Posturologia: percezione e movimento

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Master di Primo livello in Posturologia: percezione e movimento Anno accademico 2014 2015 Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie Direttore Prof. Stefano Zaffagnini VALUTAZIONE DELLA MOBILITA ARTICOLARE E FLESSIBILITA MUSCOLARE PRIMA E DOPO TRATTAMENTO POSTUROLOGICO PROPRIOCETTIVO Michele Mirabile Relatore: Dott. Andrea Meneguzzo 1

INDICE 1) Introduzione pag. 3 2) Scopo pag. 5 3) Svolgimento pag. 8 3.1) Test posturali pag. 16 4) Risultati test pag.19 4.1) Risultati test posturali pag. 20 4.1.1) Posturo dinamica con podo pelvica pag. 20 4.1.2) Estensione e Rotazione pag. 21 4.1.3) Manovra convergenza podalica pag. 22 4.2) Risultati test specifici di stretching e mobilità pag. 25 4.2.1) Sit and reach test pag. 26 4.2.2) Retropulsione spalla sinistra pag. 27 4.2.3) Retropulsione spalla destra pag. 28 4.3) Risultati valutazione soggettiva del miglioramento nell esecuzione del gesto pag. 29 5) Conclusioni pag. 33 6) Sitografia e bibliografia pag. 35 7) Ringraziamenti pag. 36 2

1) Introduzione: Il fondatore del termine Posturologia è sicuramente individuabile nella persona di Pierre Marie Gagey, che essendo stato medico del lavoro a Parigi nella seconda metà del 900 ha avuto la possibilità di visitare molte persone che hanno subito un trauma cranico. Il sintomo più comune in queste persone sono le vertigini, da qui la necessità di studiare un metodo efficace per valutare la reale presenza di vertigini. Nello stesso periodo, però a Lisbona, Henrique Martins da Cunha, medico fisiatra, identifica e definisce la Sindrome da Deficit Posturale come un insieme di segni clinici causati da un alterazione dell equilibrio tonico, oculare e posturale secondaria ad un deficit che colpisce il sistema propriocettivo e il sistema delle informazioni visive. Dalle intuizioni di questi due grandi pionieri, oggi possiamo parlare di Posturologia moderna, anche se nella definizione di SDP il termine Postura è stato sostituito dal termine Percezione, questo perché la postura diventa solo una conseguenza di una percezione che ha origine nel sistema posturale fine. Una dispercezione può avere, tra le altre cose, un influenza sulla postura. Nel corso del master ci è stato insegnato a riconoscere una Sindrome da Deficit Posturale-Percettivo (detta SDP) e come questa sia presente nella maggior parte della popolazione, sia atleti che non. Le conseguenze della SDP possono essere di vario tipo: cefalee, lombalgie, cervicalgie, infiammazioni o dolori articolari che si acuiscono periodicamente, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, ecc.. Effettuati tutti gli accertamenti specifici per ognuno di questi problemi e non ritrovandone la causa specifica si capisce come questi siano solo i sintomi di un problema più radicato, la cui origine va cercata analizzando il soggetto in modo multidisciplinare, cominciando a valutare tutte le entrate che fanno parte del sistema posturale, quali: occhi, piedi, muscoli-propriocezione e pelle; senza dimenticarsi dell elemento di disturbo quale la bocca. Il compito del posturologo è quindi quello di testare il sistema posturale del paziente per capire quale o quali di questi sistemi sia in disfunzione ed una volta individuato il sistema o i sistemi in disfunzione, se esso rientra nelle competenze specifiche 3

date dalla laurea di provenienza potrà iniziare il trattamento per riportare il sistema in equilibro. Qualora non potesse intervenire in prima persona il suo compito sarà quello di indirizzare il soggetto ad un collega posturologo competente in quello specifico settore. Il riequilibrio posturale è di fondamentale importanza soprattutto per gli atleti, in tal modo è possibile prevenire tantissimi infortuni che potrebbero compromettere la loro stagione sportiva; ma può anche migliorare la loro performance, perfezionando il gesto motorio e consentendo un gesto più economico, ovvero più fluido in modo da permettere all atleta il minor dispendio di energie, in quanto il sistema lavorerà libero da disfunzioni. Il riequilibrio posturale è sicuramente importante anche per chi non pratica sport, o comunque non lo fa a livello agonistico. A tali persone, infatti, può permettere di affrontare la vita quotidiana liberi da quegli impedimenti che prima non avevano mai trovato soluzione, permettendo anche a loro di ritrovare e sviluppare un gesto motorio più economico e libero dalle disfunzioni che prima lo impedivano. 4

