Il mercato e le opportunità DOSSIER SETTORE FOCUS Marzo 2013 Arredo e Design Nell arco degli ultimi cinque anni, le importazioni indiane nel comparto dell arredo e design sono cresciute in maniera costante (tasso di crescita medio del 30%) e sono passate da 400 milioni di nel 2007 a 860 milioni di nel 2011. L Italia, con esportazioni pari a 40 milioni di nel 2011, è il quarto esportatore in India dopo Cina (430 milioni di ), Germania (100 milioni di ) e Malesia (43 milioni di ). La quota di mercato dell export italiano si è però progressivamente ridotta, ed è diminuita dal 7% nel 2007 al 5% nel 2012. Questo dato stride con i risultati di una ricerca di mercato condotta dalla IICCI su un campione di 500 professionisti e consumatori indiani, in cui emerge in maniera molto chiara che: I prodotti Made in Italy sono riconosciuti per la qualità dei materiali utilizzati, per l accuratezza delle finiture e per il design contemporaneo; Dopo il prezzo, l altro fattore che limita la scelta di un prodotto italiano è la sua non disponibilità nel mercato Esiste un gap tra la domanda (alta) e offerta (bassa). Progressivo passaggio dalla famiglia tradizionale allargata (6/8 persone) a famiglie nucleari (4/5 persone), con conseguente riduzione degli spazi abitativi in contesti urbani è generalmente price sensitive, ma ha comunque una propensione a investire in prodotti d arredo in modo significativo; è molto attento al rapporto tra solidità e design del prodotto; si informa, prima di acquistare un prodotto, principalmente attraverso riviste specializzate e si consulta con architetti/designers per la scelta finale di un prodotto; tende a scegliere prodotti di stile contemporaneo; La produzione locale è ad uno stadio di primo sviluppo, ed è caratterizzata dai seguenti fattori: è ancora sostanzialmente non organizzata: il 90/95% dei produttori sono artigiani di piccole-micro dimensioni che realizzano mobili su misura, utilizzando tecniche e tecnologie obsolete; ancora limitata la presenza di produttori industriali con grandi volumi e una rete distributiva capillare estesa su tutto il territorio; ha una filiera poco specializzata: il singolo imprenditore tende ad essere importatore, distributore e retailer allo stesso tempo. Nonostante i limiti strutturali di un settore che sta muovendo i primi passi, il grande sviluppo infrastrutturale e urbano indiano sia nelle maggiori di città, sia in quelle di seconda fascia (che contano in ogni caso più di 4 milioni di abitanti) offre grandi opportunità. La domanda è alta soprattutto nei seguenti comparti e categorie di prodotti: Complessi residenziali di lusso: gli appartamenti sono proposti alla clientela con la cucina, i forni, le cappe incorporati e, di norma, importati; Hotel a 5 stelle: mobili imbottiti per lobbies, illuminazione, materiali e accessori per il bagno, letti e mobili da camera (studi, chaise longues, guardaroba etc etc), arredi da esterni; Aeroporti: sedute d attesa e panche arredamento;
Centri direzionali: uffici per top-management e postazioni di lavoro per staff operativo. La domanda per componentistica e materiali per interni (rivestimenti, pannellature, porte, finestre, sistemi elettrici e illuminotecnica, hardware vario) e' altrettanto alta. Data la natura price-sensitive del mercato e la presenza in loco di diverse aziende occidentali, per queste categorie di prodotti si consiglia un investimento diretto nel Paese. Il contesto normativo Come parte del processo di liberalizzazione economica messo in atto dalla politica industriale degli anni 90, il governo indiano ha progressivamente aperto il settore del commercio al dettaglio agli investimenti diretti esteri. L esistenza di un board (FIPB, Foreign Investment Promotion Board), deputato alla valutazione e alla convalida di investimenti esteri in determinati settori rappresenta comunque un indice significativo di un atteggiamento ancora protezionistico. Il settore della vendita al dettaglio è uno dei più sensibili, dal momento che qualsiasi intervento ha un impatto su una miriade di medi, piccoli e micro imprenditori. Gli investimenti nel settore sono pertanto soggetti all approvazione del FIPB. Tabella 1 L apertura agli IDE nel settore retail 1991 Riforme liberalizzatrici: IDE concessi al 51% in settori strategici Entra in vigore l Accordo Generale sullo Scambio di Servizi