I disordini funzionali gastrointestinali infantili

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Disturbi funzionali nel bambino a cura di Osvaldo borrelli I disordini funzionali gastrointestinali infantili Infant functional gastrointestinal disorders Valentina Rizzo (foto) Mariella Baldassarre Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana Sezione di Neonatologia e TIN, Università degli Studi Aldo Moro, Bari Key words Functional gastrointestinal disorders Rome IV criteria Gut-brain interaction Abstract Functional gastrointestinal disorders (FGIDs) are common digestive conditions characterized by chronic or recurrent symptoms in the absence of a clearly recognized gastrointestinal etiology. FGIDs are now defined as disorders of gut-brain interaction involving motility abnormalities, visceral hypersensitivity, altered mucosal and immune function, altered gut microbiota and altered central nervous system processing. For many years, diagnosis was based on exclusion of organic disease, but there is now evidence to support a symptombased diagnosis, using Rome criteria, recently revised symptom-based criteria to produce Rome IV. Although the classification system is an important component for categorizing these disorders, effective management requires a biopsychosocial approach that addresses the variability and complexity of these patients. Indirizzo per la corrispondenza Mariella Baldassarre Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana, Sezione di Neonatologia e TIN, Università degli Studi Aldo Moro, Ospedale Policlinico piazza G. Cesare 11, 70124 Bari E-mail: mariaelisabetta.baldassarre@uniba.it INTRODUZIONE I disordini funzionali gastrointestinali (DFGI) includono una variabile combinazione di sintomi cronici o ricorrenti, spesso età-dipendenti, non riconducibili a nessuna anomalia biochimica o strutturale. Sono enigmatici, non facilmente trattabili e soprattutto poco interpretabili. Alcuni li considerano disordini psicologici, altri ne negano completamente l esistenza, di contro altri, nel vano tentativo di ricercare un alterazione organica sottostante, sottopongono i pazienti a indagini diagnostiche che, inevitabilmente, comportano uno spreco di risorse e cure inappropriate per il paziente. Gestire un disordine funzionale non è facile, soprattutto perché ci si trova a dover far fronte, oltre al malessere del piccolo paziente, anche alle preoccupazioni dei genitori, che dal medico cercano risposte concrete. Inoltre interpretare i sintomi in bambini molto piccoli non è un lavoro semplice. Una diagnosi fallimentare e un trattamento inappropriato potrebbero causare sofferenze sia fisiche che emozionali. È assolutamente indispensabile una stretta alleanza tra medico e genitori: stabilire un rapporto di fiducia e mitigare le preoccupazioni della famiglia è sicuramente il primo passo da compiere. I DFGI possono essere considerati il prodotto clinico dell interazione tra alterata fisiologia intestinale e fattori psicologici e socioculturali, capaci di amplificare la percezione dei sintomi così che questi vengano vissuti come severi, invalidanti e con un importante ripercussione sulle attività di vita quotidiana 1. Le basi scientifiche per l insorgenza dei sintomi si sono evolute nel corso degli anni verso il concetto più complesso di interazione cervello-intestino. Esiste un costante dialogo bidirezionale tra il cervello e l intestino: questa connessione gut-brain sembra essere un meccanismo che lega lo stato 56 Giorn Gastr Epatol Nutr Ped 2017;IX:56-60; doi: 10.19208/2282-2453-152

disturbi funzionali nel bambino I disturbi funzionali gastrointestinali infantili psico-emozionale con la disfunzione gastrointestale (GI), e i DFGI possono svilupparsi quando questa comunicazione è alterata (Fig. 1). Disordini funzionali gastrointestinali: neonati e bambini nella prima infanzia secondo i Criteri di Roma IV Rigurgito del lattante Criteri diagnostici per il rigurgito del lattante Devono essere presenti entrambi i seguenti criteri in bambini sani di età compresa tra 3 settimane e 12 mesi: rigurgito due o più volte al giorno da almeno 3 settimane; assenza di conati di vomito, ematemesi, aspirazione, apnea, ritardo di crescita, difficoltà di alimentazioneo deglutizione, o posture anomale. L anamnesi e l esame obiettivo possono fornire informazioni sull eventuale presenza di patologie al di fuori del tratto GI, come le patologie metaboliche e infettive e condizioni neurologiche associate al vomito. Il riscontro