2) Scopo L idea di questa tesi parte dal cercare di coniugare la mia professione, in quanto laureato presso la facoltà di Scienze Motorie, a quanto visto ed appreso durante i due anni del master in Posturologia, seguito presso l Università di Bologna. Il lavoro svolto vuole dimostrare come già dal semplice e solo riequilibrio posturale attuato tramite il reintegro dei riflessi, gli esercizi di propriocezione e il trattamento delle cicatrici, senza quindi l ausilio di mezzi atti al trattamento di una o più disfunzioni, come le alph, gli occhiali prismatici o le solette, si verifichi un miglioramento sulla mobilità articolare e sulla flessibilità. Lo scopo della tesi è quindi quello di sperimentare una metodologia di applicazione del campo della Posturologia più adatta al lavoro di competenza del Chinesiologo, che non può in prima persona effettuare manipolazioni o applicare gli strumenti ausiliari sopra menzionati. La sperimentazione si basa in sintesi sul valutare quanto il solo reintegro posturale migliori la motricità dei soggetti trattati, anche in base alla durata complessiva del trattamento. Tutto questo in un ottica lavorativa sia su soggetti atleti per migliorarne le prestazioni e prevenire, impedire o trattare nel tempo infortuni, sia su soggetti non atleti per migliorare la qualità della vita. Per lo sviluppo della tesi sopra descritta innanzitutto si sono individuati due tipi di test per la valutazione della mobilità articolare e della flessibilità, uno relativo alla parte superiore del corpo retropulsione della spalla e uno relativo a quella inferiore del corpo sit and reach test. L idea che mi ha portato a scegliere questo lavoro si basa sul fatto che un trattamento posturologico efficace comporta sempre un miglioramento del tono muscolare. Significa, questo, un abbassamento della contrazione muscolare fisiologica (tono di base), che ci permette di mantenere le funzioni vitali basilari. Se ciò è vero, allora ci si dovrà aspettare un rilassamento della muscolatura a livello generale, cioè di tutte le catene muscolari. Ecco, quindi, la scelta specifica di questi due test 5

di mobilità articolare e flessibilità per poter valutare il rendimento muscolare all inizio e alla fine di un trattamento posturologico efficace e quindi un eventuale miglioramento. Il sottolineare spesso la parola efficace sta nel fatto che trattandosi di una tesi sperimentale il trattamento sarà risultato positivo solo se effettivamente si riscontreranno dei miglioramenti nei vari test che fanno parte del nostro protocollo, in quanto solo in queste condizioni ci si può aspettare come conseguenza un miglioramento sui test di mobilità e flessibilità. Oltre a questi test obiettivi principali, si è deciso di valutare anche l aspetto soggettivo del trattamento cioè la valutazione personale sulla facilità o meno nell eseguire gli esercizi richiesti. Non bisogna, infatti, dimenticare che stiamo lavorando in un ambiente terapeutico, quindi la tesi sarà positiva anche se, nel momento in cui non si dovesse riscontrare un grosso miglioramento (obiettivo sui test), ma comunque il soggetto riscontrasse un miglioramento soggettivo nel raggiungere tale posizione o nel compiere tale movimento, quindi con un conseguente risparmio energetico, rendendo tutto il movimento più efficiente. Tutto ciò è possibile perché il Sistema Nervoso Centrale (SNC) regola gran parte delle funzioni del nostro sistema, sia volontarie che involontarie. Per poter fare questo deve continuamente elaborare le informazioni che gli arrivano dall esterno e anche dall interno dell organismo, tramite i recettori. È di facile intuizione capire come le informazioni e di conseguenza le risposte, sarebbero alterate nel momento in cui anche solo uno dei recettori dovesse fornire informazioni non precise. Questo avviene come conseguenza di un trauma, come un colpo di frusta, oppure in presenza di alterazioni del sistema sensoriale, come cicatrici, apparecchi orali, occhiali centrati male, ecc.. Il primo approccio con un cliente durante una valutazione posturale è quello di partire seguendo sempre il protocollo, il quale prevede questionario, anamnesi dettagliata, test in sequenze (estensione e rotazione, posturo - dinamica, manovra di convergenza podalica, valutazione dei riflessi). Il lavoro da me impostato per la prima valutazione posturale dei soggetti è partito da questa prima parte di test, seguita subito dal reintegrando dei riflessi, qualora ce ne 6

fosse necessità, inoltre in questa fase tratto anche le cicatrici che dovessero risultare attive, quindi quelle che influenzano il tono muscolare. A questo punto è già possibile notare subito un miglioramento del tono muscolare tramite la manovra di convergenza podalica. Ogni seduta si è sempre conclusa con 10 minuti di esercizi propriocettivi e 5 minuti di pedana di Gagey, entrambe queste parti le vedremo nel dettaglio successivamente. 7

3) Svolgimento Le persone che hanno preso parte a questa sperimentazione sono tutti soci dell associazione sportiva dilettantistica I AM FIT, della quale sono fondatore, quindi tutte persone che, a livelli diversi, si allenano in palestra con una certa regolarità. In totale hanno partecipato 11 persone, queste sono state divise in 2 gruppi; Gruppo A di controllo, Gruppo B sperimentale. La divisione nei due gruppi è avvenuta in modo casuale in base alla disponibilità della singola persona, dal momento che il gruppo sperimentale richiedeva una partecipazione maggiore. Su ognuno dei soggetti è stata fatta l anamnesi iniziale e sono stati svolti tutti i test iniziali facenti parte del protocollo che abbiamo acquisito durante il master, di seguito descritti nello specifico. Questa prima parte è stata essenziale per poter inquadrare i soggetti di entrambi i gruppi e poter valutare alla fine del percorso in quale gruppo si sia riscontrato o meno anche un miglioramento posturologico. Sempre nella prima seduta, successivamente alla parte appena descritta, si è chiesto ai soggetti di svolgere del riscaldamento motorio che consisteva in: - 8 minuti di tapis roulant o bike - 10 squat a corpo libero - 2 minuti di riscaldamento articolare con bastone per le spalle A questo punto sono stati sottoposti ai test di mobilità articolare e flessibilità, ogni test è stato ripetuto due volte e si è tenuto conto del miglior risultato raggiunto. I due test nello specifico sono: - Retropulsione della spalla (fig. 1): è un movimento che coinvolge entrambi gli arti superiori, in particolare si chiede al soggetto di abdurre un braccio, extraruotarlo e fletterlo dietro la testa, in contemporanea si chiede, con l altro braccio di addurlo, intraruotarlo e fletterlo dietro la schiena. L operatore misura i centimetri: 8