dell'organizzazione Mondiale del 1995 Commercio, che include servizi sia all'ingrosso che al dettaglio. IDE per Cash & Carry (all'ingrosso) concessi al 100% attraverso la via automatica, per cui non è 1997 necessaria l approvazione del FIPB. 2006 Vengono consentiti investimenti fino al 51% nei punti vendita al dettaglio con marchio unico Retail monomarca - IDE concessi al 100% a condizione che: - Per gli investimenti superiori al 51%, il 30% del valore del prodotto finito deve provenire da produttori indiani di dimensioni micro, piccole o medie; - I prodotti venduti appartengano a un unica marchio (ossia la vendita di merci multi-marca non è consentita, nemmeno se prodotte dallo stesso produttore); - I prodotti venduti siano già disponibili in altri mercati; - Ogni categoria di prodotti aggiuntiva da vendere sotto la sigla monomarca deve ricevere un'ulteriore approvazione del governo 2011 - Richiesta l approvazione del FIPB Retail multimarca - IDE concessi fino al 51% (JV con partner locale obbligatoria) a condizione che: - Investimento minimo richiesto = US$ 100 milioni; - Almeno il 50% dell investimento totale deve essere destinato in infrastrutture (logistica, catena del freddo e conservazione, laboratori per test dei terreni, seed farming, unità di trasformazione agricola) - 30% del valore dei prodotti manufatti o trasformati deve provenire da produttori indiani di dimensioni micro, piccole o medie.
Barriere tariffarie e logistica Dal punto di vista delle barriere alle importazioni, nonostante una progressiva diminuzione dei dazi nel corso degli ultimi anni, i prodotti di arredo e design sono comunque sottoposti a un dazio pari a circa il 27% del valore CIF del prodotto (v. All. 1). L organizzazione della logistica è generalmente onere dell esportatore e diventa parte integrante del servizio offerto al cliente/importatore indiano. Di norma, mobili e oggetti d arredo e design sono trasportati via nave fino al porto più vicino tramite container. Una volta svuotati e sdoganati presso il porto, si effettua trasporto su quattro ruote fino a raggiungere il destinatario finale (v. All. 2). Una alternativa efficace è la costituzione di showroom/magazzini nelle cosiddette Free Warehousing Zones, zone franche site di norme in prossimità di porti e aeroporti, che consentono all investitore straniero e al suo partner indiano: a. di ridurre sensibilmente i costi dell acquisto/affitto dell immobile; b. di dilazionare il pagamento dei dazi alle importazioni (applicato nel momento in cui il bene, ormai venduto, esce dalla zona franca). Tipologie di investimento La presenza di aziende straniere e italiane in India con attività commerciali e produttive è ancora limitata rispetto al potenziale del mercato. I fattori che disincentivano gli investimenti diretti e che spinge i marchi italiani a optare per semplici soluzioni di export sono: 1. Limitazioni imposte dalla normativa sugli IDE nel settore retail; 2. Entità onerosa (soprattutto per le PMI) dell investimento richiesto per l apertura di uno showroom in aree di pregio nei principali centri urbani indiani (v. All. 3); 3. Bassi standard qualitativi dei processi produttivi e della manodopera locali In tale contesto, i produttori italiani interessati ad investire nel mercato indiano hanno due alternative: 1. Costituire una joint-venture commerciale o produttiva con un partner indiano, in cui di solito: a. l azienda italiana si fa carico dello sviluppo del prodotto, dei costi di spedizione internazionale dei prodotti e/o dei macchinari e della promozione del prodotto in India; b. l azienda indiana fornisce le infrastrutture per la produzione (area produttiva, e manodopera) e per la logistica (showroom + magazzino + area servizi post-vendita). 2. Costituire una società partecipata al 100%, che: a. importa e distribuisce i prodotti dall Italia e che li può poi rivendere in modalità B2B attraverso centri cash n carry per vendita b2b (operatori del contract o a studi di professionisti) o con contratti di franchising con investitori e rivenditori locali; b. produce in India per il mercato interno e quelli limitrofi (subcontinente indiano e sud-est asiatico) e li commercializza attraverso contratti di dealership o franchising. Va comunque considerato che, ad oggi, sono rare le aziende italiane presenti con una produzione in India (v. tabella 2).
