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Allegato A Linee di indirizzo per la verifica dell applicazione del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 1

INDICE 1. Azioni da intraprendere in caso di non conformità 2. Sanzioni 3. Competenza all applicazione delle sanzioni 4. Tabella riassuntiva su Applicazione articolo 6 del decreto legislativo 193/2007 2

1. AZIONI DA INTRAPRENDERE IN CASO DI NON CONFORMITA In conformità di quanto disposto dall articolo 2 del D.Lgs. 193/2007, i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Usl sono identificati come autorità competente al controllo ufficiale nell ambito dei Regolamenti Ce del cosiddetto pacchetto igiene ed esercitano tali funzioni secondo le modalità previste da tali norme ed, in particolare, dall articolo 54 del Reg. CE 882/2004. In tale veste, individuate, tramite i servizi ispettivi territoriali, le eventuali non conformità, ed applicate, secondo le procedure e nei casi di cui al successivo paragrafo, le relative sanzioni amministrative, i competenti organi dell Azienda Usl intervengono per assicurare che l operatore del settore alimentare vi ponga rimedio prescrivendo l adozione delle misure necessarie a ripristinare le condizioni di conformità, secondo quanto previsto dai commi 1 e 2 dell art. 54 del citato Reg. CE 882/2004. I Dipartimenti di Prevenzione adottano le misure in questione mediante notifica di un atto adottato dall organo competente, in base all ordinamento aziendale, in cui si contestano le non conformità accertate, circostanziandole con chiarezza (verifica del rispetto delle check-list) e si prescrivono gli adempimenti che l operatore del settore alimentare dovrà assolvere. I tempi di prescrizione saranno determinati tenendo conto sia della complessità degli interventi richiesti (adozione nuove procedure di lavorazione, modifiche strutturali, interventi di manutenzione), sia della valenza sanitaria che tali interventi rivestono per la sicurezza delle produzioni. In caso di accertamento di non conformità, gli altri organi preposti alla vigilanza igienico-sanitaria (ad es. N.A.S.), ferma restando la contestazione di eventuali illeciti amministrativi, si rapporteranno ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Usl, per l adozione da parte degli stessi, in qualità di autorità competente, delle misure di ripristino della conformità. Le funzioni esercitate dall Azienda Usl in qualità di autorità competente, coesistono, fino ad un prossimo intervento di revisione della normativa regionale alla luce dei mutamenti intervenuti nell ordinamento comunitario e nazionale, con i poteri attribuiti al Comune dall articolo 4 della L.R. 16/2000. Al fine di evitare possibili sovrapposizioni e conflitti di competenze è auspicabile che, nelle more di tale intervento normativo, l esercizio dei poteri attribuiti sia esercitato previa intesa fra gli organi competenti. 2. SANZIONI Il decreto legislativo 193/2007 completa il quadro degli adempimenti demandati al legislatore nazionale in applicazione della normativa comunitaria in materia di sicurezza alimentare, mediante l introduzione delle sanzioni per le violazioni alle disposizioni dei regolamenti. Con tale normativa si assiste ad un parziale ribaltamento dell impostazione delle procedure sanzionatorie adottate dal legislatore nazionale con il D.Lgs. 155/1997: laddove la situazione riscontrata in sede di controllo configuri una violazione delle disposizioni dei regolamenti comunitari, deve, comunque, essere adottato il provvedimento sanzionatorio, ad eccezione dei casi in cui si renda necessario un adeguamento delle procedure e dei requisiti. Infatti l attuale disciplina ripropone il meccanismo della redazione delle prescrizioni solo nelle ipotesi in cui i requisiti generali e specifici di cui ai commi 4 e 5 e le procedure di cui al comma 6 3