a) che mancano alle dite delle due mani per raggiungersi, in questo caso il valore sarà negativo; b) con cui le due mani si sovrappongono, in questo caso la misura sarà positiva. Il test si ripete invertendo di posizione i due arti. Con questo test si valuta la mobilità dell articolazione spalla e della colonna vertebrale nella parte dorsale. Fig. 1 - Sit and reach test (fig. 2): il partecipante viene fatto sedere a terra, tenendo le gambe ben distese e i piedi a martello, appoggia le piante dei piedi contro un blocco alto circa 35 cm. Da questa posizione di partenza, espirando deve flettersi in avanti cercando di raggiungere o superare con le dita delle mani le punta dei piedi. L operatore misura la distanza che: a) manca per raggiungere le punte dei piedi, in questo caso il valore sarà negativo; b) supera le punte dei piedi, in questo caso il valore sarà positivo. Con questo test si valuta la flessibilità della colonna vertebrale e la retrazione di tutta la catena posteriore. Fig. 2 9

Conclusa, anche, la parte dei test sono stati dati a tutti i partecipanti gli esercizi di stretching da eseguire a casa (fig. 3), almeno 5 volte a settimana, per tutta la durata della sperimentazione che nello specifico si è ritenuto idoneo far durare circa 4 / 5 settimane. Fig. 3 Tutti i dati appresi sono stati riportati su due tipologie di schede: la scheda con i dati posturali (Fig. 4) (fornitaci durante il master) e la scheda con i risultati dei test (Fig. 5). 10

Fig. 4 11

Fig. 5 Terminata la prima seduta, il gruppo di controllo è stato rivisto a distanza di 4 o 5 settimane per rieffettuare tutta la procedura, a partire dai test posturali per finire con i test 12

di flessibilità e mobilità, riportando tutti i valori e verificare in un secondo momento gli eventuali miglioramenti. I partecipanti del gruppo sperimentale, invece, sono stati visti mediamente due volte a settimana per la durata di 4 o 5 settimane. Ad ogni seduta sono stati ripetuti tutti i test ed annotati eventuali differenze dalla volta precedente. Venivano testati i riflessi e si procedeva al reintegro, qualora ce ne fosse necessità, con le manovre imparate durante il master e venivano trattate le cicatrici attive. Successivamente a questa prima parte, che rientra già nel trattamento posturologico si sono dedicati diversi minuti agli esercizi di propriocezione specifici, in particolare ho deciso di concentrarmi su: - riflesso di Babinski (Fig. 6), specifico per il lavoro di propriocezione dei piedi e per il trattamento di disfunzioni degli arti inferiori; Fig. 6 13

- riflesso tonico asimmetrico del collo (Fig. 7), specifico per la coordinazione tra arto superiore e arto inferiore; Fig. 7 - riflesso di Moro crociato (Fig. 8), atto a reintegrare il riflesso crociato e a migliorare la coordinazione tra arto inferiore e arto superiore opposti; Fig. 8 - riflesso palmo mentoniero (Fig. 9), usato nei casi in cui risultava difficile reintegrare il riflesso mandibolare. 14

Fig. 9 Questa parte di esercizi specifici è sempre stata seguita da 5 minuti di pedana di Gagey (Fig. 10), la quale è una pedana propriocettiva, da non confondere con le pedane vestibolari più note in commercio ed erroneamente chiamate propriocettive, infatti il suo range di lavoro è limitato in un oscillazione che va dai 0 ai 4 gradi. È importante che i gradi siano rispettati in quanto è stata pensata proprio per lavorare nei gradi di oscillazione fisiologici del nostro corpo, oltre a questi gradi entriamo nel campo di lavoro del sistema vestibolare. Fig. 10 Le cicatrici che sono state trovate attive, quindi tutte quelle che se stimolate vanno a modificare il tono muscolare, sono state trattate attraverso la vibrazione. Per verificare se una cicatrice è attiva, si è proceduto tramite la manovra di convergenza podalica e si 15

verificava se una volta stimolata cambiasse il risultato del test. Il trattamento prevede l utilizzo di un vibratore medico con una frequenza di 70 Hz, si vibra la cicatrice per intero per 1 minuto e poi si ripete il test di MCP per vedere se interferisce ancora con il sistema. Non è sufficiente un unico trattamento per neutralizzarla, ma va ripetuto quotidianamente 3 volte al giorno per un periodo che può andare da 2 a 6 mesi, questo perché ognuno di noi è diverso e il tempo di risposta del sistema è differente. Al termine di questo periodo anche con loro sono stati ripetuti tutti i test, sia posturali sia di mobilità e flessibilità iniziali, registrando tutti i valori per poi procedere al confronto tra i due gruppi. 3.1) Test posturologici I test posturali, precedentemente menzionati e facenti parte del protocollo diagnostico fornitoci nel corso del master, nello specifico sono: - ESTENSIONE E ROTAZIONE (Fig. 11): questo test lo eseguiamo con il soggetto in piedi e/o seduto di fronte a noi. Ci permette di dare già una prima valutazione del tono muscolare e di inquadrare la persona come misto puro, puro o predominante. Se in presenza di una delle due ultime situazioni significa che è presente una disfunzione, come un colpo di frusta, che va risolta al meglio in modo da evitare che recidivi e che ci permetta di proseguire il lavoro. Fig. 11 16

