Struttura produttiva dell industria italiana (Testo di riferimento: Bianco, M. L industria italiana Il Mulino.



Documenti analoghi
L Umbria tra terziarizzazione e presenza manifatturiera. Elisabetta Tondini

Distretti urbani ed extra-urbani: recenti trasformazioni delle

SDD ING-IND/35. Ingegneria economico-gestionale

Le imprese del farmaco motore della rete dell hi-tech in Italia

L Italia. in Russia. I numeri della presenza italiana in Russia. Esportazioni (2008): 10,5 miliardi (3% del totale export Italia)

Sistema Informativo Excelsior

Internazionalizzazione delle imprese

Un analisi storica e comparativa dell apertura internazionale delle imprese venete

Le performance settoriali

I PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE DELL INDUSTRIA E DEI SERVIZI PER IL 2013 Il Sistema Informativo Excelsior a supporto delle politiche del

Giovani chimici per quale industria?

TREND Tecnologia ed innovazione per il Risparmio e l efficienza ENergetica Diffusa

Gli investimenti diretti esteri in entrata e in uscita

Prospettive del settore farmaceutico: riflessi economici ed occupazionali

Le imprese manifatturiere del IV capitalismo: profili di crescita. Paola Dubini Incontro Confindustria Prato 23 novembre 2007

Le esportazioni delle regioni italiane

INCHIESTA CONGIUNTURALE SULL INDUSTRIA

Modelli di governance delle imprese

13. Consumi di energia elettrica

Le forze lavoro in Lombardia al 2020

Annuario Istat-Ice 2008

Territori competitivi Le leve dello sviluppo regionale

Saldi delle posizioni lavorative dal 30 giugno 2008 per genere e cittadinanza

L ATLANTE DEL MADE IN ITALY LE ROTTE DELL EXPORT ITALIANO PRIMA E DURANTE LA CRISI

I principali risultati dell Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito sui contratti di rete in Italia. Giovanni Foresti Servizio Studi e Ricerche

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

INTERNAZIONALIZZAZIONE PASSIVA E ATTRATTIVITÀ

RAPPORTO TRENDER - I SEMESTRE

Agenda. I. Descrizione questionario. II. Risultati ed evidenze. III. Regione Sicilia: focus. Obiettivi della ricerca

Approfondimenti: Provincia di Cuneo

L interscambio commerciale tra Italia e India Anni

ITALIA - EUROPA SALARI, PREZZI, PRODUTTIVITA E L EFFETTO DIMENSIONE D IMPRESA. di Giuseppe D Aloia

UMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche

PRODUZIONE INDUSTRIALE

IL SECONDO RAPPORTO SULLA COMPETITIVITÀ DEI SETTORI PRODUTTIVI

STRUTTURA E EVOLUZIONE DELL INDUSTRIA ALIMENTARE E DELLE BEVANDE IN TICINO

Innovare in Filiere Tradizionali. Federchimica

IL VANTAGGIO COMPETITIVO NEI SETTORI MATURI

Private Banking e Fondi Immobiliari

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR

OBIETTIVO CRESCITA. Le sfide delle PMI nel contesto macroeconomico

L INDUSTRIA VENETA AFFRONTA LO SHOCK FINANZIARIO

OPERATORI COMMERCIALI ALL ESPORTAZIONE

LA PICCOLA IMPRESA METAL-MECCANICA MECCANICA IN TOSCANA. Marzo 2003

OSSERVATORIO ECONOMICO

Capitolo 24. Risultati economici delle imprese

CONTI ECONOMICI DELLE IMPRESE

manifatturiera e per i servizi

Crisi e mercato del lavoro in provincia di Bergamo. Manuela Samek Lodovici Bergamo, 1 dicembre 2009

RETI D IMPRESA. Un alternativa a società e consorzi per integrare e valorizzare in modo innovativo la propria individualità e le proprie competenze

Introduzione 10 INTRODUZIONE

STRUTTURA E EVOLUZIONE DEI SERVIZI COMMERCIALI IN TICINO

Effetti sulla distribuzione del reddito

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Imprese multinazionali e outsourcing