siano presenti, ma si rivelino inadeguati, cioè tali da non garantire un soddisfacente livello di prevenzione del rischio. Ogniqualvolta l organo di controllo rilevi, pur in presenza dei requisiti generali e specifici e delle procedure, la necessità di un adeguamento degli stessi potrà prescrivere gli interventi ritenuti necessari a garantire la conformità alla normativa. Un esempio fra tanti può essere, in relazione all allegato II, capitolo IX, paragrafo 4, quello in cui si verifichi che le procedure di controllo degli infestanti sono state definite ed adottate, ma sono ritenute, appunto, non adeguate, cioè non idonee, per frequenza o metodologie adottate, a garantire il perseguimento dell obiettivo della sicurezza alimentare. È opportuno inoltre sottolineare che gli allegati dei regolamenti (CE) n. 852 e 853/2004, riportano per determinati requisiti la effettiva cogenza solo se ritenuto necessario, ove opportuno, se del caso. È responsabilità dell operatore dell impresa alimentare, conformemente allo spirito dello stesso pacchetto igiene, dimostrare, in base all analisi del rischio o di chiare evidenze comunque riportate nel piano di autocontrollo o nelle procedure, la effettiva non necessità e non opportunità del requisito. Riassumendo, quindi, il D.Lgs. 193/2007 distingue i provvedimenti da adottare nelle due diverse ipotesi: a) assenza di requisiti e procedure (art. 6 commi 4, 5 e 6) applicazione e adozione da parte dell autorità competente del provvedimento con cui si prescrivono, ai sensi dell articolo 54 del reg. CE 882/04, le opportune azioni correttive, volte alla rimozione delle non conformità; b) presenza di requisiti e procedure, ma inadeguatezza degli stessi - ad esempio, per carenza di manutenzione - (art. 6 comma 7) assegnazione di un congruo termine per l adeguamento dei requisiti e delle procedure, applicazione solo in caso di mancata ottemperanza. E, tuttavia, evidente che le due diverse ipotesi non sempre potranno essere, nella prassi operativa, così nettamente distinte. L autorità di controllo effettuerà pertanto le valutazioni di sua competenza anche alla luce del principio generale enunciato dal legislatore comunitario all articolo 54 del Reg. 882/2004: le azioni da intraprendere a fronte di una non conformità saranno decise tenendo conto della natura della non conformità stessa, nonché dei dati precedenti relativi all operatore rispetto a quella non conformità. Il legislatore comunitario, attribuendo rilievo ai precedenti, richiama quindi l autorità competente all importanza di una valutazione complessiva dell attività che non tenga conto esclusivamente delle contingenze rilevate. Ugualmente, quando l organo di controllo dovrà valutare se la non conformità accertata è da inquadrarsi come assenza di requisiti o procedure o come inadeguatezza degli stessi, dovrà verificare se tale non conformità infici o meno la complessiva rispondenza dell attività ai requisiti prescritti dal legislatore comunitario. Al fine di consentire il pieno esercizio del diritto di difesa e di fornire sufficienti elementi di prova dell illecito amministrativo rilevato, è opportuno che le carenze e/o inadeguatezze siano dettagliatamente descritte in apposito verbale di ispezione ed accompagnate, preferibilmente, da documentazione fotografica. Il verbale di ispezione verrà controfirmato dall'operatore del settore alimentare il quale potrà esplicitare, nell'apposita sezione del verbale stesso, le proprie deduzioni circa la valutazione della non conformità rilevata. 4

Nella tabella allegata viene fornito un prospetto riassuntivo del quadro sanzionatorio previsto dal decreto e degli ulteriori possibili adempimenti. Si richiama, inoltre, l attenzione sul comma 16 dell articolo 6 in cui il legislatore, ai fini dell applicazione delle disposizioni sanzionatorie, detta la definizione di operatore del settore alimentare, come la persona fisica o giuridica responsabile del rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell impresa posta sotto il suo controllo. La responsabilità dell illecito amministrativo dovrà, in questi casi, essere individuata in capo al titolare dell impresa alimentare o alla persona a cui, nell ambito di organizzazioni complesse, sia attribuito, insieme alla necessaria autonomia organizzativa e di spesa, il compito di garantire la conformità delle operazioni produttive alla normativa in materia di sicurezza alimentare. 3. COMPETENZA ALL APPLICAZIONE DELLE SANZIONI La legge regionale 81/00 all art. 4 nell individuare le funzioni amministrative concernenti le potestà sanzionatorie riservate alla Regione, riporta in elenco le disposizioni che risultano abrogate dal D.Lgs 193/2007. Ciò rende, pertanto, indispensabile una revisione di tale normativa. Tuttavia, nelle more dell adeguamento della normativa regionale, si può delineare, in via interpretativa, questo quadro delle competenze: a) in base al principio generale di cui all articolo 2 della L.R. 81/2000, resta di competenza del Comune, in quanto titolare delle funzioni di amministrazione attiva, la competenza all applicazione delle sanzioni di cui all articolo 6, commi 2 e 3 del D.Lgs. 193/2007, in quanto concernenti l assenza di registrazione e di riconoscimento per tutta o parte dell attività; b) tenuto conto che l elencazione delle norme riportata nei vari punti dell articolo 4 della L.R. 81/2000 assolve finalità ricognitive rispetto alle materie definite dalle lettere b) igiene dei prodotti alimentari garantita attraverso procedure di autocontrollo e c) l'igiene dei prodotti e dei sottoprodotti di origine animale, ottenuti in stabilimenti soggetti a riconoscimento ai sensi della normativa comunitaria, resta di competenza regionale l applicazione di tutte le altre sanzioni previste dall articolo 6 del D.Lgs. 193/2007. 5