- POSTURO DINAMICA CON PODO PELVICA (Fig. 12): questo test risponde alle leggi della biomeccanica, le quali ci dicono che ad una flessione laterale del busto, quindi sul piano frontale, deve corrispondere una rotazione delle vertebre, in modo che il busto ruoti verso l avanti. Se ciò non si verifica significa che siamo ancora in presenza di qualche disfunzione che non permettete ai muscoli para-vertebrali di lasciare libere le vertebre del loro movimento fisiologico. Tutto questo è valido per la parte dorsale e lombare della schiena, per la zona cervicale non si deve verificare alcuna rotazione per poter considerare il movimento fisiologico. Il test della podo pelvica avviene in modo passivo, in quanto è il posturologo che guida il soggetto e osserva se si verifica o meno una rotazione d anca. Con questo test possiamo verificare se sia presente una disfunzione dell arto inferiore. Fig. 12 - MCP - MANOVRA DI CONVERGENZA PODALICA (Fig. 13): il soggetto è decubito supino, il posturologo afferra le caviglie e compie un intra-rotazione senza forzare. Con questo test si verifica se c è una differenza di tono tra i due arti, quando in una situazione di normalità non dovrebbe esserci differenza. Fig. 13 17

- VALUTAZIONE DEI VARI RIFLESSI: si parte dalla posizione di MCP e si chiede al soggetto di compiere determinati movimenti, come: rotazione della testa a dx o sn; rotazione degli occhi a dx o sn; scivolamento della mandibola a dx o sn; spostamento della lingua a dx o sn. In una situazione di fisiologia ci aspettiamo che ad ogni movimento richiesto ci sia un aumento del tono che può essere contro laterale o omolaterale, in base al tipo di zona che si va a testare. Qualora non dovessero essere presenti uno o più di questi riflessi saremmo in presenza di una disfunzione che non ci permetterebbe di lavorare liberamente, tramite questi test siamo già in grado di individuare la zona da trattare e procedere come meglio opportuno. 18

4) Risultati test Al termine del periodo di sperimentazione sono stati rivalutati tutti i partecipanti, alla ricerca di miglioramenti o peggioramenti nello svolgimento dei: 4.1) Test posturali; 4.2) Test specifici di stretching e mobilità; 4.3) Valutazione soggettiva del miglioramento nell esecuzione del gesto Che verranno nel corso della attuale presentazione approfonditi nello specifico. Per facilità di comprensione si esporranno i risultati di ogni singolo test per ciascun gruppo, confrontando i risultati finali tra i due gruppi per ogni sezione per poter estrapolare le dovute conclusioni. Tutto ciò premesso passiamo ad esaminare i vari passaggi della tesi: Individuazione dei gruppi: - Il gruppo di controllo (denominato da ora in avanti gruppo A) è composto da 5 soggetti, di un età media di circa 30 anni; - Il gruppo sperimentale (denominato da ora in avanti gruppo B) è composto da 6 soggetti, di un età media di circa 37 anni. 19

4.1) Risultati test posturali: Dai test posturali svolti sono emerse le tabelle, di seguito riportate ed analizzate, dove vengono riassunti i dati rilevati. Tali test di cui si è tenuto conto per una valutazione complessiva dell individuo sono: 4.1.1) Posturo dinamica con podo pelvica GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) POSTURO DINAMICA PODO Generalizzato Lateralizzato Localizzato PELVICA Prima Dopo Prima Dopo Prima Dopo Prima Dopo 1 dors + 3 2 lomb sn 1 1 Dx + 1 dors + 1 dors e / 2 2 dx dors sn lomb sn lomb 1 sn 1 cerv dx + lomb 4 / / 1 sn 1 dx 1 sn + lomb dx 1 sn + cerv dx 1 dors e lom dx 1 cervic e lomb 1 lombari 1 cerv dx + dors dx 2 2 dx 1 sn 2 dx Tabella 1 Analizzando i risultati ottenuti in tale test (riportati in tabella 1 sopra riportata), si riescono facilmente a confrontare i dati ottenuti all inizio e alla fine della sperimentazione. In questa tabella si analizzano i test di posturo dinamica e podo pelvica. - Gruppo A: o Nella posturo dinamica i generalizzati sono passati dal 60% al 40%; o I lateralizzati sono passati dal 20% al 0% o Ed i localizzati dal 20% al 60%. o Nel test di podopelvica, invece, sono addirittura aumentati, dal 40% che presentavano una disfunzione nel test sono passati all 80% Riassumendo questi dati, possiamo affermare che nella posturo dinamica c è stato un miglioramento anche se lieve. Va tenuto conto che un soggetto che presenta una situazione 20