di arresto di crescita, ematemesi, sangue occulto nelle feci, anemia, rifiuto del cibo e difficoltà di deglutizione dovrebbe indurre a una valutazione più attenta per la presenza di MRGE 5. Un approfondimento diagnostico per escludere un anomalia anatomica del tratto GI superiore, ad esempio una malrotazione o un ostruzione gastrica, dovrebbe essere effettuato se il rigurgito persiste oltre il primo anno di vita, se è comparso precocemente nel periodo neonatale, o se è associato a vomito biliare, disidratazione, o altre complicazioni. Sindrome della ruminazione sindrome della ruminazione Devono essere presenti tutti i seguenti sintomi per almeno due mesi: contrazioni ripetitive dei muscoli addominali, del diaframma, e della lingua; rigurgito senza sforzo del contenuto gastrico, che può essere sia espulso dalla bocca, sia rimasticato e rideglutito; Figura 1. Modello biopsico-sociale e disturbi funzionali gastrointestinali. 57

V. Rizzo, M. Baldassarre tre o più dei seguenti sintomi: - esordio tra 3 e 8 mesi; - mancata risposta al management per la malattia da reflusso gastroesofageo e per il rigurgito; - non associato a segni di distress; - non si verifica mai durante il sonno e quando il bambino interagisce con gli altri individui. Data la difficoltà per i neonati di comunicare la presenza di nausea, questa parola è stata eliminata 2. Inoltre la durata minima dei sintomi necessaria per la diagnosi è stata ridotta a 2 mesi per essere in linea con i criteri per la diagnosi di Sindrome della ruminazione nei bambini più grandi. Osservare l atto ruminativo è essenziale per la diagnosi, anche se tali osservazioni richiedono tempo e pazienza, perché la ruminazione può cessare non appena il bambino si accorge della presenza dell osservatore. Nessun test invece è necessario per la diagnosi. Coliche del lattante Criteri diagnostici per le coliche del lattante A scopo clinico, per la diagnosi di coliche del lattante devono essere presenti tutti i seguenti criteri: il lattante ha un età inferiore a 5 mesi quando i sintomi insorgono e si risolvono; presenza di periodi ricorrenti di pianto prolungato, agitazione o irritabilità che si verificano senza causa evidente e non possono essere prevenuti né risolti dal genitore; nessuna evidenza di difetto di crescita, di febbre o malattia. A scopo di ricerca, la diagnosi di colica del lattante deve includere i precedenti criteri diagnostici più entrambi i seguenti: i genitori riferiscono, durante una conversazione telefonica o un colloquio di persona con il ricercatore o con il medico, un periodo di pianto o agitazione di almeno 3 ore al giorno per almeno 3 giorni a settimana; la durata del pianto con agitazione, riferiti come continui per 24 ore in un selezionato gruppo di bambini, è stata confermata essere di almeno 3 ore, se quantizzati in maniera prospettica con la compilazione di un diario comportamentale delle 24 ore. I criteri di Roma IV per diagnosticare le coliche del lattante vengono distinti a seconda se servano a scopi clinici o di ricerca. I criteri di Roma III includevano la cosiddetta regola del tre (le coliche devono iniziare e finire rapidamente e verificarsi per tre o più ore al giorno per almeno tre giorni a settimana). Tali criteri sono però risultati arbitrari, impraticabili nella routine giornaliera. Terapie empiriche (l eliminazione delle proteine del latte vaccino dalla dieta della madre durante l allattamento al seno o il passaggio a una formula di proteine idrolizzate se il bambino assume latte adattato) possono essere utilizzate per un tempo limitato, per confermare o escludere possibili eziologie (intolleranza alle proteine del latte vaccino) del pianto prolungato. Diarrea funzionale diarrea funzionale Devono essere presenti tutti i seguenti criteri: emissione non dolorosa di feci non formate almeno 4 volte al giorno; i sintomi devono durare per almeno 4 settimane; l esordio deve avvenire tra il 6 e il 60 mese d età; non sono presenti alterazioni della crescita, se l apporto calorico è adeguato. In passato era indicata con il termine di diarrea cronica aspecifica o di diarrea del lattante. Nei nuovi criteri diagnostici si è deciso di aumentare il numero delle evacuazioni da 3 a 4 evacuazioni al giorno, essendo stata riportata una frequenza evacuativa di 3 episodi al giorno nell 11,7% di bambini con età media di 1,4 anni. La valutazione dei bambini con diarrea cronica comprende l identificazione dei fattori che possono causare o aggravare la diarrea, come infezioni