4. TABELLA RIASSUNTIVA APPLICAZIONE ARTICOLO 6 DEL DECRETO LEGISLATIVO 193/2007 FATTISPECIE SANZIONE PROVVEDIMENTI ADOTTABILI NOTE 1. macellazione animali, arresto da sei mesi ad un a) sospensione attività produzione e preparazione di carni anno o l ammenda fino a in luoghi diversi dagli stabilimenti euro 150.000 o dai locali riconosciuti o quando (art. 6 comma 1) b) segnalazione autorità giudiziaria. c) sequestro carni - ritiro - distruzione carni sequestrate e ritirate il riconoscimento sia sospeso o revocato 2. attività in stabilimenti diversi da quelli di cui al comma 1 non riconosciuti 3. svolgimento attività con riconoscimento sospeso o revocato o senza comunicazione all autorità competente per l aggiornamento del riconoscimento. 4. mancata notifica (DIA) ai fini della registrazione 5. svolgimento attività in violazione del provvedimento di sospensione e/o chiusura attività soggetta a registrazione (* vedi nota) o svolgimento attività non comunicate per aggiornamento della registrazione 6. mancato rispetto da parte dell operatore a livello di da euro 5.000 a euro 30.000 (art. 6 comma 2) da euro 5.000 a euro 30.000 (art. 6 comma 2) da euro 1.500 a euro 9.000 (art. 6 comma 3) da euro 1.500 a euro 9.000 (art. 6 comma 3) da euro 250 a euro 1.500 a) sospensione attività fino ad ottenimento del riconoscimento b) prescrizione per l attivazione delle procedure dei prodotti a) sospensione attività fino ad ottenimento/ripristino/aggiornament o del riconoscimento a) sospensione attività fino a presentazione DIA a) sospensione attività fino a presentazione aggiornamento DIA a) prescrizione con fissazione termini per adozione misure ed interventi al (*) così si ritiene debba essere interpretato il riferimento improprio alla revoca o sospensione della registrazione. 6

produzione primaria dei requisiti generali in materia di igiene di cui all allegato I, parte A, del Reg. 852/04 e gli altri requisiti specifici previsti dal Reg. 853/04. 7. mancato rispetto da parte dell operatore a livello diverso dalla produzione primaria dei requisiti generali in materia di igiene di cui all allegato II (*vedi nota) del Reg. 852/04 e gli altri requisiti specifici previsti dal Reg. 853/04 8. mancata predisposizione da parte dell operatore a livello diverso da quello della produzione primaria di procedure HACCP, ai sensi dell art. 5 del Reg. 852/04, comprese le procedure di verifica da predisporre ai sensi del Reg. 2073/05 e quelle in materia di informazioni sulla catena alimentare. (art. 6 comma 4) da euro 500 a euro 3.000 (art. 6 comma 5) (art. 6 comma 6) fine del rispetto dei requisiti b) se necessario sospensione attività fino a soluzione della non conformità a) prescrizione con fissazione termini per adozione misure ed interventi al fine del rispetto dei requisiti b) se necessario sospensione attività fino a soluzione della non conformità a) prescrizione con fissazione termini per predisporre le procedure b) se necessario sospensione attività fino a soluzione della non conformità (*) il riferimento erroneo alla parte A, inesistente nell allegato II, è stato rettificato dal Ministero della Salute 9. inadeguatezza di requisiti e procedure di cui all articolo 6, commi 4,5, e 6, comunque presenti 10. mancata o non corretta applicazione di requisiti e procedure di cui all articolo 6, a) prescrizione con fissazione termini per adeguamento requisiti e/o procedure b) se necessario sospensione attività fino a soluzione della inadeguatezza da euro 1.000 a euro (art. 6 comma 7) per mancato adempimento delle prescrizioni entro il congruo termine stabilito dall autorità competente 7

commi 4,5, e 6 (art. 6 comma 8) 11. mancata indicazione in etichetta (* vedi nota) da parte dell operatore del numero di riconoscimento dello stabilimento di produzione di cui al Reg. 853/04. 12. immissione in commercio di carni fresche refrigerate o congelate senza la bollatura sanitaria 13. trasporto lotti di molluschi bivalvi vivi senza il documento di accompagnamento 14. immissione sul mercato molluschi bivalvi vivi senza transito da centro di spedizione 15. immissione sul mercato da parte dell operatore di molluschi bivalvi vivi provenienti da zone di produzione della classe B e C senza che gli stessi siano stati sottoposti al periodo previsto di depurazione 16. immissione sul mercato molluschi bivalvi vivi, diversi dai pettinidi, provenienti da zona non classificata da euro 500 a euro 3.000 (art. 6 comma 9) da euro 3.000 a euro 18.000 per ogni lotto di carne non bollato (art. 6 comma 10) (art. 6 comma 11) (art. 6 comma 12) (art. 6 comma 12) da euro 2.000 a euro12.000 (art. 6 comma 13) di ritiro b) sequestro e distruzione a) sequestro b) sequestro e distruzione (*) è stata segnalato al Ministero della Salute, ai fini di un eventuale rettifica/modifica il mancato riferimento, per i prodotti non confezionati, alla docum. di accompagnamento 8

17. immissione sul mercato molluschi bivalvi vivi provenienti da zona non idonea o preclusa da euro 5.000 a euro 30.000 (art. 6 comma 14) b) sequestro e distruzione 9