localizzata è sicuramente preferibile ad un soggetto che si presenta generalizzato, quest ultimo infatti, ci mostra una condizione più complessa da andare a trattare. Nel test di podopelvica, invece, si è riscontrato un peggioramento, infatti i soggetti che presentano una possibile disfunzione agli arti inferiori sono raddoppiati. - Gruppo B: o Nel test di posturo dinamica i generalizzati sono passati dal 66.67% al 0%; o I lateralizzati dal 0% al 66.67%; o I localizzati in percentuale sono rimasti invariati; o Nel test di podo pelvica la percentuale è notevolmente scesa, da l 83.33% dei partecipanti all inizio al 33.33% alla fine. Riassumendo i dati si evince come nel test di posturo dinamica ci sia stato un notevole miglioramento. Nel gruppo B i generalizzati erano in percentuale maggiore all inizio, mentre alla fine della sperimentazione sono tutti migliorati. Osservando i dati, si può dedurre che tutti i generalizzati sono passati ad una condizione di lateralizzati, quindi non un miglioramento completo ma sicuramente una situazione migliore rispetto all inizio. Nel test di podo pelvica, inoltre, risulta un notevole miglioramento, considerando anche il fatto che gli unici due soggetti che presentano una possibile disfunzione agli arti inferiori hanno una disfunzione solamente monolaterale, quindi interessa un arto solo. 4.1.2) Estensione e rotazione GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentazione) ESTENSIONE E ROTAZIONE Misto puro Predominante o puro Prima Dopo Prima Dopo 2 dx 3 dx 1 sn 3 1 1 dx 1 sn 4 dx 4 2 Tabella 2 Nella tabella 2 si confrontano i dati relativi al test di estensione e rotazione prima e dopo la sperimentazione. 21

- Gruppo A: o all inizio della sperimentazione il 40% dei partecipanti risultavano come misto puri destri e ripentendo il test alla fine risultano il 60% misto puri destri e il 20% sinistri; o mentre i predominanti sono diminuiti dal 60% al 20%. Si evidenzia quindi un miglioramento, in quanto una condizione di misto puro destra o sinistra che sia, rispetto a quella di predominante o puro sia decisamente migliorativa poiché, quest ultima ipotesi, ci fa già intuire una possibile disfunzione a livello del rachide. - Gruppo B: o Inizialmente il 16.67% dei partecipanti era in una condizione di misto puro destro, e un 16.67% misto puro sinistro. Alla fine della sperimentazione abbiamo una situazione di 66.67% di misto puri destri. o Mentre i predominanti o puri sono diminuiti dal 66.67% al 33.33%. Anche in questo caso è riscontrabile un notevole miglioramento, ma bisogna aggiungere che, in questo caso, la differenza tra i due gruppi è quasi nulla. 4.1.3) Manovra di convergenza podalica Ipertono DX Ipertono SN Isotono Prima Dopo Prima Dopo Prima Dopo GRUPPO A (controllo) 4 5 1 / / / GRUPPO B (sperimentale) 3 2 3 1 / 3 Tabella 3 In questa ultima tabella (tabbella 3) vengono confrontati i dati relativi alla manovra di convergenza podalica evidenziando che nel: - Gruppo A: o all inizio della sperimentazione l 80% dei partecipanti risultavano avere ipertono destro e alla fine il 100% dei partecipanti aveva questo stesso ipertono; 22

o all inizio, solamente un soggetto (il 20%) presentava un ipertono sinistro, che alla fine della sperimentazione è diventato destro. - Gruppo B: o inizialmente la divisione era perfettamente al 50% tra ipertono destro e ipertono sinistro. o alla fine della sperimentazione, invece, il 33.33% dei soggetti mostra ipertono destro, il 16.67% sinistro ed il restante 50% presenta isotono, ovvero non c è differenza di tono tra arto destro e arto sinistro. La differenza iniziale tra i due gruppi non è spiegabile secondo una logica, infatti i partecipanti dei due gruppi sono stati scelti in modo casuale è comunque noto come in percentuale nella popolazione siano presenti mediamente più persone che presentano un ipertono destro all inizio di qualsiasi trattamento. Il dato che risulta essere maggiormente interessante, in questo caso, è la completa assenza di partecipanti che all inizio presentino un isotono, ovvero omogeneità di tono muscolare tra arto destro e arto sinistro. Alla fine della sperimentazione il gruppo A continua a non avere nessun soggetto con isotono, invece nel gruppo B ben il 50% dei partecipanti trova una condizione di isotono presentando, quindi un notevole miglioramento. Nel seguente grafico (grafico 1) vengono messi a confronto le percentuali dei soggetti dei due gruppi che hanno avuto un miglioramento nei vari test posturali. 23

Percentuali miglioramenti Percentuali di miglioramento nei test posturali 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Posturo Dinamica Podo Pelvica Estensione - Rotazione Convergenza Podalica Test posturali GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Grafico 1 Dal grafico si evidenziano molto bene i risultati raggiunti dai due gruppi. In particolar modo è interessante notare come nei test di podo pelvica e manovra convergenza podalica il gruppo A non abbia registrato nessun miglioramento, mentre il gruppo B presenta percentuali molto elevate. Questo risultato differente lo dobbiamo sicuramente agli esercizi propriocettivi e alla pedana di Gagey che hanno caratterizzato il lavoro svolto con il gruppo B, con questi esercizi, infatti, ho trattato tutte le possibili disfunzioni degli arti inferiori e permesso di migliorare notevolmente il tono muscolare. L unico test contro corrente, anche se di poco, è estensione e rotazione. Probabilmente dovuto al fatto che il lavoro svolto con il gruppo B ha portato ad un miglioramento a livello muscolare e risolto probabili disfunzioni degli arti inferiori, ma risolvendo un tipo di problematica può aver fatto emergere altre problematiche che ora sarebbero da valutare e trattare, presumibilmente ricercando l ausilio di altri tipi di stimolazioni. 24