VALUTAZIONE DELL IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA SULLE PMI ITALIANE ED ADEGUAMENTO DEGLI STUDI DI SETTORE

Flash Industria

6 marzo Andamento del valore aggiunto totale e dei servizi (Numero indice I trim = 100, valori concatenati)

La struttura industriale dell industria farmaceutica italiana

INDUSTRIA METALMECCANICA ITALIANA INDAGINE CONGIUNTURALE. Sintesi per la stampa


FATTURATO E ORDINATIVI DELL INDUSTRIA

Strategie di internazionalizzazione nei mercati tradizionali ed emergenti

L Assicurazione italiana in cifre

Nascita, caratteristiche ed evoluzione dei sistemi di welfare. Prof. Carlo Borzaga

IL SETTORE LEGNO-MOBILE-SEDIA IN PROVINCIA DI UDINE ANALISI STATISTICA. (aggiornamento maggio 2015)

I DATI SIGNIFICATIVI IL CONTO TECNICO

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

COMMERCIO CON L ESTERO

Tendenze in atto e prospettive per il futuro. Luca Zanderighi (Università di Milano)

QUANTO INNOVANO REALMENTE LE PMI?

Le strategie delle banche retail nel mercato del credito al consumo. STEFANO COSMA Università di Modena e Reggio Emilia - CEFIN

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

l Assicurazione italiana in cifre luglio 2009

Aggregazioni per una nuova competitività delle imprese

Importanza dello studio della localizzazione delle attività

AZIENDE AGRICOLE ATTIVITA MANIFATTURIERA

Decentramento e federalismo

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring

Applicazioni contrattuali

CAPITOLO 5 LE ATTIVITÀ ECONOMICHE

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice

PREZZI ALL IMPORTAZIONE DEI PRODOTTI INDUSTRIALI

La procedura di individuazione dei distretti industriali

Capitolo 14. Industria

Flash Industria

Unione europea Fondo sociale europeo. Direzione Generale per le Politiche Attive e Passive del Lavoro SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI

Il valore dell export del comparto elettro-meccanico nelle regioni del Nord Italia Working paper

L internazionalizzazione delle imprese e dei merca2. Liceo ginnasio statale A. Canova 17 febbraio 2014

Riccardo Monti. Presidente ICE

La sostenibilità dell ICT nel sistema economico lecchese

CONTI ECONOMICI DELLE IMPRESE

APPALTI e CONCESSIONI

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia

l Comuni del Chianti e le attività produttive: struttura e dinamica imprenditoriale dell Area

Una lettura di genere del mercato del lavoro in Provincia di Bolzano

Il brevetto europeo unico per 25 Stati membri e' realta' Ipsoa.it. Tiziana Ianniello. (Risoluzione Parlamento europeo 11/12/2012)

COLTIVANDO LA CRESCITA

Transcript:

Struttura produttiva dell industria italiana (Testo di riferimento: Bianco, M. L industria italiana Il Mulino. Specializzazione produttiva o SP., competitività internazionale e crescita economica o SP., capitale umano e crescita economica Dimensione media delle imprese o D., innovazione, competitività e crescita economica Il controllo delle imprese ITALY 2007 MANUFACTURING (% del VA totale) 18.3 HIGH-TECHNOLOGY 1.7 MEDIUM-HIGH TECHNOLOGY 4.8 MEDIUM-LOW TECHNOLOGY 5.3 LOW TECHNOLOGY 5.9

