Lezione prima- (parte prima) La scienza delle finanze e l economia del benessere (1) 1
CHE COS E LA SCIENZA DELLE FINANZE La Scienza delle finanze (o Economia pubblica) è la disciplina economica che studia il ruolo dello stato nelle economie di mercato con particolare riguardo alle entrate e alle spese pubbliche rappresentate nel bilancio dello stato. 2
La presenza dell attività pubblica è molto ampia Una vita... Nasciamo in un ospedale (spesso pubblico) e ci registrano all anagrafe Da giovani passiamo molti anni in scuole (pubbliche o sovvenzionate dallo stato) Lavoriamo: il nostro compenso è gravato in misura rilevante da oneri sociali (diritti pensionistici nell ambito di istituzioni pubbliche)... 3
La presenza dell attività pubblica è molto ampia una vita. Costruiamo una famiglia, abbiamo figli e in molti casi ci sono sussidi dallo stato (assegni familiari, detrazioni fiscali) Ci ammaliamo e siamo curati quasi sempre in istituzioni pubbliche Cessiamo di lavorare e viviamo di una pensione, quasi sempre pubblica Si muore e saremo sepolti in un cimitero costruito dal comune. 4
La presenza dell attività pubblica è molto ampia Tutte le attività descritte richiedono un volume elevato di mezzi finanziari in gran parte raccolti con imposte, prelievi coattivi a carico dei cittadini. La descrizione delle spese e delle entrate è condensata nel Bilancio dello Stato, o più precisamente nei bilanci dei moltissimi enti pubblici che compongono ciò che chiamiamo stato. 5
Richard Musgrave The Theory of Public Finance Mc Graw Hill, New York 1959 Le funzioni del bilancio pubblico: Allocazione Redistribuzione Stabilizzazione 6
ALLOCAZIONE persegue modalità efficienti di offerta dei servizi pubblici e di prelievo fiscale attraverso: Produzione pubblica Regolamentazione di attività private 7
REDISTRIBUZIONE corregge la distribuzione delle risorse realizzata dal mercato attraverso: Trasferimenti monetari Offerta di servizi reali (trasferimenti in kind) Imposte 8
STABILIZZAZIONE regola il livello dell attività economica, garantendo il pieno impiego e il controllo dell inflazione attraverso: La manovra delle spese e delle imposte Misure che incentivano l attività produttiva 9
ECONOMIA DEL BENESSERE E GIUSTIFICAZIONI DELL INTERVENTO PUBBLICO Richiami teorici di Economia del benessere necessari per spiegare le motivazioni teoriche dell intervento pubblico 10
TEORIA POSITIVA E TEORIA NORMATIVA 11
TEORIA POSITIVA spiega le cause di un fenomeno economico Esempi: Perché.. un chilo di mele costa meno di un automobile? esiste la disoccupazione? 12
TEORIA POSITIVA Altri esempi: Perché.. la difesa è sempre gestita dallo stato e mai da imprese private? la sanità è quasi sempre gestita dallo stato? in autostrada si paga un pedaggio e nelle strade normali no? 13
TEORIA NORMATIVA Individua gli obiettivi di politica economica e gli strumenti idonei per il loro raggiungimento Esempi: Quali sono le politiche migliori per ridurre la disoccupazione o l inflazione? per distribuire tra i cittadini il carico tributario? per gestire il servizio di trasporto ferroviario? 14
L Economia pubblica si occupa sia dell aspetto positivo sia di quello normativo Il contesto teorico più appropriato per discutere gli aspetti normativi è la ECONOMIA DEL BENESSERE (raggiungere il massimo benessere collettivo, ovvero un punto di ottimo sociale). Qui assumono un rilievo particolare i concetti di: EFFICIENZA e di EQUITA 15
In questa fase storica è molto diffusa la convinzione che un economia di mercato decentrata sia più efficiente che un economia in cui l intervento pubblico è ampio. Da quali principi teorici trae origine questa affermazione? Dai risultati dell Economia del Benessere (e in particolare dal c.d. Primo Teorema dell Economia del Benessere). 16