4.2) Risultati test specifici di stretching e mobilità Nelle tabelle che seguiranno sono stati raggruppati i risultati di ogni singolo test, riportando il risultato iniziale e finale e la differenza tra i 2 risultati ottenuti consistente nel miglioramento o peggioramento oggettivo nell esecuzione dei test specifici di stretching e mobilità. Gruppo A (controllo) sit and reach test retropulsione spalla sn retropulsione spalla dx Età prima Dopo prima dopo prima dopo Giorgia F. 36 13,6 15,2 1,6 9 11,2 2,2 2,4 1,7-0,7 Andrea C. 38 4,2 7,8 3,6 4,1 6,4 2,3 0,6 1,7 1,1 Camilla De R. 25 18,3 23,4 5,1 16,7 17,3 0,6 12,5 15,4 2,9 Alvise A. 26-15,3-3,8 11,5 5,4 7,6 2,2 11 12,4 1,4 Davide C. 24-5,5 0 5,5 7,4 10,8 3,4 4,5 7,1 2,6 Gruppo B (sperimentale) sit and reach test retropulsione spalla sn retropulsione spalla dx Età prima Dopo prima dopo prima dopo Francesca L. 27 12,8 26,4 13,6 34 36,2 2,2 23,8 28,2 4,4 Stefano R. 45 0,3 2,4 2,1 3,9 6,2 2,3 0,9 3,1 2,2 Nadia F. 28-6,4 3,9 10,3 10,2 12 1,8 7 9,6 2,6 Stefano Z. 40-1,6 3,5 5,1 7,8 11,6 3,8 1,2 1,9 0,7 Giuliana O. 60 9,6 14 4,4 4,1 6,1 2 4,1 5,9 1,8 Isabella De M. 20-7,7 15 22,7 27 32 5 18,2 29,8 11,6 Tabella 4 Analizzando i risultati delle tabelle 4, appare subito chiaro che tutti i partecipanti di questo lavoro abbiano ottenuto dei miglioramenti. È presente un solo un risultato negativo in un singolo test, tale dato è difficile da spiegare, essendo che la persona in esame ha partecipato solo con esercizi di stretching è probabile che questi, nel suo caso specifico, non siano stati sufficienti a migliorare la prestazione in quel determinato test. Al di là di questo unico risultato negativo, la prima conclusione che si può trarre è che: Lo stretching svolto con costanza e con criterio porta ad un miglioramento generale della mobilità articolare e flessibilità muscolare. 25

Si conferma così, ancora una volta, l importanza dello stretching per permettere al corpo di mantenere certi gradi di mobilità che altrimenti andrebbero diminuendo con l avanzare dell età. Confrontando, però, i risultati tra i due gruppi si nota che i miglioramenti ottenuti sono stati mediamente più alti su tutti i test nel gruppo B, ovvero il gruppo sperimentale. Nello specifico ora vediamo i risultati di ogni singolo test: 4.2.1) SIT AND REACH TEST GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Miglioramenti Da 0.1 a 5 cm Da 5.1 a 10 cm Da 10.1 a 15 cm 15 cm 2 2 1 / 2 1 2 1 Tabella 5 - Nel gruppo A (di controllo): o il 40% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 5 cm; o un altro 40% entro i 10 cm; o il 20% entro i 15 cm e nessuno oltre. Il range di miglioramento va da 1,6 cm a 11,5 cm, con una media di 6.6 cm. - Nel gruppo B (sperimentale): o il 33.3% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 5 cm; o 16.7% entro i 10 cm; o il 33,3% entro i 15 cm o una persona, quindi il 16,7%, ha superato abbondantemente i 15 cm di miglioramento. Il range di miglioramento va da 2.1 cm a 22.7 cm, con una media di 12.4 cm. 26

PRIMA DOPO 4.2.2) RETROPULSIONE SPALLA SINISTRA GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Miglioramenti Da 0.1 a 2 cm Da 2.1 a 4 cm Da 4.1 a 6 cm 6 cm 1 4 / / 2 3 1 / Tabella 6 - Nel gruppo A (di controllo): o il 20% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 2 cm; o 80% entro i 4 cm; o nessun partecipante è migliorato oltre. Il range di miglioramento va da 0,6 cm a 3.4 cm, con una media di 2 cm. - Nel gruppo B (sperimentale): o il 33.3% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 2 cm; o il 50% entro i 4 cm; o il 16.7% entro il 6 cm; o nessuna persona ha superato i 6 cm di miglioramento. Il range di miglioramento va da 1.8 cm a 5 cm, con una media di 3.4 cm. 27

