IL RUOLO INFERMIERISTICO NEL TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSI DIABETICA. Chiantore Daniela CPSIP Pediatria specialistica OIRM

Documenti analoghi
IL CASO DI GIACOMO. Motivo dell accesso in PS

Gestione Medico- Infermieristica in Pronto Soccorso dell Iperglicemia. UOC Medicina I per l urgenza Breve Osservazione CPSI Piera Grattarola

PREVENIRE LA CHETOACIDOSI: CASI EMBLEMATICI

Il trattamento delle emergenze nel diabete mellito in età pediatrica Dalla chetoacidosi alle ipoglicemie

COMPLICANZE DEL DIABETE

Dose: 2-5 mg/kg a bolo in 20/30 minuti; successivamente 0,7-1 mg/kg in infusione continua

LA GESTIONE INFERMIERISTICA DEL PAZIENTE CON ICTUS IN TERAPIA SUBINTENSIVA INFERM IERA SEBASTIANELLI ANTONELLA

La sindrome iperglicemica-iperosmolare: diagnosi e protocollo di terapia Dott.ssa Tittania Musella

Dal territorio al servizio di emergenza: livelli assistenziali e presa in carico del paziente

Un caso non difficile ma ricco di spunti

! L INFERMIERE E IL PAZIENTE CRITICO DIABETICO

Caso clinico : Infarto miocardico acuto (IMA)

2 IL PAZIENTE CON IPERGLICEMIA: DAL TRIAGE AL REPARTO

Fondamentale riconoscere e trattare correttamente in Pronto Soccorso le gravi complicanze per evitare lesioni cerebrali fatali ai bambini

Dott.ssa D.Sansone S.C. Diabetologia ed Endocrinologia ASLCN1

EMERGENZE ENDOCRINO-METABOLICHE

Anamnesi. Segnalamento 24/11/2014. Cane Meticcio M Anni 10 Kg 8.5. Università di Padova 22 Novembre 2014 LA GESTIONE TERAPEUTICA DELLA PANCREATITE

UN ASSENTE GIUSTIFICATO

Chetoacidosi diabetica Sindrome iperosmolare

Quadri emogasanalitici complessi in terapia intensiva. Dott.ssa Valentina Alvisi U.O. Anestesia e Rianimazione Universitaria

Gestione della gastroenterite: ruolo dell Osservazione Breve

Il calcolatore di bolo, un valido ausilio nella gestione del diabete pediatrico

Esempio di un protocollo a gestione infermieristica Giovanni Pinelli Erica Michelini Giuliana Cavani

La Gestione del paziente Diabetico in Ospedale

Le forme di scompenso glicometabolico in Medicina Interna Dott. Maurizio Nizzoli

Riduzione della variabilità glicemica dopo introduzione di un dispositivo con calcolatore di bolo

DIABETE E IPERGLICEMIA

AZIENDA U.S.L. di PESCARA

Aspetti organizzativi, attrezzature, monitoraggio e indicatori

INTERPRETAZIONE DELL EMOGASANALISI ACQUA ELETTROLITI ED EQUILIBRIO ACIDI-BASE

Insulina. Glucagone Adrenalina e noradrenalina Cortisolo Ormone somatotropo

Diabete di tipo 2 scompensato in terapia insulinica intensiva: risoluzione di un caso clinico con il calcolatore di bolo

Caso clinico. Creatininemia abituale 1.8 mg/dl, egfr 37 ml/min. Peso abituale 80 Kg, h 172 cm

MANTENIMENTO DEL POTENZIALE DONATORE

Paziente diabetico in condizioni non

Terapia insulinica intensiva in fase acuta

I sintomi sono compatibili con. Polmonite basale Crisi asmatica Chetoacidosi diabetica Stato settico Tossinfezione alimentare

Anamnesi. Segnalamento. Iguacu Gatto F(s) Orientale Anni 9 Kg=2,3 kg CHETOACIDOSI DIABETICA 13/03/16. Apatia. Anoressia. Vomito.