Composizione % del valore aggiunto manifatturiero, 2003. (quote di ciascuna produzione sul totale manifatturiero) Italia Germania Francia UK Stati Uniti Giappone Alimentari,bevande, tabacco 11.6 9.3 14.8 14.8 11.3 11.7 Tessili, pelli, calzature 12.7 2.1 4.2 3.4 3.0 2.4 Legno, prodotti in legno 2.9 1.7 1.6 1.8 2.1 0.8 Carta, stampa, editoria 7.4 7.4 8.3 1.3 14.3 8.0 Chimica, gomma, plastica 13.2 16.2 19.0 18.2 19.0 16.9 Minerali non metalliferi 7.1 3.3 4.6 3.7 2.8 3.1 Metalli, prodotti in metallo 13.7 13.0 13.0 10.0 9.9 11.2 Macchinari, attrezzature 20.4 29.0 17.1 19.1 19.1 26.7 Veicoli per trasporto 6.1 15.4 13.5 10.6 12.4 13.3 Riciclaggio, altri settori manifatturieri Fonte: OECD (STAN). 5.0 2.7 3.7 4.3 6.0 5.6 Composizione % del valore aggiunto manifatturiero, Italia. (quote di ciascuna produzione sul totale manifatturiero) 2000 2007 Alimentari, bevande, tabacco 10.0 9.4 Tessili, pelli, calzature 12.8 10.3 Legno, prodotti in legno 2.6 2.0 Carta, stampa, editoria 6.1 5.5 Chimica, gomma, plastica 13.8 13.5 Minerali non metalliferi 5.5 5.8 Metalli, prodotti in metallo 15.4 18.3 Macchinari, attrezzature 22.5 24.7 Veicoli per trasporto 6.0 5.6 Riciclaggio, altri settori manifatturieri 5.2 4.8 Fonte: OECD (STAN).

Produttività del lavoro nell industria manifatturiera italiana 2001-2005 2006-2007 Industria -0.5 0.0 Alimentari -0.9-2.5 Tessile e abbigliamento -1.3 2.3 Cuoio e calzature 0.5-3.1 Legno -0.4-2.9 Carta, stampa ed editoria -0.5-1.2 Chimica -0.1 0.5 Gomma e plastica 1.1 2.2 Trasformazione di minerali 0.4-0.1 Metallurgia 0.1-1.6 Meccanica -0.7 2.7 Elettromeccanica -0.5-1.7 Mezzi di trasporto -1.8-0.5 Altre industrie manifatturiere -1.6 1.7 Imprese innovatrici e non innovatrici per settore (2004-2006) Imprese innovatrici Imprese non innovatrici Industrie alimentari e tabacco 29.6 68.9 Industrie tessili 30.9 68.4 Industrie del cuoio e calzature 18.6 80.1 Industrie chimiche 63.3 34.3 Fabbricazione macchine per ufficio Fonte: Istat. 73.3 24.9 Fonte: Banca d Italia, 2007.

Imprese innovatrici e non innovatrici per classe di addetti (2004-2006) Classe di addetti Imprese innovatrici Imprese non innovatrici 10-49 24.9 74.6 50-249 42.2 54.3 250 e oltre 54.6 38.8 Totale 27.1 72.1 Fonte: Istat. Spesa per innovazione e classe di addetti, 2006 (migliaia di euro) Classi di addetti Totale imprese Imprese innovative (Per addetto) (Per addetto ) 10-49 2.4 6.5 50-249 5.0 8.1 250 e oltre 9.0 10.9 Totale 5.2 8.9 Fonte: Istat.

Piccole e medie imprese per paesi dell'ue 27. Anno 2005 Valore aggiunto piccole e medie imprese. Anno 2005 5000 4000 3000 80 60 2000 40 1000 20 0 Germania Francia Spagna Italia Regno Unito 0 Germania Francia Spagna Italia Regno Unito

Totale Oltre 1000 500-1000 200-500 100-200 50-100 Assetti proprietari delle Imprese Manifatturiere non quotate con oltre 50 addetti (dati riferiti al 2000) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Quota dei primi tre azionisti % Quota del primo azionista % 61,4 65,2 65,6 75,8 80,8 86,7 89,9 89,4 89,1 94,9 93,5 95,9 Principali azionisti o controllanti nelle imprese manifatturiere non quotate (2000) 13% 5% 27% 54% Persona fisica (più frequente nelle piccole imprese) Altra impresa holding o subholding (più frequente nelle grandi imprese) Impresa esterna Società finanziaria

