 Figura 73 - Con l abbeveratoio antigelo a palla è sufficiente che l animale prema con il muso la sfera di plastica per bere. Nelle stalle aperte gli abbeveratoi sono collettivi e possono essere posizionati nella zona di alimentazione o nel corridoio che la separa dall area di riposo. Considerando che le bovine in lattazione bevono oltre 100 litri di acqua al giorno occorre posizionare gli abbeveratoi (fig. 73): nella zona di alimentazione; nelle corsie di passaggio; all uscita dalla sala di mungitura; 1 abbeveratoio ogni 25 capi; lontano dagli angoli per evitare competizione fra i capi allevati; ad un altezza da terra di 0,50 m (Agostini, 2011). La tipologia può essere a vasca (uso collettivo), o a tazza (uso individuale).

222 Sezione IV: Progettare il lavoro Figura 74 - Requisito fondamentale della sala mungitura è l igiene. A questo scopo tutte le superfici (pareti e pavimentazione) devono essere facilmente lavabili. Per prevenire il rischio di scivolamento la pavimentazione deve essere antiscivolo e progettata in modo da favorire lo scolo dell acqua. 25.2.1 Criteri di progettazione dell area mungitura Per garantire il corretto svolgimento delle operazioni connesse alla mungitura, occorre prevedere: 1) la sala mungitura, che comprende cancelli mobili azionati da sistemi pneumatici e/o oleodinamici per contenere gli animali nelle poste, un locale attesa ( 1,3-1,5 m 2 per ogni vacca) e un locale con gli impianti e il vaso terminale. I locali per la mungitura e lo stoccaggio del latte devono avere pareti e pavimenti facilmente pulibili (fig. 74), adeguata ventilazione e illuminazione, un impianto di erogazione di acqua potabile (D.Lgs. 11 aprile 2006 n. 152, Testo Unico in materia ambientale, parte III sezione II) e devono essere separati da fonti di contaminazione, quali gabinetti e cumuli di letame. Per una più agevole gestione della mungitura è bene: sovradimensionare la sala d attesa adiacente alla sala mungitura, prevedendo 1,5 m 2 per ogni bovina. In questo modo si può garantire un più agevole avvicendamento dei gruppi. Il pavimento avrà una pendenza 6% verso la sala mungitura. È inoltre bene prevedere impianti di illuminazione 300 Lux per consentire lo svolgimento del compito visivo; un aeroilluminazione naturale (RAI) 1/8 e favorire il ricambio d aria con impianti di ventilazione artificiale;

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 223 dividere la sala mungitura con un cancello mobile in modo da consentire agevolmente l ingresso del gruppo successivo; prevedere poste di mungitura rialzabili che permettano una rapida evacuazione da parte di tutto il gruppo; porre il livello del pavimento della fossa del mungitore (fig. 75) ad una quota inferiore di 85-105 cm rispetto alla quota di calpestio degli animali (pavimento delle poste di mungitura), per garantire una posizione corretta dell operatore. La zona del mungitore va dotata d impianto di riscaldamento. Il bordo superiore della fossa va dotato di cordolo in cemento o in acciaio, rivestito in gomma, per prevenire lo scivolamento degli animali. Il fondo della fossa deve avere una pendenza del 2% per l allontanamento dei liquidi; Figura 75 - Sala mungitura a pettine. Gli animali sono sistemati ortogonalmente alla fossa del mungitore. La quota inferiore di circa 1 m, rispetto al piano di calpestio delle bovine, agevola l applicazione del gruppo di mungitura. Per progettare in sicurezza, la scaletta di accesso alla fossa deve avere gradini idonei e corrimano almeno su un lato. prevedere postazioni attrezzate per il rapido lavaggio delle attrezzature in ingresso al reparto mungitura-latte; prevedere 2 accessi contrapposti alla fossa del mungitore. È preferibile che l accesso principale sia in piano, con percorsi di ritorno separati. Se i percorsi di uscita interferiscono con i percorsi degli animali, occorre prevedere strutture di protezione mobili che consentano all operatore di abbandonare rapidamente la postazione in caso di necessità, in condizioni di sicurezza;

224 Sezione IV: Progettare il lavoro 2) la sala del latte (fig. 76), dove il latte viene raccolto e refrigerato in serbatoi (tank) dedicati, con capacità di circa 30 litri. Nel progetto occorre considerare: altezza 3 m; aeroilluminazione naturale: 1/10; dimensionamento adeguato ad ospitare le varie attrezzature dedicate all impianto di conservazione e travaso del latte; essendo l ambiente particolarmente esposto ai getti d acqua i materiali dovranno essere lavabili e dinfettabili e gli impianti elettrici isolati; 3) la sala macchine, che raggruppa le apparecchiature tecniche, come il gruppo pompa per vuoto, gli impianti di refrigerazione, di compressione dell aria, le caldaie, le centraline oleodinamiche, le autoclavi, il deposito di prodotti chimici (detergenti) ecc. Figura 76 - La sala del latte ospita le attrezzature terminali della linea di trasporto del latte, insieme a quelle per il lavaggio dell impianto e ai tank per la refrigerazione. Nel progetto della sala macchine occore fare attenzione all allestimento dell impianto del vuoto, adottando le misure previste per il contenimento dell inquinamento acustico e per il recupero dell olio lubrificante dei depressori; 4) postazioni attrezzate per il rapido lavaggio delle calzature in tutti gli accessi al reparto mungitura latte, così come nella zona dedicata nella cura-assistenza degli animali.

Capitolo 25 Ricoveri per l allevamento dei bovini 225 25.3 Attenzioni per la sicurezza Per l elevato grado di pericolosità che caratterizza l allevamento dei bovini, il progetto deve essere orientato a prevenire ogni possibile rischio di incidente tanto per gli addetti, quanto per i capi allevati. A questo scopo occorre prevedere: > > postazioni con protezioni anticaduta per le attrezzature che siano ubicate in zone sopraelevate; > > marciapiedi di servizio; > > attrezzature e aree adeguate per la movimentazione degli animali, con corridoi dedicati, in modo da consentire di svolgere in sicurezza le operazioni di spostamento del bestiame adulto; > > recinti in cui isolare gli animali che richiedano particolari trattamenti; > > rastrelliere autocatturanti che consentano la liberazione di un capo per volta, meglio se azionabili dall esterno; il numero di poste deve essere almeno uguale a quello dei capi allevati; > > barriere e/o cancelli mobili per ricoveri e recinti, in modo da poter suddividere la mandria in gruppi; > > scala con gradini antiscivolo e regolare parapetto per accedere alla fossa del mungitore; > > varchi e vie di fuga d emergenza (passi d uomo), per consentire agli operatori di uscire con rapidità dal recinto. I varchi vanno posizionati: agli angoli dei recinti; sui lati lunghi delle rastrelliere e delle corsie (1 varco ogni 20 m di percorrenza massima); in coincidenza con i cancelli di smistamento; in corrispondenza delle rampe per il carico degli animali sugli autocarri; nei ricoveri per le bovine da latte: fra la fossa del mungitore e sala d attesa. Evitare: > > gradini; > > pavimenti scivolosi. La scivolosità oltre che dai materiali impiegati è causata dall accumulo di deiezioni, che è minore in presenza di lettiera con paglia, maggiore con pavimenti fessurati. In quest ultimo caso, con pavimenti fessurati in calcestruzzo occorre predisporre trattamenti superficiali o additivi nell impasto del cls. che aumentino l attrito del pavimento finito.