LA CHETOACIDOSI DIABETICA DR LUIGI DI RUZZA U.O.C. PEDIATRIA P.O. FROSINONE

DKA: le linee guida ed efficacia pratica

LE «DOLCI ATTESE» DI DONATELLA. Elisa Manicardi - Reggio Emilia 31 Maggio 2013

PDTA Diabete RUOLO DELLA STRUTTURA DIABETOLOGICA TERRITORIALE. Cona, 30 Settembre 2017

MASTER DI II LIVELLO Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica AA

5. PROTOCOLLO di STUDIO

MALATTIA DIABETICA PROGETTO DI APPRENDIMENTO IN AMBITO CLINICO PROBLEMA PRIORITARIO DI SALUTE

Cos è il diabete mellito La pratica delle discipline di potenza e resistenza e la terapia del diabete

EFFETTI DEL CONTROLLO GLICEMICO INTENSIVO SUL POTENZIALE RIGENERATIVO DEL MIOCARDIO DURANTE UN INFARTO ACUTO

IL COMA IPERGLICEMICO: DIAGNOSI DIFFERENZIALE E TRATTAMENTO IN URGENZA

La FPIES Food Protein-Induced Enterocolitis Syndrome

PROTOCOLLI PER IL TRATTAMENTO INSULINICO INTENSIVO DELL'IPERGLICEMIA NEI PAZIENTI IN NUTRIZIONE ARTIFICIALE.

Dott.ssa Francesca Puccetti U.O Pronto Soccorso-Medicina d Urgenza Tossicologia clinica Ospedale Maggiore Bologna

Diabete tipo I alla Diagnosi Il punto di vista del Medico di Urgenza

Complicanze medico-internistiche di AN e BN. Dr. Giovanni Gravina Centro Arianna per i DA ASL 5 Pisa

Centro Biotecnologie AORN A Cardarelli Napoli, 7 Aprile Dott.ssa Chiara Sepe U.O. Cardioliogia Riabilitativa AORN «A.

FISIOPATOLOGIA DEL DIABETE GIOVANILE

Percorso per la gestione del Diabete Gestazionale e della Gravida Diabetica. ELENA CAPUANO SOS Diabetologia Montecchio Emilia

La fase post-operatoria

Accuratezza del dato glicemico e management del DMT2: fin da SUBITO oltre l'hba1c

Gruppo di lavoro. All 9 Vers 2 del 08/03/ IL DIABETE GESTAZIONALE

PROTOCOLLO ASSISITENZIALE PER SEPSI SEPSI GRAVE

il contesto epidemiologico in Emilia Romagna

IMPORTANZA DELLA PRECOCE NA NEL PAZIENTE CRITICO: IL PUNTO DI VISTA DEL DIABETOLOGO

Gestione dell iperglicemia in PS

RELAZIONE TRA OSTEOPROTEGERINA ED EMOGLOBINA GLICOSILATA IN UNA POPOLAZIONE DI OBESI NON DIABETICI

Il gatto disidratato: come intervenire e quali fluidi utilizzare

Minaccia di parto pretermine e/o rottura pretermine delle membrane: Protocollo di Trasporto

CONGRESSO REGIONALE AMD - SID. Alleanza strategica nella gestione del paziente diabetico: attori a confronto Roma, 5-6 maggio 2017

La chetoacidosi diabetica. Scritto da Andrea Giaccari

la gestione del rischio

27 Gennaio 2017 Dr.ssa Chiara Sturaro XVIII CONGRESSO REGIONALE FADOI EMILIA ROMAGNA

Diagnosi di diabete tipo 1 durante l adolescenza: implicazioni cliniche, motivazionali e relazionali

Beneficio dell utilizzo dell AGP in paziente con microinfusore

Gestione infermieristica della terapia insulinica nei pazienti ospedalizzati: luci ed ombre. Seila Dorigo

ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE CONTROPULSATO

LA CHETOACIDOSI DIABETICA

I. Casanova B. E. e I. Pontoni T. Dott. Di Lenarda

Requisiti di Qualità per la Medicina Interna Sezione B5 Requisiti relativi alla gestione della comorbilità IPERGLICEMIA. Sommario

Convulsione febbrile Edizione 2010

INSUFFICIENZA RENALE ACUTA

Progetto Modernizzazione N.O.A.

