Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico. Stefano Piotto Simona Concilio

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Polimeri e Biopolimeri di interesse farmaceutico Stefano Piotto piotto@unisa.it Simona Concilio sconcilio@unisa.it 1

Polimeri III 2

Legami e struttura dei polimeri Legami intramolecolari: covalenti Legami intermolecolari: dipoli permanenti (gruppi polari) Forze di induzione: dipolo indotto Legami idrogeno Forze repulsive Interazioni di Van der Waals

Interazioni Intermolecolari Gruppi polari: diversa elettronegatività degli atomi legati. Momenti dipolari permanenti. Esempi di gruppi polari nel PVC Gruppo nitrito (meno polare) Gruppo estere (meno polare)

Forze dipolari in un polimero

Effetto di gruppi polari: Minore solubilità (tranne che in solventi molto polari) Più alta temperatura di rammollimento (temperatura di transizione vetrosa, T g ). 6

Quasi nessun momento di dipolo per la disposizione simmetrica dei dipoli! 7

Legami idrogeno Solo con F, O, N (fortemente elettronegativi) Illustrazione di legami idrogeno in poliammide 6 (PA6) Particolarmente forte in poliammidi e poliuretani 8

Come si differenziano i polimeri? Resistenza delle forze intermolecolari e loro somma lungo le catene polimeriche. Peso Molecolare e aggrovigliamento, che rallentano il movimento delle catene. Cristallinità. Reticolazione. Tutte queste proprietà determinano i diversi stati di aggregazione macromolecolare nei polimeri.

Arrangiamento delle catene

Disegno schematico di strutture di termoindurenti e termoplastici. Questi ultimi possono essere amorfi o con una struttura simile ai termoindurenti, ma con minore densità di reticolazione.

Proprietà termiche Materiali Plastici: materiali che possono essere lavorati in diverse forme. Termoplastici: materiali che possono essere lavorati più di una volta. Utilizzati nella sostituzione di vasi sanguigni Termoindurenti: materiali che possono essere lavorati una sola volta Usati nei dispositivi dentali e ortopedia, come protesi d'anca Elastomero: materiale elastico. Se moderatamente deformato, l'elastomero ritorna alla sua forma originale. Usati nei cateteri, nel rivestimento di pacemaker.

Termoplastici e termoindurenti

4/5/2017 14

Polimeri Termoplastici I polimeri termoplastici sono definiti come materiali che ammorbidiscono, fondono, e fluiscono quando è applicato calore Solidificano una volta raffreddati Sono la maggior parte delle materie plastiche più comuni Sono facilmente lavorabili

Schema di strutture di polimeri termoindurenti e termoplastici. Questi ultimi possono essere amorfi o semicristallini.

Variazione dello stato fisico in funzione della Temperatura T g = trans. Vetrosa T r = rammollimento T m = fusione T L = limite di stabilità chimica (degradazione)

Polimeri Termoplastici Possono essere Amorfi: Struttura random Buona trasparenza Ampio intervallo di fusione Es. Polimeri acrilici, policarbonati, PETG (amorfo), polistirene, PVC.

PET amorfo: PET-G Cicloesano dimetanolo (CHDM) può essere aggiunto alla catena polimerica al posto del glicole etilenico. Questo interferisce con cristallizzazione e abbassa la temperatura di fusione del polimero. Questo PET è conosciuto come PETG o PET-G (polietilene tereftalato glicole modificato, PETG è un termoplastico amorfo che può essere stampato ad iniezione o estruso. 19

PET amorfo: co- PET Un altro modificatore comune è l acido isoftalico, un comonomero che disturba la cristallinità. Tali copolimeri sono vantaggiosi per determinate applicazioni di stampaggio, come ad esempio termoformatura, utilizzati per fare imballaggi e blister. Per le bottiglie in PET, l'impiego di piccole quantità di acido isoftalico può essere utile: se si utilizzano solo piccole quantità di co-monomeri, la cristallizzazione è rallentato ma non del tutto 20 impedita.

Polimeri Termoplastici Possono essere Semi-cristallini: Allineamento di catene Più duro, meno flessibile Unico punto di fusione Alto ritiro allo stampaggio (mold shrinkage) Es. Polietilene (LDPE / MDPE / HDPE), polipropilene, PTFE, Poliammide, PEK.

Termoplastici Intorno alla T g avviene la transizione vetrosa: mobilità a lungo raggio delle catene polimeriche Se sono semicristallini: c è un intervallo di fusione dei cristalliti a T m T > T g : sono lavorabili nella froma desiderata T < T g : intervallo di utilizzo in forma rgida Sono solubili

Polimeri termoplastici: T g e T r Durante i processi di lavorazione la temperatura deve essere compresa tra i valori di T g e T r ; Nel caso di materiale da impianto si deve avere che T g sia superiore ai 37 C. Il PMMA (polimero rigido) ha T g superiore alla temperatura ambiente. I materiali gommosi hanno T g inferiore alla temperatura ambiente, infatti sono rigidi a basse temperature e flessibili alle alte T.