Tabella 2 Aziende italiane con presenza diretta in India Nome Azienda Tipologia investimento Tipologia produzione Presenza geografica Poltrona Frau (Casa Décor) JV commerciale Arredo Mumbai, New Delhi, Bangalore Natuzzi Controllata al 100% Trading Arredo Bangalore, Hyderabad, Kolkata, Mumbai, Delhi, Chennai Chateau d Ax JV commerciale Arredo Mumbai, Delhi, Hyderabad Artemide JV commerciale Illuminazione Mumbai Aran Cucine JV commerciale Cucine Bangalore, Chennai, Cochin, Coimbatore, New Delhi, Hyderabad, lndore, Mumbai and Pune Herbovital2 Controllata al 100% Trading Arredo e arredobagno Mumbai, New Delhi Orizzonti Italia Non disponibile Arredo New Delhi Faber Spa (Gruppo Franke) Controllata al 100% Produzione Cappe e fornelli Pune Gruppo Elica JV produttiva Cappe da cucina Pune Barausse Non disponibile Porte e serramenti Chennai Disclaimer: la presente lista non è esaustiva ed è stata compilata facendo riferimento a contatti diretti con le aziende o a fonti web. Si prega di comunicare eventuali aggiornamenti e rettifiche a furniture@indiaitaly.com Tabella 3 Aziende italiane presenti attraverso accordi di distribuzione e vendita Cucine Arredo Illuminazione Design Boffi, Cucine Lube, Euromobil, Romano Pucci, Salvarani, Scavolini, Snaidero, Veneta Cucine Asnaghi, B&B Italia, Besana, Bonaldo, Calligaris, Cattelan, Cerruti e Baleri, Dada, Fendi Casa, Fimes, Foscarini, Gamma Arredamenti, Giorgetti, Horm, Il Loft, Italsofa, Malerba, Matteo Grassi, MDF Italia, Meridiani, Minotti, Misura Emme, Molteni, & C., Moroso, Nicoletti, Orizzonti, Pedrali, Poliform & Varenna, Zanotta Floss, Fontana Arte, La Murrina Alessi, Kartell, Venini
Materiali Ufficio Arredobagno Bisazza, Rimadesio, Sicis, Tre P Ares Line, Fantoni, i4 Mariani, Las Mobili, Mascagni, Uffix Armando Vicario, Antonio Lupi, Fantini, Rapsel Disclaimer: la presente lista non è esaustiva ed è stata compilata facendo riferimento a contatti diretti con le aziende o a fonti web. Si prega di comunicare eventuali aggiornamenti e rettifiche a furniture@indiaitaly.com
All. 1 - Stima dazi importazione prodotti d arredo
All. 2 - Stima costi e tempi spedizione
All. 3 Prezzi proprietà commerciali in India PREZZI PROPRIETÀ COMMERCIALI IN INDIA CITTA' PREZZI PER AFFITTO ( mq) PREZZI PER ACQUISTO ( mq) MUMBAI South Mumbai 49,96 40,000 Parel 46,11 27,298 Bandra 42,27 36,226 Worli 49,96 37,180 Powai 33,82 24,190 NEW DELHI South Delhi (Defence Colony-Lajpat) 26,13 24.796 Connaught Place 42,27 33.178 Noida 16,29 15.530 Gurgaon 18,60 17.318 West Delhi 21,52 18.834 BANGALORE MG Road 23,06 7.234 Indiranagar 16,29 3.750 Marathalli 13,68 3.802 CHENNAI Adyar 12,60 8.900 Nungambakkam 9,22 5.648 Anna Nagar 8,45 4.374 KOLKATA CBD 8,30 5.150 South Kolkata 13,07 11.982 Alipore 11,07 8.590 EM Byepass 10,30 8.039 New Town Rajarhat 8,61 5.360 AHMEDABAD Ahmedabad 15,99 5.620 HYDERABAD Hyderabad 16,14 5.560 Fonte: Construction World, Febbraio 2013