Il calcolo del dispendio energetico (DE) come add-on del diario glicemico

Paziente MMG Cardiologia Infermiere Dietista Distretto

Il ruolo del laureato in Scienze Motorie nella educazione alla Attività Motoria nel Diabete Mellito Tipo 2. CERUTTI Filippo Laurea in Scienze Motorie

Paziente giovane e sportivo con diabete di tipo 1: autonomia gestionale riconquistata con il calcolatore di boli di insulina

Richiami di fisiologia

Cosa è necessario sapere e saper fare se in classe ho un bambino con diabete Dr Alberto Gaiero e Dr.ssa Graziella Fichera S.C.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE INTEGRATA

IL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO. Fabrizio Farina D.E.A. I livello Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Isola Tiberina Roma

Sabato 23 Marzo 2013 Convegno Animo - Fadoi

Il PDTA dell iperglicemia in gravidanza : punti critici e possibili soluzioni. ( SOTTOTITOLO : prendete quello che vi serve)

La gestione del paziente diabetico dalla dimissione ospedaliera alla presa in carico da parte del Servizio Diabetologico: aspetti infermieristici

SEGNI VITALI MODULO DI SCIENZE OSTETRICHE E GINECOLOGICHE DOCENTE DOTT.SSA MERI PEDRIALI

PROPOSTA DI PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO DEL PAZIENTE NEFROPATICO

La competenza infermieristica nell applicazione dei protocolli di gestione dell iperglicemia Anna Morselli

Esperienze di attività motoria su paziente diabetico. CERUTTI Filippo Laurea in Scienze Motorie Università di Torino

A.S.O. SAN GIOVANNI BATTISTA DI TORINO. Ospedale Molinette ANESTESIA E RIANIMAZIONE 2 UNITA DI NEURORIANIMAZIONE

IL LAVORO DI EQUIPE PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO IN OSPEDALE: GESTIONE CONDIVISA MEDICO- INFERMIERE DEI PROTOCOLLI

GESTIONE INTEGRATA del diabete mellito tipo 2 nell'adulto ULSS 14 Chioggia

Health Literacy nelle persone con diabete Risultati PASSI

OPERATORIA ALLA DONNA SOTTOPOSTA A TAGLIO CESAREO D URGENZA E D ELEZIONE PO.AFMI.11

Transcript:

IL RUOLO INFERMIERISTICO NEL TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSI DIABETICA Chiantore Daniela CPSIP Pediatria specialistica OIRM

INTRODUZIONE La chetoacidosi diabetica (DKA) è una complicanza acuta ancora oggi frequente nel diabete mellito tipo 1 (DMT1). La DKA è la principale causa di ricovero e di morbilità/mortalità nei bambini ed adolescenti con DMT1. La DKA può presentarsi sia all esordio, sia nel decorso successivo del diabete.