Obiettivo dell ECONOMIA DEL BENESSERE: raggiungere una posizione di OTTIMO SOCIALE 1) Individuare le condizioni di efficienza economica (PARETO EFFICIENZA), - partendo da una data distribuzione iniziale di risorse - e accettando giudizi di valori minimali. Questa ricerca di solito non consente di individuare un solo OTTIMO SOCIALE (ma infinite alternative). 2) Interviene allora un principio di equità sulla base del quale è possibile pervenire ad una scelta. 17
ECONOMIA DEL BENESSERE Presupposti filosofici Visione individualistica: gli individui sono i migliori giudici di se stessi e scelgono secondo criteri egoistici Visione non organicistica della società: non esiste un bene della società diverso da quelle degli individui che la compongono Principio di Pareto: c è un miglioramento di benessere solo se almeno un individuo migliora e nessun altro peggiora. 18
I presupposti filosofici dell economia del benessere sembrano ragionevoli, ma.. Visione individualistica: non sempre gli individui agiscono nel proprio interesse o hanno un orizzonte temporale abbastanza ampio Visione non organicistica della società: molti pensano che esistano valori comunitari (il senso dell identità nazionale, la protezione dell ambiente come valore al di sopra delle scelte individuali) Principio di Pareto: induce a legittimare lo status quo. 19
Condizioni di efficienza paretiana produzione efficiente scambio efficiente efficienza complessiva 20
EFFICIENZA PARETIANA una definizione formale Una situazione in cui non è possibile, attraverso modificazioni delle condizioni di produzione e scambio, migliorare il benessere di un individuo senza diminuire quello di qualche altro. 21
EFFICIENZA PARETIANA Poiché le possibili allocazioni iniziali delle risorse tra gli individui sono infinite, esistono infiniti punti Pareto efficienti, uno per ogni allocazione iniziale. Essi possono essere rappresentati, nel caso di due individui, dalla GRANDE FRONTIERA DELLE UTILITÀ. Posizioni di First Best 22
La grande frontiera delle utilità (individua i punti Pareto efficienti) U 2 U 2 U 2.F. A A. A e C sono Pareto efficienti di First Best A non è un Pareto efficiente F non è raggiungibile. A. C.D 0 U U 1 1 23
Per definire un OTTIMO SOCIALE è necessario disporre di un criterio di scelta tra i punti della grande frontiera dell utilità. FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE 24
Funzione del benessere sociale W = W (U 1, U 2 ) è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali. Rappresenta i giudizi di valore di una società (di chi la governa) sulla distribuzione delle utilità. 25
U 2 La Funzione del benessere sociale può in generale essere rappresentata da un sistema di curve di indifferenza decrescenti e concave verso l alto W 0 W 1 W 2 0 U 1 26
La Funzione del benessere sociale consente di individuare un punto di ottimo sociale sulla grande frontiera delle utilità U 2. W 0 W 1 W 2 A. B Curve di indifferenza della Funzione del benessere sociale. C C: PUNTO DI OTTIMO SOCIALE 0 U 1 27
La Funzione del benessere sociale: la sua forma incorpora un criterio di equità U 2 E: PUNTO DI OTTIMO SOCIALE in una prospettiva egualitaria [U 2 = U 1 ] (vedi dopo). W 0 W 1 W 2 A.E. B Curve di indifferenza della Funzione del Benessere Sociale. C 0 U 1 28
EFFICIENZA PARETIANA VS OTTIMO SOCIALE L efficienza paretiana è caratterizzata da: efficienza nella produzione e scambio accettazione del principio di Pareto (che ha implicito un criterio di unanimità) L ottimo sociale è condizionato da presupposti di valore (principi etici, senso di giustizia) 29
PRIMO TEOREMA DELL ECONOMIA DEL BENESSERE Un equilibrio di concorrenza perfetta è Pareto efficiente. 30