9,50% 8,50% Società Industriali quotate (2000) 1,20% 10,50% 18% stato altre società singoli investitori, persone fisiche soggetti esterni istituzioni finanziarie Assetti proprietari delle società quotate (1990-2000) 60 50 40 30 20 10 0 52,9 47,9 44 40,7 33,8 11,4 8,4 9,4 1990 1998 2000 Quota del primo azionista 47,9 33,8 44 Quota degli altri az. Rilevanti 11,4 8,4 9,4 Quota del mercato (azioni inferiori al 2%) 40,7 52,9 46,6 46,6

La specializzazione produttiva è importante per la crescita economica? Teorie tradizionali: il commercio tra paesi e la specializzazione produttiva dipendono dai vantaggi comparati ( commercio inter-industriale) o Non è importante il settore di specializzazione Teorie più recenti: per spiegare il commercio intra-industriale la teoria considera mercati non-concorrenziali caratterizzati da economie di scala e prodotti differenziati. I paesi si specializzano nei settori per cui presentano una domanda di mercato maggiore o Non è indifferente in quali settori un paese si specializza (convengono settori oligopolistici e/o che hanno spill-over positivi)

Perché le imprese italiane sono specializzate nei settori tradizionali? Il capitale umano Tasso di scolarizzazione: % di popolazione con almeno un diploma di scuola secondaria superiore per diverse coorti, 2007 Fonte: OECD, 2009. Dotazione di capitale umano di livello medio-basso (doppio nessocausale) Insufficiente attività innovativa ( sia pubblica che privata) Dimensione media delle imprese (doppio nesso-causale) Struttura proprietaria Politiche pubbliche inadeguate 100 80 60 40 20 0 Tasso di scolarizzazione. Anno 2007 Francia Germania Italia Spagna UE 19 25-64 25-34

La popolazione (25-64 anni) per titolo di studio, 2007. materna ed elementare media inferiore secondaria superiore Terziaria non universitaria Terziaria universitaria Francia 13 18 11 n 15 Germania 3 13 3 7 14 Italia 15 32 30 1 13 Spagna 22 27 14 n 19 UK n 14 7 n 22 USA 4 8 48 48 30 Fonte: OECD, 2009. Il capitale umano % di laureati in scienze naturali, matematica e ingegneria, 2006. Scienze naturali Matematica Ingegneria Francia 8.8 5.9 12.6 Germania 8.9 7.8 12.6 Giappone 7.9 7.9 19.7 Italia 6.6 2.1 14.9 Spagna 7.1 5.4 14.3 UK 8.5 6.8 8.8 USA 6.2 3.5 6.2 OECD 6.9 5.2 11.9 Fonte: OECD, 2008.

Le dimensioni contano per la crescita economica? 1. Economia di scala relazione tra l aumento della scala di produzione, correlata alle dimensioni dell impianto e la diminuzione del costo medio unitario di produzione. 2. Capacità di generare innovazioni 3. Internazionalizzazione In presenza di rilevanti economie di scala, dimensioni inferiori perdita di efficienza. Non si produce al costo minimo unitario e quindi non è consentito il pieno sfruttamento delle economie di scala Nelle imprese di grandi e medie dimensioni l attività di ricerca (innovazioni) è più intensa. Dimensioni inferiori Minori innovazioni Crescita complessiva del sistema inferiore

Perché le imprese italiane sono più piccole? 1. Effetto della specializzazione in settori tradizionali dove la dimensione ridotta risulta più funzionale. 2. Difficoltà per le imprese di muoversi da una classe dimensionale all altra (anche a causa delle caratteristiche della proprietà) Ma le misurazioni della struttura dimensionale avvengono per unità giuridiche e non economiche. Si sottovalutano 2 fenomeni: 1. Gruppi di imprese 2. Distretti industriali

Gruppi di imprese insieme di società, giuridicamente distinte, che fanno capo per il tramite di legami proprietari e contrattuali ad un unico soggetto economico. Tipologie di gruppo o Orizzontale o Piramidali Le imprese italiane sono organizzate in gruppo maggiormente nei settori: ad alta tecnologia con elevata scala produttiva Gruppi di imprese la vasta diffusione in Italia del gruppo indica che la distribuzione dimensionale delle imprese economiche, definite come l insieme di quelle sottoposte a un unico controllante, potrebbe essere differente da quella delle imprese giuridiche, con il risultato di accrescere il numero delle imprese di medie dimensioni.