Caso clinico Tommaso, 5 anni, viene visitato dal pediatra La mamma riferisce che Tommaso: si sveglia la notte per fare pipì beve molto sta dimagrendo è sempre stanco da ieri respira in modo strano

Questi sintomi vengono tradotti in: Poliuria Polidipsia Calo ponderale Astenia Tachipnea Alito acetonemico

Il pediatra esegue: rilevazione della glicemia da glucometro stick su urine Glicemia: HI Glucosio su urine: ++++ Tommaso viene inviato immediatamente al pronto soccorso (DEA)

Tommaso giunge in pronto soccorso: al controllo EGA risulta: ph 7.10 glicemia 653 mg/dl AVVIO DEL PROTOCOLLO PER DKA

PROTOCOLLO DKA

PROTOCOLLO DELLA DKA Si basa su 3 cardini : Reidratazione Terapia insulinica Infusione di potassio

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

RACCOLTA DATI PARAMETRI CLINICI DA MONITORARE FC, SpO2, PAOS e FR ogni ora nelle forme più severe Valutazione neurologica ( Glasgow Coma Scale) per un identificazione precoce di segni e sintomi di edema cerebrale. Utilizzo della scheda P-Alarm (1) come strumento di monitoraggio ECG per valutare alterazioni cardiache da ipo/iperpotassiemia. In base all esito eventuale monitoraggio continuo. Valutare età e momento migliore per eseguirlo (1)P-Alarm: strumento per l intercettazione precoce del deterioramento clinico

DIAGNOSI INFERMIERISTICA Rischio elevato di deficit del volume dei liquidi e conseguente squilibrio elettrolitico Alterazione della stato nutrizionale da scompenso metabolico Ansia, paura del bambino e dei genitori Alterazione dei processi cognitivi in relazione allo stato di malessere del bambino Deficit di conoscenze dei genitori

IN SALA VISITA Posizionamento di 2 accessi venosi di grosso calibro (nel caso di infusione continua di insulina ed altri farmaci). Esecuzione degli esami di laboratorio: glicemia, elettroliti, azotemia, creatinina, osmolarità plasmatica, emogasanalisi, emocromo, calcio, fosforo, magnesio, emoglobina glicosilata (HbA1c) e PCR (se presente febbre e leucocitosi neutrofila che fanno pensare ad un infezione concomitante). Utilizzo di «rampe» o rubinetti per una gestione migliore delle infusioni Monitoraggio dei liquidi (introdotti e eliminati) Comunicazione con il bambino e la famiglia dopo la diagnosi e durante i ripetuti esami

COSA CONTROLLARE? Glicemia: ogni 1-2 h in corso di terapia infusionale anche da glucometro EGA + elettroliti : ogni 2 h fino a risoluzione dell acidosi metabolica ( ph>7.3) Chetonemia da eseguirsi in alternativa all EGA ogni 2 h Creatinina in base ai valori iniziali ( se all ingresso sono normali controllo ogni 6-12 h) ECG in base al referto iniziale

PREPARAZIONE INSULINA INSULINA : non prima di 90-120 minuti, in POMPA-SIRINGA (in seconda via): - 0.05 UI/kg/h se peso > 20 kg - 0.025 UI/kg/h se peso < 20 kg - NON effettuare il BOLO di INSULINA E.V. (aumenta il rischio di edema cerebrale) N.B. In pompa-siringa non serve l aggiunta di albumina; è necessario, tuttavia, cambiare la soluzione in pompa-siringa dopo 24 ore.

PREPARAZIONE INSULINA (Umana Regolare fl 100U/ml): 50 UI di Insulina rapida in 50 ml di SF (prendere 0.5 ml di Insulina=50 UI e aggiungere 49.5 ml di SF in modo da ottenere 1UI/ml) 25 UI di Insulina rapida in 50 ml di SF (prendere 0.25 ml di Insulina=25 UI e aggiungere 49.75 ml di SF in modo da ottenere 0.5 UI/ml) N.B La siringa con una delle due preparazioni va collegata al set apposito per pompa a siringa e riempito con la soluzione ottenuta effettuando un priming di almeno 20 ml di soluzione a vuoto, in modo che le molecole di insulina saturino le pareti interne del set e si possa garantire dal primo istante la giusta concentrazione di insulina in circolo.