Primo teorema dell economia del benessere Perché la concorrenza perfetta realizza un equilibrio Pareto efficiente? I prezzi relativi (dei beni, dei fattori produttivi) che si determinano nel mercato di concorrenza perfetta (punti di riferimento delle scelte allocative di produttori e conusmatori) sono coerenti con le condizioni di efficienza paretiana 31
Primo teorema dell economia del benessere Un esempio In un punto Pareto efficiente l efficienza nella scambio richiede che i saggi marginali di sostituzione tra il bene A e B siano identici per tutti gli individui. Nell equilibrio concorrenziale ogni individuo che massimizza l utilità eguaglia il proprio saggio marginale di sostituzione con i prezzi relativi dei due beni, che risulta quindi identico a quello degli altri individui. 32
Una prima motivazione dell intervento pubblico: allocazione L intervento dello stato può essere giustificato dall esigenza di correggere l esito spontaneo del mercato per avvicinarlo alla condizione di concorrenza perfetta (Fallimenti del mercato: monopolio, beni pubblici, esternalità, asimmetrie informative) 33
SECONDO TEOREMA DELL ECONOMIA DEL BENESSERE Ogni allocazione Pareto efficiente può essere raggiunta con un equilibrio concorrenziale mediante l uso di imposte o trasferimenti in somma fissa (lump sum). 34
Secondo teorema dell economia del benessere U 2 A. Lump sum OTTIMO SOCIALE. C W 2 W 0 0 U 1 35
Una seconda motivazione dell intervento pubblico: redistribuzione Se la concorrenza perfetta è realizzata, l intervento dello stato può essere giustificato dall esigenza di effettuare redistribuzioni coerenti con la Funzione del benessere sociale (Secondo teorema del benessere) 36
Se valgono entrambi i teoremi dell Economia del Benessere esiste separazione tra efficienza ed equità Si ragiona in condizioni di First Best 37
Lump sum imposta (o trasferimento) sulla cui base imponibile il contribuente (o beneficiario) non può influire modificando i propri comportamenti. 38
Esempi di lump sum tax imposta fissa Imposta commisurata al colore degli occhi Imposta commisurata al QI 39
Nella realtà non esiste un sistema di imposte e trasferimenti lump sum in grado di svolgere i compiti redistributivi richiesti dal Secondo teorema perché questo richiede informazioni troppo elevate. 40
Conseguenza di non disporre di lum sum Se l esito del mercato concorrenziale, pur essendo Pareto efficiente, è socialmente inaccettabile dal punto di vista dell equità, i tentativi di correggere la distribuzione producono inefficienze. Soluzioni di Second best Trade-off tra efficienza ed equità 41
Se non dispongo di lump sum, vado in B, punto di second best (all interno della grande frontiera) U 2 A.Lump sum.. C B W 0 W 1 W 2 0 U 1 42
Il Trade-off tra efficienza ed equità U 2 A.Lump sum In B, rispetto ad A, ho meno efficienza (B<A) e più equità (W 1 > W 0). B. C W 0 W 1 W 2 0 U 1 43
Il Trade-off tra efficienza ed equità A quanta efficienza siamo disposti a rinunciare per avere più equità? A quanta equità siamo disposti a rinunciare per avere più efficienza? 44
IN GENERALE è del tutto improbabile che un economia sia in condizioni di concorrenza perfetta le condizioni di concorrenza perfetta, presupposto per l applicazione del primo teorema dell economia del benessere, si realizzano ben difficilmente... 45
IN GENERALE e anche se l economia fosse in condizioni di perfetta concorrenza, l intervento dello stato (che può essere necessario per correggere la distribuzione -> secondo teorema), provocherebbe distorsioni quasi sempre le imposte o la regolamentazione pubblica producono distorsioni dei prezzi relativi. 46
IN GENERALE.. ogni intervento dello stato parte quindi sempre da uno status quo che non è un First Best, ma un Second Best. In questi casi i trade-off tra efficienza ed equità risultano di più difficile valutazione. 47