Distretti industriali agglomerazioni territoriali di piccole imprese manifatturiere indipendenti, specializzate in una singola industria, che godono di benefici esterni legati alla comunità locale. Caratteristiche: Divisione del lavoro Ciascuna imprese si specializza in una fase del lavoro Fattore ambientale Elemento rete cioè sistema di interconnessione a monte a e valle Presenza di servizi locali (banca locale, ass. di categoria) Partecipazione alle istituzioni locali(comune, parrocchia) che generano relazioni di fiducia basate su valori di identità locali tra soggetti In Italia sono sviluppati nell industria tradizionale: tessile abbigliamento meccanica legno mobili arredamento Geograficamente sono concentrati: Lombardia Veneto Emilia Romagna Toscana Marche

Distretti industriali Età d oro nei 70 grazie all apertura internazionale per molte piccole e medie imprese la domanda complessiva aumenta più della crescita della singola impresa. Rispetto a imprese isolate ma simili per settore e dimensioni, il Distretto ha mostrato maggiore redditività capacità produttiva capacità d esportazione A partire dalla seconda metà degli anni 80 questo modello ha mostrato i primi segni di crisi. Proprietà e controllo Tanto maggiore è la separazione tra proprietà e controllo tanto più occorre fornire garanzie agli azionisti. Se queste garanzie non sono ritenute sufficienti, l impresa non riuscirà a raccogliere fonti di finanziamento e incontrerà un limite alla sua crescita. MODELLO di GOVERNANCE TEDESCO Le banche esercitano forme di monitoraggio sulle imprese, fornendo indirettamente garanzie ai piccoli azionisti, non in grado di esercitare il controllo. MODELLO di GOVENANCE ANGLOSASSONE Controllo esercitato dal mercato. Le Public companies realizzano il massimo grado di separazione tra proprietà e controllo. La legislazione assicura poteri adeguati agli azionisti di minoranza.

Struttura proprietaria delle imprese italiane Ampia diffusione del controllo a carattere familiare. Ciò limita le possibilità di crescita alle disponibilità finanziarie della famiglia. Rischio di carenza di competenze adeguate (in particolare degli eredi ) Nelle società quotate il modello di controllo a carattere familiare si accompagna spesso all utilizzo del gruppo. Il gruppo, in particolare quello piramidale, rappresenta un meccanismo ulteriore di separazione tra proprietà e controllo, più imprese giuridicamente distinte, sono sottoposte al controllo dello stesso soggetto, a cascata. Liberalizzazione del mercato finanziario, privatizzazioni e nuove regole Liberalizzazione del mercato del credito è cresciuto il peso e il ruolo degli investitori istituzionali, che in altri sistemi svolgono una funzione essenziale nei modelli di controllo. Privatizzazioni riduzione del controllo pubblico delle imprese (ma in molti casi il Tesoro ha mantenuto golden shares). Testo Unico della Finanza (1998) è cresciuta la protezione degli interessi degli azionisti di minoranza nelle imprese quotate

In conclusione Gli assetti di controllo sono il risultato dell evoluzione storica ed economica dell Italia, del ruolo rilevante dello Stato e delle modalità con cui tale ruolo si è evoluto e trasformato. Gli scarsi trasferimenti del controllo possono avere limitato il raggiungimento dell efficienza dinamica: i soggetti meno adatti al controllo non sempre sono stati rapidamente sostituiti, quelli più adatti non sempre hanno avuto accesso al controllo. Un modello caratterizzato da scarsa mobilità del controllo ha come effetto una minore intensità nella riallocazione delle risorse verso gli usi più produttivi, limitando gli adeguamenti delle imprese.