PRIMA DOPO 4.2.3) RETROPULSIONE SPALLA DESTRA GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Miglioramenti Da 0.1 a 2 cm Da 2.1 a 4 cm Da 4.1 a 6 cm 6 cm 2 2 / / 2 2 1 1 Tabella 7 - Nel gruppo A (di controllo): o il 40% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 2 cm; o il 40% entro i 4 cm; o nessun partecipante è migliorato oltre. o da evidenziare che un soggetto, quindi il 20% dei partecipanti, ha avuto l unico caso di peggioramento. Il range, in questo caso, va da -0,7 cm a 2.9 cm, con un miglioramento medio di 1.1 cm. - Nel gruppo B (sperimentale) o il 33.3% dei soggetti ha avuto un miglioramento entro i 2 cm; o un altro 33.3% entro i 4 cm; o il 16.7% entro il 6 cm; o infine un altro 16.7% ha superato abbondantemente i 6 cm di miglioramento. Il range di miglioramento va da 0.7 cm a 11.6 cm, con un miglioramento medio di 6.2 cm. 28

Centimentri Riassumendo questi dati, possiamo notare come i risultati raggiunti dimostrino che in tutti i test le percentuali di soggetti che hanno raggiunto un certo miglioramento non siano così differenti nei due gruppi, però allo stesso tempo appare evidente che nel gruppo B (sperimentale), in tutti i test ci sono stati uno o più partecipanti che hanno raggiunto valori decisamente più alti. Per rendere di più facile lettura questo aspetto, vengono riportate le medie dei range di miglioramento di ogni singolo test in grafico, che mette bene in evidenza come: Il Gruppo B abbia ottenuto in tutti i test un miglioramento medio maggiore rispetto al Gruppo A. 14 12 10 Medie range di miglioramento 8 6 4 2 0 Sit and reach test Retropulsione SN Retropulsione DX Test GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Grafico 2 4.3) Risultati valutazione soggettiva del miglioramento nell esecuzione del gesto L ultimo aspetto che rimane da analizzare riguarda la valutazione soggettiva di ogni partecipante alla sperimentazione. Come detto in precedenza, infatti, non dobbiamo dimenticare che il lavoro del posturologo agisce sempre in campo terapeutico, quindi al di là 29

dei miglioramenti oggettivi nei vari test è importante rilevare anche in miglioramento a livello soggettivo. In questa parte della sperimentazione sono state verificate se al pari dei vari miglioramenti oggettivi il partecipante riferisce anche la sensazione di eseguire il movimento con più facilità, di essere più fluido nell esecuzione. Per valutare questo aspetto si è chiesto a tutti i partecipanti di esprimere su una scala di valori da 1 a 10 la facilità con cui riuscivano a svolgere quel determinato movimento. In questa scala l 1 rappresenta una facilità estremamente bassa nell eseguire il movimento, mentre il 10 rappresenta un estrema facilità nell esecuzione del gesto. Nelle seguenti tabelle vengono raffrontati tutti i dati relativi ai risultati (soggettivi) iniziali e finali dei due gruppi. GRUPPO A Sit and reach test Retropulsione spalla sn Retropulsione spalla dx Prima dopo Prima dopo Prima dopo Giorgia F. 7 7 8 8 2 2 Andrea C. 6 6 2 2 3 3 Camilla D. R. 8 8 7 7 4 5 Alvise A. 6 8 7 8 7 8 Davide C. 7 7 9 9 7 8 GRUPPO B Sit and reach test Retropulsione spalla sn Retropulsione spalla dx Prima dopo Prima dopo Prima dopo Francesca L. 7 9 10 10 10 10 Stefano R. 3 7 3 4 3 7 Nadia F. 4 6 7 8 6 7 Stefano Z. 4 7 8 9 6 6 Giuliana O. 8 9 7 9 7 9 Isabella D.M. 6 8 8 9 7 8 Tabella 8 In rosso si è voluto evidenziare tutti i casi in cui c è stato un miglioramento soggettivo, mettendo quindi subito in evidenza la predominanza di una percezione di miglioramento a livello soggettivo maggiore nel gruppo B. Appare evidente la differenza tra i due gruppi: 30

- Nel gruppo A: o 3 persone, quindi il 60% dei componenti ha riferito un miglioramento soggettivo; o Di questi, solamente una persona su tutti quanti i test; o Mentre, 2 persone riferiscono un miglioramento nell esecuzione solamente in un test o Per il 40% dei partecipanti l esecuzione del movimento non è né migliorata né peggiorata - Nel gruppo B: o Il 100% dei partecipanti ha riferito un miglioramento o Il 66.7% riferisce un miglioramento su tutti quanti i test o Il 16.7% riferisce un miglioramento su due test o Il 16.7% riferisce un miglioramento solo su un test, però in questo caso il dato ha meno rilevanza dal momento che nei due test per gli arti superiori ha riferito il punteggio massimo fin dall inizio della sperimentazione Nel grafico seguente vengono, infine, riportate le differenze tra la media delle valutazioni di tutti i partecipanti alla fine della sperimentazione e la media delle valutazioni all inizio, questo per ogni test. 31

Variazione valutazione Differenza tra le medie di valutazione prima e dopo sperimentazione 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Sit and reach test Retropulsione spalla SN Retropulsione spalla DX Test GRUPPO A (controllo) GRUPPO B (sperimentale) Grafico 3 Il grafico 3 evidenzia come nel gruppo B, sperimentale, ci sia stato un miglioramento della valutazione media soggettiva più alta in tutti i test. Il gruppo B, ancora una volta, ha mostrato risultati nettamente più positivi, dimostrando in questo caso anche l importanza del trattamento posturologico per permettere di mantenere una buona fluidità dei movimenti, rendendoli anche di più economica esecuzione. 32