Sforzo e deformazione 24

Test di trazione Una semplice prova di trazione è il metodo più usato per caratterizzare le proprietà meccaniche di un polimero. Il test misura la resistenza alla trazione di un materiale ad una forza statica. I dati ottenuti dalle prove di trazione descrivono molte caratteristiche meccaniche del polimero. Si ottengono curve sforzo-deformazione tipiche del comportamento termoplastico, termoindurente o elastomerico. Modulo di elasticità è il rapporto sforzo/ deformazione nella regione elastica della curva.

Diagramma stress-strain di polimeri

Curva sforzo-deformazione polimero termoplastico Yield point: Limite di snervamento. Il campione comincia a diminuire in sezione trasversale: necking Yield Elongation: deformazione al limite di snervamento Carico di rottura è lo sforzo massimo che un materiale può sopportare prima della rottura (allungamento a rottura)

Deformazione elastica e plastica Polimero amorfo Regione elastica Il necking rende le catene quasi parallele (cristallizzazione). I forti legami di Van der Waals tra le catene richiedono un maggiore stress al fine di completare il processo di deformazione e frattura

Polimero semicristallino La curva stress/strain differisce dalla curva dell amorfo perché manca la regione di allungamento Risposta viscoelastica allo stress

La deformazione plastica è il risultato di stretching, rotazione, e sbrogliamento sotto carico. Deformazione permanente Le catene, inizialmente aggrovigliate diventano allineate. Una volta che le catene sono raddrizzate, lo stress provoca ulteriore necking, scorrimento continuo e deformazione delle catene.

Polimeri Termoindurenti Un polimero termoindurente sottostà ad un processo di reticolazione, normalmente attraverso l'azione di un catalizzatore, calore, radiazioni, o una combinazione di questi fattori. Come suggerisce il nome, cross-linking è il processo di formazione di legami incrociati tra le molecole polimeriche lineari (Curing è un altro termine comunemente usato). Come risultato di questo processo, il polimero termoindurente diventa infusibile e insolubile. Resine termoindurenti (ad esempio, resine epossidiche, poliesteri, e polifenoli) sono alla base di molti adesivi strutturali per applicazioni mediche.

Disegno schematico di strutture di termoindurenti e termoplastici.

Termoindurente Duro, forte, rigido Eccellente resistenza al calore Non può essere ri-processato Cristallino: Resina epossidica, fenolica, poliestere Amorfo: Gomma, silicone, poliuretano

Variazione dello stato fisico in funzione della Temperatura T g = trans. Vetrosa T r = rammollimento T m = fusione T L = limite di stabilità chimica

Polimeri Termoindurenti Non fondono Non sono solubili Non si rigonfiano Vengono generalmente lavorati prima del processo di reticolazione (crosslinking)

Elastomeri Un polimero con un basso grado di reticolazione è un elastomero. l cross-link non sono sufficienti per permettere cambiamenti significativi nella conformazione delle catene, pur impedendo alle singole molecole di scorrere l una sull altra. Gli elastomeri sono in grado di sopportare una grande quantità di deformazione recuperabile, comportamento tipico della gomma. 36

Elastomeri Avvolgimento e srotolamento Quando si mette una gomma sotto tensione (es. gonfiare un palloncino), le molecole di polimero cominceranno a cambiare la loro conformazione. Tirando le catene esse si srotolano :

Comportamento gommoso Mentre si continua a tirare la gomma, i segmenti della catena cominciano a raggiungere i loro limiti di estensibilità. Nel caso di mastice o gomme da masticare, questo scorrimento può continuare fino a quando le catene non sono più in contatto e se la gomma viene tirata nella sezione trasversale diventa molto sottile e si rompe.

Comportamento elastomerico Per gli elastomeri, invece, i segmenti della catena si srotolano fino al possibile prima che il cross-link inibisca l'ulteriore srotolamento. Ulteriori tensioni sono quindi applicate direttamente sui legami C-C della catena polimerica. Quando la forza diventa abbastanza grande, i legami C-C si romperanno e la gomma si spezzerà. La forza dell elastomero non è quindi molto diversa da quella di altri materiali, mentre la rigidità è inferiore di diversi ordini di grandezza. Cosa accade se un elastico viene lasciato troppo tempo al sole?

Elastomeri Non fondono Non sono solubili Si rigonfiano Sono usati a T > T g (La T g è spesso abbassata per aggiunta di plastificanti)

Diagramma stress-strain

Vulcanizzazione Cross-link possono essere aggiunti dopo la sintesi del polimero, in un processo separato. Vulcanizzazione: vengono aggiunti punti di reticolazione alla gomma per riscaldamento con zolfo.

Applicazioni Resine epossidiche Poliisoprene Lycra o Spandex 43