enteriche pregresse, uso di lassativi, antibiotici o dieta. Nei bambini con diarrea funzionale le feci tipicamente contengono muco e/o residui di cibo non digerito visibili. Spesso le feci diventano durante il giorno progressivamente meno formate dopo ogni evacuazione. L esame fisico deve essere focalizzato sulla valutazione di altezza, peso, eventuale presenza di segni di malnutrizione, dermatite da pannolino e presenza di ritenzione di feci in ampolla rettale. In un bambino che soddisfi i criteri diagnostici per la diarrea funzionale non è presente una sindrome da malassorbimento. Una diarrea cronica come unico sintomo in un bambino che cresce bene rende la fibrosi cistica e la ce- 58

disturbi funzionali nel bambino I disturbi funzionali gastrointestinali infantili liachia improbabili. Non sono indicate terapie mediche, ma è raccomandata una valutazione dell assunzione di succhi di frutta e di fruttosio con conseguenti consigli dietetici per bilanciare la dieta del bambino. Dischezia del lattante dischezia del lattante In un lattante di età inferiore ai 9 mesi devono essere presenti i seguenti criteri: almeno 10 minuti di sforzo e di pianto prima del tentativo di evacuare, con o senza successo, feci morbide; assenza di altri problemi di salute. L età in cui la dischezia può essere ancora presente è stata portata da 6 a 9 mesi e anche il tentativo fallito di defecare è stato aggiunto ai criteri di base (grazie alle indicazioni fornite da un recente studio prospettico). Nei bambini con dischezia è presente una mancata coordinazione tra l aumento della pressione intra-addominale e il rilasciamento dei muscoli del pavimento pelvico. È come sempre importante un accurata anamnesi (vengono evacuate feci morbide), l esame obiettivo, compresa l esplorazione rettale, per escludere anomalie anorettali, e la valutazione dell accrescimento. È importante rassicurare in modo efficace i genitori e, per favorire l acquisizione della coordinazione, il consiglio di evitare la stimolazione rettale (che potrebbe condizionare il bambino ad attendere la stimolazione artificiale prima di defecare). L uso di lassativi non è indicato. Stipsi funzionale stipsi funzionale Almeno due dei seguenti criteri devono essere presenti per almeno un mese in bambini fino ai 4 anni di età: non più di 2 evacuazioni/settimana; storia di eccessiva ritenzione di feci; storia di evacuazioni di feci dure o dolorose; storia di feci di grandi dimensioni; presenza di una grande massa fecale nel retto. Nei bambini che sono già stati educati all uso della toilette possono essere usati questi criteri aggiuntivi: almeno 1 episodio/settimana di incontinenza fecale dopo l acquisizione della capacità di usare il vaso per defecare (toilette); storia di feci di grandi dimensioni che possono ostruire il water. È stata introdotta la distinzione nei criteri in base all educazione all uso della toilette (la maggior parte dei bambini di età < 2,5 anni non hanno ancora completato il training) e all inaffidabilità del riconoscimento dell incontinenza fecale nei bambini che hanno ancora il pannolino. La stipsi funzionale (SF) è una diagnosi clinica che può essere effettuata sulla base di una storia tipica e di un attento esame obiettivo, inclusa la valutazione delle dimensioni della massa fecale rettale, misurata in altezza al di sopra del bordo pelvico, con la palpazione bimanuale su entrambi i lati della guaina del muscolo retto. Quando la storia è tipica per SF, il perineo deve essere ispezionato, ma un esplorazione rettale digitale può non essere necessaria fino a quando non vi sia il fallimento della terapia, se c è un incertezza nella diagnosi o il sospetto di un problema anatomico. La diagnosi differenziale della stipsi nella prima infanzia include ostruzioni anatomiche, la malattia di Hirschsprung, patologie spinali, altre alterazioni metaboliche e anormalità neuroenteriche. In più del 90% di lattanti sani e meno del 10% di lattanti con Hirschsprung la prima eliminazione del meconio si verifica entro le prime 24 ore di vita. Pertanto una biopsia rettale per suzione è necessaria in un lattante con ritardato passaggio di meconio oltre le 24 ore di vita e che ha segni di accompagnamento (vomito, rifiuto del cibo, distensione addominale, febbre, scarsa crescita, sangue nelle feci) per escludere la malattia di Hirschsprung. Un altro raro disordine è l acalasia dello sfintere anale interno: in questi casi le cellule gangliari sono presenti alla biopsia rettale, ma il riflesso inibitorio anale è assente alla manometria anorettale. Recentemente sono state pubblicate le linee guida ESGHAN- NASPGHAN per il trattamento della stipsi funzionale 6. Sindrome del vomito ciclico Sindrome del vomito ciclico Devono essere presenti tutti i seguenti: due o più periodi di vomito parossistico senza remissione con o senza conati di vomito, della durata di ore o 59