PREPARAZIONE POTASSIO POTASSIO L integrazione di potassio va effettuata sin dalle prime ore di trattamento se il K corretto è ridotto e poi sempre dopo l inizio della terapia insulinica. Le soluzioni da utilizzare sono KCl e K Fosfato da aggiungere possibilmente 50/50. Utile sorveglianza della diuresi. Rispettare le norme per la registrazione della preparazione e somministrazione.

REGISTRAZIONE E PREPARAZIONE POTASSIO

Dopo le prime 2 h Tommaso viene trasferito presso la degenza di Diabetologia pediatrica per garantire la prosecuzione del monitoraggio clinico e degli interventi medico - infermieristici.

COSA FARE? Continuare il monitoraggio dei parametri vitali. Visionare la terapia in corso e proseguire con la terapia infusionale dopo rivalutazione medica. Proseguire con EGA capillari ogni 2 h fino a risoluzione dell acidosi alternandoli alla chetonemia. Eseguire controlli glicemici ogni 1-2 h. Modulare la terapia insulinica come da protocollo. N.B. Non dare inizialmente da bere (limitarsi a bagnare le labbra) ALIMENTAZIONE SOSPESA FINO A RISOLUZIONE DELL ACIDOSI

TERAPIA INSULINICA INSULINA IN POMPA - SIRINGA VARIARE VELOCITÀ DI INFUSIONE in base ai controlli glicemici* effettuati ogni ora, secondo il seguente schema: 250 mg/dl aumentare la velocità del 25% (solo se glicemia persiste > 250 mg/dl in 2 controlli consecutivi) < 250 e 150 mg/dl proseguire velocità in corso < 150 non ridurre la velocità di infusione dell insulina ma aumentare la concentrazione di glucosio aggiungendo alla SF glucosata al 20% (50% SF + 50% gluc al 20%) (Riferirsi al valore di glicemia da reflettometro in modo da avere il dato in tempo reale). N.B. Le variazioni della velocità di infusione di insulina devono essere effettuate sempre sul valore della velocità di infusione in corso!!! Tutte le soluzioni vanno raccordate a T per il principio della diluizione

SOLUZIONE FISIOLOGIA 0,9% CORRETTA CON KCL SOLUZIONE GLUCOSATA AL 10% CORRETTA CON K FOSFATO INSULINA

La complicanza più grave della chetoacidosi diabetica è L EDEMA CEREBRALE

GESTIONE DELL EDEMA CEREBRALE È la complicanza più grave della DKA È responsabile di circa il 60-90% della mortalità per DKA Si manifesta per lo più dopo 4-12 h dall inizio del trattamento ed è definito da criteri diagnostici sicuri, da segni maggiori e minori

Criteri diagnostici: risposta motoria o verbale anomala allo stimolo doloroso postura decerebrata o decorticata paralisi di un nervo cranico pattern respiratorio neurogenico Segni maggiori: graduale deterioramento dello stato di coscienza bradicardia non attribuibile al miglioramento del volume circolante o al sonno incontinenza inappropriata all età Segni minori: cefalea irritabilità o sonnolenza vomito aumento della PAOS riduzione della SpO2 età < 5 aa La diagnosi medico infermieristica di edema cerebrale viene effettuata con una sensibilità del 92% ed una specificità del 96% quando sono presenti anche un solo criterio diagnostico oppure 2 segni maggiori oppure un segno maggiore e due minori.

TRATTAMENTO DELL EDEMA CEREBRALE Monitoraggio neurologico e dei PV continuo Controllo ed esecuzione della prescrizione medica (attenzione alla quantità di liquidi da infondere) Segnalazione precoce di un eventuale peggioramento delle condizioni cliniche

IN SINTESI Sorvegliare attentamente il bambino: monitorare i PV e lo stato neurologico Controllo, corretta preparazione e somministrazione della prescrizione medica Rispettare le variazioni della velocità insulinica come da protocollo Attenzione all edema cerebrale!

Grazie dell attenzione e Buon lavoro!!!!