5) Conclusioni Dopo aver esaminato attentamente tutti i dati raggiunti, si è in grado di affermare che il gruppo B (sperimentale) ha avuto ottimi miglioramenti in tutte le fasi della tesi: test posturali, test di mobilità, flessibilità e valutazione soggettiva; mentre il gruppo A (controllo) ha avuto, mediamente, miglioramenti nei test di mobilità e flessibilità muscolare, dimostrando e confermando quanto lo stretching praticato con regolarità sia importante per mantenere e migliorare una buona mobilità rendendo, i gesti facenti parte della quotidianità, più agevoli. Sarebbe interessante, però, riproporre agli stessi soggetti gli stessi test a distanza di uno o due mesi dalla fine della sperimentazione e valutare se e quanto hanno mantenuto il miglioramento che avevano ottenuto. Nei test posturali, invece, il gruppo A non ha avuto molti miglioramenti. Qualche miglioramento è stato registrato nel test di posturo dinamica che ci permette di avere una valutazione generale del soggetto, ma nei test più specifici e mirati, come podo pelvica e manovra convergenza podalica non sono stati registrati miglioramenti. Infine, il gruppo A, nella valutazione soggettiva dell esecuzione del gesto motorio non ha riscontrato grandi miglioramenti. Ci sono stati casi che hanno riferito dei miglioramenti personali, ma sempre molto lievi e comunque nella media del gruppo non di rilevanza. Come detto poco sopra, il gruppo B (sperimentale) ha registrato miglioramenti, anche importanti, in tutti quanti i test. Nei test di mobilità e flessibilità muscolare i miglioramenti sono stati molto più alti rispetto al gruppo di controllo, soprattutto nel test sit and reach test che valuta la flessibilità e mobilità di tutta la catena posteriore, questo dato si spiega dal lavoro svolto che è stato per lo più incentrato nel miglioramento della propriocezione, permettendo così un maggior controllo dei movimenti e del reclutamento muscolare. Nei test posturali va data particolare attenzione ai risultati raggiunti nei test specifici come podo pelvica e manovra convergenza podalica nei quali vi sono stati notevoli miglioramenti sia all interno dello stesso gruppo sia confrontando i risultati con il gruppo di controllo. 33

Nella valutazione soggettiva del gesto motorio i risultati ottenuti sono stati estremamente positivi, addirittura il 100% dei partecipanti ha riferito di una percezione migliore e maggior facilità nell esecuzione del movimento richiesto. Inoltre, come detto inizialmente, tutti i partecipanti di questo lavoro si allenano regolarmente in palestra e hanno potuto riferire di una percezione migliorare nell esecuzione dei vari esercizi, dicendo di aver maggior controllo e di fare meno fatica. Un ultimo dato che va sottolineato è la differenza di età media nei due gruppi. Andando ad eseguire dei test per valutare la mobilità articolare, 7 anni medi di differenza hanno il loro peso. Come detto, tutti quanti i soggetti praticano attività fisica quindi tutte persone con un certo grado di allenamento, di conseguenza, a parità di condizioni di allenamento, è fisiologico aspettarsi una maggior rigidità muscolare dalle persone più avanti di età, ma nonostante questo parametro il gruppo sperimentale ha ottenuto i risultati migliori, confermando ancora una volta l importanza di un riequilibrio posturale percettivo per garantire un buon mantenimento della condizione fisica. Concludendo, si può affermare che restando in una programmazione posturale di competenza del Chinesiologo, quindi senza l ausilio di stimolazioni sensoriali come alph, occhiali prismatici e solette, si riescono già a riscontrare ottimi risultati. Si riuscirebbero ad ottenere risultati ancora migliori prolungando il periodo di lavoro e successivamente effettuando nel tempo la necessità di controlli periodici a intervalli regolari e/o all occorrenza; anche se va esplicitato che tutto questo non risulta sufficiente a garantire il completo miglioramento del soggetto, ma è una tecnica di lavoro molto efficace soprattutto vista come un affiancamento indispensabile all utilizzazione di stimolazioni sensoriali per migliorare l efficacia complessiva della terapia e presumibilmente velocizzarne i risultati. 34

6) Sitografia e bibliografia - www.almatu.it - www.posturologia.org - www.projectinvictus.it - Materiale e appunti delle lezioni del master - Tesi master precedente 35

7) Ringraziamenti Ringrazio il professor Meneguzzo Andrea per la disponibilità, i consigli e l appoggio fornitomi in tutte le fasi di stesura della tesi, grazie al quale il lavoro svolto ha preso forma. Ringrazio di cuore tutte le persone, nonché soci dell associazione sportiva I AM FIT, che hanno preso parte a questo studio in modo molto attivo, impegnando il loro tempo con esercizi svolti a casa e con sedute svolte direttamente con me, prendendo tutto il lavoro con estrema serietà. Un ringraziamento ancora più sentito a Nadia, che oltre ad aver partecipato in modo diretto al lavoro, mi è stata di sostegno in tutto il periodo del master e della tesi, aiutandomi in quest ultima anche in aspetti tecnici come impaginazioni, formati immagini ed elaborazione di tutto il lavoro. Infine, ringrazio tutti i compagni del master per il continuo confronto e sostegno reciproci, dall inizio di questo percorso fino a tutte le possibili collaborazioni che ne nasceranno e, tutti i docenti per le conoscenze che ci hanno trasmesso. 36