V. Rizzo, M. Baldassarre giorni in un periodo di 6 mesi; episodi stereotipati in ogni paziente; gli episodi sono separati da settimane o mesi con ritorno allo stato di salute di base tra gli episodi. La diagnosi precoce è importante. Il Comitato di Roma IV ha mantenuto i 2 episodi di vomito come numero minimo di episodi richiesti per la diagnosi, a differenza delle linee guida NASPGHAN sulla sindrome del vomito ciclico (SVC) 7 che invece indicavano un numero minimo di 5 attacchi di nausea e vomito, non avendo riscontrato in letteratura elementi di mancata specificità diagnostica. La parola nausea è stata eliminata dai criteri (difficoltà dei lattanti di comunicarla). Non ci sono test per la diagnosi di SVC. Il work-up diagnostico dipende dalla sicurezza del medico di effettuare una diagnosi basata sui sintomi. La diagnosi differenziale deve essere fatta con patologie gastroenterologiche, neurologiche, urologiche, metaboliche ed endocrinologiche che hanno manifestazioni simili durante il loro decorso o parte di esso. In accordo con le linee guida NASPGHAN viene raccomandata l effettuazione di indagini di base (elettroliti, glucosio, urea, creatinina) in tutti i pazienti prima di iniziare un idratazione endovenosa, e un Rx esofago-stomaco con pasto di bario, per escludere malrotazioni e ostruzioni anatomiche. L insorgenza del vomito ciclico sotto i due anni di età, data la gravità di eventuali sottostanti patologie metaboliche e anatomiche, dovrebbe indurre a un approfondimento diagnostico per escludere patologie metaboliche, neurologiche o anatomiche. PROSPETTIVE PRE IL FUTURO E CONCLUSIONI Grazie alla stesura dei criteri di Roma IV si è giunti a una tappa fondamentale di un lungo processo culturale e scientifico per la caratterizzazione dei DFGI. Tale processo culturale tuttavia è un processo dinamico, per cui ci attendiamo che le ricerche future (per le quali sono state già identificate esigenze specifiche di approfondimento) aiuteranno a migliorare le conoscenze in questo ambito e la gestione dei pazienti con DFGI. BIBLIOGRAFIA 1 Kroenke K, Mangelsdorff AD. Common symptoms in ambulatory care: incidence, evaluation, therapy, and outcome. Am J Med1989;86:262-6. 2 Benninga MA, Nurko S, Faure C, et al. Childhood functional gastrointestinal disorders:neonate/toddler. Gastroenterology 2016;150:1443-55. 3 Hyams JS, Di Lorenzo C, Saps M, et al. Childhood functional gastrointestinaldisorders: child adolescent. Gastroenterology 2016;150:1456-68. 4 Drossman DA. Functional gastrointestinal disorders: history, pathophysiology, clinical features, and Rome IV. Gastroenterology 2016;150:1262-79. 5 Vandenplas Y, Rudolph CD, Di Lorenzo C. Pediatric gastroesophageal reflux clinical practice guidelines: joint recommendations of the North American Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (NASPGHAN) and the European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN). J Pediatr Gastroenterol Nutr 2009:498-5479. 6 Tabbers MM, Di Lorenzo C, Berger MY, et al. Evaluation and treatment of functional constipation in infants and children: evidencebased recommendations from ESPGHAN and NASPGHAN. JPGN 2014;58:258-74. 7 Li B, Lefevre F, Chelimsky GG, et al. North American Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition Consensus Statement on the diagnosis and management of cyclic vomiting syndrome. JPGN 2008;47:379-93. I criteri di Roma IV sono un sistema classificativo basato sui sintomi, per il quale i DFGI in età pediatrica sono stati suddivisi in sottogruppi per ciascuna fascia di età: neonati e bambini fino a 2 anni/bambini dopo i 2 anni-adolescenti. I disordini funzionali gastrointestinali (DFGI) nei primi 2 anni di vita possono essere fisiologici, espressione di un normale sviluppo (es. rigurgito del lattante), o possono derivare da risposte comportamentali anomale a stimoli interni o esterni (es. stipsi funzionale causata da defecazione dolorosa o da forzato toilet training). I DFGI possono coesistere con patologie organiche che di per sé causano sintomi GI, per cui la diagnosi di una patologia organica non esclude la possibile presenza di un DFGI. 60